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sembra aver seguito con determinazione le parole di Giordana, dando vita a una versione del tutto originale e inedita
del terribile fatto di sangue. Lo scrittore si muove in luoghi
e archi temporali realistici, facendo riferimento a fatti reali
ma senza mai distaccarsi dal concetto narrativo e svolgendo
al meglio il proprio lavoro di autore di fantasia. Eppure, leggendo questo romanzo, sembrerebbe quasi di ripercorrere la
tragica vicenda, le ingiuste accuse scagliate contro Pinelli e
Valpreda, la politica sanguinaria, lo Stato stragista e il suo
stretto legame con le forze dell’ordine e il complottismo degli anni di piombo.
A tutto questo hanno risposto intellettuali, militanti, gente comune, eppure ancora oggi Piazza Fontana è una storia
(come molte altre) così intrisa di mistero che fanno di questa versione romanzata una probabile chiave interpretativa.
Perché spesso, di fronte a un nemico tanto grande quanto
invisibile, è meglio riporre fiducia nella fantasia di un autore
che nella speranza di rompere un muro del silenzio. Corredano l’impaginato un’intervista a Marco Tullio Giordana e il
memorabile articolo firmato da Pasolini. “Noi sappiamo, ma
non abbiamo le prove!”
PATRICE AVELLA
Piazza Fontana
Il Foglio letterario, 2016
pp. 430, euro 16,00
Banche, multinazionali,
partiti vs cittadini
GIULIA SIENA
99% ovvero la percentuale
di popolazione esclusa dalla
ricchezza, detenuta dall’1%
della popolazione del pianeta.
È questa la situazione odierna
dell’economia mondiale e da
questa considerazione Gianluca Ferrara, saggista ed esperto di economia-sociale, parte
per un’analisi completa del
mondo finanziario oggi. Lo
scopo è riuscire a capire le dinamiche che ci hanno portato
a svendere il nostro patrimonio e che hanno dato vita a un
“monoteismo economico” in cui a perderci siamo stati tutti.
O quasi. Il sistema economico attuale “non solo è non-sostenibile – sostiene Vandana Shiva nell’introduzione al libro
– ma è anche economicamente ingiusto: è promosso come
sviluppo economico, ma sta portando al sottosviluppo”.
La povertà, quindi, sarebbe conseguenza di una perdita di
libertà, di una negazione della libera scelta, della frammentazione sociale e dell’illusione di un miglioramento di vita.
Il risultato, sottolinea Ferrara, è una “politica economica
schizofrenica” che ha causato una disumanizzazione della
società. In Italia la politica nostrana, coadiuvata da quella europea, ha “derubato” il cittadino; il welfare, poi, ha
contribuito ad accentrare il potere economico nelle mani di
pochi. Come uscirne? Quale sarà il nuovo paradigma?
Un saggio lucido ed approfondito che analizza le cause, le
problematiche e i rischi di un sistema economico ormai alla
deriva.
GIANLUCA FERRARA
99%
Banche, multinazionali, partiti vs cittadini
Dissensi, 2016
pp. 223, euro 10,00
Eurosprechi
WILLIAM BAVONE
Prendere tra le mani Eurosprechi potrebbe portare il
pensiero ad un testo che arringa le ragioni per le quali
sarebbe appropriato rinunciare al sogno comunitario.
Nulla di più sbagliato. Roberto Ippolito elenca ed esplica
numerose e incomprensibili
incurie di conti europei dati
da una cattiva gestione poco
parsimoniosa e poco avvezza ai criteri di sostenibilità.
Ma Ippolito sin dalle sue prime analisi esula dal condannare il concetto di Europa per criticarne esclusivamente la
gestione. Gestione che puntualmente non manca di critiche
ufficiali provenienti dalla Corte dei Conti Europea, organo
preposto si all’analisi dei bilancia, ma paradossalmente non
vincolante nei propri richiami ad una Commissione Europea
che puntualmente si barrica dietro i propri interessi partitici
e nazionali. Libro utilissimo per riuscire a farsi un’idea di
quanto accade a Bruxelles o a Lussemburgo o a Strasburgo. Proprio questo triangolo di sedi è un altro monumentale esempio dello spreco di risorse foraggiato da un’Europa
sprecona: tre sedi per un unico Parlamento che migra da un
palazzo all’altro senza mai soffermarsi su quanto di concreto
occorre fare. Tre sedi ed un’infinità di enti che finiscono con
l’annodarsi tra loro, sovrapporsi o peggio ancora assorbire
solo danaro per non adempiere al proprio fine. Risultato?
Una burocrazia asfissiante che foraggia appalti assegnati
senza criterio così come opere pubbliche dalla discutibile
utilità. Tutto fa spreco insomma in un’Europa nella quale
l’Italia non è altro che un tassello di un insieme di paesi
spreconi e profittatori di fondi. Germania, Spagna, Svezia e
così via per fare di tutti parte integrante di un sistema che
finisce con il giustificare in parte chi all’Europa dice no. Ed
infondo basterebbe poco: basterebbe dare ascolto alla Corte
dei Conti e mettere in atto misure di controllo più ferree
per non fare degli investimenti delle donazioni senza alcun
criterio. Libro da leggere assolutamente anche per liberarsi dalla visione semplicistica che l’Italia è “IL” paese degli
sprechi. Ippolito ci mette davanti ad una realtà in cui il Bel
Paese non è altro che “UNO” dei paesi che contribuiscono al
depaupero delle ricchezze comunitarie.
ROBERTO IPPOLITO
Eurosprechi
Tutti i soldi che l’Unione butta via a nostra insaputa
Chiarelettere, 2016
pp. 160, euro 13,00
LEGGERE TUTTI N.108 DICEMBRE 2016 : 43