E` scontro politica-dirigenza, mentre la Regione resta a guardare

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anno i - n° 0 mercoledì 21 dicembre 2016
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Giacomo Lombardi
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Giacomo Lombardi sindaco di
Roccamandolfi. Da tempo prova a
spostare il tiro sulla necessità di riconsiderare i territori delle aree interne che hanno necessità di
sguardi attenti e riflessivi. Soprattutto, poi, di interventi e di azioni
per evitarne lo spopolamento.
L’Ardire
Cassa in deroga
e ammortizzatori
Ma le politiche
per il lavoro?
di Giuseppe Saluppo
A
Roma uno spiraglio per i lavoratori della Gam che senza un
nuovo intervento del governo
avrebbero perso qualsiasi fonte
di sostentamento. Sicuramente, un piccolo
passo in avanti con la previsione della Cassa
integrazione straordinaria. Dal 2008 la cassa
in deroga è stata rinnovata sotto il cappello
delle diverse leggi finanziarie. Perché se la
Cig ordinaria e straordinaria è coperta (del
tutto o in parte) dai contributi versati dalle
imprese e dai lavoratori, la cassa in deroga
è invece totalmente a carico dello Stato.
Colpa della crisi, chiaro, che ha messo in
difficoltà sempre più imprese. Ma un sistema come questo, sostengono i maggiori
critici è servito spesso per sostenere lavoratori di aziende in chiara via di chiusura o
addirittura già disoccupati, senza preoccuparsi di investire invece nella loro ricollocazione sul mercato. La cassa in deroga si è
trasformata di fatto, in una indennità di disoccupazione: una forma di sostegno passiva al reddito da attivare in caso di
sospensione dal lavoro, puntualmente rifinanziata a ogni scadenza. In 5 anni si è
speso per la cassa integrazione in deroga denaro che poteva essere investito nella formazione di nuovo lavoro. Forse, più facile a
dirsi che a fare. Ma bisognava puntarci attraverso una seria, definite e programmate
politiche del lavoro. Di investimenti pubblici e di incentivazioni di quelli privati per
la creazione di opportunità di lavoro. E'
mancata e continua a mancare una programmazione dello sviluppo che dia il senso
di una visione complessiva e generale orientata a dare slancio all'economia e a favorire
l'occupazione. Oggi, però, la questione si
riapre e, forse, per l'ultima volta. Bisogna
accelerare sui fondi per l'Area di crisi ma
con un progetto ben definito in tasca. Su
quale Molise investire e su quali settori puntare. Uno sforzo non indifferente e anche di
fantasia strategica. Il tempo, infatti, scorre
inesorabilmente. E c'è un solo modo di dimenticare il tempo: impiegarlo.
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De Bernardo-Rubino
Tapiro a De Bernardo e Rubino. Le due new
entry in giunta a palazzo San Giorgio, a distanza di un mese dalla nomina, ancora non
hanno avuto assegnate le deleghe. Il sindaco
preferisce tenerli a bagnomaria. Poco importa, visto che, partecipando alle riunioni
dell’esecutivo a sedute alterne, nei ritagli di
tempo del loro impiego professionale, percepiscono ugualmente l'indennità. Tanto
paga Pantalone!
E’ scontro politica-dirigenza,
mentre la Regione resta a guardare
Una situazione che sta diventando
altamente esplosiva
Servizio a pagina 5
IL FATTO
pagina 3
Debito Trenitalia, ma i 90 milioni
fanno parte del fondo europeo?
Ma i 90 milioni di euro destinati alla Regione Molise per pagare i debiti a Trenitalia, sono una risorsa aggiuntiva ai 378 del Fondo europeo
per lo sviluppo e la coesione oppure da quei 378 milioni sono da sottrarre? La differenza certo non è da poco. Lo sviluppo e la coesione
certo non si raggiungono assottigliando le risorse appositamente.
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TAaglio
lto
21 dicembre 2016
Evviva!
