14 gennaio 2017

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Transcript 14 gennaio 2017

Primo piano
FINO AL 29 GENNAIO
LA FÒCARA DI NOVOLI SCALDA
L’INVERNO SALENTINO
Chiara Scarciglia
pag. 9
Lecce
AMMINISTRATIVE 2017,
GILIBERTI È L’INVIATO SPECIALE
DEL CENTRODESTRA
Gian Piero Personè
pag. 12
Periodico
d’informazione del Salento
Anno XVI n. 608
14.01.2017
PRIMO PIANO
Alessandro Chizzini
TRICASE
M. Maddalena Bitonti
Calamità naturale
Sono incalcolabili i danni causati nel Salento dalle nevicate abbondanti e dal gelo dei giorni scorsi: intere
coltivazioni di ortaggi e fiori sono andate perse, molte serre distrutte e tanti allevamenti zootecnici sono in
difficoltà, con un rincaro fino al 300% dei prezzi al consumo per i prodotti agricoli. L’unica consolazione è che le
basse temperature hanno inibito la diffusione della péìí~ÅÅÜáå~, insetto vettore della uóäÉää~=Ñ~ëíáÇáçë~ tra gli ulivi
Frecciarossa
nel Salento,
dal 15
gennaio
Trenitalia
dice stop
pag. 10
Botta
e risposta
tra Antonio
Coppola e il
Comitato Pro
Palazzo Comi
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Editoriale
Allo scioglier della neve…
OPINIONI
Un pupazzo di neve “pizzicato”
Nonostante i disagi registrati
in questi giorni, in ogni comune del Salento la neve è
stata accolta con grande festa
da grandi e piccini, che si
sono dilettati a realizzare
pupazzi di neve di ogni forma
e dimensione, per poi fotografarli e diffonderli attraverso Facebook e Instagram.
E tra i più originali sicuramente ci sono questi due
realizzati a Castrignano de’
Greci, di fatto un vero e proprio omaggio al celebre cantante e tamburellista Antonio
Castrignanò.
di Andrea Colella
La morsa del gelo che ha attanagliato il Salento
per oltre una settimana si sta lentamente allentando,
fortunatamente. Così, mentre gli studenti sono
rientrati a scuola, è tempo di fare la conta dei
danni per l’economia del nostro territorio (si veda
a riguardo la nostra copertina) e, contemporaneamente, di tracciare un bilancio degli interventi
messi in atto dalle istituzioni a beneficio di una comunità colta di sorpresa da una nevicata senza
precedenti.
E il bilancio non può essere che negativo, perché
se non fosse stato per la professionalità e lo spirito
di sacrificio dei volontari scesi in campo all’unisono
accanto ai Militari dell’Esercito, ai Vigili del fuoco e
alle Forze dell’ordine, la situazione si sarebbe
rivelata ben più drammatica. In ogni comune del
Salento i vari gruppi di Protezione Civile hanno
fatto la differenza, mentre nel capoluogo la Caritas,
le parrocchie, la Croce Rossa, le associazioni di volontariato e finanche i privati cittadini hanno garantito
il benessere dei tanti senza tetto italiani e stranieri.
Le istituzioni, invece, si sono fatte trovare impreparate
rispetto ad un’emergenza che comunque era stata
preannunciata almeno 10 giorni prima (è indicativo
il caso delle insufficienti scorte di sale per rendere
percorribili le strade), a testimonianza del fatto
che il nostro territorio ed i suoi amministratori non
sono culturalmente e strutturalmente preparati ad
affrontare simili eventi naturali. Bisogna ricordare
sempre che il volontariato, per quanto specializzato,
non può sostituirsi al pubblico.
Belpaese
tornerà in distribuzione
il 28 gennaio 2017
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Voucher lavorativi. Conviene abolirli?
L'impennata del numero di
voucher ha allarmato la Cgil,
che li considera equivalenti ai
"pizzini", e il Movimento 5
Stelle, che ha dichiarato: "I
voucher hanno fatto sprofondare verso il basso il lavoro
che una volta era tutelato dai
contratti".
Da uno studio dell'Inps risulta,
però, che i percettori di voucher sono per il 10% pensionati e per il 55% di chi ha già
un lavoro, un sussidio di disoccupazione o un reddito minimo. Insomma, il 65% dei
percettori rientra nelle finalità
previste, mentre il 35% è in
un cono d'ombra che bisogna
illuminare. Abolire i voucher
significa far tornare nel lavoro
nero quel 65%, o più, di lavoratori i cui datori di lavoro
lo utilizzano correttamente.
Un'ultima annotazione: la Cgil
vuole abolire i voucher che
proprio il sindacato pensionati
Cgil utilizza; tal quale il Movimento 5 Stelle che li vuole
cancellare, ma che li adopera
nel Comune di Torino, il cui
capo è la sindaca penta stellata
Chiara Appendino e altrettanto li usa il Comune di Napoli.
Primo Mastrantoni
Segretario dell’Associazione
per i Diritti degli Utenti e
Consumatori
La lucerna
a cura di
fra Roberto Francavilla
Appena battezzato, Gesù
uscì dall’acqua e vide lo
Spirito Santo come una colomba venire sopra di lui.
Ed ecco una voce dal cielo:
“Questi è il Figlio mio, l’amato. In lui mi sono compiaciuto”.
Amici di Belpaese, con la Festa del Battesimo di
Gesù si è chiuso il Tempo di Natale e siamo entrati
nel Tempo Ordinario, sino al 1° marzo (mercoledì
delle Ceneri), inizio della grande Quaresima. Ci tengo
a presentarvi, quasi come augurio per il nuovo anno,
la scena del Battesimo di Gesù, in cui è presente la
Santissima Trinità, nella voce del Padre, nella colomba
dello Spirito e nel Figlio amato appena uscito dall’acqua del fiume Giordano. Questo è l’inizio della
vita pubblica di Gesù e la stessa scena si ripeterà
prima della Passione. Infatti, sul monte Tabor, Gesù
si trasfigurò davanti a tre suoi discepoli, testimoni
privilegiati dell’evento.
Anche nel nostro Battesimo si rinnova lo straordinario
evento, perché siamo stati segnati con il sigillo della
Trinità (“Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo!”). Inoltre, c’è da sottolineare
che Gesù è venuto al mondo senza intervento umano
(“Fu concepito per opera dello Spirito Santo nel
grembo della Vergine Maria”). Invece tutti noi siamo
stati generati con l’intervento umano dei nostri
genitori, ma è ugualmente presente lo Spirito Santo
che “è Signore e dà la vita”. Di qui il principio
creatore della vita sacra sin dal suo concepimento,
nonostante una legge umana di aborto che ostacola
e sopprime la vita sin dal suo nascere!
Ringraziamo i nostri genitori di averci fatto nascere
e di aver chiesto per noi la grazia del Battesimo, con
la quale siamo diventati figli di Dio. E lo siamo realmente, perché né il peccato né la morte può
cancellare questa verità, consolante per tutti i nostri
cari che ci hanno preceduto nel Regno dei cieli.
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A cura di Diletta Pascali
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Sculture di neve
SUCCEDEVA
IL 14 GENNAIO
Nel 1966 viene pubblicato
il primo disco di David Bowie.
Il singolo si intitola "Can't
help thinking about me".
Nel 1976, nell'Italia degli
Anni di piombo debutta in
edicola il quotidiano La Repubblica, che fin dal primo
numero si propone di far riflettere sui fatti, più che raccontarli.
Nel 2015 Il Presidente della
Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano si dimette.
È divertente e rilassante impilare una sull’altra le palle
di neve dando forma alla
propria creazione con un
naso di carota, braccia fatte
di bastoncini e occhi fatti
con carboni, pietre oppure
bottoni.
Ma c’è chi non si ferma al
semplice pupazzo, sfruttando
la neve per sculture artistiche più estrose.
Il riccio
Questo animale europeo, si
procura il cibo di notte e durante il giorno riposa in una
cavità riparata fra le pietre
o le radici degli alberi. Si ricopre di ramoscelli, foglie,
erba e aghi di pino per nascondersi e sfuggire alla
vista dei predatori.
