Non di Solo Pane

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Transcript Non di Solo Pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 25 Dicembre 2016
Natale del Signore
Buon Natale
Anno XVIII - n°
783
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Dicembre 2016
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
Intenzioni mese di Dicembre
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le
azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore
del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida
e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché sia eliminata in ogni parte del mondo la piaga
dei bambini-soldato.
le gioie e le sofferenze
Intenzione missionaria
di questo giorno,
Perché i popoli europei riscoprano la bellezza, la
bontà e la verità del Vangelo, che dona gioia e speranza alla vita.
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Intenzione dei vescovi
Perché, nei territori invasi dalla criminalità organizzata, le famiglie e la società civile riescano a sottrarre i ragazzi ai tentacoli delle mafie.
Non di Non di solo pane ­ Numero 783 ­ Tempo di Natale ­ pagina 2
Natale del Signore
Il primo Natale arrivò il giorno in cui Dio
ci mandò il Suo dono d’amore e di salvezza,
avvolto in Gesù, suo Figlio.
Solennità
La solennità della nascita di Gesù Salvatore era celebrata il
giorno 25 dicembre
già all'epoca di papa
Liberia, nel 354. Non
a caso fu scelta la
data di una festività
pagana, popolare e
Agisci
In questo giorno di festa, chiediti in quale
personaggio del presepe
ti ritrovi, poi vai alla
santa Messa e adora il
Signore vivo nel Pane
Eucaristico. Metti pace
nei tuoi pensieri e condividi con la tua famiglia la gioia del Natale
molto sentita, a conclusione delle celebrazioni in onore di Saturno e in prossimità
del solstizio d'inverno.
Era la festa del "sol
invictus", il sole che
tornava a risplendere,
e diventò la festa del
"vero sole". Il Natale
è la manifestazione al
Domenica
25
Dicembre
I Settimana
del Salterio
mondo di Dio, fattosi
uomo; venne riconosciuta sia dalla Chiesa
Occidentale sia da
quella Orientale. La
rappresentazione della Natività si è diffusa
a partire dal V secolo
in tutta la storia
dell'arte occidentale.
Brano Evangelico: Lc 2,1­14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il cen­
simento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era
governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascu­
no nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di
Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di
Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua
sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compi­
rono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo
avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto
per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che veglia­
vano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si
presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi fu­
rono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco
vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato
nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi
il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangia­
toia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste
che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in ter­
ra agli uomini che egli ama».
Contemplo:
In principio era il Verbo
Le prime parole dell'Antico Testa­
mento sono «In principi() Dio creò
il cielo e la terra» (Gn 1,1). Le pri­
me parole del Vangelo di Giovanni
sono un inno alla Creazione sem­
pre nuova, sempre rinnovata in
Cristo Gesù, il Verbo, la Parola di
Dio. La ricchezza e la profondità
di questo «sguardo sull'infinito»,
che le migliori pagine della Sacra
Scrittura e le parole della Chiesa ci
propongono nelle grandi festività,
meritano la nostra silenziosa ado­
razione. «La realtà è di Cri­
sto» (Col 2,17): Egli è la vita, la
grazia e la verità di Dio.
Non di solo pane ­ Numero 783 ­ Tempo di Natale ­ pagina 3
Lettura Spirituale:
Meditiamo la Parola
Come giunse quella notte
Una nuova grazia
Avvicinandosi il natale dell'anno 1223,
Francesco d'Assisi chiamò a sé l'amico
Ser Giovanni Vellita e gli disse: «C'è
nella foresta di Greccio, una grotta che
mi ricorda quella di Betlemme. Là ho
pensato di celebrar la santa notte».
Intese Ser Giovanni, e tutto dispose secondo il desiderio del Santo.
Come giunse quella notte i fedeli, a
folla, convenuti dai luoghi vicini, cantando i salmi s'inoltrarono nella foresta. Al lume delle torce giunsero sino
alla grotta, ove stavasi per celebrare la
messa. L'altare era posto sopra una
mangiatoia, e ai lati di essa giacevano
un bue e un asinello.
