Brambilla: «Con i potremmo realizza

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Transcript Brambilla: «Con i potremmo realizza

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28 Vimercate
MARTEDÌ 3 GENNAIO 2017
Giornale di Monza - Giornale di Vimercate
LUTTO Classe 1927, aveva fatto parte del gruppo di giovanissimi che si oppose al regime, rischiando anche lui di pagare con la vita
ADDIO A FELICE CARZANIGA, ULTIMO PARTIGIANO
Scampò per miracolo all’eccidio
nazifascista dei Martiri vimercatesi
Catturato nella sua casa di via Valcamonica durante una retata nel gennaio
del 1945, fu condannato a morte insieme agli altri compagni, ma la sua pena
fu commutata a 30 anni di carcere perché minorenne all’epoca dei fatti
VIMERCATE (tlo) A salvarlo dalla terribile fine, toccata invece agli amici,
fu la sua giovane età. Condannato a
morte insieme a coloro che poi
diventeranno i Martiri Vimercatesi,
la sua pena fu commutata in 30 anni
di reclusione, in ragione del fatto
che all’epoca dei fatti era ancora
minorenne.
Si è spento
venerdì della
scorsa
Giornale
di Vimercate
- martedì
settimana Felice Carzaniga (nella
foto a sinistra), classe 1927, vimercatese doc, ultimo ancora in vita
di quel gruppo di partigiani che
formarono il 1° distaccamento della
103° Brigata Garibaldi e che con la
loro lotta liberarono la città dal
nazifascismo e hanno consentito a
Vimercate di fregiarsi della Medaglia d’argento al merito civile per la
Resistenza.
Vimercatese doc, originario di cascina Gariola, figlio di Carlo e Annunciata, era l’ultimo di sei fratelli:
Ambrogio, Maria (l’unica ancora in
vita con i suoi 101 anni), Luigia,
Erminio (anche lui partigiano di
quel gruppo), Martino (disperso durante la Campagna di Russia) e
Felice.
Ancora giovanissimo decise di seguire le orme del fratello maggiore
Erminio e del cugino Mario che,
dopo l’8 settembre, scelsero di darsi
alla macchia e di combattere contro
il nazifascismo. Il gruppo si rese
protagonista di diversi atti di sabotaggio e di due attacchi al campo
volo di Arcore, controllato dai nazisti. In occasione del secondo attacco, la sera del 29 dicembre 1944,
rimase ucciso il comandante Iginio
Rota. La maggior parte dei par3tigiani che parteciparono all’azione
gennaio 2017
LA SCELTA DI BOCCOLI
Sel non c’è più,
e l’ex vicesindaco
approda al Pd
VIMERCATE (tlo) Corrado Boccoli (foto)
approda al Partito democratico. Un annuncio a sorpresa dato la scorsa settimana
dall’ex vicesindaco di sinistra della Giunta
Brambilla attraverso il suo profilo Facebook. E tra i commenti al suo post, oltre agli
in bocca al lupo e ai benvenuto dei militanti
Pd, non sono mancati anche messaggi di
sorpresa e critica
negativa. «Oggi ho
aderito al Pd - ha
scr itto giovedì
scorso Boccoli,
sorprendendo
tutti anche alla luce della sua posizione spesso critica soprattutto nei
confronti del Governo Renzi - Una
scelta ponderata
non priva di molti
dubbi, ma anche
di speranze. Sel è
morta e ai tanti
compagni che
hanno condiviso con me questa splendida
avventura va il mio ringraziamento. Ora si
apre una nuova fase. Il mio cuore batte a
sinistra e il mio sangue continua a essere
rosso...».
