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15 dicembre 2016 delle ore 11:03
Fino al 29.I.2017
Nathan Sawaya, The art of brick
Fabbrica del Vapore, Milano
Usare materiali non artistici non è cosa nuova
nel mondo dell’arte. Dallo scandalo per
l’utilizzo dei sacchi di iuta di Alberto Burri agli
stracci di Michelangelo Pistoletto, dalle
sculture di ferro di Giò Pomodoro "che
potevano essere lucidate con il Sidol” ai rottami
automobilistici delle compressioni di César, gli
artisti hanno fatto delle caratteristiche
estrinseche dei materiali il significato delle loro
opere. E allora cosa si nasconde dietro il
fenomeno dell’artista dei mattoncini? Quando
pensiamo ai LEGO pensiamo al gioco, al
divertimento, senza pensare al processo che
l’utilizzo di questi mezzi mette in atto: la
trasformazione. La caratteristica dei mattoncini
LEGO è, infatti, quella di essere progettati per
essere assemblati, separati, smontati e
riutilizzati all’infinito. Con i mattoncini LEGO
si può costruire praticamente tutto per poi
disfarlo e ricominciare da capo. Il cambiamento
è protagonista non solo delle opere di Nathan
Sawaya esposte alla mostra "The Art Of The
Brick” ospitata alla Fabbrica del Vapore a
Milano, da anni ormai divenuta una mostra
itinerante, ma anche della sua vita. Le sue opere
raccontano spesso un evento chiave della sua
vita: Nathan decide di abbandonare il suo
vecchio lavoro da noto avvocato scegliendo la
difficile strada dell’artista. Un cambiamento
decisivo. Il potenziale di trasformazione dei
LEGO diventa metafora della condizione
umana in Disintegration, un’opera che
sintetizza l’idea di transizione in continua
metamorfosi dell’essere umano. Altra caratteristica
dei mattoncini LEGO è quella di permettere ai
nostri pensieri di assumere qualsiasi forma. Per
questo la celebre opera Yellow voluta da Lady
Gaga in un suo popolare video, è divenuta
l’icona dell’artista: un uomo che apre il suo
petto dal quale fuoriescono centinaia di
mattoncini gialli; metafora del cambiamento
della propria pelle per far uscire il vero Io in
una stato che deve trovare forma.
omini di mattoncini LEGO a grandezza naturale
abbracciano un albero. Con i mattoncini LEGO
si può anche reinterpretare, ridare nuova vita a
opere del passato che hanno segnato la storia
dell’arte. E così rende tridimensionale Il Bacio
di Klimt, L’Urlo di Munch, I Coniugi Arnolfini
di Van Eyck, studia come rendere la pastosità
del colore di Van Gogh creando dei piani
sovrapposti, come creare i riflessi perlacei
dell’orecchino della ragazza di Veermer. Ma
Nathan mette soprattutto in pratica quell’osmosi
estetica che rappresenta il file rouge dell’arte
contemporanea: il contatto con il pubblico. Il
pubblico non solo si ritrova ad interagire con le
opere esposte andando per esempio alla ricerca
delle sue sculture inserite nelle fotografie di
Dean West, ma invita lo spettatore a sedersi
accanto a Blue Guy Sitting di fianco alla quale
c’è una poltrona vuota che serve a far vivere la
scultura. In che modo sarete voi a deciderlo.
Sara Marvelli mostra visitata il 26 ottobre 2016
Dal 19 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017 The
Art of The Brick Fabbrica del Vapore, via Giulio
Procaccini n.4, Milano Orari: Da lunedì a
mercoledì e venerdì 10.00 – 20.00 Giovedì e
sabato 10.00 – 23.00 Domenica 10.00 – 21.00
Info: http://artofthebrick.it/
La sua arte è fantasia, favola, gioco, manualità,
scherzo, paradosso. Anche riflessione: sugli
oggetti che circondano la nostra vita quotidiana,
sulle nostre emozioni, sulle nostre paure. Paura
di perdere le proprie mani come in Hands, o di
oltrepassare un muro dietro il quale si nasconde
una sorprendente verità come in Gray. Pretesto
per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle
problematiche legate all’ambiente come in
Hugman, nella cui versione originale degli
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