Aspetti economici delle migrazioni in Italia File

Download Report

Transcript Aspetti economici delle migrazioni in Italia File

Aspetti economici delle migrazioni in Italia dal lato
del paese di destinazione e del paese di provenienza
Mercato del lavoro
Rimesse
Le quantificazioni presentate in questa lezione sono tratte da:
• Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Sesto Rapporto Annuale, Gli immigrati
nel mercato del lavoro italiano
• Istat, noi Italia 2016
• http://dati.istat.it/
• http://stra-dati.istat.it/
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
1
Il grado di partecipazione al mercato del lavoro (2015)
 Stranieri in età da lavoro (15 e più) sono circa 4milioni (8% del totale) di cui il 69% sono
cittadini extraUE;
 Stranieri occupati sono pari a 2,4milioni (10,5% del numero totale di occupati) 780mila
sono cittadini UE(33%) e 1.578mila(67%) sono cittadini extraUE;
 Stranieri in cerca sono 456mila (15% del totale) di cui 70% extraUE;
 Stranieri inattivi circa 1,3milioni ( 5% del totale) di cui 73% extraUE
Occupazione
1. Tra il 2010 e il 2015 i tassi di
occupazione sono diminuiti per
gli stranieri (-7% per cittadini
UE e -6% per extraUE) mentre
si sono mantenuti costanti per
gli italiani
2. Il dato del 2015 mette in
luce un’inversione del trend
(al 2014 italiani 55,4; UE 62,6
ed extraUE 56,7)
2005
2010
2015
65,5
68,1(UE)
60,8 (extraUE)
63,3 (UE)
56,9(extra UE)
Tasso
disoccupazione
10,2
10,7 (UE)
12,0 (extra UE)
15,1 (UE)
16,7 (extra UE)
Nazionali
Tasso
occupazione
57,1
56,2
56,0
Stranieri
Tasso
occupazione
Tasso
disoccupazione
7,6
8,1
11,4
Disoccupazione
1. I tassi per gli stranieri hanno raggiunto i valori massimi nel 2013 (15,8 per i cittadini UE e 18,4 per
extraUE) e sono diminuiti negli anni seguenti; per gli italiani il valore massimo è stato registrato nel
2014 (12,2) e nel 2015 si scende a Paola
11,4 Giacomello Dip Scienze
2
Sociali ed Economiche Uniroma1
Nel tempo (2005-2014) il divario nei
tassi di occupazione tra italiani e
stranieri è andato diminuendo mentre
nei tassi di disoccupazione è andato
aumentando
Situazione per cittadinanza
I tassi di occupazione sono
particolarmente elevati per i Filippini
(81,3%), cinesi (73,1%), moldavi
(67,5%) e ucraini (66,1%)
I tassi di disoccupazione sono più
elevati per marocchini (25,4%),
pakistani (24,5%), tunisini (23,5%) e
Paola Giacomello Dip Scienze
albanesi (20,2%)
Sociali ed Economiche Uniroma1
3
Tassi di occupazione eterogenei: Italia e Regno Unito i tassi per
cittadini UE sono più elevati di quelli dei nativi; Francia (50,8) ha
il più basso tasso per gli stranieri in diminuzione rispetto al 2014
4 ed
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali
Economiche Uniroma1
Tassi di disoccupazione eterogenei: i valori per i cittadini extraUE sono più
elevati; in Regno Unito e Francia la disoccupazione per i nativi coincide con
quella dei cittadini UE; valori molto elevati in Spagna (30,5%) ma in
diminuzione mentre in Francia in aumento (19,9 al 2014 e 20,5 al 2015).
