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Vigilanza, gli amici di Alfano nella giungla degli appalti siciliani ­ Linkiesta.it
Vigilanza, gli amici di Alfano nella giungla degli appalti siciliani
Al centro c’è la gara per la vigilanza della Ferrovia Circumetnea. La società uscente, con un documento sottoscritto dai sindacati, ha licenziato otto
guardie, che dovrebbero essere assorbite dalla Ksm di Rosario Barile, che vigilò anche sulla casa di Alfano. Ma i lavoratori sono ancora per strada
di Lidia Baratta
(Getty Images/Andreas Solaro)
14 Dicembre 2016 - 12:23
«Molti degli istituti di vigilanza in Sicilia sono gestiti in barba alle leggi e alle disposizioni contrattuali», scriveva qualche
mese fa una guardia giurata in una lettera di denuncia a Linkiesta. Ora succede che a Catania in uno dei tanti aggrovigliati
passaggi d’appalto della sicurezza, con offerte al massimo ribasso e passaggi di consegna, a restare schiacciati e senza
lavoro sono otto lavoratori fino a qualche mese fa responsabili della vigilanza della Ferrovia circumetnea, quella che
collega Catania con il comune di Riposto, girando attorno al perimetro dell’Etna.
Guardie giurate licenziate a ottobre dalla società uscente, con tanto di placet dei sindacati, da mesi sono in attesa della
“riassunzione” da parte di un colosso della vigilanza, che in Sicilia (e non solo) conoscono tutti: la Ksm di Rosario Basile e
figli, che ha vinto la gara, come sempre, “sotto costo”. La società palermitana, leader del settore, gestisce la sicurezza di
luoghi sensibili in tutta Italia, dalla Rai al ministero del Tesoro, dall’Eni alla Regione Lombardia. Ed è considerata vicina
all’ex ministro dell’Interno, da poco promosso agli Esteri, Angelino Alfano. Tant’è che, come ha documentato il
programma Rec di Rai Tre, il neoinquilino della Farnesina avrebbe usufruito della vigilanza della Ksm nel 2008, quando
sedeva al ministero della Giustizia del governo Berlusconi, nonostante avesse già la scorta d’ordinanza. Una doppia
scorta, insomma.
Ora per la Circumvesuviana di Catania, il colosso Ksm avrebbe dovuto applicare un passaggio automatico dei lavoratori
per cambio d’appalto, come prevede il contratto nazionale di categoria, e come è previsto anche nel bando che la società
si è aggiudicata. Ma così non è avvenuto. La società uscente, la Nuova Invincibile, ha licenziato otto lavoratori. E
dell’assunzione da parte di Ksm da quasi due mesi non si vede l’ombra. Tant’è che la ferrovia viene ancora gestita dalla
vecchia ditta. «Probabilmente», dicono tutti, «l’intenzione è di assumere qualche giovane a poco prezzo, senza assorbire i
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vecchi lavoratori, sfruttando gli incentivi fiscali previsti per le nuove assunzioni». Che al Sud, in base alla legge di stabilità
approvata al photo finish, anche per il 2017 saranno totali.
Una storia di provincia, che offre uno spaccato di come nel settore della vigilanza privata «si giochi sempre al ribasso, a
discapito dei lavoratori», spiegava la lettera arrivata a Linkiesta, mentre «i sindacati sono passivi... firmano e avallano
tutto». E a esser coinvolta questa volta è la Ksm, aziende leader del settore, non una piccola, con parecchi referenti in
politica, soprattutto a destra, da Forza Italia all’Udc. Tra cui il neo inquilino della Farnesina.
Dal bando della Ferrovia Circumetnea
Ma andiamo per ordine. La gestione dei servizi di vigilanza delle stazioni della Circumetnea da decenni era affidata alla
Nuova Invincibile, (responsabile per anni anche della sicurezza dell’università catanese), di proprietà di Domenico
Pietropaolo, 80 anni, che da tempo sta smantellando tutto lasciando il testimone al figlio Rosario, titolare di un’altra
società (New Guard). Secondo una consuetudine che in Sicilia vede il business della vigilanza tramandarsi di padre in
figlio, così come accade per l’impero Ksm.