Rum per pagare i debiti Scalata in
Il ministero delle Finanze della
Repubblica Ceca ha fatto sapere
che Cuba ha proposto un metodo
piuttosto insolito per ripagare i
debiti risalenti ai tempi
della guerra fredda: il suo
famoso rum.
Se la proposta andasse in
porto, la Repubblica
Ceca potrebbe avere
scorte per oltre un secolo.
Il governo ceco spera
però di convincere le
autorità cubane a pagare almeno parte del
debito in contanti.
sedia a rotelle
Lai Chi-wan ha iniziato ad allenarsi per scalare i 500 metri
della montagna Lion Rock di
Hong Kong. Ha poi scelto una
data, simbolica, per il suo tentativo: il 9 dicembre 2016,
anniversario del terribile incidente che lo ha lasciato paralizzato. La scalata ha avuto
successo: molto probabilmente è stato uno sforzo immane, ma la gioia una volta
arrivato in cima gli ha fatto
dimenticare tutta la fatica.
Post-it
curiosità dal mondo
Dipinti
fioriti
Bridget Collins, artista di Seattle, disponendo insieme fiori, petali,
foglie e simili, è
in grado di creare immagini ricche di fantasia e
piacevolissima inventiva.
Giocando in maniera armoniosa con la natura,
riesce a realizzare leggiadre e delicatissime opere
artistiche.
Pettinein oro
massiccio
Un’azienda slovacca specializzata in prodotti di lusso ha lanciato sul mercato
dei pettini in oro massiccio,
al costo di 9mila euro
l’uno.
Realizzato in Italia da maestri orafi, è accompagnato
da custodie in pelle, anch’esse made in Italy.
Oltre al pettine in oro, la
linea comprende più economici pettini in argento,
che costano “solo” 1.100
euro.
Il faro ghiacciato
Un’ondata di gelo si è abbattuta sul lago Michigan (Stati Uniti) ed
ha letteralmente congelato il faro di St. Joseph. Costruito nel 1859
e da poco ristrutturato, si è trasformato in una sorta di castello di
ghiaccio, offrendo un’atmosfera surreale, degna di uno dei più suggestivi racconti fantastici.
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in copertina
Calamità naturale
Sono incalcolabili i danni causati nel Salento dalle
nevicate abbondanti e dal gelo dei giorni scorsi: intere
coltivazioni di ortaggi e fiori sono andate perse, molte
serre distrutte e tanti allevamenti zootecnici sono in
difficoltà, con un rincaro fino al 300% dei prezzi al consumo
per i prodotti agricoli. L’unica consolazione è che le basse
temperature hanno inibito la diffusione della Sputacchina,
insetto vettore della uóäÉää~=Ñ~ëíáÇáçë~ tra gli ulivi
La Befana del 2017 ha portato in
dono all’intero Salento una nevicata
storica, senza precedenti. Fiocchi
di neve sono caduti copiosi sin
dalle prime luci del 6 gennaio e
hanno continuato a scendere giù
fino a pochi giorni fa. Un po’ da
ogni zona sono arrivate foto a immortalare il momento, un ricordo
dal mare innevato, una simpatica
e improvvisata gara di sci per le
vie del paese, monumenti imbiancati da una patina nevosa. Ma la
neve ha portato con sé anche tanti
disagi: strade ghiacciate, case senza
corrente o senza acqua, paesi isolati.
E a pagare il conto più salato è
stata l’agricoltura salentina, vero
motore trainante dell’economia di
un’intera terra che si è trovata a
fronteggiare una calamità naturale
che non si aspettava di simili proporzioni. Leverano, Copertino,
Ugento, Nardò, Galatina, Racale
sono tra i comuni più colpiti. Serre
buttate giù perché non hanno retto
il peso della neve accumulatasi in
questi giorni, bestiame degli allevamenti morto oppure disperso.
E i danni potrebbero essere ancora
più ingenti, tutti da calcolare, non
appena la neve finirà di sciogliersi.
Ortaggi, fiori, agrumi, verdure
completamente bruciati dal gelo.
Da più parti le istituzioni si sono
attivate per richiedere lo stato di
calamità. Comuni come quello di
Leverano hanno già predisposto i
moduli per avanzare la richiesta e
segnalare i danni, la Regione Puglia
si è mobilitata e lo stesso Ministro
dell’Agricoltura, Martina, ha dichiarato che metterà in campo
tutti gli strumenti necessari per
sostenere le aziende.
Critica la posizione del consigliere
regionale dei 5 Stelle, Cristian Casili: “I costi per i vivaisti salentini,
già fortemente colpiti dal blocco
delle piante a causa di ingiuste
misure europee anti-Xylella lieviteranno ancor di più, oltre al danno
di migliaia di euro che subiranno
per i danni da gelo sulle colture
ornamentali. Passati questi giorni
di emergenza, occorrerà fare una
ricognizione puntuale per valutare
i danni e risarcire le aziende agricole
colpite e vorrei ricordare che per
le colture il ritorno repentino a
temperature più alte può causare
più danni del congelamento stesso”.
Intanto mercoledì 11 gennaio è
stato firmato dal presidente della
Regione Puglia Michele Emiliano
il decreto sullo stato di emergenza
su tutto il territorio regionale per
il maltempo che ha colpito la Puglia, con un primo stanziamento
di 1,5 milioni di euro. Ed è stato
lo stesso Emiliano ad assumere il
coordinamento istituzionale delle
attività finalizzate a superare l’emergenza, “con l’obiettivo di favorire
l’esecuzione degli interventi necessari e predisporre la ricognizione
del fabbisogno delle risorse finanziarie”.
La gioia per i fiocchi di neve caduti
sul Salento è durata molto poco e
il calcolo è ancora approssimativo
perché non appena si scioglierà
tutta la neve caduta sui campi si
toccherà con mano il dramma
profondo di un settore che, ancora
una volta, è costretto a ripartire
da zero. A Leverano, ad esempio,
molte serre sono crollate perché
non sono state in grado di reggere
l’eccessivo peso della neve accumulatasi sui teli di plastica. E così,
oltre a perdere le colture che già
le continue temperature siberiane
avevano messo a rischio, sono andate perse le strutture che dovranno
essere reimpiantate da zero prima
di poter ricominciare un nuovo
ciclo produttivo. Tonnellate di
broccoli, cavolfiori, bietole, finocchi, zucchine, pomodori e fiori di
ogni genere e colore sono andate
al macero.
Ma molti danni li hanno subiti
anche le coltivazioni di patate novelle nelle zone di Ugento e Racale.
Gli impianti speciali per l’irrigazione che vengono utilizzati quando
si abbassano le temperature sono
saltati per il gelo, compromettendo
irrimediabilmente i processi di crescita delle piante. “Faremo subito
una stima capillare dei danni su
tutto il territorio -dice il direttore
di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante- e chiederemo alla Regione
di aiutare i coltivatori a fronteggiare
le perdite subite a causa di questa
anomala ondata di gelo”. Ma è
tutta la Puglia ad aver sofferto:
dalla Capitanata fino al basso Salento. A Castellaneta, Laterza, Gi-
nosa e in diversi altri punti del tarantino il peso della neve ha distrutto alcuni vigneti a tendone,
così come il gelo ha compromesso
gli alberi di agrumi.
Delicata la situazione anche per il
comparto zootecnico, dove molte
imprese sono rimaste senza acqua
e prive di energia elettrica, con
difficoltà a raggiungere le proprie
aziende per dar da mangiare agli
animali che, in talune circostanze,
non hanno resistito all’eccessivo
freddo o alla scarsa alimentazione.
“Chiediamo lo stato di calamità annuncia il presidente CIA Puglia
Raffaele Carrabba-. Questa eccezionale ondata di maltempo ha
colpito l’intera regione, mettendo
in ginocchio tutto il mondo agricolo. Ci sono agricoltori e allevatori
stremati, in un momento già difficile per il settore”.
