Il Molise alle altre regioni garantisce un flusso idrico costante senza

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Transcript Il Molise alle altre regioni garantisce un flusso idrico costante senza

anno i - n° 0 giovedì 29 dicembre 2016
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
Vincenzo Iacovino
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Vincenzo Iacovino. L’avvocato
molisano, dopo essere riuscito a
piazzare un altro colpo a livello nazionale, si sta imponendo proprio
nelle cause di lavoro di maggiore
respiro. Passaggi non secondari che
ne fanno un punto di riferimento
nel settore giuslavoristico.
L’Ardire
Fare di Campobasso,
la città della Salute
di Giuseppe Saluppo
S
anità, c’è la necessità di mettere al
centro il paziente, il suo sistema affettivo e relazionale e costruire un
percorso di cura perfettamente adeguato alle sue necessità per dare vita al progetto della Città della Salute, della Ricerca e
della Didattica che potrebbe nascere a Campobasso. E' questo il solco da tracciare e nel
quale innestare una nuova linea di programma
attraverso l'ospedale Cardarelli, il centro medico della Cattolica e l'università degli studi
con la facoltà di Medicina. Non fare partiti a
favore dell'una o dell'altra struttura. Sono
tante e complesse le componenti che concorrono a questo primo, fondamentale obiettivo
del terzo millennio capace di guardare alla salute di noi tutti: un servizio sanitario pubblico
sempre più evoluto e integrato; un incremento di saperi e tecnologie che modifica
ogni giorno il ruolo del clinico, del ricercatore, del tecnico, dell’infermiere; una volontà
pubblica e politica, come la Regione Molise
che può porsi all’avanguardia per qualità del
suo sistema sanitario e per quantità di innovazione e di progetti di ampio respiro; la capacità di strategia e di visione per fondere
funzioni ospedaliere, sanitarie, di cura, di accoglienza, di formazione e di ricerca in un
unico, grande progetto aperto alla città; la determinazione a mettere in relazione tanti saperi e competenze diversi in campo
scientifico, didattico, formativo, urbanistico e
territoriale. Dentro la Città della Salute, della
Ricerca e della Didattica potrebbero aversi
tante opportunità. Proprio per questo si tratta
di un progetto delicato e complesso, in cui
tutti gli elementi in campo devono trovare un
giusto equilibrio per giungere alla realizzazione finale. Perchè? Perché può contare su
attività e competenze di eccellenza, diventare
punto di riferimento e di avanguardia in ambito oncologico, neurologico, cardiologico e
quant'altro dando luogo a un nuovo complesso sanitario. Naturalmente deve essere
un’iniziativa pubblica pensata per il pubblico,
ovvero per fornire una nuova piattaforma di
sviluppo per tre strutture di eccellenza nella
clinica, ricerca e didattica - Ospedale Cardarelli, Centro medico Cattolica e Polo universitario che necessitano di nuovi spazi e
prospettive di sviluppo per crescere ed essere
ancora più competitive per assicurare quel
salto di qualità che i cittadini si attendono.
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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
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Bibiana Chierchia
Il Tapiro del giorno all'assessore Bibiana Chierchia per lo sfogo non richiesto sulle "meditate" dimissioni
(mai date) sull'esiguità della indennità
che ha percepito, sull’impegno a
tempo pieno al comune , sull’uso corretto della lingua italiana e sulla
prima esperienza lavorativa alla colonia di Pesaro. Ad quid?
Il Molise alle altre regioni garantisce
un flusso idrico costante senza avere
la contropartita in soldi
Non è il caso di svegliarsi?
Acqua,
va chiuso
il rubinetto
Servizio a pag.2
IL FATTO
pagina 2
Screening oncologici,
dal 15 gennaio c’è l’App
Dal 15 gennaio 2017, per i cittadini molisani interessati dai progetti di
prevenzione, per gli screening oncologici, sarà possibile scaricare
l’App gratuita che consentirà di fissare gli appuntamenti per i controlli
o di posticiparli nonchè di avere piena conoscenza di quanto posto in
essere dall’Asrem.