Il Bilancio comunale di previsione 2017 per
la prima volta da trent’anni a questa parte
sarà varato dalla giunta entro il 31 dicembre
In seno alla maggioranza però persistono critiche e risentimento all’abitudine di restringere
il cerchio della partecipazione che, di fatto, evira il concorso progettuale dei consiglieri e
mette fuori gioco le rappresentanze economiche e sociali della città
Eureka! Il Bilancio comunale di
previsione 2017, per la prima
volta, dopo oltre trent’anni, verrà
approvato dalla giunta comunale
entro il 31 dicembre, come detta
la regola. Un segnale di miglioramento amministrativo e politico?
All’interrogativo
risponderanno i mesi a venire, allorché la piena agibilità del bilancio avrà cominciato a dispiegare
gli effetti. Solo allora, si capirà se
l’averlo elaborato nel tempo canonico è stata una scelta saggia ed
opportuna, potendo utilizzare da
subito le risorse stanziate. Sul
piano amministrativo è indubbiamente un successo, una dimostrazione di efficienza; altrettanto si
è indotti a considerarlo sul piano
politico avendo, evidentemente,
la maggioranza consiliare, trovata
la quadratura del cerchio sui maggiori obiettivi programmatici che,
a quanto è stato anticipato, riguarderanno due settori dei lavori
pubblici: strade e marciapiedi, e
le strutture scolastiche . Intanto
una certezza: le tariffe comunali
rimangono invariate. Nessun’aumento (ma anche nessuna diminuzione
–
ndr).
Dall’amministrazione invitano a
non sottovalutare il dato, tenendo
in considerazione i tagli che vengono attuati sulle rimesse statali e
regionali, e le difficoltà ormai endemiche dell’economia locale.
Campobasso non produce, non
investe; si limita ad assecondare
il settore delle costruzioni con le
maglie larghe del Piano regolatore vecchio di decenni, e ad ingolfare la rete di distribuzione
commerciale.
Ci sarà mai un limite ai “super” e
agli “iper” mercati?
La cosa reggerà fintato reggeranno gli speculatori edili e fon-
diari, e fintanto reggerà la fascia
sociale formata dai dipendenti
pubblici:
gli unici che in questa transizione
storica hanno la certezza di un
reddito mensile. Per cui, fintanto
l’amministrazione di Palazzo san
Giorgio non riuscirà ad imbroccare i corridoi giusti che portano
ai finanziamenti europei e ad
avere un rapporto meno accondiscendente nei confronti della Regione che si mostra ostile alle
prerogative direzionali del capoluogo (l’ostinato silenzio sulla
mancata realizzazione della sede
regionale e
l’indifferenza
opposta ad
ogni sollecitazione che
porti ad un
confronto
sulle rispettive responsabilità
nel
governo del
territorio,
sono aspetti
negativi oltre
che intollerabili), Campobasso dovrà
rassegnarsi ad
progressivo decadimento socioeconomico e culturale. Tornando
al Bilancio, il documento contabile/programmatico, una volta varato
dalla
giunta,
sarà
successivamente portato all’esame e all’approvazione del
consiglio. Ed è qui che probabilmente si conosceranno le posizioni dei gruppi e dei singoli
consiglieri rispetto alle scelte
fatte in combinazione dalla giunta
con le strutture interne del municipio. Il “combinato disposto”
non gode di grandi apprezza-
menti. In seno alla maggioranza
infatti persistono critiche e risentimento all’abitudine di restringere
il
cerchio
della
partecipazione che, di fatto, evira
il concorso progettuale dei consiglieri e mette fuori gioco le rappresentanze economiche e sociali.
Fuori gioco soprattutto lo statuto
comunale che prevede espressamente la raccolta preventiva di
proposte e suggerimenti e, prima
che la giunta si accolli la responsabilità che le appartiene, il passaggio
dell’elaborato
tecnico/contabile nelle commissioni competenti. Troppa grazia!
Se davvero per la prima volta da
almeno trent’anni il Bilancio sarà
approvato nel tempo regolamentare del 31 dicembre, lo si prenda
come un segnale di responsabilità
e un’occasione per velocizzare la
capacità di spesa.