Coldiretti: “Subito la conta dei danni”
Le aree più colpite sono state Leverano, Copertino,
Racale, Ugento, Galatina e Nardò, per cui le associazioni
di categoria invitano a chiedere i risarcimenti
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in copertina
“Le nostre serre non sono progettate
per resistere al peso della neve”
Secondo l’agronomo Antonio Bruno poco o nulla si poteva fare per evitare i danni del maltempo, anche a causa degli
elevati investimenti necessari per la realizzazione di infrastrutture ad hoc nelle aziende agricole
Ortaggi, verdure, fiori: tutto spazzato via,
finito sotto uno strato
di neve, mischiato ai
teloni delle serre e ai
ferri contorti. Ne abbiamo parlato con il
dottor Antonio Bruno (nella foto), dottore in Scienze agrarie
e consigliere nazionale della Federazione Italiana Dottori
in Agraria e Forestali (FIDAF).
Dottor Bruno, innanzitutto la neve
di questi giorni quali piante e quali
colture ha colpito maggiormente?
Sicuramente tutte le colture a pieno
campo, vale a dire quelle che vengono coltivate senza alcuna protezione, all’aperto: verdure, finocchi, cavolfiori. Per quel che riguarda
i finocchi, ad esempio, il repentino
sbalzo delle temperature, da -1 o
0 a +1 o +2 comporta un aumento
del volume dell’acqua, con la conseguenza che la pianta sembra
quasi come se fosse stata lessa, si
inflaccidisce. Purtroppo, però, an-
che le colture in serra
hanno subito molti
danni.
Che tipo di danni?
Diverse serre sono
letteralmente venute
giù perché non potevano reggere il
peso dell’enorme
quantità di neve caduta e il gioco è fatto. I danni sono ingenti un po’ ovunque, si è trattato di un evento inusuale. I coltivatori si erano anche
organizzati per ovviare con i riscaldamenti, ma poi si è andati
oltre le previsioni.
Perché molte serre non hanno resistito al peso della neve e sono
crollate?
Perché non sono progettate per
resistere a certi fenomeni. Si ricordano nevicate intense nel 1979 e
nel 1987, non sono eventi così ripetitivi da noi. Motivo per cui il
progettista consiglia all’imprenditore agricolo di impiantare una
struttura la cui durata non eccede
i 5 o 6 anni. È chiaro che progettare
e realizzare una serra che resiste a
un carico maggiore comporta delle
spese superiori e per eventi che si
verificano raramente non è economicamente vantaggioso. Ricordiamoci sempre che in serra vengono piantate colture primaverili
o estive, non invernali, che quindi
hanno bisogno anche di un riscaldamento adeguato. Sono tutti costi
in più per l’azienda.
Quali colture, invece, possono aver
resistito?
Al contrario del discorso precedente
le arboree e i fruttiferi resistono
bene al freddo. Ulivi e vite non
hanno avuto grandi disagi, lo stesso
dicasi per i fruttiferi che paradossalmente hanno bisogno del freddo.
Per quel che concerne i fiori dovrebbero aver
tenuto. I problemi che hanno
avuto, per un
paio di giorni,
sono stati collegati alla distribuzione, perché
i camion che passano per raccogliere i fiori raccolti avevano difficoltà a raggiungere le aziende. In
più i cimiteri sono rimasti chiusi,
insomma non c’era domanda.
Si sapeva dell’arrivo della perturbazione proveniente dalla Siberia
da almeno 10 giorni prima. Si poteva fare qualcosa per evitare questi
disagi?
No. Per poter agire in tempo la
previsione deve essere fatta prima
dei trapianti, devono passare 6090 giorni prima di arrivare alla
raccolta completa e 2 o 3 mesi fa
era difficile fare una previsione del
genere. Questo è stato un evento
calamitoso a tutti gli effetti, per
cui più che aumentare la dose di
combustibile per i riscaldamenti
non si poteva fare.
Xylella freddolosa
Uno dei pochi vantaggi delle nevicate è che
la Sputacchina, insetto vettore del batterio
causa del disseccamento degli ulivi, può
morire a causa delle basse temperature
Meno fumaggine sugli agrumi grazie al gelo
Un’altra malattia con cui i nostri alberi devono combattere è la fumaggine,
una fitopatologia che intacca principalmente gli agrumi. Si tratta di un virus
fungino causato da ceppi di funghi denominati saprofiti (ad esempio
Cladosporium, Capnodium, Aureobaisdium ed Antennarella) che non attaccano
la pianta. La malattia è contagiosa e si propaga anche attraverso il contatto
con altre piante o parti di pianta infette.
Riconoscere gli attacchi di fumaggine non è poi così difficile perché sono contraddistinti da uno strato similpolveroso, associabile alla fuliggine, che si
deposita sul fogliame e sui germogli delle piante colpite. La conseguenza
principale è quella dell’indebolimento della pianta, dovuto in particolar modo
al fatto che questo strato scuro di polvere impedisce il normale apporto di luce
solare alle foglie, senza cui non si attivano le funzioni vitali quali la respirazione
o la traspirazione fogliare. Naturalmente, se l’attacco si protrae a lungo la
pianta è destinata inesorabilmente a morire.
La speranza, perciò, di pari passo con quanto avviene per l’ulivo è che
l’abbondante caduta di neve e le conseguenti temperature artiche di questi
giorni possano quantomeno rallentare l’avanzata della patologia che sta
mettendo a serio rischio gli agrumeti in diverse parti di Italia.
La neve di questi giorni potrebbe portare qualche beneficio sul fronte Xylella, non tanto nella battaglia per
sconfiggere il virus, quanto in quella per arginare la
Sputacchina, l’insetto vettore che diffonderebbe il contagio del disseccamento rapido tra gli alberi di ulivo.
A sostenerlo è l’entomologo Pio Federico Roversi, ricercatore del Centro ricerca di Difesa del Crea (Consiglio
per la Ricerca in Agricoltura) che all’Ansa ha dichiarato:
“Il batterio della Xylella fastidiosa non teme la neve,
né l’inverno rigido perché vive tranquillo nei vasi dove
circola la linfa delle piante, di fatto protetto dalle intemperie. Ma l’abbassamento repentino delle temperature e la neve possono uccidere i vettori, quelli
insetti che propagano la fitopatologia che tanti danni
ha creato all’olivicoltura del Salento”.
Si suppone che il batterio della Xylella, proveniente
dal Sud America e perciò abituato a vivere in contesti
climatici con temperature alte, muoia allorquando la
colonnina di mercurio scende ai livelli dello zero.
Questo non vale quando il batterio ha già intaccato la
pianta e scorre nel suo sistema linfatico; il ruolo del
gelo subentra nel passaggio da pianta malata al vettore.
I germogli di piante malate potrebbero soccombere a
queste temperature gelide, quindi con l’arrivo dell’estate,
quando le sputacchine cercano cibo succhiando dagli
alberi, i rischi di contaminazione, di passaggio del
batterio potrebbero sensibilmente calare.
Deriva da qui la sensazione che l’ondata di gelo e neve
che si è abbattuta in questi giorni sul territorio salentino
con quantità e continuità senza precedenti hanno, secondo Roversi, falcidiato la presenza nei campi della
Sputacchina, un insetto che non va in letargo, vive all’aperto e che quindi potrebbe essere ucciso dalle temperature ghiacciate a cui stiamo assistendo. “Soprattutto
non sono abituati ad andare incontro a inverni rigidi precisa il ricercatore-. Negli anni si sono acclimatati al
Sud e proprio per questo potrebbero essere decimati
dal gelo e dal crollo delle temperature. E tanto più
questa popolazione andrà incontro a mortalità, tanto
più in primavera potremmo circoscrivere l’area contaminata dalla Xylella fastidiosa”.
Un beneficio, quest’ultimo, che non riguarda soltanto
l’ulivo, ma potrebbe estendersi anche alla viticoltura,
che nel corso degli ultimi anni è stata intaccata da un
insetto similare alla Sputacchina e che va sotto il
nome di Scafoideo.