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In Molise bisogna riaprire il fascicolo
delle convenzioni con la Puglia, la Campania e l’Abruzzo, per riconsiderare, in
una prospettiva diversa, quei due milioni
di metri cubi di acqua sorgiva del Molise
nelle tubature dei napoletani, dei pugliesi
e degli abruzzesi in contropartita dei quali
non c’è nulla che possa giustificare il
mantenimento di una condizione da cui il
Molise economicamente non ricava granché. Lo stato delle cose può essere considerato uno sberleffo politico e
amministrativo al quale i molisani sono
costretti a sottostare a causa dell’inerzia
politica di chi li amministra oggi, al pari
di chi li ha amministrati ieri. Sulle perdite
d’acqua dalle reti di distribuzioni nei comuni e sulla derivazione da parte delle
regioni contermini si può scrivere un pesantissimo atto d’accusa contro gli amministratori locali e regionali e indicarli
al pubblico ludibrio per la indifferenza
che pongono al problema. Che non è di
oggi, come abbiamo fatto cenno, ma si
trascina da decenni, perché da decenni la
stampa più accorta del Molise batte il
tasto delle perdite dalle reti di distribuzione e quello ancora più insopportabile
di mantenere in vita convenzioni vecchie
di decenni con l’Abruzzo, la Campania e
la Puglia in cui è trascritta a lettere cubitali la dabbenaggine molisana e la furbizia campana, l’alterigia abruzzese, e la
provata necessità idrica della Puglia. Il
tutto a prezzi stracciati, magari sottoscosto. Scartabellando nella memoria c’è tor-
Risorse idriche, il Molise
faccia sentire la sua voce
nata alla mente la breve transizione politica e amministrativa di Angelo Di Stefano che sul finire degli anni Novanta ha
ricoperto la carica di assessore regionale
ai lavori pubblici. Lo ricordiamo per essersi reso protagonista di una iniziativa
dirompente: indurre le tre Regioni a prendere atto della necessità di riaprire il discorso e le carte che riguardavano la
captazione e l’utilizzo dell’acqua molisana. Quella iniziativa ebbe l’effetto di
muovere finanche i pezzi grossi dei Palazzi romani che in cambio dell’acqua
alla Campania, alla Puglia e all’Abruzzo,
si dissero pronti ad assecondare le richieste molisane in materia di viabilità (l’autostrada del Molise) e il sistema della
mobilità in generale. Quell’iniziativa in
sostanza sanciva la cessione di milioni di
metri cubi di acqua sorgiva dal Molise e,
contestualmente, la fondata la richiesta
che il Molise ne ricavasse un vantaggio.
In effetti fu un scossa tellurica, la scoperchiatura di concessioni idriche notevolmente penalizzanti per i molisani.
Purtroppo, ancora oggi gli amministratori
di Palazzo Vitale non si rendono conto
dell’entità del danno che lasciano correre,
dell’impoverimento progressivo delle risorse idriche, della insolenza con cui la
questione viene glissata dalle parti in
causa. Un governo meno imberbe, inesperto e tremebondo, andrebbe lancia in
resta a discutere una revisione delle concessioni e, se necessario, a paventare, la
chiusura dei rubinetti che forniscono
acqua (gratis o semigratis) alla Campania,
alla Puglia e all’Abruzzo. L’assessore Di
Stefano è durato poco in giunta, il tempo
necessario per leggere e rileggere il contratto per l’utilizzo dell’acqua dell’invaso
d’Occhito e quello della derivazione dell’acqua del Liscione e tanti altri punti
oscuri. Che chiunque si accorgerebbe andando a leggere e rileggere quei documenti. Le vicende politiche hanno fatto sì
che la rivendicazione non fosse portata a
termine e chi è venuto dopo di lui s’è
guardato bene dal riproporla.