Sperando che si trovi poi anche il
modo corretto e positivo di concluderlo dopo aver sondato il sistema socio/economico della città
e l’intero circolo dei gruppi consiliari e delle commissioni permanenti.
Dardo
L’associazione anestetisti: “Degenze infermieristiche,
restano aperte troppe perplessità”
L’AAROI-EMAC – Associazione Anestesisti Rianimatori
Ospedalieri Italiani Emergenza
Area Critica - Sezione Regionale
del Molise nell’apprendere dai
media dell’imminente attivazione – il 20 e 21 dicembre
- presso i presidi di Venafro e Larino delle U.D.I. - Unità
di Degenza Infermieristica -, in attesa di essere messa
nelle condizioni di esaminare i relativi atti formali con i
quali sono state istituite le suddette Unità, esprime in una
nota “un deciso dissenso rispetto alla notizia così come
è stata diffusa”. “Non essendo ad oggi, infatti, resi noti
i protocolli e percorsi assistenziali – rimarca David Di
Lello Presidente AAROI-EMAC Molise - coi quali si
intenderà gestire i pazienti che ivi saranno degenti, vi è
il forte timore che potrà verificarsi una confusione di
ruoli tra personale medico ed infermieristico. Si ricorda,
a tal proposito, come competa solamente al medico la gestione terapeutica e clinica del paziente, mentre all’infermiere quella assistenziale”. Per Di Lello “vi è,
dunque, il timore di una “traslazione delle responsabilità,
non consentita dall’ordinamento” e già sottolineata dal
TAR Umbria con sentenza 764/2016 avverso una ana-
loga istituzione delle U.D.I.”.
Ma non solo il presidente
Aaroi precisa come “se poi la
notizia dell’attivazione delle
Unità di Degenza Infermieristica viene analizzata parallelamente a quanto trapela circa
la soppressione di numerose
Unità Operative Complesse
mediche presso gli ospedali
di Isernia e Termoli, tra cui
quelle di Anestesia e Rianimazione, ancora più forte è la
preoccupazione dell’AAROIEMAC Molise sulla funzionalità di ciò che resterà della Sanità pubblica nella
regione”. L’AAROI-EMAC, dunque, chiede “un doveroso e immediato formale confronto istituzionale che
non solo chiarisca e dirima tutti i dubbi innanzi illustrati,
ma volto ad esaminare ogni aspetto dell’ Atto Aziendale
che l’ASREM pare si accinge ad adottare”.
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TAaglio
lto
21 dicembre 2016
Una vicenda da chiarire
Al comma 4 dell’articolo 11
della legge 225 del 1 dicembre
2016, è scritto che per coprire
il debito dell’importo di 90 milioni della Regione nei confronti
di Trenitalia “si provvede mediante corrispondente utilizzo
del Fondo per lo sviluppo e la
coesione – programmazione
2014-2020. Le predette risorse
sono rese disponibili previa rimodulazione, ove necessario e
tenendo conto della localizzazione territoriale delle misure di
cui ai commi 1 e 3, degli interventi già programmati a valere
sulle risorse stesse.” A parere
del consigliere e già assessore
regionale alle Politiche del Lavoro Michele Petraroia la formula sarebbe sibillina. Cioè non
chiarirebbe in maniera inequivocabile se quei 90 milioni sono
una risorsa aggiuntiva ai 378 del
Fondo europeo per lo sviluppo
e la coesione oppure da quei
378 milioni sono da sottrarre.
