Scarica il pdf - Milano Finanza

Download Report

Transcript Scarica il pdf - Milano Finanza

Mercati
12
Mercoledì 11 Gennaio 2017
IL CONSORZIO VUOLE ALZARE A 5,6 MLD DI DOLLARI IL TETTO PER COPRIRE GLI EXTRA-COSTI
Salini rifà i conti a Panama
Bassa qualità del basalto, falle nei terreni nascoste dalle autorità pubbliche, continui scioperi e cambi
normativi sono le ragioni che hanno determinato la differenza rispetto al valore iniziale del progetto
di Francesco Colamartino
A
Panama il gruppo Salini
Impregilo ha chiuso i
lavori per l’ampliamento del Canale ma non il
contenzioso sugli extra-costi
dell’opera. Il consorzio internazionale Grupo Unidos Por
el Canal - Gupc (composto
dal general contractor romano
al 38%, dalla spagnola Sacyr,
dalla belga Jan De Nul e dalla
panamense Constructora Urbana), che si è occupato dell’allargamento del Canale di Panama,
reclama ora un aumento da 3,28
a 5,67 miliardi di dollari (5,39
miliardi di euro) del tetto per
coprire lo sforamento dei costi
dei lavori. Una cifra che rappresenta anche il limite massimo
oltre il quale il Gupc non può
andare con le richieste. La maggior parte della differenza tra il
costo iniziale e quello finale del
progetto si deve alla bassa qualità del basalto disponibile vicino al cantiere, a falle inattese
nel terreno, a scioperi, a cambi
normativi e a informazioni non
corrette da parte delle autorità
pubbliche panamensi sulle reali caratteristiche geologiche
dell’area. Proprio per questo il
consorzio ha già depositato due
nuove richieste di arbitraggio al
Tribunale arbitrale di Miami e
non si esclude che la disputa
possa trascinarsi anche fino al
2022. Per ora il Dispute Adjudication Board, autorità indipendente a cui si sono rivolti l’Autorità del Canale di Panama e il
consorzio, ha riconosciuto un
primo risarcimento da 234 milioni di dollari ai costruttori.
La storia del progetto è stata
sempre tormentata. Tutto ebbe inizio nel 2009, quando il
colosso americano Bechtel fu
battuto dal consorzio Gupc, ma
non si diede per vinto. Dopo
Il Canale di Panama
Collocamento Avio, entro fine mese l’ok di Parigi
di Gabriele La Monica
MF-DowJones
ttenuto il via libera da parte dello Stato
O
Italiano, Space 2 si appresta a ottenere il
secondo avallo politico necessario per lo sbarco in borsa di Avio che deve essere fornito
da parte delle autorità francesi. È quanto ha
appreso MF-DowJones da una fonte vicina al
dossier che ha sottolineato come al più tardi
entro la fine del mese sia atteso l’ok di Parigi all’operazione. Con l’avallo transalpino
saranno verificate due delle tre condizioni cui
era sottoposto il deal che prevede la fusione
di Space2 in Avio e la successiva quotazione
in borsa. Visto che il veicolo Space2 ha una
dotazione di mezzi pari a 308 milioni, sovrabbondante rispetto all’operazione Avio,
insieme alla fusione fra Space2 e Avio, verrà
realizzata la scissione di Space 3 destinata ad
avere in cassa una dotazione di 154 milioni, al
netto del recesso di Space 2. Il termine ultimo
per esercitare il recesso da Space 2 è fissato
per il prossimo 12 gennaio. Considerato che il
l’apertura delle buste e l’assegnazione della gara al consorzio oggi guidato da Salini, ma
prima della firma definitiva, gli
americani pur di rientrare in
gioco avrebbero fatto pressione
sull’ambasciatore americano a
Panama per avere accesso agli
atti del progetto del Gupc, ap-
profittando di quella finestra di
tempo per presentare un’offerta
simile a quella del consorzio e
cercare di gettare discredito su
quella presentata da quest’ultimo. Ma i tentativi di Bechtel
non sono andati a buon fine,
anche perché il consorzio a
guida italiana è stato sostenu-
Dall’Agricole 43 milioni per l’autostrada A4
di Francesca Chiarano
MF-DowJones
Credit Agricole una delle
Èfasetargata
più importanti opere pubbliche in
di realizzazione nel Nord Est del
Paese. Il cantiere è quello della terza
corsia dell’autostrada A4 nel tratto che
va da Alvisopoli (in comune di Fossalta di Portogruaro) a Gonars (Udine).
L’opera, che costerà quasi 400 milioni
di euro e darà lavoro a circa 300 addetti, sarà portata a termine entro il
2020 dal Consorzio Tiliaventum, aggiudicatario dell’appalto, assistito dal
Gruppo Bancario Credit Agricole Italia in qualità di partner finanziario. «Si
tratta di una infrastruttura strategica
sia in termini di ricadute occupazionali sia come stimolo all’economia del
Paese», ha dichiarato il direttore generale di Credit Agricole FriulAdria,
Roberto Ghisellini. A sostegno della
titolo scambia a 10,8 euro, ben sopra il prezzo
di recesso fissato a 9,893 euro per azione, in
ambienti finanziari ci si aspetta che i recessi
saranno vicini allo zero.
Oltre all’approvazione dei governi italiano e
francese, l’operazione di fusione fra Space 2
e Avio è soggetta all’ok di Airbus, partner di
Avio. I legali sono al lavoro alla riscrittura
dei contratti che legano le due società che
prevedevano la clausola del cosiddetto change of control che di fatto annulla gli accordi