L’applicazione, disponbile dal 15 gennaio 2017, è stata presentata ieri
Novità per gli screening oncologici
Basta un App per prevenire
Un’App per facilitare la conoscenza, la prevenzione e gli esami
da prenotare per lo screening oncologico. Sarà disponibile, gratuitamente, per tutti i molisani
rientranti nei progetti di prevenzione, a partire dal prossimo 15
gennaio 2017. E’ una applicazione rivolta agli utenti dell’Asrem, sull’importanza degli
screening oncologici. Contiene
materiale informativo, link e contatti, gli appuntamenti per gli
esami e la possibilità di modificarli scegliendo altra data possibile, nonché le varie sedi dove
effettuare le visite di controllo.“Si
tratta di avvicinare ancora di più i
cittadini molisani che rientrano
nel programma degli screening
oncologici della cervice uterina,
del colon retto e del seno - ha
detta Marinella D’Innocenzo direttore generale della Salute della
Regione Molise - per garantirne
l’orientamento e la possibilità di
prenotare visite o posticiparle at-
traverso l’applicazione. La prevenzione, riteniamo, sia fondamentale in patologie come quelle
oncologiche ed ecco perchè abbiamo dato via libera al nuovo
progetto che va ad integrare la comunicazione cartacea. La cultura
della prevenzione è fondamentale
e come Regione Molise abbiamo
ritenuto rafforzare questo progetto”. Solo per la citologia sono
86mila i cittadini molisani che
rientrano nelle fasce considerate
dall’Asrem. “Tre i punti essen-
ziali del progetto App per gli
screening oncologici - ha sottolineato il presidente Paolo Frattura.
Il primo, della prevenzione come
crescita culturale. Certo, non tutti
utilizzano ancora gli smartphone
ma l’App andrà ad affiancare la
comunicazione cartacea. La partecipazione agli screening è
l’esercizio di un diritto e richiede
piena consapevolezza: gli aspetti
comunicativi sono quindi determinanti per il successo di un programma organizzato. Secondo, la
comunicazione avrà un’attenzione particolare al territorio per
l’efficientamento sanitario. Terzo,
il progeatto rientra nella riorganizzazione del sistema informativo sanitario regionale che dovrà
assicurare tempi certi e brevi per
qualsiasi analisi”. Ricordiamo,
che per la mammografia gli esami
vanno effettuati ogni due anni alle
donne di età compresa tra i 50 e i
69 anni. L’esame citologico cervico-vaginale, o Pap test, ogni tre
anni per le donne di età compresa
tra 25 e 64 anni. La ricerca del
sangue occulto nelle feci (Sof),
per il colon retto, ogni due anni
per le donne e gli uomini tra i 50
e i 70 o 74 anni.
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Interprete glaciale della sua missione e rivendicatrice altrettanto decisa dei suoi “diritti”
Il direttore generale per la Salute, Marinella D’Innocenzo, è
stata autorizzata dal direttore
del Secondo Dipartimento regionale, Mariarosaria Simonelli, ad espletare attività
formative nell’ambito della docenza in “ Organizzazione e gestione delle aziende sanitarie
nell’ambito del corso di Formazione manageriale in Sanità per
direttori generali e amministrativi delle aziende sanitarie e
ospedaliere”, presso la Luiss
Business School di Roma. Non
è la prima volta che le viene
concesso questo vantaggio professionale ed economico, nonostante le urgenze e le necessità
della Salute dei molisani e il
suo compito di sostegno al
commissario ad acta per la sanità, Paolo di Laura Frattura,
vorrebbero che non perdesse un
minuto del suo tempo in altre
faccende. Ma la D’Innocenzo
conta parecchio, insomma vale,
e si fa valere, spesso assumendo
atteggiamenti e posizioni in difesa del proprio e dell’operato
di Frattura, con particolare determinazione e calore, fungendo da parafulmine alla
critiche e alle polemiche che il
riordino della rete ospedaliera,
il taglio dei servizi e dei reparti,
per come sono stati programmati, e per come vengono attuati,
scatenano.
Plenipotenziaria dei poteri e dei
voleri ministeriali, la D’Innocenzo è una interprete glaciale
della sua missione ed una rivendicatrice altrettanto decisa
dei suoi “diritti”, tra cui assume
l’intervento
Cronache dall’Alto Molise,
mercoledì 28 dicembre 2016.
Dal sito Facebook di don Francesco Martino.
“Ad Agnone 18 DIALIZZATI
di ALTO MOLISE ed ALTO
VASTESE sono stati sbattuti
ad Isernia in 3 turni di cui uno
notturno. Buongiorno qui dalla
Dialisi di Isernia: oggi la nostra
giornata è cominciata al Caracciolo alle 5.45 del mattino; alle
ore 6,25 siamo partiti per Sant’Angelo del Pesco per prendere un’altra paziente, quindi
via Castel Di Sangro siamo
giunti ad Isernia alle 7.45. Un
altra infermiera delle nostre
ieri sera si è sentita male , un
nostro collega ha rifiutato di
dializzare. Il viaggio ci ha
spossato, qui c’è una certa agi-
Marinella D’Innocenzo e il suo
doppio: direttore generale per la
Salute a Campobasso, docente alla
Luiss Business School a Roma
Le urgenze e le necessità della Salute dei molisani e il sostegno al commissario
ad acta per la sanità, Paolo di Laura Frattura, vorrebbero che non perdesse un
minuto del suo tempo in altre faccende
quello della docenza presso la
Luiss Business School di Roma
(quel business dice tutto). Attività, che per la Simonelli sarebbe compatibile con l’articolo
53 del decreto legislativo 165
del 30 marzo 2001 (norme in
materia di incompatibilità, cu-
mulo d’impieghi e incarichi), e
non confligerebbe “con l’attività primaria della struttura diretta dalla dirigente”. Di più.
