Offerta Liber* Tutt* 2016

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Transcript Offerta Liber* Tutt* 2016

Provincia di Massa-Carrara
Fondazione Toscana Spettacolo onlus
PROGETTO LIBER* TUTT* 2016
SCUOLA DELL’INFANZIA
1. PERCHÉ TU NO? Lettura-creazione di una storia-libro
Il progetto nasce da un'idea di Scuola, concepita come ―pubblica, laica e
democratica‖, che per tale definizione non può basarsi su criteri di esclusione;
una Scuola con la ―S‖ maiuscola, che si faccia portavoce, tra gli altri valori,
anche del Rispetto e dell'Accoglienza del ―diverso‖, dell'abbattimento di una
visione sessista della società e degli stereotipi di genere, a favore della
ricostruzione di un modello sociale in cui tutti gli uomini e le donne abbiano
pari opportunità e piena legittimità in quanto individui.
Il laboratorio completo prevede un ciclo di 3 incontri di 1,30 ore ciascuno.
Laddove richiesto, è possibile aumentare il numero degli incontri, a seconda di
eventuali esigenze da parte degli insegnanti di sviluppare e approfondire alcuni
aspetti del lavoro.
Articolazione di base:
• Lettura animata, tramite album illustrati, di storie che affrontino il tema delle
differenze di genere; successiva elaborazione grafica da parte dei bambini degli
stereotipi proposti nelle letture; verbalizzazione;
• Creazione di una storia, inventata dai bambini e guidata dalle operatrici,
attraverso l'utilizzo di carte-gioco e del materiale realizzato nel primo incontro;
• Realizzazione di un libro illustrato con il materiale creato nei primi 2 incontri.
Destinatari: un gruppo classe (o max 25 alunni) per laboratorio.
A cura di: La noce a tre canti
2. I MASCHI DA UNA PARTE E LE FEMMINE DALL'ALTRA?
Laboratorio di danza contemporanea sulla differenza di genere
Descrizione contenuti: corpo - spazio - comunità - genere. I laboratori di
danza-teatro condotti da Aline Nari e Davide Frangioni, danzatori e coreografi
che da diversi anni si occupano anche di didattica rivolta all'infanzia nella
scuola pubblica, prevedono un lavoro che a partire dal gioco conduca il
bambino ad una maggiore consapevolezza del proprio corpo e del
movimento valorizzando le possibilità motorie ed espressive individuali.
Il percorso formativo realizzato si è mosso da un lato dalla constatazione di
quanto l'apprendimento sia legato anche al benessere psicofisico del bambino e
dall'altro dalla convinzione che attraverso l‘attenzione al corpo, al gesto, alla
relazione con gli altri si possa sviluppare una maggiore coscienza civile e
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benessere sociale. In questo senso la danza può rivelarsi uno strumento
estremamente utile non solo dal punto di vista creativo, ma proprio per poter
osservare e migliorare le dinamiche interne al gruppo-classe inteso come prima
esperienza di comunità. Nel corso del laboratorio il bambino è preso in
considerazione nella sua totalità espressiva, ma le linee guida del lavoro sono
infatti spazio e comunità. Rispetto alla tematica della differenza di genere,
il laboratorio proprio perché lavora sulle dinamiche interne al gruppo cerca di
integrare le differenze senza annullarle. Il lavoro sullo spazio, sul contatto e
sulla fiducia mirano a creare una buona relazione tra maschi e femmine basata
sulla conoscenza e sul rispetto delle sensazioni dell'altro; in questo contesto
dunque la danza può rivelarsi uno strumento efficace per scoprire un modo di
essere maschile o femminile oltre gli stereotipi.
A cura di: Aline Nari e Davide Frangioni, compagnia Ubidanza
3. VIAGGIO ALL' “ISOLA CHI SONO”
Mini-laboratorio teatrale sulla ricerca dell'identità
Premessa
Capita spesso di incontrare persone che non amano leggere, ma non capita
mai di imbattersi in qualcuno che non ami ascoltare storie. Barzellette,
aneddoti personali, pettegolezzi, sono tutte narrazioni che raccontano ciò che
le persone fanno, come lo fanno e perché lo fanno. Sono parte di una
tradizione orale che risale agli albori dell'umanità, fatta di parole e suoni che ci
forniscono immagini con cui pensare, sentire e percepire, e con cui costruire un
nostro immaginario capace di rispondere alle domande su chi siamo, da dove
veniamo e perché siamo qui... Ascoltiamo racconti sulla nostra famiglia, sul
nostro popolo e sul mondo e, attraverso l'insieme di queste narrazioni ci
collochiamo in un determinato tempo e in un determinato spazio, edificando
lentamente le nostre singolarità, le nostre identità personali.
Presentazione e obiettivi
Data la premessa, il mini-laboratorio teatrale intende partire proprio dalla
narrazione e dall'ascolto, per creare momenti di relazione ―espressiva‖ in cui
ogni partecipante possa, attraverso l'identificazione o la non—identificazione
con i personaggi, raccontare il proprio mondo interiore, rivendicando il diritto
per ciascuno di dire ―io‖. La lettura di alcuni testi scritti da Leo Lionni
costituisce il punto di partenza su cui lavorare per dare vita ad un momento
finale di messa in scena condivisa, a dimostrazione del percorso svolto.
Articolazione: 12 ore di lavoro
 1 h di lettura (―Pezzettino‖, ―Federico‖, ―Nicola dove sei stato?‖, editi da
Babalibri) e riflessione collettiva sui testi e i personaggi.
