Ul Cugiaa de legn - Fondazione Residenza Amica Onlus

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Transcript Ul Cugiaa de legn - Fondazione Residenza Amica Onlus

Sommario
Editoriale
pag.
1
C’era una volta
pag.
3
Un pensiero di vita vissuta
pag.
5
Inventa la tua poesia
pag.
6
I Medegoz
pag.
7
Perché si dice?
p ag
11
La poesia
pag.
12
Proverbi e filastrocche
pag.
14
Il nostro dialetto
pag.
15
Ricordiamo i Santi più noti
pag.
16
Ul cugiaa de legn
pag.
19
Ul Murum
Editoriale
Inverno 2016
In occasione del Santo Natale la Redazione Giornalino ha gentilmente chiesto al
nostro Don di scrivere l’editoriale…
SEI NATO PER NOI
Gesù,
tu sei nato debole
perché io non abbia mai paura di te.
Sei nato povero
perché io ti consideri la mia unica ricchezza.
Sei nato piccolo
perché io non cerchi di dominare gli altri.
Sei nato in una grotta
perché ogni uomo sia libero di incontrarti.
Sei nato nella semplicità
perché io smetta di essere complicato.
Sei nato per amore
perché io non dubiti mai del tuo amore.
Carissima sorella,
carissimo fratello,
in questa dolce festa di Natale, più che scrivere parole, vorrei entrare nella tua camera, perché
tu possa sentire il calore di un affetto, l’ascolto di un silenzio, la tenerezza di una vicinanza.
I giorni del soffrire sono difficili: ma il miracolo è che Dio non ti lascia solo, lui ti ama e, se apri
il tuo cuore, ti farà sentire viva la tenerezza della sua presenza.
La tua malattia non ti consente di fare molte cose, ma non ti impedisce di lasciarti amare e
consolare da Dio.
Vorrei chiederti il dono di una preghiera, una preghiera tutta speciale per la nostra Comunità
Pastorale San Paolo.
Sono sicuro che la tua preghiera è importante e fondamentale per la vita della nostra comunità
cristiana. Ti ringrazio per questo tuo dono molto prezioso per tutti noi.
Il Natale, la festa di tutti, potrebbe essere anche un giorno più triste degli altri per chi è solo, è
malato, è anziano o si sente abbandonato.
Per questo ti prometto che alla notte di Natale, durante la S. Messa solenne, pregherò in
particolar per te, caro fratello, cara sorella.
Sono certo che un angelo del Signore verrà anche vicino a te per annunciarti la grande gioia
della presenza di Gesù tra coloro che Lui ama con predilezione: i piccoli e i poveri.
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Ul Murum
Inverno 2016
Ti giunga la mia carezza e la mia benedizione per invocare per te e per i tuoi cari la grazia di un
sereno Natale.
Nel pomeriggio del giorno di Natale, come è mia consuetudine, verrò a trovarti per farti gli
auguri di persona.
Anche a nome degli altri sacerdoti e delle religiose ti auguro con affetto Buon Natale!
don Sergio
Parroco
Natale del Signore 2016
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Ul Murum
Inverno 2016
I mestieri di una volta
A volte fa piacere ricordare a se stessi e agli altri quanti mestieri sono
scomparsi o sono diventati una rarità; alcuni considerati oggi molto strani o
addirittura incredibili.
Il venditore di bastoni
Gh’era ona volta… ma l’è minga on’invenzion, anca
el vendidor ambulant de baston;
ne vendeva d’ogni tipo e misura: normaj, laccàa,
d’estrosa impugnadura.
Da la “gianetta”, bona per andà a spass,
al baston robust ch’el serviss per poggiass;
ghe n’eren de quej che scondeven denter
on stil longh tre spann… per fa boeucc nel
venter.
IL VENDITORE DI BASTONI. C’era una volta… ma non è un’invenzione, anche il
venditore ambulante di bastoni; ne vendeva d’ogni tipo e misura: normali, laccati,
d’estrosa impugnatura. Dalla “giannetta”, per andare a passeggio, al bastone
robusto che serve per reggersi; ce n’eran di quelli che nascondevano dentro uno
stile lungo tre spanne… per fare buchi nel ventre.