La differenza certo non è da
poco. Lo sviluppo e la coesione
certo non si raggiungono assottigliando le risorse appositamente destinate allo scopo di far
crescere l’economia e rendere
omogeneo il territorio. L’equivoco non è stato finora risolto,
nonostante il consigliere già assessore regionale lo abbia sollevato in aula consiliare, prima
che l’assemblea assumesse al riguardo una deliberazione an-
l’intervento
I 90 milioni di debito della Regione
con Trenitalia verranno aggiunti
o sottratti al Fondo europeo
per lo sviluppo e la coesione?
cora più contorta e impenetrabile. Motivo per cui, con un comunicato alla stampa, ha reso
nota la faccenda all’opinione
pubblica molisana e al consiglio
regionale la richiesta di “un’immediata riflessione ad ogni livello, con l’urgente attivazione
di una nuova procedura amministrativa ed istituzionale in
linea con le vigenti disposizioni
statutarie e normative”. Rilievo
e richiesta sacrosanti, ma si dà
il caso ormai largamente consolidato che alle iniziative istitu-
zionali e regolamentari sollevate da Petraroia, vengano opposti
sistematicamente
il
silenzio e la noncuranza. Il rapporto tra la Regione e Trenitalia
meriterebbe un trattato a parte,
da cui rilevare le ragioni e le
cause di un servizio ferroviario
scadente e di un collegamento
con Roma e Napoli da terzo
mondo. La tacitazione del debito, ancorché da chiarire se a
carico o meno del Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione, non è un motivo
sufficiente per credere ed avere
in futuro un servizio e collegamenti diversi e migliori. Se non
vuole rispondere a Petraroia è il
caso che si risponda ai molisani.
Ma la correttezza e la trasparenza sono purtroppo estranee al
governo regionale.
Dardo
Gam, cassa integrazione straordinaria per 280 lavoratori
di Giovanni Notaro*
La firma del decreto di Cassa Integrazione
Guadagni Straordinaria è arrivata, anche in
tempi rapidi, mettendo in sicurezza i 280
lavoratori della GAM, così com’era stato
annunciato nella riunione tenuta al MISE,
numero cronologico uno, di una causale
nuova per tipologia. Tutto è il risultato ma
soprattutto merito del lavoro di concerto
fatto sul territorio, dal sindacato, dalla
struttura tecnica regionale, dall’Amministratore della GAM Berchicci, e in particolare dal Governatore Frattura e
dall’Assessore Veneziale.
Si toglie un motivo di preoccupazione ai
lavoratori e si dà un anno in più per il rilancio di tutta la filiera in una condizione,
dove i tempi sono la preoccupazione maggiore. Da rilevare e apprezzare anche la
sollecitudine con cui ha operato il sindacato con la procedura della GAM in particolare dal liquidatore D’Elisa, che tra ieri e
oggi ha visto, di fatto, consegnare gli assegni ai dipendenti nella misura del 53% del
credito vantato, permettendo in questa fase
critica di far fare a loro e con le proprie famiglie un sereno Natale.
Questi risultati dimostrano che nel territo-
rio si sta facendo tutto
quanto necessario per
favorire il rilancio della
filiera, creando una rete
tra i vari soggetti che
presta attenzioni sia alla
concretezza dell’immediato, con le forme di
sostegno al reddito, che le condizioni per
creare la vera ripartenza con il nuovo imprenditore che è Amadori.
Oggi in Tripartita riunita dopo un po’ di
tempo, si appronterà il percorso per le politiche attive del lavoro, per il piano regionale necessario per centrare gli obiettivi di
ricollocazione, in coerenza con quanto previsto per l’area di crisi e nel PRRI.
A questo punto si può chiudere anche l’accordo di programma sull’area di crisi complessa, per mettere un altro tassello
importante che aggiunge certamente sostanza e criteri per gli investitori e i lavoratori.
Domani si entrerà nel concreto con il Contratto di sviluppo che sarà siglato al MISE
con Amadori e la Regione Molise. Finalmente un bel passo avanti che ci mette
nelle condizioni di operare nei tempi che
le scadenze rappresentano, con punti fermi
e speranzosi che tutto il
lavoro fatto e quello da
fare, abbia gli esiti attesi. La sfida complessiva vede nel rilancio
della GAM e il centrare
gli obiettivi, un banco
di prova fondamentale
per tutto il processo di reindustrializzazione delle aree maggiormente colpite
dalla crisi.
I tempi sono certamente una nostra preoccupazione, che si deve trasformare in lavoro con un impegno costante che
permetta di portare a casa i risultati, continuando con questo metodo che parte dal
territorio e con caparbietà si rivolge ai livelli superiori portando concretezza.
