da forza-lavoro a forza-cultura

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Transcript da forza-lavoro a forza-cultura

LUTE Inarrestabili “Seniors”:
da forza-lavoro a forzacultura
INTERVISTA A CLAUDIO GRAZIANO E TOTÒ CANZIO
Com’è nata l’idea dell’Università della Terza Età a Milazzo?
E’ nata così, durante dei pomeriggi passati insieme. Io e Totò
Canzio frequentavamo l’UTE di Barcellona e ci siamo domandati
più volte: “perché non farlo anche a Milazzo, perché a
Barcellona deve funzionare e qui no?” Ne abbiamo parlato
immediatamente con Lino (Bartolo) Cannistrà e abbiamo cercato
di superare le titubanze che avevamo in merito al progetto.
Quali elementi territoriali avevate valutato potessero
influire negativamente sulla riuscita del progetto?
Di fondo c’era questa apatia presunta dei milazzesi che ci
faceva dubitare ma abbiamo deciso di provare a superarla
partendo da noi, da un piccolo gruppo non affetto da questa
apatia.
Il
nucleo
iniziale era composto da me, Totò Canzio, Lino Cannistrà e in
prima battuta si sono aggiunti Roberta Toffanin e Nuccio
(Filippo) Russo e con altri abbiamo costituito l’associazione
LUTE, Libera Università della Terza Età, nel giugno del 2011.
Qual è stato il primo passo?
Il primo passo era trovare un luogo dove svolgere le
attività. L’UTE di Barcellona, che era un nostro riferimento,
aveva dei locali concessi dal Comune che aveva costituito, con
delibera, l’UTE, con relativo impegno di bilancio. Quindi ci
rivolgemmo all’amministrazione dell’epoca, con Carmelo Pino
Sindaco e Massimo D’Amore Assessore alle politiche sociali,
con cui non si sono trovati dei locali, tra quelli comunali,
adatti alle nostre attività.
Ci fu suggerito di contattare Stello Vadalà, il preside
dell’ITIS E. Majorana, così una mattina lo abbiamo incontrato
e dopo una breve chiacchierata ci ha detto subito “Si”.
Il Preside Vadalà, secondo voi, ha capito l’entità del
progetto?
No, non si poteva intuire, non lo avevamo capito nemmeno noi.
Lui, e noi, pensavamo ad una situazione in cui una cinquantina
di persone, di “vecchietti”, il pomeriggio andava a scuola a
fare qualcosa. Provammo stupore, infatti, quando iniziammo a
contattare i docenti e invece di trovare quei 5/6 che
pensavamo, ne abbiamo trovati cinquanta.
Persone disposte a dedicare un po’ del loro tempo e a
condividere le loro conoscenze…
Si e tra l’altro anche dei nomi che a Milazzo richiamano come
Mimma Gattaino, Filippo Russo, il dott. Anania, Cono
Terranova, Chiara Muscianisi. Abbiamo chiuso il primo anno con
250 iscritti.
Ci sono associazioni che vi coadiuvano?
Si, ci siamo rivolti da principio all’Auser provinciale
(associazione di promozione sociale per l’invecchiamento
attivo) che ha visionato il progetto e ci ha accordato il suo
appoggio. La LUTE è una struttura di base dell’Auser a
Milazzo, partecipiamo ai loro organismi regionali e nazionali.
Quest’anno il presidente nazionale Auser, Vincenzo Costa, ha
inaugurato il nostro anno accademico.
Quanto e come siete cresciuti in questi sei anni?
Dal primo anno accademico, il 2011/12, siamo diventati una
realtà locale significativa. In sei anni siamo passati da 250
a 1000 iscritti e abbiamo istituito tre sedi distaccate: Santa
Lucia, Condrò, Spadafora e, da gennaio, a Pace del Mela. E
altri progetti abbiamo in cantiere. Alla base di tutti queste
diramazioni c’è un protocollo d’intesa tra la LUTE, il Comune
ed, eventualemente, l’Istituto che ospita le attività.
A che cosa è dovuto questo exploit di soci, avete fatto
promozione?
No, nessuna promozione, è stato un effetto a catena, grazie
soprattutto al passaparola. Ad esempio, siamo passati dal
cercare le docenze a ricevere tante proposte.
Oltre
alle
lezioni, fate piccoli viaggi, andate a teatro, avete un coro,
organizzate convegni. Emerge una proposta culturale fatta
dalla Lute e aperta alla città, come nascono queste idee?
Abbiamo un comitato scientifico, presieduto da Cannistrà, a
cui partecipano anche i riferimenti delle sedi distaccate.
Periodicamente ci riuniamo e programmiamo le attività da
proporre ai nostri soci, scegliamo un tema da approfondire.
Come utilizzate i fondi costituiti con le quote versate dagli
iscritti, “studenti” e “docenti”?
Abbiamo un’assicurazione da rinnovare annualmente e
acquistiamo materiale didattico, tutto ciò che serve ad
accrescere la capacità didattica dei nostri docenti. Mettiamo
il nostro materiale a disposizione anche dell’Istituto che ci
ospita, così come noi utilizziamo i loro computers, aule,
proiettori. Non avremmo potuto crescere come abbiamo fatto se
il Preside non avesse accettato di ospitarci.
Relativamente alle attività a pagamento, quelle ludiche, vi
chiedete se ci sono dei soci che non hanno l’agio economico
per parteciparvi?
Abbiamo fatto una riflessione, che dobbiamo approfondire,
ovvero che non riusciamo a coinvolgere la fascia meno
abbiente. Noi riteniamo che la nostra proposta formativa sia
accessibile a tutti perché con un’iscrizione di 30 euro l’anno
si può partecipare liberamente a tutti i corsi, quest’anno
sono 120. Mentre le altre UTE prevedono un costo aggiuntivo,
seppur irrisorio, per ogni singolo corso.
Le attività ludiche a pagamento sono organizzate in base a
convenzioni, quelle con i teatri ad esempio, che ci permettono
di ottenere prezzi dimezzati o anche meno.
Come gestite un organismo di 1000 soci che prevede così
disparate e numerose attività?
Abbiamo costituito un gruppo di coordinamento. Si tratta di
quaranta volontari che fungono da segreteria e si occupano
ciclicamente della logistica: comunicazioni servizio ai soci,
predisposizione delle aule con relative attrezzature, apertura
e chiusura delle aule.
Qual è il segreto del successo della LUTE a Milazzo?
E’ dovuto alla richiesta silente di ritrovarsi, di ritrovare
delle motivazioni per incontrarsi in un territorio neutro,
apolitico. Facciamo cultura divertendoci, in modo gioioso.
Sono nati amori alla LUTE in questi anni?
(Si guardano l’un l’altro sorridendo) Si,
di ultra settantenni si è anche sposata.
certo. Una coppia
Senior = “nuovi anziani”, persone in piena efficienza e buona
forma fisica che cercano di ridefinire la propria esistenza
nella libertà e nel servizio della società. Qualificate non
solo da un corredo scolastico, ma dalla vita. Non si piangono
addosso, sono pieni di progettualità.