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 C ONSIGLIO DELLA P ROVINCIA A UTONOMA DI T RENTO
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Gruppo Consiliare CIVICA TRENTINA
Trento, 12 gennaio 2017
ILL. MO
BRUNO DORIGATTI
PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO PROVINCIALE
INTERROGAZIONE
AZIENDA SANITARIA E CONTRACCEZIONE
DISINFORMAZIONE PIANIFICATA IN MALAFEDE E IDEOLOGICAMENTE?
QUALI LE VERITA’ SULLA CONTRACCEZIONE AI GIOVANI TRENTINI?
LA PROVINCIA STRUMENTO IDEOLOGICO DELLA DISINFORMAZIONE E SCUOLA
OSTAGGIO DEI DETTATI POLITICI?
Allorquando ci si imbatte in pubblicazioni a cura di medici e professionisti con una
formazione scientifica, sarebbe anzi è lecito aspettarsi un fondamento razionale e scientifico per
ogni affermazione. Se poi si tratta pure di pubblicazioni diffuse dall’Ente pubblico, tale fondamento
razionale e scientifico diventa semplicemente doveroso. Peccato però che siffatta deontologia non
sempre venga rispettata, anzi vi sono casi anche in Trentino in questa non solo non viene tenuta in
considerazione ma arriva ad essere clamorosamente calpestata.
Un esempio sembra essere la diffusione di Progetto di Educazione Socio-Affettiva e
Sessuale per le scuole medie inferiori e superiori, pubblicazione dell’Azienda Provinciale per i
Servizi Sanitari (d’ora in poi APSS) di una settantina pagine a cura di A. M. M. e L. D. P.
contenente – come recita già il titolo – l’illustrazione di una serie di iniziative da proporre ed
introdurre nel circuito didattico trentino. Ebbene, in questo testo dalla parvenza autorevole, figurano
affermazioni non solo eticamente discutibili ma anche scientificamente indimostrate.
Una, in particolare, è quella secondo cui – si cita testualmente – l’«esposizione dei metodi
contraccettivi» sarebbe fondamentale per propiziare «comportamenti preventivi consapevoli, in
particolare per evitare gravidanze indesiderate» (p.16). Più conoscenza e diffusione della
contraccezione, afferma in sostanza l’APSS, producono meno gravidanze indesiderate e pertanto
meno aborti. D’accordo, ma su quale fondamento scientifico poggia tale tesi? Il volume Progetto di
Educazione Socio-Affettiva e Sessuale per le scuole medie inferiori e superiori non lo chiarisce.
Ed è un vero peccato. Già, perché sarebbe molto interessante sapere che fondamento abbia
la poc’anzi citata affermazione. Soprattutto alla luce di esperienze e risultanze scientifiche che
sembrano indicare altro rispetto al supposto legame tra diffusione della contraccezione e riduzione
delle gravidanze indesiderate e quindi degli aborti. Un caso molto emblematico, al riguardo, è
quello della Gran Bretagna, Paese dove da alcuni anni si è deciso di investire massicciamente nella
diffusione di contraccettivi «in particolare per evitare gravidanze indesiderate».
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Gruppo Consiliare CIVICA TRENTINA
D’accordo, ma con quali risultati? Molto deludenti; non solo, infatti, il numero degli aborti è
diminuito come ci si aspettava, ma tra le giovanissime pare siano aumentati drammaticamente gli
aborti multipli. Il punto è che quanto accaduto in Gran Bretagna si è verificato anche altrove.
Pensiamo alla Spagna dove, secondo quanto riferisce uno studio pubblicato un paio di anni
fa, nell’arco di una decade all’aumento del 63% dell’uso dei contraccettivi è corrisposto una
crescita ancora maggiore, pari addirittura al 108%, del tasso di aborto (Cfr. «Contraception» 2011; 83(1):827).
Oppure pensiamo al caso della Svezia dove, tra il 1995 ed il 2001, durante un periodo di
facilitazione della diffusione dei contraccettivi, il tasso di aborto delle adolescenti è lievitato del
32% (Cfr. «Sexually Transmitted Infections» 2002; 78 (5):352-356). Impressiona anche il caso di Cuba, dove si
registrano qualcosa come 41,9 aborti ogni 100 gravidanze e 72,8 aborti ogni 100 parti nonostante la
copertura contraccettiva sia molto elevata (77,1%), tre quarti della quale mediante spirale e
sterilizzazione. (Cfr. «Anuario Estadístico de Salud» 2015 pp. 166-167).
