Più crescita, ma pesa l`instabilità

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Transcript Più crescita, ma pesa l`instabilità

Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
12
Le previsioni del CsC
Le incognite
Paolazzi: l’incertezza politica rappresenta
un significativo rischio al ribasso
IL RAPPORTO
«Più crescita, ma pesa l’instabilità»
CsC alza le stime del Pil: +0,9% nel 2016 - In cinque anni 905mila nuovi posti
Nicoletta Picchio
ROMA
p Un ritocco al rialzo, sia per
quest’anno che per il prossimo:
nel 2016 il Pil italiano salirà dello
0,9% e nel 2017 dello 0,8 per cento.
Alcuni decimali in più rispetto alle previsioni di settembre, che
erano rispettivamente +0,7 e + 0,5.
Una crescita che continuerà anche nel 2018, arrivando all’1%
(considerando non praticabile
l’aumento delle imposte indirette). «L’economia torna ad avanzare, lentamente e a corrente alternata», è scritto nel rapporto
del Centro studi di Confindustria, presentato ieri.
Come ha spiegato il direttore
del Csc, Luca Paolazzi, siamo ad
uno «snodo cruciale» della lunga
crisi e si potrebbe verificare «una
svolta positiva». Giocano in positivo alcuni fattori internazionali,
tra cui la ripresa Usa, una maggior fiducia dei mercati finanziari, l’allontanarsi della «pericolosa soglia zero» dell’inflazione, un
andamento più solido del commercio internazionale, l’era dei
tassi ai minimi storici. In particolare per l’Italia c’è stato un migliore andamento dell’economia nel
2016, superiore alle attese per
quanto riguarda la seconda metà
dell’anno, e si attendono gli effetti
della legge di bilancio, «che prevede il ricorso a un po’ più di flessibilità nel rapporto deficit-Pil e
un forte effetto leva sugli investimenti in macchinari, grazie agli
stimoli fiscali». Pesa in negativo
l’aumento del prezzo del petrolio
«che sottrae potere d’acquisto ai
consumatori ed erode i già bassi
margini delle imprese».
Ma c’è un’incognita: «L’incer-
tezza politica rappresenta un significativo rischio al ribasso», avverte il Centro studi di Confindustria. Le previsioni, ha spiegato
Paolazzi, non tengono conto delle potenziali conseguenze della
crisi di governo. «Se non si dovesse sviluppare in modo ordinato
potrà peggiorare le aspettative di
famiglie e imprese, oltre che dei
mercati finanziari e incidere sulla
già fragile risalita della domanda
interna e delle attività produttive. L’eventuale instabilità politica depotenzierebbe gli stessi incentivi agli investimenti».
GLI OBIETTIVI
Per far sì che l’Italia cresca
a ritmi più elevati bisogna
tenere alta la tensione sulla
questione industriale specie
a favore degli investimenti
Invece, bisognerebbe «marciare a velocità più che doppia
per chiudere il divario» con gli altri paesi, che nel frattempo sono
andati avanti. E quindi per far sì
che l’Italia cresca a ritmi più elevati bisogna «tenere alta la tensione sulla questione industriale», specie a favore degli investimenti, evitare che «finisca su un
binario morto» il piano Industria
4.0, così come sono determinanti
politiche attive per il lavoro e l’internazionalizzazione. «Un eventuale traccheggiamento non inciderebbe solo sul prossimo biennio, ma avrebbe conseguenze anche per gli anni venire». La
crescita resterebbe troppo bassa.
Anche se il paese è abituato ai
cambi di governo, sottolinea
il Centro studi, il contesto attuale
è di un «arretramento del benessere e di sfilacciamento sociale e
politico che non ha precedenti
nel dopoguerra».
È vero che dal mondo del lavoro arrivano segnali positivi:
alla fine del prossimo biennio
l’occupazione avrà recuperato
905mila unità rispetto ai minimi
di fine 2013(il tasso di disoccupazione sarà al 9,6% a fine 2018 dal
picco di 12,8% di inizio 2014), ma
sarà ancora di 1,1 milioni di unità
inferiore rispetto al massimo di
inizio 2008.
I poveri assoluti, quantifica il
Csc, sono 4,6 milioni, con un incremento del 157% rispetto al
2007, in gran parte tra giovani e al
Sud. Bisogna affrontare i «gravi
problemi e ostacoli» che frenano
la crescita: il credito, elevata tassazione, competitività di costo
erosa, lentezza della giustizia,
tempi lunghi della Pa, troppe norme e di difficile applicazione e interpretazione, l’alta disoccupazione, soprattutto giovanile.
Il Jobs act, ha sottolineato il
rapporto del Csc, e gli incentivi
hanno portato ad un «miglioramento qualitativo» dell’occupazione, quasi il 75% dei 478mila
posti dipendenti creati da fine
2014 a oggi sono a tempo indeterminato. Altro elemento messo in evidenza, il problema della
produttività italiana: nel 2017
tornerà positiva, +0,3, ma aumenterà anche il costo del lavoro, +1,0. Di conseguenza il costo
del lavoro per unità di prodotto
il prossimo anno aumenterà dello 0,7%, come nel 2016.
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Le nuove previsioni del Csc per l’Italia
Variazioni percentuali
2015
2016
2017
2018
Prodotto interno lordo
0,7
0,9
0,8
1,0
Consumi delle famiglie residenti
1,5
1,4
1,0
0,8
Investimenti fissi lordi
1,3
2,0
2,1
2,4
2,9
2,7
2,8
2,9
-0,4
1,3
1,5
1,8
Esportazioni di beni e servizi
4,3
1,4
2,4
2,7
Importazioni di beni e servizi
6,0
1,9
3,0
3,1
Saldo commerciale *
3,2
3,6
3,4
3,3
Occupazione totale (Ula)
0,8
1,1
0,6
0,7
Tasso di disoccupazione **
11,9
11,4
11,0
10,5
Prezzi al consumo
0,1
-0,2
0,7
1,4
Retribuzioni totale economia ***
0,5
0,7
1,0
1,1
di cui: macchinari e mezzi
di trasporto
di cui: in costruzioni
Nota: (*) Fob-fob, valori in % del Pil; (**) valori %; (***) per Ula: Unità di lavoro
equivalenti a tempo pieno Fonte: elaborazioni e stime Csc su dati Istat e Banca d’Italia
Occupazione e costo del lavoro
+905
mila
I posti entro il 2018
Unità di lavoro tempo pieno dal
IV trimestre 2013 (+3,9%)
+0,7%
Il Clup nel 2017
L’aumento stimato dal Csc nel
totale dell'economia italiana
Il nodo produttività
Nel 2017 tornerà positiva (+0,3%) ma anche
il costo del lavoro aumenterà di un punto
L’ANALISI
Rossella
Bocciarelli
Risposte di policy
per contrastare
l’aumento
del disagio sociale
u Continua da pagina 1
I
verso l’alto) è quello del
top 1 per cento, dell’élite
dei proprietari del capitale
e di quanti occupano
posizioni importanti nel
settore finanziario, che
ottengono vantaggi dalla
globalizzazione.
Certamente, soprattutto
per spiegare ciò che è
accaduto negli Stati Uniti, è
quindi assai utile quel
grafico che mette in
evidenza come il terzo
gruppo abbia avuto la
peggio. In pratica, il forte
n un lavoro per la
World Bank l’esperto
L’ESIGENZA
mette infatti sulle
ascisse la popolazione
Garantire «clausole
mondiale in ordine
di salvaguardia» alle fasce
crescente di reddito e sulle
sociali che rischiano
ordinate misura il
di uscire sconfitte
progresso o declino di
dalla globalizzazione
reddito tra il 1988 e il 2008.
Se ne ricavano i destini di
quattro gruppi: il primo
L’EUROZONA
gruppo (la parte finale
della coda dell’elefante) è
L’incertezza politica e
quello degli esclusi e dei
delle politiche riguarda
più poveri che non
da vicino anche i paesi di
riescono a partecipare dei
Eurolandia per cui il 2017
benefici del mercato, il
secondo (il dorso) è quello è un anno elettorale
delle classi medie
emergenti dei paesi poveri
ed emergenti, che traggono incremento di reddito
ottenuto dalla Cina grazie
beneficio dalla crescita e
alla globalizzazione ha
dalle opportunità della
finito con il favorire
globalizzazione, facendo
l’ascesa di Donald Trump.
concorrenza con salari più
Ma anche in Italia i segni di
bassi ai lavoratori non
disagio sociale esistono e
specializzati o poco
occorre tenerne conto,
specializzati dei paesi
come ha giustamente
ricchi. Nel terzo gruppo di
reddito (la parte bassa della sottolineato nel suo
discorso d’insediamento il
proboscide) compaiono
presidente del Consiglio
infatti questi ultimi e la
Paolo Gentiloni e come
vecchia classe media dei
ricorda il rapporto Csc (i 4
paesi avanzati, che
milioni e seicentomila
progressivamente
poveri, in maggioranza
s’impoverisce. Il quarto
giovani e abitanti del Sud,
gruppo (la parte finale
che sono aumentati del
della proboscide rivolta
157% rispetto al 2007). E se
ha davvero poco senso
economico rispondere con
il protezionismo alle
esigenze di chi si trova in
difficoltà, sembrano
tuttavia urgenti e
necessarie risposte
politiche adeguate. Magari,
come dice l’economista
Dani Rodrik, garantendo
“clausole di salvaguardia”
ai perdenti del processo.
L’incertezza politica e
delle politiche, del resto,
riguarda da vicino anche i
paesi di Eurolandia, per
molti dei quali il 2017 è un
anno elettorale. E
nell’eurozona, come
rimarca l’economista
Giancarlo Corsetti, non
siamo ancora capaci di
generare una stance di
politica economica molto
forte. Secondo il presidente
dell’Ufficio parlamentare
di bilancio Giuseppe
Pisauro, tuttavia, la recente
posizione a favore di una
fiscal policy espansiva
espressa dalla
Commissione europea, se
anche in questo momento
appare di scarsa efficacia
(difficilmente l’indicazione
a spendere per fare più
investimenti pubblici verrà
legittimata dall’elettorato
tedesco e olandese) va
vista però come una
posizione importante e
coraggiosa. In essa, infatti,
si afferma con chiarezza
che, così com’è ora,
l’applicazione dei
programmi nazionali di
politica di bilancio ha
un’intonazione tutt’al più
neutrale rispetto
all’economia. Troppo poco,
se al futuro dell’Europa si
crede davvero.
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Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
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Le previsioni del CsC
L’AGENDA PER LA CRESCITA
La produttività
«È una questione di sostanza, è una sfida
per il Paese: più produttività e più salari»
La crescita
I dati del Centro studi sono la prova
della capacità di reazione delle imprese
Boccia: priorità all’economia reale
«È una situazione delicata, di transizione, serve un piano organico per l’economia»
Nicoletta Picchio
ROMA
pHa appena ascoltato i dati del
Centro studi che indicano una
crescita del Pil maggiore rispetto
alle previsioni. «È la prova della
capacità di reazione delle imprese, siamo passati dal resistere al
reagire». Ma bisogna andare
avanti per aumentare la crescita,
che per Vincenzo Boccia «non è
un fine, ma la precondizione per
combattere disuguaglianze e povertà, in una società che include».
La situazione, però «è delicata,
di transizione», la definisce il presidente di Confindustria. Occorre, per rilanciare il paese un’agenda di medio termine, un «intervento organico di politica economica, ponendo all’attenzione del
paese la questione industriale».
Ma c’è la consapevolezza che
esistono una serie di domande:
«Quanto durerà questo governo? Riusciremo ancora ad avere
l’afflato di una stagione di riforme economiche nell’interesse
del paese?», si è chiesto Boccia,
FOCUS. SURLPUS DA 1,1 MLD
Cresce
l’export
di tecnologia
italiana
C
omplice l’accelerazione della domanda globale sostenuta dagli
Usa (che beneficeranno degli
stimoli annunciati da Donal
Trump) e dai paesi emergenti
(aiutati dalla ripresa dei prezzi delle materie prime) lo scenario CsC prevede un aumento delle esportazioni di beni e
servizi nel prossimo biennio.
Il trend sarebbe favorito anche dal venire meno del freno
del cambio (-0,1% in termini
effettivi nominali nel 2017). La
crescita dell’export sarebbe
maggiore della domanda potenziale: + 2,4% nel 2017 e +
2,7% nel 2018, dopo l’incremento dell’1,4% di quest’anno.
Alle dinamiche delle esportazioni nazionali gli Scenari
economici presentati ieri in
Confindustria dedicano un
focus sulla bilancia tecnologica che nel 2015 ha registrato un
attivo per il quarto anno consecutivo. Il saldo è migliorato
sensibilmente, passando da
un deficit di 3,2 miliardi di euro nel 2009 (-0,2% del Pil) a un
surplus di 1,1 miliardi nel 2015
(+0,1% del Pil).
La bilancia tecnologica - si
legge nel documento del
CsC - è composta dagli scambi di servizi tecnologici che
misurano la capacità di un
paese di competere sui mercati delle nuove tecnologie,
vendendo all’estero e acquistando dal resto del mondo
brevetti, marchi, servizi in
R&S, di informatica, architettura e ingegneria e altri
servizi tecnici, mentre non è
compresa la tecnologia incorporata nei prodotti.
Il conseguimento del surplus nella bilancia tecnologica italiana è dovuto proprio all’espansione del made in Italy
sui mercati esteri: «Le vendite
sono aumentate da 6,4 miliardi di euro nel 2009 a quasi il
doppio (11,9 miliardi di euro)
nel 2015, con un tasso di crescita medio annuo dell’11,0%,
mentre gli acquisti sono passati da 9,6 a 10,8 miliardi di euro, con un incremento molto
più contenuto (+2,0% medio
annuo)». Secondo gli analisti
del Csc la robusta crescita delle esportazioni italiane di servizi tecnologici ha una duplice valenza positiva: «Comporta un miglioramento dei
conti con l’estero e, soprattutto, segnala una maggiore
competitività in attività ad alto contenuto di innovazione e
valore aggiunto».
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concludendo ieri la presentazione del rapporto di previsione
del Centro studi.
«Servono politiche di bilancio che abbiano una visione di
medio termine e non è facile con
un governo che dice di andare
avanti finché avrà la fiducia», ha
EVITARE L’ANSIETÀ
«La politica deve riprendere
il suo primato». L’ipotesi
del referendum sul Jobs act
crea incertezza
e rallenta le assunzioni
detto il presidente di Confindustria. Ed ha lanciato un richiamo
ai partiti «di non parlare solo di
legge elettorale» ma di fare in
modo che «nel dibattito entri anche l’economia reale. È uno sforzo che bisogna fare, in questa
pseudo campagna elettorale che
si avvia, per evitare che il mancato dibattito sui nodi di sviluppo
del paese possa generare ansie
che altri cavalcano».
Un aspetto su cui ieri Boccia ha
insistito: «L’ansietà è uno dei
grandi mali dell’economia». I
consumatori non consumano, gli
investitori non investono. Invece, per crescere occorre la certezza del futuro. Per questo «dobbiamo chiedere alla politica di recuperare il suo primato, in un’idea
di collaborazione per la competitività. Abbiamo interesse che ci
sia il successo della politica perché è il successo del nostro paese.
I destini delle imprese sono legati
a quello del paese», ha continuato
il presidente di Confindustria.
Che, in tema di incertezza, si è
soffermato come esempio sul referendum sulla riforma del mercato del lavoro: «Abbiamo fatto il
Jobs act, ora c’è il referendum.
Che succede? Attendo e non assumo. Questo è un capolavoro
italiano di ansietà e di incertezza
totale. Motivo per cui i nostri imprenditori sono i più bravi al
mondo: vivono in condizione di
IMAGOECONOMICA
Leader degli industriali. Vincenzo Boccia
OBIETTIVO CRESCITA
Agenda di medio termine
 Per rilanciare il paese, ha
sottolineatoieriilpresidentedi
ConfindustriaVincenzoBoccia,
occorreun’agendadimediotermine,
un«interventoorganicodipolitica
economica,ponendoall’attenzione
delPaeselaquestioneindustriale»
Focus sull’economia reale
 Boccia ha lanciato un richiamo ai
partiti «di non parlare solo di legge
elettorale» ma di fare in modo che
«nel dibattito entri anche
l’economia reale». Per crescere ha
aggiunto il leader degli industriali ,
occorre la certezza del futuro
perenne incertezza».
Il rapporto del Centro studi, ha
osservato Boccia, ha messo in
evidenza criticità e opportunità.
C’è un’inversione di rotta, «ma
abbiamo ancora tanto da fare davanti a noi». Occorre realizzare
quel circolo virtuoso dell’economia che comporta più investimenti, più occupazione, più produttività, più salari. Arrivando alla domanda partendo da una politica dell’offerta. «Prima bisogna
definire cosa si vuole realizzare
nell’economia reale, poi vanno
individuati gli strumenti, le risorse e infine si interviene sui saldi di
bilancio», ha sottolineato il presidente di Confindustria.
La produttività, ha aggiunto,
non è una questione di moda,
«ma di sostanza, è una sfida per il
paese». E Boccia ha rilanciato il
patto per la fabbrica, che si è avviato la scorsa settimana, nell’incontro con Cgil, Cisl e Uil, con le
parti sociali impegnate in una
strategia di crescita del paese.
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Nannicini. «Impatto differito dalle misure varate»
«Il taglio del cuneo
nel cronoprogramma,
deciderà il governo»
Davide Colombo
ROMA
pComporre una politica eco-
nomica orientata alla crescita tenendo conto degli stretti vincoli
di bilancio ha rappresentato il
«cambio di paradigma» del Governo Renzi dopo un ventennio
di «navigazione a vista». E le varie misure adottate, come i pezzi
di un puzzle, hanno composto un
quadro che «nei prossimi anni
dovrebbe dispiegare i suoi effetti
sul Pil potenziale». Tommaso
Nannicini, da due giorni non più
nella veste di sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, carica
con cui ha guidato per quasi dieci
mesi la policy unit di palazzo
Chigi, ha proposto ieri un primo
bilancio delle «cose fatte» lasciando qualche indicazione su
quel che resta ora da realizzare:
«Va completato - ha esemplificato - il taglio strutturale del cuneo contributivo, questo è il primo lascito al nuovo governo».
Ospite come discussant alla
presentazione degli Scenari
economici del Centro studi di
Confindustria, Nannicini ha
proposto qualcosa di più di una
difesa d’ufficio dell’azione di
Governo messa in campo nei
mille giorni di Renzi. Rispondendo alle sollecitazioni del presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro,
che è tornato a stigmatizzare i limiti di una programmazione di
bilancio vincolata dalle clausole
di salvaguardia sull’Iva, l’economista bocconiano ha spiegato la
logica del policy mix adottato,
fatto di riforme strutturali con
effetti a lungo termine accompagnati da stimoli congiunturali.
«La visione c’è e c’è anche un
cronoprogramma con i tempi di
attuazione e valutazione d’impatto delle diverse misure - ha
spiegato - e come sappiamo calcolare gli effetti di una politica
economica sulla crescita, differiti negli anni, è più difficile di un
stima sul Pil». Due gli esempi
proposti: il Jobs act, con le nuove
regole strutturali sui contratti e
la decontribuzione a tempo per
incentivare le nuove assunzioni
e il taglio dell’Ires. «Per usare
una metafora- ha detto Nannicini - il taglio dell’Ires è la legna per
il fuoco mentre la diavolina sono
i superammortamenti che nel
breve dovrebbero innescare
nuovi investimenti».
