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Mercoledì 28 Dicembre 2016
PRIMO PIANO
L’ EUROSTOXX 50 È SALITO DA GENNAIO DEL 3%. ECCO CHI BRILLERÀ NEL PROSSIMO ANNO
Borse Ue sulle montagne russe
Ridimensionamento del Qe, rialzo dei rendimenti dei bond Usa e quadro politico europeo. Sono
i tre aspetti da monitorare nei prossimi mesi. Mentre gli utili sono stimati in crescita fino al 10%
L’ANDAMENTO DELL’INDICE EUROSTOXX 50 DA INIZIO ANNO
di Ester Corvi
Variazione % sul 4 gennaio 2016
3.400
«A
lla luce degli eventi politici straordinari del 2016,
meglio porsi delle
domande che fare previsioni»,
esordisce Mike Buhl-Nielsen,
gestore del fondo Jupiter Europa Sicav. Il rialzo dell’8,5%
nel mese di dicembre ha permesso all’indice Eurostoxx50
di registrare da gennaio un
aumento del 3%, dopo avere
toccato un minimo il 27 giugno a 2.697 prima di risalire
fino a 3.278. Un livello che,
secondo gli analisti di Société
Générale si confermerà a fine
2017 (3.300) per toccare quota 3.600 nel 2018.
Quest’anno hanno fatto meglio
della media il Ftse 100 di Londra (+15,6%), il Dax di Francoforte (+11,3%) e il Cac 40 di
Parigi (+7%), mentre l’Ibex di
Madrid si è mantenuto stabile
(+0,6%), l’indice di Zurigo è
sceso del 5% e il Ftse Mib ha
lasciato sul terreno il 6,7%.
Messo da parte il 2016, le
incognite che gravano sullo
scenario politico ed economico nei prossimi 12 mesi sono molte e rischiano
di creare fasi di accentuata
volatilità sui mercati finanziari. Fra le questioni che, a
parere del money manager
di Jupiter, sono sul campo le
principali riguardano i tassi
(«continueremo a rimanere
in un ambiente caratterizzato da bassi rendimenti?»), la
3.200
3.000
3.278
-0,29%
2.800
2.600
Gen
Feb
Mar
Apr
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Giu
Lug
2016
Ago
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Ott
Nov
Dic
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
politica («come reagiranno i
mercati alle prossime tornate
elettorali in Olanda, Francia e
Germania, considerate le forti
reazioni scatenate dalla Brexit
e dalle elezioni americane?»),
l’uscita della Gran Bretagna
dall’Unione europea («sarà
una hard o una soft Brexit?»),
la crisi del sistema bancario
(«si riuscirà a trovare una strada percorribile per risolvere la
crisi dei non performing loan
che è emersa in Italia?») e la
crescita («quale livello di stimoli fiscali si potrà raggiungere in Europa e fino a che
punto si passerà da stimoli
monetari a stimoli fiscali?»).
Il 2016 è stato un anno difficile per i gestori attivi, con
performance derivanti soprattutto dalla rotazione settoriale
più che dalla scelta dei singoli titoli. In questa prospettiva
«continuiamo a cercare opportunità d’investimento su
posizioni lunghe o corte», dice
Mike Buhl-Nielsen, «facendo
valutazioni caso per caso, un
metodo che abbiamo iniziato
ad adottare subito dopo il voto della Brexit. Continuiamo a
credere che gli investitori che
investono nel lungo periodo e
che si focalizzano principalmente sui fondamentali societari possono sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti
nel sentiment dei mercati per
generare valore nel lungo periodo». E se non si può negare che nell’Eurozona siano
emersi nell’ultimo periodo
segni positivi, le prospettive
di crescita, a parere dei money manager di Ubp (Union
Bancaire Privée) restano più
moderate che negli Stati Uniti (2,3%), oscillando tra l’1%
e l’1,5%. La buona notizia è
che l’occupazione è attesa in
aumento nell’Eurozona, con
un conseguente impatto favorevole sui consumi. E anche
gli investimenti dovrebbero
salire ulteriormente. «Il progetto europeo è ancora carico
di incognite, ma le politiche di
austerità dovrebbero allentarsi
e lasciare spazio ai primi segnali di ripresa», concludono
gli esperti, mentre per la Gran
Bretagna «le prospettive rimangono incerte fino a quando dai negoziati con l’Unione europea non emergerà un
quadro più chiaro delle future
relazioni economiche tra le
due regioni. L’economia britannica potrebbe scivolare in
una recessione tecnica all’inizio dell’anno prossimo, fino a
quando non sarà fatta maggiore chiarezza».
Su questo punto Luca Gianelle, client portfolio manager di
Russell Investments, spiega
che «gli elementi che stanno spingendo il Regno Unito
verso un’uscita più controllata
dall’Unione sono forti quanto
quelli che portano a un’uscita
più difficile. Sfortunatamente,
per il momento possiamo solo
aspettare e vedere quale delle
due prevarrà. Sebbene le valutazioni sull’azionario siano ancora abbastanza convenienti,
manteniamo un leggero sotto-
peso sull’azionario del Regno
Unito».