5
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali ed
Economiche Uniroma1
Tasso di occupazione 15-64 anni. 2015
70
60
50
40
30
20
10
0
Italia
Nord
Nativi
Centro
Mezzogiorno
Stanieri
Tasso di disoccupazione 15 anni e oltre. 2015
25
1. Comportamenti diversi nei tassi tra
stranieri e nativi a seconda della
ripartizione; nel nord il tasso di
occupazione è più elevato per i nativi,
e nel mezzogiorno la differenza è
pari a 12 punti percentuali in più a
favore degli stranieri; il tasso di
disoccupazione degli stranieri è più
alto rispetto a quello dei nativi nel
complesso e in tutte le ripartizioni
tranne che nel Mezzogiorno (nel Nord
ben 10 punti percentuali)
2. Le differenze tra le ripartizioni sono
più accentuate tra i nativi che tra gli
stranieri per tutti gli indicatori
considerati in particolare per il tasso
di disoccupazione
20
15
10
5
0
Italia
Nord
Centro
Mezzogiorno
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
6
La crisi economica dunque ha colpito in maniera
più accentuata gli stranieri: dal 2007 al 2015 il tasso di disoccupazione
è aumentato di quasi 8 punti% (6 punti per i nativi) e il tasso di
occupazione è diminuito di 8 punti% (-2 punti per i nativi)
Diversi sono anche i tassi di occupazione e disoccupazione
degli stranieri: per sesso
1. I tassi di disoccupazione maschile hanno
ritmi di crescita maggiori rispetto a quelli
femminili tanto da quasi raggiungerli
(quelli femminili sono sempre maggiori)
Tasso di disoccupazione (15 e oltre) per sesso.
Stranieri. Italia 2005-2015
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
2004
Tasso di occupazione (15-64) per sesso.
Stranieri. Italia 2005-2015
90
85
2006
2008
2010
2012
2014
80
2016
75
70
65
2. I tassi di occupazione femminili,
60
molto più bassi rispetto a quelli
55
50
maschili, sembrano tenere rispetto
45
alla crisi economica probabilmente
40
per i valori contenuti e per le
2004
2006
cittadinanze presenti in Italia Paola Giacomello Dip Scienze Sociali ed
Economiche Uniroma1
2008
2010
2012
Maschi
2014
Femmine
2016
7
Variazione del numero degli occupati 15 anni e oltre per settore di attività economica
e cittadinanza
Nel settore dell’industria tra il 2014 e il 2015 non ci sono state variazioni nel numero
degli occupati ma se scomponiamo il dato per cittadinanza troviamo perdita di occupati
sia per gli italiani che per gli extraUE mentre sono i cittadini UE che si incrementano. Il
settore agricoltura vede aumentare in n. degli occupati +3,8%) grazie soprattutto alla
componente straniera (+15,2%) e il settore del Commercio ha una variazione negativa (1,0%) composta da un decremento degli italiani (-1,2%) e da un incremento dei cittadini
stranieri (+1,6% derivante dalla componente dei cittadini extraUE).
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
8
Le forme di occupazione della forza lavoro straniera
• Problematiche attuali legate all’immigrazione
• Gestioni dei flussi
• Consistenti sacche di disoccupazione
• Riqualificazione della FL straniera
• Reinserimento occupazionale della FL straniera
• Problematiche prossimo futuro
• Mobilità professionale
• Progressione di carriera
• Brain waste dovuto all’ aumento dei livelli di istruzione nei paesi di
provenienza e alla domanda di lavoro poco qualificato che caratterizza
l’Italia
9
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali ed
Economiche Uniroma1
Strutturale segmentazione professionale dei lavoratori stranieri (dati al 2015)
 Gli stranieri sono occupati prevalentemente alle dipendenze con profili
esecutivi (88% contro il 74% per gli italiani) con la qualifica di operaio (79%
contro il 30% per gli italiani), solo lo 0,9% ha la qualifica di quadro o dirigente
(7,6% per gli italiani) e nel lavoro autonomo (11%) come lavoratore in proprio
(9%)
 Comportamento molto diverso rispetto ai profili esecutivi anche delle giovani
generazioni (fino a 34 anni, % rispetto al dato 15 e oltre):
italiani
stranieri
 Dirigenti e Quadri
10,9
34,2
 Impiegati
22,8
35,0
 Imprenditore
7,7
25,5
 Lavoratore in proprio
13,8
29,9
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
10
Quali sono le competenze (livelli di istruzione)
degli occupati stranieri?
1.