 8 h di laboratorio per ogni gruppo-classe, da calendarizzare in
un secondo momento con gli insegnanti di riferimento.
 3 h di allestimento e messa in scena
A cura di: La Noce a Tre Canti
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SCUOLA PRIMARIA (CLASSI I-II)
1. PERCHÉ TU NO? Lettura-creazione di una storia-burattini-messa in
scena
Ciclo di incontri rivolti a bambini, sul tema degli stereotipi dell'immaginario
collettivo legati alla differenza di genere. Il progetto nasce da un'idea di
Scuola, concepita come ―pubblica, laica e democratica‖, che per tale definizione
non può basarsi su criteri di esclusione; una Scuola con la ―S‖ maiuscola, che si
faccia portavoce, tra gli altri valori, anche del Rispetto e dell'Accoglienza del
―diverso‖, dell'abbattimento di una visione sessista della società e degli
stereotipi di genere, a favore della ricostruzione di un modello sociale in cui
tutti gli uomini e le donne abbiano pari opportunità e piena legittimità in
quanto individui.
Il laboratorio completo prevede un ciclo di 4 incontri di 1,30 ore ciascuno.
Laddove richiesto, è possibile aumentare il numero degli incontri, a seconda di
eventuali esigenze da parte degli insegnanti di sviluppare e approfondire alcuni
aspetti del lavoro.
Articolazione di base
• Lettura, tramite album illustrati, di storie che affrontano il tema delle
differenze di genere
• Creazione di una storia insieme ai bambini
• realizzazione di burattini per una piccola rappresentazione
Destinatari: un gruppo classe (o max 25 alunni) per laboratorio
A cura di: La Noce a Tre Canti
2. EDUCARE ALLE EMOZIONI. Il teatro per un’educazione alla relazione e
all’affettività
Obiettivi
Il progetto intende promuovere l‘arte del teatro come veicolo creativo di temi
quali le ―emozioni‖ e ―relazioni affettive‖, aspetti sui quali si fonda il percorso di
crescita dell‘individuo nella relazione con l‘altro. L‘esperienza del teatro, intesa
come esperienza creativa, sia essa pratica espressiva nel ―fare teatro‖ o
fruizione nel ―vedere teatro‖ può diventare un importante alleato educativo e
formativo, palcoscenico non solo metaforico, ma vero e proprio mezzo creativo
per accrescere nelle giovani generazioni quelle abilità personali e relazionali
necessarie a gestire positivamente i loro processi di cambiamento evolutivo ed
i rapporti con gli altri, andando quindi a contrastare i molteplici fenomeni di
disagio che caratterizzano infanzia e adolescenza. Il percorso si basa
essenzialmente su ridare centralità ai bambini ed alle bambine, ai ragazzi ed
alle ragazze, alla loro capacità di gestirsi, di dare spazio al conflitto che
relazioni complesse e coercitive come quelle che si instaurano in classe. Il
percorso vuole farci interrogare anche sul ―luogo scuola‖. Si cerca di capire
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cosa si può ―donare‖ al luogo scolastico, come immaginare un‘altra scuola
possibile. Una scuola inclusiva dove si dà cittadinanza alle differenze, alle
emozioni e ai tempi dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
Metodologia Il percorso intende facilitare i gruppi classe ad immaginare
mappe, luoghi e situazioni reali e immaginari, mappe emotive e fantastiche
per poi passare a creare a scuola i luoghi e i contesti che servirebbero per dare
cittadinanza a tutte le emozioni. Si immagina di allestire luoghi, creare setting,
spazi di scrittura, piccoli canovacci drammaturgici. E‘ possibile creare luoghi,
setting o piccoli testi che conducano a giochi di travestimento a metamorfosi,
che possano costruire nidi e fortezze, invitino a rappresentare invenzioni ed
esperimenti, situazioni di relax e benessere, di rabbia, di affetti e sentimenti.
Sono spazi immaginati per migliorare le relazioni del gruppo, per onorare le
emozioni, con particolare attenzione ai processi ed agli atteggiamenti che
sottendono lo sviluppo dell‘autostima, soprattutto per gli adolescenti. Il
teatro diventa strumento per allestire luoghi e/o creare situazioni all‘interno
della scuola (anche all‘esterno se c‘è uno spazio disponibile). Il percorso potrà
concludersi, se ce ne saranno le condizioni, con una dimostrazione di
laboratorio nella quale i partecipanti inviteranno altri bambini, ragazzi e adulti
(insegnanti, genitori) a praticare ed agire quei luoghi e quei contesti
immaginati e/o creati.
Articolazione: percorso di 14 ore per ciascuna classe/gruppo.
A cura di: La Città del Teatro - Cascina
3. VIAGGIO ALL' “ISOLA CHI SONO”
Mini-laboratorio teatrale sulla ricerca dell'identità
Premessa
Capita spesso di incontrare persone che non amano leggere, ma non capita
mai di imbattersi in qualcuno che non ami ascoltare storie. Barzellette,
aneddoti personali, pettegolezzi, sono tutte narrazioni che raccontano ciò che
le persone fanno, come lo fanno e perché lo fanno. Sono parte di una
tradizione orale che risale agli albori dell'umanità, fatta di parole e suoni che ci
forniscono immagini con cui pensare, sentire e percepire, e con cui costruire
un nostro immaginario capace di rispondere alle domande su chi siamo, da
dove veniamo e perché siamo qui... Ascoltiamo racconti sulla nostra famiglia,
sul nostro popolo e sul mondo e, attraverso l'insieme di queste narrazioni ci
collochiamo in un determinato tempo e in un determinato spazio, edificando
lentamente le nostre singolarità, le nostre identità personali.
