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P R I M O P I A N O
I N T E R V I S T A
Cercando
il sostegno di tutti
© Gabriele Sandrini
Insieme per l’Africa
Francesca Catelli dirige attualmente
la funzione centrale Corporate Communication:
il team di lavoro di cui è a capo è responsabile
dell’immagine e della comunicazione interna
ed esterna di Artsana Group, presidia
le media relations per tutti i brand
del gruppo e i progetti di responsabilità sociale.
In questo contesto lavora da anni con successo
alla campagna “Chicchi di felicità per bimbi speciali”,
diventata ormai case history a livello internazionale
dei valori del gruppo. La campagna è nata dal progetto
“Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie”
avviato nel 2003 a fianco dell’associazione
Aibi - Amici dei bambini. Fa parte, inoltre,
del Consiglio di amministrazione del gruppo.
Giovanna Ambrosoli si è laureata
in Economia aziendale all’università Bocconi di Milano.
Dopo un’esperienza in Montedison e molti anni
nell’azienda di famiglia, la decisione di mettere
la propria professionalità a servizio del sociale.
Dopo due anni nel fondo di venture capital sociale
Oltre Venture come responsabile comunicazione
e fund raising, dal 2009 si occupa in qualità
di vicepresidente della Fondazione che porta avanti
l’opera dello zio, padre Giuseppe Ambrosoli.
Da sinistra Francesca Catelli e Giovanna Ambrosoli
P R I M O P I A N O
C
hi era Giuseppe Ambrosoli?
Un medico, un missionario
comboniano, un uomo che ha
trascorso trent’anni della sua vita nel
nord Uganda, a Kalongo. Giuntovi nel
1956, trasforma il piccolo dispensario
medico che gli è stato affidato in un
ospedale con tutti i crismi. Non solo, fonda, sul finire degli anni Cinquanta, una
scuola di ostetricia che sappia formare
un personale sanitario davvero all’altezza delle emergenze locali. Ambrosoli
profonde tutte le energie in questo angolo sfortunato del mondo, fino al 1987,
anno della sua morte, mentre l’Uganda
è in piena guerra civile. Nel 1998, per
sostenere le due strutture, è nata la Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, che oggi lancia il progetto Aiuta con
Pic, ideato e promosso da un marchio di
Artsana assai conosciuto in farmacia,
Pic Solution. Ne parliamo con Francesca Catelli, vice presidente Communication&Corporate Image di Artsana Group,
e Giovanna Ambrosoli, vice presidente
della Fondazione.
Come nasce il progetto?
Catelli: Nasce da un incontro fortunato
presso il Pic Store di Grandate. Avevo
sentito molto parlare della straordinaria
opera della Fondazione Ambrosoli e ho
deciso di invitare Giovanna per saperne
di più e condividere progetti, idee, proposte. Da questo incontro sono emersi soprattutto i valori comuni che ispirano l’operato e le azioni di due realtà che nascono sul territorio e che al territorio desiderano dare valore: la fede in un futuro
migliore, la capacità di trovare soluzioni
ai bisogni delle persone. Il progetto Aiuta
con Pic nasce, infatti, da un sogno: quello di ideare un’iniziativa di responsabilità
sociale in grado di creare una rete di aiuto a sostegno delle popolazioni più disagiate, un luogo virtuale a cui tutti possano
facilmente accedere, che possa dare
spazio ai bisogni delle popolazioni e delle
realtà più remote e che permetta a tutti di
contribuire al raggiungimento di obiettivi
reali e significativi. Il lavoro sinergico di
mesi tra i nostri team ha portato alla nascita di www.aiutaconpic.com, di cui siamo molto orgogliosi.
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Pic Solution e Fondazione Ambrosoli unite
per sostenere il centro medico di Kalongo,
nel nord Uganda, attraverso una piattaforma on line.
A colloquio con le artefici del progetto Aiuta con Pic:
Francesca Catelli e Giovanna Ambrosoli
DI GIUSEPPE TANDOI
Una veduta dall’alto di Kalongo
Un ricordo della figura di padre Giuseppe Ambrosoli.