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primo piano
La Fòcara di Novoli scalda
il gelido inverno salentino
Una tradizione che si rinnova da tempo immemorabile e che fino al 29 gennaio
propone un ricco programma di eventi religiosi, culturali, musicali e teatrali
La Fòcara di Novoli: “un mese di fuoco” a
base di eventi religiosi e civili che accompagneranno il percorso di costruzione del falò
che è iniziato a dicembre con la Festa della
Vite e che culminerà con l’accensione della
stessa. Un programma davvero vasto e rilevante organizzato dalla Fondazione Fòcara
di Novoli, presieduta dal sindaco della città
Gianmaria Greco, e dal Comitato festa.
La Fòcara di Novoli è la pira più alta d’Europa, in una struttura alta 25 metri con un
diametro di 20, formata da migliaia di viti
secche, che verrà poi bruciata in occasione
dei festeggiamenti del patrono dei novolesi
Sant’Antonio Abate. Anno dopo anno i volontari, che si adoperano a trasportare migliaia
di fascine già dai primi giorni di dicembre, ne variano la
forma e lasciano una
galleria centrale, sottostante, per il passaggio del corteo portante la statua del
Santo protettore.
L’evento attrae spettatori da tutto il Salento, grazie anche
allo spettacolo pirotecnico, le luminarie
e la musica popolare
che accompagnano i festeggiamenti. I festeggiamenti sono iniziati il 3 gennaio con
un calendario ricco di appuntamenti culturali
che si concluderanno poi il 29 del medesimo
mese. Dal 4 gennaio sino alla vigilia dell’accensione della Fòcara si sono susseguite una
serie di iniziative come convegni-evento con
Paolo Del Debbio, Eugenio Imbriani, Pietrangelo Buttafuoco, Mario De Marco, e la
premiazione delle eccellenze novolesi nello
sport. Il 14 gennaio vi sarà il gemellaggio
con il Comune di San Pietro in Lamis, il 15
una mostra su “La materia, il Santo, la
Festa”, un convegno sull’arte popolare e
l’incontro con Don Pasta su “Cibo e Fuoco”.
Il 16 gennaio, alle 20, dopo la solenne processione, finalmente si procederà all’accensione
della Fòcara, alla quale seguiranno i fuochi
Foto: Antonio Zaccaria
pirotecnici e lo spettacolo piromusicale.
Martedì 17 sarà conferita la cittadinanza
onoraria all’Arcivescovo Monsignor Domenico D’Ambrosio, mentre il 18 si celebrerà
in piazza la Messa del ringraziamento. Il 19
gennaio si continua con lo spettacolo teatrale
Pitecus ed il 20 al Teatro Comunale vi sarà
la rappresentazione di un’opera lirica. Il 20
convegno con l’assessore regionale Sebastiano
Leo sulle politiche regionali per il territorio,
ed il 22 presentazione del libro Di contrabbando di Ennio Ciotta, mentre il 23 al Teatro
Comunale la rappresentazione dello spettacolo
Don Chisciotte. Il programma si concluderà
il 29 gennaio con lo spettacolo musicale di
Angelo Mastronardi Quartet, mentre la
Focàra continuerà ancora a bruciare.
Clara Scarciglia
La musica intorno al falò
Eugenio Bennato e Vinicio
Capossela tra i principali ospiti
musicali del Festival in programma
lunedì 16 e martedì 17
Tra gli eventi dell’immenso programma della Fòcara
di Novoli emerge il “Fòcara Festival” che dal 16 e 18
gennaio quest’anno annovera nel cartellone musicale
tanti artisti di pregio quali Eugenio Bennato (nella
foto in alto) e Vinicio Capossela (nella foto in basso).
“Il Fòcara Festival -affermano gli organizzatori-
rappresenta ogni forma di ricerca musicale utilizzando
in libertà i molteplici materiali offerti dalle diverse
tradizioni musicali”.
Sul palco allestito nella grande piazza dove arde la
Fòcara sono confermate le esibizioni di Vinicio
Capossela, Ritmo Binario, NeroDalia, The Ephemerals,
Jolly Mare, Acid Arab e Dj Miko (lunedì 16), Richard
Dorfmeister e Donpasta, l’Orchestra popolare di Via
Leuca, Eugenio Bennato, Stella Grande e Anime
Bianche e Cairo Liberation Front (martedì 17). Il
Fòcara Festival rientra nell’ampio cartellone del “Mese
di fuoco” di eventi collaterali, tra incontri, mostre, presentazioni, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni.
Clara Scarciglia
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Frecciarossa nel Salento, Trenitalia dice stop
Dopo sette mesi la società di trasporti ha tagliato i collegamenti con Brindisi e Lecce.
Le ultime corse il 15 gennaio, poi il capolinea tornerà ad essere Bari
A cura di Alessandro Chizzini
È durata poco l’esperienza nel Salento del Frecciarossa. Trenitalia ha
infatti deciso di tagliare il collegamento ferroviario ad alta velocità
con Brindisi e Lecce; le ultime corse
sono previste per sabato 15 gennaio,
con il Milano-Lecce delle 6 e il Lecce-Milano delle 15.40. Il moderno
treno della società partecipata delle
Ferrovie dello Stato tornerà quindi
a concludere il suo tragitto a Bari,
con la consueta tratta delle 6 proveniente dal capoluogo lombardo
e con quella inversa che invece prenderà il via dalla principale città pugliese alle 17.04.
Dopo circa sette mesi, quindi, termina un servizio che era stato richiesto a gran voce da molti esponenti istituzionali del territorio e
che si era concretizzato anche in seguito ad una petizione on line partita
nel 2015, dopo la creazione del
collegamento Milano-Bari che avrebbe unito le due regioni in sole 6 ore
e 30 minuti. Un servizio concesso
però solo come sperimentazione e
valido solo per i week-end e i giorni
festivi.
Il prolungamento verso Brindisi e
Lecce non ha però soddisfatto economicamente Trenitalia: troppo poche le prenotazioni per continuare
a tenere in vigore un servizio che si
sarebbe così rivelato non sufficientemente remunerativo per la società
di trasporti. Esperimento quindi fallito secondo l’azienda di trasporti,
anche se le prime avvisaglie si erano
manifestate già dopo l’istituzione
dei collegamenti, attraverso le parole
di Michele Emiliano e del Ministro
dei Trasporti Graziano Delrio: il
primo sollecitò più volte i viaggiatori
ad utilizzare quella tratta, mentre il
secondo sottolineò come la sopravvivenza di quelle corse fosse strettamente legata alle logiche di mercato.
Le sollevazioni da parte delle istituzioni locali non si sono fatte attendere, a partire da Paolo Pagliaro,
componente dell’ufficio di Presidenza
nazionale di Forza Italia: “Dove
sono i nostri politici? A Roma?
Sono in vacanza o vogliono alzare
la voce? Nel ricordare che il treno
Frecciarossa non è l’alta velocità,
ancora una volta il nostro territorio
è trattato come fosse l’ultima ruota
del carro”. Polemico anche il deputato Cor Rocco Palese: “Emiliano
minacci di sospendere o revocare i
contratti di servizio in essere con
Trenitalia e alzi la voce anche con il
governo”.
Più tenue e un po’ controcorrente,
invece, è stato il senatore Pd Salvatore
Tomaselli: “La cessazione del prolungamento del Frecciarossa era attesa in quanto si trattava di una
estensione sperimentale per il periodo
estivo e fino alle festività natalizie.
Auspichiamo ora che il servizio
possa essere reintrodotto in primavera, ma diamo priorità al potenziamento dei servizi di mobilità per
i pendolari”.
Il nodo delle infrastrutture
Con il taglio delle due corse del Frecciarossa, il collegamento tra
il Salento e la Lombardia sarà garantito solo dai Frecciabianca. A
differenza del suoi più veloci parenti, questi convogli giungeranno
a destinazione con circa 70 minuti di ritardo, un dato che in
realtà mette in evidenza un particolare aspetto: Frecciarossa e
Frecciabianca viaggiano sostanzialmente alla stessa velocità
fino a Bologna, dove però parte una rete più efficiente che
consente una maggiore velocità. Si tratta di un elemento che si
ripercuote positivamente soprattutto sul Frecciarossa, consentendogli
di accumulare un vantaggio temporale di poco più un’ora.
