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Anno 68 - N. 242
VENERDÌ 23 DICEMBRE 2016
ISSN 0010-6348
Quotidiano della Cisl
fondato nel 1948 da Giulio Pastore
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Direttore: Annamaria Furlan - Direttore Responsabile: Raffaella Vitulano. Proprietario ed Editore: Conquiste del Lavoro Srl. Società sottoposta a direzione e coordinamento esercitata da parte della Coop. Informa Cisl a r.l.. Sede legale: Via Nicotera, 29 - 00195 Roma - C.F./Reg.Imprese Roma: 05558260583 - P.Iva: 01413871003 - Telefono
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Metalmeccanici. Oltre l’80% dei lavoratori approva il contratto. Bentivogli (Fim): il più difficile nella storia della categoria
Lavalangablu
M
issione compiuta: Il contratto nazionale dei metalmeccanici incassa il via
libera dei lavoratori. Il referendum ha restituito
l’80% di Sì e un 20% di No.
Un risultato plebiscitario
che rende così pienamente applicabile a tutti i lavo-
ratori metalmeccanici il
contratto nazionale per il
triennio 2016-2019. Un
traguardo raggiunto dopo
un percorso ad ostacoli, il
primo a firma unitaria dopo 8 anni. Per il segretario
generale della Fim, Marco
Bentivogli, si è trattato del
contratto ”più difficile
della storia della catego-
ria” confortato però dai
voti: ”oltre l’80% dei lavoratori ha approvato l’in tesa” è arrivata ”una valanga di sì”. E ancora. Un
contratto ”apprezzato
per i contenuti innovativi
della formazione continua e del diritto allo studio, dell’inquadramento
professionale, del welfare
e della tutela della salute,
della conciliazione vita-lavoro e della partecipazione”. Ma non basta. Il nuovo contratto rappresenta
un ” patto per la fabbrica” che guarda al futuro
con le prospettive che
apre l’Industria 4.0. Per il
leader delle tute blu della
Cisl, i lavoratori ”hanno
Fuori dal tunnel
mostrato consapevolezza
dell’importanza del nuovo meccanismo salariale
di tutela dall’inflazione e
hanno ben accolto la novità dei benefici flessibili,
che permettono un forte
sostegno del reddito disponibile netto. I lavoratori metalmeccanici hanno
ancora una volta segnato
la storia, la partecipazione e il sostegno sono state
decisive per rilanciare i temi della solidarietà e della
contrattazione collettiva”. Ricordiamo l’au mento medio mensile a regime è di 92 euro. A questo punto comincia una
nuova sfida. ”Ora - con-
clude - sarà non meno importante e impegnativa la
fase di gestione e implementazione dell’accordo
nei luoghi di lavoro e a livello nazionale”.
Dai dati definitivi diffusi
dalla commissione elettorale nazionale Fim Fiom
Uilm è emerso che al referendum hanno partecipato 5.986 per un totale di
678.328 dipendenti. Hanno votato 350.749 persone (pari al 63,27% dei presenti nei giorni di votazione); di queste 276.627
(80,11%) hanno votato Sì
e 68.695 (19,89%) hanno
votato Nò.
Silvia Boschetti
Industria
Istat: ad ottobre in aumento
fatturato (+ 0,8%)
e ordinativi (+ 0,9%)
Intanto il Mise firma
dieci nuovi contratti di sviluppo
Gagliardi
a pagina 2
Banche: Mps, si è chiuso
l’aumento di capitale.
Più vicino l'intervento
dello Stato.
I sindacati : serve un decreto
legge ad hoc da parte
del Governo
Ricci
a pagina 2
Salerno-Reggio Calabria,
dopo 55 anni
chiuso l’ultimo cantiere.
Il ministro Delrio:
dedicato a chi ha perso
la vita durante i lavori
Già avviato
un piano di manutenzione
Guadagni a pagina 7
Cina. Violazioni e abusi
sotto l’albero di Natale.
Un nuovo rapporto
denuncia le pessime
condizioni di lavoro
delle fabbriche specializzate
nella produzione di giocattoli
Masucci
a pagina 3
Almaviva. Trattativa a buon fine,
ma la sede di Roma non firma.
Furlan e Vitale (Fistel): ci siamo
battuti e ci batteremo sempre con
responsabilità per garantire
i lavoratori e recuperare
efficienza e produttività
Augella
a pagina 5
Questo giornale è stato chiuso in redazione alle ore 18,45
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2
Attualità
venerdì 23 dicembre 2016
Imprese.
Arriva nuovo
contratto
di sviluppo
con tempi ridotti
per finanziamenti
U
n aiuto concreto alle imprese, anche
in termini di risorse, dovrebbe arrivare da Governo e Regioni.
Tempi ridotti e corsia preferenziale per i
finanziamenti sono infatti le caratteristiche del nuovo contratto di sviluppo, lo
strumento che sostiene investimenti
strategici e innovativi di grandi dimensioni su cui punta il ministero dello Sviluppo
economico per sostenere la competitività delle imprese italiane. Lo strumento,
presentato dal ministro Carlo Calenda e
dall’ad di Invitalia Domenico Arcuri, pre-
vede infatti una forte riduzione (-30%)
dei tempi di valutazione delle proposte e
di erogazione delle agevolazioni, passando complessivamente da 150 a 110 giorni. Un’accelerazione si chiede però anche alle aziende, che dovranno inviare la
comunicazione di avvio dell’investimen to al massimo entro sei mesi dalla sottoscrizione del contratto, pena la decadenza delle agevolazioni. Le proposte di contratto di sviluppo di rilevanti dimensioni
prevedono poi un ruolo diretto delle amministrazioni regionali che, attraverso la
stipula di specifici accordi, possono cofinanziare il contratto di sviluppo e le attività necessarie. ”La nostra sfida - ha
spiegato Calenda - è attivare 51 contratti
di sviluppo entro giugno 2017, attivando
così 2,5 miliardi di investimenti in cui il
governo mette 950 milioni”. In occasione della presentazione dei nuovi strumenti sono stati firmati dieci contratti di
sviluppo: Besana, Pastificio Lucio Garofalo, Aeroviaggi, Monticchio Gaudianello,
Renovo Bioedil, Ge Avio, La Doria, Natuzzi, Cartiera Confalone, 45 Parallelo.
F.Gagl.
Banche. Chiuso l’aumento di capitale: convertiti 2,4 mld di bond. Ma non basta
Mps,appareinevitabile
l’interventodelloStato
P
otrebbe arrivare al più
presto il decreto per
l'intervento dello Stato su Mps, con l'istituzione di un fondo da 20 miliardi che potrà servire anche per
altri istituti in crisi. Le adesioni
all'offerta pubblica di conversione di bond subordinati
Mps, inclusi i 'fresh 2008' al
servizio dell'acquisto di Antonveneta sono salite a 2,45 miliardi di euro. Il fondo sovrano
del Qatar al momento non manifesta disponibilità a partecipare al salvataggio. Oggi il cda
della banca.
I sindacati di banca Mps "considerata l’evoluzione della situazione" ritengono "improcrastinabile l’emanazione immediata di un Decreto legge
ad hoc da parte del Governo".