Non sono mancate le autocritiche: «Alcune delle misure
adottate nei primi mesi del governo non hanno intercettato le
aspettative legate al ciclo internazionale» ha affermato Nanni-
cini. Spiegando il difficile equilibrio sui cui deve muoversi
«l’imprenditore politico» che
poi propone le sue misure: «È
facile usare strumenti con costi
fiscali concentrati e dirette a interessi a loro volta concentrati
ed è più difficile sostenere misure che hanno costi diffusi e producono benefici diffusi e di più
lungo termine».
Se il disegno s’è interrotto o
verrà concluso dopo la vittoria
dei No al referendum costituzionale lo diranno i mesi a venire. Mesi di navigazione ancora
difficile, come ha sottolineato
Giuseppe Pisauro, che ha assunto come «nuovi tendenziali» le
stime del CsC sul 2018, con un Pil
in crescita dell’1% escludendo
l’attivazione delle clausole di
salvaguardia che valgono 19,5
miliardi di euro. «L’indebitamento netto strutturale salirebbe al 2,5% - ha detto Pisauro - e anche il debito salirebbe». Chiara-
UFFICIO DI BILANCIO
Pisauro: «La proposta
di una fiscal stance espansiva
per l’Uem è coraggiosa.
Ma la sua legittimazione
democratica è difficile»
mente in questo scenario le regole europee sarebbero violate
«ma gli effetti di una manovra di
forte correzione verso il pareggio di bilancio nel 2017 sarebbero
dirompenti» ha aggiunto il presidente dell’Upb. Resta dunque
da guardare a come potrebbe essere applicata la proposta della
Commissione europea di varare
misure per l’Uem di natura
espansiva per lo 0,5% del
Pil. «Una fiscal stance positiva è
una proposta coraggiosa - ha osservato Pisauro - e potrebbe aiutare l’uscita di economie come la
nostra dalle isteresi del dopo crisi, ma non dobbiamo nasconderci che la sua legittimazione democratica nei paesi con maggiori spazi fiscali è difficile».
La Commissione europea ha
proposto che sette paesi, che
rappresentano più del 37% del
Pil dell’Eurozona, utilizzino gli
spazi di bilancio pubblico generandounostimoloallacrescitadi
0,3 punti percentuali. Secondo il
CsC un punto percentuale di Pil
di maggiori investimenti pubblici in Germania e Paesi Bassi aumenterebbe il Pil di 0,9 punti in
Germania, 0,7 nei Paesi Bassi e
0,3 nel resto d’Europa.
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Istat. Il rapporto sul benessere equo e sostenibile
«Sale il reddito ma 4,6 milioni
di persone in povertà assoluta»
pLa moderata crescita del red-
dito disponibile pro-capite (+1%
rispetto al 2014) e del potere d’acquisto (+0,9%), cui ha contribuito
lafrenatadelladinamicadeiprezzi, ha favorito, nel biennio 2014-15,
unrecuperodellaspesapro-capite per consumi (+1,6%), mentre la
propensione al risparmio è rimasta inferiore a quella del periodo
pre-crisi. Lo rivela l’Istat che ieri
ha presentato la quarta edizione
del Rapporto sul Benessere equo
e sostenibile (Bes).
Il recupero di fiducia si associa
alla diminuzione delle persone
chevivonoinfamigliechearrivanoafinemesecongrandidifficoltà (dal 17,9% nel 2014 a 15,4% nel
2015). Si riduce anche la quota di
famiglieincondizionidivulnerabilitàfinanziaria(da4,8%nel2012
a3,6%nel2014):traquelleconminorilivellidiricchezzaèdiminuito sia il numero degli indebitati
sia la loro esposizione media.
La crescita del reddito disponibile non ha tuttavia modificato la disuguaglianza - nel
2015 l’indice è identico a quello
del 2013, il più alto dell’ultimo
decennio - e si conferma sopra
la media europea: il rapporto
tra il reddito percepito dal 20%
dei più ricchi e il 20% dei più
poveri è stata pari nel 2015 a 5,8
in Italia, contro una media europea di 5,2.
I lievi segnali di ripresa del
reddito non toccano chi vive in
condizioni di forte disagio. Nel
2015 la quota di persone a rischio
di povertà è salita al 19,9% dal
19,4% del 2014, e la povertà assoluta è cresciuta raggiungendo
quota 7,6%, pari a 4 milioni e 598
mila persone, a seguito dell’aggravarsi della condizione delle
coppie con due figli e delle famiglie di stranieri.
In Italia il disagio economico
è legato alla difficoltà per famiglie e individui a entrare e restare nel mercato del lavoro:
l’11,7% delle persone vive in famiglie con intensità lavorativa
molto bassa, valore che sale al
20,3% nelle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia nel 2015 s’è interrotta una tendenza all’aumento che si è protratta per tutto il periodo 2009-2014.
D.Col.
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Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
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Albi & mercato
Iniziativa inedita
Escluse ricadute sui contribuenti
I dati arriveranno in ritardo alle Entrate
LA PROTESTA DI CATEGORIA
I prossimi passaggi
Da valutare le modalità di adesione
e come garantire l’informazione ai clienti
Commercialisti in sciopero dal 28 febbraio
Otto giorni di astensione: interessate le dichiarazioni Iva e le liti in Commissione tributaria
Giovanni Parente
ROMA
pComputer spenti, studi chiusi
e niente adempimenti. La prima
volta in cui i commercialisti italiani incroceranno le braccia sarà
a fine del mese di febbraio. Per la
precisione dal 28 febbraio al 7
marzo: otto giorni in cui l’attività
sarà bloccata. Una scelta simbolica perché, di fatto, si punta a un
obiettivo di rilievo: la dichiarazione Iva che per il 2017 (solo per
il 2017 visto che dal 2018 il termine
cambia di nuovo) scadrà il prossimo 28 febbraio. Di fatto, i commercialisti che aderiranno allo
sciopero “acquisiranno” la dichiarazione per poi trasmetterla
una volta finita la protesta. In
questo modo, l’agenzia delle Entrate riceverà i dati sette giorni
dopo la scadenza individuata.
Protesta che riguarderà anche il
patrocinio presso le Commissioni tributarie provinciali e regionali per i contenziosi in cui assistono i contribuenti. Non sarà interessata, invece, la trasmissione
telematica delle Certificazioni
uniche all’agenzia delle Entrate,
seppure in scadenza proprio il 7
marzo, anche perché poi al “rientro” al lavoro ci sarebbe un sovraccarico di adempimenti difficilmente gestibile.
Nessuna conseguenza per i
contribuenti, in quanto la delega
alla trasmissione della dichiarazione Iva, detto grossolanamente, scarica sul professionista o
l’intermediario la responsabilità
dell’eventuale ritardo. E poi comunque ci saranno da registrare
gli effetti che l’astensione produrrà in termini di decisioni sul
differimento dei termini, magari
con qualche formula adottabile
in via amministrativa. Nel dettaglio si scenderà solo a partire dai
primi giorni del nuovo anno, una
volta che l’astensione sarà formalmente proclamata. Ieri, intanto, è arrivato l’annuncio al termine della manifestazione organizzata da sette sigle sindacali di
categoria (Adc, Aidc , Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico )
a piazza Santi Apostoli a Roma e a
cui hanno partecipato oltre 3mila
professionisti da tutta Italia. Una
LA MANIFESTAZIONE
Ieri in piazza a Roma
oltre 3mila professionisti
per protestare
contro gli adempimenti
introdotti dal decreto fiscale
partecipazione salutata con favore a margine dell’evento anche
dal presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec),
Gerardo Longobardi.
A far traboccare il vaso e a far
scegliere la linea dura della protesta sono stati gli otto nuovi adempimenti a regime introdotti dal
decreto fiscale collegato alla manovra e relativi alla comunicazione dei dati delle fatture emesse e
ricevute e delle liquidazioni Iva,
anche se sullo spesometro si potrebbe arrivare a due soli invii semestrali nel 2017 (si veda quanto
anticipato ieri su queste colonne). «Il tempo della sopportazione è finito» ha detto il presidente
di Anc (Associazione nazionale
commercialisti), Marco Cuchel,
a cui è spettato il “compito” di annunciare lo sciopero alla fine della manifestazione e poi di delineare la road map per le prossime
tappe. «Ci attiveremo per istituire i tavoli di concertazione con il
governo e con il Mef. Senza un riscontro alle nostre istanze,
l’astensione sarà confermata.
Qualora l’iniziativa non sortisse
effetti e non venissimo ascoltati
andremo avanti» ha aggiunto Cuchel non escludendo una seconda tranche di astensione che potrebbe riguardare lo spesometro.
È chiaro che bisognerà rispettare
i passaggi "istituzionali” e l’interlocuzione con la Commissione di
garanzia per lo sciopero. Così come bisognerà trovare la giusta
formula attraverso cui i professionisti dovranno rendere nota la
partecipazione all’astensione e
allo stesso tempo garantire l’informazione ai clienti assistiti.
«Otto adempimenti in più non
sono una tragedia ma un insulto
per piccole e medie imprese e la
categoria tutta» ha sostenuto la
presidente di Aidc (Associazione italiana dottori commercialisti), Roberta Dell’Apa. «Chiediamo rispetto, rivendichiamo le
nostre capacità tecniche e la necessità di sedersi a un tavolo per
portare conoscenze». «Purtroppo ci tengono fuori» ha rimarcato
Amedeo Sacrestano, presidente
di Andoc (Associazione nazionale dottori commercialisti),
Anche se tra gli interventi dal
palco e le considerazioni dei partecipanti inizia a serpeggiare un
altro spauracchio: l’impatto della
quarta direttiva antiriciclaggio
sull’attività degli studi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La mappa sul territorio
Gli iscritti al 1° gennaio 2016 agli Ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili
x Iscritti
x % donne sul totale
x % under 40 sul totale
Lombardia
32,1
Trentino Alto Adige
20,0
25,4
Valle d’Aosta
26,7
1.344
15,9
181
19.066
3.067
17,7
39,8
8.159
13.691
Toscana
13,6
37,3
35,0
17,5
38,8
2.028
496
14.051
Umbria
Sardegna
19,6
Abruzzo
2.891
1.544
18,0
Molise
3.204
11,3
19,3
Marche
33,4
Liguria
30,9
15,8
Veneto
30,8 20,8
8.030
7.182
Piemonte
35,9
33,8
1.722
Emilia Romagna
6.506
38,7
23,8
Friuli Venezia Giulia
35,8
24,3
10.188
1.016
16,6
Lazio
31,0
16,2
4.403
Puglia
Campania
26,1
TOTALE ITALIA
Sicilia
117.352
29,6
18,7
12,9
32,0 17,6
29,4
8.583
16,1
Basilicata
36,4
17,0
Calabria
32,4
Fonte: Elaborazione su dati Fondazione nazionale commercialisti
19,7
L’ANALISI
Giovanni
Parente
La sfida
della categoria
per un Fisco
più equilibrato
C’
è una frase che è
riecheggiata più volte
ieri a Roma nella
giornata dell’«orgoglio
commercialista», come l’hanno
definita scherzosamente alcuni
partecipanti in piazza: «I nostri
studi sono un presidio di
legalità. La categoria è
importante perché garantisce
che vengano pagate le tasse in
Italia». Un’immagine della
professione che dal ruolo di
consulente o semplice
intermediario si avvicina a
qualcosa di più simile quasi al
sostituto d’imposta.
Questo potrebbe sembrare
un paradosso in quanto riferita
per lo più a contribuenti
assistiti che “praticano”
l’autotassazione. In realtà
questa sorta di spostamento si
evince sempre più dagli oneri
amministrativi a cui sono stati
chiamati i commercialisti
soprattutto nel corso degli
ultimi anni. Oneri giustificati
dalla sacrosanta battaglia
contro l’evasione fiscale. Il tax
gap (ossia il divario tra le
imposte effettivamente versate
e quelle dovute) stimato
dall’ultimo rapporto del
ministero dell'Economia
sull’evasione fiscale e
contributiva è di 94,3 miliardi
per il 2014, considerando non
solo le imposte sui redditi ma
anche Iva, Irap e Imu.
Il problema ribadito con
forza ieri in piazza dai
commercialisti è che tutti i
nuovi adempimenti
antievasione sono stati
interamente scaricati sulla
categoria. Il tutto in un contesto
economico in cui il rapporto tra
professionista e assistito rende
difficile se non impossibile
chiedere un’ulteriore
remunerazione per le ulteriori
comunicazioni inviate perché
con la crisi economica e di
liquidità non si può chiedere di
più a un cliente già alle corde.
Non si può evitare di tenerne
conto. Il malcontento (ormai
sempre più vicino alla rabbia)
per gli otto nuovi adempimenti
a regime sulle comunicazioni
Iva (dati fatture e liquidazioni
d’imposta) rischia di
determinare un contraccolpo
per le stesse misure da cui è
atteso un rilevante incremento
di gettito (oltre 2 miliardi nel
2017 e oltre 4 nel 2018). E allora?
Bisogna sfruttare l’annuncio
dello sciopero (anche se i
diretti interessati preferiscono
parlare di astensione) per
trovare un punto di accordo e
di collaborazione reale e
reciproca. Nella categoria c’è
una sensazione diffusa di
essere trattati alla stregua di
“sudditi” ed è una percezione
inaccettabile in uno Stato di
diritto - seppur, incerto - come
quello italiano. Una sfida per il
nuovo Governo, per
il Parlamento e per
l’amministrazione finanziaria
tutta è quella di trovare formule
efficienti di richieste dati senza
vessare. Certo, se si pensa alla
comunicazione dei beni ai soci
non ci sarebbe da essere molto
ottimisti. Ma dagli errori si può
e si deve imparare per non
ripeterli più in futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
15
Albi & mercato
Il quadro
Presentata a Roma la fotografia del comparto
realizzata dalle Casse professionali
IL SESTO RAPPORTO ADEPP
Le differenze
Divario fra i redditi di anziani e giovani,
uomini e donne, Nord e Sud
Professioni, redditi in caduta dal 2005
In dieci anni calo superiore al 25% - Spiragli di ripresa solo nel 2015: risalgono notai e consulenti
Federica Micardi
pIn dieci anni i professioni-
sti hanno perso, in media, in
termini reali il 18,06% del loro
reddito, che oggi si attesta intorno ai 33.954 euro. Questo
quanto emerge dal sesto rapporto Adepp, l’Associazione
che rappresenta 19 Casse di
previdenza dei professionisti,
che è stato presentato ieri a
Roma a Palazzo Giustiniani e
che ha fotografato la situazione di quasi un milione e mezzo
di professionisti (il 28% in più
rispetto a 10 anni fa).
Un rapporto che riflette la
situazione del Paese evidenziando la forte disparità regionale e di genere presente anche nel mondo delle professioni. Nel dettaglio il reddito me-
LE NUOVE STRATEGIE
Gli enti aumentano
gli interventi di welfare
destinati agli iscritti:
nel 2015 erogate prestazioni
per 520 milioni di euro
dio in Lombardia nel 2015 è di
60mila euro e in Calabria scende a 20.335 euro; se passiamo al
confronto tra maschi e femmine i primi guadagnano mediamente il doppio delle seconde.
E se si confronta un professionista maschio lombardo con
una professionista femmina
calabrese la disparità diventa
abissale: 60mila euro contro
11.700. Così come gli anziani
guadagnano più dei giovani.
Tornando ai redditi medi, se
una contrazione del 18% è preoccupante non consente di cogliere la gravità della diminuzione registrata da alcune categorie professionali. Il dato,
infatti, risulta sensibilmente
migliorato (di quasi 8 punti
percentuali) dall’inclusione
dei dati dell’ente più numeroso (circa 364mila iscritti),
l’Enpam, ente di previdenza di
medici e odontoiatri. Se, infatti, si scorporano i dati relativi a
questo ente (che fra il 2005 e il
2015 ha registrato un aumento
degli stipendel 43%) la contrazione passa dal 18,06% al
25,83%, più di un quarto delle
entrate e il reddito medio reale
scende a 25.793. Non hanno registrato cali di reddito anche
altre Casse: Enpav (veterinari), Epap (pluricategoriale, e
cioè chimici, geologi, attuari,
dottori agronomi e dottori forestali) ed Enpaia (agricoli).
Quasi tutte le categorie professionali presentano segni
negativi se si considera il periodo 2005-2015. «L’unica nota
positiva – si legge nel sesto rapporto Adepp – è ascrivibile alla
battuta d’arresto registrata nel
2015 dalla maggior parte delle
categorie». Una battuta d’arresto che si è concretizzata in
una diminuzione solo dello
0,3% fra il 2015 e il 2014. Ma che
nasconde luci ed ombre. Perché se è vero che otto enti stanno registrando un aumento
dei redditi, altre categorie restano ferme al palo o continuano a lasciare qualcosa sul campo. Le otto categorie professionali che tra il 2014 e il 2015 registrano un’inversione di
tendenza sono: consulenti del
lavoro (+ 2,9%), giornalisti liberi professionisti (+ 1,3%), notai (+ 3,8%), periti industriali (+
6,5%), pluricategoriale (+
7,8%), biologi (+ 6,8%), psicologi (+ 1%), ingegneri e architetti (+ 0,5%).
Il pianeta Adepp nel 2015 ha
raccolto circa 9 miliardi di
contributi versati ed erogato
prestazioni per 5,9 miliardi di
euro. Questo anche se diminuisce il peso delle giovani generazioni sul complesso degli
iscritti. «Le entrate contributive hanno registrato un aumento del 2% rispetto all’anno precedente – racconta il presidente Adepp Albero Oliveti –,
mentre le prestazioni erogate
sono cresciute del 4,6 per cento. In questi anni stiamo sempre più investendo sulla leve
del welfare per cercare di avvicinarci all’equità generazionale oggi messa in difficoltà dalla
crisi di questi anni».
Nel 2015 le Casse hanno speso in welfare 520milioni di euro,«quasi quanto pagato in tasse» sottolinea Oliveti che si
chiede: «Che cosa potremmo
fare di più per i nostri iscritti se
la tassazione sulla previdenza
italiana fosse bassa come accade nel resto d’Europa?»
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Var % 2014/2015
Var % 2005/2015
34.776,54
LA DISTRIBUZIONE PER AREA GEOGRAFICA E SESSO
Reddito medio AdEPP su base regionale
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d’Aosta
Veneto
2014
Maschi
29.166,34
22.544,23
20.681,61
27.684,34
48.738,80
43.801,59
45.778,27
46.495,48
60.024,97
34.715,86
22.987,58
45.168,13
26.721,47
26.976,83
25.146,00
38.634,81
59.370,91
32.247,04
44.271,18
45.262,87
Femmine
18.173,67
14.624,71
12.412,08
15.786,90
29.924,84
28.702,97
24.975,77
25.398,58
33.659,11
20.984,62
14.271,86
27.535,34
15.529,62
19.225,51
15.267,22
23.359,25
37.216,56
19.962,87
23.469,90
27.926,94
2015
Maschi
29.096,88
22.730,75
20.332,78
27.930,34
49.058,05
43.712,00
45.718,65
46.375,78
60.006,56
34.864,95
23.088,53
44.922,40
26.425,77
27.364,34
25.151,17
38.572,95
59.220,46
31.649,11
41.924,35
45.238,34
Femmine
17.621,87
14.229,35
11.679,63
15.896,37
29.493,84
28.142,81
23.936,71
24.886,69
33.442,86
20.848,24
14.022,60
26.747,64
15.212,67
19.209,14
14.849,85
22.906,50
35.590,97
19.799,01
22.989,97
27.813,90
Emergenze
che chiedono
di riprendere
il cammino
P
Fe.Mi.