Non sembra quindi essere tanto il Frecciarossa lo strumento che
può consentire ai salentini di non essere più “isolati dal resto
dell’Italia”, quanto piuttosto la realizzazione di una infrastruttura
tecnologicamente avanzata, come ha auspicato Graziano Delrio
lo scorso novembre a Lecce; in quell’occasione, il Ministro dei
Trasporti ha garantito che entro la fine del 2017, anche la rete
ferroviaria salentina sarà dotata di un moderno apparato che
consentirà anche tra Bologna e Lecce una velocità tra i 200 e i
220 chilometri orari.
Nel frattempo, dal 16 gennaio i salentini che vorranno raggiungere
Milano dovranno “accontentarsi” del Frecciabianca e giungere a
destinazione con circa un’ora di ritardo rispetto al tanto ambito
Frecciarossa. A meno che non si voglia sfruttare le due tratte,
anche queste sperimentali, che dall’11 dicembre scorso collegano
il capoluogo lombardo a Taranto.
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lecce
Amministrative 2017, Giliberti è
l’inviato speciale del centrodestra
L’ex direttore di Telerama lascia “Porta a porta” e scende in campo
contro Alessandro Delli Noci (“Un’altra Lecce”) e Fabio Valente (M5S)
Va delineandosi il profilo delle prossime
amministrative a Lecce. Proprio lo scorso
8 gennaio il centrodestra ha presentato il
nome dell’eventuale delfino di Paolo Perrone,
ossia il noto giornalista televisivo Mauro
Giliberti (nella foto), ex direttore dell’emittente locale Telerama ed ora inviato del
programma “Porta a Porta” di Bruno Vespa
su Rai 1. Questa scelta è stata condivisa da
Forza Italia, “Conservatori e Riformisti”,
“Noi con Salvini”, “Area Popolare - Ncd”
e “Fratelli D’Italia”. Il medesimo entusiasmo
è stato espresso anche da Paolo Pagliaro di
Forza Italia: “La candidatura di Mauro
Giliberti è una candidatura in cui credo.
Un professionista serio, un uomo di dialogo
e confronto, un amico. Quella personalità
della società civile che auspicavo dall’inizio
del dibattito sul candidato sindaco di Lecce
e che, finalmente, pare che la coalizione
abbia individuato per rappresentarla”.
Ora attendiamo tutti l’effettiva entrata in
campo di Giliberti nel proporre programmi
e soluzioni concrete per Lecce. Come già
affrontato nei precedenti numeri vi sono
altri nomi che vorrebbero occupare lo
scranno più alto di Palazzo Carafa. L’ultimo
è Alessandro Delli Noci, ex assessore all’Innovazione, dimessosi recentemente proprio per dissociarsi dalle strategie dell’attuale
maggioranza e dichiaratosi indipendente
dagli schieramenti, un po’ sotto l’esempio
di Pippi Mellone a Nardò. Delli Noci si
presenterà col suo movimento civico “Un’altra Lecce”.
Fabio Valente è il candidato per il Movimento 5 Stelle, il quale ha già avviato riunioni con i suoi affinché si definisca il programma da presentare ai cittadini. Certo,
Valente dovrà essere in grado non solo di
camminare sui carboni ardenti degli ultimi
dilemmi del M5S a livello nazionale ed internazionale, ma anche affrontare Giliberti,
preparatissimo sulle vicende del Movimento
da sempre.
Quando si esamina la situazione del cen-
trosinistra leccese sembra di camminare
sulle sabbie mobili. Chi vorrebbe Paolo
Foresio da una parte chi spera in Dario
Stefàno dall’altra. Si attende la missiva di
Emiliano, ma per ora tutto tace. Paura di
perdere nuovamente? In politica le vittorie
si costruiscono col tempo, rischiando se
possibile. Se si mettessero in campo le persone giuste, anche un’opposizione costruttiva
potrebbe porre le basi per una successiva
vittoria.
Gian Piero Personè
I bambini colorano
Borgo San Nicola
Fra le opere di Misericordia, cui l’anno appena
conclusosi era dedicato, è quella di fare visita ai
carcerati. Ciò a cui non si pensa è che esiste un
tipo di visitatore molto particolare: i figli dei
detenuti. Proprio a questa parte di umanità è dedicato un interessante progetto che prenderà il via
a breve nel carcere leccese di Borgo San Nicola.
La creazione di una biblioteca e di due ludoteche,
la sistemazione di aree verdi e un fitto calendario
di appuntamenti, laboratori, spettacoli, letture,
mostre; questo il progetto dal titolo “Giallo, rosso
e blu - I bambini colorano Borgo San Nicola”.
Il progetto, che coinvolgerà circa 250 bambini,
avrà una durata di 24 mesi e sarà realizzato da
una rete di associazioni che operano già attivamente
e in sinergia nel mondo dell'infanzia attraverso
molteplici approcci. L’iniziativa è dell’associazione
culturale Fermenti Lattici, con l'obiettivo di favorire
una frequentazione serena del carcere da parte
dei bambini e offrire loro tempi e spazi di
condivisione insieme alla propria famiglia.
Fabio Antonio Grasso
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maglie
Diritto al giusto riscaldamento
A causa del forte gelo e del malfunzionamento di una
caldaia, gli addetti all’ufficio del Giudice di pace stanno
soffrendo il freddo. Il sindaco Toma: “A breve il
trasferimento degli uffici”
L’onda anomala del gelo
artico di questo periodo,
non ha portato disagi solo
all’esterno ma a quanto
pare anche all’interno degli
edifici degli uffici giudiziari
della provincia. Se per
quanto riguarda Lecce, i
problemi hanno riguardato per lo più la difficoltà
di raggiungere il capoluogo da parte degli
addetti ai lavori e la conseguente sospensione
o rinvio di alcune udienze, più critica è la
situazione verificatasi negli uffici del Giudice
di pace di Maglie, dove il personale ha
subito più di tutti gli effetti del gelo a causa
di problemi di riscaldamento degli ambienti
che vanno avanti da oltre ad un anno.
Quando infatti si verificò la chiusura del
tribunale, il servizio di erogazione venne
calimera
Rigenerazione dei luoghi e dei talenti con “Lampu!”
È stato presentato giovedì 12 gennaio il
progetto “Lampu!”, finalizzato alla rigenerazione urbana dei luoghi attraverso
la partecipazione dei giovani e, più in
generale, della comunità locale, progetto
che si sviluppa attorno ad un manufatto
luminoso del tutto originale, esclusivo
della città grica, il lampione, luminaria
protagonista indiscusso della festa di
San Luigi.
Il progetto, finanziato per un totale di
102.930,00 euro, è stato presentato
dal Comune di Calimera, in partenariato
con Pro Loco Calimera, APS Radici Urbane, Associazione Borghi Autentici
d'Italia e GAL Isola Salento, e prevede
l'implementazione di laboratori partecipati
di design finalizzati alla realizzazione di
lampioni e il recupero di due spazi pubblici (attualmente in stato di abbandono)
nel territorio di Calimera: l'ex Mercato
Coperto sito nella Zona 167 e la Casa
della Memoria, collocata all'interno dei
giardini pubblici. Info: 340.8206952.
sospeso e non più riattivato. Una criticità
che non riguarda a quanto pare l’aula di
udienza, dotata di due climatizzatori. Se
pertanto, già di norma (è il caso di dire
trattandosi di un tribunale), gli impiegati
erano in balia del freddo, l’arrivo delle
temperature polari e anomale hanno determinato una vera e propria emergenza.
Interpellato in merito a quanto accaduto,
il sindaco di Maglie Ernesto Toma ha fatto
luce sul divenire della situazione: “Siamo a
conoscenza di queste difficoltà e ci tengo a
precisare che ci siamo immediatamente attivati. Il problema principale è che l’edificio
è dislocato in due livelli, primo e secondo
piano, e il freddo viene avvertito esclusivamente al secondo piano. La causa di tutto
è l’usura di una caldaia che non riesce
ormai a condurre il caldo anche nei piani
sovrastanti. Già da tempo quindi abbiamo
avviato le pratiche di trasferimento degli
uffici, del personale, dei faldoni e di tutto il
resto dal secondo piano al piano terra. È
un disagio -conclude il primo cittadinoche quindi è destinato a rientrare nell’arco
di pochi giorni”.