Quando il sacerdote si apprestava a distribuire ai fedeli il Corpo di Cristo fu
vista una luce abbagliante intorno al
Santo. Sulle braccia scarne, che uscivano dalle maniche del saio, egli reggeva
un fanciullino esile e assonnato; ma come Francesco, in atto di amore, si trasse al petto il corpo tremante del piccino, questi si risvegliò, gli sorrise e poi
gli accarezzò la scarna faccia. Compresero quelli che videro, essere quello il
fanciullo Gesù che, addormentato nel
cuore di molti, Francesco, con l'esempio della sua vita, aveva per molti ridestato
(Dalla tradizione francescana).
La luce è venuta nel mondo, ma le tenebre
non l'hanno accolta. Questo significa che, anche nel gaudio del Natale, non dobbiamo mai
dimenticare il dramma del rifiuto dell'uomo, il
quale ha anche la libertà di rifiutare Dio e suo
figlio Gesù. Questo è davvero tremendo, soprattutto se pensiamo che Dio non vuole nulla, se non la nostra felicità e realizzazione.
Per coloro che invece si lasciano illuminare
dalla sua presenza, la vita rivela significati
nuovi e più pieni. Ma dipende sempre dalla
volontà di accoglierlo: per questo, non sprechiamo l'occasione di grazia che ci viene donata anche in questo Natale, ma approfittiamo della bontà di Dio! Sarà la maniera migliore per fare festa al Bambino santo che è venuto tra noi.
Preghiera
O Dio, unica fonte di tutto ciò che esiste, tu
sei il Padre nostro: donaci l'amore perché,
fedeli al tuo comandamento, possiamo amarti con cuore indiviso, cercando te in ogni
cosa. Insegnaci ad amarti «con tutta la mente»: illumina la nostra intelligenza, perché
libera dal dubbio e dalla vana presunzione
sappia scoprire il tuo disegno di salvezza
nella storia e nelle circostanze quotidiane.
Non di solo pane ­ Numero 783 ­ Tempo di Natale ­ pagina 4
Tempo di Natale
Il dono più prezioso che tu possa fare ai tuoi cari
per Natale è fatto di parole e gesti d’amore,
di compassione, perdono, apprezzamento,
comprensione, approvazione.
Il santo del giorno:
Santo Stefano
Primo martire cristiano, Stefano era
uno dei sette diaconi di Gerusalemme
nominati dagli apostoli. Fu accusato di
aver
pronunciato
parole
blasfeme
contro Mosè e Dio.
Grazie alla sua dotta conoscenza delle
scritture, dimostrò
come gli Ebrei fossero ancora resistenti allo Spirito
Santo e non volessero riconoscere il
Messia. Allora fu
lapidato fuori dalla
città. Il suo culto si
diffuse tra il IV e il
V secolo. Rappresentato nelle vesti
di giovane diacono,
Lunedì
26
Dicembre
I Settimana
del Salterio
con le pietre, la palma e il libro, viene
invocato contro l'emicrania e per la
buona morte.
PROTETTORE: di
diaconi, frombolieri,
muratori, scalpellini.
selciatori e tagliapietre.
NOME: deriva dal
greco e significa
"incoronato".
Brano Evangelico: Mt 10,17­22
Agisci
Stasera come ringraziamento per la giornata trascorsa prega
e senti tua la prima
parte del Magnificat:
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio
spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché
ha guardato l’umiltà
della sua serva.
D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me
l’Onnipotente e Santo
è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su
quelli che lo temono”.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tri­
bunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti
davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimo­
nianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle
loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete
dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete
dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre
vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il
padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faran­
no morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma
chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
Contemplo:
Lo Spirito parla in voi
«Non siete voi a parlare, ma è lo
Spirito del Padre vostro che parla
in voi» (Mt 10,20). Coloro che di­
sputavano con Stefano, il primo
ucciso perché testimoniava Cristo,
«non riuscivano a resistere alla
sapienza e allo Spirito con cui egli
parlava» (At 6,10). Gesù, la sa­
pienza divina, è venuto a sostener­
ci anche nelle nostre discussioni.
Nella perseverante lotta per difen­
dere la verità, dobbiamo amare il
prossimo e perdonarlo, come Gesù
e Stefano hanno insegnato a Paolo.