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Regole per gli enti,
si riapre la partita
ranno le professioni tra vent’anni, ma è necessario fare uno sforzo di immaginazione perché la
previdenza lavora sul lungo periodo. Che ci saranno significativi cambiamenti è ovvio.
Per il presidente della commissione Lavoro alla Camera,
Cesare Damiano «la rivoluzione
tecnologica sta portando significative trasformazioni in molti lavori intellettuali e manuali, alcune attività saranno fatte dalle
macchine, il lavoro a distanza
cresce in dimensioni, le professioni hanno avuto un decremento vistoso dei redditi, in Italia ci
sono la disparità geografica, di
genere e generazionale come rileva il sesto rapporto Adepp sulle professioni, in questo scenario
si pone problema di rivisitazione
delle prestazioni che vanno a
vantaggio dei professionisti».
Secondo Damiano la strada del
welfare è quella giusta e la politica, afferma, «sta cercando di aiutare questo percorso».
OralaCommissionelavoroha
ricevuto dal Senato il testo del disegno di legge sul Jobs act degli
autonomi «un testo - conclude
Damiano - che consente di creare una cintura di sicurezza di cui
il lavoro autonomo ha bisogno».
Il Jobs act degli autonomi segna un cambio di prospettiva
da parte del governo che «prima - sottolinea Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato - si di-
L’ANDAMENTO DEL REDDITO REALE
Reddito medio reale AdEPP liberi professionisti
2005=100 (esclusi iscritti Quota B Enpam)*. Dati in €
Jean Marie Del Bo
Federica Micardi
er il mondo degli
Ordini quella di ieri è
stata sicuramente una
giornata significativa. Da un
lato, infatti, i commercialisti
hanno impugnato per la
prima volta nella loro storia
l’arma dello sciopero (si veda
pagina 14). Dall’altro l’Adepp,
l’associazione che raggruppa
le Casse, ha presentato il suo
sesto rapporto su previdenza
e redditi dei professionisti.
Con dati che certificano,
ancora una volta, i problemi
aperti per le categorie.
Partiamo da qui. La
ricognizione dell’Adepp
registra per il 2015 un nuovo
calo dei redditi. La buona
notizia è che la flessione si è
quasi fermata rispetto al 2014
e qua e là si intravvedono i
primi segnali positivi. Se si
guarda, però, al passato
recente, i dati si mostrano in
tutta la loro gravità: tra il
2005 e il 2015, la flessione
media dei redditi arriva a
superare il 25 per cento. E fa
delle professioni uno degli
specchi fedeli del Paese. Con
redditi in calo nella grande
crisi, divario fra uomini e
donne, forbice fra Nord e
Sud. Divari che
incrociandosi aprono una
voragine fra i professionisti
del Nord e le professioniste
del Sud. Lo sciopero dei
commercialisti, dal canto
suo, apre uno squarcio sulle
aspettative deluse di fronte
alle riforme promesse se è
vero che sotto tiro finiscono
le semplificazioni
“mancate”. Il quadro risente,
poi, del cambiamento che
vive il lavoro (compreso
quello professionale) in
questo periodo. Più
tecnologia, nuove richieste
dai clienti, meno formalismi
(almeno come tendenza) che
pesano su abitudini e
modalità di comportamento
delle categorie.
Ci sono, però, alcuni punti
fermi. Da un lato le
professioni possono avere
una capacità propria di
adattamento che deriva dalla
necessità di organizzare il
lavoro quotidiano che è stata
affinata negli ultimi anni.
Dall’altro, soggetti come le
Casse stanno provando a
utilizzare le proprie risorse,
che fanno gola a molti,
cercando di venire incontro
alle domande dei propri
iscritti. Basti pensare
all’attenzione al welfare
categoriale e alla riflessione
che si fa sugli strumenti in
grado di affinare la risposta
alle emergenze. Scenari che
spingono le Casse ad
adottare comportamenti
nuovi in tempi rapidi,
nonostante a volte il “freno”
dei tempi di approvazione
delle delibere da parte dei
ministeri vigilanti. L’essere
“piccoli” se confrontati con
la grande Inps, e consapevoli
delle esigenze delle
professioni, potrebbe essere
la carta vincente. Offrire
servizi necessari accanto a
un welfare integrato è la
strada che si è deciso di
percorrere con il placet della
politica che ai professionisti
sta dedicando per la prima
volta una legge ad hoc (il Jobs
act degli autonomi).
Qualcosa di analogo, un
doppio binario con percorsi
individuali affiancati da
azioni collettive, potrebbe
accadere anche per gli
investimenti in economia
reale. Si era temuto che la
crisi di Governo mettesse in
crisi questo percorso. Ora
l’interlocutore c’è e potrebbe
dare il proprio contributo.
Per non fermare, di fronte a
difficoltà obiettive, il
cammino che si è intrapreso.
La prospettiva. Dal lavoro agli investimenti
pÈ difficile pensare cosa sa-
I numeri del rapporto
L’ANALISI
sinteressava del lavoro autonomo mentre oggi tutto il lavoro
sta diventando “a risultato” anche quello dipendente».
Persostenereleprofessionioltre al welfare c’è la strada, più
complessa e articolata, degli investimenti che abbiano ricadute
occupazionali sulle professioni,
su cui molti enti previdenziali
stanno “ragionando”. Il tesoretto
delle Casse sta attirando molte
attenzioni, basti pensare a cosa è
accaduto con il fondo Atlante,
«un investimento che - sottolinea Sacconi - andava contro le lineediindirizzocontenuteneldecreto investimenti per le Casse a
cui si sta lavorando dal 2011 e che
non vede mai la luce».
Della necessità di norme nuove per le Casse - e non solo legate
agli investimenti - parla anche
Bruno Busacca, capo segreteria
tecnica del ministero del Lavoro:
da una parte rileva come la disciplina sui fondi pensione di secondo pilastro (e quindi con versamenti volontari e non obbligatori)siapiùmodernarispettoaquelladelleCasse,dall’altraparladella
necessità di rivedere e migliorare
la disciplina delle Casse, attraverso un Testo unico e con una normativapiùsnella«perchiarirnela
natura e incrementare l’aspetto di
welfare perché le Casse sono diventateadultementrelaleggeche
le regolamenta è stata fatta vent’anni fa era per Casse neonate».
34.925,14
35.473,27
34.442,53
32.961,11
31.608,61
30.531,17
28.866,34
26.428,38
25.876,11
25.793,96
-0,32
-25,83
(*) Con l'inclusione dei dati relativi all'Enpam (Cassa dei medici) il risultato sale a - 18,06%
Fonte: Sesto rapporto Adepp
16
Mondo
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
La sfide dell’Europa. Sale la tensione tra Atene e i creditori mentre il Governo greco è sempre più tentato di andare al voto anticipato
Grecia, sospesi gli aiuti sul debito
Decisione dell’Eurogruppo dopo che Tsipras ha concesso un bonus natalizio alle pensioni minime
Beda Romano
Vittorio Da Rold
pCon una decisione inattesa,
i ministri delle Finanze della
zona euro hanno annunciato ieri di avere sospeso le misure di
alleggerimento del debito greco appena decise all’inizio del
mese dopo un sofferto negoziato tra i Paesi membri dell’unione monetaria.
La decisione è giunta dopo
che il governo Tsipras ha annunciato nei giorni scorsi misure di spesa pubblica che i creditori considerano incompatibili
con il programma di aiuti finanziari. La Borsa di Atene ha chiuso ieri in forte ribasso (-3,2%).
In un tweet, il portavoce del
presidente dell’Eurogruppo
Jeroen Dijsselbloem ha spiegato ieri pomeriggio che agli occhi delle istituzioni creditizie
le misure greche «appaiono
non in linea con i nostri accordi». «Alcuni Paesi membri la
vedono anche loro in questo
modo». Non vi è quindi «in
questo momento» l’unanimità
per introdurre misure di breve
termine relative al debito.
«Aspettiamo in gennaio da
parte delle istituzioni creditizie, una relazione completa»
che chiarisca la situazione.
Nei giorni scorsi, il governo
Tsipras ha promesso agli 1,6
milioni di pensionati bonus natalizi tra i 300 e gli 800 euro. Ha
anche annunciato la sospensione dell’imposta sul valore
aggiunto che doveva entrare in
vigore in alcune isole dell’Egeo
nelle quali sono arrivati molti
rifugiati dal Vicino Oriente.
Misure che l’Eurogruppo considera incompatibili con la promessa di alleggerire il debito,
riducendo le necessità lorde di
finanziamento dell’economia
greca del 5% (si veda Il Sole 24
Ore del 6 dicembre).
Per ora, tutte queste misure
sono state sospese. In un comu-
nicato, un portavoce del Meccanismo europeo di Stabilità
(Esm), ha spiegato che «le istituzioni creditizie stanno valutando l’impatto delle scelte greche rispetto agli impegni e agli
obiettivi del programma» di
aiuti finanziari di cui la Grecia è
oggetto. Sempre ieri, da Berlino, un portavoce del governo
aveva detto di aspettare «chiarezza» per capire se le misure
annunciate da Atene fossero
compatibili con il programma
di aiuti finanziari.
La situazione è improvvisamente peggiorata ancora una
volta quando il premier Alexis
Tsipras - in forte calo di popola-
MISURE IN PARLAMENTO
Il Governo sottoporrà oggi al
giudizio del Parlamento l’una
tantum sulle pensioni e il rinvio
dell’aumento dell’Iva nelle isole
L’opposizione voterà a favore
rità tra gli elettori, e sempre più
isolato dopo le dimissioni di
Matteo Renzi in Italia, la rinuncia a candidarsi alle presidenziali francesi di François Hollande e alla fine del mandato di
Barack Obama, suoi stretti alleati in funzione anti-austerity aveva promesso di allargare un
po’i cordoni della borsa dopo
sette anni di sacrifici che hanno
prodotto manovre di austerità
pari al 30% del Pil ellenico.
«La situazione sta migliorando - aveva detto in un discorso
televisiovo al Paese - e il 2016 si
chiuderà con un avanzo primario superiore alle attese». Questo piccolo “tesoretto” sarà destinato a garantire una tredicesima (precedentemente abolita) alle pensioni sotto gli 850
euro e a congelare l’aumento
dell’Iva sulle isole dell’Egeo dove sono sbarcati i rifugiati che
hanno, loro malgrado, parzialmente rovinato la stagione estiva di questi luoghi.
I creditori, presi in contropiede dalla mossa di Tsipras, si
sono irrigiditi e i falchi del Nord
Europa hanno promesso una risposta dura. I greci hanno visto
nel varo di queste misure
espansive una mossa politica
della disperazione per rivitalizzare il consenso di Syriza (in calo nei sondaggi rispetto al centrodestra di Nea Demokratia)
nell’ipotesi che si fa sempre più
forte tra gli analisti locali che
Tsipras, pur di non cedere ai
creditori, chiami il paese al voto
anticipato per l’ennesimo braccio di ferro con i creditori.
Oggi il governo ha deciso di
mettere al voto in Parlamento
il bonus pensionistico una
tantum e il rinvio dell’aumento dell Iva nelle isole. Una decisione che ha messo in difficoltà Nea Dimokratia, il maggior partito di opposizione,
che ha detto di essere pronto a
votare a favore del provvedimento in Parlamento oggi per
evitare di essere accusato di
“affamare” i pensionati e di essre a favore delle politiche di
austerità volute dalla troika.
Il Governo greco ha registrato un avanzo di bilancio
primario di 7,45 miliardi di euro negli 11 mesi a novembre,
battendo il suo obiettivo di
3,89 miliardi di euro grazie a
maggiori entrate fiscali. Su
questa base Tsipras ha deciso
di usare 617 milioni di euro del
“tesoretto” per pagare una tantum agli 1,6 milioni di pensionati e alleggerire l’austerità.
Le prossime settimane diranno se si andrà allo scontro
o si troverà, come si augura il
ministro delle Finanze greco
Euclid Tsakalotos, un accordo accettabile per tutte le
parti in causa.
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EPA
Concorrenza. Gare d’appalto per i trasporti nazionali
Il Parlamento Ue
approva la riforma
delle ferrovie
Beda Romano
BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
pIl
Atene. Proteste nella capitale greca contro le misure di austerità decise dal governo Tsipras
I nodi di Atene
SPESA PENSIONISTICA A CONFRONTO
In % del Pil
Germania
IL DEBITO GRECO
In % del Pil
2013
2014
Francia
11,8
2015
2016
2017
2018
177,4
179,7
177,4
181,6
179,1
172,4
15,2
Portogallo
15,6
Spagna
16,5
12,8
Italia
Nota: i dati degli anni 2016, 2017 e 2018 sono stime
Grecia
17,1
Fonte: Eurostat; Commissione Ue
Parlamento europeo,
riunito questa settimana in
sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato ieri l’attesa riforma del settore ferroviario,
che permetterà la progressiva
concorrenza nel trasporto
passeggeri a livello nazionale,
dopo la liberalizzazione del
trasporto merci nel 2007 e del
trasporto persone a livello internazionale nel 2010. L’approvazione del quarto pacchetto ferroviario, come viene
comunemente chiamato, è
giunta nonostante molti partiti fossero contrari.
Secondo la riforma, la fornitura di servizi per il trasporto
ferroviario di passeggeri nazionali nei Paesi membri dell’Unione dovrà di norma essere assegnata tramite gare d’appalto. «Tali regole mirano anche a stimolare gli
investimenti e lo sviluppo di
nuovi servizi commerciali»,
ha spiegato ieri in un comunicato il Parlamento europeo. Il
quarto pacchetto ferroviario
prevede che l’apertura al mercato nei singoli Paesi possa avvenire in due modi.
Il primo modo è quello dell’appalto pubblico che diventerà da qui a breve «la procedura standard» per i contratti
di servizio pubblico. Sempre
secondo il Parlamento europeo, la nuova procedura dovrebbe aumentare l’attenzione per il cliente e ridurre i costi
per il contribuente. Ci saranno, tuttavia eccezioni non banali. Le autorità nazionali potranno attribuire il contratto
direttamente, e non attraverso una gara d’appalto, in due
casi particolari.
Il primo caso è quando tale
decisione porta a evidenti miglioramenti nel servizio. Il secondo caso è quando il servi-
Londra. È sceso nell’ultimo trimestre il numero degli occupati
Primi effetti di Brexit
sul mercato del lavoro
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
pEffetto Brexit sulla disoccu-
pazione britannica: il numero
di lavoratori è sceso per la prima volta da un anno e mezzo,
segnale secondo gli economisti
di un rallentamento del mercato del lavoro dovuto alle incertezze del dopo-referendum.
Con l’inflazione in aumento, la
crescita in calo e gli investimenti delle imprese in fase di stallo,
il 2017 si prospetta un anno difficile per l’economia britannica.
Secondo i dati ufficiali diffusi ieri dall’Ufficio nazionale di
statistica (Ons), il numero di
persone con un lavoro è sceso
di seimila unità nell’ultimo trimestre. Il numero in sé non è
significativo, ma si tratta del
primo calo dalla primavera
scorsa e di un dato in netto contrasto con le previsioni degli
esperti, che si attendevano un
aumento di almeno 50mila.
Nel trimestre precedente l’aumento delle assunzioni era
stato di 173mila unità.
Il tasso di occupazione è sceso al 74,4%, mentre 2.400 perso-
Ritorno in Giappone
Putin e Abe
a confronto
sulle isole Curili
A distanza di 10 anni, Vladimir
Putin fa ritorno oggi in Giappone.
Insieme al premier Shinzo Abe
affronterà l’antica disputa sulle
isole Curili, occupate dall’Urss al
termine della Seconda guerra
mondiale. Il Cremlino raffredda le
aspettative di passi avanti nella
contesa, consigliando piuttosto di
attendersi progressi sul fronte
della cooperazione economica e
strategica tra i due Paesi (nella
foto, un’immagine di Abe e Putin a
Nagato, sede dell’incontro).
ne in più hanno richiesto il sussidio di disoccupazione, portando il totale a 809mila. Il tasso
di disoccupazione è invece rimasto invariato al 4,8% nel trimestre, ma gli economisti si attendono un incremento nei
prossimi mesi.
L’aumento dei posti di lavoro
nel settore pubblico infatti non
LE PROSPETTIVE
Secondo gli analisti
il tasso di disoccupazione
è destinato a salire entro
la fine del 2017
dal 4,8% attuale al 5,5%
compensa il calo delle assunzioni nel settore privato, ha
commentato John Philpott, direttore di The Jobs Economist:
«Il mercato del lavoro britannico alla fine sta soffrendo una depressione post-Brexit ed è entrato in una fase di rallentamento». L’incertezza sul futuro della Gran Bretagna fuori dalla Ue
sta portando le imprese a stare
alla finestra, rinviando investimenti e assunzioni.
Molti economisti prevedono
un graduale aumento del tasso
di disoccupazione dal 4,8% attuale al 5,5% entro fine 2017, un
livello comunque basso sia in
confronto alla media storica
britannica che alla media attuale europea.
I dati diffusi ieri dall’Ons hanno anche mostrato un brusco
aumento di 76mila unità del numero di adulti “inattivi”, che
non hanno un impiego e non
cercano lavoro, che ora sono
8,9 milioni, e un incremento del
2,6% dei salari medi. Si tratta di
un aumento superiore alle previsioni, ma non sufficiente a
compensare l’erosione del potere d’acquisto dovuta all’aumento dell’inflazione in seguito all’indebolimento della sterlina dopo il referendum.
«Se le opportunità di trovare
un lavoro diminuiscono, prevediamo un calo della fiducia e in
generale dell’attività economica, - ha detto James Knightley,
economista di Ing Bank a Londra. – Noi riteniamo che il pros-
zio in questione ha valori medi
annuali inferiori a 7,5 milioni di
euro o a 500mila chilometri. Il
secondo modo in cui la riforma prevede una graduale concorrenza nel settore ferroviario è quello più generale. Qualsiasi compagnia ferroviaria
potrà offrire servizi commerciali concorrenziali sui mercati ferroviari europei per il trasporto passeggeri.
Al netto delle eccezioni già
menzionate, i nuovi entranti
potranno operare sul mercato
del servizio commerciale del
trasporto di persone dal 2020
in poi. Per quanto riguarda, invece, i contratti di servizio
LA TEMPISTICA
Di norma qualsiasi
compagnia potrà offrire
servizi di trasporto
passeggeri sui mercati
europei a partire dal 2020
pubblico, l’apertura al mercato
e l’organizzazione dei relativi
appalti avverranno dal 2023 in
poi. La riforma, naturalmente,
impone ai gestori delle infrastrutture di garantire l’accesso
non discriminatorio, evitando
potenziali conflitti d’interesse.
Il pacchetto è stato approvato tra le proteste di alcuni
gruppi politici. I Verdi, la sinistra radicale (Gue), e anche
gli euroscettici del Front National hanno tentato di bloccarne l’approvazione. Sul
fronte opposto, c’è stato invece apprezzamento. «Abbiamo dato dei limiti: reti e manutenzione resteranno pubbliche, quello che si mette a
gara sono i servizi», ha notato
in un comunicato David Sassoli, socialista italiano e relatore del provvedimento.
