Divina Commedia

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Divina Commedia
La topografia dei beati
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La struttura del Paradiso
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Il disegno divino e la libertà umana
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Paesaggio dominato dalla luce, allegoria della Grazia divina
I beati nell’Empireo sono seduti in un anfiteatro, la Candida Rosa e godono della visione di Dio,
più sono vicini a Dio e più sono luminosi
Il numero delle anime destinate alla salvezza corrisponde a quello degli angeli che si ribellarono;
raggiunto quel numero ci sarà la fine del mondo e il Giudizio Universale
All’uomo è attribuito il libero arbitrio, quindi può decidere di allontanarsi dalla via del bene, cui è
naturalmente portato
Le tematiche
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Mondo celeste e terrestre separati da una sfera di fuoco (zona di confine tra il transitorio e
l’eterno)
9 cieli concentrici ruotanti intorno alla terra, tutti contenuti nell’Empireo (cielo immobile sede di
Dio e dei Beati)
I primi 7 cieli hanno il nome del pianeta che ospitano secondo Tolomeo
8° cielo delle stelle fisse
9° cielo o Primo mobile che riceve il movimento dall’Empireo e lo trasmette agli altri cieli
Grazie agli influssi particolari delle gerarchie angeliche che vi si trovano, nei vari cieli si
differenzia la grazia e potenza di Dio
Le anime dei beati sono tutte nell’Empireo
Si presentano distribuite nei vari cieli a seconda dell’influsso che ne hanno ricevuto in vita e di
come hanno saputo realizzare la propria disposizione
È la cantica più dottrinaria e teologica, ma sono presenti anche le tematiche politiche, la sorte
della Chiesa, il tema dell’esilio
L’ineffabile
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Le guide di Dante sono qui Beatrice (la Grazia) e San Bernardo da Chiaravalle (il misticismo)
Tema importante del Paradiso è l’indicibilità dell’esperienza che Dante si appresta a fare con
l’aiuto della Grazia: la contemplazione di Dio
Le parole umane sono insufficienti
Canto I
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La struttura del canto
 Proemio (vv.1 – 36)
○ Dante presenta l’argomento della cantica: La gloria di Dio che anima
tutto l’universo, l’inadeguatezza della memoria a raccontare
l’esperienza delle cose viste, Invocazione ad Apollo
 L’inizio del viaggio (vv.37-63)
○ Siamo a mezzogiorno del mercoledì dopo Pasqua, 13 aprile 1300.
Beatrice guarda nel sole e Dante imitandola vede il cielo brillare come
fuoco incandescente
 Ascesa verso il cielo: il transumanar (vv.64-93)
○ Dante avverte dentro di se la sensazione del transumanare, la
crescita cioè della propria condizione e della propria percezione oltre i
limiti dell’umano. Sente una musica sublime e vede una luce
intensissima che lo confondono, ma Beatrice spiega che non sono più
sulla terra, ma stanno salendo velocissimi verso il Paradiso
 La teoria dell’ordine universale (vv.94-142)
○ Secondo dubbio di Dante: come è possibile a lui elevarsi attraverso
l’aria con il corpo? Il mondo è stato creato secondo un ordine
armonico dalla Provvidenza divina e ogni creatura ha il suo fine
stabilito. Fine dell’uomo è la felicità, cioè ritornare al cielo e a Dio.
All’uomo è stato dato anche il libero arbitrio con il quale egli può
scegliere se seguire il male o il bene
Canto I 
Il tema della luce
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Vv 4-12
Nel ciel che più de la sua luce prende
fu' io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;
perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.
Veramente quant'io del regno santo
ne la mia mente potei far tesoro,
sarà ora materia del mio canto.

Apollo (v. 13 e seg.)
O buono Appollo, a l'ultimo lavoro
fammi del tuo valor sì fatto vaso,
come dimandi a dar l'amato alloro.
Infino a qui l'un giogo di Parnaso […]
sì come quando Marsia traesti
de la vagina de le membra sue.
e Glauco (vv. 67-69)
Nel suo aspetto tal dentro mi fei,
qual si fé Glauco nel gustar de l'erba
che 'l fé consorto in mar de li altri dèi.