Non di solo pane ­ Numero 783­ Tempo di Natale ­ pagina 5
Dalla Prima Lettura
Medita
La Parola
Meditiamo
la Parola
Meditazione del giorno
Oggi celebriamo il natale del servo
Festa di Santo Stefano. Stefano trovò la
forza di sopportare i tormenti del martirio
nella sua comunione con Cristo; se lo sentiva vicinissimo; se lo vedeva presente; desiderava morire per vivere con lui.
Non si deve avere paura
Un brano evangelico come questo può
sembrare non consono al periodo liturgico che stiamo vivendo: perché rovinare l'atmosfera natalizia, piena di gaudio
e di commozione, con parole così dure
Ieri abbiamo celebrato il Natale del Signore;
oggi celebriamo il natale di un suo servo;
ma abbiamo celebrato il Natale del Si­
gnore, nel quale si degnò di nascere; celebriamo il natale del servo, nel quale fu incoronato. Abbiamo celebrato il Natale del
Signore, nel quale prese l'indumento della
nostra carne; celebriamo il natale del servo,
nel quale gettò via l'indumento della car­
ne. Abbiamo celebrato il Natale del Signore,
nel quale si è fatto simile a noi; celebriamo
il natale del servo, nel quale si è fatto vi­
cinissimo a Cristo. Come infatti Cristo nascendo si congiunse a Stefano, così Stefano
morendo si congiunse a Cristo […]. Stefano,
pervaso da un ardentissimo amore, desiderava abbandonare, quanto più in fretta possibile, la carne Preghiera
e volare a Cristo; ormai non
temeva più la morte, poiché vedeva vivente
Cristo, che sapeva essere stato ucciso per
lui e perciò aveva anch'egli fretta di morire
per lui per vivere con lui.
e oscure? Eppure, non ci si deve scandalizzare: sin dai primi mesi della sua
vita, Gesù è riconosciuto come segno di
contraddizione. Questo significa che
tanti vivranno per lui e per il suo messaggio d'amore, ma altrettanti lo rifiuteranno e lo ostacoleranno in tutti i
modi. Se questa è la sorte che gli è stata riservata, tanto più sarà riservata
anche ai suoi discepoli. Eppure, non si
deve avere paura, le parole di Gesù sono un invito alla speranza: lo Spirito
Santo assiste tutti coloro che sono perseguitati a causa del nome del Signore
ed egli non manca di aiutare proprio
coloro che gli danno testimonianza dinanzi agli uomini.
San Agostino (Serm. de Sanctis 314,1, in PL 38,1425)
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 6
Martedì
27
Dicembre
Tempo di Natale
Dì “ti amo”
mediante atti di gentilezza e premura.
Il Santo del giorno:
San Giovanni
Apostolo ed evangelista
L'autore del quarto
Vangelo e dell'Apocalisse, figlio di Zebedeo e fratello di
Giacomo maggiore,
venne considerato
dal Sinedrio un
«incolto». In realtà
i suoi scritti sono
Agisci
Un cosiddetto ateo,
scrisse un giorno che
non c'è in un'intera
vita cosa più importante da fare che
chinarsi perché un
altro, cingendoti il
collo, possa rialzarsi. Oggi fermati e
guarda
chiunque,
aiutandolo, se puoi,
con fede e con amore.
I Settimana
del Salterio
una vetta della teologia cristiana. La
sua propensione più
alla contemplazione
che all'azione non
deve farlo credere,
però, una figura
"eterea". Si pensi al
soprannome con cui
Gesù - di cui fu discepolo tra i Dodici
- chiamò lui e il fratello: «figli del tuono». Lui si definisce
semplicemente «il
discepolo che Gesù
amava». Assistette
alla Passione con
Maria. E con lei, dice la tradizione, visse a Efeso. Qui morì
tra fine del I e inizio
del II secolo, dopo
l'esilio a Patmos.
Per Paolo era una
«colonna»
della
Chiesa, con Pietro e
Giacomo.