Tanti, come detto, i messaggi di benvenuto. Su tutti quelli del deputato vimercatese del Pd Roberto Rampi, in passato in
Giunta con Boccoli. «La battaglia è sempre
stata comune - ha detto - Per il Pd è un bel
guadagno». Tante, però, anche le critiche
negative degli ex compagni di partito e del
mondo sindacale. In particolare le parole di
Antonio Castagnoli. «Forse hai valutato
che nel Pd hai più spazi - ha detto il sindacalista - Dimmi come si può aderire a un
partito dopo tutti i commenti negativi che
hai scritto». Di circostanza l’augurio dell’ex
coordinatore di Sel Alfredo Somoza:
«Buon viaggio Corrado».
non riuscirono in seguito a sfuggire
alle inevitabili ricerche.
Giudicati dal tribunale fascista di
Milano, il 29 gennaio 1945 la maggior parte fu condannata a morte
per fucilazione, eseguita proprio nel
campo volo oggetto degli attacchi.
Caddero sotto i colpi dei fucili Pierino Colombo, Emilio Cereda, Renato Pellegatta, Aldo Motta, Luigi
Ronchi. Insieme a Iginio Rota diventeranno i Martiri vimercatesi.
Sfuggì alla cattura, ma fu anche lui
condannato a in contumacia Carlo
Levati, conosciuto con il nome di
battaglia di Tom, e autore alcuni
anni fa (prima della scomparsa) di
un libro che racconta la storia di
quei partigiani. Non sfuggì alla cattura nemmeno Felice Carzaniga, come lui stesso raccontò in una testimonianza riportata nel libro «Vimercate nella Storia contemporanea».
Era il 4 gennaio del 1945. «Alle 7,
circa 20 fascisti circondarono la mia
abitazione (all’epoca viveva con la
famiglia in via Valcamonica, ndr) e
quattro di loro irruppero in casa
mentre ero ancora a letto... Cominciarono a pormi domande su
mio fratello Erminio alla quali risposi di non averlo più rivisto dal
settembre del ‘43. In realtà si era da
Il gruppo dei partigiani vimercatesi di cui faceva parte anche Felice Carzaniga. Tra loro
anche coloro che verranno uccisi dai nazifascsiti. In piedi, da sinistra: Emilio Diligenti, Aldo
Diligenti, Carlo Levati, Luigi Ronchi, Aldo Motta, Emilio Cereda. Seduti, da sinistra, Pierino
Colombo, Iginio Rota, Renato Pellegatta
poco recato al lavoro a Milano».
Felice Carzaniga prosegue poi ricordando di non aver risposto ad
alcuna domanda sui compagni. Rinchiuso prima a San Vittore e poi nel
carcere di Monza, fu come detto
processato a Milano il 29 gennaio
del 1945 insieme agli altri partigiani
catturati. Anche lui sarebbe finito
davanti al plotone d’esecuzione il 2
febbraio del 1945. Fu salvato, insieme ad un altro vimercatese noto,
Enrico Assi, in considerazione della
minore età. Condannato a 30 anni di
carcere, vi rimase per pochi mesi
fino alla Liberazione. E naturalmente partecipò il 13 maggio del
1945 i funerali solenni per gli amici
uccisi.
Operaio attrezzista, dopo la guerra lavorò a lungo alla «Innocenti» e
in altre grosse ditte. Sposatosi con
Rachele (ancora in vita), ha avuto
un figlio Claudio e due nipoti, Elena
e Marco.
Negli anni quasi mai aveva voluto
ricordare gli episodi tragici di quei
giorni, rifiutandosi anche di partecipare a cerimonie pubbliche.
Un ricordo significativo è arrivato
anche dall’ex sindaco Paolo Brambilla, che lo conosceva personalmente. «Felice ha vissuto la sua vita
accanto a noi, lontano dai riflettori,
fino a qualche giorno fa - ha scritto
Brambilla - Silenzioso testimone di
un impegno civile che carica di
responsabilità il nostro essere, oggi,
cittadini del paese libero e democratico che ci hanno lasciato lui e
quei giovani eroi».