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Quella del pellegrino e del raggio di luce riflessa
(vv. 49-54),
quella del fulmine (vv. 91-93),
quella dell’arco (vv.125-126)
Il tema dottrinario e i dubbi di Dante
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Trasumanar significar *per verba*
non si poria; però l'essemplo basti
a cui esperienza grazia serba.
Le similitudini
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Vv. 37-42
Surge ai mortali per diverse foci
la lucerna del mondo; ma da quella
che quattro cerchi giugne con tre croci,
con miglior corso e con migliore stella
esce congiunta, e la mondana cera
più a suo modo tempera e suggella.
Vv.121-125
La provedenza, che cotanto assetta,
del suo lume fa 'l ciel sempre quieto
nel qual si volge quel c'ha maggior fretta;
e ora lì, come a sito decreto,
cen porta la virtù di quella corda
che ciò che scocca drizza in segno lieto.
La transumanazione di dante
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La mitologia
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L’astronomia
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Dio che risplende in ogni luogo
dell’universo (v. 2)
per l'universo penetra, e risplende
L’ineffabilità delle realtà del Paradiso
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Il primo canto contiene numerose costanti strutturali della cantica
La trattazione di Beatrice sull’ordine universale
(vv.76 e seg.), (vv.82-88, 94-103)
Beatrice
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Vv .100-102
Canto III
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La struttura del canto
 Apparizione dei beati nel cielo della Luna (vv.1-33)
○ Dante alza gli occhi a Beatrice e lo colpisce la visione di volti diafani,
simili a immagini specchiate: si volge pertanto indietro per vedere
l’immagine reale ma non vede nulla; Beatrice gli spiega che si tratta non
di immagini specchiate ma vere sostanze, poste in questo cielo perché
non ottemperarono ai voti fatti
 Dialogo con Piccarda Donati (vv.34-57)
○ La condizione dei beati nel cielo della Luna: pur trovandosi nel cielo più
lontano da Dio , godono di perfetta beatitudine. La loro felicità nasce
dalla perfetta adeguazione all’ordine dell’universo stabilito da Dio
 La giusta e perfetta felicità nel Paradiso (vv.58-90)
○ La prima legge de Paradiso è la Carità che fa desiderare solo quello che
si ha: è essenziale alla beatitudine celeste essere completa coincidenza
del volere di Dio. Dante comprende allora che tutto in cielo è Paradiso,
anche se la Grazia divina arriva con diversa abbondanza
 La vicenda terrena di Piccarda e di Costanza d’Altavilla (vv.91-120)
○ La scelta claustrale di Piccarda e il rapimento da parte del fratello,stessa
sorte toccata a Costanza, moglie di Enrico VI di Svevia, madre di
Federico II
 Congedo dalle anime della Luna (vv.120-130)
Canto III
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La struttura del canto
 Il canto di Piccarda Donati
○ È il modello di tutta la cantica: l’apparizione di una schiera di anime e il
colloqui di dante con una di loro
 Dottrina e sentimenti
○ Regola costante del paradiso è l’alternanza di canti dottrinari – dedicati
alla trattazione delle questioni religiose e filosofiche - ad altri di
carattere narrativo- dedicati alle vicende e ai pensieri dei protagonisti - ,
il III° canto è un esempio di questi ultimi
 Le costanti strutturali
○ Il procedere del dialogo in base ai progressivi dubbi di Dante
 (vv.34-41, 64-66,91-96)
○ La suddivisione del dialogo in due parti, la prima di carattere dottrinario
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(vv.70-87), la seconda di carattere personale (97-108)
L’intervento di una seconda figura nel finale del un canto (vv.109-120)
Le modalità di apparizione e raffigurazione dei beati (vv.10-18),
il loro canto (vv.121-122)
L’intensificarsi della loro luminosità in segno di beatitudine e carità
(vv.67-69)
Dante abbagliato dalla crescente luminosità di Beatrice (vv.124-130)
Canto VI
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sommario
 L’anima di Giustiniano racconta la su vita terrena (vv.1-27)
○ L’anima parla con dante e indica il tempo in cui l’insegna imperiale giunse nelle
sue mani, la sua conversione all’ortodossia cristiana e ricorda il principale delle
sue opere, la stesura delle leggi civili romane