Lo sottolineano in una nota il
coordinamento
sindacale
dell’istituto di credito - che
riunisce Fabi, First Cisl, Fisac
Cgil, Sinfub, Ugl, Uilca, Unità
sindacale - evidenziando come il provvedimento governativo "deve avere, quale scopo
primario, la salvaguardia del
Monte dei Paschi e del settore, dei risparmiatori e dei lavoratori". I sindacati sottolineano che "a fronte di comportamenti oggettivamente non positivi posti in essere da parte
M
igliora la situazione
congiunturale
dell’industria e del
commercio, ma i dati tendenziali restano ancora molto negativi. A ottobre, infatti,
l’Istat rileva un aumento sia
del fatturato (+0,8%), sia degli ordinativi (+0,9%) del settore industriale rispetto al
mese precedente. Mentre rispetto a ottobre 2015 entrambi gli indici risultano in
calo rispettivamente del
4,1% e del 3,2%. L’incremen to congiunturale del fatturato è maggiore sul mercato interno (+1% da settembre) rispetto a quanto osservato
sul mercato estero (+0,3). Gli
ordinativi mostrano invece
andamenti simili, +1% sul
mercato interno e +0,9% su
quello estero. Per il fatturato, la maggiore diminuzione
tendenziale, nel comparto
manifatturiero, riguarda la
fabbricazione di computer e
prodotti di elettronica
(-18,7%), mentre l’incremen to più rilevante si registra nel-
delle Autorità di vigilanza nazionali ed europee, i lavoratori hanno comunque sempre
profuso il massimo impegno
per rendere possibile la realizzazione degli obiettivi previsti
dai piani di ristrutturazione".
Insomma, alla fine l’obiettivo
è stato raggiunto: dalla conversione dei bond di Mps so-
no arrivati 2,447 miliardi di euro, oltre un miliardo solo dai
piccoli risparmiatori. Ma tutto questo non basta, perché
l’offerta delle nuove azioni,
che avrebbe dovuto raccogliere altri 2,5 miliardi, non ha raggiunto i risultati sperati e
l’unica strada è l’intervento
dello Stato.
Il fondo sovrano del Qatar, come anticipato, non si è più reso disponibile a investire. Il
via alla nuova statalizzazione
della banca dovrebbe arrivare oggi, quando il consiglio di
amministrazione della banca
tornerà a riunirsi per tirare le
somme dell’aumento di capitale che si chiuderà alle 14,
sancendo il suo fallimento per
la mancanza di nuovi azionisti. Già nella serata di oggi potrebbe arrivare anche il decreto con il quale il Tesoro diventerà azionista di maggioranza
assoluta della banca.
Mercoledì invece è stato messo a punto il quadro normativo, con il voto di Camera e Senato (a larga maggioranza,
contrari solo Cinque stelle, Lega e Sinistra italiana) per poter sforare il tetto del debito.
Per tutta la giornata di ieri si
sono susseguiti i contatti tra
Siena, Milano e Roma per definire le modalità dell’interven to. Ma martedì l’esito era
scontato. «C’è una forte volontà politica per la soluzione
pubblica che ha vinto le resistenze di quanti avrebbero voluto perseguire la soluzione
privata», spiega una delle fonti. Soluzione pubblica che probabilmente vedrà il ministero
dell’Economia prendere una
quota del 50% o superiore del
Monte dei Paschi.
Non è ancora chiaro quanta
parte dei 20 miliardi messi a
disposizione dal governo saranno necessari per mettere
in sicurezza il Monte dei Paschi. Il ministro Pier Carlo Padoan ha detto in Parlamento
che in questo momento non è
possibile «fornire valutazioni
specifiche sui singoli istituti»,
ma ha assicurato la massima
attenzione ”alla tutela dei risparmiatori retail, tenendo
conto dei margini» concessi
dalle norme europee in materia di aiuti di Stato e di direttiva bancaria. Gli impatti sui risparmiatori, ha precisato, saranno «minimizzati o resi inesistenti”.
Istat. Migliora la situazione congiunturale ma i dati tendenziali restano negativi
Industriaecommercio
cresconoancoraasinghiozzo
le industrie alimentari e delle bevande (+3,4%). Per gli ordini, invece, la flessione più rilevante è nella fabbricazione
di computer e prodotti di
elettronica (-17,4%), mentre
l’aumento maggiore si osserva nei macchinari (+0,7%).
Nella media degli ultimi tre
mesi, l’indice Istat complessivo del fatturato cresce del
2,3% rispetto ai tre mesi precedenti (+2,1% per il fatturato interno e +2,6% per quello
estero), quello degli ordinativi del 3,3%. Corretto per gli
effetti di calendario (i giorni
lavorativi sono stati 21 contro i 22 di ottobre 2015), il fatturato totale diminuisce in
termini tendenziali dello
0,9%, con un calo dell’1,2%
sul mercato interno e dello
0,5% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi
congiunturali per tutti i raggruppamenti principali di industrie, particolarmente rilevanti per l’energia (+4,4%) e
per i beni di consumo
(+0,7%).
Anche il settore del commercio mostra lo stesso andamento. A ottobre 2016 le
vendite al dettaglio registrano un incremento dell’1,2%
rispetto al mese precedente
sia in valore sia in volume.
Mentre rispetto a ottobre
2015 le vendite diminuiscono complessivamente dello
0,2% sia in valore sia in volume. Sempre nell’anno si os-
serva un aumento del valore
delle vendite per la grande distribuzione (+0,8%) e una
flessione solo per le imprese
operanti su piccole superfici
(-1%). Nelle imprese operanti su piccole superfici il valore
delle vendite si riduce sia per
i prodotti alimentari (2,3%)
sia per quelli non alimentari
(-0,9%). Mentre nella grande
distribuzione crescono in particolare i discount alimentari
(+2,7%) e i grandi esercizi
specializzati in un unico tipo
di prodotti come per esempio i mobili o l’abbigliamen to (+3,4%). Le vendite degli
ipermercati aumentano dello 0,3%, diminuiscono, invece, quelle dei supermercati
(-0,7%). Le vendite di beni ali-
mentari
aumentano
dell’1,1% in valore e
dell’1,2% in volume sul mese; quelle non alimentari crescono dell’1,3% in valore e
dell’1,2% in volume. Rispetto all’anno precedente, invece, i prodotti alimentari calano dello 0,4% in valore e registrano una variazione nulla
in volume. I prodotti non alimentari diminuiscono sia in
valore (0,2%), sia in volume
(-0,4%). Nonostante la forte
crescita congiunturale registrata a ottobre, l’Istat osserva che nella media del trimestre agosto-ottobre 2016
l’indice complessivo delle
vendite al dettaglio diminuisce dello 0,2%, sia in valore
sia in volume, rispetto al tri-
Rodolfo Ricci
mestre precedente.
Solo il commercio estero mostra un allineamento dei dati, in crescita sia su base mensile che annua. A novembre
2016, rispetto al mese precedente, entrambi i flussi commerciali con i paesi extraeuropei sono in espansione,
con un incremento più marcato per le esportazioni
(+3,4%) che per le importazioni (+1,4%). E anche rispetto al 2015 l’export è in forte
aumento (+5,6%), con una
crescita determinata, in gran
parte, dai beni di consumo
non durevoli (+10%) e dai beni strumentali (+7,3%, dovuto per oltre la metà alla vendita di mezzi di navigazione marittima). Mentre le importazioni registrano una più contenuta crescita tendenziale
(+1,6%). E il surplus commerciale (+3.968 milioni) è superiore a quello dello stesso
mese del 2015 (+3.306 milioni).
Francesco Gagliardi
Global
Allarme “L
Unicef:
4mila
bambini
in trappola
ad Aleppo
a Cisl sostiene la campagna dell'Unicef
per proteggere i bambini di Aleppo.
