Nel Veneziano ci costa 9,5 milioni di euro l`anno

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GENTE VENETA | Primo Piano
Venerdi, 30 Dicembre 2016
Spazzatura differenziata male? Nel Veneziano ci
costa 9,5 milioni di euro l'anno
Nove milioni e mezzo di euro all'anno. È il costo che Veritas deve sopportare per via dei rifiuti
conferiti in maniera impropria dai cittadini. Plastica insieme agli avanzi di cucina, ceramica
gettata nel contenitore del vetro, calcinacci nel secco... Per non parlare di batterie e medicinali
buttati dappertutto meno che nei bidoncini appositi.
Poi c'è anche il costo ambientale. E il guaio è che quei 9,5 milioni di euro all'anno, alla fine, li
paghiamo tutti noi, visto che Veritas è un'azienda pubblica, cioè della collettività. Il che significa
che ciascuno degli oltre 880mila veneziani serviti dall'azienda dei rifiuti tira fuori quasi 11 euro,
ogni anno, a causa dei conferimenti errati.
Undici euro buttati via, per aver selezionato male, a casa, la spazzatura. E stiamo parlando del
solo valore economico della gestione dei rifiuti, perché poi c'è un costo ambientale, che è più
difficile quantificare. Ma c'è e può essere molto alto.
Ma torniamo agli undici euro a testa che ogni anno cestiniamo. Come si creano? Così: poniamo
che Piero faccia la sciocchezza di buttare le pile vecchie del telecomando insieme agli avanzi
del pollo e della frutta. Il sacchetto di Piero verrà raccolto da Veritas e gettato insieme a tutto il
rifiuto organico. Ma prima di essere avviato a diventare compost, lo si controlla e lo si pulisce
dagli "intrusi" che contaminerebbero gravemente il compost, un ammendante naturale che se è
pulito arricchisce i suoli fertili; se è inquinato, invece, immette veleni nel ciclo alimentare.
Quel tot in più per il rifiuto "sporco". Per questa ragione le pile di Piero e tanti altri rifiuti che
non c'entrano niente con gli avanzi di cucina vengono separati dal mucchio, riuniti per categorie
(le batterie con le batterie, le plastiche con le plastiche...) e a loro volta inviati presso altri
impianti per essere recuperati.
Ma si intuisce che il lavoro di cernita costa. Se non lo si è fatto a casa, qualcun altro lo farà, e
andrà pagato. Se quel qualcun altro è un'azienda privata cui Veritas porta il rifiuto organico,
succede questo: l'azienda, che si fa pagare per ricevere e trattare il pattume, vorrà un tot di
euro a tonnellata se trova solo sostanza organico, ma parecchio di più se lo riceve "sporco",
pieno di cose che non c'entrano, e che deve togliere prima di avviarlo al compostaggio.
Poi, però, quelle cose che non c'entrano vanno portate via, verso altri impianti. E non è che i
camion e i camionisti non costino.
Il cammino del vetro. Un altro esempio? Il vetro. Solo a Fusina arrivano ogni anno quasi 68
mila tonnellate di multimateriale (vetro, plastica, lattine) raccolto nelle campane o attraverso il
sistema porta a porta.
Mentre il metallo è facile da isolare, plastica e vetro a volte si "contaminano", soprattutto se
bottiglie o barattoli di vetro sono frantumati e ridotti in pezzi molto piccoli.
La cernita fatta negli impianti di Fusina (Ecoricicli) dove vengono selezionate quasi 34.000
tonnellate di vetro, e a Musile di Piave (Ecopaté) con lettori ottici e laser, porta a isolare 1600
tonnellate di plastica, gomma e metalli, 2600 tonnellate di porcellana e ceramica (che nella
campana del vetro non dovrebbero proprio finirci) e 860 tonnellate di altri scarti.
Su 100 chili, 76 tornano vetro, 16 sono altri recuperi, 8 vanno in discarica. Fatto questo
vaglio, si avvia, presso altri stabilimenti, tutto ciò che si può ancora recuperare. Ma anche in
questo caso il lavoro di uomini e macchine e il viavai di camion non ha un piccolo costo. Ed è un
costo che si potrebbe evitare facendo più attenzione a casa nostra.
Comunque, su 100 tonnellate di rifiuto prevalentemente vetroso, se ne recuperano 76 di vetro
per fare bottiglie, 16 di altri materiali e solo di 8 non si riesce a fare nulla. Tant'è che vengono
avviate alla discarica. Ma l'8% di scarti è una percentuale da invidia per la stragrande parte
delle aziende che gestiscono i rifiuti. E non parliamo solo di quelle italiane.
Queste sono le ragioni per cui essere distratti o trascurati costa: differenziare bene aiuta il
portafogli di ciascuno di noi. Altrimenti lo alleggerisce. Per non dire dell'ambiente.
Giorgio Malavasi
Tratto da GENTE VENETA, n.45/2016
Articolo pubblicato su Gente Veneta
http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=8940
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