Relazione Presidente Corsi Assemblea ordinaria 2016

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Transcript Relazione Presidente Corsi Assemblea ordinaria 2016

Cari amici e cari colleghi, buon giorno e benvenuti. Questa è la mia penultima assemblea e quindi anche la mia penultima relazione: mi piace definirla etica, come faceva il Presidente Bonfardeci, perchè fissa delle responsabilità che tutti noi ci dobbiamo assumere per il futuro della Fnaarc. Etica perchè noi qui oggi ci dobbiamo prendere una serie di impegni anche morali per condurre il nostro Sindacato nella nuova situazione economica e sociale maturata a causa di questa crisi decennale, la più lunga che mai abbiamo affrontato. Permettetemi un breve accenno a quello che tutti noi abbiamo fatto nei miei ventun anni di presidenza, dal 17 novembre 1995. In primo luogo il rinnovo degli AEC che languivano da anni: con essi abbiamo dotato la categoria di uno strumento contrattuale, unico in Europa, che consente la massima tutela dei diritti di un agente di commercio in fase di definizione di un accordo con la mandante. Un esempio significativo è l’Accordo del commercio 2009, un modello difficilmente superabile. I nostri colleghi più giovani non hanno vissuto la tremenda tagliola dello “star del credere”, che gravava per circa il 15% in caso di inadempienza nei pagamenti di un cliente. Parliamo di una extra-tassa di molte centinaia di migliaia di euro che incombeva sul nostro lavoro. Grazie a una lotta dura e lunga, questo ingiusto balzello è stato definitivamente eliminato. Abbiamo scongiurato la possibilità che, grazie a una dissennata liberalizzazione, chiunque potesse alzarsi una mattina e, in assenza di alternative, decidere di fare l'agente di commercio, senza possedere alcuna professionalità nel settore né alcun requisito. Come è ben noto noi siamo per il fisco la maglia rosa del buon contribuente, come sempre ci ricordava l’amico Gatelli. pag. 1

Non rappresentiamo alcun rischio operando da sempre alla luce del sole, e incassiamo le nostre provvigioni a presentazione fattura. Questo non ci ha procurato nessuna gratitudine: anzi, solo il nostro continuo impegno ci ha consentito di salvaguardare alcuni diritti “naturali”, quali le facilitazioni sull'automobile, che di fatto è il nostro ufficio, e di incrinare il muro dell'Irap, tassa iniqua per una categoria come la nostra. La lotta alla pressione fiscale non è certo finita: occorre fare chiarezza definitiva sul tema della autonoma organizzazione, allentare la morsa dell'Irpef, scongiurare il previsto aumento dell'Iva. Tutta la nostra storia di oltre settanta anni è caratterizzata dalla strenua difesa di Enasarco, dai continui appetiti dei Governi di ogni colore che sempre hanno desiderato inglobare il patrimonio dei nostri versamenti pensionistici nel vacillante calderone dell'Inps. In tempi nuovi occorre un Sindacato nuovo, più pronto a recepire le esigenze della categoria e a elaborare concrete risposte. Molto abbiamo fatto in termini di servizi offerti agli iscritti, dalle conciliazioni alla tutela legale, dai corsi di formazione alle consulenze previdenziali e contrattuali. Ma non posso sottacere un'area di criticità molto significativa: solo poche Associazioni territoriali si sono dotate di risorse e strutture idonee a svolgere questo compito fondamentale. Non ci possiamo lamentare di avere pochi iscritti se non siamo preparati a fornire il massimo sostegno per ogni loro richiesta. Su questa strada molto è ancora da fare, a partire da un autentico rapporto di collaborazione con le Ascom.

La situazione attuale

Tutto è reso più complesso dalla crisi perdurante, i cui primi pallidi segnali di ripresa sono sottoposti al pericolo di grandi scelte politiche e istituzionali per l'Italia e l'Europa. pag. 2

Tra poco più di una settimana si terrà il referendum costituzionale, e nessuno può prevedere quali influssi ci saranno. Ancora non possiamo misurare gli effetti della brexit e della nuova presidenza Usa, senza scordare che da marzo la Bce sarà a guida tedesca, da sempre contrarissima alla politica di aiuti finanziari di Mario Draghi. Ma non c’è solo la politica e la finanza: oggi dobbiamo occuparci e preoccuparci della rivoluzione distributiva, alimentata specialmente dall’ e commerce. Questo strumento, in fase di grande ascesa, può rappresentare anche una opportunità di sviluppare i nostri affari, se saremo in grado di utilizzarlo al meglio. Ma ciò non ci distoglie dalla nostra responsabilità di tutelare la categoria in fase di rinnovo degli AEC: le imprese non possono pensare di avvicinarsi eventualmente anche all’e-commerce senza tener conto degli agenti. L'unica cosa certa è che nulla è già più come prima e chiunque vorrà restare sul mercato ha l'obbligo di rinnovarsi.