Presentazione e obiettivi
Data la premessa, il mini-laboratorio teatrale intende partire proprio dalla
narrazione e dall'ascolto, per creare momenti di relazione ―espressiva‖ in cui
ogni partecipante possa, attraverso l'identificazione o la non—identificazione
con i personaggi, raccontare il proprio mondo interiore, rivendicando il diritto
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per ciascuno di dire ―io‖. La lettura di alcuni testi scritti da Leo Lionni
costituisce il punto di partenza su cui lavorare per dare vita ad un momento
finale di messa in scena condivisa, a dimostrazione del percorso svolto.
Articolazione
Il mini-laboratorio prevede 12 ore di lavoro:
 1 h di lettura (―Pezzettino‖, ―Federico‖, ―Nicola dove sei stato?‖, editi
da Babalibri) e riflessione collettiva sui testi e i personaggi.
 8 h di laboratorio per ogni gruppo-classe, da calendarizzare in
un secondo momento con gli insegnanti di riferimento.
 3 h di allestimento e messa in scena.
A cura di: La Noce a Tre Canti
SCUOLA PRIMARIA (CLASSI III-IV-V)
1. PERCHÉ TU NO? Lettura-creazione di una storia-burattini-messa in
scena
Ciclo di incontri rivolti a bambini, sul tema degli stereotipi dell'immaginario
collettivo legati alla differenza di genere. Il progetto nasce da un'idea di
Scuola, concepita come ―pubblica, laica e democratica‖, che per tale definizione
non può basarsi su criteri di esclusione; una Scuola con la ―S‖ maiuscola, che si
faccia portavoce, tra gli altri valori, anche del Rispetto e dell'Accoglienza del
―diverso‖, dell'abbattimento di una visione sessista della società e degli
stereotipi di genere, a favore della ricostruzione di un modello sociale in cui
tutti gli uomini e le donne abbiano pari opportunità e piena legittimità in
quanto individui.
Il laboratorio completo prevede un ciclo di 4 incontri di 1,30 ore ciascuno.
Laddove richiesto, è possibile aumentare il numero degli incontri, a seconda di
eventuali esigenze da parte degli insegnanti di sviluppare e approfondire alcuni
aspetti del lavoro.
Articolazione di base
• Lettura, tramite album illustrati, di storie che affrontano il tema delle
differenze di genere
• Creazione di una storia insieme ai bambini
• realizzazione di burattini per una piccola rappresentazione
Destinatari: un gruppo classe (o max 25 alunni) per laboratorio
A cura di: La Noce a Tre Canti
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2. LASCIA UNO SPAZIO BIANCO PER ME - Laboratorio di danza-teatro
Il percorso formativo ―Lascia uno spazio bianco per me‖ si è proposto di creare
attraverso la danza un'occasione di riflessione insieme ai ragazzi intorno al
corpo e all'identità di genere muovendo dalla constatazione di quanto
l'apprendimento sia legato anche al benessere psicofisico e dalla necessità di
creare opportunità protette in cui i ragazzi possano sperimentare
strumenti diversi per affrontare una nuova narrazione del loro sé in
costruzione. Inoltre, la proposta di esercizi caratteristici della danza
contemporanea volti a concentrare l'attenzione sui principi del movimento
(spazio, tempo, peso, dinamica, flusso, ecc.) integrandoli con stimoli
provenienti dal teatro-fisico (manipolazione, esercizi in coppia, ruoli,
fiducia, ecc) ha puntato alla ricerca di un'espressività globale: il corpo e il
movimento sono il punto di partenza per imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi,
per scoprire insieme al gruppo-classe possibilità diverse di comunicare con gli
altri.
Destinatari: un gruppo classe o max 25 alunni.
A cura di: Aline Nari e Davide Frangioni, compagnia Ubidanza
3. EDUCARE ALLE EMOZIONI. Il teatro per un’educazione alla relazione
e all’affettività
Obiettivi
Il progetto intende promuovere l‘arte del teatro come veicolo creativo di temi
quali le ―emozioni‖ e ―relazioni affettive‖, aspetti sui quali si fonda il percorso di
crescita dell‘individuo nella relazione con l‘altro. L‘esperienza del teatro, intesa
come esperienza creativa, sia essa pratica espressiva nel ―fare teatro‖ o
fruizione nel ―vedere teatro‖ può diventare un importante alleato educativo e
formativo, palcoscenico non solo metaforico, ma vero e proprio mezzo creativo
per accrescere nelle giovani generazioni quelle abilità personali e relazionali
necessarie a gestire positivamente i loro processi di cambiamento evolutivo ed
i rapporti con gli altri, andando quindi a contrastare i molteplici fenomeni di
disagio che caratterizzano infanzia e adolescenza. Il percorso si basa
essenzialmente su ridare centralità ai bambini ed alle bambine, ai ragazzi ed
alle ragazze, alla loro capacità di gestirsi, di dare spazio al conflitto che
relazioni complesse e coercitive come quelle che si instaurano in classe. Il
percorso vuole farci interrogare anche sul ―luogo scuola‖. Si cerca di capire
cosa si può ―donare‖ al luogo scolastico, come immaginare un‘altra scuola
possibile. Una scuola inclusiva dove si dà cittadinanza alle differenze, alle
emozioni e ai tempi dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
Metodologia Il percorso intende facilitare i gruppi classe ad immaginare
mappe, luoghi e situazioni reali e immaginari, mappe emotive e fantastiche
per poi passare a creare a scuola i luoghi e i contesti che servirebbero per dare
cittadinanza a tutte le emozioni. Si immagina di allestire luoghi, creare setting,
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spazi di scrittura, piccoli canovacci drammaturgici. E‘ possibile creare luoghi,
setting o piccoli testi che conducano a giochi di travestimento a metamorfosi,
che possano costruire nidi e fortezze, invitino a rappresentare invenzioni ed
esperimenti, situazioni di relax e benessere, di rabbia, di affetti e sentimenti.