Ugo Tramacere
SPECIALE VOLLEY MAGLIE
Voglia di vittoria in casa Betitaly
Il freddo di questi giorni non ha gelato l’entusiasmo di mister Emiliano
Giandomenico, il quale intende confermare anche quest’anno gli ottimi
risultati conseguiti nel 2016
Il 2016 per la Betitaly è stato un
anno decisamente sopra le righe.
Tante emozioni, tanti cambiamenti, tante rivoluzioni e soprattutto il primo posto in classifica.
Un traguardo che ha fatto crescere nella cittadina magliese la
fame di volley, la voglia di essere
vicini ad una realtà che sta regalando grandi soddisfazioni. Dietro
a tutto questo, naturalmente, c’è
una società capace e competente,
un gruppo di ragazze che ha metabolizzato la voglia di crescere
della dirigenza rossoblù e un coach che, in modo maniacale, cura
la preparazione di ogni gara.
La chiusura “contabile” dell’anno
appena passato spetta proprio a
quest’ultimo, Emiliano Giandomenico, traghettatore delle atlete
magliesi: “Il 18 dicembre si è
chiusa la prima parte del campionato che ci ha visti protago-
nisti, siamo riusciti, infatti, a
chiudere primi in classifica. Questo è un dato che dà sicurezza,
fiducia e consapevolezza, sintesi
di una stagione fantastica. Adesso
inizia un nuovo campionato dove
noi partiamo in pole position, e
non è da poco, però sarà tutto
da ricostruire, nel senso che si
comincerà a lavorare da capo.
Le premesse sono ottime, ma
serve iniziare col piede giusto
perché non sarà facile mantenersi
nelle zone alte della classifica in
un campionato impegnativo, equilibrato e con squadre di livello.
Sarà difficile e faticoso restare
in vetta, ma abbiamo tutta la voglia e la convinzione di poter rimanere nei piani alti, perché è
quello che vogliamo. Però non
dimentichiamo che veniamo da
più di venti giorni senza giocare,
un dato non trascurabile, ma la
nostra volontà colmerà questo
problema”.
L’aria di montagna, per posizione
di classifica e temperature artiche
nel Salento, non ha congelato il
pragmatismo del coach Giandomenico, che guarda al futuro con
velato ottimismo: “Per il 2017
noi vogliamo fare grandi cose
ed ottenere risultati importanti e
daremo tutto per riuscire a raggiungere questi successi”. Oltre
alle vicissitudini della Betitaly,
come prima squadra, la società
magliese si sta muovendo tanto
anche nel settore giovanile, per
far crescere il suo vivaio e creare
nuove leve per successi futuri.
Su questo fronte è stato importantissimo l’accordo strategico
con il Volley Mesagne del presidente Fabrizio Sportelli, un team
di qualità per i giovani talenti. E
per il tecnico magliese è un gran-
de traguardo: “La collaborazione
con il Mesagne, che è un’ottima
società, è un primo passo per un
discorso molto più grande che
vogliamo sviluppare: la valorizzazione delle giovani promesse
del volley salentino. Siamo convinti che il futuro della pallavolo
sono i giovani, soprattutto i giovani locali. Quindi un punto di
partenza per poi sviluppare un
discorso più importante con giovani di fuori regione. Siamo felici
di questo accordo col Mesagne
e lavoreremo per chiudere altre
collaborazioni con altre società
vicine a noi, per rendere questo
progetto sempre più valido”.
Un nuovo anno, quindi, a tutto
tondo, che vede come molecola
principale la forza del volley salentino. La voglia di fare di questo
sport un’eccellenza del nostro
territorio. La Betitaly Maglie ha
già messo la prima pietra con il
primo posto nel campionato di
B1. Uno stimolo, una motivazione, un sogno.
Francesco Paglialonga
foto di Mauro Tridici
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tricase
Botta e risposta tra Coppola
e il Comitato Pro Palazzo Comi
Il Comune non ha alcuna competenza sul bene ma è pronto a dialogare con
Provincia di Lecce e Regione Puglia per garantirne la corretta destinazione d’uso
“Il sindaco di Tricase getta la
spugna”. Così titola il comunicato
diramato dal Comitato Pro Palazzo Comi, che continua la sua
battaglia per restituire il maniero
natio del poeta salentino alla comunità locale e non solo. Stavolta
gli strali colpiscono il primo cittadino di Tricase che avrebbe lasciato intendere nel Consiglio comunale del 21 dicembre di non
avere titolo per ricorrere contro
la Provincia a proposito del bando
trentennale che ‘valorizzerebbe’
l’edificio lucugnanese con attività
terziarie.
I toni si fanno aspri e gli attivisti
si domandano se questo sia un
assist al presidente Antonio Gabellone che ha dichiarato di voler
portare a termine la procedura
di assegnazione. Intanto il Comitato è pronto a impugnare
l’eventuale assegnazione a privati
del bene e attende l’ispezione
della Soprintendenza Archivistica.
La replica da palazzo Gallone
non si fa attendere e in una nota
il sindaco Antonio Coppola spiega
come l’obiettivo principale resti
il rientro di Casa Comi nella disponibilità delle comunità salentine, e quali i mezzi per conseguirlo nel rispetto delle leggi e
delle competenze che molti forse
non conoscono. “Casa Comi è
di proprietà della Provincia di
Lecce che può disporne nel modo
che riterrà più utile -dichiara il
primo cittadino-; in secondo luogo
le attività culturali sono passate
alle competenze regionali; il patrimonio librario, di enorme valore, è tutelato e non potrà essere
utilizzato se non dietro parere ed
autorizzazione degli organi pre-
posti alla tutela; in ultimo, il Comune di Tricase ha il privilegio
di avere Casa Comi nel proprio
territorio, ma non ha, per ora,
alcuna competenza su di esso. In
questo quadro ricorrere in via
giudiziaria non è possibile, se
qualcuno ha soluzioni praticabili
lo metta nero su bianco”.
Si consideri anche l’ipotesi di annullamento del bando: essendo
la proprietà della Provincia e la
competenza della Regione nessuno
senza la loro autorizzazione potrebbe metterci piede, e se poi
mancassero anche i fondi per la
manutenzione Casa Comi rimarrebbe un bene tombato. Spegnendo ogni polemica Antonio Coppola conclude: “Da mesi, ormai,
verificata l’impossibilità di qualunque ricorso, ho intavolato confronti con la Provincia e con la
poggiardo
I rioni al lavoro per riunire la comunità
Dopo la tombolata del 5 gennaio scorso, la rievocazione di un
matrimonio in stile anni '60 è la prossima iniziativa della neonata
associazione di promozione sociale “Rioniamo”
Eliminare tutte le divisioni,
sotto ogni aspetto, che contraddistinguono le comunità.
Questo è il proposito per il
2017, e gli anni a seguire,
con il quale lo scorso 2
gennaio si è presentata a
Poggiardo la neonata associazione “Rioniamo”. L’obiettivo e la strada con cui raggiungerlo sono racchiusi nel
gioco di parole che compone il nome del nuovo
gruppo: “Questa nuova associazione -spiega la presidentessa Marcella Colafati- è quella di riuscire ad
aggregare la comunità attraverso una serie di giochi
e tornei da proporre questa estate e che vedrà protagonisti i rioni nel quale sono suddivisi Poggiardo
e Vaste, i quali si sfideranno tra loro con una propria
squadra per ogni attività che verrà programmata”.
Si tratta di un progetto che è già stato avviato con
la raccolta fondi necessari per la sua realizzazione,
partita proprio il giorno della presentazione dell’associazione con l’esibizione di un coro di voci e proseguita con la tombolata del 5 gennaio, organizzata
con la collaborazione dei commercianti di Poggiardo.