Brano Evangelico: Gv 20,2­8
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo,
quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Si­
gnore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì
allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al
sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo
corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chi­
natosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto
anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vi­
de le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul
capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a
parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per
primo al sepolcro, e vide e credette.
Vi annunciamo
ciò che abbiamo visto
Contemplo:
La fede cristiana si diffonde per
via di testimonianza; testimone è
colui che crede in Cristo e induce
altri a credere: ha la fede e produ­
ce in un altro la fede. Gli apostoli
concepirono la loro missione come
testimonianza.
Ci hanno annunciato quello che
hanno sentito e visto, cioè Cristo
con la sua carne. Ci hanno detto
che nell'uomo Gesù la benedizione
e la grazia operante di Dio si è ri­
velata totalmente sotto una forma
visibile, udibile e palpabile.
Ci hanno detto che è Lui la nostra
salvezza.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 7
Dalla Prima Lettura
Medita
La Parola
Meditiamo
la Parola
Meditazione del giorno
Dio è in terra
Chi è davvero Gesù per noi?
Ma io chi sono? Che cosa potrò dire in modo degno di ciò che si vede? Mi mancano le
parole: la lingua e la bocca non sono capaci
di narrare le meraviglie di questa solennità
divina. Perciò io con le schiere angeliche
grido e griderò sempre: «Gloria a Dio
nell'alto dei cieli e pace agli uomini che egli
ama». Dio è in terra; e chi non sarà celeste?
Dio viene presso di noi, nato da una Vergine; e chi oggi non diventerà divino, non anelerà alla santità della Vergine e non cercherà con zelo la sapienza, per essere più
vicino a Dio? Dio è avvolto in povere fasce;
e chi non diventerà ricco della divinità di
Dio, se accoglie qualcosa di umile?
Tripudio come i pastori e sobbalzo ascoltando queste voci divine; bramo andare al
presepe che accoglie Dio e desidero giungere alla celeste grotta; ardo di vedere il mistero apparso in essa e lì innalzare al cospetto del Generato la voce inneggiante:
«Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace agli
uomini che egli ama».
Giovanni rappresenta la schiera di tutti
coloro che hanno con il Signore un rapporto profondo, che tocca le profondità
del proprio essere. Quanti santi, dopo
di lui, hanno avuto la stessa esperienza
di Gesù: per essi, il Signore non era
un'idea, o un concetto da ricordare. Era
una persona viva, l'amico più intimo e
l'amato da accogliere nella propria vita.
Tanti cristiani, quando si tratta di correre per Gesù. diventano improvvisamente pigri e indolenti: per essi Cristo
è soltanto un'idea astratta che serve a
ricordare loro delle regole da tenere a
mente, più che una persona viva con la
quale relazionarsi. Questo brano ci invita a guardarci dentro per rispondere
sinceramente a questa domanda: chi è
davvero Gesù per noi?
(SOFRONIO DI GE­RUSALEMME,
Le Omelie, Roma
Preghiera
1991, 55-57).
Preghiera
Padre, nella Chiesa, nelle nostre comunità e
famiglie, ovunque si svolgono i nostri impegni e
intessiamo le nostre relazioni, noi sperimentiamo di avere passi diversi: c'è chi arriva prima e
chi dopo. Donaci la pazienza di chi attende, la
sollecitudine di chi incoraggia, perché la nostra
comunione cresca e maturi dentro e grazie alle
differenze.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 8
Tempo di Natale
Mercoledì
28
Dicembre
Sei come un fiocco di neve:
bello in modo raffinato, e unico.
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno:
Santi Innocenti
I bambini di Betlemme che vennero uccisi da Erode il
Grande furono dichiarati martiri poiché erano morti
per Gesù Cristo.
Il Vangelo di Matteo (2,16) racconta
che Erode, avendo
appreso dai Magi
che era nato il re
dei Giudei e temendo di perdere il potere, ordinò l'uccisione di tutti i bam-
bini di Betlemme
fino ai due anni
d'età, per essere
certo di eliminarlo.
Il loro culto si diffuse
in Occidente dal IV
secolo.
