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05 gennaio 2017 delle ore 03:10
La leggenda del pianista del campo profughi, che
vuole cambiare il mondo con le note. Arriva in
Italia il giovane Aeham Ahmad
Non ha nemmeno trent'anni (è nato nel 1989),
ma la sua storia potrebbe essere già raccontata
in un libro. Si chiama Aeham Ahmad, ed è il
"leggendario pianista di Yarmouk", campo
profughi palestinese alle porte di Damasco.
Come è iniziata la sua storia? Suonando tra le
macerie dei bombardamenti alla periferia della
capitale siriana, ogni giorno, un pianoforte
montato su un carretto, circondato da bambini
che lo accompagnavano con il canto. Finché un
giorno le milizie dell'IS non solo hanno bruciato
il piano, ma anche ucciso un piccolo che stava
lì. E così Ahmad, come in un romanzo, è
scappato in Europa attraverso rotta balcanica,
fino all’arrivo in Germania dove acquisisce lo
status di rifugiato. Ma la storia di Ahmad è
anche una storia a lieto fine, perché in Europa
non solo ha trovato la musica classica che ha
scoperto da piccolo a Damasco, ma ha anche
pubblicato il primo disco e ora, in attesa del
secondo album, da domani sarà in giro per
l'Italia: prima a Locorotondo (in provincia di
Bari) e poi sabato all’Auditorium Parco della
Musica di Roma, arrivando a Crema, Mestre,
Taranto, Firenze e Aosta. Un’occasione
imperdibile per conoscere e ascoltare la
malinconia dell’esilio di un pianista che
concepisce la musica come un’arma per
costruire la speranza di un mondo diverso. E
dove l'arte, stavolta per davvero, ha cambiato
la vita.
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