E’ nelle classi ISCED estreme che si osservano le differenze più
significative
2. Gli occupati stranieri con cittadinanza UE sono più istruiti di quelli
con cittadinanza extra-UE
Composizione percentuale del numero degli occupati 15 anni e oltre
per cittadinanza e livello d’istruzione (2015)
ISCED 1=nessun titolo e licenza elementare; ISCED 2= educazione secondaria inferiore; ISCED 3-4= educazione
secondaria superiore-e post secondaria non terziaria; ISCED 5-6= educazione terziaria e post-laurea
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
11
Si è accentuata ancor più che negli anni precedenti la condizione duale del
mercato del lavoro
• Gli stranieri sono sempre più sottoccupati (dichiarano di aver lavorato
indipendentemente dalla loro volontà meno ore di quelle che avrebbero
potuto fare)
• Gli stranieri svolgono spesso lavori in orari disagiati
• Gli stranieri sono sempre più sottoinquadrati
Composizione % del numero degli
occupati 15 anni e oltre per livello
d'istruzione, qualifica professionale e
cittadinanza. Anno 2015
fino a Isced 1-2
fino a Isced 3-4
fino a Isced 5-8
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Qualifica professionale
UE extraUE
UE extraUE
UE extraUE
Dirigente, prof. Intellettuali e tecniche
6,3
2,7
11,3
44,9
26,9
28,1
48,8
70,4
60,6
Imp., addetti alle vendite e servizi pers.
29,1
29,4
46,0
60,5
59,5
39,7
10,5
11,2
14,3
Lavoro manuale specializzato
60,8
28,4
61,8
38,0
67,6
33,0
1,1
4,0
5,3
Lavoro manuale non qualificato
67,8
33,8
57,8
30,9
60,1
33,7
1,3
6,1
8,4
Totale
30,7
27,5
53,4
47,2
59,1
34,8
22,1
13,4
11,8
•
•
•
I dirigenti e quadri stranieri sono mediamente più istruiti di quelli italiani
Mediamente più istruiti anche gli operai specializzati
Paola Giacomello 12
Il 6,1% degli operai stranieri ha un livello ISCED 5-8 contro il’1,3% degli
italiani
Dip Scienze Sociali ed Economiche
Uniroma1
1. La recessione ha esasperato l’etniticizzazione di alcune professioni
2. La crisi del mercato del lavoro sembra aver peggiorato le prospettive occupazionali sia
degli stranieri sempre più confinati in alcuni settori produttivi, sia dei lavoratori italiani
che sono subentrati agli stranieri in alcune mansioni low-skill
3. Diverse le retribuzioni da lavoro dipendente: il 59% degli italiani guadagna più di 1.200 €
contro il 27% dei cittadini UE e del 21% degli extraUE; soprattutto la manodopera
straniera costa poco: il 77% degli operai UE guadagna meno di 1.200 €, l’81% degli
extraUE contro il 57% degli italiani
13
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali ed
Economiche Uniroma1
4.
Le retribuzioni rimangono diverse anche se si analizza il dato per titolo di
studio: per i laureati il 18% dei cittadini UE e il 35% degli extraUE contro il 7%
degli italiani percepisce meno di 800 €.
Per gli stranieri extraUE il livello di istruzione è irrilevante nei confronti della
retribuzione: nella fascia di stipendio più bassa le % nei vari livelli d’istruzione sono
praticamente le stesse (40%, 39% e 35%)
14 ed
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali
Economiche Uniroma1
5.
Diversi i canali di inserimento lavorativo: per gli stranieri i canali di ingresso
confermano i vincoli etnici ma questa si rivela un’arma a doppio taglio (si
veda punto1)
15
Paola Giacomello Dip Scienze Sociali ed
Economiche Uniroma1
Nel 2011(anno di massimo) dall’Italia sono stati inviati all’estero sotto
forma di rimesse circa 7,4 miliardi di euro con un + 12,5% rispetto al
2010 ma nel 2015 la cifra è scesa a 5,3 miliardi con un -28,4%
Più del 50% delle rimesse
proviene da solo tre
regioni: Lombardia (22%),
Lazio (18%) e Toscana
(11%).
Ammontare rimesse (milioni di euro)
8000
7500
7000
In queste regioni gli
importi medi variano
assumendo i seguenti
valori: Lombardia 1007
(euro pro-capite), Lazio
1426 e Toscana 1424.