Figura caratteristica scomparsa dalle strade da oltre cinquant’anni. Vendeva in
maggioranza “giannette”, bastoncini in canna che si portavano andando a
passeggio, seguendo una moda del tempo, e che costituivano quasi una rifinitura
dell’abbigliamento!
I bastoni animati celavano a volte vere armi bianche e la stessa prerogativa
avevano certi ombrelli.
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Ul Murum
Inverno 2016
Il possessore della bicicletta era originario della Valsassina, il suo lavoro di
vendita era successivo alla sua ricerca nei boschi di rami adatti a diventare
bastoni per passeggio o pastorizia. La bicicletta infatti
era strutturata per i due momenti. Davanti c’era una portantina con la quale
caricava i rami adatti a diventare bastoni, diciamo che era il reparto produzione.
Nella parte posteriore invece, risiedeva il reparto commerciale con tanto di
esposizione, costruita con legno curvato, atta a far vedere tutti i modelli di
bastone con le varie impugnature. All’epoca usare il bastone non era sempre una
necessità, ma dava alla persona un certo portamento.
(da “MESTIERI MENEGHINI d’altri tempi”
Il Carrobbio)
Mi ricordo …
Elisa ricorda e recita questa filastrocca:
MA GUARDA UL ME GIUANIN
COME SI STIMA
EL PORTA LA MAGIUSTRINA
L’E’ MINGA SUA;
EL PORTA I SCARPET BIANC
SENZA LA SOLA;
EL PORTA I CALZUN DE VELUT
E LA GIACHETA CUL BAVER IN SU;
EL CERCA LA MURUSA
E MAI LA TROVA!!!
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Ul Murum
Inverno 2016
Un pensiero di vita
vissuta
I NONNI RACCONTANO: L’INVERNO
Quando eravamo piccoli, l’inverno ci sembrava lunghissimo: si
doveva rientrare presto in casa, perché diventava buio
presto e non c’erano né televisioni né computer…
Leggevamo e giocavamo. Oppure aiutavamo la mamma in
cucine e il papà col fuoco del camino! Spesso la sera riuniti al
calduccio nella stalla ascoltavamo i racconti dei grandi e
giocavamo a tombola.
Durante l’inverno c’erano due grandi falò: Sant’Antonio e la
Giubiana, era una meraviglia, ci si riuniva tutti insieme e si festeggiava in
allegria!
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Ul Murum
Inverno 2016
INVENTA LA TUA
POESIA…
La Redazione giornalino continua ad invitare ospiti,
familiari, operatori, volontari e chi legge questo
nostro elaborato a farci pervenire poesie e/o storie da voi
inventate, sicuramente saranno gradite e pubblicate!
Santo Natale
Natale 2016 come sempre si ripete la storia di Gesù Bambino…
Brillava nel cielo una vagante stella cometa,
la gente la rincorreva,
ad un punto si fermò,
la narrativa profetica si svelò,
era una piccola capanna con bue ed asinello,
annessa la loro mangiatoia,
ecco! proprio lì nacque il figlio divino Gesù Bambino,
per la gioia di Maria e Giuseppe.
Con angelica allegria aspettando i tre Re,
in arrivo dall’Oriente per portare in dono: oro, incenso e mirra;
per proclamare a tutto il mondo: ”E’ nato un altro Re, il Re del ciel, il Messia”.
…e che la storia continui
BUON NATALE
Antonia
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Siamo arrivati quasi alla fine dell’anno 2016
e anche il cielo si fa buio.
Al tramontare del sole il cielo cambia colore
E il chiaror lunare s’ammanta di gran splendore,
lucenti stelle fa brillare
e fiabeschi sogni fa sognare!
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I MEDEGOZ
Inverno 2016
Ovvero i rimedi della nonna!
RIMEDI CONTRO LA TOSSE
La tosse, grassa o secca che sia, comporta sia fastidi durante il
giorno, sia impossibilità di dormire la notte. Infatti, è
soprattutto la difficoltà a prender sonno ciò che debilita
maggiormente fisico e sistema nervoso. Con il risultato che al
mattino dopo ci si sente distrutti e privi di energia.
