DIALOGHI fino al 23 dic a Villa Manin con RICCI E FORTE

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DIALOGHI fino al 23 dic a
Villa Manin con RICCI E FORTE
Il celebre duo drammaturgico-registico ricci/forte è il
protagonista della dodicesima Residenza delle arti
performative a Villa Manin
(fino al 23 dicembre)
Folgoranti artefici di un teatro performativo, visionario e di
potente coinvolgimento di ragione ed emozione, ricci/forte
sono gli ospiti -fino al 23 dicembre- del progetto Dialoghi.
L’acclamato duo drammaturgico-registico, già noto al pubblico
di Teatro Contatto, durante i venti giorni di residenza
artistica sta sviluppando Oblivion, un originale progetto
creativo che nasce dall’incontro tra l’immaginario spietato di
Shakespeare e Frank Wedekind e, di contro, quello visionario e
poetico di ricci/forte.
Con Oblivion si sviluppa la dodicesima Residenza a Villa
Manin, un atelier drammaturgico che insegue i perimetri di una
delle più discusse e affascinanti pièce tedesche degli inizi
del Novecento, Risveglio di primavera, e una delle tragedie
più controverse del Bardo, Troilo e Cressida.
Inserendosi in un contesto nazionale,
europeo
ed
internazionale, le Residenze delle arti performative, ideate e
curate da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e ERPaC
Ente Regionale per il Patrimonio Culturale, con il contributo
del MiBACT-Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, sono
concepite come un luogo di incontro, scambio e creazione dove
vivere e lavorare artisticamente
Ed è proprio in questo contesto che i due registi Gianni Forte
e Stefano Ricci con i performer Piersten Leirom e Liliana
Laera e con l’elaborazione musicale di Stephane Pisani,
tentano e approfondiscono nuove strade concentrandosi sulla scomposizione di un testo-strumento della parola e
sull’esplorazione da parte dell’attore di nuove possibilità
espressive.
“Cos’hanno in comune i rappresentanti della Snapchat e
Phubbing Generation con le tragedie di Wedekind e Shakespeare?
– si domandano ricci/forte- Da una parte una progenie che
sboccia, con tutte le paure di una società ingabbiante e
moralista, quel Risveglio di Primavera che produce
esclusivamente cenere sulle future aspettative di un mondo
migliore.
Dall’altra, le stesse promesse adolescenziali che,
sopravvivendo al crash di Wedekind, si omologano alle
convenzioni e stabiliscono la tirannia shakesperiana
dell’immagine come unica fonte di Credo. Le relazioni liquide,
corrotte e disilluse di Troilo e Cressida, sempre in
aggiornamento come una qualunque App di smartphone,
raffigurano la resa di una linfa giovane solo anagraficamente
ma ormai defunta nel pragmatismo di una squallida realtà
contemporanea”.
Con Oblivion, ricci/forte raccontano il “lato oscuro” della
realtà di Oggi mettendo a fuoco da un lato un Paese combattuto
tra speranza e istinti brutali e dall’altro i rapporti umani
che, sfocati dall’ossessione del denaro e dell’apparire,
trovano una loro dignità di esistere nella pervicacia che li
contraddistingue. Un viaggio nella landa della solitudine
dell’uomo moderno in continua trasformazione, a cavallo tra
futuro ineluttabile e globalizzazione
insistentemente alla porta.
che
bussano