Stipendi etici come all`Olivetti

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La disuguaglianza comincia dalla busta paga
Stipendi etici come all'Olivetti
ne con la quale chiedevano al
n Italia non è stata acl ta con l'attenzione
che meritava una notizia
proveniente dalla Francia,
che riguarda il divario tra lo
stipendio minimo e massimo
nelle maggiori aziende quotate in
Borsa.
Quaranta personalità del mondo
culturale, economico e politico
francese hanno firmato unapetizio-
co
governo di ridurre di oltre
lametà, conunalegge, questo divario, che attualmente arriva al rapporto di 1 a
240. Il che significa che attualmente lo stipendio di un
alto dirigente, quello che nel
mondo americano si chiama "Ceo",
pari mediamente a 4,2 milioni di euro l'anno, equivale a 240 salari minimi.
SEGUE A PAGINA 11
(di. ü;rn.lLKhi livllt lini,,lia
.............. METTIAMO..............
................ UN TETTO ...............
AGLI STIPENDI
SEGUE DALLA PRIMA
quaranta firmatari della petizione, tra i quali l'economista
Thomas Picketty, la sindaca
di Parigi Anne Hidalgo, l'intellettuale Daniel Cohn-Bendit, chiedono al governo di abbassare il divario al rapporto di l a100.
In Francia il terreno peruna simile
petizione è stato preparato dalla
dichiarazione programmatica
pronunciata da Hollande subito
dopo l'elezione. Hollande aveva
invitatole aziende ad auto-regolamentarsi, altrimenti si sarebbe reso necessario un intervento legislativo. Le aziende non si sono autoregolamentate. Dunque è necessario un intervento legislativo.
Mala notizianon ha qui il suo vertice: il suo vertice sta nel successo
della petizione, che in una giornata è passata da 40 firme a 10 mila, e
nel sostegno cheleha subito dato il
primo ministro, Manuel Valls.
Valls ha pubblicamente dichiarato diessere d'accordo conlarichiesta, perché "quella è la strada che
bisognerà seguire".
DA NOI la situazione è pressoché identica, il divario tra il minimo e il
massimo degli stipendi (e delle
pensioni) arrivaallo stessorapporto, insostenibile. Da noi ci sono stipendi d'oro e stipendi dafame (letteralmente), e pensioni d'oro, da 3
mila euro al giorno, e pensioni da
fame. Ci sono però anche aziende
che vietano alla radice che il rap-
porto salga a questo livello, cal momento dell'assunzione impongono l'accettazione di uno statuto interno che blocca quel divario a un
rapporto tollerabile: un mese fa il
alloral'aziendastabilìchetrailmeno pagato degli operai e il più pagato degli ingegneri il divario doveva restare dal alo. I fautori degli
stipendi d'oro ai grandi manager
dicono che, se l'attuale divario vien
ridotto, i grandi
manager se ne
vanno, l'azienda si
svuota delle intelligenze migliori,
perde il progresso
e il successo. Mala
storia della Olivetti dimostra il contrario. La Olivetti
richiamò fin da subito le migliori intelligenze del paese (per restare
nel mio campo, che è laletteratura,
Geno Pampaloni, Paolo Volponi,
Giovanni Giudici, Ottiero Ottieri
lavorarono lì), e raggiunse unlivello d'inventivitàe diproduttivitàfra
i più alti al mondo: poco prima che
Adriano Olivetti morisse (d'infarto, in treno) era arrivata a inventare
e produrre una macchina (che
In Francia ha successo
una petizione a Hollande
per limitare le retribuzioni
nelle aziende private:
che ne pensa Renzi?
direttore della Banca Etica di Padova ha dichiarato che il suo stipendio (il più alto nell'azienda) è
paria 4,6 volte lo stipendio più basso, enonpuò, per statuto, superarlo
di 6 volte. Questo statuto interno,
che fissa il rapporto tra stipendio
massimo e minimo, a noi italiani fa
venire in mente la nascita della Olivetti, sotto l'ingegnere Adriano:
chiamò Divisumma) che era un
prototipo del computer, con largo
anticipo sulla concorrenza. L'azienda era nota per l'accordo el'armonia al suo interno, anche nel
rapporto tra base e vertice.
UN RAPPORTO DI 1 A 6, come
nell'attuale Banca Etica, odi 1 a 10,
come nella Olivetti delle origini, è
un divario che funziona. Tutti lavorano con dignità e danno il massimo. Nel rapporto che corre oggi,
di 1 a 240, chi riceve un duecentoquarantesimo si sente trattato come un sottoumano, e non capisce
perché dovrebbe lavorare per
mantenere un sistema che non gli
permette divivere. Il divario attuale non è cristiano, non è marxiano,
non è umano. Il primo ministro
francese lo ammette e dice che bisogna necessariamente ridurlo.
Possiamo chiedere al primo ministro italiano, Matteo Renzi, di pronunciare le stesse parole del suo
collega francese? Di dire che quel
rapporto va ridotto di molto? Visto
che siamo in Italia, possiamo chiedere al nostro presidente di pensare al rapporto di 1 a 10 dellanascente Olivetti, o di 1 a 6 dell'attuale
Banca Etica? Non retroattivamente, perché non si può, ma d'ora in
poi. Il primo ministro francese ha
risposto nel giorno stesso in cui gli
fu rivolta la richiesta. Aspettiamo
la risposta del nostro presidente
del Consiglio.
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