Per questa ragione riteniamo ora più che
mai indispensabile riaprire sul territorio il
confronto per dare continuità alle tante
cose discusse ai tavoli, cominciando a ragionare adesso con atti concreti alla mano.
La Regione nel suo ruolo, a sostegno di
una vertenza complicata che non è solo
sindacale e che comincia a far intravvedere
spiragli per il futuro.
Adesso inizia la sfida vera, Amadori è una
garanzia che vedrà nel confronto la CISL,
Amadori è una
garanzia per la filiera
avicola molisana
la FAI e tutte le RSU della GAM, pronti
ognuno a esercitare il proprio ruolo per
l’interesse di tutta la filiera. Questo è il migliore augurio che possiamo rivolgere ai
tanti lavoratori i quali credono che ciò sia
possibile.
*Segretario regionale Cisl
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21 dicembre 2016
Confronto a più voci sul futuro dell’ente camerale in città. Gli intervenuti hanno manifestato la necessità
che la struttura resti operativa visti anche i troppi tagli che stanno interessando la provincia
“La Camera di commercio di Isernia
non sarà soppressa”
Si è tenuta, presso la sala consiliare
del Comune di Isernia, una riunione indetta dall’Assessore comunale Pietro Paolo Di Perna, in
difesa della sede della Camera di
Commercio ad Isernia, a seguito
delle ricorrenti voci di vendita dei
locali dove è storicamente allocata
la stessa e l’eventuale ridimensionamento dei servizi camerali che
attualmente vengono erogati alle
imprese, ai consumatori e ai cittadini.
Vi è stata una massiccia partecipazione delle parti sociali, tra cittadini, amministratori locali e
regionali, dipendenti e sindacati.
Numerosi sono stati gli interventi
in difesa dell’ente, dopo l’apertura
dei lavori da parte dell’assessore
Di Perna, che si è impegnato ad affrontare l’argomento in un incontro pubblico, data l’importanza del
mantenimento della CCIAA ad
Isernia per la città e la provincia,
progressivamente svuotate di istituzioni e servizi, e che non possono
continuare a veder venire meno risorse e capacità attrattiva del territorio, con gravi danni creati anche
dalla mancanza dell’indotto creato
dagli stessi.
E’ seguito l’intervento del sindacato CSA, nella persona del sig.
Feliciantonio Di Schiavi il quale
dopo aver ringraziato l’Assessore
e tutta l’Amministrazione comunale di Isernia per la lodevole ini-
ziativa, ha illustrato il pericolo che
corre la città di Isernia e la provincia per una eventuale soppressione
e/o riduzione dei servizi camerali,
nonché le penalizzazioni che subirebbe il personale.
Successivamente ha preso la parola il consigliere comunale Vincenzo Di Luozzo, che ha chiesto di
porre in essere ogni azione pur di
tutelare la Camera di Commercio
ad Isernia. Nello stesso senso si è
pronunciato il consigliere comunale Raimondo Fabrizio, che ha
chiesto non solo il mantenimento
della Camera di commercio ma ha
proposto che la sede legale della
stessa sia stabilita ad Isernia .
Pasqualino Piersimoni, nella sua
qualità di imprenditore ed ex-presidente dell’istituzione, ha ricor-
dato l’importanza dei servizi camerali e soprattutto quelli di assistenza e formazione delle imprese,
ad esempio i corsi di digitalizzazione e di inglese per favorirne la
crescita.
Il presidente della provincia Coia
si è impegnato, qualora ve ne fosse
la necessità, a portare l’argomento
in consiglio provinciale per promuovere un documento in favore
della permanenza ad Isernia della
Camera di Commercio di Isernia
nella sua interezza.
