Fino all`8.I.2017Prisenti di GibellinaReal Albergo dei

Download Report

Transcript Fino all`8.I.2017Prisenti di GibellinaReal Albergo dei

24 dicembre 2016 delle ore 20:07
Fino all’8.I.2017
Prisenti di Gibellina
Real Albergo dei Poveri, Palermo
Nel panorama artistico italiano il caso dei
Prisenti è una rarità che non trova riscontro in
altri luoghi dello Stivale. Insieme alla
collezione della Fondazione Orestiadi e al
Grande Cretto di Alberto Burri, i Prisenti
contribuiscono a rendere Gibellina un centro
rilevante di arte contemporanea. Radicati nella
tradizione popolare, l'origine risale al XVI
secolo, in cui drappi di velluto ricamati erano
utilizzati per la processione devozionale del
Santo Patrono. Dopo l'abbandono, grazie a
Ludovico Corrao – sindaco del comune di
Gibellina per 25 anni, a cui si deve il nome del
Museo civico locale – si rivaluta l'antica pratica
religiosa in chiave artistica. Ecco che a partire
dal 1981, fino ai primi anni '90, ogni anno un
artista di fama conclamata è invitato a realizzare
un drappo unico e irripetibile, che documenti
l'entusiasmo di una popolazione che dopo le
macerie del terremoto ha avuto il coraggio di
ripartire. Alighiero Boetti, Pietro Consagra,
Carla Accardi, Renato Boero, Isabella Ducrot,
Nja Mahdaoui e Michele Canzoneri, sono
alcuni tra i nomi presenti all'esposizione
palermitana del Real Albergo dei Poveri. Dopo
il successo alla Biennale d'arte di Venezia del
1993, la collezione viene riproposta a Palermo,
in una cornice suggestiva che evoca una storia
fatta di incontri e sinergie culturali. Tra i più
caratteristici dell'esposizione troviamo il
Prisente di Pietro Corrao del 1984, in cui
applicazioni di tessuti colorati e paillettes su
velluto – 110 cm x 640 cm – rimandano a uno
stile che richiama una libertà espressiva tipica
del Siciliano, amico tra gli altri di Renato
Guttuso, con il quale divide per un periodo lo
studio artistico a Roma.
Di Renato Boero è il Prisente del 1992, un
ricamo su tessuti colorati – 200 cm x 585 cm –
che simboleggia la personale scoperta della
relazione tra natura, colore e segno. Il suo
"ritornare alle origini” attraverso la natura lo
appassiona talmente tanto da essere alla
continua ricerca di sostanze naturali da
utilizzare per le sue creazioni. La tecnica mista
su tessuti colorati utilizzata dalla napoletana
Isabella Ducrot, per il Prisente del 1991 – 440
cm x 300 cm – è emblematica del senso della
mostra del Real Albergo dei Poveri: un
caleidoscopio di influenze culturali che trovano
in Sicilia il terminale ultimo di un rispetto per
usi e costumi molteplici. La sua concezione di
arte è una sorta di collage emozionale, frutto
dei tanti viaggi in giro per il mondo. Tra i tanti
Prisenti in mostra, degno di menzione è il Carro
di San Rocco, del 1983: un'opera di Pietro
Consagra realizzata con legno, ferro e tela. Di
proprietà del museo civico di Gibellina, a
seguito del restauro di Sabrina Sottile e Irene
Genova, è ritornata al suo originario candore,
fatto di storia e innovazione.
Dario Cataldo mostra visitata il 2 dicembre
Dal 2 dicembre 2016 all'8 gennaio 2017 I
Prisenti di Gibellina Real Albergo dei Poveri
Corso Calatafimi, 90129 Palermo Orari: da
martedì a domenica dalle 9:00 alle 13:00 e dalle
14:00 alle 18:00 Info: www.fondazioneorestiadi.
it
Michele Canzoneri realizza quello dell'anno
precedente, il 1983: un ricamo su velluto di
notevoli dimensioni – 150 x 620 cm. Di lui
ricordiamo le sperimentazioni in ambito
artistico, frutto del suo amore per la cultura
orientale, la quale gli apre la percezione tra ciò
che è visibile dall'occhio umano e ciò che non
invece non lo è. La stessa fascinazione di culture
variegate è tratto distintivo di Alighiero Boetti,
il quale da autodidatta scopre prima l'arte
astratta e poi l'arte povera – di cui diventa
esponente di spicco. Il suo Prisente del 1985 è
un raso – 225 cm x 1080 cm – in cui a
primeggiare è il colore, a testimonianza di una
mutazione che nell'ultima parte della sua vita
lo porta a scoprire il senso ludico del quotidiano.
pagina 1