Con le bombe non si costruisce la pace". Lo scrive sul suo profilo twitter la Segretaria Generale
della Cisl, Annamaria Furlan in occasione della
giornata in cui viene lanciata la campagna social #AleppoDay per ribadire l'appello alla comunità internazionale sulla necessaria tutela dei
quattromila bambini intrappolati ad Aleppo
che rischiano di morire, molti dei quali orfani e
senza famiglia. A lanciare l'allarme è il portavoce dell'Unicef in Italia, Andrea Iacomini, secondo cui la situazione, in quello che è rimasto della città, è drammatica: mancano medicine, ac-
qua, riscaldamento, case e ospedali sono ridotti
in macerie e molti dei bambini evacuati non sarebbero vaccinati. Prima dell'assedio di Aleppo
la copertura vaccinale era appena del 30%. I
bambini di Aleppo - prosegue il portavoce di
Unicef Italia - hanno vissuto esperienze devastanti durante l'assedio ora sono esposti al trauma ulteriore della continua incertezza d'evacuazione o meno da Aleppo est ed hanno bisogno
di assistenza medica immediata". "Oggi in occasione dell'#Aleppoday ci auguriamo che il mondo non si volti dall'altra parte e che dall'Italia
parta un grande segnale di solidarietà per questi bambini che vivono un calvario senza prece-
venerdì 23 dicembre 2016
3
3
denti, che non hanno voluto", conclude. Nelle
ultime ore oltre 4 mila combattenti sono stati
evacuati, mentre in totale le persone trasferite
dalla zona – a partire dal 15 dicembre – sono
34 mila, ha fatto sapere il Comitato internazionale della Croce Rossa. Le operazioni sono rese
ancor più complicate dalle difficili condizioni climatiche e dalla neve caduta nelle ultime ore.
Migliaia di civili e combattenti stanno ancora
aspettando di essere evacuati dall’ultima roccaforte dei ribelli ad Aleppo, secondo il portavoce del gruppo ribelle Ahrar al Sham, Ahmed Kara Ali, coinvolto anche nei negoziati.
E.C.
Rapporto Clw denuncia le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche specializzate nella produzione di giocattoli
Cina,violazionieabusi
sottol’alberodiNatale
N
on solo sorrisi e felicità sotto l'albero di Natale. Anche
nel 2016, l'organizzazione
non governativa China Labor Watch (Clw) torna a farsi sentire
con dati allarmanti circa lo sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche
specializzate nella produzione di giocattoli destinati ai grandi brand e ai
mercati occidentali. Con l'approssimarsi del Natale e con l'aumento degli ordini, le condizioni di lavoro nelle
catene di fornitura cinesi diventano
ancora più insostenibili. Orari massacranti, luoghi di lavoro contaminati
da prodotti tossici e stipendi da fame
rappresentano la normalità per migliaia di persone costrette a vivere
ammassate in dormitori fatiscenti.
Un vero “incubo” secondo il Clw
che stride, e non poco, con i “sogni”
che i bambini sono abituati a trovare
sotto l'albero di Natale. L'investigazione dell'organizzazione non governativa statunitense è stata condotta in
quattro fabbriche cinesi che producono giocattoli per committenti del calibro di Mattel, Hasbro, Disney, McDonalds e Wal-Mart. In tutti e quattro gli
stabilimenti sono state riscontrate
violazioni che lasciano intendere
quanto il sistema dello sfruttamento
Usa, nuove L’
tensioni
nei rapporti
con Pechino
sia radicato nelle fabbriche cinesi e come le denunce effettuate fino ad ora
dai sindacati internazionali e dalle organizzazioni non governative non abbiamo prodotto risultati significativi.
La prima violazione riscontrata riguarda i lunghi turni di lavoro. La legge del
lavoro cinese fissa a otto, il numero
massimo delle ore di impiego giornaliero. Un limite che può essere superato attraverso il ricorso agli straordinari che non possono eccedere le 36 ore
a settimana. Regole scritte ma non applicate, nell'analisi del Clw che denuncia una media di ben undici ore di lavoro al giorno con oltre 50 ore di
straordinario al mese. In alcuni casi, si
sottolinea nel rapporto, le ore di
straordinario sono arrivate a cento
mentre il caso estremo è rappresentato da un operaio che ha lavorato per
130 ore in un mese. Nell'arco di una
giornata lavorativa di questo tipo, la
pausa pranzo risulta compresa fra i
40 e i 60 minuti, un'ennesima violazione della normativa. La legge del lavoro non sembra interessare i dirigenti
anche quando si tratta di salute e sicurezza. Agli operai non vengono fornite attrezzature di protezione ne tantomeno istruzioni su come maneggiare in sicurezza i numerosi composti
economia Usa rimbalza nel terzo trimestre,
subito prima dell'arrivo di Donald Trump, il
quale entrerà pienamente in carica il prossimo 20
gennaio. Il pil è salito del 3,5% spinto dai consumi,
saliti del 3%, più quindi del 2,8% inizialmente stimato. Gli annunci del presidente eletto, che si è impegnato a ridurre le tasse e ad aumentare la spesa in
infrastrutture ha finora dato una scossa positiva,
anche se emergono i timori per una possibile guerra commerciale con la Cina. Pechino non ha gradito
la telefonata tra lo stesso Trump e la leader dell'iso-
chimici con cui entrano in contatto
quotidianamente. Le pessime condizioni di salute e sicurezza riscontrate
nelle fabbriche trovano corrispondenza negli affollati e fetidi dormitori dove pericolosi cavi elettrici corrono,
senza alcun criterio, lungo pavimenti
e stanze.
Condizioni di lavoro estremamente discutibili a cui corrispondono compensi inadeguati. I contributi vengono raramente versati con gli impiegati addirittura obbligati, in alcuni casi, a firmare lettere di rinuncia. La situazione
non risulta migliore a livello salariale.
Il salario minimo per le province di
Dongguan e Foshan è di 223 dollari al
mese mentre per Shenzen è di 300
dollari, compensi rispettati alla lettera nelle fabbriche al centro dell'analisi. Una retribuzione insufficiente che
spinge gli operai nella trappola degli
straordinari. Quella degli straordinari
appare, nell'analisi del Clw, come la
leva da azionare per sfruttare al massimo i dipendenti, per tenerli sotto
controllo e per punirli: la produzione
di giocattoli, soggetta a forti variazioni stagionali, va incontro a periodi di
“stanca” dove i lavoratori sono
esclusi arbitrariamente dalla possibilità di svolgere gli straordinari necessa-
la, Tsai Ing-wen, per la quale ha sporto protesta formale nei confronti di Washington, e ha gradito ancora meno i commenti dello stesso Trump di alcuni
giorni piu' tardi, quando il futuro inquilino della Casa Bianca aveva fatto capire di non considerare imprescindibile la politica della "unica Cina" che lega
Pechino e Washington dal 1979, quando le due
sponde del Pacifico hanno ripreso formali relazioni
diplomatiche. Ma ad aggravare la situazione ora è
arrivata anche la nomina di Peter Navarro, economista noto per la sua posizione critica nei confronti
ri al loro sostentamento.
Il consistente numero di violazioni risulta determinato, secondo la denuncia del Clw, da un fattore cruciale: la
mancanza di sindacati indipendenti.
Nelle quattro fabbriche al centro
dell'indagine, si riscontra l'assenza di
sindacati o la presenza di rappresentanze fittizie. In una delle fabbriche,
in particolare, l'ufficio di un fantomatico “comitato sindacale” è sistematicamente chiuso e senza alcuna indicazione per eventuali contatti. I rappresentanti sindacali sono figure altrettanto misteriose, per lo più sconosciute alla maggior parte dei lavoratori. Per salvare le apparenze, le fabbriche si sono dotate di cassette dove imbucare le proteste dei lavoratori. Anche in questo caso, si sottolinea nel
rapporto, si tratta di una misura totalmente inefficace. La denuncia degli
abusi nelle fabbriche di giocattoli cinesi non è una novità, come sottolinea il Clw, ma il netto contrasto che si
determina fra le condizioni dei lavoratori, l'arricchimento sproporzionato
degli investitori e il prodotto finale destinato a ignari bambini, rende il settore come uno dei più moralmente
inaccettabili all'interno del vasto e variegato panorama industriale cinese.