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simo anno un taglio dei tassi sia
più probabile di un aumento dei
tassi». Oggi la Banca d’Inghilterra probabilmente lascerà invariati i tassi al minimo storico
dello 0,25 per cento.
Se Brexit sta già avendo un
impatto moderatamente negativo sul mercato del lavoro, le
conseguenze dell’uscita dalla
Ue sull’occupazione nel settore finanziario potrebbero essere devastanti. È la Camera
dei Lord a lanciare l’ultimo allarme in un rapporto che verrà
presentato oggi.
Secondo il rapporto, decine
di migliaia di posti di lavoro –
200mila nella peggiore delle
ipotesi – sono a rischio nelle
banche e istituti finanziari
della City e trasferiti altrove
se il Governo britannico non
riuscirà a concludere in tempi
rapidi un accordo di transizione con Bruxelles sull’accesso
al mercato unico.
Dati i tempi necessari per ottenere il permesso di operare in
altri Paesi Ue, infatti, le banche
non possono attendere la conclusione dei negoziati tra Londra e Bruxelles per prendere
decisioni su dove, se e quando
trasferire parte delle loro attività. Serve chiarezza soprattutto sul mantenimento o meno
delle regole di “passporting”,
che consentono di operare in
tutta la Ue senza i costi di dover
aprire una filiale.
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REUTERS
Giovedì
15 Dicembre 2016
www.ilsole24ore.com
@ 24ImpresaTerr
IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE
t
LA QUESTIONE INDUSTRIALE / 1
LA QUESTIONE INDUSTRIALE / 2
Augusto Grandi u pagina 18
Matteo Meneghello u pagina 19
Il Piemonte punta
sul nucleare
I «big» bresciani
fuori dalla crisi
Terremoto. Convertito il decreto con le misure di sostegno per famiglie e imprese
ANSA
Approvata la legge
sulla ricostruzione
Industria
AGROINDUSTRIA
Prezzo del latte,
firmato l’accordo
Roberto Iottiu pagina 19
Rimborso del 100% dei danni a impianti e stabilimenti
Massimo Frontera
ROMA
pL’Aula della Camera ha ap-
provato ieri all’unanimità (con
cinque astenuti) la conversione in legge della cornice normativa per la ricostruzione nelle aree del Centro Italia dopo il
sisma di agosto e ottobre.
Si definisce così il quadro di
riferimento per tutte le attività
di sostegno alle famiglie e alle
imprese danneggiate, le agevolazioni e gli aiuti alle aziende, le
regole per intervenire nella riparazione e nella ricostruzione
di edifici, siti produttivi, beni
culturali, infrastrutture. Nel
decreto ci sono le regole su rimborsi e indennizzi, per la partecipazione alle gare di lavori e di
progettazione per ricostruire
edifici pubblici e privati. Viene
definito il percorso per la pianificazione urbanistica e la successiva approvazione dei progetti di dettaglio nei paesi sfigurati dal sisma. Vengono definiti sia gli organi politici (dove
saranno discusse e decise le
scelte da fare) sia gli organi tecnico-burocratici (che gestiranno le richieste di rimborso dei
privati e autorizzeranno interventi e contributi). Viene soprattutto definita l’impegnativa agenda attuativa che attende
il commissario Vasco Errani, il
cui lavoro comincia adesso.
Proprio ieri Errani ha incontrato il premier Paolo Gentiloni
a palazzo Chigi accompagnato
dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. E sempre ieri ha anticipato le sue prossime
mosse a una delegazione M5S.
Al termine di lungo dibattito,
gli emendamenti al decreto terremoto (n.189) sono stati quasi
tutti ritirati o riformulati come
ordini del giorno. «Tutte le for-
ze politiche hanno collaborato
comprendendo l’urgenza e la
necessità di dare un voto positivo su un provvedimento tanto
importante, che è stato approvato all’unanimità dimostrando senso di responsabilità», ha
scritto la presidente della Camera Laura Boldrini in un post.
Questo non toglie che nelle
file dell’opposizione restino le
LE REGOLE
Paletti di legalità rigidi
per le ditte che vogliono
partecipare
alle gare d’appalto
nelle aree del cratere
COSTRUTTORI
Gabriele Buia
presidente
dell’Ance
pGabriele Buia è il nuovo
presidente dell’Ance, l’associazione delle imprese
edili. Buia, prende il posto di
Claudio De Albertis, scomparso lo scorso 2 dicembre.
Fino alla nomina a presidente, Buia è stato vicepresidente vicario dell’associazione con delega alla linea
sindacale.
Consigliere delegato dell’azienda di famiglia, Buia
vanta un grande impegno e
una lunga carriera associativi che lo hanno portato a
ricoprire diversi incarichi,
prima a livello provinciale e
regionale in Emilia Romagna, e poi in Ance nazionale.
posizioni fortemente critiche,
come emerso dagli interventi
degli esponenti di Fratelli
d'Italia e Movimento 5 stelle. Il
confronto politico è dunque
solo rimandato.
La conversione del decreto
fa tirare un sospiro di sollievo a
tutti quelli che già stavano lavorando nelle aree terremotate. A
cominciare dalla Protezione
civile, che - tra le altre cose - sta
assegnando container e "casette". Nei prossimi giorni il commissario alla ricostruzione Vasco Errani, che si è finora tenuto lontano dai microfoni, comunicherà in un incontro
pubblico il bilancio del lavoro
fatto finora e anticiperà le misure attuative in arrivo.
Anche i quattro presidenti
di Regione e i sindaci dei comuni danneggiati tirano un
sospiro di sollievo. Le famiglie e le imprese possono ora
contare su un quadro di regole
di riferimento.
Tra le misure a favore delle
imprese vanno ricordati i rimborsi del 100% dei danni causati dal sisma agli immobili e ai
beni mobili (macchine, scorte,
prodotti) e le spese sostenute
per la delocalizzazione delle
attività produttive. Le indicazioni sulla delocalizzazione
sono oggetto di una ordinanza
che Errani ha già completato e
che sarà pubblicata a giorni.
Pmi e micro imprese potranno
contare sull’intervento dell’apposito fondo del Mediocredito con una garanzia su
importi fino a 2,5 milioni per
impresa. Oltre al rimborso dei
danni, il decreto mette a disposizione delle Regioni 35 milioni (sull’attuale dote di 200 milioni del fondo per la ricostruzione) a sostegno diretto delle
imprese danneggiate (da ge-
stire con modalità che saranno
definite dal Mef). Altri 30 milioni arrivano dall’Inail: da utilizzare per progetti di investimento e formazione nei settori
della salute e della sicurezza
sul lavoro. Un sostegno mirato
è previsto per le aziende del
settore agricolo e zootecnico
(con 10 milioni dedicati ai produttori del settore lattiero-caseario). Previste anche misure
per la promozione turistica,
come parte di un più generale
piano di medio termine per la
rivitalizzazione economica
dei territori colpiti dal sisma.
Ci sono poi le norme sull’economia della ricostruzione, per la quasi totalità da attuare con ordinanze e decreti ministeriali. Il decreto mette i paletti fondamentali per
assicurare la trasparenza e la legalità. Qualsiasi impresa interessata a lavorare dentro o fuori il cosiddetto cratere dovrà
essere iscritta all’apposita Anagrafe antimafia. Questo vale
per tutto: lavori servizi e forniture. Per i lavori di riparazione
che seguono la procedura veloce, basta la richiesta di iscrizione all'anagrafe. Per la ricostruzione vera e propria servirà invece l'effettiva iscrizione (cioè
l'accoglimento della domanda). In ogni caso è necessario il
Durc e, per i lavori di immediata riparazione, la qualifica Soa
(per lavori oltre i 150mila euro).
I progettisti dovranno essere
iscritti a un Albo unico per lavorare alla ricostruzione. Il
Commissario Errani ha già definito un'ordinanza in cui sarà
specificato il limite di progetti
che ciascun professionista potrà acquisire (in rapporto alla
struttura dello studio) e specificati i casi di incompatibilità.
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II caso. Ad Accumoli e Amatrice il 30% dei beneficiari non avrebbe diritto agli aiuti
Il rischio dei residenti fantasma
LAZIO
Mariano Maugeri
ACCUMOLI (RIETI). Dal nostro inviato
pAccumoli e i furbetti del
terremoto, ovvero i residenti
fantasma che potrebbero
ammontare a un quarto della
popolazione.
Se gli abitanti sono 745, si fa
presto a far di conto: almeno
175 non avrebbero diritto al
Cas, il contributo autonoma sistemazione, né tantomeno ai
Map, i Moduli abitativi provvisori, le tanto attese casette che
arriveranno in primavera. Al
fenomeno non è estranea
nemmeno Amatrice, il paese
gemello di Accumoli, il simbolo stesso del sisma che ha colpito il Centro Italia. Residenti
ad Accumoli e Amatrice con
domicilio romano, dove queste persone normalmente vivono. Un fenomeno ben conosciuto dai lungo residenti (uno
di loro ha preso carta e penna e
ha scritto alla Procura della
Repubblica: spulciando tra i
beneficiari del Cas e i residenti
della sua frazione ha concluso
che tre su dieci non avrebbero
diritto agli aiuti) e soprattutto
dai due sindaci, Stefano Petrucci e Sergio Pirozzi.
I vantaggi per i residenti fantasma sono evidenti: sconto
sulle polizze auto superiore a
due terzi rispetto alle tariffe
praticate in grandi città come
Roma e forti risparmi anche su
Imu e Tari, la tassa della spaz-
LA DENUNCIA
Un professionista
ha scritto alla Procura
della Repubblica:
molti richiedenti
sono domiciliati a Roma
zatura; così come quelli per i
primi cittadini, che durante la
campagna elettorale, tra un
bicchiere di vino e un piatto di
amatriciana, sorvolavano con
un sorriso sulle anime viaggianti. Un modo, dal loro punto di vista, per arginare lo spopolamento montante di queste
aree. Sindaci di lungo corso,
con il record di Petrucci, al suo
terzo mandato elettorale grazie alla legge Del Rio che estende la possibilità di ricandidarsi
per la terza volta ai primi cittadini delle comunità sotto i
3mila abitanti, mentre Pirozzi
si è accontentato della seconda elezione nel 2014.
Pure il sindaco di Amatrice, come il suo collega di Accumoli, ricevette una lettera
prima del terremoto nella
quale un cittadino sollevava
con forza la questione delle
anime viaggianti. Missiva
seppellita con il server del
Comune, rimasto distrutto
sotto le macerie.
Ora la questione si fa spinosa, perché come scrive il professionista che ha inviato
l’esposto ai magistrati, al prefetto di Rieti e alla Guardia di
Finanza (denuncia della quale
il Sole 24 Ore è in possesso), i
residenti fantasma percepiscono il contributo autonoma
sistemazione che non gli spetterebbe e potrebbero entrare
nelle liste del moduli abitativi
provvisori. Una truffa ai danni
dello Stato, dei residenti veri e
vittime del sisma del 24 agosto,
che si vedrebbero sopravanza-
ALL’INTERNO
re nelle graduatorie dai furbetti del terremoto.
Serve un’opera di pulizia degli elenchi in questione. Petrucci e Pirozzi, quando la situazione lo ha richiesto, hanno
agito con grande rapidità. Prova ne è l’assegnazione senza
bando di gara dell’appalto per
la raccolta dei rifiuti solidi urbani di entrambi i Comuni alla
Diodoro ecologia di Roseto
degli Abruzzi. Correva l’anno
2014 e all’indomani delle elezioni i due sindaci, insieme a
quello di Posta che poi si tirò
indietro, passarono all’azione
con il massimo del decisionismo. La stessa determinazione
sarebbe indispensabile in questi mesi interminabili del dopo
terremoto. Per prima cosa bisognerebbe mettere online gli
elenchi del contributo automa
sistemazione. E poi separare i
residenti fasulli da quelli di origine controllata.
Accumoli i nomi di chi ha
percepito il Cas li ha pubblicati, Amatrice invece se n’è ben
guardata. Si tratta di atti pubblici e di soldi dei contribuenti,
perché tanti segreti?
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CENTRO COMMERCIALE
Salerno fa rivivere
Le Cotoniere
Vera Violau pagina 20
Media
MERCATO
L’Umbria piegata dal sisma. Una strada dissestata a Castelluccio di Norcia dal terremoto di agosto e di ottobre
Il provvedimento
Pubblicità ferma
anche a ottobre
Andrea Biondiu pagina 20
I DANNI AGLI EDIFICI
I FONDI
PERIZIA ASSEVERATA
Anche se le procedure di
valutazione dei danni agli
immobili sono state
velocizzate dopo le scosse di
ottobre, c’è ancora molto da
fare per avere un quadro esatto
dei danni. Ieri la Protezione
civile ha comunicato che le
29.300 verifiche finora
effettuate su edifici privati
hanno rilevato che ci sono
12.366 strutture agibili e
10.204 inagibili (in modo più o
meno grave) mentre in 6.730
casi non è stato possibile
accedere agli immobili e
bisognerà ritentare.
Il numero dei comuni del
cosiddetto “cratere” è invece
stabilizzato a 131, come risulta
dalla lista contenuta nel
decreto convertito ieri
I fondi per la ricostruzione
sono indicati nella legge di
Bilancio. Le somme serviranno
ad accendere mutui con la Bei.
Per la ricostruzione privata lo
stanziamento pluriennale (fino
al 2047) somma 6,1 miliardi.
Le risorse nette saranno però
di meno. L’Ance ha stimato che
la somma sarà di circa 4,65
miliardi (applicando un tasso
dell’1,75%). Per la
ricostruzione pubblica lo
stanziamento pluriennale (fino
al 2020) somma un miliardo.
A queste risorse si aggiungono
300 milioni di programmi
regionali 2014-2020 delle
quattro regioni interessate. La
dote attualmente a
disposizione del Commissario
Errani è di 200 milioni
La possibilità di attestare una
situazione attraverso una
perizia asseverata (non
giurata) da parte di un
professionista abilitato è
prevista in diversi casi. Per
esempio per attestare il nesso
di causalità tra sisma e danno
nel caso di edifici privati
(residenziali o produttivi)
esterni all’area del “cratere”
(ma in una delle quattro
regioni). La perizia
asseverata può anche
attestare i danni a beni mobili
strumentali alle attività
economiche e produttive di
qualsiasi tipo. Può attestare
inoltre l’agibilità sismica
dell’edificio lievemente
danneggiato (una volta che
sia stato riparato).
TV
I canali della Sony
verso il digitale
Andrea Biondiu pagina 20
Lavoro
FCA
Cassino, 500 operai
da Pomigliano
Filomena Grecou pagina 21
RINNOVI
Accordo autoscuole:
60 euro di aumento
Cristina Casadeiu pagina 21
AMMORTIZZATORI
In calo la Cigs
ma sale l’ordinaria
Claudio Tucciu pagina 21
SU INTERNET
Made in Italy / 1
COMMESSE ESTERE
Impresa friulana
rifà il «trucco»
alla Sorbona
Made in Italy / 2
AGROALIMENTARE
Un accordo
per la mostarda
tutta italiana
18
Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
La questione industriale
Sviluppo del territorio e attrazione d’investimenti
«Divertor Tokamak» nasce su impulso dell’Enea e occuperà
270 addetti per la costruzione e 500 per la sperimentazione
LE IMPRESE
Il Piemonte punta sul nucleare
Ceramica. Passaggio generazionale difficile
Messo a punto un progetto di ricerca da 500 milioni (con una ricaduta di 2 miliardi)
PIEMONTE
Augusto Grandi
TORINO
pBasteranno 100 litri d’ac-
qua e un etto di litio per assicurare, per un intero anno, l’energia sufficiente per 3mila persone. Il sogno della fusione nucleare, da non confondere con la
fissione, potrebbe presto diventare realtà, partendo da un
polo scientifico-tecnologico
con sede in Piemonte.
Il progetto, presentato ieri all’Unione industriale di Torino,
vale 500milioni di euro di investimento, con una ricaduta di
2miliardi sul territorio. Si chiama DTT, Divertor Tokamak
Test facility e nasce su impulso
dell’Enea con la collaborazione
della Regione Piemonte e dell’Unione Industriale. L’obiettivo è la realizzazione, nell’arco
di 7 anni, di una infrastruttura
strategica di ricerca sulla fusione nucleare con lo sviluppo di
tecnologie innovative per la
competitività dell’industria
nazionale.
L’iniziativa rientra tra i progetti internazionali di ricerca
sulla fusione nucleare, come
Iter, International Experimental Reactor e Broader Approach che già vedono la presenza
di Enea tra i leader.
Ma riuscire a portare in Italia
questi 500 milioni di investimenti per l’esperimento internazionale diventa fondamentale per non perdere l’ennesimo treno. Per questo, Sergio
Chiamparino, presidente della
Regione Piemonte, ha spiegato
che è necessaria una azione di
lobby democratica per convincere rapidamente il governo
italiano a candidarsi per ospitare la nuova struttura, anche
perché le candidature internazionali non mancano.
A Iter partecipano, infatti,
anche Cina, Giappone, Russia,
India, Corea del Sud, Stati
I FINANZIAMENTI
Tra i soggetti finanziatori
dovrebbero esserci Mise,
Miur, Bei, i laboratori
coinvolti, la Regione
Piemonte, Eurofusion
LA PAROLA
CHIAVE
Fusione nucleare
7La fusione nucleare è il
processo che alimenta il sole e le
stelle ed è prodotta combinando
nuclei leggeri, come isotopi di
idrogeno, portati a temperature
estremamente elevate (più di
100milioni di gradi in
laboratorio). Non produce CO2
né, a differenza della fissione
nucleare, scorie radioattive e si
può ottenere dal deuterio
(presente nell’acqua di mare) e
dal litio (ricavabile dalle rocce e
dagli oceani). È sicura perché
non sono possibili reazioni a
catena.
Uniti e Unione Europea attraverso Iter Organization con
sede a Cadarache, in Francia,
dove è già in costruzione un
reattore di 23mila tonnellate
che dovrà dimostrare la fattibilità della produzione di
energia da fusione.
Complessivamente, il progetto Iter impegna oltre 20 miliardi di euro, dei quali 6,6 miliardi destinati all’industria europea. Mentre Broader Approach è l’accordo tra Europa e
Giappone sempre relativo alla
ricerca sulla fusione.
Federico Testa, presidente
dell’Enea, ha sottolineato che, a
fronte di una precisa volontà
politica, il nodo delle risorse
non sarebbe un grande problema. Circa 250 milioni deriverebbero da un prestito erogato
tramite il piano Juncker o dalla
Bei. E sarebbero ripagati in 25
anni, grazie anche ai finanziamenti previsti da Eurofusion
per la manutenzione degli impianti. Nessun problema neppure sui 30 milioni di euro messi a disposizione dai laboratori
coinvolti e per altri 30 milioni di
contributo cinese. Chiamparino ha assicurato il sostegno regionale, e potrebbe valere 15
milioni. Da Eurofusion arriverebbero 60 milioni e dall’Agenzia per la coesione territoriale
altri 35 milioni a partire dal 2019.
Mancherebbero 40 milioni
del Mise, da ottenere con la
proroga del finanziamento Ricerca sistema elettrico. Mentre 40 milioni potrebbero arrivare dal Miur. Che, da anni, ha
80 milioni inutilizzati, destinati al progetto Ignitor da realizzare in Russia con la collabora-
zione di Mosca. Non se n’è fatto nulla e la Russia partecipa
anche a Iter.