Il cambiamento

All'ultima assemblea elettiva mi sono presentato con un programma concreto e preciso, fondato sul rinnovamento della nostra organizzazione. Il cambiamento è partito dalla “governance”: abbiamo una squadra di sei nuovi Vice Presidenti, ognuno con incarichi specifici. E' un mix di colleghi giovani e maggiormente esperti, che lavora bene in team. Stiamo operando bene: non perdiamo tempo ad occuparci di sterili, inutili polemiche di chi vorrebbe mantenere tutto come prima. La cosa più divertente è che proprio chi nel recente passato invocava il cambiamento oggi è diventato nostalgico dei bei vecchi tempi. Come spesso ho detto il rafforzamento del Sindacato passa dall'attività sul territorio. Abbiamo uno strumento unico: oltre 100 Associazioni in pag. 3

tutt'Italia; occorre farlo funzionare. Gli obiettivi sono due di grande importanza: rilanciare in alcune realtà provinciali e dare nuova linfa alle Unioni regionali. Nel primo caso, a tutti sono note situazioni gravemente critiche di importanti province che hanno perso un gran numero di iscritti: bisogna senza indugio invertire questa tendenza. Nel secondo caso con soddisfazione posso segnalarvi che, grazie all'impegno dei Vice Presidenti incaricati, già le cose si stanno muovendo nel Triveneto e in Emilia Romagna. Certo molti sono gli strumenti per il rafforzamento: centrale è lo sviluppo dell'informazione e della comunicazione, utilizzando al meglio i nuovi media e le nuove tecnologie. Parliamo di social network, di attività di mailing, di whatsapp, di telemarketing, di teleconferenze e così via, senza trascurare naturalmente i media più tradizionali e le pubbliche relazioni, a seconda degli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere. La logica è quella di scambi più frequenti sia reali che virtuali, per essere in sintonia con quello che vuole da noi la base. Anche su questo punto i Vice Presidenti incaricati stanno già agendo. Di grande rilievo è il tema della formazione: in passato l'abbiamo usata prevalentemente per difenderci specie dalla Direttiva Europea detta “Bolkestein”. Ma oggi è tutto differente: viviamo una situazione di crisi continue e se vogliamo rimanere sul mercato dobbiamo dedicarci concretamente a una formazione professionale altrettanto continua. L'unica strada che ci può consentire di mantenere il nostro ruolo determinante nello scenario economico risiede nella nostra capacità di aggiornarci e garantire i massimi risultati alle mandanti e ai clienti finali. Da ultimo, ma non certo per importanza, il capitolo della internazionalizzazione. Oggi più che mai il prezioso presidio che Simonetta pag. 4

Maffizzoli esercita in sede Europea è vitale: da un lato ci consente di monitorare fenomeni globali quali l’e-commerce di cui vi ho parlato prima, dall’altro offre straordinarie opportunità di garantirci lavoro con prestigiose aziende internazionali. In chiusura di questa parte, dobbiamo tutti riconoscere il merito dell’ottimo lavoro svolto dal gruppo giovani, coadiuvato da seniores solo per un mero fatto anagrafico. Senza questa grande attività non avremmo realizzato questa grande spinta rinnovatrice.

Confcommercio

I nostri rapporti con Confcommercio rappresentano un punto strategico determinante. I nostri padri fondatori, nella prima assemblea dell'aprile 1946 a Firenze hanno effettuato una scelta di campo definitiva e vincente: noi siamo parte integrante del sistema del commercio, e non, come fortemente voleva la Cgil, oscure pedine dell'industria, senza autonomia e professionalità riconosciuta. Nonostante ciò, continuo a vedere situazioni inspiegabili, nelle quali pare che Fnaarc e Confcommercio siano quasi avversari. Posso ancora capire che qualche Presidente Ascom, ostile alla linea politica della confederazione, cerchi di strumentalizzare qualche Fnaarc locale a fini personali. Quello che non riesco a credere è che qualcuno di noi caschi in questa trappola banale, danneggiando gravemente gli interessi della categoria. Noi siamo Confcommercio e Confcommercio è Fnaarc: senza Orlando, Colucci, Sangalli non avremmo mai raggiunto i risultati eccezionali che abbiamo ottenuto. Senza Peretti, Bonfardeci, Volpi e se volete pure il sottoscritto, neppure Confcommercio avrebbe mai conseguito i suoi obiettivi. pag. 5

Comunque siatene certi: l’adesione a Confcommercio non sarà mai messa in discussione.