“Rioniamo”, con il patrocinio del Comune, sta organizzando “Scene da un matrimonio del passato”; si
tratta di una manifestazione
completamente dedicata
agli anni ‘60 e che si svolgerà presso il Palazzo della
Cultura. Alle 18 verrà aperta
un’esposizione di abiti e
rituali d’epoca e una mostra
fotografica che racconterà
la tradizionale cerimonia
matrimoniale di quegli anni.
Il momento principale sarà
però a partire dalle 20, quando sarà riproposto
proprio un tipico matrimonio degli anni ‘60, con sacerdote, sposi e invitati riuniti intorno ad un tavolo
che degusteranno, così come da tradizione, prima
lo spumone e i cosiddetti “complimenti” e poi la
“spaccatella della zita”, il tipico pane con mortadella
e provola. Il tutto sarà condito dalla musica (ovviamente anni ‘60) e tutti i partecipanti presenzieranno
rigorosamente con abiti e cimeli dell’epoca.
È quindi subito partita l’attività della nuova associazione di Poggiardo e Vaste che, oltre alla presidentessa Marcella Colafati, conta nel suo direttivo
anche Antonella Cianci, Dania Cianci, Giuseppe
Cianci, Tommaso Lezzi, Maurizio Palmieri e Sergio
Pede.
Alessandro Chizzini
Regione. Nostro obiettivo è che
la programmazione dell’uso e
delle attività di Casa Comi passi
ufficialmente dal Comune, pur
rimanendo la Proprietà della Pro-
vincia, e che ci venga confermato
dalla Regione il personale. Non
sono certo di riuscirci, ma ho
buone speranze di farcela”.
M. Maddalena Bitonti
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spettacolo
Per segnalazioni:
[email protected]
a cura di
Claudia Mangione
Il crogiuolo di Arthur Miller,
tra politica e teatro
Ospite della rassegna “Teatro a 99 centesimi”, Claudia Coli con la Corte de’ Miracoli
porta al Teatro Paisiello il suo nuovo lavoro di regia
Approda il 16 gennaio al Teatro Paisiello
di Lecce (ore 20.30) Il crogiuolo - Il processo
alle streghe di Salem, lo spettacolo che
vede l’attrice milanese Claudia Coli nelle
vesti di regista. Formatasi presso la scuola
del Teatro Stabile di Genova e con Luca
Ronconi al Centro Teatrale Santacristina,
dopo il debutto alla regia con La signorina
Else ...e di alcuni piccoli valzer Claudia
Coli ha deciso di cimentarsi in una nuova
prova come “metteur en scène”, accettando
l’invito della compagnia salentina Corte
de’ Miracoli di allestire la pièce teatrale
del grande Arthur Miller.
Presentato lo scorso ottobre in prima assoluta sul palco della Corte de’Miracoli a
Maglie con Alice Panzera, Rosaura La
Rosa, Valeria Piccinno, Giuliana Santoro,
Paola Gorgoni, Luca Portaluri, Sara Antonazzo, Angela Ferraro, Massimo Giordano,
Monia Favero, Raffaele Gili, Matteo Colazzo, Paola D’Antico, Leo Macrì, Adele
Maruccio (percussioni) e Antonio Gemma
(luci), lo spettacolo trasporta il pubblico
in un’epoca remota, quella del XVII secolo,
facendolo assistere a una folle esplosione
di fanatismo religioso in seno a una minuscola comunità di Salem, nel Massachusetts,
isolata dal resto del mondo e tenacemente
arroccata sul “confine della foresta” a sfida
delle selvagge tribù indiane. Ma al contempo
è anche un’allegoria polemica al clima di
“caccia alle streghe” messo in atto dal
maccartismo che imperava negli Stati Uniti
negli anni ‘50.
Scritto in sedici mesi e poi messo subito in
scena al Martin Beck Theatre di New York
nel 1953, Il crogiuolo (The crucible) è un
dramma in quattro atti in cui accanto alla
polemica politica s’intreccia quella sensibilità
morale e fantastica caratteristica di Miller,
che all’epoca scrisse: “Non fu soltanto la
nascita del maccartismo a provocarmi, ma
qualcosa che appariva molto più fatale e
misterioso. Era il fatto che una campagna
politica fosse in grado di creare non soltanto
terrore, ma una nuova realtà soggettiva,
una vera mistica che stava a poco a poco
assumendo addirittura una colorazione sacra... Vedevo uomini consegnare la propria
coscienza ad altri uomini e ringraziarli
della possibilità che essi gli davano di
farlo”.
Info: 0832.246517.
Ad Alezio la magica alchimia sonora dei DN3
Venerdì 20 gennaio El Barrio Verde di Alezio
ospiterà i DN3, che presenteranno con un live
set coinvolgente And, il nuovo lavoro pubblicato
dalla Irma Records. Un
sound unico e immediatamente riconoscibile quello
dei DN3, prodotto dall’incontro dei suoni di Guido
Nemola, con i suoi synth e
sequenze, e dalle tessiture
armoniche e melodiche di
Cesare Dell’Anna alla tromba
e Mauro Tre alle tastiere.
Tre musicisti, tre forti personalità che si fondono in
un’alchimia di suoni e ritmi
che trascinano ed emozionano.
Nel progetto si incrociano le strade della speri-
mentazione elettronica più di avanguardia, che
recupera e mescola la corposità dei circuiti
analogici degli anni ’70 e ’80, con quelle delle
nuove frontiere del jazz, senza tralasciare uno sguardo
aperto da oriente a occidente, attenta ai linguaggi dei
popoli, dai Balcani al lontano
Oriente, con le radici saldamente ancorate ai ritmi vitali
e carnali dell’Africa. In DN3
pulsa un electro jazz raffinatissimo e contemporaneo,
proteso verso le nuove frontiere del jazz, che guardano
alle cosmogonie di Sun Ra
fino al funk-jazz di Herbie
Hancock e alle sperimentazioni elettriche di
Miles Davis. Start alle 21.30. Ingresso libero.
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TEATRO
SABATO 21
Il gesto di Pedro
ORTELLE, Biblioteca “Paiano” - ore 20.30
Lo spettacolo, di e con Giuseppe Manfridi, racconta
una vicenda intensa e toccante della storia sportiva
italiana, l’odissea umana, spirituale e sportiva di
Carlo Petrini, detto Pedro, ripercorrendo episodi
della questione doping che portò nell’80 a raffiche
di arresti e di processi.
a cura di Claudia Mangione
MUSICA
SABATO 14
Guida all’ascolto con
Francesco Negro
LEQUILE, Associazione “Alkìmia”
ore 19.30
Il pianista Francesco Negro presenta il suo ultimo disco Stidda di
luci attraverso una guida all’ascolto
per avere l’opportunità di “osservare” e “toccare” da vicino il mondo
dei suoni. Il lavoro contiene le
opere pianistiche del compositore
romano Giancarlo Simonacci. Tanti
sono i riferimenti alla musica americana di John Cage, Morton Feldman, Henry Cowell, ma anche
italiana di Aldo Clementi, Francesco
Pennisi e al repertorio popolare.
MUSICA
SABATO 14
Coez in tour
CAVALLINO, Womb - ore 23.30
Tappa salentina per il rapper e cantautore romano e il suo
progetto acustico From the Rooftop Tour. Ecco come Coez
stesso presenta il tour: "Da circa un anno Gaspare ed io
portiamo avanti From The Rooftop, una serie di video in cui con
la chitarra acustica e la loop station abbiamo arrangiato alcuni
miei brani e alcune cover”. Info: 328.8347924.
MUSICA
GIOVEDÌ 19
Abramo
LECCE, Koreja - ore 18.30
Teatri di Bari/Kismet portano in scena il testo del filosofo
calabrese Ermanno Bencivenga, che si interroga sul senso
della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio Dio. Contrariamente
a quanto accade nella Bibbia, qui Abramo va fino in fondo e
porta suo figlio Isacco sul monte e lo uccide violando la logica
dell’amore in nome di una fede ottusa.