Secondo il parere e il punto di
vista del presidente della giunta
regionale e commissario ad
acta per la sanità, Paolo di
Laura
Frattura
(“Acquaiuò, è fresca l’acqua: Come
una rosa!) – quella
docenza (di cui
non viene detta la
durata né specificato il compenso)
non
determinerebbe alcuna discrasia
alla
organizzazione e
alla funzionalità
della direzione generale per la Salute
e,
naturalmente, al
lavoro del direttore generale Marinella D’Innocenzo. Questo, a
parere di Frattura. Se solo sapesse il parere dei pazienti, probabilmente sarebbe di altro
avviso.
Dardo
Dializzati, l’odissea del viaggio
da Agnone all’ospedale di Isernia
Occorre
fare
la rivoluzione
tazione. Ci hanno attaccato gli
infermieri, la sala Dialisi è spaziosa, ma hanno l’ecografo
rotto e anche qui hanno i loro
problemi non trascurabili.
Chiedono anche qui aiuto per
le loro difficoltà. Siamo anche
qui pieni e non ci sono posti
per le emergenze. Non è tempo
di piegare la testa: qui va fatta
la rivoluzione! Ieri un’altra assurdità: si sono dovute portare
ad Isernia lastre di ieri perché
nonostante il medico era in ser-
vizio non ha voluto refertarle
perché la richiesta era del 25
dicembre! Ora basta, per tutto!
Sto pensando che è l’ora del
bastone e della denuncia, perché fare i buoni significa finire
di farsi calpestare! Non ce la
possiamo fare con questi stress
a vivere! Chi programma potrebbe pensarci. Con i miei
compagni di avventura oggi
chiamiamo l’ANED. E chi
deve pagare deve pagare!”
Oasi Wwf,
nuovo atto
vandalico
“Ci Risiamo! Dopo appena
due mesi dall’ultimo episodio vandalico all’area faunistica del cervo dell’Oasi
WWF, un nuovo grave atto
di danneggiamento della recinzione di Fonte Litania di
Campochiaro, ha purtroppo
questa volta provocato la
fuoriuscita degli animali presenti in loco da oltre due
anni, grazie ad una proficua
collaborazione con il Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio
e Molise”. E’ questa la denuncia. “Quest’ultimo episodio,
rappresenta
soprattutto un grave danno
per le stesse comunità di
Campochiaro e di Guardiaregia che da tanti anni investono risorse e passione nel
progetto Oasi WWF, ricevendo da quest’ultima una
nuova forma di turismo ecocompatibile legato alla tutela
e promozione del territorio e
tutto l’indotto che le Oasi del
WWF portano in eredità.
L’area faunistica dell’Oasi
WWF, rappresenta infatti da
alcuni anni un punto fermo
nella promozione e tutela
dell’ambiente naturale e
della biodiversità della Riserva naturale, venendo visitata da circa 2000 persone
all’anno, tra scolaresche, famiglie ed appassionati di natura. Il WWF, a 20 anni
dall’inaugurazione dell’Oasi
matesina, non intende infine
recedere dal progetto e da
tutte quelle attività didattiche
e di tutela degli animali dell’area faunistica del cervo
che, in primavera, si riavvieranno come da programma
previsto”.