Per riconquistare un sonno ristoratore e un buon livello di
benessere quotidiano, è necessario intervenire sulla tosse.
Ovviamente, in caso di bronchiti o tosse recidiva, è opportuno
affidarsi sempre ai farmaci tradizionali. Ma se la tosse è
semplicemente conseguenza di un raffreddamento oppure sintomo influenzale, si
può coadiuvare l'azione della medicina con antichi rimedi: proprio quelli
tramandati dalle nonne di generazione in generazione.
 Un pizzico di bicarbonato e la tosse se ne va
Un asciugamano in testa e una bacinella di acqua bollente, oppure il viso
direttamente esposto al vapore della pentola. Quante volte abbiamo vissuto una
situazione analoga? Spesso: sia per pulire la pelle del viso, eliminando i punti
neri, sia per contrastare i sintomi di raffreddore e influenza. Il fumento,
efficace alleato di bellezza e benessere, funziona bene anche contro gli
attacchi di tosse. Il vapore, infatti, fluidifica il muco rendendone più agevole
l'eliminazione. Il primo risultato di un fumento è una tosse più produttiva,
ovvero più grassa. Ma, unitamente all'azione mucolitica, il vapore insieme al
bicarbonato agisce anche da blando sedativo. Lo stesso effetto si può ottenere
sciogliendo nella bacinella di acqua bollente, un pizzico di sale marino grosso.
L'asciugamano, a coprire la nuca e i lati del volto, è indispensabile per
indirizzare il vapore nel modo corretto. In caso di tosse, la respirazione va però
eseguita con la bocca aperta.
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Inverno 2016
 Efficacia dei cataplasmi con i semi di lino
Ormai sdoganato da antico rimedio e passato ad honorem a soluzione anti-tosse,
il cataplasma ai semi di lino è una panacea contro la tosse notturna. Come si fa?
Innanzitutto è opportuno ridurre i semi di lino in farina, passandoli con un
macinacaffè o sminuzzandoli con un robot da cucina a lame d'acciaio. La farina
deve essere perfettamente asciutta, dunque i semi prima non vanno messi in
ammollo. Se l'operazione di sminuzzamento vi appare troppo macchinosa, potete
acquistare la farina di semi di lino direttamente in erboristeria. Una volta
ottenuta la farina, è necessario emulsionarla ad acqua bollente: le dosi ideali per
un cataplasma sono 200 ml di acqua e 2 cucchiai di farina. Creato il composto, è
sufficiente avvolgerlo in un fazzoletto da tenere sul petto anche tutta la notte.
Ovviamente, il cataplasma va effettuato da caldo a tiepido, mai bollente. Questo
antico rimedio topico funziona anche sulla tosse stizzosa dei bambini, senza
presentare alcun effetto collaterale.
QUESTA ERA LA “POLENTINA” (farina di linosa che si comprava in drogheria)
 L'efficacia anti-tosse di miele e limone
Il miele ha notevoli proprietà espettoranti e
battericide, mentre il limone è un potente
antivirale oltre che uno scrigno colmo di
Vitamina C. Uniti, questi due ingredienti sono
estremamente efficaci sulla tosse. Per
sfruttarne al meglio le proprietà combinate, è
sufficiente prendere una piccola quantità di
miele con un cucchiaio ed emulsionare sullo stesso qualche goccia di limone. Non
vi sono limiti nel consumo di questa benefica preparazione, adatta anche ai
bambini. Si tratta, infatti, di un'emulsione contro la tosse da assumere al
bisogno, sia di giorno sia di notte. Vi sono ulteriori varianti di questo rimedio, in
grado di potenziarne l'azione antibatterica. Tra questi, ricordiamo il classico
spicchio d'aglio tritato, aggiunto proprio a miele e limone. Quest'ultimo intruglio
non è da tutti, ma l'effetto medicamentoso è davvero rilevante.