E’ intervenuto l’Assessore Carlo
Veneziale, il quale ha comunicato
che la Camera di commercio ad
Isernia non verrà né soppressa né
ridotta, avendo avuto assicurazioni
in tal senso personalmente dal presidente della CCIAA del Molise
dott. Paolo Spina. Ha aggiunto che
si è parlato di una eventuale vendita dei locali ma non per sopprimere bensì per recuperare risorse
economiche per l’ente e che comunque tale strada è stata ritenuta
sconveniente ed abbandonata definitivamente.
E’ intervenuto l’avv. Balducci, che
ha sottolineato l’importanza della
Camera di Commercio ad Isernia
ed ha proposto di far revocare il
decreto di unificazione delle Camere di Campobasso ed Isernia
nella parte in cui prevede che Isernia sia sede “secondaria”.
Il consigliere regionale Vincenzo
Niro è intervenuto dichiarando la
contrarietà ad una eventuale riduzione dei servizi camerali presso la
sede di Isernia, e si è dichiarato disponibile a portare l’argomento in
consiglio regionale qualora dovesse essere necessario per difendere e tutelare la Camera di
Commercio ad Isernia.
Ha preso la parola il dott. Angelaccio, già presidente della Camera di
Commercio di Isernia, ricordando
le lotte fatte in passato per ottenere
l’istituzione dell’ente e dei servizi
che eroga e che hanno contribuito
alla crescita del territorio.
E’ intervenuto Antonio Monaco,
già sindaco di Capracotta e commercialista, il quale ha sottolineato
come la carenza di risorse non sia
un motivo dirimente per il ridi-
mensionamento dei servizi, atteso
che vi sono fondi perequativi che
debbono comunque garantire gli
stessi.
Da più parti è stato sottolineato che
qualora vi dovesse essere la necessità di recuperare risorse economiche per mantenere l’Ente ad
Isernia, gli uffici potrebbero essere
riorganizzati in modo tale da lasciare liberi alcuni locali per porli
in fitto. Gli stessi hanno precisato
che il decreto istitutivo della
CCIAA del Molise prevede comunque sede in Campobasso ed in
Isernia, e che a seguito del decreto
di riforma delle CCIAA recentemente entrato in vigore si è dato
comunque assicurazione a livello
nazionale che le sedi accorpate resteranno comunque quali sedi decentrate.
Ha concluso gli interventi il sindaco di Isernia, impegnandosi a
portare avanti ulteriori iniziative ed
assemblee di carattere pubblico in
favore dell’ente camerale, con la
presenza e l’intervento del Presidente Dott. Spina e dei vertici della
Camera di Commercio per sapere
definitivamente quali sono i piani
e cosa ne sarà della Camera di
Commercio di Isernia, perché mai
come in questo momento la città di
Isernia e tutta la provincia hanno
bisogno dell’ente camerale, così
importante per lo sviluppo delle
imprese e del territorio.
Da parte di Unioncamere Molise
Il Molise ha una sola Camera di commercio, frutto della scelta fatta tra le
prime in Italia per ridurre i costi di gestione e migliorare i servizi, però
mantiene ancora in vita l’Unioncamere
come valeva fintanto era in attività
anche l’Ente camerale d’Isernia. Ma
non è il caso di sottilizzare su questo
aspetto organizzativo quanto, invece,
di mettere in risalto la capacità di fare
analisi comparative, economiche e
produttive e, nel caso che diciamo, di
fornire un valido supporto al sistema
imprenditoriale molisano con l’istituzione di un nuovo servizio a sportello
di prima assistenza e orientamento
sulle novità introdotte dal “Nuovo Codice degli Appalti”. Il servizio, denominato “Sportello online sul Nuovo
Codice degli Appalti”, si avvale della
collaborazione di esperti appositamente incaricati dall’Unioncamere
Molise i quali forniranno assistenza
alle imprese molisane che operano nell’ambito degli Appalti pubblici e che
Assistenza e informazioni alle imprese
sul nuovo Codice degli appalti
quotidianamente si trovano di fronte
ad uno scenario normativo di difficile
interpretazione ed in costante evoluzione e cambiamento. In particolare, a
fronte dei quesiti posti dalle imprese,
gli esperti forniranno un concreto indirizzo per la soluzione di problemi a
carattere generale, mediante l’indicazione del materiale normativo, della
prassi amministrativa e della dottrina
di riferimento, nonché degli orientamenti giurisprudenziali relativi alla
questione prospettata. Le imprese molisane avranno altresì la possibilità di
rivolgersi all’Unioncamere Molise per
chiedere seminari su tematiche specifiche riferite agli Appalti pubblici, ovvero incontri con gli esperti. Con
questa iniziativa del Sistema camerale
molisano, le imprese saranno aiutate
ad orientarsi nella complessa normativa in tema di appalti pubblici, ciò
anche nell’ottica di contribuire a ga-
rantire legalità e trasparenza, condizioni imprescindibili per il libero ed
etico agire del mercato e dunque per la
competitività delle imprenditoriale.