Brano Evangelico: Mt 2,13­18
Agisci
Anch’io ti chiedo di
pensare nella tua
preghiera ai bambini
innocenti maltrattati o che muoiono di
fame, credendo che
un po’ della nostra
amicizia scaldi i loro
cuori. Se puoi, metti
da parte qualche
euro per loro.
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve
in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino
e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò,
perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe,
destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì
in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adem­
pisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi
si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i
bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, cor­
rispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora
si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché
non sono più.
Contemplo: Furono uccisi
per Cristo (Antifona d'ingresso)
La «strage degli innocenti», tema
continuo nella storia dell'u­
manità, è presentata dal Vangelo
di Matteo come una profezia su
Gesù: anche il più Innocente tra
gli uomini sarà sacrificato da una
giustizia corrotta e violenta, dai
pregiudizi ideologici, dalle divi­
sioni sociali, dalla paura che por­
ta al rifiuto «dell'altro».
Il Figlio di Dio che è totalmente
«Altro» è venuto tra noi per inse­
gnarci ad amare, cominciando dai
più piccoli e bisognosi.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 9
Meditazione del giorno
«Venite a me voi tutti che
siete affaticati e oppressi»
Certo ognuno di noi ha già sperimentato la
felicità del natale. Ma il cielo e la terra non
sono ancora divenuti una cosa sola. La stella
di Betlemme è una stella che ancor oggi
continua a brillare in una notte oscura (...).
Dov'è il giubilo delle schiere celesti, dove la
beatitudine silente della santa notte? Dov'è
la pace in terra? (..).
Contro la luce scesa dal cielo spicca, più
sinistra e più nera, la notte del peccato. Il
Bambino nel presepe protende le manine e
sembra voler già dirci con il suo sorriso le
parole che usciranno un giorno dalle labbra
dell'adulto: «Venite a me voi tutti che siete
affaticati e oppressi» (...). Egli pronuncia il
suo «Seguimi» e chi non è per lui è contro di
lui. Egli lo pronuncia anche per noi e ci pone davanti alla decisione tra la luce e le tenebre (...). Se mettiamo le nostre mani nelle mani del Bambino divino e rispondiamo
con un «sì» al suo «Seguimi», allora siamo
suoi, e libera è la via perché la sua vita di­
vina possa riversarsi in noi. Questo è l'inizio
della vita divina in noi. Essa non è ancora la
contemplazione beata di Dio nella luce della gloria; è ancora l'oscurità della fede, però non è più di questo mondo ed è già un'esistenza nel regno di Dio
E. STEIN, Il mistero del natale, Brescia 1998,4 25-30 passim).
Meditiamo la Parola
Uomini senza scupoli
Erode è un folle, talmente attaccato al
proprio potere da non permettere a
nessuno di toglierglielo. Per tale motivo
anche solo una notizia vaga e infondata
diviene per lui motivo di timore, tanto
da decidere di eliminare dei piccoli innocenti, la cui unica colpa è quella di
essere nati nel periodo in cui, secondo
le parole dei Magi, è nato il Messia. Nel
corso dei secoli, la follia di uomini senza scrupoli ha provocato milioni di morti: tutto per mantenere il potere raggiunto con tanto sforzo. Gli uomini cercano il potere sugli altri uomini e dimenticano che c'è un potere che non
passa mai: quello della croce di Cristo.
Siccome in ognuno di noi vi è un germe
di ambizione che può farci davvero
molto male, bisogna sempre ricordare
che tutte le ambizioni, se non poggiano
su Gesù, sono destinate a danneggiarci.
Preghiera
O luce che risplendi nelle nostre tenebre,
vieni a illuminarci e a consolare il nostro
dolore, anche quando ci sembra inconsolabile. Vieni a dare significato e compimento
ad ogni vita, anche quando è fiore troppo
presto reciso. Vieni a liberare dalle tenebre
della morte chi hai chiamato alla luce della
vita.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 10
Tempo di Natale
Pensa in maniera positiva, incoraggiante,
ispirante e le cose negative spariranno.
