Alagna tra i 550 chilometri di piste da sci Un passo avanti per il maxi

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Transcript Alagna tra i 550 chilometri di piste da sci Un passo avanti per il maxi

Tangenziale di Fara,
secondo lotto
FARANOVARESE (iot) Sarà la società IC-Ingegneri
Consulenti di Milano a occuparsi della progettazione del secondo lotto della tangenziale di
Fara-Briona, un'opera che renderà più veloce il
collegamento tra la Valsesia e Novara. Sarà una
variante di 2.120 metri e unirà la rotonda del
depuratore di Fara e la provinciale 299 della
Valsesia oltre Briona, tagliando così fuori en-
trambi i centri urbani dei paesi e agevolando in
modo significativo la percorrenza. Il progetto
definitivo è atteso per il mese di aprile 2017, e si
spera di concludere tutto entro il 2018.
Attualità 4
LUNEDÌ 19 DICEMBRE 2016
NotiziaOggi
SARÀ IL TERZO PIÙ GRANDE DEL MONDO, IL PRIMO IN EUROPA. E’ PREVISTO UN INVESTIMENTO FINANZIARIO TRA I 30 E I 50 MILIONI DI EURO
Alagna tra i 550 chilometri di piste da sci
Un passo avanti per il maxi-comprensorio
Il “domaine skiable” che si vuole realizzare comprende Monte Rosa ski, Cervinia e Zermatt
Il consiglio della Valle d’Aosta ha approvato l’ordine del giorno sui collegamenti intervallivi
ALAGNA (iot) Un altro passo in
avanti verso la creazione del
terzo comprensorio sciistico
più grande del mondo, del
quale ha l’onore di farne parte
anche Alagna con Monte Rosa
Ski, insieme a Cervinia e Zermatt.
Il piano è allo studio ormai
da tempo e venerdì, dopo un
anno di lavori, il consiglio regionale della Valle d’Aosta ha
approvato il sesto ordine del
giorno sui collegamenti intervallivi. Il progetto verrà presentato dalla giunta fra circa
tre mesi, completo di ogni dettaglio riguardo la sostenibilità
tecnica ed economica (solo lo
studio del progetto costa circa
300mila euro, la spesa finale è
stimata tra i 30 e i 50 milioni).
Una volta realizzato, il domaine skiable vanterà oltre
550 chilometri di piste, sarà il
più grande d’Europa: senza
mai togliere gli sci dai piedi si
potrà andare da Alagna a
Gressoney, da Ayas, a Valtournanche e Zermatt. Per collegare le varie stazioni sciistiche
verranno realizzati due impianti a fune sul vallone delle
Cime Bianche: uno da Frachey
a circa metà vallone servito da
una telecabina, l’altro che che
porta al colle superiore delle
Cime Bianche. Il progetto interreg Italia Svizzera Alplinks,
presentato lo scorso anno, è
stato anche sottoposto al pa-
Da Alagna alla
Valle d’Aosta:
550 chilometri
di piste senza
mai staccare
gli sci dai piedi
rere dei cittadini dei paesi
coinvolti e quasi tutti si sono
detti favorevoli; entusiasti i residenti di Alagna, che hanno
dato il loro ok all’iniziativa con
la percentuale più alta, pari al
95,8 per cento dei votanti.
La parte del leone la fa la
Valle d’Aosta, maggiormente
toccata dal progetto, ed è qui
che dovranno essere messi a
posto i prossimi tasselli e soprattutto deve essere dato il
via libera definitivo. Da parte
sua la Regione Piemonte di
Sergio Chiamparino si è detta
a favore del progetto già lo
scorso anno.
Oggi arriva la neve anche a bassa quota
Il sole protagonista a Natale e Capodanno
BORGOSESIA (iot) E’ atteso per oggi
in tutto il nord Italia il “ciclone di
Natale”, che caratterizzerà questa
settimana con temperature basse,
neve e pioggia. La Valsesia non fa
eccezione: per la giornata di oggi
sono attese nevicate anche a bassa
quota, per la gioia degli impianti
sciistici e di tutti gli appassionati
degli sport invernali. A partire da
domani il tempo cambierà, e al-
meno nella bassa e media valle si
avrà la pioggia, che durerà fino a
mercoledì. Da giovedì e fino al giorno di Santo Stefano le temperature
continueranno a essere fredde,
scendendo a meno 6 di notte e non
superando i nove gradi nelle ore più
calde del giorno, ma in cielo tornerà
a splendere il sole. I siti Internet
specializzati nel meteo prevedono
sole fino alla fine dell’anno.
TRUFFATO UN BARISTA
«Dammi 100mila euro,
te ne farò avere il doppio»
Ghemmese a processo
GHEMME (iot) Si è aperto giovedì a Novara il
processo che vede sul banco degli imputati
R.C. 51enne di Ghemme di professione ambulante. L'uomo ora si trova in carcere ed è
difeso dall'avvocato Fabrizio Cardinali. E'
accusato di truffa nei confronti di un barista
alessandrino, che quattro anni fa avrebbe
dovuto vendergli il locale, ma la trattativa era
in realtà uno stratagemma per derubarlo.