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TAaglio
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21 dicembre 2016
Centri per l’impiego: è scontro tra la Politica e la Dirigenza, l’una pronta sporcarsi le
mani e l’altra rigidamente attenuta alle regole
25 lavoratori a progetto
sballottati di qua e di là
La stranezza di questa vicenda è l’estraneità (formale e sostanziale) della Regione Molise,
nonostante il consigliere Micone ne abbia fatto una questione politica all’interno
della maggioranza, e un impegno personale a sostegno delle motivazioni dei lavoratori
I Centri per l’impiego sono un
nodo ingarbugliato, difficile da
sciogliere. A chi tocchi però, sta
diventando un rebus, e la confusione si presta a creare situazioni
che non preludono a niente di
buono per chi, come i lavoratori
a tempo determinato assunti e pagati coi Fondi europei (Progetto
Master Plan valido fino al 31
marzo 2016) chiedono di essere
retribuiti per il periodo dal primo
aprile al 30 giugno svolto in un
presunto regime di “prorogatio”,
e da quella data, con un nuovo
contratto, fino al 31 dicembre
2016; e per chi, come il presidente della Provincia, Antonio
Battista, deve vedersela con i regolamenti, le leggi, le competenze istituzionali e i pareri dei
dirigenti che certo non l’aiutano
nel tentativo di venire incontro ai
precari. Intanto andrebbe spiegato
e ribadito che i Centri per l’impiego appartengono alla sfera regionale e che la Provincia ha
operato e sta operando “in avvalimento” con proprio personale.
Questo aspetto non è affatto secondario, anche se la Regione lo
tiene accortamente defilato dal
cuore della polemica che, mai
come in questa circostanza, sta
mettendo l’uno di fronte all’altra
la politica e la dirigenza provin-
ciale. Con la politica pronta sporcarsi le mani, più disposta a sostenere le “ragioni” dei lavoratori,
e la dirigenza rigidamente vincolata alle regole che, però, nella vicenda che stiamo trattando sono
state a volte aggirate, a volte disattese, tanto dall’aver generato
l’equivoco del prolungamento del
rapporto di lavoro da aprile a giugno in assenza provvedimenti e/o
atti amministrativi che ne sancissero la validità. Proprio da questa
confusione traggono rivendicazione i lavoratori a progetto, e da
questa confusione ritengono di
poter ottenere un nuovo contratto
per coprire i restanti mesi che
mancano alla fine del 2016. Che
si sia però arrivati quasi alla scadenza per chiederlo, è del tutto
paradossale. Soprattutto per
quella parte della dirigenza regionale che non intende assolutamente abdicare al rigore delle
procedure (ci vorrebbe un nuovo
bando pubblico) e alla correttezza
degli atti amministrativi. Uno spiraglio pare si sia aperto per sanare
i mesi da aprile a giugno 2016 in
cui effettivamente i lavoratori del
Progetto europeo “Master Plan”
sono stati alle scrivanie e ai computer del Centro per l’impiego.