Manlio Masucci
della Cina, quale direttore del nuovo National Trade Council, un ufficio istituito dal presidente all'interno della Casa Bianca col compito di supervisionare ed agevolare politiche commerciali e industriali.
Navarro è l'unico economista titolato nella cerchia
dei consiglieri di Trump. Secondo l'accademico, la
Cina sta conducendo da anni una vera e propria
guerra commerciale nei confronti degli Stati Uniti,
sussidiando le esportazioni verso quel paese e bloccando le importazioni che ne provengono.
E.C.
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Dibattito
venerdì 23 dicembre 2016
Papa Francesco: B
Chiesa povera
per i poveri.
Basta con
il lavoro nero
e poco dignitoso
asta con il lavoro in nero, pagato male,
poco dignitoso. Papa Francesco, incontrando ieri i dipendenti della Santa Sede e
dello Stato della Città del Vaticano, con i
rispettivi familiari, per gli auguri di Natale,
pensa anche a quanti non hanno un lavoro
dignitoso. ”Il lavoro è importantissimo sia
per la persona stessa che lavora, sia per la
sua famiglia. E preghiamo per le persone e
le famiglie, in Italia e in tutto il mondo, che
non hanno il lavoro, oppure, tante volte,
fanno lavori non degni, pagati male, dannosi per la salute”.
Il Pontefice invita ad impegnarsi ”ciascu -
no con la propria responsabilità, a fare in
modo che il lavoro sia degno, sia rispettoso della persona e della famiglia, sia giusto. E qui in Vaticano abbiamo un motivo
in più per farlo, dobbiamo seguire le direttive della Dottrina sociale della Chiesa”. E a
braccio aggiunge: ”Niente lavoro in nero,
niente sotterfugi”. Sempre ieri in un altro
contesto, Francesco ha sottolineato: ”In
un mondo lacerato dalla logica del profitto
che produce nuove povertà e genera la cultura dello scarto, non desisto dall’invoca re la grazia di una Chiesa povera e per i poveri. Non è un programma liberale, ma un
programma radicale perché significa un ritorno alle radici. Il riandare alle origini non
è ripiegamento sul passato ma è forza per
un inizio coraggioso rivolto al domani. E’
la rivoluzione della tenerezza e dell'amore”.
Nel discorso alla Curia Romana, Papa Francesco ha poi ricordato l'istituzione della Segreteria per la Comunicazione con il compito di ”rispondere all’attuale contesto comunicativo, caratterizzato dalla presenza
e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dell'interattività”.
G.G.
Effetto terrorismo. Barriere anti-tir nelle piazze. A Roma Capodanno senza botti e fuochi
IlNataleblindato
dellecittàitaliane
N
atale blindato nelle
città italiane, con le
barriere di cemento sulle strade e le
squadre speciali antiterrorismo in stato di allerta. E’ l'effetto Berlino. Non ci sono allarmi specifici su progetti di
attentati in Italia, come ha segnalato oggi il direttore
dell'Aise, Alberto Manenti,
in audizione al Copasir. Ma
c'è il rischio di azioni emulative. E allora mercatini, cerimonie, concerti, musei, attrazioni turistiche, strade dello
shopping, luoghi che attraggono folle potrebbero essere nel mirino.
La minaccia può arrivare dai
foreign fighters (circa 120
quelli che hanno avuto a che
fare con l'Italia), ma il pericolo maggiore è il terrorismo
'molecolare'", quello rappresentato da lupi solitari e piccole cellule che si attivano
senza preavviso. E mentre si
intensifica il monitoraggio
della rete e degli ambienti a
rischio, lo sforzo in tutte le
città è quello di mettere in
pratica le indicazioni partite
mercoledì sera dal Viminale:
misure di difesa passive nei
luoghi più frequentati contro il rischio dei camion-killer, divieto di svolgimento de-
giore presenza di persone.
Nella Capitale niente fuochi
d'artificio e petardi a Capodanno. La sindaca Virginia
Raggi ha firmato un’ordinan za che prescrive il divieto assoluto dal 29 dicembre alle
ore 24 del 1 gennaio di usare
materiale esplodente, fuochi artificiali, botti e razzi.
Sicurezza, sindacati a Minniti:
polizia locale determinante sul territorio
I
l nuovo ministro dell'Interno riconosce alla
Polizia locale ”un ruolo determinante nel
presidio di legalità e nel garantire sicurezza e
prevenzione sul territorio. Ora però serve
una riforma che innanzitutto riconosca pari
tutele rispetto agli altri corpi di polizia e ne
valorizzi ruolo e professionalità”. Così Cisl-Fp, Fp-Cgil e Uil-Fpl rispondono alle dichiarazioni di stampa di Minniti rilanciando la richiesta di un nuovo quadro normativo per la
polizia locale. ”Nessun Governo ha realizzato finora una giusta valorizzazione giuridica e
SPARLAmento
di Massimiliano Lenzi
Berlusconi
sfidaSalvini
e”chiama”
Draghi
D
gli eventi se non è possibile
garantire misure di sicurezza
efficaci.
A Roma saranno potenziati i
controlli sull'ingresso di tir in
città e rimodulati i servizi del
Giubileo, con il presidio di
una serie di obiettivi, soprattutto i centri commerciali e i
mercati dove ci sarà una mag-
a una parte
la profonda crisi di
Virginia Raggi e
dei 5 Stelle a Roma;
dall’altra
l’autosospensio ne, poi autorevocata, del sindaco
Giuseppe Sala a Milano dopo un avviso di garanzia. Sull’asse delle due
principali città italiane, la capitale politica e la capitale economica, va in
scena la crisi di M5S e del Pd dopo il
ko al referendum subito da Matteo
Renzi.
Per i grillini fallire a Roma significa
perdere la verginità, ovvero
quell’aspettativa che molti elettori
stanchi della politica e della casta traducevano con la frase, “proviamoli,
magari faranno bene”. A Roma han-
no fatto male ed i primi sei mesi sono stati un calvario. Passando dalla
capitale politica a Milano, arriviamo
all’autosospensione, poi rientrata,
di Sala che ha comunque segnato
uno colpo per la città, conquistata a
giugno scorso dal centrosinistra che
batteva di misura il centrodestra ed
il suo candidato Stefano Parisi.
Già, il centrodestra. Rianimato almeno in parte dalla vittoria del no al referendum, da Berlusconi a Salvini
passando per la Meloni tutti i leader
di area sostenevano il no, adesso dovrebbe cominciare a far sul serio ed
elaborare una proposta politica concreta e nazionale, con un programma di Governo e con un sistema di
legge elettorale approvato da tutti,
Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia,
per andare a trattare con Pd e 5 Stelle da una posizione di forza. La debolezza degli altri non durerà in eterno
e mai come in questi giorni di dicembre le circostanze paiono favorevoli
ad una ripartenza dell’area moderata.