Ambrosoli: “Carità, sobrietà e umiltà”
sono le parole che meglio descrivono
mio zio, padre Giuseppe. I miei più cari
ricordi di lui risalgono a quando prima
bambina e poi adolescente lo incontravo
di ritorno dall’Africa per le sue “vacanze”. Ogni quattro anni i missionari han-
no diritto a ritornare a casa per riposarsi
dalla fatica immane di vivere ogni giorno
la loro missione in una terra così lontana
e difficile. Erano rare le volte, però, che
riuscivamo a vederlo, perché anche “in
vacanza” si prodigava con infaticabile
energia per aggiornarsi nelle sale operatorie degli ospedali o in giro per l’Italia, alla ricerca di aiuti e fondi da nuovi
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benefattori. Faceva tutto questo silenziosamente, con grande umiltà e leggerezza, schernendosi ogni volta che
gli si facevano notare le sue fatiche,
perché rifiutava qualsiasi attenzione su
di sé, e scusandosi perché non voleva
disturbare nessuno, lasciando trasparire anche in questi tratti la straordinarietà della sua figura.
Che cosa significa per Francesca Catelli responsabilità sociale di impresa?
Catelli: La forza del Gruppo Artsana e di
un brand come Pic Solution risiede anche nella capacità di creare “valore comune”: occorre chiedersi cosa è veramente significativo per il proprio mondo
di riferimento e tradurlo in un’azione
concreta. Sono queste le premesse dalle quali è stato ideato il progetto. La responsabilità sociale, infatti, diventa significativa solo se «condivisa»: occorre
coinvolgere stakeholder e opinione
pubblica e farli sentire parte integrante
dello scopo sociale. La piattaforma è
stata pensata e sviluppata proprio per
dare a tutti l’opportunità di contribuire
in maniera semplice al raggiungimento
di obiettivi reali, riguardanti l’attività
quotidiana dell’ospedale, che ogni giorno affronta emergenze e manifesta bisogni diversi.
Il Memorial Hospital:
un’attività senza sosta
Il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo è dotato
di sette reparti - maternità, pediatria, malnutrizione,
medicina generale, chirurgia, Tbc, Aids - di un poliambulatorio
per pazienti esterni e di due sale operatorie.
Direttore generale del Memorial Hospital, dal gennaio scorso,
è Stefano Santini, medico fiorentino impegnato da più di vent’anni
in Africa come coordinatore di progetti sanitari, particolarmente in Angola
e Uganda. «L’ospedale», spiega Santini, «effettua 12.000 ricoveri l’anno
e 20.000 visite ambulatoriali. Curiamo 2.000 pazienti con Hiv, che spesso
abitano in villaggi difficili da raggiungere, a causa delle distanze
e della cattive condizioni delle strade. Nell’area geografica in cui operiamo,
però, stanno cambiando anche le emergenze sanitarie. Diminuiscono
i casi di malaria e si diffondono invece diabete e ipertensione».
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Come funziona la piattaforma on line?
Ambrosoli: La piattaforma è stata sviluppata per essere semplice ed intuitiva.
Nell’homepage vengono riportati in maniera chiara e diretta i maggiori bisogni
dell’ospedale: il sostegno ai ricoveri, alle
vaccinazioni per l’infanzia, al programma di gravidanza sicura e alle visite ambulatoriali, oltre a l’acquisto di un frigorifero da laboratorio (che rappresenta il
bisogno emergente del momento). Donare è semplice, basta cliccare su “Dona ora”, il bottone rosso presente accanto a ogni bisogno. Oltre ai bisogni essenziali e continuativi, il sito segnalerà
anche eventuali emergenze che potranno riguardare spese o acquisti imprevisti, ma anche richieste di aiuto in termini di competenze o di particolari professionalità, anche questi importanti per
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un’organizzazione complessa come
quella di un ospedale situato in mezzo
alla savana ugandese. Tramite www.aiutaconpic.com è, infatti, possibile segnalare la propria disponibilità di tempo e
competenze. Aiuta con Pic ha anche
una propria pagina Facebook, una community on line, attraverso la quale è possibile seguire, commentare e condividere le iniziative, le informazioni e gli obiettivi raggiunti dal progetto. Grazie a una
donazione di Pic Solution, attraverso la
piattaforma è già stato garantito il ricovero a 500 pazienti.