Lorenzo Teruzzi
L’attacco del capogruppo del Pd in Regione che parla di occasione sprecata
Brambilla: «Con i soldi stanziati da Maroni per salvare Pedemontana
potremmo realizzare il prolungamento del metrò fino a Vimercate»
VIMERCATE (tlo) «Quei soldi che
la Giunta Maroni e la maggioranza di centrodestra hanno
stanziato per sostenere i privati
nel completamento di Pedemontana, sarebbero sufficienti a realizzare il prolungamento della
linea 2 della metropolitana milanese fino a Vimercate».
A far due semplici conti è stato
nei giorni scorsi l’ex sindaco di
Vimercate Enrico Brambilla, capogruppo del Partito democratico in Regione. Brambilla che da
anni sta cercando di appoggiare
la battaglia del Vimercatese che
chiede a gran voce il prolungamento del metrò per mettere
fine all’incubo delle interminabili code sulla Tangenziale Est
che ogni giorno deve sorbirsi che
si reca a Milano.
Come è noto, prima della pausa natalizia la Giunta regionale
guidata da Roberto Maroni ha
dato il via libera, con l’avvallo
della maggioranza consiliare che
ha approvato il Bilancio, alla
concessione di 450 milioni di
euro per sostenere il complet a m e n t o d i Pe d e m o n t a n a.
«Un’opera realizzata da privati
che ottengono quindi soldi pubblici per completare un intervento che altrimenti non sarebbero in grado di fare - ha commentato Brambilla - Quindi la
Giunta Maroni sceglie di finanziare privati piuttosto che utilizzare qui soldi per interventi
pubblici. Uno su tutti, il prolungamento del metrò fino a
Vimercate». Come noto il costo
dell’opera supera abbondantemente i 500 milioni di euro, ma
ultimamente sul tavolo è stata
messa anche l’ipotesi di un intervento più leggero (ad esempio
la riduzione del numero di fer-
mate da Cologno a Vimercate) e
quindi meno costoso. «E’ una
questione di volontà politica - ha
concluso Brambilla - E’ evidente
che gli interessi della Giunta Maroni sono altri».
«M2» Recapitate al sindaco di Concorezzo, la prossima settimana tocca a quello di Vimercate
Consegnate una valanga di firme per la mobilità
VIMERCATE (frd) O ltre
2.500 firme raccolte per
chiedere il prolungamento della linea verde del
metrò da Cologno Nord a
Vimercate e 1.160 per rilanciare il trasporto pubblico locale. La scorsa settimana una delegazione
del Comitato Mobilità
Ecosostenibile, composta
da Cristina Maranesi,
Ileana Faidutti, A nna
Vanzetti e Simone Castell i, ha incontrato il
consigliere provinciale e
primo cittadino Riccardo
B orgonovo. Durante il
colloquio il Comitato ha
consegnato la raccolta firme per le due petizioni.
«Da parte del sindaco
c'è stata un'ampia condivisione degli obiettivi e la volontà di portare avanti un lavoro
comune tra sindaci, regione e
ministero dei trasporti», ha commentato Maranesi.
Tra le varie ipotesi in campo
quella più caldeggiata è l'idea di
una metro leggera sopraelevata
(simile a quella che oggi collega
Cascina Gobba con l'ospedale
San Raffaele) che avrebbe costi
di realizzazione inferiori rispetto
Da sinistra: Ileana Faidutti, Simone Castelli, il sindaco di Concorezzo Riccardo
Borgonovo, Anna Vanzetti e Cristina Maranesi
agli scavi per interrare il tracciato, oppure delle corsie preferenziali per bus-navetta Vimercate-Cologno, che però avrebbe
come controindicazioni la necessità di costruire un nuovo
tracciato parallelo alla tangenziale. «A livello provinciale stiamo valutando il possibile coin-
volgimento di soggetti privati
che potrebbero beneficiare della
realizzazione del progetto metropolitana», ha sottolineato
Borgonovo. Intanto il Comitato
ha fatto sapere che giovedì della
prossima settimana, 12 gennaio,
incontrerà anche il sindaco di
Vimercate Francesco Sartini.