MUSICA
DOMENICA 22
Il pianoforte
di Beethoven
LECCE, Koreja - ore 20.45
Per il nuovo appuntamento di
“Strade Maestre” con la musica
del territorio il giornalista e critico
musicale Eraldo Martucci ha deciso
di condurci nel mondo di Beethoven, di cui l'Ensemble Seraphicus
eseguirà due delle nove sinfonie
nella riduzione per pianoforte a
quattro mani e strumenti cameristici. Il concerto, a cura dell’Ass.
Nireo, è in collaborazione con la
Classe di Musica da Camera del
Conservatorio “T. Schipa” e con
l’Ass. Seraphicus.
TEATRO
DOMENICA 15
OmaggioaDeAndrè
MUSICA
GIOVEDÌ 19
Ohm in concerto
CORIGLIANO D’OTRANTO, Malisud — ore 22.30
La Ohm, Tribute Band dei Pink Floyd, nasce nel 1997 da un’idea
del chitarrista Francesco Carrieri con l’intento emulare il mondo
“pinkfloydiano” con alcuni musicisti esperti e appassionati del
genere. Il repertorio comprende tanti brani per soddisfare il
pubblico più nostalgico, ma anche qualche sorpresa dall’ultimo
lavoro della band britannica.
POGGIARDO, Teatro Illiria
ore 20.30
Organizzata da Elettronica Service
sas Agenzia Spettacoli, con il patrocinio del Comune di Poggiardo,
il “Tribute De Andrè live concert”
è un viaggio nel tempo nelle atmosfere magiche e surreali del
grande cantautore, uno dei capisaldi della canzone d'autore italiana. E grazie ad Antonio Mitria il
confine tra sogno e realtà scompare. Amico ed estimatore di De
Andrè, è dotato di una voce profonda e coinvolgente e da una
timbrica vocale unica.
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io PROPRIO io
di Claudia Mangione - intervista liberamente ispirata al famoso gioco di società di Marcel Proust
Daniele
Caluri
Piero Ciampi.
Autori preferiti in prosa?
Calvino, Buzzati, Mordecai Richler, Josè Saramago.
Libri preferiti.
Q, La versione di Barney, Trilogia
della città di K, Il lercio.
Attori e attrici preferiti.
Gene Hackman, Daniel DayLewis, Marion Cotillard, Jessica
Lange.
Chi potrebbe interpretarti sul
grande schermo?
Non arrivo a tanta vanità.
Film preferiti.
Ran, Arancia meccanica, Amici
miei, Il buono, il brutto, il cattivo.
I tuoi pittori preferiti.
Giotto, Leonardo, Tiziano, Bacon.
Il colore che preferisci.
Verde e arancio.
Se fossi un animale, saresti?
Un’orca.
Cosa sognavi di fare da grande?
L’autore di fumetti.
L’incontro che ti ha cambiato la
vita fare?
Quello con l’ostetrica.
La persona a cui chiederesti consi-
glio in un momento difficile?
Dipende dal momento e dalla difficoltà.
Quel che detesti più di tutto.
La privazione del sonno.
Quanto tempo dedichi alla cura del
tuo corpo?
Quello necessario per lavarmi.
Piatto preferito.
Gli spaghetti ai frutti di mare.
Il profumo preferito.
Il mare.
Il fiore che ami.
Quello di zucca, fritto.
La tua stagione preferita?
Mi piacciono tutte, per motivi diversi.
Il paese dove vorresti vivere?
Questo mi va benissimo. Magari
con qualche correzione qua e là.
In quale epoca ti sarebbe piaciuto
vivere?
Il ‘400 fiorentino.
Personaggi storici che ammiri di
più.
Gaetano Bresci, Giordano Bruno,
Gustave Courbet.
Personaggi storici detestati.
L’imperatore Teodosio; una lista in-
Direttore Responsabile
Andrea Colella
Gli articoli non firmati si intendono a
cura della redazione
Noto fumettista, ospite della rassegna “La Poesia nei Jukebox” alle Officine Cantelmo di Lecce, originario di Livorno inizia a lavorare come disegnatore a 14 anni
per il mensile satirico “Il Vernacoliere”, sulle cui pagine crea i suoi primi fumetti.
Nel 2003 con lo sceneggiatore Emiliano Pagani dà vita alla serie di Don Zauker,
che diventa caso editoriale in Italia ed è tradotto e pubblicato in Francia, Belgio,
Spagna e Canada. Dal 2003 collabora anche con Sergio Bonelli Editore come disegnatore di Martin Mystère e Dylan Dog, oltre che della collana Le storie. Nel
2012, sempre su testi di Pagani, crea il personaggio di Mircone, pubblicato su “Il
Male” di Vauro e Vincino. Nel 2013 la Panini gli affida l’illustrazione di una variant cover per un albo degli Avengers, realizzato per la Marvel. Vincitore di numerosi premi, è docente di disegno e storia dell’arte per la scuola secondaria
superiore e del corso di fumetto della Fondazione Trossi-Uberti.
Il tratto principale del tuo carattere.
Sono un allegro irrequieto.
Il tuo principale difetto.
A volte credo di essere troppo
menefreghista.
La qualità che preferisci in una
donna?
La capacità di sorprendermi.
E in un uomo?
L’originalità di pensiero.
Cosa ci vuole per esserti amico?
Non essere banale.
Cos’è la felicità?
Una chimera visibile, a cui ci si
avvicina un po’ quando si coronano i propri sogni.
L’ultima volta che hai pianto?
Quando se n’è andata mia nonna,
due anni fa.
Di cosa hai paura?
Di avere paura.
Canzone che canti sotto la doccia?
Ho la ferma convinzione che nessuno, in realtà, canti sotto la doccia.
Musicisti o cantanti preferiti?
Area, Frank Zappa, King Crimson,
Jethro Tull.
Poeti preferiti?
Anno XVI - n. 608
Reg. Trib. Lecce 778 del 18.01.2002
terminabile di papi; Torquemada;
Madre Teresa di Calcutta; Rodolfo
Graziani.
Cosa faresti per sostenere ciò in cui
credi?
Quello che già faccio: confrontarmi
argomentando.
Chi è il tuo eroe vivente?
Eroe è un parolone. Ma Gino
Strada si avvicina parecchio a
questa definizione.
Il tuo sogno ad occhi aperti?
Riuscire a fare tutto il possibile perché mio figlio abbia una bella vita.
Ma, più che un sogno, è un impegno.
Il tuo rimpianto più grande?
Preferisco far tesoro del latte versato, piuttosto che piangerci.
Cos’è l’amore?
A volte un saturatore di colori e
sensazioni, a volte un mostro terribile e impietoso.
Stato attuale del tuo animo.
Il solito: allegramente irrequieto.
Il tuo motto.
Non ne ho.
Come vorresti morire?
Cosciente di stare per farlo.
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Periodico associato all’Unione
Stampa Periodica Italiana
Tessera n. 14594
14 gennaio 2017
23
A cura di
Diletta Pascali
PANINO CON
pomodori secchi
e
Ingredienti per 4 person
i
eal
cer
ai
ini
pan
4
250 g di fagioli
Cannellini lessati
1 mazzetto di basilico
1/2 limone
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1 cucchiaio colmo di tah
t’olio
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chi
sec
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16 pom
4 zucchine
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Olio extravergine di oliv
piccante in polvere
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pep
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1 pizzico
Sale
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lateli e frullateli nel mix
Sciacquate i fagioli, sco
di peperoncino,
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con il succo
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in (*crema a base di sem
una presa di sale, il tah
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di sesamo) e una manci
oottenere una crema om
vate e asciugate, fino a
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genea. Lavate le zucchi
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Cuocere.
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ghezza a fette di 2
da 30 secondi circa per
tele sulla piastra ben cal
Levatele dalla griglia
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lato, fino a che
sale e 2 cucchiai di
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e conditele con una
i pomodorini secchi con
olio. Scolate e asciugate
i panini a metà e spale
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Tag
.
carta da cucina
ma di fagioli.
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mate le due parti con la
Consigliato da
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14 gennaio 2017