Renzi che si è trincerato a Pontassieve, è sceso solo domenica scorsa a
Roma per dire la sua sul momento
politico all'assemblea nazionale del
Pd (dove non ha scartato il Mattarellum come possibile legge elettorale
e dove, tra le righe, ha fatto capire di
contrattuale, che riconosca ruolo, specificità
e funzioni dei 60 mila operatori”. Osservano
i sindacati: iI quadro normativo di riferimento
”è ormai obsoleto, mentre il blocco dei contratti ha congelato ogni innovazione organizzativa e professionale”. Necessarie allora
”uniformità di condizioni operative su tutto
il territorio nazionale, strumenti e mezzi necessari a svolgere funzioni altamente specializzate”. E soprattutto ” equità nel trattamento economico, nelle condizioni di lavoro
e nelle tutele”.
puntare ad elezioni politiche a breve); Beppe Grillo è indebolito, come
i 5 Stelle, dal caso Roma e dalla pessima partenza della Raggi. Insomma,
una situazione ideale per dire chi dovrà essere il candidato premier del
centrodestra e con quale programma.
A smuovere le acque ci ha pensato in
queste ore Silvio Berlusconi, lanciando il nome del governatore Bce Mario Draghi come Premier, sposando
l'idea del proporzionale e puntando
su una Assemblea Costituente per le
riforme. Una svolta, per la verità,
che potrebbe non piacere affatto alla Lega di Salvini ed alla Meloni e Fratelli d'Italia. Se il proporzionale non
passasse, spiega Berlusconi, servirà
certo un'alleanza ma vedremo "se
gli alleati manterranno la parola data oppure no, come già altre volte è
accaduto". Una frecciata a Salvini,
dunque, che arriva quando al Cavaliere rammentano le accuse di inciucio con la sinistra, in una parola il Nazareno. "Il giovane comunista Salvini
- dice Berlusconi - rimane ancora saldamente ancorato in lui e quindi molto spesso ha uscite non apprezzabili.
Penso invece che Mario Draghi possa essere un perfetto prossimo nostro candidato premier". Sposando
il proporzionale come sistema eletto-
Non solo: salta anche il tradizionale concerto di piazza
della sera del 31 dicembre,
che negli ultimi anni si è tenuto al Circo Massimo. L’azien da che si è aggiudicata il bando, infatti, ha fatto un passo
indietro dall'organizzazione
dell'evento. Il primo Capodanno romano a 5 Stelle,
dunque, potrebbe essere privo della festa di piazza solitamente più partecipata, limitandosi alle sole iniziative
gia' in calendario per la mattina del 1 gennaio.
A Milano sono stati individuati dieci punti di presidio nelle
aree più frequentate dove saranno disposti barriere antisfondamento new jersey in
cemento armato, dal peso di
circa 40 quintali l'una. L'accesso dei tir in città verrà monitorato con le telecamere.
Anche a Genova pronte barriere e dissuasori in grado di
fermare mezzi pesanti a difesa dei luoghi ad alta concentrazione di turisti. A Firenze
l'indicazione è quella di monitorare attentamente i mezzi
pesanti e di rafforzare la vigilanza agli obiettivi sensibili e
nelle aree di maggior afflusso di persone. A Pisa le piazze e le vie di accesso alla piazza dei Miracoli saranno rese
più sicure con l'installazione
di pilastri, mobili o fissi. Intensificati i controlli anche a
Venezia, Trento e Bolzano.
Giampiero Guadagni
rale il leader di Forza Italia sembra
puntare, dopo le elezioni politiche,
su una "Grosse Koalition, sul modello tedesco" spiegando che Forza Italia "conferma la sua posizione di sempre: siamo all'opposizione ma siamo
responsabili; al contrario della sinistra che ha sempre ragionato col tanto peggio tanto meglio". Su Renzi è il
suo Governo poi il giudizio del Cavaliere, è lapidario: "Ha collezionato solo fallimenti, dal Jobs Act alla riforma
della Pubblica amministrazione,
dall'Italicum alla riforma costituzionale. Renzi, che pure viene dalla cultura della sinistra Dc, mi è piaciuto
all'inizio, poi è emersa la sua arroganza. Non basta il dinamismo dei giovani". Berlusconi, poi, ribadisce la sua
stima per il Capo dello Stato Sergio
Mattarella ed a chi gli rimprovera di
aver bruciato in questi anni vari possibili leader del centrodestra che
non siano lui, replica di non aver
"mai bruciato nessuno. Sono loro
che se ne sono andati perché affezionati alla poltrona di ministro". Quando durerà il Cavaliere natalizio? Lo
vedremo. Di certo da ieri la vita del
Governo Gentiloni sembra esser diventata un po' meno precaria. Quella del centrodestra, per come lo abbiamo conosciuto sino ad ora, quella
invece si vedrà.
Vertenze
Abruzzo.
In grande
sofferenza
le micro
imprese
artigiane
P
er Almaviva una trattativa infinita che si è chiusa, (solo temporaneamente), nella serata di
mercoledì, con la mediazione
del Governo che ha scongiurato
gli imminenti licenziamenti.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e la vice ministro, Teresa Bellanova, hanno
presentato una proposta che
prevede la prosecuzione del
confronto, con il supporto e la
vigilanza del Governo, sulla base del ricorso agli ammortizzatori sociali e della contestuale previsione di uscite, a carattere
esclusivamente volontario, fino
al 31 marzo 2017. Tuttavia, nel
corso della notte, tra mercoledì
e giovedì, i 13 delegati della Rsu
della sede di Roma hanno deciso di non sottoscrivere l'accordo che pertanto sarà valido solo
per il sito di Napoli.
"Rispettiamo la decisione delle
Rsu di Roma, ma non possiamo
non esprimere un grandissimo
rammarico". Così ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. La proposta del governo - ha aggiunto,
"avrebbe concesso alle parti sociali e all’azienda di continuare
a confrontarsi nel merito dei
problemi, senza un impatto immediato sui lavoratori" "Decisione irresponsabile e sottovalutata per gli effetti devastanti che
da qui a poche ore genererà sui
1.660 lavoratori di Almaviva Roma". Concorda Giorgio Serao,
della segreteria nazionale Fistel
Cisl, che ha aggiunto "non si può
gestire il mandato elettivo con
radicalità, invece che con responsabilità, quando sono in
gioco i destini e gli interessi di
migliaia di lavoratori".
"La Cisl e la Fistel si sono sempre
battute e si batteranno ancora,
nei prossimi giorni con grande
senso di responsabilità, per salvare Almaviva e garantire la continuità occupazionale per migliaia di lavoratori". Hanno dichiarato infatti in una nota congiunta
T
utelare i diritti maturati
dei lavoratori dipendenti delle aziende interessati alle prossime gare per
l’assegnazione delle gestioni della distribuzione del gas.
Questo l’obiettivo dei sindacati di categoria Femca Cisl,
Filtem Cgil, Uiltec Uil che, in
una lettera inviata al ministero dello Sviluppo Economico,
spiegano le ragioni della dichiarazione dello sciopero
generale del comparto gas
scaturita dalla rottura delle
relazioni con le aziende del
settore per la mancata definizione di una norma a garanzia dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Ma andiamo con ordine. I decreti attuativi del 2011, segui-
L
’artigianato e le micro e piccole imprese sono il “grande malato”
dell’economia abruzzese. A lanciare
l’allarme sono associazioni di categoria del settore e sindacati che annunciano la mobilitazione e chiedono alle istituzioni e, in particolare, alla Regione interventi urgenti e una chiara inversione
di tendenza nell’attenzione, nella messa a disposizione di risorse finanziarie e
di politiche attive. Il punto della situazione nel corso di una conferenza stam-
venerdì 23 dicembre 2016
pa a Pescara. Casartigiani, Claai, Cna e
Confartigianato, insieme a Cgil, Cisl e
Uil, hanno sottoscritto e presentato
una piattaforma unitaria, rivolta alla Regione, con tutte le priorità da portare
avanti: un vero e proprio decalogo che
spazia dall’accesso al credito alla trasmissione d’impresa, dalla digitalizzazione all’aiuto allo start-up, dalla formazione alla bottega-scuola, dalla valorizzazione delle eccellenze al sostegno
alle attività sui mercati internazionali.
