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05 gennaio 2017 delle ore 16:09
Fino all’ 8.I.2017
Robert Rive, Photographie d’Italie
Fondazione Fotografia, Modena
Di certo la Fondazione Fotografia di Modena
ha abituato il suo pubblico ad essere sorpreso e
questa volta attua la sua abilità rivelando alcuni
tesori d'archivio acquisiti recentemente. Chiara
dall'Olio, curatrice dell'esposizione, ha selezionato
alcune fotografie di Robert Rive, fotografo di
origini tedesche nato in Prussia da padre
francese. Rive lavorò per la maggior parte della
sua vita in Italia, tanto da cambiare il proprio
nome in Roberto e facendo di Napoli la propria
base operativa, dove probabilmente anche la
sua vita si concluse. L'Italia è la protagonista
indiscussa degli scatti, visibili fino all'8
gennaio. Rive lavorò principalmente a Napoli,
dove il suo studio fu in attività dal 1850 al 1895,
le immagini all'albumina provengono proprio
dal capoluogo campano, principale soggetto
ispiratore di uno dei due album in mostra: 49
scatti raccolti tra questa città, Capri e Pompei.
L'altra raccolta, che dona il titolo all'esposizione,
consta di 147 vedute delle più celebri città del
Grand Tour, un'opera inedita esposta per la
prima volta in Italia.
Italia, della cui biografia si hanno poche
informazioni, ma che è unanimemente
riconosciuto come un punto chiave della
fotografia italiana. Rive permette allo spettatore
di godere delle vedute di cui si innamoravano
intellettuali ed artisti dell''800 e che continuano
tutt'oggi ad ingentilire gli animi del XXI secolo
senza accorgersi della distanza di secoli.
Chiara Tonelli mostra visitata il 30 dicembre
Dal 16 settembre 2016 all'8 gennaio 2017
Robert Rive, Photographies d’Italie Fondazione
Fotografia, Modena Foro Boario Modena, Via
Bono da Nonantola, 2 Orari: da mercoledì a
venerdì dalle 15:00 alle 19:00 sabato e
domenica dalle 11:00 alle 19:00 Info: www.
fondazionefotografia.org
Scorrono davanti ai nostri occhi nell'originale
allestimento Venezia, Roma, Palermo, Torino,
Genova, Taormina senza passanti o turisti, la
presenza umana è praticamente assente. Sono
visioni eteree a noi familiari ed allo stesso
tempo sconosciute, essendo ormai noi inabili di
immaginare le più famose piazze italiane vuote
o simboli della cultura sguarniti delle solite folle
di turisti con macchine fotografiche, o più
spesso, smartphone alla mano. A Rive, dal quale
questo meccanismo turistico era lontano,
interessa restituire alla stampa l'imponenza di
monumenti simbolo del Bel Paese, quali piazza
San Marco, le rovine di Roma antica, i templi
della Magna Grecia, che lo spettatore riconosce
senza fatica, come in una fotografia dai toni
seppia scattata durante una piacevole vacanza.
L'altro grande protagonista delle vedute in
mostra è il silenzio, se lo spettatore si proietta
all'interno dei luoghi immortalati udirà il nulla;
l'inudibile carica di presenza scenica i
monumenti storici e sembra fissarli ancora di
più sulle superfici. Nonostante la distanza
temporale riscontrabile nella stampa dall'effetto
onirico, la forza della fotografia di Rive non
risiede soltanto nella loro bellezza ma nella
scelta dei soggetti, che, a distanza di anni, si
possono definire eterni ed immutabili. Grazie a
queste recenti acquisizioni della Fondazione è
possibile scoprire un autore poco conosciuto in
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