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Piantata la nuova essenza in Piazza Cesare Battisti
Una sequoia non è per sempre
La sostituzione della vecchia pianta andata in malora,s’è avuta per iniziativa di un comitato
di cittadini coordinato dall’ingegnere Claudio Pasquale che s’è accollato l’onere e l’onore di
provvedere là dove non provvedeva la pubblica amministrazione
Per opportunità, oltre che per esigenza strettamente botanica, la
sequoia impiantata in Piazza Cesare Battisti, in sostituzione di
quella andata in malora per evidente carenza di cura, ridotta ad
una parodia di sequoia (pianta peraltro di grande nobiltà e imponenza), non poteva essere diversa
da quella che è: una giovane sequoia di 15 anni, meglio predisposta all’attecchimento e alla
crescita prevedibile, di 60/70 centimetri l’anno. Questa notazione
tecnica si rende necessaria per livellare i rilievi e le critiche che
alcuni esegeti della flora cittadina
hanno sollevato nel momento in
cui alla loro vista è scomparso il
troncone inerte della vecchia sequoia (cui avevano fatto l’occhio
e l’abitudine), ed è apparsa la
giovane essenza che certo non
avrebbe mai potuto ricomporre il
ricordo della vecchia sequoia
prima che decadesse miseramente, andando ad aggiungersi
alla perdita mai giustificata dei
cedri del Libano nei giardini retrostanti Palazzo san Giorgio.
Perdite floristicamente gravissime, trattandosi di essenze di
grande pregio che però non hanno
interessato nessuno né mosso un
dito, per capire chi quel danno
l’avesse procurato, e perché. Ben
Il progetto su un’area di 100 mila
metri quadrati doveva servire a rilanciare l’economia marittima molisana, invece a distanza di anni la
sua realizzazione ha causato stravolgimenti ambientali ed è finita
negli atti d’indagine di tre Procure
mentre i costi ormai esorbitanti ne
mettono in dubbio la pubblica utilità. La Regione è rimasta a guardare.
Abbiamo
presentato
un’interrogazione in Consiglio e
presto la vicenda arriverà anche
alla Camera per i sospetti legami
con Banca Etruria
La storia del porto ‘Marina Sveva’
di Montenero di Bisaccia è fatta di
ritardi e anomalie, costi lievitati e
rischi ambientali, super prestiti e
fallimenti. Una storia cominciata
nel 2003 quando la Società Marittima Molisana, presto fagocitata da
una famosa coop edile romagnola,
presenta domanda di concessione
demaniale per la costruzione di un
porto turistico. La Regione rilascia
il giudizio di compatibilità ambientale, ma impone azioni di mo-
altro soprassalto invece c’è stato,
con il corredo dei rilievi e delle
critiche appena sopra accennati,
per la sequoia divelta perché
fosse sostituita con una nuova
che, ribadiamo, non poteva che
essere ciò ch’è: una pianta relativamente giovane, destinata, se attecchisce, come si spera e si
augura, a restituire nel tempo la
stessa immagine che nella memoria dei campobassani ancora non
è sbiadita, della sequoia quasi
centenaria in tutta la sua possente
maturità, a fare da “sentinella” all’ingresso al centro murattiano da
Via Mazzini e da Via Veneto. Con
questa premessa, era lecito attendersi ben altro commento alla sostituzione effettuata per lodevole
iniziativa di un comitato di cittadini coordinato dall’ingegnere
Claudio Pasquale che s’è accollato l’onere e l’onore di provvedere là dove non provvedeva la
pubblica amministrazione. La
messa a dimora della nuova sequoia sarebbe dovuta essere una
giornata di festa, per confermare
che nella città, nel mettere riparo
ai danni e alle deficienze altrui, rimangono in circolo sentimenti di
appartenenza e di condivisione.
Ma non è stato. Se solo però si sapesse il tempo necessario per organizzare il tutto, e farlo
funzionare, siamo certi, molti critici rivedrebbero la loro posizione
e si renderebbero partecipi, fattivamente, di un’azione di cultura
civile e di sensibilità estetica che
non ha precedenti in città. Per ar-
rivare ad ottenere l’autorizzazione a rimuovere la vecchia sequoia è trascorso più di un anno e
mezzo e altro tempo s’è reso necessario per analizzare il sito
dove impiantare la nuova. La rimozione della sequoia deperita è
stata resa possibile dalla esperta
collaborazione dei Vigili del
Fuoco, mentre l’impianto della
nuova, s’è avvalso delle preziose
indicazioni e dei saggi suggerimenti del professore Giuseppe
Lima della facoltà di Agraria dell’università del Molise. Quando
abbiamo accennato ai sentimenti
di appartenenza e condivisione
che ancora sono in circolo in
città, ci siamo rifatti all’opera
tecnica, ancorché spontanea, dell’impresa Di Sisto e a quella particolarmente decisiva della ditta
Euroflora di Campobasso. Il simbolismo (civico e culturale) che
connota questo episodio cittadino
non ha bisogno di parole. Si sostanzia nella giovane sequoia e
negli anni che saranno necessari
per rendersi imponente come, demagogicamente, i critici l’avrebbero voluta. Non conoscendo le
leggi della natura e della botanica.