Sono spazi immaginati per migliorare le relazioni del gruppo, per onorare le
emozioni, con particolare attenzione ai processi ed agli atteggiamenti che
sottendono lo sviluppo dell‘autostima, soprattutto per gli adolescenti. Il teatro
diventa strumento per allestire luoghi e/o creare situazioni all‘interno della
scuola (anche all‘esterno se c‘è uno spazio disponibile). Il percorso potrà
concludersi, se ce ne saranno le condizioni, con una dimostrazione di
laboratorio nella quale i partecipanti inviteranno altri bambini, ragazzi e adulti
(insegnanti, genitori) a praticare ed agire quei luoghi e quei contesti
immaginati e/o creati.
Articolazione: percorso di 14 ore di laboratorio per ciascuna classe/gruppo.
A cura di: La Città del Teatro – Cascina
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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
1. ROSACELESTE
Attività n. 1: “Fragilità, il tuo nome è donna”
Svolgimento: Lettura di un breve testo, che prende il titolo dalla famosa
citazione Shakespeariana, composto da Daniela Morozzi, che raccoglie vari
stereotipi femminili e maschili tratti dalla grande letteratura, dal teatro e
dall‘opera. Un modo divertente per entrare subito nella questione: ―Cosa
intendiamo per differenza di genere?‖
Attività n.
2:
Esplorando l’immaginario degli
studenti/delle
studentesse
Svolgimento: L‘attività è finalizzata a far emergere le idee, le convinzioni, gli
stereotipi che gli alunni/le alunne hanno nei confronti del proprio e dell‘altro
sesso. Solo conoscendo l‘immaginario di genere
presente nella classe si
può attivare
un
percorso di
sensibilizzazione
volto
a sradicare
progressivamente i pregiudizi sul maschile e sul femminile, mettendo in luce
come questi siano frutto di apprendimento e non abbiano niente di ―naturale‖.
La classe viene suddivisa in gruppi di 3-4 persone. A ciascun gruppo si chiede
di scrivere su un foglio i primi cinque aggettivi che vengono loro in mente per
qualificare le donne e gli uomini (le donne sono… gli uomini sono…) e di
descrivere i ruoli che le donne e gli uomini svolgono all'interno della società. A
ciascun gruppo di individuare un portavoce che dovrà riferire al resto della
classe le risposte condivise dal suo gruppo. Uno studente/una studentessa
avrà il compito di riportare alla lavagna tutte le risposte dei gruppi. A questo
punto si pare un‘elaborazione guidata dei risultati e una discussione collettiva.
Attività n. 3: “Scuola finisce con la lettera A, ma ….”
Svolgimento: Partendo dalla ricerca pubblicata nel suo saggio ―Educazione
Sessista. Stereotipi di genere nei libri di testo delle elementari‖ (Rosennerg &
Sellier, Torino 2010), la dr.ssa Biemmi dimostrerà come la scuola, anziché
fungere da correttivo delle diseguaglianze, non faccia altro che reiterare una
visione sessista della società e dei ruoli maschili e femminili. La scuola non
riesce ancora a recepire i cambiamenti avvenuti nel mondo femminile ma
anche in quello maschile negli ultimi decenni, e tende a replicare un
immaginario già superato nella realtà. Partendo da queste premesse, obiettivo
dell‘attività sarà aprire un canale di comunicazione con i giovani e le giovani
portando all'attenzione i condizionamenti di genere a cui loro stessi sono
stati soggetti nel loro percorso di formazione e socializzazione, per poi
provare a ipotizzare strategie di cambiamento che aiutino a tirarsi fuori dalle
gabbie di genere, anche tramite un rinnovato uso della lingua. Durante questa
parte centrale della lezione, Daniela Morozzi proporrà alcune letture di brani
estratti dai testi scolastici.
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Attività n. 4: Bomba libera tutti… e tutte!
Svolgimento: Visione del documentario "Bomba libera tutti. Stereotipi e
differenze di genere in una classe delle elementari" di Pina Caporaso e Daniele
Lazzara. Il documentario, girato in una classe quarta elementare di Pistoia,
mostra bambini e bambine che discutono tra loro delle differenze tra maschi e
femmine, vissute a scuola e in famiglia o viste in tv, e degli stereotipi di genere
che vivono sulla propria pelle. Il documentario nel 2013 ha vinto il premio
"Immagini Amiche" - promosso dall‘UDI (Unione Donne in Italia)
e dal
Parlamento Europeo - un riconoscimento dedicato a pubblicità, programmi, Tv
e siti web che non utilizzano stereotipi di genere e che promuovono una
creatività innovativa in grado di diffondere immagini ‗amiche‘ delle donne. Nel
documentario viene stimolata una discussione sui ruoli di genere a partire dalla
lettura di alcuni libri per bambini "Dalla parte delle bambine" editi negli anni
Settanta (Rosaconfetto, Arturo e Clementina, Una fortunata catastrofe). Dopo
la visione del documentario è prevista un'attività laboratoriale, attraverso una
lettura guidata di alcuni albi illustrati editi in tempi più attuali che infrangono
gli stereotipi sessisti e che possono utilmente essere utilizzati in classe per
proporre un immaginario di genere alternativo a quello tradizionale.