5
5
Una mobilitazione che per l’Abruzzo
rappresenta un precedente assoluto:
per la prima volta uno schieramento variegato di forze sociali si è ritrovato insieme per sottolineare lo stato di assoluta gravità in cui versa il settore della
micro impresa artigiana, che rappresenta una fetta consistente dell’economia
regionale, visto che conta il 52% del totale dei dipendenti del mondo delle imprese abruzzesi.
Sa. Ma.
Call center. Furlan e Vitale: ci batteremo sempre con responsabilità per garantire i lavoratori
Almaviva:sospirodisollievo,
maRsudiRomanonfirmano
la segretaria generale della Cisl,
Annamaria Furlan ed il segretario generale della Fistel Cisl, Vito Vitale.
"La proposta del Governo di farsi garante per il proseguimento
del confronto tra Almaviva ed i
sindacati è un fatto indubbiamente importante - notano i sindacalisti - che prelude ad una assunzione di responsabilità delle
parti per rilanciare il settore dei
call center nel nostro Paese e
salvaguardare migliaia di posti
di lavoro".
Dunque nel corso dei prossimi
tre mesi le parti si impegneranno a proseguire il confronto per
individuare soluzioni in tema di:
recupero di efficienza e produttività; interventi temporanei sul
costo del lavoro. Il Governo si
impegna nel frattempo a proseguire l'azione di vigilanza e sanzione, rafforzandola nella Legge
di bilancio appena approvata,
con l'obiettivo di disincentivare
la delocalizzazione.
Nella tarda serata di mercoledì
anche l'azienda ha ufficializzato
di accettare la mediazione, spiegando di condividere "le finalità
e le linee guida", della proposta
avanzata dal governo, in quanto "impegna le parti ad affrontare in termini strutturali le misure per il recupero di efficienza e
produttività aziendale e per la
conseguente messa in sicurezza
della società". Le misure oggetto della proposta, sono - ha evidenziato in conclusione Almaviva Contact - "in linea con le indicazioni concrete fornite dal Governo, in presenza del suo alto
ruolo di garanzia, vanno accompagnate da ammortizzatori sociali adeguati e dovranno essere correttamente definite in un
accordo da concludere comunque entro il 31 marzo 2017".
I sindacati chiedono maggiori garanzie per quei lavoratori che cambiano società
Nonsifermanolemobilitazioni,
agennaiosiscioperanelsettoregas
ti alla Legge sulla liberalizzazione del settore gas, prevedono per tutti i lavoratori
soggetti al passaggio della società cedente a quella acquirente, una serie di norme a
garanzia dei livelli occupazionali, delle retribuzioni percepite, delle anzianità maturate e delle professionalità acquisite.
Quei decreti, arrivarono al
compimento di un percorso
istituzionale che vide la par-
tecipazione attiva e determinante del sindacato confederale nella realizzazione di tutte quelle tutele a favore dei
lavoratori, affinché i processi
di cambiamento del settore
non producessero dumping
sociale.
Lo stesso Contratto Unico,
obbligatoriamente applicato
ai lavoratori di questo comparto, rappresentò e rappresenta ancora oggi, la garanzia affinché le aziende non
concorrano per l’assegnazio ne del servizio, a discapito
dell’occupazione e dei diritti
dei lavoratori.
Dopo l’introduzione nel
maggio 2015 delle nuove disposizioni in materia di lavoro (Jobs-Act), le imprese, con
una lettura unilaterale delle
norme applicative, hanno di
fatto cancellato le garanzie
per i lavoratori introdotte
con i decreti del 2011.
“Per tali ragioni - dicono
Femca, Filctem e Uiltec, - come sindacati di categoria,
con l’assistenza delle Confederazioni abbiamo riaperto
al tavolo ministeriale un confronto fra le parti per formulare una corretta definizione
delle norme e dei comportamenti aziendali affinché si
confermassero tutela e diritti, prima dell’avvio di importanti gare per l’assegnazio ne del servizio di distribuzione del gas previste dai primi
Cecilia Augella
mesi del 2017”.
Tutto questo impegno, che
ha visto la partecipazione
propositiva del ministero,
per una soluzione positiva
che sembrava raggiunta, è
stato invano, poiché la proposta - affermano i sindacati
- è stata fatta naufragare
dall’atteggiamento irresponsabile delle associazioni datoriali.
Per riaffermare come elemento centrale nelle imprese il diritto al lavoro e alla sua
qualità le organizzazioni sindacali di categoria, dopo il
mandato ricevuto dall’as semblea nazionale dei delegati al contratto, decideranno per gennaio una giornata
di sciopero generale.
Sa. Ma.
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Cronache
venerdì 23 dicembre 2016
Scenari. Sempre più economia cinese nei porti del Meditteraneo. Mentre l’Egitto espande i suoi investimenti nella logistica
MareNostrun,
unnuova
ViadellaSeta
N
apoli (nostro servizio). Il potere economico cinese sui porti
del Mediterraneo,
Pireo (Grecia) in primis.
Investitori cinesi, grazie anche all'impegno del Governo
di Pechino, hanno messo in
campo una strategia che punta ad acquisire infrastrutture
logistiche del Mare Nostrum
(ed anche del Nord Europa).
Per cui oltre allo scalo greco,
l'economia dello yuan ha come obiettivo i traffici commerciali su Rotterdam, Abu Dhabi, Haifa ed il nostrano porto
di Vado Ligure. Si vuole così
costruire una porta di accesso
verso la cara vecchia Europa e
l'area Mena (che comprende i
Paesi del Medio oriente e del
Nord Africa) per le merci cinesi. Insomma, la potenza del de-
naro per acquisire direttamente la gestione della logistica.
Sta nascendo così una nuova
Via della Seta (denominata
Obor, One belt one road) che
attivera`1.000 miliardi di dollari di investimenti cinesi per le
infrastrutture ed il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra Paesi
nell'Eurasia.
Si stima che, al 2020, la Cina
dovrebbe esportare lungo la
Via della Seta beni e servizi
per circa 780 miliardi di dollari e importarne 573,6 miliardi.
La strategia cinese contribuira` a rafforzare la centralita`
del Mediterraneo nelle rotte
globali.
Nel rapporto, redatto dal Srm
(Studi e ricerche del Mediterraneo) e presentato nei giorni
scorsi a Napoli, emerge come
il Mediterraneo e tutta l'area
Mena sia importante anche
per aumentare la nostra crescita economica.
Il settore marittimo, evidenzia ancora il rapporto, è ritenuto da sempre strategico per le
nostre relazioni politico-economiche con i Paesi dell'area
medio orientale e nord africana. Oltre il 76% dell'interscambio delle merci viaggia sul mare.
I nuovi investimenti dei porti
del Mediterraneo, quali Port
Said (nord est dell'Egitto), Tanger Med (Marocco) e Pireo
(Grecia) stanno aumentando
la competitività dell'area.
Non solo, ma anche l'altro porto egiziano, quello di Suez e il
centro americano scalo di Panama aumentano la centrali-
tà del Mare Nostrum.