Sul fronte valutario, la debolezza dell’euro, per i money
manager di Columbia Threadneedle Investments è un
fattore positivo, visto che il
55-60% delle vendite delle
aziende del Vecchio continente dipende dalle esportazioni, ma occorre tener conto
anche delle altre variabili in
gioco. Il mercato dovrebbe
essere in grado di generare
nel 2016-2017 una crescita
degli utili del 5-10%, sebbene tale punto di vista possa
essere messo in discussione
da tre scenari (ridimensionamento del Qe, netto rialzo
dei rendimenti delle obbligazioni Usa e quadro politico
europeo).
Infine gli analisti del Credit
Suisse consigliano di sovrappesare in portafoglio le small
cap e i titoli che offrono rendimenti elevati e sostenibili del
tempo (dividend aristocrats).
A livello di settori, nell’assicurativo assegnano buone chance
ad Axa e Zurich, nel bancario
a Danske, Intesa, Barclays e
Credit Agricole, fra le tlc a
Orange e Deutsche Telekom,
nel farmaceutico a Shire e
Roche, nel lusso a Lvmh e
Luxottica, nei media a Wpp e
fra le agenzie per il lavoro a
Randstad e Adecco. (riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/eurostoxx
Per i mercati andamento oscillante e laterale. E la politica ruberà la scena alle banche centrali. Occorre maxi diversificazione
Kreuzkamp (Deutsche Am): il 2017 sarà volatile
di Paola Valentini
I
mercati finanziari ricorderanno a
lungo il 2016 come un anno caratterizzato da eventi politici dirompenti. Dalla Brexit fino alle elezioni negli
Usa di Donald Trump, non sono mancate sorprese nel corso dell’anno che
si sta per concludere. Intanto nel 2016
i rendimenti obbligazionari potrebbero
aver raggiunto i minimi, mentre alcuni
mercati azionari hanno chiuso l’anno
su nuovi massimi. In buona parte,
questo dipende dalle elezioni statunitensi. Ma cosa riuscirà a fare davvero
nel 2017 il neo presidente degli Stati
Uniti, Donald Trump? Secondo Stefan
Kreuzkamp, chief investment officer di
Deutsche Asset Management, in questo momento gli investitori non devono
sottovalutare il quadro politico, perché
sono proprio la valuta, i tassi e i mercati statunitensi a dettare il passo a livello
internazionale. «In questo momento i
mercati sono focalizzati su un aumento
della crescita associato a rialzi gesti- cora di strumenti di politica monetaria
bili dell’inflazione. Nel migliore dei per limitare eventuali rialzi dei tassi
casi questa diffusa euforia svilupperà di interesse», afferma il money mauna propria dinamica,
nager. Sul fronte delle
mentre nel peggiore
prospettive dell’economia le preferenze
potrebbe alimentare
possibili delusioni. Le
vanno agli Usa. «La
riduzione del carico
borse europee, invece, stanno scontando
fiscale e la deregulai rischi politici, pur in
tion potrebbero fornire uno slancio modepresenza di segnali incoraggianti dalla Spasto all’economia Usa.
gna e dalla Francia»,
L’incertezza politica
afferma il gestore.
sui prossimi appunPer i prossimi mesi
tamenti elettorali può
Kreuzkamp rimane repenalizzare la crescita
alista: «Seguiamo con
dell’Eurozona». A liestrema attenzione il
vello di scelte di portapotenziale di sorprefoglio, «considerato il
Stefan Kreuzkamp
se positive e negative
quadro con bassi tassi
legato al nuovo predi interesse e di incersidente degli Stati Uniti. Dopo tutto, tezza politica che caratterizza molti
la politica muove i mercati». Intanto mercati sviluppati, probabilmente
in Europa la fine del Quantitative ea- sarà ancora essenziale diversificare
sing potrebbe essere più vicina, «ma la tra asset class e regioni geografiche»,
Banca Centrale Europea dispone an- avverte Kreuzkamp. Che prevede un
mercato volatile, caratterizzato da movimenti laterali.
In questo scenario «confermiamo il
nostro focus sui titoli a dividendo e sui
settori più interessanti quali tecnologia, salute ed energia, a cui si aggiungono eventuali opportunità tattiche».
Tra le commodity, il gestore ribadisce
l’opinione moderatamente positiva su
petrolio, oro e argento. Prospettive
contrastanti per i metalli industriali.
Le previsioni su politica monetaria e
valute indicano per i prossimi 12 mesi «solo un lieve incremento netto dei
tassi di interesse, ma in condizioni di
forte volatilità. Il differenziale dei tassi
di interesse tra Stati Uniti ed Eurozona potrebbe raggiungere il picco nel
2017», afferma l’esperto di Deutsche
Asset Management. Infine, per il momento il trend rialzista del dollaro dovrebbe proseguire, «con gli investitori
ancora affascinati dal nuovo governo
Usa. La sterlina britannica invece rimarrà debole», conclude Kreuzkamp.
(riproduzione riservata)