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06 gennaio 2017 delle ore 10:10
Fino al 7.I.2017
Andrea Barzini, Silvio Pasquarelli, Meraviglie e
paradossi
Fondazione Plart, Napoli
Personaggi svuotati, nel senso più letterale
possibile, privati cioè della loro condizione
usuale, a cui è stata sostituita una nuova natura
di immobile comicità. Sono privi di
espressione, ridicolmente abbigliati, i sei busti
protagonisti della mostra a cura di Cecilia
Cecchini, presso gli spazi della Fondazione
Plart. Attraverso la libera inventiva del regista
Andrea Barzini e dell'architetto Silvio
Pasquarelli, il Plart propone un progetto
espositivo dai toni benevoli, le cui intenzioni,
più che la materia mutilata delle opere,
emergono come vere protagoniste. I sei busti,
realizzati con piccoli oggetti in plastica
altrimenti destinati alla pattumiera, prendono
una nuova vita, potendosi reinventare
completamente. «Di questa mostra mi ha
sedotto l’idea che con la plastica più semplice,
quella che ci circonda, o meglio, che ci sovrasta,
quelle forme del quotidiano cui neanche
prestiamo attenzione, possano divenire qualcos’altro,
per esempio che un semplice flacone di
candeggina, ricollocato in una posizione
diversa da quella in cui è disposto nella nostra
credenza, possa nascondere i lineamenti
stilizzati di un volto. Mi ha dato la sensazione
sognante di ritrovare delle forme familiari nelle
nuvole», così detta, con le parole di Maria Pia
Incutti, presidente della Fondazione Plart, la
mostra appare un'immagine quasi personale,
come l'idea di un regalo che si forma nella mente
fervida di un bambino.
È presto detto che la fantasia abbia, come solo
limite, la mente che la suscita e, in questo caso,
le parti che assemblano la mostra – le piccole
forchette, i tappi e i flaconi dipinti – sembrano
ninnoli stanchi sopra figure che non esistono.
Vi è comunque un'idea ammirevole, una buona
intenzione che non è scontata nel momento
della creazione, atto che, per natura, nella sua
pura volontà, non ha a che fare con alcun
progetto collettivo. Non si confronta con le
moltitudini, si preoccupa solo della propria
natività, del fare nuovo che si sta facendo.
"Meraviglie e paradossi. Il Design dello
stupore" interviene, invece, in difesa del
fantastico, con una eccitazione altruista per i
frammenti, gli straccetti, i pezzettini di quella
roba mal vista che è, alla fine, della propria vita.
Ci si inventa un nuovo profilo per le cose, con
un procedimento che per gli artisti potrebbe
somigliare allo scatto rivoluzionario dei poveri,
quando si rimettono in sesto con i mezzi atipici
della propria povertà. È un'immagine, questa,
che facilmente influenza le suggestioni degli
artisti partenopei, che guardano alla città e al
proprio lavoro e poi ancora una volta alla città,
deviando da una strada che raramente riguarda
davvero Napoli e i suoi abitanti. È una
deformazione della sensibilità, che crede di
poter condividere il magma di una complessità
urbana che invece solo raramente è capace di
intaccare. A ogni modo, tema centrale è il
riutilizzo. E la vocazione è altissima, poiché lo
scarto vuol diventare statua, monolitica
rappresentazione di autorità e stupore. Se
dunque le pretese dell'oggetto sono tali da
irrompere in una classicità inerme, è naturale
che i risultati siano ambigui e piuttosto ridicoli.
Proprio il riutilizzo, concetto sempre ben visto,
appare ora superato da un'idea più nuova che
mira non all'esaltazione dello scarto sublime ma
a un fare senza alcuno scarto, su piattaforme
ideali, di ipotetica produzione e di una
altrettanto ipotetica fruizione, senza rimasugli
da osannare. Crolla, in questo modo, lo slancio
benefico che vuole trovare a ogni costo una
funzione a un residuo altrimenti in-ogettuale.
Crolla l'idea stessa di funzione, in una
dimensione più vacua e intermittente, come un
panorama di elettroni.
Elvira Buonocore Mostra visitata il 18
novembre 2016
Dal 10 novembre 2016 al 7 gennaio 2017
Andrea Barzini, Silvio Pasquarelli, Meraviglie
e paradossi. Il Design dello stupore Fondazione
Plart Via Giuseppe Martucci 48, Napoli Orari:
da martedì a venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15
alle 18. Il sabato dalle 10 alle 13 Info:
[email protected]
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