Qualche dato. I Paesi del Nord
Africa e del Golfo dal 2011 sono cresciuti mediamente del
+2,5% . L’interscambio manifatturiero tra l’Italia e gli Stati
mediorientali e nord africani
e`di oltre 49 miliardi di euro
(+96,9% sul 2001).
Il centro studi, a questo proposito, prevede un'ulteriore crescita dell’import-export manifatturiero, di 54 miliardi di euro nel 2018.
Il nostro Mezzogiorno produce il 20% dell’interscambio totale (circa 14 miliardi di euro)
con i Paesi dell'area Mena
(stiamo parlando del 15% sul
totale dei propri scambi con
l’estero).
L'export dei prodotti made in
Italy verso il Medio Oriente e
nel nord Africa è di oltre 41 mi-
Rapporti commerciali,
lo sviluppo è nella free zone
N
apoli (nostro servizio). Le free zone aiutano gli investimenti. A leggere le dichiarazioni di imprenditori ed esperti del settore, esse
sono considerate importanti per muovere l'economia del Terzo millennio, anche se ci sono Paesi, come l'Egitto, che
le applicano da oltre 40 anni.
E ci sono molte aziende italiane che
guardano ai Paesi dell'area medio
orientale e nord africana come mercati
in espansione.
Diventa così facile, per gli imprenditori,
fare affari qui. Ma cos'è una zona franca? È un'area specificamente destinata
alla promozione del commercio,
all’esportazione
ed all’apertura
dell'economia nazionale al mondo
esterno. “L'economia mondiale sta diventando sempre piu`interdipendente
- scrive in un rapporto l'Istituto per il
commercio con l'estero (Ice) - ed una
zona franca commerciale serve come
porta di accesso per esportare i prodotti”.
Come detto nell'articolo sul rapporto
del Srm (Studi e ricerche nel Mediterraneo) il nostro Paese va forte negli Emirati Arabi Uniti. Fin dall’inizio, come
Stato federale, il Governo aveva aperto
l'economia agli investitori esteri ed ai
commercianti mondiali. A favore di
questo apertura agli investitori stranieri ogni Emirato ha creato una o piu`zone franche nel rispettivo Emirato per
promuovere il commercio internazionale.
Il tema, dunque, è sempre centrale.
Conquiste ha intervistato Alessandro
Panaro, responsabile Maritime&Mediterranean Economy di Srm.
Dottor Panaro, le free zone sono la
giusta soluzione per lo sviluppo economico del Mediterraneo e per l'Italia?
Se si vuole avere un sistema manifatturiero ed un sistema marittimo collegati
fra loro, una delle ipotesi per attivare
una strategia di questo tipo è quella di
attuare una politica di free zone.
Che in Europa non c'è?
In Europa non lo si può fare perchè le
free zone vengono interpretate come
strumenti che possono ledere la concorrenza. Un'impresa che si va a mettere in una free zone ha delle agevolazioni, rispetto ad un'altra che sta fuori. Ci
sono più Paesi del Mediterraneo che la
utilizzano, come il Marocco, l'Egitto.
Gli Emirati arabi hanno 36 free zone.
Noi usiamo, invece, un'accezione di zona franca doganale. Secondo me, fermo restando le questioni della concorrenza e degli aiuti di Stato (secondo l'attuale indirizzo della Ue ndr) se le free
zone servono ad attivare investimenti,
come già fatto in Marocco con la free
zone di Tanger Med, attirando investimenti della Renault, perchè non studiare un progetto per realizzare delle free
zone di un determinato tipo, adattabile
al territorio?
Con un po' di dialogo politico-diplomatico ed economico le soluzioni si
possono trovare...
Certo. In sede europea si può aprire un
dialogo serio di free zone. Dove però
non ci sia una zona nella quale un'im-
liardi di euro verso (10% del
totale). Inoltre sempre quest'area è la prima regione di
destinazione extra-europea.
Dal 2001 al 2016 le esportazioni in area Mena sono più che
raddoppiati (+121,4%). Si è
passati da 18,7 miliardi di euro a 41,5 miliardi. È un dato
economico che avvicina il nostro Paese ai colossi statunitensi e cinesi.
I prodotti della meccanica,
dell'agroalimentare, della moda, del mobilio, dei materiali
da costruzione e gioielli trainano il nostro export nel Mediterraneo. Tra i principali mercati c'è quello degli Emirati
Arabi Uniti. Ma l'Italia va forte
anche sul mercato israeliano
(5,3% sul manifatturiero) e in
quello iraniano (3,1%). Siamo
al secondo posto dopo i tedeschi, tra i Paesi europei, per
quota di mercato.
I consumatori egiziani (16,3%
del mercato) e iraniani (8,6%)
gradiscono i nostri prodotti
meccanici.
Altri dati molto interessanti
emergono dal rapporto Srm.
Oltre il 76% delle merci scambiate con l’area Mena viaggiano via mare. Il bacino del Mediterraneo concentra, inoltre,
il 19% del traffico marittimo
mondiale, il 25% dei servizi di
linea container ed il 30% del
traffico petrolifero. Nel decennio 1995-2015 i transiti di navi
container sulla rotta Asia-Europa via Suez e Mediterraneo
sono cresciuti dal 27% al 42%,
mentre si e`registrato un calo
sulle rotte “Trans-Pacific” e
“Trans-Atlantic”. Dal 2008
al 2016 la quota di mercato
sui container dei porti del Mediterraneo e` cresciuta dal
27% al 34% mentre quella dei
porti del Nord-Europa e`scesa
dal 46% al 42%.
L'Italia, in termini di quantità
resta il Paese europeo che ha
registrato il maggiore volume
di scambi con il Mediterraneo
(58 milioni di tonnellate di
merce).
Luca Tatarelli
presa va là solo per avere agevolazioni.
È noto che i sistemi di agevolazione in
conto capitale ed in conto fiscale, in Italia, non hanno avuto forti impatti economici. Nessuno mi venga a dire che se
l'Italia realizza una free zone, ad esempio, nel porto di Taranto od in quello di
Gioia Tauro e si installa una multinazionale e assume 10 mila persone è una
politica che lede i diritti della concorrenza.
Come mai Paesi come la Germania e
l'Olanda, che hanno realtà portuali di
grande importanza strategica, penso
ad Amburgo e a Rotterdam, non sono
riusciti a fare pressing sulle istituzioni
europee per creare delle free zone?
Non ci sono riusciti, perche hanno dei
porti con una loro massa critica. Se parliamo, invece, dei nostri porti, essi movimentano 10 milioni di container. Lì li
fa un solo porto. Tedeschi ed olandesi
hanno puntato, invece, su un altro tema in cui l'Italia è debole: l'efficienza logistica. Il nostro Paese ha sì un'ottima
portualità ma non un'ottima logistica,
a ridosso dei porti. Il sistema della logistica e della portualità dell'Italia non è
“allacciato” in modo efficiente. Il nostro sistema ha un porto ed un interporto ma sono slegati tra loro. Se però l'interporto diventasse la free zone del porto mi piacerebbe vedere quali potrebbero essere gli effetti che tutto ciò potrebbe causare.
L.Ta.
Cronache
venerdì 23 dicembre 2016
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Chiuso ieri l’ultimo cantiere, ora l’autostrada è tutta percorribile. E sarà la prima per auto senza pilota
Nonpiùeternaincompiuta
PartelaSalerno-ReggioCalabria
S
i parte. Finalmente.