6500
6000
5500
5000
4500
4000
3500
3000
2004
2006
2008
2010
2012
2014
2016
I dati sulle rimesse dei lavoratori immigrati in Italia riportano i trasferimenti di
denaro all’estero regolati tramite istituti di pagamento o altri intermediari
autorizzati senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al
beneficiario (regolamento in denaro
contante).http://www.bancaditalia.it/statistiche/tematiche/rapporti-estero/rimessePaola Giacomello Dip Scienze
immigrati/
Sociali ed Economiche Uniroma1
16
2300,00
Nel complesso l’ammontare medio procapite delle rimesse ha avuto un trend
decrescente dal 2007 con ritmi più
accelerati fino al 2014 pur continuando la
tendenza anche nel 2015. le regioni più
coinvolte sono la Lombardia il Lazio e la
Toscana (insieme coprono il50,2% delle
rimesse totali)
Ammontare rimesse pro-capite
2100,00
1900,00
1700,00
1500,00
1300,00
1100,00
900,00
2004
La destinazione delle rimesse
2006
2008
2010
2012
2014
2016
I paesi che ricevono più rimesse sono
l’India, la Cina, e le Filippine
(complessivamente l’Asia raccoglie una
percentuale pari a 41,5%).
Gli immigrati provenienti dall’Europa e dal
Nord-Africa, vista la prossimità geografica,
utilizzano spesso canali informali per
spedire i risparmi
I paesi che hanno visto contrarre
maggiormente il flusso delle rimesse dal
2011 al 2012 sono il Bangladesh (-21,4%), il
Senegal (-11,9%) e il Brasile
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
17
Un ruolo importante per l’economia
Al 2010 gli imprenditori stranieri hanno raggiunto le 628mila unità (6,5% del
totale degli imprenditori). Nell’ultimo triennio si assiste ad una riduzione del
fenomeno che al 31712/2013 si assesta sulle 497mila unità su un totale di
circa 6milioni (dati Unioncamere)1.
La percentuale sul totale delle imprese è però in aumento e pari all’8,2% nel
2013
ITALIA. Imprese guidate da immigrati e da nati in Italia, valori assoluti e percentuali (2011 - 2013)
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
18
Per identificare le “imprese immigrate” (ovvero il cui controllo è in mano
a lavoratori di origine straniera), Unioncamere tiene conto della nascita
all’estero del titolare (nel caso delle imprese individuali) o della
maggioranza dei soci, degli amministratori e dei detentori delle cariche e
delle quote di proprietà (nel caso delle altre forme societarie). Tra di essi
vi è, quindi, anche un numero non trascurabile di italiani nati all’estero e
poi rientrati in Italia, in particolare nel caso dei principali Paesi meta
dell’emigrazione storica italiana, la cui rilevanza si accentua nelle regioni
del Mezzogiorno.
1.
Si tratta per la maggior parte di imprese individuali (81%)
2. Imprese ad esclusiva conduzione immigrata (94%)
3. I ritmi di aumento + marcati si registrano per le società di capitali
(10% delle imprese immigrate) e le cooperative (1,7%); crescita nel
biennio 2011-2013 pari rispettivamente a 13,7% e 15,9%
4. Importante la presenza dell’imprenditoria straniera femminile
(aumento 2012-2013 +5,4%, rappresentano ¼ delle imprese straniere)
Paola Giacomello Dip Scienze
Sociali ed Economiche Uniroma1
19
Pari all’1,8% del gettito totale (423,9miliardi)
Poco come peso % del PIL ma cmq positivo
1. I dati fanno riferimento non ai cittadini stranieri ma ai nati all’estero, si
stimano quelli per cittadinanza utilizzando i dati Istat sulle FL
2. Non è semplice per alcune voci isolare la spesa riconducibile agli stranieri
(sanità e scuola ad es.)
3. Non si riesce a monetizzare tutti gli aspetti legati all’immigrazione (apporto
economico al sistema di cura nelle famiglie italiane prestato dagli immigrati,
costi sociali dovuti ai conflitti interculturali)
4. L’età media degli stranieri è più bassa di quella degli italiani quindi minore
Paola Giacomello
Dip Scienze
20
spesa nei settori previdenziali
e sanitari
Sociali ed Economiche Uniroma1