Dardo
Porto di Montenero, promessa non mantenuta
nitoraggio e il ripascimento del
tratto di mare a sud del porto; nel
2006 rilascia la concessione demaniale marittima con numerose prescrizioni.
Secondo il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Montenero
i lavori devono concludersi entro 3
anni dalla data di inizio, quindi
stando alle carte entro aprile 2011,
ma con le proroghe chieste dalla
Società Marittima, divenuta intanto
una spa, si arriva fino a luglio 2013.
Cominciano le anomalie. Il costo
complessivo previsto è pari a 8 milioni 500 mila euro, ma già nel
2006 l’importo appaltato è di 13
milioni 800 mila, mentre il costo
complessivo dell’opera arriverà a
oltre 17 milioni 487 mila euro.
Stranezze su tempi e costi, ma
anche gestionali. Nel gennaio 2014
l’amministrazione
regionale
esclude formalmente l’applicazione della disciplina di lavori pubblici al collaudo finale. In questo
modo la Regione permette che la
valutazione delle spese sostenute
per i lavori sia fatta sulla base della
sola autodichiarazione del concessionario, quindi senza alcuna verifica effettiva della Commissione
costituita ad hoc.
Con l’atto concessorio, peraltro, la
Società Marittima si impegna a
“redigere un piano di riqualificazione ambientale” e opere di difesa
dalle mareggiate e dall’erosione
costiera nell’area del porto e nelle
zone adiacenti.
Questa storia ingarbugliata, però,
conta un altro capitolo: quello finanziario. E qui entra in gioco la
vecchia Banca Etruria.
Nel 2006 la CMR (Cooperativa
muratori riuniti di Filo di Argenta)
entra in Società Marittima Molisana e inizia a costruire il porto turistico. In questo periodo SMM
riceve un finanziamento dalla
Banca popolare Etruria (soldi dei
risparmiatori) che tra 2012 e 2013,
dopo il fallimento della CMR, il
blocco dei lavori e l’entrata di un
nuovo socio, ne concede un altro.
Il tutto per opere il cui ammontare
complessivo è di oltre 17 milioni di
euro, nonostante la previsione iniziale fosse di 8 milioni e mezzo.
Molti di questi aspetti sono al centro delle tre indagini che interessano l’opera. A Larino è aperto un
fascicolo per abuso d’ufficio e reati
edilizi, mentre ad Arezzo la Procura indaga su una più ampia inchiesta per bancarotta fraudolenta
su alcuni finanziamenti di Banca
Etruria tra cui quello per il porto di
Montenero. La Procura di Ferrara,
infine, indaga sul fallimento della
CMR.
Tra l’altro l’aumento dei costi dell’opera frena il rilancio economico
che era alla base del rilascio della
concessione a costruire. Queste
considerazioni e la ricostruzione
della storia ci hanno spinto a presentare un’interrogazione in Consiglio regionale perché la
sensazione è che la Regione sia rimasta a guardare dal punto di vista
ambientale e finanziario.
Il governatore Frattura deve dirci
se ritiene ancora soddisfatto il “ri-
levante interesse pubblico” legato
allo sviluppo e alla valorizzazione
economica del territorio, alla base
della concessione demaniale che
peraltro ha trasformato in modo irreversibile la costa. Inoltre: la Regione ha controllato se Società
Marittima ha adempiuto alle prescrizioni ambientali contenute nella
concessione? E le norme antisismiche sono state seguite?
Vogliamo sapere se la Regione giudica anomalo l’incremento dei
costi e come essa giustifica l’esclusione del collaudo finale dalla disciplina dei lavori pubblici,
determinante per quello stesso incremento. Infine c’è la questione
del finanziamento concesso da
Banca Etruria che merita risposte
anche sul piano politico. A proposito. Il nostro portavoce alla Camera dei deputati, Daniele Pesco,
presto presenterà un atto sul ‘prestito facile’ di Banca Etruria per la
costruzione del porto molisano.