L‘attività sarà accompagnata da letture animate di Daniela Morozzi.
Attività n. 5: Maschi e femmine nella pubblicità televisiva
―Con Nelsen piatti li vuol lavare lui…‖, cantava un vecchio Spot. Oppure: ―Ma
la famiglia Barilla esiste?‖. Parleremo della rappresentazione massmediatica
del maschile e del femminile nel messaggio pubblicitario. La dr.ssa Biemmi,
avvalendosi di immagini appositamente selezionate nella programmazione in
―fascia protetta‖, mostrerà gli stereotipi sessisti veicolati nelle pubblicità di
giochi per bambini, aiutando gli studenti/le studentesse a riconoscerli e
decodificarli.
A seguire Daniela Morozzi presenterà un breve testo di una pubblicità
contenente un messaggio "corretto" in ottica di genere. Selezionerà un piccolo
gruppo di studenti che separatamente lo metterà in scena. Seguirà
l‘elaborazione, la discussione collettiva e la rappresentazione finale dello
spot ―contro il sessismo‖ da parte di alcuni studenti/alcune studentesse.
Articolazione: un percorso di 4 ore di laboratorio per ciascuna classe/gruppo.
A cura di: Irene Biemmi e Daniela Morozzi
2. MASCHIO O FEMMINA, L’IMPORTANTE È ESSERE SE STESSI
Laboratorio teatrale sugli stereotipi di genere
Premesse
Che cosa può fare un maschio? Che cosa può invece fare una femmina?
Fin da bambini ci confrontiamo con modelli che tengono conto più del genere
che della personalità di ognuno. E così ci convinciamo che ―le femmine possono
piangere e i maschi no, i maschi sono più aggressivi e le femmine più dolci e
affettuose, i maschi sono più intraprendenti e abili nelle costruzioni, le femmine
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meno vivaci e abili nelle attività domestiche, la danza è roba da femmine e il
calcio da maschi, le femmine sono fragili e i maschi forti‖. L‘educazione allo
stereotipo di genere comincia già dalla primissima infanzia, attraverso una
diversificazione di colori, abiti, giochi, sport, compiti. Riteniamo che la rottura
di questi meccanismi sia la condizione necessaria per uno sviluppo maturo e
consapevole della persona nonché per una educazione sentimentale e
relazionale, che spinga a vedere in chi ci sta di fronte un individuo anziché un
ruolo. Nonostante, negli ultimi anni, siano stati fatti molti progressi nell‘ambito
delle pari opportunità, nell‘immaginario collettivo continuano tuttavia a
persistere pregiudizi e stereotipi che condizionano negativamente sia le vite
quotidiane che le forme di comunicazione tra donne e uomini. Sensibilizzare i
ragazzi al tema dello stereotipo di genere vuol dire anche metterli in guardia
dalla discriminazione attuata nei confronti di altre categorie di persone (donne,
ma anche immigrati, omosessuali, rom).
Elaborazione e costruzione dei contenuti
La seconda parte del laboratorio sarà dedicata allo studio di alcuni testi,
immagini, canzoni che saranno in parte proposti dagli operatori e in parte dagli
stessi ragazzi. Tali materiali saranno spunti di riflessione sul tema dello
stereotipo di genere, della discriminazione e della violenza di genere.
Riflessioni e dibattito saranno prevalentemente affrontati con gli strumenti
propri del teatro, favorendo lo sviluppo della personale e originale creatività dei
ragazzi. I temi e le stesse domande scaturite dal lavoro saranno rielaborati in
forma di micro-drammaturgia individuale e di gruppo. Immagini, dati, letture,
video saranno elementi di partenza per lavorare attraverso l‘improvvisazione
teatrale sui temi proposti in forma critica.
Durata: dai 5 incontri di due ore ciascuno
A cura di: Metropopolare
3. EDUCARE ALLE EMOZIONI. Il teatro per un’educazione alla relazione
e all’affettività
Obiettivi
Il progetto intende promuovere l‘arte del teatro come veicolo creativo di temi
quali le ―emozioni‖ e ―relazioni affettive‖, aspetti sui quali si fonda il percorso di
crescita dell‘individuo nella relazione con l‘altro. L‘esperienza del teatro, intesa
come esperienza creativa, sia essa pratica espressiva nel ―fare teatro‖ o
fruizione nel ―vedere teatro‖ può diventare un importante alleato educativo e
formativo, palcoscenico non solo metaforico, ma vero e proprio mezzo creativo
per accrescere nelle giovani generazioni quelle abilità personali e relazionali
necessarie a gestire positivamente i loro processi di cambiamento evolutivo ed
i rapporti con gli altri, andando quindi a contrastare i molteplici fenomeni di
disagio che caratterizzano infanzia e adolescenza. Il percorso si basa
essenzialmente su ridare centralità ai bambini ed alle bambine, ai ragazzi ed
alle ragazze, alla loro capacità di gestirsi, di dare spazio al conflitto che
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relazioni complesse e coercitive come quelle che si instaurano in classe. Il
percorso vuole farci interrogare anche sul ―luogo scuola‖. Si cerca di capire
cosa si può ―donare‖ al luogo scolastico, come immaginare un‘altra scuola
possibile. Una scuola inclusiva dove si dà cittadinanza alle differenze, alle
emozioni e ai tempi dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
Metodologia
Il percorso intende facilitare i gruppi classe ad immaginare mappe, luoghi e
situazioni reali e immaginari, mappe emotive e fantastiche per poi passare a
creare a scuola i luoghi e i contesti che servirebbero per dare cittadinanza a
tutte le emozioni. Si immagina di allestire luoghi, creare setting, spazi di
scrittura, piccoli canovacci drammaturgici. E‘ possibile creare luoghi, setting o
piccoli testi che conducano a giochi di travestimento a metamorfosi, che
possano costruire nidi e fortezze, invitino a rappresentare invenzioni ed
esperimenti, situazioni di relax e benessere, di rabbia, di affetti e sentimenti.