L’importante, però, è non
perdere tempo. Il Piemonte
mette a disposizione - come ha
ricordato Dario Gallina, presidente degli industriali torinesi un sistema industriale d’avanguardia, con numerose aziende
che operano proprio in questi
ambiti e che hanno ottenuto i
due terzi delle commesse vinte
dall’Italia per Iter, per un totale
di circa 1 miliardo di euro. Inoltre il Piemonte può contare su
poli di ricerca come quelli del
Politecnico e dell’Università e
ha già individuato nell’area di
Casale Monferrato la località
dove collocare la struttura. Che
occuperà almeno 270 addetti
per la costruzione e 500 per la
sperimentazione. Ma si aggiungeranno, rispettivamente,
altri 350 e 750 posti nell’indotto
terziario. La gestione dell’impianto si protrarrà per almeno
25 anni e richiederà almeno 15
milioni di euro l’anno per manutenzioni, materiali di consumo, spese di approvvigionamento. Oltre alle ricadute sull’indotto e sul territorio per la
presenza dello staff tecnicoscientifico.
Quanto all’inquinamento, il
direttore del dipartimento fusione dell’Enea, Aldo Pizzuto,
assicura che sarà nullo. Non ci
saranno le scorie prodotte dalla
fissione perché la fusione produrrà solo elio, il gas utilizzato
per gonfiare i palloncini. E anche il consumo del suolo sarà limitato perché la struttura occuperà soltanto 3 ettari.
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EMILIA
ROMAGNA
Ilaria Vesentini
FIORANO MODENESE (MO)
pA.A.A. cercansi partner in-
A Torino. La presentazione del progetto ieri all’Unione industriale
L’impatto del progetto
DTT FINANZIABILE SENZA GRAVARE SUL BILANCIO PUBBLICO
Finanziamenti in milioni di euro
Prestito, piano Junker, BEI/Innofin
Ag. Coesione Territoriale (dal 2019)
35
250
EUROfusion
Laboratori coinvolti
60
MIUR
30
Contrib. in natura da partner Cinesi
40
30
Risorse regionali
MISE
15
40
DTT: ALTISSIMO RITORNO SOCIO-ECONOMICO
Numero di posti, totale per anno
Personale diretto
Indotto
Operazione
(25 anni)
Costruzione
(7 anni)
1.250
620
120 150
350
Indotto Terziario
250
250
Sperimentazione
(25 anni)
150
750
150
Fonte: Enea
La storia. La canavesana Euroconnection, al record di ricavi, investe 5 milioni per un nuovo sito automatizzato
Impianti 4.0 per i cablaggi hi-tech
Luca Orlando
MILANO
p«Per fortuna siamo pron-
ti, diversamente sarebbe un
guaio: qui tra un mese saremmo saturi».
Problemi relativi, quelli di
Michele Bardus, alla prese
con una crescita a doppia cifra che porta Euroconnection, la società che presiede,
al nuovo record di ricavi, 17
milioni di euro nell’aggregato
di gruppo.
Uno sviluppo che l’imprenditore ha deciso di assecondare e favorire varando
un investimento da cinque
milioni per un nuovo impianto, in grado non solo di più
che raddoppiare gli spazi a disposizione ma anche di modificare radicalmente le tecnologie utilizzate.
L’azienda piemontese, nata
nel 1996 alle porte di Ivrea, 70
addetti, produce cablaggi per
automazione industriale,
connessioni che si concentrano soprattutto negli ambiti
“speciali”, referenze ad hoc
L’IMPRENDITORE
Michele Bardus: «Upgrade
necessario per proseguire
la crescita e rilanciare
la nostra competitività:
con la flessibilità sfidiamo i big»
del resto necessarie per smarcarsi dalla concorrenza dei
colossi del settore, inevitabilmente più efficienti nelle produzioni ad alto volume e in
prevalenza standardizzate.
«Produrre cablaggi standard ha senso solo nei paesi a
basso costo del lavoro - spiega
l’imprenditore - mentre noi
dobbiamo essere bravi a gestire prodotti sartoriali in lotti
minimi, anche pochi metri di
cablaggio - riattrezzando la linea in tempi rapidi e gestendo
la complessità legata alla proliferazione dei codici, sia in
entrata che in uscita».
Per questo l’azienda ha deciso di puntare con decisione
sull’automazione, investendo
cinque milioni di euro in un
nuovo impianto da 5mila metri quadri, un nuovo magazzino automatico, un software ad
hoc in grado di automatizzare
ogni procedura, dal carico degli ordini all’emissione della
bolla di vendita.
«Qualche anno fa, quando
ho deciso di investire - aggiunge Bardus - ho ricevuto
numerosi consigli in senso
opposto ma sono contento di
aver insistito perchè la complessità da gestire è rilevante:
abbiamo 39mila codici in acquisto, produciamo migliaia
di cavi diversi, abbiamo 330
clienti, alcuni dei quali acquistano poche decine di migliaia di euro di prodotto. Ma in
questo modo, grazie alle nuove tecnologie e all’inserimento di metodiche 4.0, riusciamo ad azzerare gli errori
umani migliorando la nostra
competitività».
Nel 2009, quando i ricavi
dell’azienda crollarono del
40% a 4,4 milioni era in effetti
difficile avere fiducia nel futuro e pensare ad un ampliamento produttivo.
Da allora però il percorso di
crescita è stato continuo, con
vendite di Euroconnection
più che triplicate a 14 milioni,
Il gruppo System
cerca un partner
L’AZIENDA
17 milioni
Ricavi record
Nel momento più buio
del 2009 Euroconnection
vide crollare del 40% le
vendite, ora più che triplicate.
Determinante la crescita
all’estero, con i ricavi
realizzati oltreconfine
che ora valgono il 40%
del fatturato
5 milioni
Il nuovo investimento
La necessità di gestire migliaia
di codici diversi nei cablaggi
speciali per l’ndustria
ha spinto l’azienda ad
investire in nuove tecnologie
4.0, automatizzando il
processo produttivo e
inserendo una tracciabilità
totale dei singoli lotti. Nel
2017 si prevedono 15-20
nuove assunzioni
che salgono a 17 considerando
anche l’altra società del gruppo, crescita in gran parte legata allo sviluppo dell’export,
arrivato al 40% del fatturato.
L’investimento per l’ampliamento produttivo è stato
realizzato sfruttando i benefici della Sabatini bis e non si
escludono ora nuovi round di
investimenti, sfruttando sia le
normative di incentivazione
(iperammortamento) che il
ridotto livello dei tassi.
«Se dovessimo andare in
banca - aggiunge Bardus spunteremmo al momento
tassi inferiori all’1%, il costo
del denaro non è certo un problema. Gli investimenti continueranno, ad esempio in ricerca e progettazione mentre
dal lato dell’hardware e dei
processi abbiamo ora tutte le
condizioni per affrontare in
modo sereno il trend di crescita: penso che l’anno prossimo
questo si tradurrà in 15-20
nuove assunzioni».
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dustriali internazionali con lungimiranti progetti di investimento in Emilia cui cedere separatamente le divisioni in forte
crescita del gruppo System. Non
sarà mai pubblicato, ma suonerebbecosìl’annuncioribaditoieri a gran voce dal patron Franco
Stefani, dopo 50 anni di successi
imprenditoriali nell’automazione industriale - dagli impianti
per ceramica a quelli per packaging e logistica - e davanti il problema del passaggio generazionale, in assenza di discendenti
cui passare il testimone del comando e in presenza, per contro,
di un’innata idiosincrasia per
Borsa, fondi di private equity e
investitori finanziari.
«Lo standing cui ambisco va
da Krones in su», precisa l’ingegnere-archimede modenese,
che già a 16 anni (oggi ne ha 75)
sperimentava i primi sistemi
elettronici applicati all’automazione, più di mezzo secolo prima
che il 4.0 fosse di moda. Krones, il
colosso tedesco dell’imbottigliamento e dell’intralogistica (oltre
3 miliardi di euro di fatturato e
13mila dipendenti) ha rilevato lo
scorso giugno il 60% di System
Logistics, una delle sei società del
gruppo fondato da Stefani, che si
è tenuto il 40% delle azioni per
garantire continuità strategica
«e per divertirmi ancora lavorando12orealgiornoinazienda»,
ammette. Intanto si prepara a
chiudere un altro bilancio record: +18% il giro d’affari consolidato nel 2016, oltre quota 440 milioni di euro (al netto di System
Logistics), per l’85% export, con
1.740 dipendenti e 36 società controllate in 25 Paesi.
«Krones è una palestra che ci
sta aprendo uno scenario mondiale molto più grande di quello
ceramico in cui siamo cresciuti e
sta valorizzando il territorio
emiliano. Se come Krones ci sono altre multinazionali industriali – sottolinea Stefani – interessate a Modula, Laminam e
Ceramics (le altre tre principali
società, ndr) e quindi a investire
qui garantendo continuità e sviluppo, si facciano avanti. Per me
non è una questione di moltiplicatori». Nel frattempo System
non sta con le mani in mano: superano i 100 milioni di euro gli investimenti in dirittura d’arrivo e
in corso. E altri 40 milioni di euro
sono in rampa di lancio nella storica sede di Fiorano Modenese,
per un nuovo stabilimento specializzato in impianti per grandi
magazzini. «Appena mi danno le
licenze io sono pronto a partire»,
assicura Stefani, mai polemico
verso l’italica burocrazia. A Casalgrande, nel Reggiano, brinde-
rà domani ai 70mila metri quadrati di nuovi capannoni, 30 milioni di euro di investimenti tra
Modula (soluzioni hi-tech per
magazzini verticali) e Nuova Era
(automazione per ceramica). In
Russia Stefani inaugurerà a fine
marzo 2017 il nuovo sito Laminam (enormi lastre ceramiche di
minimo spessore) di Balabanovo, altri 20 milioni di euro di investimentodopoi50milioniportati
sull’Appennino parmense, a
Borgotaro, per l’avanguardistica
fabbrica 4.0 aperta lo scorso settembre. «E in Val di Taro stiamo
progettando noi il nuovo scalo
L’OPERAZIONE
Il modello è l’operazione
fatta con i tedeschi di Krones
che hanno rilevato
il 60% di System Logistics
una delle sei società del gruppo
merci ferroviario (le Fs non hanno i soldi), un’infrastruttura da 10
milioni di euro indispensabile
per movimentare le lastre», aggiunge il presidente. E racconta
di cantieri in Cina, India, Iran,
Dubai e di crescite del business a
due cifre ai due estremi del globo:
«Chiuderemo l’anno con un
+25%inCina,nonostantecisiacapacità produttiva ferma per 4 miliardi di mq di piastrelle (su 10 miliardi di mq di parco macchine installato). E dagli Usa abbiamo appena portato a casa un contratto
da 40 milioni di dollari con il
gruppo Constellation. Il segreto?
Vendiamo solo altissima tecnologia e innovazione».
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I NUMERI
30%
Il trend 2016 di Laminam
Il giovane marchio del gruppo
System per la produzione di lastre
ceramiche enormi e sottilissime
ha chiuso il 2015 a 50 milioni di
fatturato , l’80% export. Su un
consolidato di gruppo di 440
milioni, per l’85% legato ai
mercati esteri. Dopo aver aperto
lo scorso settembre la fabbrica
all’avanguardia 4.0 di Borgotaro
(Parma) Laminam inaugurerà un
nuovo sito in Russia a fine marzo
2017
150 milioni
Fatturato Modula al 2018
In forte crescita anche la divisione
System dedicata all’intralogistica
per lo sviluppo di magazzini
automatici verticali: dopo il sito
nel Maine (Usa) aperto nel 2015,
System sta completando 15
milioni di investimento a Suzhou
(Cina) e inaugurerà domani il
nuovo impianto di Casalgrande
(altri 15 milioni di euro)
Impresa & territori 19
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
La questione industriale
Obiettivi
L’associazione degli industriali spinge l’acceleratore
sulla digitalizzazione, soprattutto per le imprese meno strutturate
LE IMPRESE
Brescia, i grandi gruppi
oltre la crisi del 2007
Bene investimenti, ricavi e occupazione, cala la Cig
LOMBARDIA
Matteo Meneghello
BRESCIA
p«Forse siamo arrivati al giro
di boa: c’è indubbiamente un’inversione di tendenza, che si sta
confermando da numerosi trimestri». Marco Bonometti, presidente dell’Associazione industriale bresciana archivia un altro anno di recupero - l’ultimo
del suo mandato, l’estate prossi-
GAP RECUPERATO
Restano da risolvere i nodi
infrastrutturali,
il tasso di disoccupazione
resta alto, ma l’export
continua a crescere
ma passerà la mano al suo successore - per l’industria locale.
L’occupazione e gli investimenti tengono, cassa integrazione e fallimenti calano. I risultati
non sono uguali per tutte le
aziende e in molti ambiti il gap
con gli anni pre-crisi sono ancora evidenti, ma c’è uno zoccolo
duro di realtà internazionalizzate che è tornato a correre, superando i record di quasi un decennio fa. A questo dato si aggiunge
un quadro «di sistema» in lenta
ma sensibile evoluzione, nonostante i nodi infrastrutturali (si
attendono il rilancio dell’aeroporto di Montichiari, avvio dei
cantieri dell’autostrada della
Valtrompia ma soprattutto si
cerca un futuro per il centro fiera) restino ancora in gran parte
da sciogliere. Un solo rammarico, nell’ideale bilancio di fine
mandato (ma per quello c’è tempo fino all’estate dell’anno prossimo) della giunta Bonometti:
«Avrei voluto consolidare di più
la base associativa - spiega -: abbiamo fatto tanto, ma ci sono ancora potenzialità». Allo stesso
modo, a livello nazionale, «Confindustria ha bisogno di essere
riorganizzata» ha ricordato il
presidente di Aib, che in primavera si era proposto per il rinnovo del vertice nazionale.
Lasciate alle spalle le incertezze registrate nel 2012, da almeno un triennio la ripresa a
Brescia si è incanalata su binari
concreti. Alla fine dell’anno la
crescita della produzione sarà
del 3,2-3,5 per cento, il tasso di
utilizzo degli impianti è salito al
75%, per la prima volta da molti
anni il trend dei fallimenti è in
calo (-14%). Positivo anche il bilancio del mercato del lavoro:
nonostante il venir meno delle
agevolazioni previste dal Governo Renzi, nel 2016 il saldo tra
avviamenti e cessazioni è rimasto positivo (+325 unità), lontano
dai valori del biennio 2014-2015,
ma al di sopra del dato del 2012 e
del 2013; si sgonfia inoltre la cassa integrazione (-32,2% nell’industria rispetto al 2015). Frena la
corsa delle esportazioni (-1,5%
nei primi nove mesi dell’anno rispetto all’anno scorso), che resta però a quota 10,825 miliardi.
«La produzione è comunque aumentata - minimizza a questo
proposito Bonometti -, c’è un
tasso di esportazione indiretta
che non viene misurato, legato ai
prodotti venduti all’estero da
clienti di aziende bresciane».
La ripresa è particolarmente
evidente nella «testa di ponte»
dell’economia bresciana, vale a
dire i 60 principali gruppi industriali del territorio. Realtà bandiera del quarto capitalismo, fortemente internazionalizzate,
che negli ultimi anni hanno saputo investire e riposizionarsi.
L’anno scorso i gruppi industriali bresciani hanno definitivamente recuperato il gap perso rispetto al 2007 in termini di ricavi.
Gli ultimi bilanci ufficialmente
depositati, base dell’analisi del
centro studi Aib, hanno mostrato un recupero più lento rispetto
agli anni passati, ma sufficiente
per riportare il dato complessivo
in terreno positivo nel confronto
con i parametri di inizio crisi.
Nel 2015, in particolare, le
vendite sono cresciute del 2,6%
rispetto all’esercizio precedente, consolidando la dinamica
emersa negli anni passati. Non
hanno risentito della crisi, invece, occupazione e investimenti.
Nel periodo 2007-2015, in particolare, l’occupazione (calcolata
sulle 60 imprese bresciane «capogruppo-operative») ha tenu-
to, a fronte di un calo pari a circa
il 14% nel settore manifatturiero
provinciale (anni 2007-2014). È
rimasta elevata anche la propensione a investire: nel 2015 ha
raggiunto il valore più elevato
dal 2009.
«Si tratta di realtà che in questi anni hanno assunto decisioni
cruciali per reagire alle difficoltà - spiega Paolo Streparava, vicepresidente con delega all’Economia -, hanno seguito un
percorso di crescita, interpretando in maniera corretta il
nuovo quadro globale del mercato, che viene spesso, erroneamente, liquidato semplicemente con la parola crisi. Questa ricetta non è universale e non vale
per tutti, ma l’associazione lavora per fornire alle aziende gli
strumenti idonei ad affrontare il
nuovo quadro globale».
I dati generali evidenziano ,
come detto, un gap ancora pesante rispetto ai dati pre-crisi: la
produzione industriale accusa
un ritardo del 25% rispetto al
2009 e anche il tasso di disoccupazione resta elevato. Per recuperare il terreno perso l’Aib vuole spingere l’acceleratore sui
servizi alle imprese (gli associati
in quattro anni sono passati da
1.164 a 1.303) e sulla digitalizzazione, «indicando una guida
chiara - spiega Bonometti - alle
aziende meno strutturate, che
non possono permettersi di partecipare alla rivoluzione 4.0 in
prima linea».
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Agroindustria. A gennaio la quotazione parte a 37 centesimi al litro, ad aprile arriva a 39
Accordo sul prezzo del latte
tra gli allevatori e Italatte
Roberto Iotti
MILANO
pNel 2017 il prezzo del latte alla
stalla registrerà incrementi che ricalcano l’andamento del mercato,
entrato in una fase più positiva dopoquasidueannididiscesasottola
soglia dei costi di produzione.
Questo grazie all’importante acIL MECCANISMO
Per la determinazione
del valore saranno presi
come riferimento
il mercato lombardo
e il valore del Grana Padano
cordo annunciato ieri dalla
Coldiretti e dalle altre organizzazioni agricole e cooperative.
L’intesa è stata siglata con Italatte che fa capo al gruppo Lactalis
conimarchiParmalat,Galbani,Invernizzi e Cademartori, la più importante industrie casearie a livello nazionale. Prevede una quota-
zione minima di 37 centesimi al litro a gennaio, che salirà a 38
centesimiafebbraioperarrivareai
39 centesimi di marzo e aprile, comepuntodiriferimentoilmercato
lombardo.«L’accordo–sottolinea
la Coldiretti -viene esteso anche a
quei contratti già siglati e che sarebberoscadutiamarzo2017.Inoltre, per la definizione del prezzo
cambia il sistema di indicizzazione nel quale viene inserito, per una
quota del 30%, anche il valore del
Grana Padano che diventa uno dei
parametribase.Siterràcontodella
quotazione formulata su questa
indicizzazione solo se sarà superiore al prezzo minimo stabilito
nell’accordo».