Movimento Cinque Stelle Molise
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In funzione della campagna elettorale del 2018 e in prossimità dell’avvio del Programma operativo regionale 2014/2020
Altro potere e altre risorse
finanziarie al Dipartimento
della presidenza della giunta
Alla Mogavero la gestione di decine e decine di milioni di euro, di decine di enti di formazione,
di decine e decine di formatori, e di centinaia, se non migliaia, di soggetti da formare
L’avvio sempre più prossimo e concreto del Programma Operativo
Regionale (Por) del Fondo europeo
per lo sviluppo e del Fondo sociale
europeo (Fesr e Fse) 2014-2020
(centinaia di milioni di euro), che la
Commissione Europea ha approvato il 14 luglio 2015, ha fatto drizzare le orecchie al presidente della
giunta spingendolo ad avvicinare
alle sue strutture dirigenziali e organizzative il governo di quella ingente risorsa finanziaria e i relativi
modelli operativi, onde renderli – si
spera - funzionali allo sviluppo economico del Molise e alla pratica
delle politiche sociali, ma, forse, e
soprattutto, funzionali alla campagna elettorale del 2018. Frattura,
avendo tra l’altro due assessori su
tre suoi dipendenti, essendo stati
presi dall’esterno, quindi restituibili
in ogni momento alla società civile
da cui provengono, è il “deus ex
machina”. Egli fa ed egli disfa l’impianto dell’Ente seguendo una tempistica che, ribadiamo, risponde
preponderatamente alla logica del
suo personale interesse politico.
Con la legge regionale del 4 maggio 2015, la numero 8, ha previsto
l’istituzione di strutture complesse
sovra ordinate ai Servizi, denominate Dipartimenti, con funzioni di
coordinamento, gestione e raccordo
delle attività dei Servizi; con la deliberazione di giunta 409 del 12
agosto 2016 ha disposto di dare attuazione definitiva (Sic!!! – ndr) al
nuovo assetto organizzativo dell’apparato burocratico regionale,
mediante l’istituzione dei Dipartimenti: della presidenza della giunta
regionale (Dipartimento I); delle
politiche di bilancio e delle risorse
umane - sistema regionale e delle
autonomie locali (Dipartimento II);
delle politiche di sviluppo (Dipartimento III); del governo del territorio, della mobilità e delle risorse
naturali (Dipartimento IV). In ordine, li ha affidati ai componenti il
suo cerchio magico: Mariolga Mo-
di sergio genovese
Se avete sentito parlare in questi giorni
Presidi e Professori, dal proscenio delle
ricorrenze natalizie, hanno sempre e solo
comunicato il primato della loro bravura
e la volontà di rendere i propri studenti
sempre più avanzati tecnologicamente
parlando. Così la dipendenza da internet,
dalle reti wi fi e da tutti gli altri ammennicoli , sarà sempre più avvolgente. Sulla
questione si può discutere: c’è chi sostiene che non si può fermare il progresso
e chi invece ( in minoranza) si batte affinché sia sempre l’uomo a dominare la
macchina e non il contrario. Scommetto
che difronte al dilemma tutti fingeranno
di propendere per la seconda ipotesi e si
pronunceranno proprio mentre smanettano sullo smarth phone.. Il tema è invece
più profondo e coinvolge in pieno le
gavero, Maria Rosaria Simonelli e
Massimo Pillarella. Manca Alberto
Manfredi Selvaggi al quale in origine era stato affidato il II Dipartimento peraltro tempestivamente
abbandonato per evidente inconciliabilità (è stato propalato) con i sistemi in uso nel cerchio magico. Per
cui, invece di essere riassegnato ad
altro responsabile, è stato affidato
ad interim a Maria Rosaria Simonelli, facilmente acquisita e messa
in condizione di interagire brillantemente con il resto del cerchio magico. Prova: nell’ipotesi di assenza
temporanea e/o di impedimento dei
direttori di Dipartimento incaricati
nella forma della titolarità e/o della
reggenza, Mariarosaria Simonelli è
incaricata delle funzioni di supplenza di Mariolga Mogavero; Mariolga Mogavero è incaricata delle
funzioni di supplenza di Massimo
Pillarella; Massimo Pillarella è incaricato delle funzioni di supplenza
di Mariarosaria Simonelli: perfetta
quadratura del cerchio. All’interno
del quale, a crescere di potere è soprattutto il braccio destro, l’occhio
e l’orecchio del
presidente: Mariolga Mogavero.