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Inverno 2016
 Cara, vecchia boule dell'acqua calda
Ebbene sì, la borsa dell'acqua calda non serve soltanto a
calmare i crampi allo stomaco e il mal di pancia. Sono
proprio le nonne, infatti, a tramandarne anche l'uso
contro la tosse notturna. Per utilizzare la bolle in caso
di tosse, è necessario avvolgerla in un panno o una
copertina di lana e posizionarla proprio tra le scapole. Il
calore aiuterà a fluidificare e a calmare il muco
stagnante, diminuendo così gli attacchi di tosse durante
la notte. Chiaramente si tratta di un rimedio da
adottare in posizione sdraiata e prona, in modo da mantenere la borsa dell'acqua
calda nella posizione corretta.
 Contro la tosse, un elisir arancione
Le carote conoscono la ribalta in estate, quando se ne fanno
scorpacciate per via dell'elevato contenuto di betacarotene
e dell'azione intensificatrice sull'abbronzatura. Inoltre, le
carote crude sono tra gli ortaggi preferiti dai piccoli di casa
e tra gli ingredienti onnipresenti degli snack dietetici.
Inaspettatamente, però, questi ortaggi economici sono un toccasana anche in
caso di tosse persistente. Le nonne, infatti, insegnano a prepararne uno speciale
sciroppo, 100% naturale. Come si fa? La prima cosa da fare è tagliare gli ortaggi
a rondelle ma senza togliere la buccia. Lo step successivo è riporre le carote
tagliate in una ciotola, ricoprendole di zucchero. La preparazione va lasciata
macerare tutta la notte e il succo ottenuto diventa così uno sciroppo speciale
contro gli attacchi di tosse, da sorseggiare durante la giornata.
 La cipolla tagliata per il sonno di grandi e piccini
Questo rimedio della nonna pare funzioni contro la tosse notturna dei bambini e
degli adulti. Protagonista, la cipolla: antibatterico e antivirale naturale che, in
questo caso, non va mangiata. Se di notte la tosse non dà tregua, prima di
coricarsi è sufficiente tagliare una cipolla a metà e riporla sul comodino, accanto
al letto. Gli effluvi della cipolla agiscono come un aerosol antinfiammatorio
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Inverno 2016
grazie alla presenza di sostanze benefiche. Se, invece, si sopporta bene l'aroma
pungente della cipolla e non si hanno esigenze di alito fresco e profumato, allora
con la cipolla si può preparare anche uno sciroppo portentoso contro influenza e
tosse: basta tagliarla e farla bollire insieme allo zucchero, fino alla formazione
di un liquido dorato.
 Il latte, nemico o amico della tosse?
Tra i rimedi della nonna più consigliati per la tosse, c'è il classico latte caldo con
il miele e, in alcuni casi, con un goccio di cognac. In realtà, il latte aumenta
notevolmente la quantità di muco e, soprattutto in caso di tosse produttiva,
andrebbe evitato. Diverso il discorso se la tosse è secca, stizzosa e
accompagnata da gola irritata. In quest'ultimo caso, una tazza di latte caldo con
miele può lenire il fastidio. Potendo però scegliere la bevanda ideale contro la
tosse notturna, da sorseggiare prima di coricarsi, è più indicata una tisana
dolcificata con miele. Il liquido caldo, arricchito dai principi attivi delle erbe
officinali, funziona da sedativo sullo spasmo che porta a tossire. Il miele, invece,
lenisce la gola e ne diminuisce l'irritazione.
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Inverno 2016
Perché si dice?
Accettare una cosa con beneficio
d’inventario
Accettare qualcosa (una notizia, un’informazione, una proposta), riservandosi di
controllare la fondatezza o la validità.
L’espressione deriva dal linguaggio giuridico, e riguarda l’accettazione dei beni
ereditati, da parte dell’erede, con riserva di decidere se tenerli o meno, dopo
aver fatto l’inventario del patrimonio, in modo da evitare brutte sorprese, quali
potrebbero essere tasse di successione troppo onerose oppure debiti che il caro
estinto ha contratto gravando di ipoteche i propri beni, eccetera, per cui chi
eredita potrebbe trovarsi nella situazione di dover spendere cifre superiori
all’importo dei beni ereditati.
