Un plauso a quella Sentenza contro le “classi pollaio”

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Un plauso a quella Sentenza contro le “classi
pollaio”
Non è certo un fatto marginale la frequente violazione della norma che stabilisce il tetto
massimo di venti alunni, in un’aula scolastica, quando sia presente un alunno con
disabilità. Si parla, in casi del genere, di “classi pollaio”, fenomeno che costituisce uno
tra i motivi dello snaturamento del processo di inclusione scolastica. Per questo va letta
con estremo favore una recente Sentenza prodotta dal TAR della Campania, che
censura proprio quella violazione
Tramite la recente Sentenza n.
4706/16, la Quarta Sezione del
TAR della Campania (Tribunale
Amministrativo Regionale) ha
censurato la formazione di
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pollaio”
classi con più di venti alunni,
Importante Sentenza contro le
“classi pollaio”
se frequentate da alunni con
Sempre i Diritti prima dei bilanci
disabilità, i n v i o l a z i o n e
L’inclusione scolastica secondo
l’ISTAT
dell’articolo 5, comma 2 del DPR
(Decreto del Presidente della
Repubblica) 81/09. Quest’ultimo,
va precisato, stabilisce tale tetto
massimo «di norma», il che può consentire qualche eccezione; e tuttavia, gli Uffici Centrali e
Decentrati del Ministero dell’Istruzione hanno sin troppo spesso rimesso quella possibilità di
eccezioni all’arbitraria discrezionalità dell’Amministrazione, motivando lo sforamento del tetto
di venti alunni per classe con motivi di carattere economico.
A tal proposito occorre innanzitutto ricordare che la Corte Costituzionale, dapprima con la
Sentenza 80/10 e assai recentemente con la Sentenza 275/16, ha stabilito che il diritto
all’inclusione scolastica non può essere violato dall’Amministrazione per motivi di vincoli
di bilancio.
Bisogna inoltre far presente agli Uffici Ministeriali che l’unica eccezione consentita è
contenuta nello stesso DPR 81/09, all’articolo 4, e riguarda esclusivamente eventuali
eccessi di iscrizioni: in tali casi, però, il tetto massimo può salire solo fino a ventidue
alunni, ciò che invece gli Uffici stessi e numerosi Dirigenti Scolastici continuano a fingere di
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Un plauso a quella Sentenza contro
le “classi pollaio”
ignorare, sforando quel limite anche quando non vi sia affatto un eccesso di iscrizioni.
Altro che “rivolta”, riformare il
sostegno è necessario!
come quella del TAR campano, che può certamente essere ritenuta “epocale”. Sino ad
oggi, infatti, quasi tutti i ricorsi contro l’Amministrazione Scolastica riguardavano il ridotto
numero di ore di sostegno assegnate. Adesso, invece, si comincia ad agire giudizialmente
anche contro la violazione normativa del tetto massimo di venti alunni per classe, che non è
certo meno importante. Ci si augura anzi che il numero dei ricorsi per questo motivo aumenti
in modo esponenziale. Proprio l’aumento delle ore di sostegno, infatti, se accompagnato a
L’inclusione scolastica secondo
l’ISTAT
Verso le iscrizioni al nuovo anno
scolastico
Il buon senso aiuta, ma non basta
Un tesoro che il Ministero non è
consapevole di avere
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ribellate a questa palese e persistente violazione della normativa, ottenendo una decisione,
Codice abbonamento:
Finalmente, dunque, è successo che alcune famiglie e l’Associazione ANIEF si siano
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quelle che spesso vengono definite come “classi pollaio”, rischia di favorire ancor più la
delega ai soli docenti per il sostegno da parte dei docenti curricolari, dal momento che
questi ultimi, a causa dei troppi alunni cui badare, sono costretti a trascurare gli alunni con
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Tecnologie di rete e inclusione
socio-educativa
Attivare i corsi di specializzazione
per il sostegno
disabilità, facendo quindi venir meno – e per colpa dell’Amministrazione – la caratteristica
basilare dell’inclusione, vale a dire la presa in carico del progetto inclusivo da parte di
tutti i docenti della classe.
Va aggiunto inoltre che è stata la stessa deriva verso le “classi pollaio” a spingere alcune
famiglie e collegi giudicanti rispettivamente a richiedere e ad assegnare un numero di ore di
sostegno pari a quello delle ore di insegnamento e questo, favorendo ancora una volta la
delega ai soli docenti per il sostegno, sta portando a un ulteriore snaturamento della
caratteristica dell’inclusione.
A dare ampia diffusione alla notizia – che può preludere a una fase nuova della qualità
dell’inclusione scolastica, nel rispetto della normativa fissata, come detto, dall’articolo 5,
comma 2 del DPR 81/09 – è stata recentemente la testata «OrizzonteScuola.it», alla quale
Vorrei (andare a scuola) ma non
posso!
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