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16 dicembre 2016 delle ore 18:04
Scossa a Milano: l'uomo di Expo, il Sindaco
Giuseppe Sala, indagato. E il primo cittadino
"prende tempo" e si dimette
Ai tempi di Expo quei pochi che hanno fiatato
sul fatto che da una parte all'altra potevano
esserci "rischi" sulla legalità degli appalti, sul
fatto che qualche lavoretto poco pulito potesse
essere stato fatto, che tutto il denaro speso
avesse qualche strano colore, sono stati messi
alla gogna. Per una volta però, purtroppo,
bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare,
ovvero la ragione a Salvini: "Che su Expo non
fosse tutto pulito lo avevano capito anche i
bambini". Eppure sia da Lega, che da Forza
Italia, l'invito in queste ore a Giuseppe Sala è
di non fare strane mosse, e di tornare al suo
posto, "se ha la coscienza pulita". Reazione
decisamente pacata, quasi da sospensione del
giudizio. Come se sull'affaire Expo Sala non
fosse che la punta di un'iceberg immenso da
insabbiare. I reati che sono contestati al primo
cittadino? "Falsità materiale commessa dal
pubblico ufficiale in atti pubblici" e "Falsità
ideologica commessa dal pubblico ufficiale in
atti pubblici"; Sala è iscritto nel registro degli
indagati insieme all'imprenditore Paolo
Pizzarrotti, e in ballo c'è la "sostituzione" di due
componenti della commissione giudicatrice
della gara per l'appalto della "Piastra dei
servizi", e una serie di circostanze non
rispondenti alla realtà, con documenti
retrodatati per evitare ulteriori ritardi. Reati di
bontà per la buona riuscita dell'evento, verrebbe
da dire, arrivato al 1 maggio 2015 con un'acqua
alla gola che metà bastava. Ora i poteri del
Comune passano ad Anna Scavuzzo, la sua vice.
"Mi serve tempo per capire. La mia assenza è
motivata dalla personale necessità di conoscere
innanzitutto le vicende e i fatti contestati,
pertanto fino al momento in cui mi sarà chiarito
il quadro accusatorio, ritengo di non poter
esercitare i miei compiti istituzionali".
Assunzione di responsabilità, e non solo
probabilmente.
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