 Giustiniano riassume ed esalta la storia dell’impero romano (vv.28-96)
○ Partendo dalle origini troiane per giungere fino a caro Magno,per confermare
la sacralità e la provvidenzialità. Parla delle imprese di Cesare e Augusto e di
Tiberio sotto il governo del quale morì Cristo
 Invettiva di Giustiniano contro Guelfi e Ghibellini (vv.97-111)
○ I primi sono colpevoli di traviare il significato de potere imperiale, i secondi
addirittura di contrastarlo
 Le anime del cielo di Mercurio (vv.112-126)
○ Rispondendo alla seconda domanda, Giustiniano rivela che le anime di
Mercurio son quelle che in terra fecero il bene per ottenere gloria e fama e
quindi non rivolgendosi subito al bene sono collocate nel cielo più distante da
Dio, ma ciò no significa che la loro felicità sia imperfetta
 Romeo di Villanova (vv.127-142)
○ Virtuoso cortigiano del signore di Provenza che servì con illuminata accortezza
e disinteresse, ma finì vittima delle calunnie e della misconoscenza
Canto VI
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La struttura del canto
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Il canto di Giustiniano
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Il canto è occupato per intero da un discorso diretto, quello dell’imperatore, suddiviso in tre parti
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Giustiniano, Ciacco e Sordello
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Le corrispondenze nei tre canti politici della divina commedia
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Per l’unità giuridica che si basa sulla sua opera principale, il Corpus iuris civili che riorganizzando l’intero
corpo delle leggi romane unificò e diede fondamento al diritto di tutto il mondo (vv.10-12, 22-24)
Per l’unità religiosa simboleggiata dal ripudio dell’eresia monofista che separava la cristianità d’Oriente da
quella d’Occidente (vv.13-21)
Per l’unità politico-territoriale, con le guerre condotte per ricongiungere l’Italia e l’Africa settentrionale
all’impero (vv.25-27)
Romeo di Villanova
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La Provvidenza divina ha investito Roma del compito di riunificare sotto il suo impero tutto il mondo, perché
fosse disposto ad accogliere Cristo
Da qui l’aspra invettiva contro Guelfi e Ghibellini che per i loro interessi ostacolano il ritorno dell’impero
Teoria dei due poteri investiti direttamente da Dio, quello spirituale e quello materiale, affidati rispettivamente
al papato e all’imperatore, strumenti autonomi e concordi per realizzare il disegno di Dio
Perché Giustiniano
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Conferma della perfetta beatitudine e perfetta giustizia del Paradiso (vv.112-126)
La venuta in primo piano di un secondo personaggio alla fine del canto (vv.127-142)
La visione provvidenzialistica della storia
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Nell’Inferno Ciacco parla della corruzione di Firenze
Nel Purgatorio Sordello da Goito parla delle divisioni che dilaniano l’Italia
Nel Paradiso, Giustiniano parla delle partigianeria che dividono l’impero
Le costanti strutturali
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Esposizione della storia provvidenziale del potere di Roma
Invettiva contro Guefi e Ghibellini
Presentazione delle anime del cielo di Mercurio
Riferimento autobiografico e autocelebrativo del poeta, anche lui si era dedicato con amore e disinteresse
alla vita politica di Firenze e si era poi ritrovato condannato all’esilio
L’aquila imperiale
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L’intera ricostruzione storica del potere di Roma si basa sulla metafora del volo dell’aquila imperiale
Canto XI
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Sommario
 Invettiva di Dante vv.1-12
○ Dante insorge in una invettiva contro gli uomini che, in diversa
maniera, si affannano alla ricerca dei falsi beni terreni, in contrasto
conla sua ttuale gloria celeste
 S.Tommaso, per risolvere i dubbi di Dante introduce il panegirico di
S.Francesco vv.13-42
○ Afferma che la provvidenza divina, per aiutare la Chiesa, decise di
porle a sostegno due grandi santi, s. Francesco e s. Domenico
 Prima parte dell’agiografia di s. Francesco vv.43-84
○ La nascita del santo, la conversione giovanile, le nozze mistiche con
la Povertà e il formarsi del primo gruppo dei suoi discepoli.