Sono spazi immaginati per migliorare le relazioni del gruppo, per onorare le
emozioni, con particolare attenzione ai processi ed agli atteggiamenti che
sottendono lo sviluppo dell‘autostima, soprattutto per gli adolescenti.
Il teatro diventa strumento per allestire luoghi e/o creare situazioni all‘interno
della scuola (anche all‘esterno se c‘è uno spazio disponibile). Il percorso potrà
concludersi, se ce ne saranno le condizioni, con una dimostrazione di
laboratorio nella quale i partecipanti inviteranno altri bambini, ragazzi e adulti
(insegnanti, genitori) a praticare ed agire quei luoghi e quei contesti
immaginati e/o creati.
Articolazione: un percorso di 14
classe/gruppo
A cura di: La Città del Teatro - Cascina
ore
di
laboratorio
per
ciascuna
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SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
1. ROSACELESTE. Conferenza spettacolo
tratta da ―Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari‖.
Di e con Irene Biemmi e Daniela Morozzi
Si nasce femmine e maschi, e si diventa donne e uomini, tramite un lungo e
faticoso processo di socializzazione che conduce i bambini dei due sessi ad
assimilare le caratteristiche, i ruoli, i comportamenti che la società si aspetta
da loro. Questa divaricazione dei destini maschili e femminili si struttura fin
dalla primissima infanzia quando in famiglia si inizia a tessere un percorso
biografico differente per maschi e femmine, frutto di piccole ma incessanti
scelte quotidiane che tendono ad incanalare i percorsi degli uni e delle altre
verso sentieri differenti, sempre più divergenti: predisporre un corredino rosa
per la neonata e azzurro per il neonato diventa un semplice atto di routine,
così come acquistare una bambola per la bambina e una macchinina per il
bambino, o ancora, rimproverare una bambina per essere troppo movimentata
e stimolare il bambino ad essere attivo; deridere il maschietto che piange
perché si comporta come una ―femminuccia‖ e allo stesso tempo accettare
come naturale che sia la bambina ad esternare i propri sentimenti e le proprie
debolezze. Sul palco una ricercatrice pedagogica e un‘attrice. Gli interventi
della ricercatrice Irene Biemmi si alterneranno con letture e brevi monologhi
dell‘attrice Daniela Morozzi. Vedremo quali uomini e donne possono essere il
‗prodotto finale‘ di un‘educazione sessista spesso inconsapevole e, aprendo lo
sguardo verso i tanti esempi positivi di questi ultimi anni provenienti dalla
letteratura per l‘infanzia, proporremo anche ipotesi e soluzioni per operare
insieme un possibile e auspicabile cambiamento, aprendo gli orizzonti e le
opportunità di vita sia delle femmine che dei maschi.
2. MASCHIO O FEMMINA, L’IMPORTANTE È ESSERE SE STESSI
Laboratorio teatrale sugli stereotipi di genere
Premesse
Che cosa può fare un maschio? Che cosa può invece fare una femmina?
Fin da bambini ci confrontiamo con modelli che tengono conto più del genere
che della personalità di ognuno. E così ci convinciamo che ―le femmine possono
piangere e i maschi no, i maschi sono più aggressivi e le femmine più dolci e
affettuose, i maschi sono più intraprendenti e abili nelle costruzioni, le femmine
meno vivaci e abili nelle attività domestiche, la danza è roba da femmine e il
calcio da maschi, le femmine sono fragili e i maschi forti‖. L‘educazione allo
stereotipo di genere comincia già dalla primissima infanzia, attraverso una
diversificazione di colori, abiti, giochi, sport, compiti. Riteniamo che la rottura
di questi meccanismi sia la condizione necessaria per uno sviluppo maturo e
consapevole della persona nonché per una educazione sentimentale e
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relazionale, che spinga a vedere in chi ci sta di fronte un individuo anziché un
ruolo. Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti molti progressi nell‘ambito
delle pari opportunità, nell‘immaginario collettivo continuano tuttavia a
persistere pregiudizi e stereotipi che condizionano negativamente sia le vite
quotidiane che le forme di comunicazione tra donne e uomini.
Sensibilizzare i ragazzi al tema dello stereotipo di genere vuol dire anche
metterli in guardia dalla discriminazione attuata nei confronti di altre categorie
di persone (donne, ma anche immigrati, omosessuali,rom).
Elaborazione e costruzione dei contenuti
La seconda parte del laboratorio sarà dedicata allo studio di alcuni testi,
immagini, canzoni che saranno in parte proposti dagli operatori e in parte dagli
stessi ragazzi. Tali materiali saranno spunti di riflessione sul tema dello
stereotipo di genere, della discriminazione e della violenza di genere.