Con gli esempi si potrebbe dunque continuare a lungo, se non fosse già chiaro non c’è
correlazione tra contraccezione e riduzione delle gravidanza indesiderate (Cfr. «Journal of Health
Economics» 2002; 21(2):207-25). Non solo: i dati che abbiamo ricordato, unitamente ad altre risultanze,
rafforzano l’ipotesi opposta, e cioè che la contraccezione sia causa o almeno concausa dell’aumento
degli aborti (Cfr. «Working Paper, Duke University Department of Economics» 2008: 1-38 at 31). D’accordo, ma allora
come mai l’APSS associa la conoscenza e diffusione alla funzione sociale della prevenzione delle
«gravidanze indesiderate»?
Ha senso chiederselo dal momento che non solo Progetto di Educazione Socio-Affettiva e
Sessuale per le scuole medie inferiori e superiore – avendo l’approvazione dell’APSS – dovrebbe
non contenere affermazioni irrazionali e contrarie all’evidenza scientifica, ma questo volume
predispone programmi i cui primi destinatari sono gli alunni e studenti trentini. E sarebbe
inaccettabile che a loro – per di più su una sfera delicata qual è quella sessuale – venissero rifilate
clamorose bugie.
Tutto ciò premesso,
Il sottoscritto Consigliere
interroga
Il Presidente della Giunta provinciale e l'Assessore provinciale competente per sapere:
• Se corrisponda al vero quanto riferito in premessa circa il fatto che Progetto di Educazione
Socio-Affettiva e Sessuale per le scuole medie inferiori e superiore, volume avente
l’approvazione dell’APSS contiene l’affermazione secondo cui l’«esposizione dei metodi
contraccettivi» sarebbe fondamentale per propiziare «comportamenti preventivi consapevoli,
in particolare per evitare gravidanze indesiderate»;
• Se l’Amministrazione provinciale, sulla base di quanto sostiene l’APSS nel predetto volume,
condivida allora la tesi secondo cui ad una maggiore diffusione sociale della contraccezione
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e della conoscenza dei suoi metodi corrisponda un più efficace contrasto delle gravidanze
indesiderate;
Sulla base di quali sperimentazioni, pubblicazioni scientifiche ed esperienze di Paesi l’APSS
può affermare che l’affermazione secondo cui l’«esposizione dei metodi contraccettivi»
sarebbe fondamentale per propiziare «comportamenti preventivi consapevoli, in particolare
per evitare gravidanze indesiderate»;
Se corrisponda al vero quanto riferito in premessa circa casi di Paesi con copertura e
diffusione contraccettiva più elevate di quelle italiane (Cuba, Gran Bretagna, Svezia,
Spagna) che però scontano come e più dell’Italia il problema sociale delle gravidanze
indesiderate;
Se corrisponda al vero che, alla luce della letteratura scientifica al riguardo, non risulti chiara
né condivisa la correlazione tra diffusione delle contraccezione e riduzione delle gravidanza
indesiderate (Cfr. «Journal of Health Economics» 2002; 21(2):207-25), a causa dell’esistenza di dati che
l’ipotesi opposta, e cioè che la contraccezione sia causa o almeno concausa dell’aumento
degli aborti (Cfr. «Working Paper, Duke University Department of Economics» 2008: 1-38 at 31);
Per quale ragione, in caso affermativo rispetto ai quesiti precedenti a questo, l’APSS cura
allora la diffusione di un volume contenente una tesi – quella della correlazione tra
diffusione della contraccezione e contrasto delle gravidanze indesiderate – del tutto priva di
fondamento se non addirittura contraddetta dai dati;
Entro quali termini e secondo quali modalità intende interfacciarsi con l’APSS per chiedere
il ritiro o quanto meno l’aggiornamento – in caso venissero confermate le perplessità qui
contenute ed esposte circa la presenza di affermazioni e tesi prive di fondamento scientifico
e contraddette dai riscontri sociologici esposti in premessa – del volume Progetto di
Educazione Socio-Affettiva e Sessuale per le scuole medie inferiori e superiore.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
Cons. Claudio Civettini
LISTA CIVICA TRENTINA