Il Teramo si riprenderà. La grazia? Adesso no

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Transcript Il Teramo si riprenderà. La grazia? Adesso no

GIOVEDÌ 29 DICEMBRE 2016
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QUOTIDIANO DELLA PROVINCIA DI TERAMO -
Sport
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PRESENTE, MERCATO E FUTURO
Il patron a fine anno traccia le conclusioni: «Le
colpe principali sono mie. A questa squadra
hanno fatto male i troppi soldi. In futuro farò
scelte diverse. Amadio? Non torna, troppo caro»
«Il Teramo si riprenderà. La grazia? Adesso no»
Campitelli a tutto campo nella trasmissione ProTeramo di Tv6: «Jefferson via, finora una stagione insufficiente»
saranno cambiate. Io la voglio ma
quella vera. Già ho pagato troppo,
la chiederò quando la vorrò e
quando sarò felice di averla».
Jacopo Forcella
TERAMO – «Ci riprenderemo, ne
sono sicuro». Il presidente del Teramo, Luciano Campitelli, ospite
in televisione a fine anno, prova ad
essere positivo al termine di un
anno, il 2016, che non gli ha regalato particolari soddisfazioni.
Tutt’altro. Lo fa nel salotto di Tv6,
ospite di Pro Teramo. Traccia le
linee fondamentali di questi ultimi
dodici mesi: «E’ stata finora una
stagione ampiamente insufficiente. Quest’anno sono stati fatti
davvero troppi errori, nessuno di
noi si aspettava che potessimo fare
così male. Potessi tornare indietro
ripartirei radicalmente con tanti
giovani e tre o quattro calciatori
importanti che possano fare da
chioccia a dei ragazzi che abbiamo
fame e determinazione, ingredienti che mancano a questa squadra».
ALLENATORI. Dalla stabilità nelle
gestioni Cappellacci e Vivarini (5
anni in due), a una turbinio di tecnici. Una scelta in controtendenza
rispetto al recente passato: «Credo
che si è partiti col piede sbagliato.
Le colpe sono sempre di chi gestisce la società, cioè io. Zauli certamente ha qualche colpa, tante ce
le ha Lupo e io più di tutti perché
forse dovevo intervenire in modo
drastico molto tempo fa». Sull’esonero settembrino dell’attuale
tecnico: «All’epoca c’erano delle
problematiche all’interno dello
spogliatoio con i calciatori. Ma ora
è tornato con uno spirito diverso,
ha capito che Teramo è una piazza
diversa da Santarcangelo. E’ un
posto più esigente dove c’è una
mentalità vincente». Su Nofri:
«Lo abbiamo preso consigliato da
questo ambiente, eravamo senza
direttore sportivo, ci siamo fidati.
Le stagioni non sempre vanno per
il verso giusto. Non era visto tanto
bene; non è cattivo ma caratterialmente ha dei modi di fare che lo
penalizzano. Aveva ancora tre
giornate di squalifica, lo hanno
reso meno sereno. Per questo è
stato giusto riprendere il nostro
vecchio tecnico».
MERCATO ESTIVO. «La croce non
è solo di Fabio Lupo ma certi giocatori, avendoli presi lui che è stimato
come
un
grande
professionista, pensavo fossero diversi. Forse neppure lui conosceva
bene la piazza di Teramo. Nella
vita si può azzeccare oppure no.
Lui rimane un grande professionista ma io, al posto suo, avrei portato persone di qualità superiore.
Non come questa rosa con tanti
elementi quantitativamente, ma
che non fanno la differenza. Io
I LEGAMI. «Quando qualcuno a
cui sei affezionato va via, dispiace.
Ma per far sì che ci siano dei ritorni ci vuole tempo e attendere
che le situazioni maturino naturalmente, senza forzare. I ritorni,
quando sono maturi e corretti, si
concretizzano da soli».
Il presidente del Teramo, Luciano Campitelli (foto Di Giovanni)
ZAULI E NOFRI
«Giusto richiamare il
tecnico che avevamo
scelto. Nofri ha pagato
i limiti a livello
caratteriale che ha»
sono per una rosa più ristretta con
l’inserimento dei giovani. Prendere giocatori mediocri e non premiare qualche elemento del nostro
vivaio è stato un errore. In futuro
faremo scelte diverse».
JEFFERSON. «Purtroppo Jefferson
è questo. Mi dispiace perché è un
bravo ragazzo ma a me servono
giocatori veri, non quelli su cui
non possiamo contare. Andrà via
perché questi tipi di giocatori non
possiamo nè tenerli nè pagarli.
Guardate i minuti giocati e parametrateli con il suo stipendio. Si
deve assumere la responsabilità di
andare via. Dobbiamo vederci col
procuratore prima possibile».
ATTACCO. «Pensavamo di avere
un grande attacco. Croce aveva
segnato 14 gol a Monopoli, Sansovini a Cremona aveva fatto bene
e Forte era una bella scommessa.
Invece è successo il contrario di
quello che speravamo; non hanno
segnato ma non è colpa di nessuno. Non abbiamo fatto ancora
delle scelte su questi giocatori».