Nel mettere mano ai Dipartimenti
in prossimità dell’avvio del Por Fesr
Fse 2014/2020, in aggiunta alle leve
organizzative ed economiche che
condizionano il Programma operativo regionale, le sono state assegnate le attività per realizzare un
sistema integrato di istruzione e formazione professionale. Ciò le darà
il controllo e la vigilanza dei requisiti degli enti di formazione professionale accreditati, e degli enti di
intermediazione dei servizi per
l’impiego, e il controllo e la vigilanza delle attività libere di formazione professionale e/o di ogni altra
attività svolta dagli enti accreditati.
In sostanza, la gestione di decine e
decine di milioni di euro, di decine
di enti di formazione, di decine e
decine di formatori, e di centinaia,
se non migliaia, di soggetti da for-
mare. Colpo grosso, che del dipartimento della presidenza della giunta
regionale ne fa il “dominus” assoluto sugli altri. Del cerchio magico,
segnatamente alla Simonelli, sono
andate le funzioni di avvocatura regionale, e a Massimo Pillarella
(altra pupilla di Frattura) il Servizio
idrico integrato e le funzioni relative
alla regolamentazione e gestione
delle acque pubbliche, nonché le
funzioni relative alla regolamentazione e gestione delle attività estrattive. Anche per lui (e per Frattura)
ulteriori poteri: in materia di concessioni delle acque pubbliche,
compresa la determinazione dei relativi canoni, l’istruttoria ed il rilascio delle concessioni di
derivazione, delle autorizzazioni,
degli attingimenti annuali e delle
autorizzazioni alla ricerca di acque
sotterranee; il rilascio dei permessi
di ricerca e dei titoli minerari per le
concessioni di sfruttamento delle
acque minerali e termali e “di sorgente”; le autorizzazioni di imbottigliamento e commercializzazione
delle acque minerali, termali e di
sorgente. La task force presidenziale in prossimità dell’avvio del
Por e della campagna elettorale per
il rinnovo del consiglio regionale e
della presidenza della giunta.
Dardo
Sono tecnologi ma urinano sui portoni
agenzie educative più importanti: la famiglia e la Scuola. Sulla inconsistenza
delle famiglie si è detto e visto molto.
Sulla direzione verso cui stanno andando
le Scuole si è detto e si dice molto poco.
Senza farsi condizionare da chi rifiuterà (
sempre per luogo comune) di condividere il mio assunto, le istituzioni preposte
alla formazione, hanno accelerato
sul progresso tecnologico senza
contestualizzarlo, cioè hanno
puntato sulla formazione cibernetica abbandonando, colpevolmente e
miseramente, la
formazione morale e di vita. Così
abbiamo giovani che sanno di più
l’Inglese, che ciattano ad occhi
chiusi, che s’intendono di domotica ma nei sabato sera da sballo
si ubriacano, si drogano e urinano
sui portoni di Via Ferrari, giusto per individuare un luogo simbolo. Che alluvione! Questi ragazzi sono i nostri figli e
i nostri studenti! Sono i ragazzi che incontriamo tutti i giorni e verso i quali abbiamo smesso di parlare di valori forse
perché non ne siamo capaci. Così anche
chi geneticamente era nato per fare l’edu-
catore si è arreso ed è stato travolto dal
magma degradante che vivono le nostre
comunità. Mi piacerebbe ascoltare Presidi e Professori che da domani cominciassero a impegnarsi in azioni
monotematiche per ristrutturare il livello
morale e le prospettive sociali dei nostri
ragazzi. Il mio vecchio maestro, il grande
Antonio Polcini, diceva ai suoi bambini
:” Se io fossi bravo ad insegnarvi l’aritmetica senza avervi fatto capire che rubare una mela dal fruttivendolo è
un’azione del male, quella conoscenza
acquisita vi servirà a poco.!” Se ognuno
di noi, nelle prime ore del mattino, passasse su Via Ferrari o in Piazza S.Leonardo, si accorgerebbe quale è livello
raggiunto e dentro quali scenari si muovono i nostri figli e i nostri nipoti. I nostri,
non quelli degli altri…