Enasarco

Durante questa prima parte del 2016 abbiamo superato una prova fondamentale: le prime elezioni a suffragio universale di Enasarco. Siamo riusciti per l'ennesima volta a sventare l'attacco dell'Inps, gradito al Ministero del Lavoro, a cui il patrimonio della Fondazione avrebbe risolto una mezza finanziaria corposa. Ma non è finita: abbiamo un Presidente, un Vice Presidente e un Consigliere Fnaarc. E oltre a questi validissimi colleghi, possiamo contare su sette membri dell’assemblea di Enasarco, tutti dirigenti sindacali Fnaarc di primo piano. Sono davvero dispiaciuto che ci sia ancora qualcuno che proprio non riesce a capirlo e alimenta ancora modeste polemiche fondate su pettegolezzi di nessun valore. E ha pure la faccia tosta di rimpiangere persone che in passato ha aspramente criticato. A noi questo non può interessare: non abbiamo tempo da perdere. Il programma dell'alleanza che ha vinto prevede trasparenza e controlli, investimenti tutelati e prevalentemente rivolti all'economia reale, incremento dei servizi agli associati. E gli uomini della Fnaarc si impegnano a tempo quasi pieno nel farlo rispettare, sacrificando talora anche la propria attività. Il dato che dovrebbe mobilitare al massimo tutta la nostra categoria è la bassa affluenza alle urne da parte dei nostri colleghi. E anche qui ritorna in primo piano il tema del coinvolgimento continuo del territorio: dobbiamo saper ascoltare la base molto di più e molto meglio di quanto siamo riusciti a fare in passato. pag. 6

La politica

Sappiamo bene che negli ultimi anni la politica non ci ha amato molto. In stato di continua asfissia finanziaria, a causa anche del tremendo debito pubblico, ci ha ascoltato ma ha fatto poco. D'altro canto noi siamo a zero rischio evasione, non blocchiamo ferrovie o autostrade. Poco non vuol dire niente: abbiamo trovato interlocutori attenti sulla battaglia dell'Irap, primi fra tutti il Vice Ministro all’Economia e Finanza Luigi Casero e il Presidente della VI Commissione Finanza della Camera Maurizio Bernardo, che voglio ringraziare. Ma ci aspettiamo molto di più: noi rappresentiamo 250.000 famiglie attive, intermediamo il 70% del Pil nazionale, sviluppiamo ogni giorno un milione di contatti, siamo i clienti più importanti per il settore automobilistico ed energetico, battiamo ogni record nel pagamento delle accise. Siamo interlocutori di peso per banche e assicurazioni, alimentiamo 12 mesi all'anno la ristorazione e gli alberghi. Vogliamo solo quello che ci spetta, non cerchiamo privilegi. Vogliamo la stessa concreta attenzione dei tempi di Elia, Baldassarri, Conte, Cinti, Deodato, Bianchini, Besostri, D’Onofrio, tanto per fare alcuni nomi di appartenenti a tutti gli schieramenti politici. Nessuno ne parla mai, ma se due anni l'Iva non è salita, come voleva l'Europa, è grazie anche alla dura opposizione di Confcommercio, e specificatamente di Carlo Sangalli, e, per quanto sta nelle nostre forze, pure della Fnaarc.

Conclusioni

Voglio concludere con un breve accenno a una esperienza terribile e bellissima che ho vissuto nel corso della mia visita di tre giorni nelle zone pag. 7

terremotate.

Terribile perchè la situazione è molto più tragica di quanto ci si possa render conto guardando la televisione, leggendo i giornali o navigando su internet. Distruzione ovunque, famiglie in grande sofferenza, attività bloccate. Il tutto aggravato dal perdurare dello sciame sismico che ha allargato a dismisura l'area interessata. Bellissima perchè ho incontrato gente fiera, forte, colpita negli affetti e nei beni, ma già rivolta al futuro, alla ricostruzione di condizioni di vita e di lavoro accettabili. E questa gente vuole sentire vicino il suo Sindacato, non con promesse vuote o regalie, ma con una solidarietà attiva, con la voglia di ascoltare le loro necessità, con una concreta attività di sostegno. Non solo per avere finanziamenti doverosi, ma anche e soprattutto per potere riprendere il lavoro. 51 anni fa ho conosciuto una Fnaarc di lotte, di passione sindacale, di senso di appartenenza e di solidarietà. Ed è esattamente questa la Fnaarc che voglio lasciare a chi verrà dopo di me. Grazie e buon lavoro. pag. 8