Giovedì
29
Dicembre
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno:
San Davide
Re e profeta, che,
figlio di Iesse il Betlemita, trovò grazia
presso Dio e fu unto con olio santo
dal profeta Samue-
le, perché regnasse
sul popolo d’Israele;
trasportò nella città
di
Gerusalemme
l’Arca dell’Alleanza
del Signore e il Signore stesso gli
giurò che la sua di-
scendenza sarebbe
rimasta in eterno,
perché da essa sarebbe nato Gesù
Cristo secondo la
carne.
Brano Evangelico: Lc 2,22­35
Agisci
Nelle tue azioni
giornaliere, non passare accanto a qualcuno senza pensare
che l’altro è immagine
dell’amore
dDio e, se una ersona preferiresti evitarla, rivolgi a Dio
una preghiera per
lei.
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge
di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Si­
gnore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia
di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signo­
re. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giu­
sto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito
Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe
visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signo­
re. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genito­
ri vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese
tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo ser­
vo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto
la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illu­
minare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre
di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li
benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché sia­
no svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafigge­
rà l'anima».
Contemplo:
Ho visto la tua salvezza
La preghiera di Simeone, il Nunc
dimittis, è recitata dalla Chiesa
alla fine della giornata, come il
compimento della storia del popo­
lo di Dio: «Adesso puoi liberare il
tuo servo, o Padrone dell'universo,
secondo la tua parola di pace» (cf
Lc 2,29). Il giusto Simeone, mosso
dallo Spirito Santo, «aspettava il
conforto di Israele». Egli contem­
pla la nascita e la morte di Gesù
come la «gloria del popolo» e la
«luce delle genti».
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 11
Meditazione
giorno
Dalla Primadel
Lettura
Meditiamo la Parola
Medita La Parola
Sembra una minaccia
Lo stile di Dio
Meditazione di Fiorella Elmetti
Recentemente, mi hanno regalato una graziosa madonnina, che porta sul capo una corona
d’oro. L’ho messa su una mensola, proprio
davanti alla mia postazione di lavoro. Ogni
tanto le do un’occhiata furtiva, come a chiederle: “Ok? Ho scritto giusto?” e non posso
non restare incantata dalla bellezza e dalla
purezza che emana. La statuina è vestita da
un abito chiaro e da un mantello celeste, come il cielo, abbelliti da ricami pure essi
d’oro. Anche la corona del rosario è color oro
e le mani giunte invitano a pregare. Non c’è
che dire, è proprio una bella madonnina ed è
posta sopra una nuvola rosa. Sembra quasi
una Madonna diversa da quella di cui ci parla
il Vangelo oggi. Nel testo infatti Maria è presentata con il Bambino mentre con Giuseppe
porta il piccolo per la presentazione al Tempio di Gerusalemme. La immagino vestita
semplicemente, che con Giuseppe sale le scale del tempio e offre in riscatto una coppia di
tortore. La vedo, d’improvviso il viso si fa
scuro, perplesso per il vecchio Simeone che
benedice Gesù e dice parole mai sentite. Alla
fine, rivolgendosi a lei, la interpella: “Egli è
qui per la rovina e la risurrezione di molti in
Israele, segno di contraddizione perché siano
Preghiera
svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te
una spada trafiggerà l’anima”. Sembra una
minaccia, quelle parole feriscono, parlano di
sofferenza, di morte. Ecco, la madonnina è
ancora qui davanti a me, la guardo mentre
penso a queste parole e, interiormente, mi
scappa una esclamazione: “Quanto hai dovuto
soffrire, prima di essere così serena, come io
ti vedo, seppur in forma di statua!”. Inutile
dirlo, capisco che Maria è sempre la stessa.
Lei, forse più di altri, ha sofferto l’innocenza
ferita, la giustizia calpestata, lo svelamento
dei pensieri.
In questo brano vi sono due elementi
che sembrano contraddirsi, ma che in
realtà si completano a vicenda. Anzitutto, Giuseppe e Maria offrono delle
tortore, che era l'offerta dei poveri.