AVERE il bernoccolo di qualcosa
Essere naturalmente predisposti per una determinata materia, arte, scienza,
eccetera..
La locuzione deriva da una teoria avanzata da F. J. Gall, nel Settecento, secondo
cui ogni zona del cervello sarebbe sede di una funzione psichica diversa. Ora,
dalla conformazione del cranio, in base allo sviluppo più o meno accentuato di una
determinata zona, si dovrebbe poter determinare la predisposizione della
persona verso la disciplina che è regolata dalla funzione psichica che ha sede
nella zona in questione.
La fantasia popolare, sempre pronta a dare forme e contorni ben precisi ad ogni
cosa, ha “visualizzato” queste zone, pretendendo che fossero evidenti come
bernoccoli. Da qui il nostro modo di dire, che è anche l’equivalente di:
Essere tagliato per qualcosa.
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Inverno 2016
La poesia
PRESEPI
L’è sòtt a ‘na gabana, poer ninìn,
che a malapena ‘la prutegg del frècc,
el scalden cun el fiàa un boeu e n’asnin
e cun la paia gh’hann tra insèmm un lècc.
Oh santa nòcc, l’è vegnuu tra num l’Amur,
l’è rivàa su sta tèra ‘l so Creatur.
Canten a gloria Troni e Cherubitt,
Angel, Arcangel, Putestà, Duminaziun,
Principàa e Virtù cui Serafitt
Giughen in mèzz di stèll in prucessiun.
Da millant’ann specciavum tucc sto event,
incoeu ‘l se avvera, alleluia, finalment!
Tas lì de gioia istupidì ‘l creàa
El stenta fin capì quèll che succed,
tutt l’univers al resta senza fiàa,
stenta anca i oeucc a cred quèll che se ved.
L’è l’attim pussèe grand de tutt la storia,
giuìss ogni cantun, sia lod e gloria!
In mèzz a sto cuncèrt inscì armunius,
in mèzz a ‘n atmusfera tutta amur,
campa in ciel l’umbrìa d’una gran crus.
Perché sto sègn, perché, perché Signur,
perché in la nòcc che Te fa manifèst
tutt ad un tratt sto sègn inscì mulèst?
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Ul Murum
Inverno 2016
El Bambinèll me guarda, ‘l se fa seri,
in di so oeucc traspar malinconia,
ghe se lègg sul faccin el desideri
de purtà a salvament l’anima mia.
Infin ‘l me diss: “Sta scrìtt ch’ho de patì,
per fa risurg el mund insèmm de Mi!”.
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Inverno 2016
Proverbi e
filastrocche
VIRUM VIRUM CAPPELE’
TUTT I DONN IN UN SACCHETT,
UL SACCHETT EL S’E’ DESCUSI’
TUTT I DONN IN UN BARIL,
UL BARIL GH’A VIA L’UREGIA
TUTT I DONN IN UNA SEGIA,
LA SEGIA LA GH’A GIU’ IL FUND
TUTT I DONN IN GIR PER UL MUND,
UL MUND L’E’ STRAVACA’
TUTT I DONN IN UN FUSA’,
UL FUSA’ L’E’ PIEN DE SPIN
TUTT I DONN A CAVAL A L’ASNIN,
L’ASNIN EL PETEGIAVA
TUTT I DONN E CAREGNAVEN,
CAREGNAVEN PER UN QUAICOS
GH’E’ SCIUPA’ LA PEL DEL GOS!!!
Da un ricordo della nostra cara Irma
Ci scusiamo tanto con chi il dialetto lo sa leggere e scrivere, ma la nostra cara
nonna ci ha lasciati prima di aiutarci a scriverlo in modo corretto… Le chiediamo
scusa RICORDANDOLA AFFETTUOSAMENTE ed inviandole un grosso bacio ed
un caldo abbraccio!
CIAO IRMA
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Inverno 2016
Il nostro dialetto
“Fam, fum e frècc”
: fame, fumo e freddo
Questo detto milanese era recitato dalla povera gente, che durante i
mesi autunnali ed invernali veniva sfamata dalle poche provviste
accantonate nel periodo caldo. Si riteneva fortunato chi possedeva un
maiale o altri animali da cortile.