MERCATO INVERNALE. «Rafforzeremo la squadra prenderemo dei
titolari importanti, per dare modo
a chi rimarrà di essere maggiormente stimolato. Ne compreremo
4: un difensore, due centrocampisti e un attaccante. Abbiamo 19
punti e quelli meritiamo, i ragazzi
devono assumersi le proprie responsabilità come ce le assumiamo noi. Ha avuto ragione
Allegri quando ha detto che i suoi
giocatori a Doha andavano presi a
calci nel sedere. Non abbiamo la
mentalità, ci siamo imborghesiti.
A questo Teramo hanno fatto male
i troppi soldi. Ci vuole la bava alla
bocca».
AMADIO. «Ha un contratto troppo
importante per far sì che possa tornare da noi. Non ce lo possiamo
permettere, ha un accordo molto
oneroso anche per un campionato
come la Serie B».
ACCORDO COL SAN NICOLO’. «I
rapporti con Di Giovanni sono
stati sempre ottimi, non è cambiato nulla. Stiamo facendo delle
chiacchierate per creare una collaborazione e ottenere il massimo da
questo tipo di accordo. A gennaio
tireremo le somme in maniera
concreta e sarà un esperimento che
in futuro sarà da esempio anche
per altre società. Non ci saranno
fusioni, il Teramo rimarrà a noi, il
San Nicolò a Salvatore. Ci sarà un
consiglio d’amministrazione perché noi non vogliamo far scomparire nessuna squadra. E’ un
progetto tecnico allargato; avendo
due squadre, una in Lega Pro e
una in Serie D si possono fare cose
positive e avere un beneficio economico. Se noi svincoliamo un
giocatore, si può recuperare mandandolo in D e facendolo giocare
in un campionato competitivo per
poi rientrare a Teramo dopo qualche tempo».
COLLABORAZIONE
«Col San Nicolò stiamo
parlando. A gennaio
ci saranno novità.
Sarà un modello per
altre società»
SANDRO FEDERICO. «Non so se
gli toglieranno la squalifica oppure no. Le motivazioni riguardano cose che non c’entrano nulla
con la parte tecnica, credo che
rientreranno nella normalità. Per
quanto ci riguarda rimane una
grossa stima e amicizia. Se guardiamo il curriculum di Federico ha
sempre costruito ottime squadre,
sia l’anno scorso a Carrara con
problemi enormi. Sia quest’anno a
San Benedetto; fino a quando c’è
stato feeling tra lui e la proprietà,
ha dimostrato di aver messo su
una grande rosa. Secondo me è un
bravissimo professionista. Possibilità di vederlo a Teramo? E’ una
di quelle persone che potrebbero
venire in futuro. Ora abbiamo
Bolla e valuteremo le sue qualità
nella campagna acquisti di gennaio. Ha un contratto fino a giugno; se meriterà di rimanere, starà
con noi».
GIUSTIZIA SPORTIVA. Ad un anno
e mezzo dall’inibizione, Campitelli non chiederà la grazia: «Qualcuno me lo ha ricordato. Siccome
in questo momento ci sono le votazioni e tutti vogliono farti la grazia, non la chiederò. Preferisco
rimanere in questo modo. Quando
la chiederò, vorrà dire che le cose
VIVARINI. «Vincenzo (sorride,
ndr) lo devo bastonare perché
quando gli ho chiesto di Jefferson
mi ha detto che aveva solo qualche piccolo problema. Ma Vivarini lo stimo e credo che anche lui
mi apprezzi perché anche da me
ha imparato. Di lui attualmente
apprezzo anche quegli aspetti di
cui prima non mi accorgevo. Un
allenatore, per fare bene il suo lavoro, deve avere la stessa autonomia che aveva lui quando era a
Teramo. La stessa che avevo io.
Eravamo una coppia molto affiatata, il mio rapporto con lui è stato
probabilmente il migliore che io
abbia mai avuto con qualsiasi altro
allenatore».
NON VENDO. «In questo momento non ho intenzione di vendere il Teramo. Cerco il giusto
mix di equilibri per fare in modo
che possa restare ancora per tanti
anni in mani sicure. In una situazione di sconforto, se dovessi lasciare, sarebbe difficilissimo
trovare qualcuno in grado di fare i
nostri stessi sacrifici. Sto dando
davvero il massimo per garantire
la Lega Pro a questa città, soprattutto in un contesto economico
difficile come questo. Quando sei
solo, contro tutti e lontano da tutti,
nessuno ti esalta. Nel silenzio,
oltre a stare male e a vedere che i
risultati non arrivano, pensi che tra
15 giorni devi pagare 300mila
euro. Non auguro a nessuno di vivere momenti come quelli che
vivo io. Vorrei che qualcuno si
mettesse nei miei panni per capire
cosa si prova ad essere davvero
soli. Con il lavoro e la voglia di
fare, speriamo di poter risorgere.
Non vorrò abbracci da molte persone che mi hanno voltato le
spalle nel periodo per me più negativo. Il nostro orgoglio è aver riportato oltre 10mila persone al
“Bonolis”».
IL 2017. «Devo chiudere l’anno,
senza un punto di penalizzazione.
Una volta fatto, potrò dire che
avremo ottenuto una vittoria che
vale più di un campionato, aver
mantenuto una squadra nella terza
serie, nell’anno più duro che abbiamo mai affrontato».