Quali sono le diverse modalità per contribuire al progetto?
Catelli: Per dare il proprio contributo online bastano pochi semplici gesti: visitare la piattaforma www.aiutaconpic.com
per scoprire come donare, diventare fan
della pagina Facebook Aiuta con Pic, e
condividere la pagina e la piattaforma
con i propri contatti e la propria rete di
amici. Inoltre l’impegno di Pic Solution a
favore del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital passa anche attraverso la farmacia, permettendo così alle persone meno
web oriented di prendere parte in prima
persona all’iniziativa. Dal 1° novembre al
31 gennaio, infatti, a ogni acquisto di
una qualsiasi confezione di cerotti Pic
Solution, l’azienda donerà una siringa al
Memorial Hospital. Una siringa in Uganda significa molto: vaccinazioni per
bambini e adulti, prelievi di sangue, trattamenti endovena e intramuscolo, anestesia per le operazioni e molto altro ancora. L’obiettivo di Pic Solution è ambizioso ma contiamo di raggiungerlo con
la collaborazione di tutti. Speriamo di arrivare a fornire 100.000 siringhe e coprire, così, una parte importante del fabbisogno dell’ospedale.
Si può definire in termini numerici la partecipazione delle farmacie all’iniziativa
Aiuta con Pic? Che ruolo possono avere i
farmacisti in progetti come questi?
Catelli: L’iniziativa si pone l’obiettivo di
raggiungere circa 3.000 farmacie in
tutto il territorio Italiano. I farmacisti riceveranno un vero e proprio kit di materiali a supporto: dall’espositore da
banco (contenente i cerotti Pic Solu-
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tion) ai leaflet informativi sul progetto e
sull’iniziativa in farmacia, fino al pendolino e alla locandina. In questo modo i
consumatori saranno informati e potranno contribuire all’iniziativa con facilità. Il farmacista gioca un ruolo fondamentale nel dare spazio e visibilità al
progetto attraverso il materiale sul punto vendita e attraverso una comunicazione chiara ai propri utenti, affinché il
maggior numero di persone partecipi e
sia invogliata a diventare parte della nostra rete di solidarietà.
Il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e la
sua Scuola di ostetricia cosa significano in Uganda?
Ambrosoli: Le due strutture offrono una
risposta concreta ai problemi sanitari
del distretto di Agago, nel nord dell’Uganda, una vasta area geografica, dilaniata da vent’anni di guerra civile. Il Dr.
Ambrosoli Memorial Hospital, fondato
nel 1957, è dotato oggi di 300 posti letto. Più di 40.000 persone - di cui il 70
per cento sono donne e bambini minori di 5 anni - beneficiano ogni anno dei
suoi servizi di cura e assistenza. Sette
reparti garantiscono assistenza sanitaria qualificata a una popolazione di più
di 600.000 persone. La scuola di Ostetricia St. Mary’s Midwifery School viene
inaugurata due anni dopo l’ospedale
per fornire una risposta concreta alla
piaga della mortalità materna in Africa.
La scuola è considerata una struttura di
eccellenza nella formazione specialistica e dalla sua nascita a oggi ha qualificato oggi oltre 1.200 ostetriche.
Tramite il sito internet vi rivolgete a
eventuali volontari disponibili a prestare servizio in Africa, come operatori sanitari, ma anche a chi in Italia volesse
supportare le vostre iniziative di solidarietà. In questo secondo caso cosa potrebbe fare un cittadino per dare il suo
apporto?
Ambrosoli: I volontari hanno rappresentato e rappresentano un tassello
fondamentale dello sviluppo e della
crescita della Fondazione Ambrosoli e
dell’ospedale. Come volontario è possibile offrire un contributo importante e
concreto nella realizzazione di iniziative
speciali in Italia, raccogliendo fondi e
sensibilizzando l’opinione pubblica,
aiutando la Fondazione a organizzare
eventi oppure dando supporto al lavoro
di carattere amministrativo.