Riflessioni e dibattito saranno prevalentemente affrontati con gli strumenti
propri del teatro, favorendo lo sviluppo della personale e originale creatività dei
ragazzi. I temi e le stesse domande scaturite dal lavoro saranno rielaborati in
forma di micro-drammaturgia individuale e di gruppo. Immagini, dati, letture,
video saranno elementi di partenza per lavorare attraverso l‘improvvisazione
teatrale sui temi proposti in forma critica.
Articolazione: dai 5 incontri di due ore ciascuno
A cura di: Metropopolare
3. GIOCHI DI RUOLO
Parafrasando il titolo del noto libro ―Il razzismo spiegato a mia figlia” che Tahar
Ben Jelloun scrisse per far comprendere alla sua bimba una realtà dolorosa e
complessa come il razzismo, avremmo voluto intitolare questo laboratorio Le
donne spiegate agli uomini/gli uomini spiegati alle donne. Abbiamo poche
certezze e qualche dubbio che vorremmo condividere con i nostri allievi: le
parole sono importanti. La realtà è sempre più complessa per i giovani
che cercano un ruolo nella società. L’identità di ruolo porta a
comportamenti codificati in un certo contesto socio culturale: i
comportamenti femminili o maschili in Europa oggi sono gli stessi in
tutto il mondo e lo sono sempre stati? Sappiamo riconoscere gli
stereotipi che subiamo?
La letteratura esistente sullo sviluppo sessuale e di genere testimonia che
entro i primi tre anni di vita si strutturerebbe quello che Stoller chiama ―nucleo
dell‘identità di genere―, cioè il convincimento primitivo, preverbale, stabile nel
tempo ed evidente nel comportamento, dell‘appartenenza al genere sessuale
maschile o femminile. A determinarlo, concorrono: le caratteristiche
anatomiche e le componenti relazionali. Partiamo da qui. Per ritrovare, al di là
dei generi, dei ruoli sociali, imposti o ambiti, le persone. Ognuno di noi, prima
di essere uomo o donna è persona. Senza genere. Partiamo da qui.
Guardandoci negli occhi. Esplorando le nostre voci, i nostri corpi, le nostre
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possibilità. Attraverso il teatro. Giocando con il teatro. Un gioco serio e
divertente. Fatto di travestimenti, inversioni di ruolo, scambi di ruoli tra maschi
e femmine. Ci metteremo nei panni altrui, grazie all‘illusione scenica. Per
riconoscersi e riconoscere il proprio corpo. E per farlo, per costruire insieme la
nostra finzione verissima potremo porre domande che mai avremmo sognato
di poter fare. Si necessita di uno spazio ampio, sgombro e di uno stereo.
Potrebbero inoltre essere necessarie fotocopie del materiale da fornire agli
allievi del laboratorio.
Produzione finale
Il lavoro svolto si concretizzerà in una dimostrazione che avrà l‘obiettivo di
attivare le dinamiche relazionali attore/pubblico. Tale relazione è infatti
estremamente formativa e attribuisce senso ulteriore alle dinamiche esplorate
durante le ore laboratoriali. Si premette che il percorso e la realizzazione
conclusiva, saranno da concordare con i docenti.
Articolazione: 5 incontri + dimostrazione di lavoro a conclusione del percorso
A cura di: Associazione culturale Murmuris
4. DAIMON LAB. Progetto di formazione teatrale per maschi, femmine e alieni
Descrizione: Sin dall‘inizio della propria attività, Sotterraneo accompagna i
percorsi produttivi con workshop e progetti di formazione. In occasione del
Daimon Project 2013/14, percorso produttivo articolato su più formati, il
gruppo ha ideato un formato specifico, denominato Daimon Lab, attraverso cui
restituire la ricerca teorica e scenica in forma laboratoriale, costruendo un
workshop in cui i partecipanti siano chiamati a confrontarsi coi temi e le
dinamiche creative del progetto.
Partendo dalle suggestioni al centro del Daimon Project – vocazione, destino,
talento, capacità di realizzarsi e rapporto col proprio fallimento – Sotterraneo
imposta un workshop fisico e ipercinetico, pensato come un campo
d‘addestramento teatrale in cui esercizi e improvvisazioni diano vita a una
―palestra‖ espressiva di confronto e scontro col proprio daimon, ovvero con
l‘immagine di noi che ci sentiamo chiamati a realizzare nel corso della vita.
L'espressione teatrale è quindi un fine creativo, ma anche un mezzo
temporaneo per esprimere un‘identità e misurarla nel confronto con gli altri.
Nel corso del laboratorio, Sotterraneo condivide una serie di pratiche teatrali
attraverso una struttura da ―agoghé spartana‖ in cui il presupposto
paramilitare risulta tanto ludico quando disciplinante. Nel caso specifico
dell‘intervento realizzato per le scuole di Massa-Carrara, il gruppo ha declinato
il tema del daimon e della vocazione personale sul piano dell‘identità di genere,
selezionando esercizi in grado di focalizzare il ruolo delle differenze e delle
somiglianze maschio/femmina su più livelli: il suono della voce, le
caratteristiche corporee, le aspettative generate dalla realtà sociale circostante
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attraverso usi e costumi, ecc. Il daimon si manifesta sempre all‘interno di un
corpo e da questo prende le mosse per realizzarsi – in che modo essere maschi
o femmine modifica le possibilità che abbiamo di realizzare la nostra
―immagine innata‖? Il laboratorio si è posto l‘obiettivo di spingere i ragazzi a
ripensare stereotipi e pregiudizi dei ruoli di genere, riscoprendo l‘origine
androgena e complementare dei due sessi e cercando di spiegarla come
qualcosa di nuovo, come se ricevessimo la visita di una specie aliena e
dovessimo illustrare loro come siamo fatti, come funzioniamo, quali personaggi
e quali ruoli maschili e femminili hanno fatto la nostra storia e perché.