Fumo e freddo perché ovviamente ci si riscaldava col fuoco del camino
e spesso la legna ancora verde produceva molto fumo, questo veniva
usato per affumicare i salami e stuzzicare l’appetito dei poveri
contadini!
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Inverno 2016
Sant’Apollonia
Sant’Apollonia
Vergine e martire – 9 febbraio
Alessandria d’Egitto, † 249 ca.
Visse nel III secolo dedicandosi completamente all’apostolato. Durante un
massacro di cristiani fu catturata: per la sua determinazione e il coraggio
dimostrato la minacciarono di bruciarla viva. San Dionigi narra che la vergine
Apollonia temendo di non avere le forze per sopportare una
simile tortura si gettò nel fuoco di sua spontanea volontà.
Patronato: Dentisti, Malattie dei denti
Etimologia: Apollonia = sacra ad Apollo, dal latino
Emblema: Giglio, Palma, Pinze
Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto,
commemorazione di sant’Apollonia, vergine e martire, che
dopo molte e crudeli torture ad opera dei suoi persecutori,
rifiutandosi di proferire parole sacrileghe, preferì essere
mandata al rogo piuttosto che rinnegare la fede.
È stata tale la devozione per la santa martire Apollonia, protettrice dei denti e
delle relative malattie, che dal Medioevo in poi si moltiplicarono i suoi dentireliquie miracolosi, venerati dai fedeli e custoditi nelle chiese e oratori sacri
dell’Occidente; al punto che papa Pio VI (1775-1799), che era molto rigido su
queste forme di culto, fece raccogliere tutti quei denti che si veneravano in
Italia, raccolti in un bauletto e pesanti circa tre kg e li fece buttare nel Tevere.
Questo episodio ci aiuta a capire quanta impressione, meraviglia e ammirazione,
suscitò il martirio della santa nel mondo cristiano, per i suoi aspetti singolari.
Il suo martirio è riportato dallo storico Eusebio di Cesarea (265-340), che nella
sua “Historia Ecclesiastica” scritta nel terzo secolo, trascrive un brano della
lettera del vescovo s. Dionigi di Alessandria († 264), indirizzata a Fabio di
Antiochia, in cui si narrano alcuni episodi dei quali era stato testimone.
Nell’ultimo anno dell’impero di Filippo l’Arabo (243-249), nonostante che in quel
periodo di sei anni, ci fu praticamente una tregua nelle persecuzioni
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anticristiane, scoppiò nel 248 ad Alessandria d’Egitto una sommossa popolare
contro i cristiani, aizzata da un indovino alessandrino.
Molti seguaci di Cristo furono flagellati e lapidati, al massacro non sfuggirono
nemmeno i più deboli; i pagani entrarono nelle loro case saccheggiando tutto il
trasportabile e devastando le abitazioni.
Durante questo furore sanguinario dei pagani, fu presa anche la vergine anziana
Apollonia, definita da Eusebio “parthenos presbytès”, che però nell’iconografia
sacra, come tutte le sante vergini, è raffigurata in giovane età e le colpirono le
mascelle facendole uscire i denti, oppure come la tradizione ha riportato, le
furono strappati i denti con una tenaglia.
Poi acceso un rogo fuori la città, la minacciarono di gettarcela viva, se non
avesse pronunziato insieme a loro parole di empietà contro Dio.
Apollonia chiese di essere lasciata libera un momento e una volta ottenuto ciò, si
lanciò rapidamente nel fuoco venendo incenerita.
L’episodio sarebbe avvenuto alla fine del 248 o inizio 249, quindi Apollonia che
era in età avanzata, doveva essere nata negli ultimi anni del II secolo o al
principio del III secolo; nella sua lettera il vescovo s. Dionigi afferma, che la
sua era stata una vita degna di ogni ammirazione e forse per questa condotta
esemplare e per l’apostolato che doveva svolgere, si scatenò la furia dei pagani,
che infierirono su di lei con particolare crudeltà.