 Seconda parte dell’agiografia del santo vv.85-117
○ Le vicende del riconoscimento ufficiale del suo ordine e della sua
regola, la predicazione in Oriente, l’eremitaggio sul monte Verna e il
miracolo delle stigmate, la morte del santo in umiltà e povertà
 Polemica si s. Tommaso contro la corruzione dell’ordine domenicano
vv. 118-139
○ Invettiva contro i domenicani corrotti che invece di seguire gli
insegnamenti del loro fondatore corrono dietro a falsi beni mondani
Canto XI
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La struttura del canto
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Il canto di s. Francesco
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S. Francesco è fra i sommi protagonisti della spiritualità cristiana di tutti i tempi. Due i nuclei principali: l’apostrofe
iniziale (vv.1-12) e il discorso di S.Tommaso che occupa la restante parte del canto. Nel discorso di s.Tommaso
dobbiamo poi individuare tre sezioni: un’introduzione generale (vv;13-42), la biografia di s.Francesco (vv.43-132) e la
condanna della corruzione dell’ordine domenicano (vv.123-139).
I canti gemelli
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Il canto XI è legato al XII (canto di s.Domenico) che non abbiamo letto.
La meschinità della Terra e la felicità del Cielo
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Dante, accolto dalla schiera dei beati sapienti, nel cielo del Sole, muove la sua invettiva contro la falsa sapienza degli
uomini sulla terra, dedicati alle occupazioni mondane, mai indirizzate alla vera felicità e giustizia. Si accentua il
contrasto tra Dante e gli altri (vv.10-12) che dall’alto della raggiunta beatitudine celeste osserva con distacco l’inutile
affanno degli uomini
La biografia di s. Francesco
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È un esempio canonico del genere letterario,tipicamente medievale, della vita dei santi. Nell’elaborazione di Dante si
divide in precise sequenze: 1) simbolica indicazione geografica del luogo di nascita, 2) episodi giovanili che ne
prefigurano la santità , 3) il matrimonio mistico con la Povertà, 4) fondazione dell’ordine francescano, 5) momenti
principali della sua opera di apostolato, 6) ultimi momenti e morte del santo. Dante prende spunto, in particolare dalla
Legenda Major di s. Bonaventura.
S.Francesco e Madonna Povertà
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L’agiografia del santo è costituita principalmente sull’immagine del matrimonio del santo cin Madonna Povertà,che
rimanda al matrimonio tra Cristo e la Chiesa. Dante ne sviluppa la figura quasi solo in relazione alla povertà; è questo
un altro dato da riportare nella sua lotta contro la cupidigia ecclesiastica.