Con
l'apertura al traffico della Galleria Larìa (Cosenza), si
sono conclusi ieri i lavori per la realizzazione della Salerno-Reggio Calabria, percorribile tutta a tre e due
corsie per senso di
marcia con standard
autostradali. Dopo tutto quello che è successo in questi anni: vietato chiamarla inaugurazione, nessun taglio di
nastri. Semmai ”una
giornata di grande soddisfazione, dedicata ai
lavoratori che hanno
perso la vita durante i
lavori e alle loro famiglie”, ha sottolineato
il ministro delle Infrastrutture Delrio che
con il presidente di
Anas Armani ha percorso ieri tutto il tracciato, insieme ai giornalisti. Il viaggio si è concluso a Villa San Giovanni, alla presenza
del presidente del Consiglio Gentiloni. ”La
Salerno-Reggio Calabria deve tornare a essere il simbolo di un
Mezzogiorno onesto e
pulito, per uno sviluppo sostenibile e diverso”, ha detto ancora
Delrio.
Anas, d'intesa con il governo, ha già avviato
un Piano di manutenzione da oltre 1 miliardo di euro, già interamente finanziato, per
la realizzazione di interventi su un tratto di
58 km compreso tra le
province di Cosenza e
Vibo Valentia, in tratti
già caratterizzati da
quattro corsie e standard autostradali. Inoltre la A3 si prepara a diventare la prima smart
road italiana predisposta per la prossima guida autonoma. È in fase
avanzata la gara da 20
milioni di euro che prevede la fornitura e la
posa in opera di sistemi e postazioni per
l'implementazione di
infrastrutture tecnologiche avanzate per l'infomobilità e la sicurezza sull'intero itinerario. Un piano di interventi serrato, che si
concluderà nel 2020.
Si tratta di un progetto
ad alto contenuto innovativo, tra i primi al
mondo nel settore stradale e unico per
l'estensione ad un trac-
ciato autostradale di
oltre 400 km. La tecnologia Smart Road dota
le arterie stradali di infrastrutture Wireless
di ultima generazione
che permetteranno il
dialogo
autostrada-utente e autostrada-veicolo.
Anas ha voluto inoltre
che lungo l'autostrada
nascesse 'La bellezza
del Creato', un luogo
di preghiera dedicato
a tutte le confessioni
del Mediterraneo, dove onorare la memoria
di coloro che hanno
perso la vita lavorando
alla
realizzazione
dell'A3 nel corso di entrambe le fasi storiche: dal 1962 al 1972,
periodo della sua realizzazione, e dal 1998
al 2016, durata del suo
ammodernamento.
Questo angolo di raccoglimento e preghiera sorgerà a Villa San
Giovanni, in un'area di
proprietà di Anas, in
un luogo che simboleggia la porta d'ingresso
al continente e che collega l'autostrada agli
imbarchi per la Sicilia.
Il bando di gara, per la
progettazione definitiva ed esecutiva del progetto, per un importo
complessivo delle opere stimato in circa 3 milioni e mezzo di euro, è
stato pubblicato a fine
ottobre.
Giampiero Guadagni
Lastoriainfinita,55annidall’avvio
Oltre7,5miliardiperl’ammodernamento
C
inquantacinque anni dall'avvio dei lavori, ma addirittura 82 anni dal Piano regolatore che per primo ne ha previsto la realizzazione. La storia della
Salerno-Reggio Calabria inizia nel lontano 1934 e passa attraverso quasi trent'anni anni di piani, studi e dibattiti prima della partenza vera e propria dei lavori
(con l'ambizione di terminarli in due anni). Ci vorrà poi
un altro mezzo secolo per completare l’eterna incompiuta, la cui realizzazione ha coinvolto alcuni dei migliori ingegneri italiani ma è costata 368 miliardi di lire per
realizzarla e altri 7,5 miliardi di euro (dagli anni Novanta) per ammodernarla.
Ecco le tappe salienti della storia della Salerno-Reggio:
1934. Il Piano Regolatore delle Autostrade Italiane redatto dall'Aass (Azienda autonoma statale della strada, dal 1946 Anas) prevede la costruzione di un'autostrada tirrenica Livorno-Civitavecchia-Salerno-Reggio
Calabria, ma resterà lettera morta.
1952. Nel Primo Programma Poliennale di miglioramento ed incremento della rete stradale dell'Anas non
sono previste autostrade a sud di Salerno.
1955. La legge 463 (detta legge Romita) approva un
programma di costruzione della rete autostradale in
dieci anni: della Salerno-Reggio Calabria si prevede solo lo studio. 1961 - il Consiglio di amministrazione
dell'Anas, presieduto dal Ministro dei Lavori Pubblici
Benigno Zaccagnini, approva il progetto di massima
dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
1962. Il 21 gennaio alla presenza del presidente del
Consiglio Amintore Fanfani partono i lavori. Fanfani dichiara che termineranno due anni dopo, nel 1964.
1967 - 125 km sono in esercizio (da Salerno a Lagonegro) e 318 sono ancora in costruzione.
1974. L’intero tratto da Salerno a Reggio Calabria, finanziato dallo Stato, viene aperto al traffico. Il costo
finale è di 368 miliardi di lire, con una media di 830
milioni a chilometro. Ma l'autostrada nasce incompleta, per l'interruzione sul Sirino, nei pressi di Lagonegro, al km 131.
1987. Il presidente del Consiglio Bettino Craxi e il ministro dei Lavori pubblici Riccardo Misasi stanziano
1.000 miliardi di lire per lavori di somma urgenza sulla
A3.
1996-1997. Il governo presieduto da Romano Prodi approva un piano di lavori su tutto il tracciato dell'A3,
stanziando 6.000 miliardi di lire. Nel progetto è previsto anche il superamento della strozzatura del Sirino.
1999. Il Cipe unifica gli interventi precedentemente deliberati in un unico intervento per assicurare maggiore
flessibilità operativa. L'Anas bandisce le gare per la progettazione. Da quegli anni, il percorso dell'autostrada
sarà caratterizzato da una lunga teoria di cantieri, che
soprattutto d'estate provocheranno spesso code e disagi.
2008. L’Anas presieduta da Pietro Ciucci apre al traffico il 1ø macrolotto dallo svincolo di Sicignano degli Alburni allo svincolo di Atena Lucana, costato 500 milioni di euro.
2014. Vengono consegnati i lavori dell'ultimo grande
cantiere della A3, il Macrolotto 3.2, del valore di circa
600 milioni di euro. Tra le opere anche il viadotto Italia. Viene poi aperto al traffico l'ultimo tratto del Macrolotto 2 (31 km da Padula-Buonabitacolo a Lauria),
che ha comportato un investimento di oltre 1 miliardo
di euro. I lavori consentono dopo oltre 40 anni di superare la strozzatura del Sirino.
2015. Crolla la quinta campata della carreggiata sud
del viadotto Italia. L'autostrada viene chiusa in entrambe le direzioni. Il 24 luglio, dopo la nomina del nuovo
presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, l'emergenza viene superata: la carreggiata nord del Viadotto Italia viene riaperta nei due sensi di marcia grazie a lavori
in tempi record dell'Anas. A fine luglio sono 355 i km di
autostrada completati e in esercizio e d'estate per la
prima volta da circa 20 anni sulla Sa-Rc si registra un
solo cantiere inamovibile di circa 3 km. Su richiesta del
premier Renzi e del ministro delle Infrastrutture Delrio, il nuovo vertice Anas rivede anticipa di un anno e
mezzo l'apertura al traffico del tratto, al dicembre
2016.
2016. Vengono abbattuti gli ultimi diaframmi. Il 24 ottobre viene abbattuto il diaframma della canna sud
della nuova galleria 'Laria': segna la conclusione delle
attività di scavo di tutti i tunnel della nuova autostrada. Ieri l’apertura al traffico.
G.G.