Ad agosto 2015, quando dalla Ferrovia circumetnea, gestita dal ministero dei Trasporti, viene pubblicato il nuovo bando
per l’aggiudicazione dell’appalto della vigilanza (di 2,8 milioni) per i successivi 36 mesi, a vincere è la Ksm di Rosario
Basile. Patron, insieme ai figli, di un impero di dieci società della vigilanza, da 400 milioni di fatturato l’anno e 6mila
dipendenti. I Basile sono una delle famiglie più importanti di Palermo. Rosario, avvocato, è il capostipite. Mentre il figlio
Luciano, oltre a ricoprire varie cariche ai vertici delle società di famiglia, è anche vicepresidente di Confindustria
Palermo.
L’offerta che il gruppo Basile fa per la vigilanza della Circumetnea (in raggruppamento temporaneo con la Sicurtransport,
dentro il cui cda siede Luciano Basile, e presieduta da Stefano De Luca, ex Forza Italia oggi presidente del Partito liberale
italiano) è di 1,45 milioni, di gran lunga più bassa rispetto a quelle fatte da tutti gli altri: quasi un milione inferiore rispetto
alla società che aveva offerto di più, e di 500mila euro in meno rispetto alla ditta uscente. Su oltre 90mila ore di lavoro in
oggetto del bando, significa che la paga oraria è di poco meno di 16 euro l’ora per guardia, sotto la soglia media dei 17
euro l’ora indicati dal ministero del Lavoro. Una consuetudine per Ksm, che ha vinto anche gare per poco più di 14 euro
l’ora.
C’è da chiedersi se con con questi prezzi la società si possa permettere di riassorbire le vecchie guardie giurate della
ferrovia, con tanto di scatti di anzianità e stipendi più alti di un neoassunto. La Ksm, con il cambio d’appalto, dovrebbe
infatti procedere all’«assunzione con passaggio diretto e immediato» del personale che ha effettuato il maggior numero
di ore di lavoro nella ferrovia circumetnea. L’obbligo è specificato anche nel bando, secondo le indicazioni dell’Anac sul
rispetto della cosiddetta clausola sociale. Ed è proprio qui che la procedura si è bloccata. Su 12 guardie impiegate, dopo il
no di Ksm al passaggio automatico, gli otto lavoratori che avrebbero dovuto passare da una società all’altra il 26 ottobre
hanno ricevuto da parte della Nuova Invincibile un avviso di licenziamento individuale plurimo per cambio d’appalto, con
l’invito a presentarsi negli uffici della Ksm per l’assunzione. E tutto è messo nero su bianco in un documento del 18
ottobre – di cui Linkiesta è in possesso – firmato anche dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uil Tucs e Ugl
locali, le quali scrivono di aver preso atto che la Nuova Invincibile non ha lavoro «tale da permettere l’utilizzo di unità
aggiuntive che possono sopperire alla perdita subita», cioè la perdita d’appalto. Punto.
Ma dalla alfaniana Ksm, almeno finora, di assumere gli otto lavoratori rimasti fuori non ne vogliono sentir parlare. La
giustificazione è che nell’ultimo anno hanno effettuato licenziamenti collettivi e quindi non sono in grado di assorbire gli
otto lavoratori (clausola prevista nel contratto). Il fascicolo, con le posizioni delle parti, redatto presso l’ispettorato
territoriale del lavoro di Catania, da due mesi è nelle mani della Prefettura della città, che eroga le licenze per la vigilanza
e dovrebbe far rispettare anche le procedure. La prima convocazione delle parti risale al 9 novembre, e da lì in poi, con il
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referendum costituzionale di mezzo, è stato un susseguirsi di rinvii. Finora non è stato deciso nulla. L’ultima
convocazione arrivata ai lavoratori è per venerdì 16 dicembre. Intanto dal 26 ottobre le guardie licenziate, alcune anche
con 30 anni di lavoro alle spalle, aspettano. Benvenuti nella giungla della vigilanza.
Fino al 31 dicembre. Da 155 euro al mese. Tan fisso 3,49%,
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