La polemica contro l’ordine domenicano
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Condanna dei domenicani corrotti che hanno abbandonato la strada indicata dal maestro, altro esempio della
degradazione dei tempi e della Chiesa. La condanna vuole suonare più aspra per quei monaci che per la grandezza dei
loro padri fondatori e per la natura della loro scelta, avrebbero dovuto essere testimonio di una vita santa
L’apostrofe iniziale
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Posta all’inizio del canto, Dante sospende un attimo la narrazione, si guarda da fuori e considera la somma eccellenza
della propria condizione. L’altezza dei toni e dei contenuti prepara alla grandezza del personaggio che ora verrà
presentato. Questa polemica troverà i suo corrispondente anche formale nell’invettiva contro la corruzione dei farti
domenicani alla fine del canto
I matrimoni mistici
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Il motivo dottrinario della povertà francescana è poeticamente espresso nell’allegoria dell’amore tra Francesco e
Povertà, seguito nelle fasi successive dell’innamoramento, del corteggiamento e del matrimonio (vv.55-75) e della
costruzione della famiglia (vv.76-87). Il matrimonio mistico trova anticipazione e corrispondenza stilistica conl’immagine
tradizionale di quelli di Cristo con la Chiesa (vv.31-34)
Le costanti formali
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Uso di riferimenti geografico-paesaggistici (vv.43-54); uso del doppi exemplum con personaggi tratti dalla tradizione
cristiana e pagana (vv.67-72); la metafora evangelica del gregge e dei cattivi pastori (vv.124-139)
Canto XVII
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Sommario
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Dante chiede spiegazione a Cacciaguida delle profezie ricevute vv.1-27
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Cacciaguida rivela a Dante il futuro esilio vv.28-69
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Cacciaguida consola Dante rivelandogli che nel suo esilio troverà ospitalità gli Scaligeri a Verona,
e questo previsione diventa occasione per il panegirico di Cangrande della Scala
La missione del poeta e il significato ultimo della Commedia vv.100-120
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Cacciaguida dice per prima cosa che gli avvenimenti terreni, per quanto presenti da sempre in Dio,
dipendono comunque dal libero arbitrio umano. Quindi rivela a Dante il suo futuro esilio e le
sofferenze che ne deriveranno
Cacciaguida consola Dante: panegirico di Cangrande Della Scala vv.70-99
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Dopo aver sentito da Cacciaguida tante notizie sulla Firenze antica e nobile e su quella moderna e
corrotta, Dante esita a rivolgere altre domande per il timore delle rivelazini che potrebbe ricevere,
ma esortato da Beatrice chiede spiegazioni delle oscure previsioni a lui fatte durante il viaggio
nell’Inferno e nel Purgatorio
Dante esprime un nuovo dubbio, se dovrà o meno riferire delle verità anche ostili di cui è venuto a
conoscenza nel suo viaggio ultraterreno rischiando di diventare nemico di tutti, oppure tacere,
tradendo quindi la sua missione di poeta
La risposta finale di Cacciaguida e il significato ultimo della Commedia vv.121-142
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Egli dovrà rivelare ciò che ha sentito senza preoccuparsi delle reazioni di chi si sentirà offeso dai
sui versi. Le verità di cui egli sarà portatore avranno infatti una funzione redentrice per l’umanità. È
quindi necessario che queste colpiscano proprio i rappresentanti più alti e potenti della decaduta
società del tempo
Canto XXXIII
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Sommario
 La preghiera alla Vergine vv.1-45
○ S. Bernardo eleva alla Madonna una intensa preghiera di lode, e la invoca
affinché interceda per Dante presso Dio e gli ottenga la grazia per la visione
finale. Tutti i beati si uniscono all’invocazione. La vergine guarda s. Bernardo
quindi alza gli occhi a Dio esaudendo la preghiera.
 L’insufficienza delle parole vv.46-66
○ Dante alza lo sguardo alla luce divina, ma interrompe la narrazione per
confessare ancora una l’insufficienza delle parole e della memoria a descrivere
pienamente la visione che sta per presentarglisi
 Invocazione a Dio vv.67-75
○ Invocazione del poeta a Dio perché gli sia concessa la forza almeno di dire una
minima parte di ciò che egli vide, a maggior gloria del Signore
 La visione di Dio vv. 76-105
○ Dante penetra con lo sguardo nella luce diretta di Dio fino a congiungersi con Lui,
e ricorda di aver visto in esso la presenza di e l’unione perfetta di tutte le realtà.
 La descrizione di Dio vv.106-145
○ Tre cerchi della stessa dimensione e di diverso colore, cioè la Trinità, nel secondi
di questi cerchi in travede un’immagine umana segno della natura umana di
Cristo. Egli tenta di penetrare ancor di più questo mistero, male forze del suo
intelletto vengono meno, quando un lampo della Grazia divina soddisfa il suo
desiderio: la sua anima si placa nella beatitudine e si unisce all’armonia
universale di Dio