Eppure, in questo contesto di estrema
semplicità, Cristo luce del mondo porta
uno squarcio potente di chiarore nelle
tenebre del mondo. È proprio questo lo
stile di Dio: egli rivela le più grandi verità attraverso mezzi ordinari e poveri,
affinché si possa capire che è proprio la
sua opera di salvezza che tocca gli uomini e non le capacità umane. Dunque,
contempliamo questa scena nella quale
Gesù viene presentato a noi come luce
che illumina le tenebre. Non dobbiamo
paura se abbiamo da offrirgli solo la nostra debolezza e la nostra miseria. È
proprio quella che lui cerca per trasformarlo in grazia.
Preghiera
Apri le nostre braccia all'accoglienza di tuo
Figlio, o Padre. Donaci di saperlo proteggere, custodire, abbracciare. Tu ce lo consegni, lui stesso si consegna, fa' che sappiamo
consegnarlo ad altri, perché anche attraverso di noi, e il nostro amore fraterno, la sua
luce si riveli alle genti.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 12
Tempo di Natale
C’è sempre una luce alla fine di ogni tunnel e il sole
torna sempre dopo ogni tempesta.
Venerdì
30
Dicembre
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno:
Santa Famiglia di
Gesù, Maria e
Giuseppe
Il Natale ci ha già
mostrato la Sacra
Famiglia
raccolta
nella grotta di Betlemme, ma oggi siamo invitati a con-
templarla nella casetta di Nazareth,
dove Maria e Giuseppe sono intenti a
far crescere, giorno
dopo giorno, il fanciullo Gesù. Ma possiamo anche intuire
l’avvenimento
immenso che a Naza-
reth si compie: poter amare Dio e amare il prossimo
con un unico indivisibile gesto! Per Maria e Giuseppe, infatti, il Bambino è
assieme il loro Dio e
il loro prossimo più
caro.
Brano Evangelico: Mt 2,13­15.19­23
Agisci:
Ovunque vai, porta
con te una corona
del rosario. Contemplando i misteri del
rosario, anche tu
scoprirai che sei costato un prezzo altissimo: il sangue di
Gesù versato per
noi.
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno
a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e
fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercan­
do il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambi­
no e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte
di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mez­
zo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un an­
gelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele;
perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». Egli, alza­
tosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israe­
le. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo
padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle
regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chia­
mata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti:
«Sarà chiamato Nazareno».
Contemplo:
Si stabilì a Nàzareth
I nomi di Gesù, Maria e Giuseppe
sono la benedizione per tutte le
famiglie del mondo. Nella casa di
Nazareth la famiglia di Gesù era
aperta a Dio nella preghiera, e a­
perta alla società nel lavoro e nelle
difficoltà. Maria e Giuseppe ascol­
tano la voce di Dio nelle loro
«annunciazioni» e compiono il lo­
ro dovere di cittadini, nel censi­
mento. La storia di Nazareth sem­
bra che continui nell'angoscia di
pellegrini che perdono un figlio
dodicenne e trovano il Figlio di
Dio che cerca l'uomo.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 13
Meditazione del giorno
Meditiamo la Parola
La città Celeste
Meditazione di Paolo Curtaz
Il bene della città celeste sarà una pace
purissima nella contemplazione di Dio; pace
sarà Dio stesso.
Oggi celebriamo la Santa Famiglia, così
diversa dalle nostre famiglie (una madre
Vergine, un padre adottivo, un figlio che è
Dio!) eppure così identica alle nostre nelle
dinamiche affettive.
Una vita nascosta
Fratelli, quando io parlo della città celeste,
non vorrei più finire e soprattutto quando
s'infittiscono gli scandali. Chi non desidererebbe quella città dalla quale non esce nessun amico, nella quale non entra nessun nemico, dove non c'è nessun tentatore, nessun
sedizioso, nessuno che divida il popolo, nessuno che importuni la Chiesa facendo l'ufficio del diavolo [...]? Ci sarà dunque una pace purissima tra i figli di Dio, dove tutti si
amano, si vedono pieni di Dio; quando Dio
sarà tutto in tutti . Avremo Dio come comune oggetto di contemplazione; avremo Dio
come possesso comune; avremo Dio come
pace comune. Ciò che è quello che ora ci
dà, lo sarà lui stesso in sostituzione di quello che ci dà; sarà lui stesso perfetta e piena
pace.
(In Ps. 84,10, in CCL 39, p. 1170,61-74).