Articolazione: n. 1 incontro propedeutico e n. 5 incontri pratici più
dimostrazione di lavoro a conclusione del percorso.
A cura di: Sotterraneo
5. ACCADEMIA DEGLI ANTIEROI
Si tratta di un laboratorio teatrale concepito come una fantomatica accademia
in cui persone dotate di superpoteri cercano di mettere a frutto le proprie
capacità, attraverso prove, test e lezioni, cercando di giocare sul doppio piano
dell‘epica e della quotidianità.
L‘immaginario da cui la compagnia è quello dell‘eroismo contemporaneo,
l‘universo dei fumetti Marvel e DC, coi loro eroi che sono sempre super, spesso
mascherati e dotati di abilità soprannaturali. I partecipanti al laboratorio
sviluppano gradualmente aderenza a un personaggio di questa ―mitologia
pop‖: Spiderman, Batman, Wolverine, La Donna Invisibile… un archetipo, un
idolo da usare e distruggere. Tappa dopo tappa, lezione dopo lezione,
attraverso meccanismi scenici corali, gli attori/supereroi attraversano le varie
esperienze che costellano la narrazione eroica, le varie fasi di sviluppo del
personaggio descritte da Propp, ancora valide nell‘analizzare tanto i poemi
antichi quanto la produzione hollywoodiana: la scoperta dei poteri, l‘incontro
col maestro, la sconfitta ad opera del Nemico, il riscatto… mescolando
riflessioni a cavallo fra letteratura, graphic novel e teatro fisico. Il workshop
può essere pensato anche per specifiche fasce d‘età.
Articolazione: n. 1 incontro propedeutico e n. 5 incontri pratici più
dimostrazione di lavoro a conclusione del percorso.
A cura di: Sotterraneo
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PER GLI/LE INSEGNANTI
PARLARE D'AMORE CON I BAMBINI
RELAZIONE E ALL’AFFETTIVITÀ
PER
UN’EDUCAZIONE
ALLA
Contesto
La scuola è un cardine della società civile e rappresenta uno spazio privilegiato
per la trasmissione dei saperi ma anche per la relazione con le nuove
generazioni. Per renderla uno luogo più accogliente e a misura di bambini e
bambine, ragazzi e ragazze, più equa e integrata, è importante che i formatori
si impegnino in un costante aggiornamento del metodo di insegnamento, che
sia capace di interagire al meglio con i bisogni degli studenti e che sappia dare
senso e valore ai significati collegati all‘educazione. Questi aspetti fanno del
Teatro uno strumento di grande valore educativo e pedagogico riconosciuto e
raccomandato, nella duplice modalità attuativa di ―visione‖ e ―pratica
laboratoriale‖ anche dal MIUR, attraverso le indicazioni strategiche del
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione per l‘a.s.
2016-2017, nel quadro legislativo della c.d ―Buona scuola‖.
Obiettivi/Finalità
Il progetto intende promuovere l‘arte del teatro come veicolo creativo di temi
quali le ―emozioni‖ e ―l‘affettività‖, aspetti sui quali si fonda il percorso di
crescita dell‘individuo nella relazione con l‘altro. L‘esperienza del teatro, intesa
come esperienza creativa, sia essa pratica espressiva nel ―fare teatro‖ o
fruizione nel ―vedere teatro‖ può diventare per gli insegnanti un importante
alleato educativo e formativo, palcoscenico non solo metaforico, ma vero e
proprio mezzo creativo per accrescere nelle giovani generazioni quelle abilità
personali e relazionali necessarie a gestire positivamente i loro processi di
cambiamento evolutivo ed i rapporti con gli altri, andando quindi a contrastare
i molteplici fenomeni di disagio che caratterizzano infanzia e adolescenza. Il
percorso, che avrà carattere pratico si propone di trasmettere ai docenti
conoscenze teoriche specifiche e abilità operative indispensabili per
programmare e realizzare attività di educazione teatrale all‘interno dei contesti
e dei processi scolastici.
Articolazione del percorso formativo/programma
La proposta progettuale, destinata ad insegnanti della scuola primaria, può
essere strutturata in due fasi distinte e/o interconnesse. Da un lato è possibile
realizzare un percorso intensivo della durata di 2 giorni (tot. 12 ore), da
collocare ad esempio in un fine settimana, con l‘obiettivo di approcciare metodi
e tecniche connessi alla scrittura di un testo drammaturgico, con
particolare attenzione ai temi affrontati nel testo dello spettacolo di Fondazione
Sipario Toscana onlus, Me&Te Una piccola storia d’amore.
L‘altra proposta, che può essere realizzata a sé stante, oppure può connettersi
al laboratorio intensivo come fase successiva, consiste nella realizzazione di un
breve percorso di laboratorio teatrale agito (8/10 incontri di 2 ore) nel
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quale avvicinare i docenti alle tecniche ed ai linguaggi del teatro che, mutuate
dal lavoro dell'attore, vanno ad approfondire le possibili dinamiche della
comunicazione e della relazione interpersonale, con particolare attenzione ai
temi affrontati nello spettacolo Me&Te Una piccola storia d’amore.
Tempistica: da concordare con la committenza.
Docenti: esperti drammaturghi, attori, formatori esperti nell‘utilizzo del teatro
in contesti educativi.
A cura di: La città del Teatro - Cascina
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