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Sicilia, professori precari senza stipendio: polemica per il portale Sidi
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie il 6 gennaio 2017, alle 06:18 | archiviato in Politica, politica sicilia. Puoi seguire ogni
risposta attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o un trackback a questo articolo
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Protesta il presidente dell’Anief Marcello Pacifico: “Un Paese moderno non
può lasciare i suoi lavoratori, peraltro che operano anche alle dirette
dipendenze dello Stato, senza stipendio per così tanti mesi: in diversi casi,
peraltro, si tratta di docenti e Ata assunti a tempo determinato anche a
centinaia di chilometri da casa. Gli articoli 35 e 36 della nostra Costituzione
parlano chiaro: lo stipendio è un diritto, ancora di più quando serve per
pagare affitti, mutui, spese vive e per i trasporti che servono proprio a
raggiungere la sede di lavoro. La riforma della Buona Scuola e
l’informatizzazione dei sistemi di pagamento degli istituti scolastici non ha
cambiato le cose: migliaia di supplenti temporanei della scuola continuano a
ricevere lo stipendio con mesi di ritardo. Molti di loro attendono ancora il
pagamento di novembre e dicembre, tredicesima compresa. Una parte deve
percepire anche i mesi precedenti. Dal Ministero dell’Istruzione continuano a
giungere notizie rassicuranti: la Direzione Generale delle risorse umane e
finanziarie ha emanato una nota nella quale comunica che l’emissione
speciale per il pagamento degli stipendi arretrati dei docenti precari sarà
effettuata il 18 gennaio 2017”.
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Provincia di Agrigento: la
Codice abbonamento:
Tanti supplenti temporanei continuano a ricevere lo
stipendio con forti ritardi. Molti di loro attendono
ancora il pagamento di novembre e dicembre,
tredicesima compresa. Una parte deve percepire
anche i mesi precedenti. Miur e Mef continuano a
rimbalzarsi le responsabilità. Il problema è il portale
Sidi, che presenta diverse difficoltà di connessione,
ma soprattutto la ricarica dei POS delle scuole: le
segreterie scolastiche, infatti, non possono
autorizzare pagamenti se il “borsellino” virtuale di cui dispongono è vuoto.
Anief non lascerà soli i supplenti: il sindacato, qualora l’annunciato
pagamento degli arretrati fissato dal Miur per il 18 gennaio non venisse
rispettato, è pronto a diffidare lo stesso Ministero e a procedere con
successivo ricorso.
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Cronaca del 2016 a cura
di Angelo Ruoppolo Ma c’è poco da stare tranquilli. Perché lo stesso Miur in precedenza aveva
comunicato altre due date, il 9 gennaio e il 24 gennaio, poi la nota di
rettifica. “Il problema è molto serio: alcuni precari non vedono soldi dal mese
di settembre”, spiega Orizzonte Scuola. Che punta l’indice sul “sistema
approntato dai due ministeri, Miur e Mef”.
PRIMO PIANO
È “infatti inutile insistere sul fatto che siano le scuole inadempienti, anche
se il lavoro è tanto e il personale scarso: il problema è il portale Sidi, che
presenta ancora diversi problemi di connessione, ma soprattutto la ricarica
dei POS delle scuole”. “Se il ministero non ricarica questo “bancomat
virtuale”, i soldi ai precari non possono essere pagati, perché la segreteria
non può autorizzare pagamenti se il borsellino di cui dispone è vuoto. Ed è
quello che è successo a molti precari, a cui la segreteria non ha autorizzato
i pagamenti di diversi stipendi. Eppure – conclude la rivista – il MIUR aveva
promesso che da quest’anno le cose sarebbero andate meglio, che il sistema
sarebbe stato migliorato e che, se ci fossero stati ritardi, avrebbero pagato
la falla i dirigenti scolastici. In realtà i problemi persistono”.
Sicilia, 32enne si
dà fuoco in auto
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A distanza di 10 mesi, quando in 30mila hanno atteso a lungo lo stipendio, in
presenza di svariate spese da affrontare per vitto, alloggio e trasporti, si
ripete lo stesso copione. Con i dirigenti responsabili del Dicastero di Viale
Trastevere che si rimbalzano le responsabilità di questo ennesimo disservizio
con i colleghi del Ministero dell’Economia. Come in quell’occasione, l’Anief non
lascerà soli i supplenti: il sindacato, infatti, qualora l’annunciato pagamento
degli arretrati fissato dal Miur per il 18 gennaio non venisse rispettato, è
pronto a diffidare lo stesso Ministero e a procedere con successivo ricorso.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal,
ricorda che “un Paese moderno non può lasciare i suoi lavoratori, peraltro
che operano anche alle dirette dipendenze dello Stato, senza stipendio per
così tanti mesi: in diversi casi, peraltro, si tratta di docenti e Ata assunti a
tempo determinato anche a centinaia di chilometri da casa. Gli articoli 35 e
36 della nostra Costituzione parlano chiaro: lo stipendio è un diritto, ancora
di più quando serve per pagare affitti, mutui, spese vive e per i trasporti che
servono proprio a raggiungere la sede di lavoro. Basta con i rimandi”,
conclude Pacifico.
Sicilia, il gelo fa
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dell’ortofrutta:
ridotta la
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coltivata
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