«Rispetto allo scorso anno – aggiunge la Coldiretti – gli allevatori
non saranno più costretti a limitare la quantità munta in base agli accordi di ritiro, ma dovranno solo
comunicare la produzione stimatanel2017».L’accordoprevedepoi
che a scadenza venga subito aperto un tavolo di confronto per stabilire il prezzo nei mesi successivi. Il
I NUMERI
37 cent
Il prezzo di partenza
A gennaio la quotazione del
latto sarà di 37 centesimi al
litro per salire a 38 a febbraio e
a 39 a marzo e aprile. Il mercato
di riferimento per la quotazione
sarà quello lombardo, dove è
concentrata la gran parte della
produzione lattiera italiana
30%
Quota riferita al Grana Padano
Per determinare il prezzo da
applicare alla stalla, oltre al
mercato lombardo, le
organizzazioni dei produttori e
Italatte (gruppo Lactalis,
marchi Parmalat, Galbani,
Invernizze e Cademartori)
prenderanno come riferimento
le quotazioni del Grana
Padano, per una quota del 30%
del prezzo finale del latte.
valore del latte in Lombardia è uno
strategico punto di riferimento
per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombardesimungepiùdel40%ditutto
il prodotto italiano.
«Questa intesa – afferma Ettore
Prandini,vicepresidentenazionale di Coldiretti – rappresenta un risultato importante che rimette al
centro il comparto zootecnico lattiero-caseario e offre finalmente
una prospettiva positiva su un
prezzo non in calo ma stavolta in
aumento». «Trovo positivo l’accordo sul prezzo del latte perché è
la dimostrazione che la linea promossa da Regione Lombardia è
stata vincente sia per la volontà di
coinvolgere gli allevatori e creare
un fronte compatto di trattativa
con l’industria sia per l’indicizzazione del prezzo, che non era mai
stata applicata finora sui conferimenti di latte Made in Italy», dice
l’assessorre regionale all’Agricoltura Gianni Fava. E aggiunge:
«Non era mai accaduto che venisse applicato il meccanismo di indicizzazione su un prodotto a marchio Dop come il Grana Padano, il
cui valore di mercato inciderà sui
listini per il 30%, mentre il restante
70% sarà legato alla media del latte
dei 28 Paesi Ue».
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Export. La controllata di Cdp sottoscrive un aumento di capitale finalizzato alla crescita all’estero
Simest finanzia Casalasco
Emanuele Scarci
MILANO
pSimest inietta 15 milioni di
euro nel motore di Pomì per
crescere all’estero.
La società pubblica del gruppo
Cdp entra nel capitale del Consorzio casalasco del pomodoro
(con sede in provincia di Cremona), big tricolore nella coltivazione e confezionamento di
conserve di pomodoro, sughi,
condimenti, succhi e the. È proprietaria del marchio Pomì.
Simest spiega che «l’operazione, che riguarda l’aumento
di capitale sociale del Consorzio per 15 milioni di euro (attualmente rappresenta circa il
25% delle quote) interamente
sottoscritto da Simest, è diretta
a sostenere un ampio programma di investimenti su prodotti,
processi e impianti tutti finalizzati allo sviluppo dei mercati
esteri dalle forti potenzialità, in
particolare Nord America,
Asia e Medio oriente».
Per Costantino Vaia, dg del
Consorzio casalasco «Simest è
un partner ideale, di lungo periodo: l’intesa è per 8 anni. Gli investimenti saranno concentrati sui processi e le tecnologie
produttive in Italia e svilupperemo la commercializzazione
sui mercati esteri». Il manager
stima in 15-18 milioni gli investimenti annuali realizzati.
Il Consorzio casalasco associa 370 aziende agricole attive
nel pomodoro da industria con
stabilimenti a Cremona, Piacenza e Parma e 1.300 addetti.
L’anno scorso ha acquisito la
Cooperativa Arp, con fusione
pienamente operativa dal gennaio 2015. «Le sinergie produttive e commerciali con Arp sottolinea Vaia - si attiveranno
pienamente solo nel 2016. Con
un recupero importante di
marginalità sia per la riduzione
dei costi fissi sia per il miglioramento del primo margine». Il
consolidato 2015 registra un fatturato netto di 262 milioni contro i 217 dell’esercizio precedente (senza Arp), un Ebitda di
26 milioni (21) e un utile di 1,5
milioni (1,3). Il consolidato
comprende anche la controllata Pomì Usa, ma il 65% della
produzione è destinata all’estero. Il gruppo cooperativo è molto attivo nelle produzioni per
conto terzi, anche all’estero.
Nel 2015 il Consorzio casalasco evidenziava debiti verso
banche per 141 milioni (dai 115
dell’esercizio precedente), di
cui circa 47 a breve. A fronte di
un patrimonio netto di 85 milioni e liquidità per 6,5 milioni.
«Simest non è entrata per allentare la tensione finanziaria - assicura Vaia -. L’anno scorso si
sono aggiunti i debiti di Arp ma
sono sostenibili. Prova ne è che
le banche ci accordano linee di
credito autoliquidanti a breve
per 110 milioni e ne utilizziamo
appena 30-35 milioni».
In Italia il mercato di polpe e
passate è in profonda crisi: nel
2015 la flessione, a valore e a volume, è stata del 4-5%. Quest’anno si è ridotta del’1-2%. Il
gruppo però compensa con la
crescita dell’export e «quest’anno - conclude Vaia - realizzeremo un fatturato in linea
con il 2015».
Aziende in campo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com
L’investimento. La nuova sede del «Guido Carli»
L’andamento
12.000
10.825
7.251
COMMERCIO
ESTERO
Gen/set
In mln di euro
Export
Import
8.000
5.960
4.000
BRESCIA
3.942
pUn
0
2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
110
102,1
85,7
RICAVI
Anno
2007=100
96,5
95
100,6
69,1
98,2
69,1
80
65
2009 2010
2011
2012
2013
2015
19,7
20,0
18,8
17,5
2014
22,2%
22,5
INVESTIMENTI/
VALORE
AGGIUNTO
Valori %
Un liceo ad hoc
per formare
i dirigenti del futuro
18,3
16,8%
16,5
16,8
15,0
2009 2010 2011
Fonte: elaborazione Centro Studi AIB su dati Istat
2012 2013 2014 2015
investimento sulla
classe dirigente bresciana
del futuro. Con questa convinzione l’Associazione bresciana industriale ha concretizzato in questi anni l’idea di
una scuola proiettata verso i
mercati internazionali, con
un’offerta formativa innovativa. Il «Liceo internazionale
per l’impresa Guido Carli»
trova oggi una sede autonoma, in un’area complessiva
di 5.860 metri quadrati, di cui
3.915 coperti e 3.900 scoperti,
rilevati dall’Aib a questo scopo. Alle 12 aule (nelle quali gli
studenti si sono trasferiti con
l’avvio dell’anno scolastico
2016-17) si affiancano tre laboratori, una biblioteca, una
palestra di 330 metri quadrati
e una mensa, oltre ai locali
amministrativi.
La cerimonia di inaugurazione di questo pomeriggio
(15.30) - alla quale parteciperà Paola Artioli, presidente
della fondazione Aib e vicepresidente Aib con delega all’Education - è il coronamento di un percorso avviato
quasi sette anni fa dal past
president di Aib, Giancarlo
Dallera, con il debutto ufficiale del corso di studi avvenuto nel 2012.
L’offerta formativa, in linea con i percorsi delle
scuole italiane all’estero, è
articolata già da tempo sui
quattro anni (il Guido Carli è
stata una delle prime realtà
italiane a scegliere questo ti-
po di percorso). La didattica
ricorre a nuove metodologie, quali l’apprendimento
cooperativo, privilegiando
il learning by doing rispetto
alla tradizionale lezione
frontale.
«Il primo biennio - spiegano i responsabili del progetto
è unico, articolato per quattro aree: linguistica, umanistico-letteraria, logisticomatematica, scientifica,
scienze umane». Alcune discipline sono insegnate in inglese già dal primo anno, è
prevista una seconda lingua
europea obbligatoria e una
terza lingua opzionale pomeridiana (a scelta tra cinese, giapponese e russo).
«Il secondo biennio - aggiungono da Aib - prevede
tre opzioni: scientifico,
classico ed economico-sociale. Le aree progettuali
prioritarie sono l’internazionalizzazione, l’innovazione nella didattica digitale, l’integrazione didattica».
Parte integrante dell’offerta
formativa sono la formazione in azienda, le visite ad
aziende bresciane, le attività di volontariato.
«Il nostro liceo ora ha una
struttura adeguata - ha spiegato ieri il presidente di Aib,
Marco Bonometti -: la formazione a questo livello
rappresenta il futuro del territorio, è un tema che non va
sottovalutato».
M. Me.
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20 Impresa & territori
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
Riqualificazioni. Investimento da 140 milioni per il nuovo centro commerciale costruito al posto della fabbrica tessile Mcm
Salerno fa rivivere Le Cotoniere
A Fratte sono partiti anche i lavori per il recupero dell’Ecobusiness Center
CAMPANIA
Vera Viola
SALERNO
pDove una volta c’era la fabbri-
ca tessile pubblica di Mcm, nell’ex area industriale di Salerno, a
Fratte, oggi sorge, e da pochi giorni ha aperto le porte, il mega centro Commerciale “Le Cotoniere”. Chiaro il richiamo alle origini
della nuova struttura che vanta
grandi numeri: 42mila mq di gallerie per cento negozi, distribuiti
su tre livelli, un’area parcheggio
per 2.750 auto su sette livelli,
33mila mq a verde tra parco pubblico e quello del Centro, una
piazza di 5.000 mq aperta alla città. Insomma, grandi numeri e dimensioni. Anche quelli sull’occupazione pari a mille persone.
Tutto ciò è stato realizzato con
un investimento di 140 milioni,
interamente privato, della società Le Cotoniere Spa in cui sono
presenti la famiglia dell’imprenditore Gianni Lettieri e Unicredit
con una quota del 33%.
Figura cardine del progetto è
quella di Gianni Lettieri, imprenditore e politico campano che
nell’ultima tornata elettorale ha
corso contro il sindaco De Magistris per la poltrona del primo cittadino. Lettieri,che inizia la sua
esperienza di imprenditore nel
settore tessile, nel 1990 si aggiu-
FONDI PRIVATI
I capitali sono della società
Le Cotoniere Spa
in cui sono presenti la famiglia
dell’imprenditore Gianni Lettieri
e Unicredit con il 33%
dica gli stabilimenti della Mcm di
Fratte e di Angri al prezzo di 9 miliardi di vecchie lire. Acquisendoli dall’Eni che, a sua volta nel
1970 aveva acquistato dal Banco
di Napoli le storiche fabbriche risalenti ai primi dell’800. Lettieri
investe 50 miliardi di vecchie lire
e avvia la produzione di tessuti.
Ma le due fabbriche, essendo po-
sizionate nel centro delle due città (Salerno e Angri), sono causa
di grave disagio per la produzione, i trasporti e soprattutto per i
cittadini. Il Comune di Salerno,
allora guidato dall’attuale governatore della Campania, Vincenzo De Luca, incalzato dalle proteste dei cittadini, propone la delocalizzazione della produzione e
punta a riqualificare l’area industriale favorendo l’insediamento
di centri commerciali: c’è già la
Coop che si propone.
In sintesi, De Luca propone a
Lettieri, che intanto ha ceduto all’imprenditore del pomodoro
Antonino Russo la fabbrica di
Angri, di trasferire la produzione tessile da Fratte in una zona
industriale per lasciare spazio al
commercio. Lettieri accetta.
L’accordo firmato con il comune
e con i sindacati locali prevede
che, l’industriale napoletano si
faccia carico in prima persona
della riqualificazione dell’ex
Mcm di Fratte. Alla società il Comune chiede tra l’altro l’ampliamento della strada di accesso, via
dei Greci, una rotonda, un par-
cheggio: in totale oneri di urbanizzazione e accessori per 30 milioni. L’operazione parte, ma viene presto frenata da un’indagine
della magistratura: si ipotizzano
reati di truffa e abuso d’ufficio a
carico di Gianni Lettieri e di Vincenzo De Luca. Poi entrambi
vengono assolti in primo grado
perchè “il fatto non sussiste”.
Gli anni passano, la riqualificazione di Fratte sembra sia diventata una delle tante incompiute di
un territorio che fatica a portare a
termine i suoi progetti. A fine 2016
invece il centro “Le Cotoniere”,
affidato in gestione alla multinazionale del settore Cbre, apre i
battenti. E ottiene subito una significativa risposta di pubblico.
«Registriamo una media di
30mila presenze al giorno - racconta Lettieri - con punte di
45mila». Lettieri, che guida anche
Atitech, ha avviato nel Salernitano una nuova riqualificazione: sono appena partiti i lavori dell’Ecobusiness Center con un investimento di 28 milioni. Ma questo è
un altro capitolo tutto da scrivere.
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LOMBARDIA
Sara Monaci
MILANO
pIl consiglio comunale di Mila-
no sblocca la costruzione del centro commerciale di Cascina Merlata, a ridosso del sito dell’Expo tra
Milano e Rho. E con questo passaggio, di fatto, prosegue il maxi
investimento da un miliardo previsto per la riqualificazione di tutta l’area da 500mila metri quadrati,
e dove probabilmente potrebbe
anche sorgere il campus universitario per le nuove facoltà scientifiche dell’università Statale di Milano, pronte a trasferirsi proprio nei
terreni dell’ex evento universale.
Ieri sono stati bocciati 6 dei 7
NEL FUTURO
La società Euromilano
ipotizza che tra 10 anni
vivranno qui 10mila persone
Ci sarà un mix di edilizia
convenzionata e libera
emendamenti proposti dall’opposizione a Palazzo Marino, che
puntavano soprattutto a bloccare
la delibera di giunta sulla variante
urbanistica finalizzata a trasformare l’iniziale progetto di una
struttura ricettiva in un centro
commerciale da 55 mila metri quadrati, funzionale a tutta la zona di
CascinaMerlata.Ildibattitopolitico è ruotato intorno agli oneri di
urbanizzazione che il Comune
dovrà intascare, inferiori di oltre
un milione nel caso di un centro
commerciale. Tant’è: per la maggioranza di centrosinistra il gioco
vale la candela. Lunedì è previsto il
voto definitivo in consiglio. Gli investimentiediliprevistiperCascina Merlata possono proseguire.
Il progetto del nuovo quartiere
è in mano a Euromilano - società
immobiliare partecipata da Intesa
sanpaolo, Prospettive urbane,
Brioschi sviluppo immobiliare e
Unipol assicurazione -, a cui l’amministrazione comunale chiese in
fretta di realizzare un parcheggio
vicino ad Expo poco prima che
l’evento iniziasse. Euromilano,
una volta chiusa la manifestazione, ha quindi proposto al Comune
L’inflazione risale
ma a novembre
si ferma a +0,1%
Emanuele Scarci
MILANO
pConsumi fiacchi e inflazio-
Gli interni. Il centro Le Cotoniere sorge nell’area industriale di Fratte
In cifre
42
1.000
mila
I metri quadri
L’estensione delle gallerie de Le
Cotoniere che conta cento negozi
Gli occupati
Gli addetti che sono stati assunti
dal centro commerciale
Urbanistica. Il consiglio comunale di Milano boccia gli emendamenti sulla riqualifica dell’area vicino al sito Expo: nel 2025 un nuovo quartiere con un miliardo di investimenti
Si sblocca il progetto di Cascina Merlata
Istat. La debolezza dei consumi raffredda i prezzi
il suo piano di riqualificazione,
vendendo intanto i primi 55mila
metri quadrati al fondo arabo Fazaw Abdulaziz al Hokair Group,
che realizzerà appunto il centro
commerciale della discordia.
Il nuovo quartiere, collocato
nella parte Nord Ovest di Milano,
si estende per circa 500mila metri
quadrati, di cui 120mila venduti alle cooperative per la costruzione
di edilizia convenzionata e altri
55mila conferiti ad un fondo che si
occupa di housing sociale. Altri
155mila metri quadrati verranno
lasciati per l’edilizia libera. Sorgerà anche un complesso scolastico
per i nuovi abitanti, che a regime
dovrebbero essere almeno
10mila. Il Comune dovrà a sua vol-
ta investire 14 milioni per rafforzare il trasporto pubblico.
Si prevede che nel 2020 il quartiere sarà pronto per il 70%, e che
nel 2025 sarà concluso. L’obiettivo
è creare qui la più grande area in
Italia energeticamente sostenibile, a emissioni zero.
Euromilano sta infine “dialogando” con i vertici di Arexpo, la
società proprietaria dei terreni di
Expo, che si occupa di realizzare
il centro di ricerca dello Human
Technopole e le facoltà scientifiche della Statale. L’arrivo di migliaia di studenti, docenti, ricercatori è certamente interessante
per i costruttori della nuova Cascina Merlata.
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ne a lumicino, anche se non più
negativa. A novembre l’indice
nazionale dei prezzi al consumo rilevato da Istat diminuisce
dello 0,1% su base mensile e registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre 2015. Trieste
è il capoluogo con i prezzi più
vivaci mentre Torino, Roma e
Potenza sono quelli con le maggiori variazioni negative. In deflazione le più grandi città italiane, Roma e Milano.
L’istituto di statistica conferma
così la stima preliminare e la lieve risalita dell’inflazione dal
-0,2% tendenziale di ottobre. Il
dato è altalenante intorno allo
zero ma è una situazione che
denota tutta la difficoltà di ripresa dei consumi in Italia.
Tant’è che a novembre l’inflazione acquisita per il 2016 risulta -0,2% (era -0,1 a ottobre). E il
dato medio annuale potrebbe
risultare negativo.
La lieve ripresa dei prezzi è
dovuta soprattutto ai servizi, tra
i quali spiccano la ripresa di
quelli ricreativi, culturali e quelli
per la cura della persona; mentre
accelerano i prezzi dei trasporti
(+0,9, da +0,6% di ottobre). Tra i
beni, contribuiscono al ritorno
in territorio positivo dell’inflazione sia i prezzi dei beni energetici non regolamentati (+0,3%,
da -0,9% di ottobre) sia quelli degli alimentari non lavorati
(+0,2%, da -0,4%), bilanciati però
dal rallentamento dei prezzi dei
beni durevoli (+0,2%, da +0,6%).
Debole i prezzi nel carrello
che comprende alimentari e
prodotti per la cura della casa e
della persona: aumentano dello
0,4% su base mensile e registrano una diminuzione dello 0,1%
su base annua.
Quanto ai dati territoriali, sono 10 su 19 i capoluoghi di regioni e province autonome nei quali si regista un aumento dei prez-
zi su base annua. Trieste segna
l’incremento più elevato
(+0,8%); seguono Venezia e Firenze (+0,6%). A Genova e Perugia (+0,1%) gli aumenti più
contenuti, con la prima che inverte la tendenza (era -0,1% a ottobre) e la seconda in ripresa
dalla variazione nulla del mese
precedente. Le maggiori diminuzioni dei prezzi si registrano
a Torino, Roma e Potenza
(-0,2% per tutte e tre), tutte in attenuazione rispetto al dato registrato a ottobre (era -0,3% a Torino e a Roma e -0,6% a Potenza). Seguono Milano e Ancona
(-0,1% per entrambe).
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CONFCOMMERCIO
A Natale
160 euro a testa
per i regali
pNon sarà un Natale auste-
ro: gli italiani infatti avranno
a disposizione un po' più di
reddito (grazie anche all'abolizione della Tasi sulla prima
abitazione), ma preferiranno
spendere la tredicesima per
casa, cibo e vacanze più che
per i regali ad amici e parenti.Questa la fotografia scattata dal centro studi Confcommercio sui consumi di dicembre e Natale.