Il gesto di Apollonia di gettarsi nel fuoco, pur di non commettere un peccato
grave, suscitò fra i cristiani ed i pagani di allora, una grande ammirazione e nei
secoli successivi fu oggetto di considerazione dottrinale.
Eusebio e Dionigi non accennano a nessun rimprovero per il suo gesto
considerato un suicidio, peraltro inspiegabile in quanto la vergine sarebbe stata
condannata comunque al rogo, se non avesse abiurato la fede.
Forse volle sottrarsi ad ulteriori dolorosissime torture, che avrebbero potuto
indebolire la sua volontà, preferendo gettarsi fra le fiamme.
Anche s. Agostino nella sua “De civitate Dei”, si pone delle domande sul
problema se è lecito darsi volontariamente la morte per non rinnegare la fede;
egli dice: “Non è meglio compiere un’azione vergognosa, da cui è possibile
liberarci col pentimento, più che un misfatto che non lascia spazio ad un
pentimento che salvi?”.
Ma il suicidio volontario di alcune sante donne, che in “tempo di persecuzione si
gettarono in un fiume per sfuggire chi insidiava la loro castità”, lo lasciava
perplesso e se non fosse stato Dio stesso ad ispirare il gesto? Quindi non
sarebbe stato un errore ma un’obbedienza. In definitiva s. Agostino non prende
una decisa posizione sull’argomento.
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Comunque sin dal primo Medioevo il culto per la martire di Alessandria, si
diffuse prima in Oriente e poi in Occidente; in varie città europee sorsero
chiese a lei dedicate, a Roma ne fu edificata una, oggi scomparsa, presso S.
Maria in Trastevere; la diffusione del culto fu dovuta anche alla leggenda, simile
ad altre sante giovani martiri, di essere figlia di un re che la fece uccidere
perché non abiurava la fede cristiana.
La sua festa sin dall’antichità si celebra il 9 febbraio; santa Apollonia, vergine e
martire di Alessandria d’Egitto è invocata in tutti i malanni e dolori dei denti; il
suo attributo nell’iconografia è una tenaglia che tiene stretto un dente.
Autore: Antonio Borrelli
(Cenacolo di Sant'Apollonia a Firenze)
CURIOSITA’
A Cantù il 9 febbraio c'è la Fiera per le vie del centro con quasi duecento bancarelle e
anche, nella chiesa di San Paolo, il tradizionale bacio della reliquia, un dente della
Santa.
Anche ad Asso si celebra la tradizionale festa in onore di Santa Apollonia; e a Viganò
si prepara per giorni e giorni, con una ricetta antica e segretissima, il tipico raviolo
dolce, della Santa. In alcune località della Lombardia ma anche del Veneto, a ritirare i
dentini che perdono i bambini, lasciando soldi e regalini, non è un topo bensì
Sant'Apollonia in persona!!!
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Ul cugiaa de
legn
POLPETTE (bassa brianza)
Ingredienti:
gr. 500 di fettine di maiale ben battute
gr. 200 di luganega cruda o cotechino
gr. 50 di mortadella tritata
2 fette di prosciutto crudo tritato
1 uovo intero
2 cucchiai di formaggio grattugiato
prezzemolo tritato e mezzo spicchio d’aglio
schiacciato e tritato
sale e pepe
Preparazione:
Impastare il tutto e stenderlo sulle fettine allargate sul tavolo da cucina,
arrotolarle e metterle in padella l’una appoggiata all’altra in modo che non si
aprano. Se no, disporle in modo che l’apertura del rotolino ottenuto appoggi sul
fondo della teglia. Far cuocere a fuoco forte per dieci minuti e poi salare,
coprire e lasciar cuocere a foco basso per circa un’ora.
CommentO
BUON APPETITO
A TUTTI !!!
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BUON
NATALE
E
UN SERENO
E
FELICE 2017
La redazione del giornalino
(Adriana, Angelo, Antonia, Bianca, Edoardo,
Elisa, Francesca, Ivo, Luigi M., Maria Z.,
Nazareno, Ornella, Renzo, Rina, Silvia e
consulenti)
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