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Latina
Il giornale di
IL CASO
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016
11
Gli interrogativi intorno all’ennesimo rinvio del processo all’ex braccio destro di Zaccheo
Galardo, il processo
che non s’ha da fare
Intercettato mentre chiedeva tangenti non ha fatto neanche
un giorno ai domiciliari, come molti imputati di Olimpia
Appena due giorni fa per
Maurizio Galardo è arrivato l’ennesimo rinvio del
processo che lo vede imputato per vari reati che
vanno dalla truffa alla
concussione. Il fatto è sicuramente da imputare alla lentezza della giustizia
(e in questo caso parliamo
di un procedimento penale), anche se nell’ormai
annosa vicenda che riguarda l’ex vice sindaco
della seconda amministrazione Zaccheo, sembra esserci qualcosa che vada oltre. Qualcosa di oscuro e di
inspiegabile, soprattutto
alla luce di quanto recentemente avvenuto con
l’indagine Olimpia, che ha
portato all’arresto, e poi al
rilascio su decisione del
Riesame, dell’ex sindaco
Giovanni Di Giorgi, di un
ex assessore e di un ex
consigliere comunale, oltre che di dirigenti e impiegati comunali. Se si
percorre a ritroso ogni
passaggio della vicenda
Galardo, a prescindere dagli eventuali reati commessi dall’ex esponente di
spicco dell’area democristiana locale, viene fuori
uno scenario per certi versi ben più grave delle motivazioni che hanno porta-
la mazzetta. Assurdo ma
vero. Qualcuno deve averlo dimenticato, ma la cosa
più bizzarra è che per Galardo, all’epoca dei fatti,
non è stata chiesta nessuna
misura
restrittiva,
nemmeno gli arresti domiciliari, ma soltanto l’obbligo periodico di firma presso la caserma dei Carabinieri. Men che meno per
gli impiegati comunali che
lo hanno spalleggiato nel
Su di lui accuse di
concussione, falso
ideologico e truffa
to agli arresti di Olimpia.
Dagli atti dell’indagine a
carico dell’ex vice sindaco,
emergono ipotesi di reato
quali la concussione, il falso ideologico, l’associazione a delinquere, la truffa. E se nell’indagine O-
limpia, ex politici e dirigenti sono stati prelevati
alle luci dell’alba dalle
proprie abitazioni, o addirittura attesi ai piedi
dell’aereo di ritorno dalle
vacanze, per essere condotti, alcuni, presso la casa
circondariale di Via Aspromonte, soltanto qualche
anno fa, tra l’altro quando
il sistema smascherato
dall’indagine Olimpia era
pienamente operativo, un
amministratore pubblico
intercettato mentre chie-
deva una tangente a un
imprenditore in cambio di
un appalto pubblico, veniva lasciato nelle condizioni di poter tranquillamente continuare a ricoprire
proprio quella carica che
gli consentiva di chiedere
pilotare l’appalto dell’Università. Verrebbe quindi da
chiedersi il perché di quello che può apparire a tutti
gli effetti come un trattamento privilegiato. Per
molto meno, come si è
detto, Di Giorgi, Di Rubbo,
e vari dirigenti, sono finiti
dentro o ai domiciliari. E
perché, poi, i tempi dell’azione giudiziaria nei confronti di Galardo sono così
lunghi? Inutile aggiungere
che in merito a questa vicenda servirebbero risposte credibili, senza le quali
sarebbe impossibile pensare che ‘La legge è uguale
per tutti’.
TUTTI I RINVII DAL 2008 AD OGGI
La cinquina dell’ex vicesindaco
L’incredibile sequenza di slittamenti, gli ultimi due nel 2016
Con quello di mercoledì
scorso, i rinvii del processo Galardo, ormai vicino
alla prescrizione, sono
addirittura cinque. L’indagine composta da più
filoni, tra i quali quello
delle truffe ai danni di
compagnie assicuratrici e
della falsità ideologica
commessa dal pubblico
ufficiale in atti pubblici
(art.479 codice penale), è
partita sette anni fa con
le ipotesi di reato che sono
state
accertate
dall’Autorità inquirente
tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Per il reato
di concussione (la mazzetta per l’appalto dei lavori all’università) e
quello del rilascio di ricette false si è arrivati al
processo. Processo del
La prescrizione
ormai sembra
vicinissima
g
Maurizio Galardo a sostegno di Alessandro Calvi durante le ultime elezioni comunali
quale però non si ha la benché minima traccia. Solo
nel corso del 2016, di fatto,
i rinvii sono stati due: Il 13
aprile scorso c’è stato il
quarto rinvio (otto mesi),
mentre mercoledì è arrivata la cinquina, probabilmente quella vincente verso la prescrizione, con il
processo rinviato addirittura a settembre 2017. Un
caso esemplare di giustizia
al rallentatore. Alcune delle motivazioni della serie
interminabile di rinvii, in
effetti, rasentano l’incredibile. Basti pensare al
primo, al quale è stato
costretto il giudice monocratico, cui, con una
procedura
incredibilmente maldestra, era stato trasmesso il fascicolo.
I reati per i quali è stato
rinviato a giudizio Galardo, infatti, devono essere
giudicati da un collegio.
Fatto sta che il giudice
monocratico ha successivamente trasmesso il fascicolo al primo collegio
del Tribunale di Latina.
Quest’ultimo, però, come
un pallina di un flipper, lo
ha rinviato al secondo
collegio, che, nell’udienza del 17 settembre 2015,
ha rinviato a quella del 13
aprile, in cui c’è stato il
rinvio di altri otto mesi,
scaduto mercoledì scorso, e quindi, rinviato a
settembre
dell’anno
prossimo. Insomma, un
processo che non s’ha da
fare.