Quest'anno il budget medio che gli italiani destineranno ai regali di Natale si aggira
infatti intorno ai 160 euro (164
per la precisione), in leggero
calo rispetto al 2015 (-1,2%),
ma ancora molto distante dai
livelli del 2009, quando a queste spese ognuno dedicava in
media 237 euro (con una differenza che in sette anni supera quindi il 30%).
MEDIA
In breve
CINEMA
In 11 mesi +7,7%
nelle sale italiane
Aspettando il periodo
natalizio, a un mese dalla
chiusura d’anno, il 2016 si
conferma per il cinema
italiano un anno di crescita.
I dati Audimovie, diffusi
oggi, relativi al periodo che
va dal 31 dicembre del 2015
al 30 novembre di
quest'anno, fanno
registrare un incremento
del 7,7% rispetto all’analogo
periodo del 2015. In tutto, le
presenze in sala sono state
94.362.329, di cui il 60,2%
(56.798.222) riconducibili
alle sale delle
concessionarie per le quali
Audimovie certifica le
presenze: Rai Pubblicità,
Moviemedia, Prs. Per
quanto riguarda le tipologie
di esercizio, in testa ci sono
i multiplex con 8 o più
schermi con il 55,7% dei
biglietti, seguiti dai 3-5
schermi con il 21%; dai 6-7
schermi con il 16,5%; dai 2
schermi con il 4,3%;
chiudono i monosala con il
2,5 per cento.
SERVIZIO PUBBLICO
Rai in campo
contro il bullismo
Si è concluso ieri sera, con
la quarta puntata, il primo
ciclo di #MaiPiuBullismo,
programma sulla
problematica del bullismo a
scuola, andato in onda in
seconda serata su Rai2 e
prodotto da Verve Media
Company in collaborazione
con il Miur. Nel programma
si sono utilizzate le
telecamere nascoste con
l’obiettivo di mostrare ai
ragazzi il disagio reale dei
loro compagni “vittime”.Il
format è in produzione in
Italia, Spagna, Uk,
Australia, Finlandia, e
opzionato in circa 10 Paesi
nel mondo.
Advertising. Nielsen: con search e social +3,8% nei 10 mesi - Cresce la Tv: Mediaset leader ma cede quote
Ottobre non scalda la pubblicità
Nel mese raccolta a +0,9% ma in calo (-1,7%) senza Google e Facebook
Andrea Biondi
p«Autunno di bonaccia per il
mercato». La frase di commento
di Alberto Dal Sasso di Nielsen
riassume plasticamente quanto
accaduto a ottobre sul mercato
degli investimenti pubblicitari in
Italia. Stando alle elaborazioni
Nielsen diffuse ieri, la chiusura è
stata pari a un +0,9%, con un periodo consolidato dei 10 mesi in
crescita del 3,8 per cento.
Segni più in entrambi i casi, ma
solo perché questi due dati si riferiscono all’universo rilevato
comprensivo di search e social,
che Nielsen non monitora ma stima, non avendo accesso a informazioni da parte dei principali
player (leggi Google e Facebook). Senza di loro, l’ottobre
della pubblicità sarebbe negativo (-1,7%), con primi dieci mesi
dell’anno a +2 per cento.
A ogni modo, quel che emerge
in controluce dai dati è incontrovertibile con o senza search e social: ottobre non ha scaldato il
cuore delle aziende investitrici in
pubblicità. «Sicuramente l’incertezza generale nel Paese e di una
Europa in attesa di tornate elettorali rilevanti ha giocato e gioca un
ruolo importante». A questo va
tuttavia unito un discorso non secondario: «Non dimentichiamo
gli aspetti tecnici e propri del
mercato della comunicazione tipici dei periodi successivi agli
eventi “clou”». Insomma, come a
dire che se Europei di calcio e
Olimpiadi hanno fatto brindare
nei mesi estivi, c’era poi da attendersi una risacca. Detto questo, le
previsioni per fine anno comunque non cambiano: «L’anno scorso avevamo avuto un novembre
piatto e un dicembre interessante. Confrontandoci con questi andamenti, l’anno non dovrebbe discostarsi da quel 3% che avevamo
previsto e che si sta rivelando».
Relativamente ai singoli mezzi, la tv a ottobre è cresciuta del
3,1%, chiudendo il periodo cumulato a +6,4 per cento. In questo
quadro, il mezzo televisivo resta
il dominatore del mercato pubblicitario, vedendo confluire verso di sè il 60% delle risorse totali
(a mercato storicamente monitorato da Nielsen, e quindi i 5,14
miliardi che scontano la mancanza di search e social). Stando alle
elaborazioni ad hoc del Sole 24
Ore, il singolo mese è stato positivo per Discovery (+11,6%); Sky
(+7,8%), Mediaset (+4%) e negativo invece per Rai (-3,2%) e La7
(-4,1%). Positivo invece il trend
dei primi 10 mesi per tutti i broadcaster monitorati. Mediaset
con 1,7 miliardi, è salita del 2,8%;
Rai con 658,9 milioni ha aumentato del 9,4%; Sky con 385,2 milioni ha aumentato la sua raccolta
del 17% monetizzando quindi la
strategia di attacco sulla tv free
con Tv8, Cielo e Sky Tg24; Discovery (che sul free ha il canale Nove) è salito del 15,1% a oltre 185 milioni e La7 ha aumentato dell’1,5%
a 126 milioni. L’analisi delle quote
di mercato è poi significativa,
mostrando come la posizione di
leadership di Mediaset (56,2% del
mercato) sia inattaccabile, ma
comunque erosa dai nuovi player
(visto che aveva il 58,1% nei dieci
mesi del 2015) e non solo. Sky è infatti passata dall’11,3% al 12,5% e
Discovery dal 5,5% al 6%, ma anche per Rai Pubblicità la quota è
I NUMERI
5,14 miliardi
La raccolta senza i big del web
Il perimetro storico monitorato
da Nielsen indica una raccolta
pubblicitaria nei primi dieci
mesi del 2016 pari a 5,14
miliardi, in aumento del 2 per
cento. Questo stesso aumento,
inserendo anche le stime su
search e social, e quindi
sostanzialmente Google e
Facebook, è pari al +3,8%
+6,4%
il trend della televisione
Il mezzo televisivo resta
ancora dominante nel mercato
pubblicitario, visto che vale il
60% degli investimenti
tradizionali (sempre esclusi
search e social), con oltre 3
miliardi di euro di raccolta. Nel
singolo mese la raccolta
pubblicitaria per i broadcaster
televisivi è salita del 3,1 per
cento
salita dal 20,7 al 21,3%. Per La7 è
passata dal 4,3 al 4,1 per cento.
Tornando agli altri mezzi,
sempre in segno negativo la
stampa con quotidiani e periodici che nel singolo mese hanno dovuto mettere in conto flessioni rispettivamente del 15% e del 4,1%,
attestandosi nei dieci mesi a
-7,2% e -3,8 per cento. L’ottobre
negativo (-2,8%) ha inciso anche
sui conti pubblicitari del mezzo
radio, con una raccolta risultata
sostanzialmente piatta (+0,2%)
nel periodo gennaio-ottobre. Per
quanto riguarda invece internet,
la crescita come detto è dovuta
principalmente a search e social:
+8% nei 10 mesi contro un -2,8%
solo con le modalità tradizionali
di investimento.
Andando sul versante dei settori merceologici, Nielsen rileva
che solo 8 (su 24) hanno un segno
negativo. Crescono tlc (+7,8%),
distribuzione (+13,7%), automobili (+8,5%) e farmaceutici/sanitari (+11,1%). Si contrappongono i
cali di finanza (-12,2%) e abbigliamento (-9,5%).
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In edicola. Nel magazine del Sole 24 Ore anche un bilancio dell’anno che sta per concludersi
Scenari e attese per il 2017 nel nuovo IL
pScenari globali, culturali, di
stile e personali dell’anno che sta
per arrivare. Sono questi i temi
su cui si concentra il nuovo numero di IL, il magazine di idee e
lifestyle del Sole 24 Ore in edicola da venerdì 16 dicembre. “L’anno che verrà: idee, desideri e
utopie per il 2017”, questo il titolo
della copertina.
Che cosa succederà nel 2017?
L’anno che sta per concludersi è
stato un anno di svolta, nel bene e
nel male, che IL racconta cercan-
do di svelarne gli aspetti meno
evidenti per far riflettere il lettore. È stato l’anno della Brexit, di
Trump, dei Cinquestelle e del No
al referendum costituzionale; scelte sensate o insensate, comunque scelte che hanno creato
un momento di rottura e discontinuità aprendo un futuro a molteplici scenari. Un anno che - come spiega nel prologo Christian
Rocca - ha determinato una realtà che «per averne piena coscienza, va guardata, studiata, speri-
mentata con impegno, consapevolezza, disciplina».
Il prossimo anno ci aspettano
le elezioni in Francia, Germania e
Iran, la (continua) rinascita di Milano, il mondo post verità dominato da Facebook, la crisi della
conversazione. Nei suoi scenari
globali, IL indaga e cerca di scorgere e anticipare quello che che ci
attende. Senza dimenticare gli
scenari culturali. Se il 2017 continuerà, infatti, ad essere l’anno
delle serie tv, dei film e dei dischi
tra Documenta e la Biennale di
Venezia, l’Elbphilharmonie di Erzog e de Meuron e l’avanzamento
della learning machine, non mancherà di certo spazio per l’arte,
l’architettura e la tecnologia.
Il nuovo numero del magazine
del Sole 24 Ore ospiterà, inoltre, le
aspettative e speranze per il 2017
di venti scrittori e saggisti: «Non
odiare» è il proposito del premio
Strega Alessandro Piperno.
R. I. T.
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Magazine. La copertina del nuovo
numero di IL
Tv. Axn potrebbe lasciare la piattaforma Sky
I canali della Sony
verso il passaggio
al digitale terrestre
pDovevaarrivarequestasetti-
mana; slitterà con ogni probabilità alla prossima. È in dirittura
però, a quanto risulta al Sole 24
Ore, la trattativa fra Sony Pictures Television e la Television
Broadcasting System (cui fa capo anche ReteCapri) a valle della
quale il colosso giapponese sbarcherà sui canali 45 e 55 del digitale
terrestre. Sono i due canali che
ospitano Neko Tv e Capri Gourmet e che dovrebbero passare
così alla realtà del gruppo Sony,
presente in Italia con AXN HD,
AXN +1 e AXN Sci-Fi, visibili in
esclusiva sulla piattaforma Sky.
Bocche cucite sia in Sony, sia da
parte del patron di ReteCapri
Costantino Federico, la cui Tbs è
almomentoinliquidazioneeche
ha anche il pregiato canale 20 che
trasmette proprio ReteCapri.
A quel che risulta al Sole 24
Ore, lo sbarco nel free di Sony
avrebbe comunque un altro non
trascurabile corollario: l’uscita
dalla piattaforma Sky. Le discussioni fra i due soggetti sarebbero
in corso già da mesi e un quadro
delineato dovrebbe raggiungersi, in tal senso, all’inizio del prossimo anno. Il condizionale è comunque d’obbligo soprattutto in
riferimento alla parte da cui si
originerebbe il risiko. La vendita
dei due canali da parte di Costantino Federico sarebbe infatti già
avvenuta se proprio al momento
della firma con un altro soggetto
(non Sony) il patron di ReteCapri non si fosse ritratto qualche
mese fa. La cifra, non confermata, sulla quale al momento si starebbe ragionando per i due canali sarebbe fra i 10 e i 15 milioni.
C’è poi un’altra trattativa che
va verso una felice conclusione.
Maurizio Crozza, che dal 2017
passerà a Discovery, con ogni
probabilità rimarrà a curare la
copertina di DiMartedì su La7
anche nei prossimi mesi. «Noi ci
rivediamo, noi ci rivediamo....»:
la conclusione dell’ultima copertina del 2016 di martedì scorso già di per sè è un ottimo indizio. A ogni modo le trattative fra
l’agente di Crozza, Beppe Caschetto, e l’emittente di Urbano
Cairo sono sui binari giusti. E a
Discovery, tutto sommato, non
dispiace la visibilità che questa
copertina dà allo stesso Crozza.
Intanto La7 si gode il buon momento sul versante ascolti. «La
nostra rete si conferma il punto
di riferimento dell’informazione e dell’approfondimento», ha
affermato ieri in una nota l’amministratore delegato di La7
Marco Ghigliani a commento di
NOVITÀ SU LA7
Nel 2017 Maurizio Crozza
passerà a Discovery
ma per l’emittente di Cairo
dovrebbe continuare a curare
la copertina di DiMartedì
alcuni dati forniti dall’emittente:
4,08% di share medio nella giornata per il network di La7 a novembre (+12% annuo) e 5,03% di
share in prime time (20.30-22.30)
paria+10%annuo.Notazioneanche sul referendum: «La sola La7
ha dedicato al referendum più
tempo di tutte le reti Rai e Mediaset messe insieme, rispettando
pienamente l’equilibrio previsto
dalla Par Condicio. È quanto
emerge dai dati rilevati da
Agcom per i programmi di approfondimento nel periodo dal
28 settembre al 27 novembre. In
particolare il “tempo di argomento” della sola La7 è stato di
oltre 128 ore contro le 79 del totale delle reti Rai e le 30 del totale di
quelle Mediaset».
A. Bio.
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Impresa & territori 21
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
LAVORO
Automotive. Al via il secondo turno di lavoro: entro febbraio rientreranno a tempo pieno i mille in solidarietà
In breve
Fca rafforza l’organico di Cassino
ITALTEL
L’azienda
aggiunge
130 esuberi
Cinquecento operai saranno trasferiti da Pomigliano per la nuova Alfa Romeo
Filomena Greco
Si complica il tavolo per il
rinnovo dei contratti di
solidarietà in Italtel:
posizioni quanto mai
distanti, ieri sera in
Assolombarda, tra l’azienda
e le delegazioni di Fim,
Fiom e Uilm.
Secondo la ricostruzione
delle sigle, Italtel avrebbe
comunicato 130 esuberi in
più sull’area del prodotto,
motivando la necessità di
procedere con una
solidarietà a incidenza
variabile. Un bacino di circa
200 dipendenti dovrebbe
infatti essere toccato da
ammortizzatore al 55%, per il
resto della popolazione
aziendale, invece, ci sarebbe
un’incidenza all’11 per cento.
Tra i problemi rilevati
dall’azienda, il fatto che al
termine dei percorsi di
riqualificazione addetti
previsti dal precedente
accordo non tutti i lavoratori
interessati risulterebbero
ricollocabili. Per i sindacati la
solidarietà va invece
applicata in maniera
orizzontale, spalmando i
sacrifici su tutti i dipendenti.
Di fronte al muro contro
muro, Italtel avrebbe
addirittura prefigurato la
cigs in caso di mancato
accordo. Se ne riparlerà
martedì prossimo al Mise, in
un incontro che si
preannuncia incandescente.
L’azienda, contattata dal Sole
24 Ore, giudica improprio il
ricorso al termine esuberi dal
momento che si ha a che fare
con una trattativa per il
rinnovo della solidarietà.
Intanto le sigle hanno
proclamato uno sciopero di
quattro ore da osservare tra
oggi e il 20 dicembre.
(Fr. Pr.)
TORINO
pSalirà di 1.200 il numero di
addetti al lavoro nello stabilimento Fiat Chrysler di Cassino
entro la primavera prossima, a
regime i lavoratori in più sulla linea dell’Alfa Romeo Giulia e
dello Stelvio saranno 1.800, come anticipato a fine novembre.
Ieri il primo incontro tra l’azienda e i sindacati, a Roma, per definire le prossime tappe. A cominciare dal trasferimento di 500
addetti da Pomigliano a Cassino.
A determinare la salita produttiva e il fabbisogno di nuovi
addetti che si aggiungeranno ai
4.300 già a Cassino sarà l’avvio
del secondo turno di lavoro alla
linea di produzione dei nuovi
modelli Alfa Romeo, nella prossima primavera. Entro la fine di
febbraio rientreranno progressivamente al lavoro a tempo pieno i circa mille operai che ad oggi
sono ancora con i contratti di solidarietà, contemporaneamente
inizieranno trasferimenti – da fine febbraio – e le nuove assunzioni di lavoratori in somministrazione. La produzione del
nuovo modello, il suv Stelvio,
dovrebbe partire a breve mentre
la Giulia ad oggi viaggia sulle 200
unità al giorno.
I PUNTI CRITICI
Ancora da sciogliere
due nodi: la volontarietà
del lavoro in trasferta
e l’indennità che dovrà
essere riconosciuta
Dal punto di vista sindacale,
per i 500 addetti che da Pomigliano che dovranno spostarsi a
Cassino, i nodi da definire nei
prossimi incontri sono due: la
volontarietà del lavoro in trasferta e l’indennità che sarà riconosciuta, stabilito il fatto che
l’azienda si assumerà il costo
del servizio bus per il trasporto.
I due tavoli aperti ieri, uno con i
sindacati firmatari del contratto di gruppo (Fim, Uilm, Fismic,
Ugl e Quadri) e l’altro con la
Fiom, saranno riaggiornati, la
data dovrebbe essere il 21 dicembre prossimo.
«La partenza del secondo
turno sulla linea di produzione
di Stelvio e Giulia comporterà
non solo l’incremento occupazionale prospettatoci ma la parola fine a Cassino dell’uso di
ammortizzatori dopo oltre 5 anni» sottolinea Ferdinando Uliano segretario della Fim-Cisl. «Il
meccanismo di solidarietà con
lo stabilimento di Pomigliano
ridurrà il disagio economico
dei lavoratori ancora interessati dal contratto di solidarietà»
aggiunge Gianluca Ficco, responsabile FCA per la Uilm.
Nello stabilimento campano
sono 1.146 su 3.241 i lavoratori interessati dai contratti di solidarietà, visto che i volumi della
Panda in produzione a Pomigliano non garantiscono il lavoro a tempo pieno per tutti.
La Fiom, con Michele De Palma , chiede un tavolo unitario
«per superare la logica delle divisioni nell’interesse dei lavoratori» e ribadisce la necessità di
una soluzione produttiva per il
sito di Pomigliano. Un tema centrale , quest’ultimo, per garantire che il trasferimento di lavoratori da Pomigliano a Cassino resti una soluzione temporanea e
per assicurare piena occupazione al sito campano.
«Le prospettive industriali
e occupazionali del sito di Pomigliano saranno discusse in
uno specifico incontro che si
svolgerà con l’azienda entro la
fine di marzo – chiarisce Uliano – a partire dall’obiettivo di
piena occupazione. Per noi significa un nuovo modello e i
tempi della sua produzione
entro settembre 2018».
I DETTAGLI
Salita produttiva a Cassino
 La produzione del nuovo
modello Alfa Romeo Stelvio e
l’avvio il prossimo anno del
doppio turno di lavoro sulla
linea porterà nello
stabilimento Fiat Chrysler di
Cassino ad un aumento di
1.200 addetti, numero che
potrebbe crescere a 1.800 nel
2018. Circa 500 quelli che
potrebbero
temporaneamente trasferirsi
da Pomigliano, gli altri
saranno lavoratori in
somministrazione.