«Dicevano che non riuscivano a cambiare le
banconote in Sardegna e così mi hanno
proposto di scambiare 100mila euro da me
prelevati con 400 milioni di vecchie lire, che
avrei poi scambiato in banca ricavandone
200mila euro, ovvero il doppio del valore
iniziale. Mi sembrava un affare e così mi
sono fidato». Questo il racconto dell'imprenditore alessandrino in tribunale. I due si
erano conosciuti nel 2012 tramite un amico
comune, un ambulante che come il ghemmese aveva un banco al mercato di Alessandria. Poi è iniziata la trattativa per l'acquisto del bar, con incontri in Sardegna e a
Biandrate, al casello dell'autostrada, con la
valigetta con i soldi. Proprio qui, durante un
viaggio in auto nelle campagne del barista
con il ghemmese e due sconosciuti, stando
al racconto dell'accusa era spuntata anche
una pistola e i soldi erano spariti. A un certo
momento del viaggio uno degli sconosciuti
avrebbe urlato di scappare perchè stavano
arrivando i carabinieri; tutti si sarebbero dati
alla fuga. Il barista, convinto di non aver fatto
nulla di male visto che i soldi erano i suoi, in
un primo momento non voleva scappare
(anche perchè ha raccontato di non essere
sicuro che quella macchina con i lampeggianti fosse dei carabinieri), ma poi è stato
convinto ad andare via. Il ghemmese lo
avrebbe rassicurato dicendo che all'incontro
successivo gli avrebbe dato i soldi ma ovviamente quell'incontro non ci sarà mai. Il
barista nel frattempo aveva capito di essere
cascato in una trappola e non ha potuto fare
altro che denunciare il R.C. alle forze dell'ordine. La prossima udienza ad aprile.
I Comuni contro il piromane della Valsessera
Un anno fa l’incendio durato dieci giorni
TRIVERO (pfm) I Comuni di
Coggiola, Pray, Portula e Trivero contro il piromane della
Valsessera. Sono ben quindici
i soggetti individuati come
persone offese che avranno la
possibilità di costituirsi parte
civili contro Franco Machetto,
il 46enne di Camandona che
lo scorso anno mandò a fuoco
ettari di montagna in alta
Valsessera. L'accusa è di incendio boschivo oltre a una
serie di aggravanti. Tra coloro
che potranno costituirsi parte
civile ci sono i Comuni dei
territori bruciati, ma anche la
Regione, il Ministero dell'Interno, il Ministero dell'ambiente, Legambiente, WWF
Italia, Pro Natura, Lanificio
Ermenegildo Zegna, Edison
Spa e Arpea. Il primo focolaio
si era sviluppato il 27 novembre 2015 all’alpe Fontanamora per poi propagarsi
nei boschi e pascoli tra Trivero, Coggiola e Portula. Le
fiamme durarono una decina
di giorni e impegnarono un
centinaio di persone che continuarono a darsi il cambio
per cercare di mettere fine
allo scempio.
Non vennero soltanto distrutti prati e boschi, ma le
fiamme bruciarono anche
animali intrappolati dal fuoco, da qui la possibilità anche
per WWF di costituirsi nel
processo che si aprirà nel
mese di marzo. Il Corpo Forestale trovò in breve tempo la
pista giusta per le indagini,
l’allevatore messo alle strette
dalle forze dell’ordine alla fine aveva confessato. Aveva
provato a giustificarsi: voleva
pulire dall'erba secca gli appezzamenti dietro le baite con
Montagne in fiamme per giorni l’anno scorso in Valsessera
l'antica tecnica dell'abbrucciamento per avere erba più
rigogliosa, una manovra del
tutto priva di ogni utilità.
L’uomo sistemò alcuni inneschi, ma la situazione gli
scappò di mano e non fece
nulla per avvertire del pericolo. Inoltre nella relazione
la Forestale ha sottolineato la
condotta dell’allevatore che
non si è preoccupato di avvertire dell’emergenza o di
dare un aiuto al personale
impegnato nello spegnimento, insomma si è chiamato
fuori dalla cosa sin da subito.
Stando alla documentazione prodotta dalla pubblica
accusa avrebbe sistemato come minimo sei inneschi,
mandando in fumo una superficie pari a 1064 ettari tra
Portula e Trivero, un danno
ambientale importante. A essere interessato dall’incendio
un’area boschiva, le fiamme
avrebbero soltanto in parte
intaccato le aree protette del
Sic. C’è poi il danno economico, spegnere le fiamme
ha comportato una spesa di
quasi 900mila euro richiedendo l’uso di Canadair ed elicotteri per diversi giorni. E’
stata la Forestale a portare
avanti le indagini che nell’arco di poco tempo hanno portato a individuare l’allevatore
di Camandona, determinante
anche alcune intercettazioni
ambientali e telefoniche. La
pubblica accusa ha comunque scartato il reato di disastro ambientale, anche se è
stato recentemente introdotto
dal codice penale.
Il procedimento si aprirà a
marzo in tribunale a Biella.