Preghiera
Convertici, o Padre, dalla paura alla speranza,
dal potere al dono, dalla violenza alla gratitudine. Ti preghiamo per noi, per le nostre comunità, per le nostre famiglie: la tua parola, che è
tuo Figlio, dimori tra noi abbondantemente, così
che il tuo sogno trasformi le nostre relazioni.
Natale ci obbliga a chiederci se davvero
vogliamo un Dio così inerme, la meditazione di questa famiglia e dei trent'anni
vissuti a Nazareth, se possibile, ci forniscono spunti ancora più incisivi... Dio
cresce, quindi. Cresce nella quotidianità di una famiglia di povera gente, piena di fede e donata al Mistero. Siamo
abituati a considerare il tempo diviso in
feriale e festivo. Altro è lo scorrere ripetitivo e noioso dei giorni, altro è l'evento cui ci prepariamo con gioia intensa; altra la fatica del lavoro altra l'ebbrezza delle ferie estive. Così nella fede: la domenica, se riusciamo, ritagliamo cinquanta minuti di Messa e poi, in
settimana, siamo travolti dagli impegni.
Nazareth ci insegna che Dio viene ad
abitare in casa, che nella quotidianità e
nella ripetitività dei gesti possiamo realizzare il Regno, fare un'esperienza mistica, crescere nella conoscenza di Dio.
Possiamo (sul serio!) elaborare una teologia del pannolino, un trattato mistico
dei compiti dei figli, una spiritualità del
mutuo da pagare. La straordinaria novità del cristianesimo è - appunto! - la
sua assoluta ordinarietà. Dio ha deciso
di abitare la banalità, di colmare lo
scorrere dei giorni.
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 14
Tempo di Natale
Alla fine di ogni anno,
tirare le somme con la propria anima,
è un buon preparativo
per iniziare l’anno successivo.
Sabato
31
Dicembre
I Settimana
del Salterio
Brano Evangelico: Gio 1,1­18
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e
senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le
tenebre non l'hanno accolta. Egli non era la luce, ma doveva render
testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che il­
lumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo
di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i
suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere
di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali
non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio
sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mez­
zo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal
Padre, pieno di grazia e di verità.
Agisci
Non giudicare mai,
soprattutto oggi, con
i tuoi soli pensieri, le
situazioni, le persone, gli avvenimenti
che ti interpellano.
Cerca il parere di
un’altra
persona
buona e saggia che
sappia aiutarti a capire dove sta la volontà di Dio.
Medita: Al termine dell'anno la Liturgia proclama il prologo del
Vangelo di Giovanni. Il "Verbo", ovvero la Parola stessa di Dio, si è
fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Di fronte a tale
mistero d'amore di Dio, l'evangelista sottolinea la mancata accoglienza degli uomini: la Parola era la luce, eppure gli uomini hanno
preferito le tenebre; la Parola venne tra i suoi, ma essi non l'hanno
accolta. Coloro però che l'hanno accolta sono diventati figli di Dio.
Ecco la vera qualifica e la suprema aspirazione a cui dobbiamo tendere ogni giorno, per tutto il tempo che ci è concesso. In questo
Natale sei invitato a riscoprire la tua appartenenza a lui: nel Figlio.
anche tu sei figlio del Padre, che ti ama e custodisce la tua vita. È
questo l'unico vero regalo per cui vale la pena di vivere e di sperare.
Contemplo : Abbiamo
ricevuto grazia su grazia
Signore Gesù, pieno di grazia e
di verità, Figlio prediletto del Pa­
dre, ti ringraziamo di averci con­
cesso un altro anno per meditare
e apprezzare la pienezza dei tuoi
doni. Tu ci hai rivelato che Dio è
nostro Padre, Tu con la tua pas­
sione e la tua risurrezione hai rin­
novato il mondo nell'Amore, af­
finché nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo, la
gloria di Dio sia tutto in tutti.
Amen!
Non di solo pane ­ Numero 783 Tempo di Natale­ pagina 15
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XVIII- n. 783
Domenica 25 Dicembre 2016
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Chiuso il 22/12/2016
Numero copie 1350
Stampato in proprio
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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