Con quanta e quale
legittimità rimane
da vedere, magari
lasciata transitare
sulla presa d’atto
che i lavoratori a
progetto hanno lavorato. Per ciò che
attiene alla possibilità di un contratto
novellato,
che
possa coprire i
mesi da giugno a
dicembre 2016, neanche a parlarne
per i dirigenti provinciali pronti, peraltro, a mettere sul
tavolo della Direzione territoriale del lavoro la
questione per la verifica della legittimità di una eventuale transazione relativa alla sanatoria dei
mesi che vanno da aprile a giungo
2016, come rivendicata dai lavoratori e presa in considerazione
dal presidente Battista. La stranezza di questa vicenda è l’estraneità (formale e sostanziale) della
Regione Molise, nonostante il
consigliere Micone ne abbia fatto
una questione politica all’interno
della maggioranza, e un impegno
personale a sostegno delle motivazioni dei lavoratori a progetto.
Ma i nodi, è notorio, vengono si-
stematicamente al pettine. E i
problemi di funzionalità dei Centri per l’impiego non si faranno
attendere a Palazzo Vitale e a Palazzo D’Aimmo, costringendo la
giunta e l’assemblea regionali ad
uscire dallo stato confusionale in
materia di Politiche sociali e, specificatamente, sulla vertenza dei
25 operatori a termine. Un consigliere scomodo per Frattura e
compagni (Petraroia) non le
manda dire; le dice: “Se non si
consolida il Dipartimento lavoro
continueranno a moltiplicarsi in
negativo i deprecabili ritardi nei
pagamenti dei tirocini di “Garanzia giovani”, il silenzio assordante sulla vertenza dei 25
operatori a termine dei Centri per
l’Impiego, la mancata pubblicazione dei bandi dei 48 milioni di
euro del Fondo sociale europeo
2014-2020, l’assenza di progetti
sulle Politiche attive, sui lavori di
pubblica utilità o quelle più preoccupanti inerenti la mancata
profilazione dei lavoratori delle
aree di crisi del Molise. Spente le
luci sul Referendum BoschiRenzi restano le macerie da cui ripartire”. Magari con un nuovo
bando pubblico per i lavoratori a
progetto dei Centri per l’impiego
per l’anno a venire.
Dardo
Al Neuromed continua l’innovazione tecnologica
Una risonanza magnetica
per ricerche innovative
E’ appena arrivata nell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli la nuova risonanza magnetica a campo ultra alto per la ricerca
su modelli animali. L’innovativa apparecchiatura, acquisita dalla Dottoressa
Daniela Carnevale nell’ambito dei progetti “Grandi Attrezzature” co-finanziati
dall’Università Sapienza di Roma, opererà nel Laboratorio di Angio-CardioNeurologia e Medicina Traslazionale del
Neuromed.
Con la sua potenza di 7 Tesla (per avere
un’idea, si tratta di un campo magnetico
centomila volte superiore a quello terre-
stre), questa apparecchiatura consente di
visualizzare le strutture anatomiche di
animali da esperimento con un elevatissimo livello di risoluzione, per applicazioni soprattutto nel campo neurologico
e cardiovascolare.
“Questo strumento – dice Carnevale – è
specificamente dedicato alla ricerca su
piccoli animali. Quindi ci consentirà di
ampliare le nostre capacità di indagine
nei modelli sperimentali con una definizione delle immagini che fino ad oggi
non potevamo avere e che si unirà alle
altre metodiche già usate dal nostro
gruppo di ricerca. L’interesse principale
è per il sistema
cardio-neurovascolare, campo in cui ora saremo in
grado di ottenere immagini in vivo a livello cardiaco e cerebrale a un livello
quasi microscopico”. Dal punto di vista
delle patologie verso le quali si indirizzeranno le ricerche con la 7 Tesla, “sicuramente – continua Carnevale - siamo
interessati a vedere come le patologie
cardiovascolari hanno effetto sul sistema
nervoso centrale, in particolare nel decadimento cognitivo. In particolare, useremo la nuova apparecchiatura per fare
un parallelo tra le ricerche in corso sull’uomo e quelle sui modelli sperimentali.
In questo modo cercheremo nuovi approcci terapeutici da riportare ai pazienti,
seguendo la filosofia traslazionale che è
alla base del nostro approccio”.
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