in caso di cambio del controllo di una delle
due società contraenti, cosa che in questo
caso capiterà ad Avio. I lavori, spiegano fonti
legali, stanno procedendo speditamente anche in questo senso.
La fusione di Space2 e Avio e la successiva
quotazione sono previsti per il prossimo mese
di marzo, salvo imprevisti. Il veicolo Space 3,
oggetto della scissione da Space 2 delle risorse
che non servono per il deal Avio, dovrebbe portare all’individuazione di una nuova operazione
che il management conta di finalizzare nel corso del 2018. (riproduzione riservata)
commessa, infatti, il gruppo bancario
ha dato vita ad apposite linee di credito per complessivi 43 milioni a favore
del consorzio costituito da due delle
principali imprese costruttrici italiane:
Rizzani de Eccher e Pizzarotti. L’ampliamento prevede la costruzione di 26
chilometri di nuova corsia autostradale lungo la direttrice Venezia-Trieste.
Undici i comuni toccati: Fossalta di
Portogruaro e San Michele al Tagliamento in Veneto e Ronchis, Palazzolo
dello Stella, Rivignano Teor, Pocenia,
Muzzana del Turgnano, Castions di
Strada, Porpetto, Torviscosa e Gonars
in Friuli Venezia Giulia. I lavori comporteranno il rifacimento di otto cavalcavia, 11 sottopassi, i ponti sul fiume
Stella e sul canale Cormor, nonché il
ponte sul Tagliamento (il quale, con i
suoi 1.500 metri di lunghezza, costituisce l’opera più significativa di tutto il
tratto). (riproduzione riservata)
to dagli 800 milioni di dollari
della Banca del Giappone per
la Cooperazione Internazionale, dai 500 della Bei, dai 400
della Banca Interamericana di
Sviluppo, dai 300 della Banca
Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo e da altri
300 milioni della Banca di Svi-
luppo Latinoamericana.
Altra grana panamense, ma solo
parzialmente relativa al canale,
è stata quella che nel 2013 ha
visto l’ex direttore dell’Avanti
Valter Lavitola finire agli arresti (per poi essere condannato
a tre anni dal Tribunale di Napoli) per la tentata estorsione
a Impregilo in relazione ad alcuni appalti a Panama. Chiuso
questo fronte, se ne è aperto un
altro nel gennaio 2014. Improvvisamente il governo centroamericano, attraverso l’Autorità
del Canale di Panama (del cui
board 10 membri su 11, direttore compreso, sono scelti
dal presidente del Consiglio),
si è messo contro il consorzio
Gupc, che già reclamava il
pagamento di gran parte degli
extra-costi, minacciando di ritirargli l’appalto. Sono seguiti
mesi di tira e molla, con un
blocco temporaneo dei cantieri,
negoziati serratissimi che hanno coinvolto le diplomazie di
quattro Stati e la stessa Ue, un
finanziamento da 400 milioni di
dollari liberato da parte di Zurich (con la garanzia di Sace per
Impregilo), l’ulteriore iniezione
di fondi da parte del consorzio
e di Panama per 100 milioni di
dollari ciascuno, la moratoria
fino al 2018 del rimborso dei
finanziamenti ottenuti dagli europei nel corso dei lavori e l’inizio dell’arbitrato internazionale
chiamato a decidere chi debba
pagare gli extra costi.
L’opera realizzata dal gruppo
capitanato da Pietro Salini ha
riguardato la realizzazione del
terzo set di chiuse, che permette
ora il passaggio delle Post Panamax, navi caratterizzate da
notevole tonnellaggio. (riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/salini
Anas e OpEn Fiber firmano per la banda larga
di Elisabetta Rovis
MF-DowJones
nas e OpEn Fiber, società parteA
cipata da Enel e Cassa Depositi e
Prestiti, hanno firmato ieri la prima
convenzione per la diffusione della
banda ultralarga in Italia, che consentirà l’installazione sulla rete stradale
dell’Anas di reti di comunicazioni
elettroniche ad alta velocità in fibra
ottica. Questo modello di convenzione, in linea con il piano strategico per
la diffusione della banda ultralarga varato dal governo, sarà sottoposto alla
firma anche di altri operatori di reti tlc
aperte al pubblico. «La convenzione»,
ha commentato il presidente di Anas
Gianni Vittorio Armani, «consente
ad Anas la possibilità di realizzare le
infrastrutture di rete in fibra ottica,
anche per conto di OpEn Fiber, permettendo così di ridurre il digital di-
vide. La capillarità della rete stradale
di Anas costituisce infatti elemento
di forza e di attrazione di investimenti
per gli operatori, che potranno così
promuovere una maggiore diffusione
dell’accesso ai servizi internet ad alta
velocità in tutta Italia». Il programma
di Anas prevede una prima fase di posa della fibra ottica fino a circa 3.000
chilomentri di rete a partire dall’anno
in corso. «La banda ultralarga», ha
affermato dal canto suo l’amministratore delegato di OpEn Fiber Tommaso
Pompei, «è la porta dell’industria 4.0.
Per le imprese significa poter accedere ai dati e distribuirli in maniera
efficiente, per gli utenti avere a disposizione connessioni di qualità anche
in mobilità. Il nostro obiettivo è realizzare una rete quanto più pervasiva
ed efficiente possibile. L’accordo con
Anas va proprio in questa direzione».
(riproduzione riservata)