Stop agli ammortizzatori
 Sono un migliaio gli addetti
di Cassino con contratti di
solidarietà, rientreranno a
lavoro a tempo pieno entro
febbraio prossimo. A
Pomigliano su 3.241 addetti
1.146 sono in solidarietà
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Rinnovi. Il contratto siglato da Unasca e Filt , Fit e Uiltrasporti prevede flessibilità, permessi per le unioni civili e più tutele per la maternità
Autoscuole, 60 euro di aumento
Cristina Casadei
pPer i 20mila dipendenti delle
autoscuole e degli studi di consulenza automobilistica arriva un
nuovo contratto che avrà decorrenzafinoal2019.L’Unasca(Unione nazionale autoscuole-Studi di
consulenza automobilistica), con
l’assistenza della Confcommercio, e Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno siglato il rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre 2015.
In una nota congiunta le parti spiegano che «è previsto un aumento
retributivo di 60 euro a regime,
suddivise in tre tranche e 70 euro
di una tantum in linea con alcuni
dei rinnovi contrattuali di questi
ultimi mesi. È importante inoltre
l’adesione al Fondo Est che garantirà prestazioni sanitarie integrative per tutti gli addetti del settore».
Scorrendo l’articolato, emerge
che il testo siglato rafforza il modello partecipativo in considerazione del contesto di riferimento,
caratterizzato dalla globalizzazione e dalla liberalizzazione dei mercati. Le parti hanno condiviso la
decisione di costituire un osservatorio paritetico nazionale permanente per individuare scelte atte
alla soluzione di problemi economici e sociali del settore. Saranno
oggetto di studio l’andamento dell’occupazione del settore con attenzione al genere, i problemi connessi all’ambiente di lavoro e alla
sicurezza,lostudiodinuovepossibili forme organizzative del lavoro
nelle imprese per migliorare la
professionalità e rendere più efficace la formazione, la raccolta di
elementi per valutare e analizzare
le materie dell’orario di lavoro,
della formazione e sicurezza. Il
contratto ha inoltre stabilito la costituzione dell’Ente bilaterale per
una crescita qualificata della bilateralità. La durata dell’orario è di
39 ore settimanali ripartite su 5 o 6
sili a carico del datore di lavoro e di
2 euro a carico del lavoratore. Il
contratto introduce un articolo
sulla violenza di genere che prevede un congedo per un periodo
massimo di 3 mesi su base oraria o
giornaliera in un arco temporale di
3 anni e il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo
pieno in lavoro a tempo parziale.
Secondo Filt, Fit, Uilt e Unasca
«l’accordo è innovativo sul piano
dei diritti e sull’inquadramento di
nuove figure professionali e garantisce maggiore competitività
alle imprese attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, consentendo una migliore organizzazione del lavoro nel rispetto dei diritti
dei lavoratori».
giorni. Sul fronte dei congedi, al
permesso di 15 giorni per il matrimonio, si affianca un analogo permesso ad ognuna delle parti dell’unione civile. Per tutelare la genitorialità, durante l’astensione obbligatoria dal lavoro la lavoratrice
ha diritto a una indennità a carico
dell’Inpspariall’80%dellaretribuzione che verrà integrata dal datore di lavoro in modo da raggiungere il 100% della retribuzione mensile netta. Il contratto istituisce
inoltre l’assistenza sanitaria integrativa (Fondo Est) a partire dal
primo gennaio 2018: la contribuzione al fondo sarà di 10 euro men-
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MERCATI IN ITALIA
di Annamaria Capparelli
P
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INDICI CONFINDUSTRIA
Indici dei prezzi delle merci aventi mercato internaz., (34 prodotti) ponderati sul
commercio mondiale (Usd) e sul commercio italiano (º)
Euro correnti
(base 1977=100)
Ott16
Set16
Ott15
Ott16
Set16
Ott15
117,66
99,25
158,03
83,15
177,27
343,46
206,11
291,97
461,22
386,61
244,39
322,76
119,04
97,32
154,10
92,53
173,75
347,45
200,01
304,81
460,48
356,11
247,24
307,23
132,67
76,16
178,02
138,43
141,65
327,90
176,41
343,89
380,63
364,95
242,24
309,85
121,78
102,65
163,55
86,14
183,45
355,54
213,18
302,38
477,37
400,30
252,98
334,15
121,07
98,91
156,72
94,18
176,68
353,43
203,28
310,20
468,33
362,32
251,48
312,55
134,71
77,26
180,72
140,66
143,77
332,96
178,96
349,35
386,42
370,64
245,98
314,67
BORSA ELETTRICA
Prezzo unico nazionale del 15.12.2016
¤/MWh
Ore
¤/MWh
Ore
55,274400
75,491420
09.00
01.00
53,454150
70,089730
10.00
02.00
53,109700
69,242440
11.00
03.00
51,529710
67,683530
12.00
04.00
51,447800
61,509150
13.00
05.00
54,569070
62,272920
14.00
06.00
60,457720
64,291430
15.00
07.00
64,380240
65,617940
16.00
08.00
Ore
17.00
18.00
19.00
20.00
21.00
22.00
23.00
24.00
¤/MWh
69,891250
77,260730
81,493010
78,370000
70,460340
60,486110
58,323170
56,154190
DIAMANTI
Valori Best - Average, in dollari Usa per carato. I prezzi indicati si intendono per la vendita
all'ingrosso e all'origine nei Paesi di produzione, al netto di spese, valore aggiunto e imposte.
Brillanti da 0.70 - 0.89 carati
Qualità Valori al 23.11.2016
Colore
D
D
E
F
F
G
H
I
I
J
K
K
(bianco extra eccezionale +)
(bianco extra eccezionale +)
(bianco extra eccezionale)
(bianco extra +)
(bianco extra +)
(bianco extra)
(bianco)
(bianco sfumato)
(bianco sfumato)
(bianco sfumato)
(bianco leggermente colorito)
(bianco leggermente colorito)
vs1
vs2
if
vvs1
vvs2
vs1
vs2
if
vvs1
vvs2
vs1
vs2
3410 - 4558
3340 - 4301
5600 - 6530
4095 - 5347
3416 - 4254
2891 - 3674
2600 - 3242
3332 - 3855
2842 - 3463
2015 - 2395
1638 - 1953
1400 - 1877
Valutazione riferita a pietre corredate da certificazione di validità internazionale, tagliate a
«brillante», di buone proporzioni di taglio esenti da particolarità naturali indesiderate.
Fonte: Rapaport, New York (Internet: www.diamonds.net)
Claudio Tucci
ROMA
pProsegue il calo delle ore di
cassa integrazione richieste dalle imprese: nei primi 11 mesi dell’anno sono state autorizzate dall’Inps 544 milioni di ore, (-15,03%
rispetto allo stesso periodo 2015);
a scendere è anche la Cassa integrazione straordinaria (utilizzata per le crisi aziendali più complesse), -2,09%, sempre nel confronto con gennaio-novembre
dello scorso anno (nel solo mese
di novembre, la contrazione tendenziale della Cigs è stata più
marcata, -34,60%).
Il mese scorso è tornata invece
a crescere la Cassa integrazione
ordinaria (la Cigo, per difficoltà
temporanee delle imprese): il
balzo in avanti è stato del 48,4%
(+75,3% nel settore industriale),
un dato che si spiega, soprattutto, con lo sblocco delle pratiche
amministrative, dopo un lungo
periodo di fermo per l’adeguamento alle nuove regole del Jobs
act. La Cig in deroga viaggia invece verso l’esaurimento (che accadrà a fine dicembre): a novembre ha registrato un -60,2% sull’anno, di fatto per via dell’esaurimento dei fondi a disposizione.
La fotografia scattata ieri dall’Istituto guidato da Tito Boeri
conferma un mercato del lavoro
in chiaro-scuro: il tiraggio, vale a
dire l’utilizzo effettivo delle ore
autorizzate di Cig, si è fermato al
34,35% (viaggiava al 52,95% nel
2015); e anche le domande di disoccupazione e mobilità sono risultate in calo (anche se a ottobre
le 257.689 istanze presentate sono più o meno in linea con le
258.691 inoltrate a ottobre 2015).
La situazione resta differenziata nei territori, con il NordOvest in miglioramento
(-49,7% di ore richieste di Cig
nel tendenziale), mentre NordEst (+9,7%) e alcune regioni, co-
me Toscana ed Emilia Romagna, restano in affanno, a testimonianza di come «la crisi e le
nuove sfide della globalizzazione stiano pesando sulle pmi», ha
spiegato l’economista del Lavoro, Carlo Dell’Aringa.
I sindacati restano preoccu-
IL TREND
Il balzo della Cig è stato
determinato dallo sblocco
delle procedure
per l’adeguamento
del nuove regole del Jobs Act
pati: «Il tessuto produttivo non
si è ripreso», ha detto Guglielmo Loy (Uil); per questo, ha aggiunto Gigi Petteni (Cisl),
«chiediamo al nuovo governo
di convocarci per discutere di
crisi aziendali e di quei provvedimenti urgenti rimasti fuori
dalla manovra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
-34,6%
Giù la Cigs
Forte riduzione a novembre
delle ore richieste di Cassa
integrazione straordinaria
(anche sul mese c’è un calo del
22,2%)
34,35%
L’utilizzo effettivo
In frenata anche il tiraggio, vale
a dire l’utilizzo effettivo delle
ore di Cig. Nel 2015 si viaggiava
a quota 52,95%. A livello
territoriale la situazione resta
complicata nel Nord-Est e in
alcune regioni del Centro
SULLE ALTRE PIAZZE
A MILANO
Costo dell'unità nutritiva
Materie prime per cartiere
Unità Foraggere dei mangimi per il bestiame. Rilevazione settimanale del
13/12/2016 della Camera di Commercio di Milano. Prezzi di mercato aggiornati
alle rilevazioni settimanali (tra parentesi rispettivamente: proteina
grezza, grassi greggi, fibra grezza in percentuale e valore nutritivo per 1 Kg. In
Unità Foraggere),
Rilevazione mensile del 30/11/2016 a cura della Camera di Commercio di
Milano (prezzi riferiti alla situazione media di mercato accertata nel mese
precedente). Da produttore a cartiera e franco acquirente sdoganata.
Pagamento 60/90 gg per consegna entro 30 gg. Iva esclusa, prezzi alla
tonnellata in ¤.
Prodotti chimici per cartiera Leganti sintetici per patina 1330-1410; caolini
per patina 230-350; carbonato per patina 120-150.
Paste di legno 88-90% di secco: chemitermomeccaniche di
pioppo bianchite 500-520; cellulose bianchite, pagamento 30 gg : alla soda
fibra lunga 720-740; alla soda fibra corta 615-635;
Carte da macero
(da raccoglitore e/o importatore in balle f.co Milano) Iva e trasporto esclusi.
Norme UNI EN 643 (1) Gruppo A "Qualità ordinarie":; 1.01 Carta e cartoni
misti non selezionati privi di materiali inutilizzabili f.co piattaforma di
trattamento (2)(3) 40-45; 1.02 carte e cartoni misti (selezionati) (2) 6772; 1.04 carta e cartone ondulato di supermercati (2) 77-82; 1.05 contenitori
ondulati vecchi (2) 90-95; 1.06 riviste invendute 85-90; 1.11 carta grafica
selezionata da disinchiostrazione (1) 92-97. Gruppo B "Qualità media" 2.02
giornali invenduti 85-90; 2.04 refili bianchi densamente stampati 70-80; 2.03
leggermente stampati senza colla 95-105. Gruppo C "Qualità superiori" 2.05
Carta da ufficio selezionata 150-160; 3.01 refili di stampati misti poco colorati
senza pasta di legno 120-125; 3.05 archivio bianco senza pasta di legno 180190; 3.14 carta da giornale bianca 190-200; 3.15.01 carta bianca a base di
pasta meccanica contenente carta patinata 190-200; 3.17 refili bianchi 275295; 3.18 senza pasta di legno 305-325. Gruppo D "Carta kraft": 4.03 kraft
ondulato usato 2[a] 110-120; 4.02 di 1[a] 120-130; 4.01 refili nuovi di cartone
ondulato 110-120.
Note (1)incluso scarto stampato di macchina; (2) Periodicamente Comieco
indice aste di materiale proveniente da raccolta differenziata.; Gli esiti delle
aste sono disponibili sul sito http://aste.comieco.org/; (3) Viene ritirata dalla
piattaforma che, per gli oneri di selezione e di avvio al riciclo, può chiedere il
pagamento del servizio reso.
Cereali e cascami di cereali
iccoli segnali di ripresa per le carni bovine, dopo la calma piatta delle settimane scorse. A Padova i baliotti da ristallo
hanno segnato un incremento dello 0,2%
attestandosi a 4,27 euro/kg (peso vivo).
Aumento dello 0,6% per i vitelli di varie
razze (I qualità) a 3,17 euro/kg, mentre per
quelli di seconda qualità la crescita è dello
0,7 per cento. Recuperi anche a Modena
con +0,8% per manze Charollaise, che raggiungono 2,61 euro al kg, e Pezzata Rossa
(+0,9 per cento).
Sempre a Modena i busti di prima qualità di vitelli sono aumentati dell’1% a 5,10 euro al kg (+1,1% la seconda qualità). Ritocchi
delle quotazioni anche per i suini che a
Reggio Emilia hanno segnato incrementi
dallo 0,8% a 1,3% rispettivamente per le taglie da 30 kg (2,40 euro/ kg) e 15 kg (3,90 euro). A Modena i listini dei suini «taglia 15
kg» sono saliti del 2,1 per cento.
Alimentari (tot.)
Bevande
Cereali
Carni
Grassi
Non alimentari (tot.)
Fibre
Vari industriali
Metalli
Combustibili (totale)
Totale (escl. combust.)
Totale generale
In calo la Cigs
ma riparte
la cassa ordinaria
Edizione domenicale su www.ilsole24ore.com/indicienumeri
Listini in recupero
per le carni bovine
Dollari correnti
(base 1977=100)
Ammortizzatori. I dati Inps di novembre
Avena: (11-4-10-0,948) ¤/kg - ¤/U.F. 0,17-184,07; Crusca di frumento
tenero: (14,5-3-9-0,892) 0,12-132,85; cruschello di frumento tenero: (15,53,5-5-0,987) non quot.; farinaccio di frumento tenero: (13,5-2,5-3,5-1,049)
0,16-149,67; farinaccio di riso: (12,5-12-3-1,161) 0,17-144,70; frumento
bisc.: (13-1,5-2-1,087) 0,18-169,27; granoturco nazionale ibrido: (9,5-4-21,119) 0,18-157,73; orzo: (10-2,5-4,5-1,073) 0,15-142,12; pula di riso: (1214-11,5-0,897) 0,08-94,20; segale: (12-1,5-2,5-1,071) non quot..
Panelli e farine di estrazione
(*) Prodotti o derivati da organismi geneticamente modificati (OGM), da
assoggettare a regolamento CE n. 1829 e n. 1830 del 22/09/2003-G.U.U.E.
18/10/2003.
Farina di estrazione di colza: (36-1-11-0,847) ¤/kg - ¤/U.F. non quot.; farina
di estrazione di girasole int.: (30-2-29-0,464) 0,17-372,84; farina di
estrazione digranoturco: (15-1-6-0,985) 0,17-168,53; farina di estrazione di
soia naz.(*): (44-2-7-0,89) 0,37-418,54; farina di estrazione di soia naz.: (44-27-0,89) 0,41-465,73; farina di estrazione di colza (*): (36-1-11-0,847) 0,25295,75; panello di germe di granoturco: (13-5-6-1,04) 0,26-250; panello di
lino: (34-5-8-0,957) 0,39-404,91.
Paglia
Paglia di frumento pressata: (3-2-42-0,205) ¤/kg - ¤/U.F. 0,07-348,78.
Fieni
Fieno di erba medica pressato: (11-2-27-0,497) 0,14-271,63; fieno
maggengo pressato: (8-2-33-0,361) 0,10-279,78; pellets di erba medica: (192-21-0,646) non quot..
Foraggi diversi
Carrube frantumate: (5-1-6-0,961) ¤/kg - ¤/U.F. 0,18-265,60; polpe
essiccate di barbabietola: (8-1-20-0,689) 0,23-244,02.
Pollame e uova
Rilevazione settimanale del 14/12/2016 della Camera di Commercio di
Milano (prezzi riferiti situazione media di mercato accertata nella settimana
precedente). Per pronta consegna e pagamento, Iva esclusa.
Pollame vivo nazionale I scelta (f.co allev.): polli allevati a terra taglia
leggera (¤ il kg) 0,95-0,97; taglia pesante 1-1,02; galline pesanti 0,200,25; leggere 0,32-0,34; medie 0,32-0,34; faraone 2,40-2,45; tacchine 1,351,37; tacchini 1,35-1,37; conigli 2,17-2,23; anitre mute femmine 2,45-2,49.
Macellato nazionale fresco classe A (franco acquirente): polli tradizionali
taglia media e pesante 1,90-2; super pesante 1,90-2; a busto rosticceria
gr.1000-1100-1200 2,05-2,15; polli a busto 1,95-2,05; galli golden
tradizionali 3,85-3,95; livornesi tradizionali 4,35-4,45; galletti eviscerati
inferiori a 750 gr. 4,55-4,85; galline tradizionali taglia leggera e media 1,851,95; eviscerate taglia leggera e media 1,85-1,95; pesante 1,701,80; eviscerate taglia pesante 1,70-1,80; faraone tradizionali 3,753,85; eviscerate 4,45-4,55; tacchine eviscerate 2,20-2,30; tacchini eviscerati
2,15-2,25; anatre femmine tradizionali 4,40-4,50; eviscerate 5,305,40; piccioni 13,90-14,40; quaglie 5,40-5,60.
Parti di pollo: petti con forcella 4,60-4,70; cosciotti 1,90-2; ali non separate
1,70-1,80; fegati e cuori 3,10-3,20; ventrigli 2,90-3.
Parti di tacchina: fese 5,20-5,30; cosce 2,45-2,55; ali 1,30-1,40; di
tacchino: fese 5,20-5,30; cosce 2,25-2,35; ali 1,30-1,40; polli eviscerati
congelati 1,90-2.
Conigli (franco acquirente) macellati freschi nazionali (da 1,4 a 1,7 kg) 5,205,40.
Uova in natura (destinate all'industria alimentare) Da produttore a
utilizzatore finale, franco partenza, Iva esclusa. categoria A camera d'aria fino
a 6 mm (normale/alta pigmentazione) 1,11-1,21.
Prodotti liquidi pastorizzati e refrigerati (in cisterna, +4°C): uova intere
sgusciate (normale/alta pigmentazione) il Kg. 1,40-1,50; tuorlo (normale/alta
pigmentazione) 2,30-2,50; albume 0,95-1,05.
Prodotti liquidi pastorizzati e refrigerati (in imballi da 10/20kg, +4°C)
uova intere sgusciate (normale/alta pigmentazione) il Kg. 1,70-1,80; tuorlo
(normale/alta pigmentazione) 2,70-2,90; albume 1,30-1,40.
In base al regolamento Cee 1511/96 del 29.7.96 (G.U. Cee L. 189 del
30.7.96), Le uova selezionate e confezionate della Categoria "A" sono
classificate secondo le seguenti categorie di peso (prezzo medio di mercato, in
euro): XL grandissime 73 gr. e più 100 pz 13,50; L grandi da 63 a 73 gr. 10,60; M
medie da 53 a 63 gr. 9,70; S piccole meno di 53 gr. 9; di quaglia nazionali 100 pz
12.
Rilevazione SO. GE. MI.
Prezzi indicativi franco mercato, Iva esclusa, al mercato all'ingrosso di
Milano gestito dalla SO.GE.MI.
Pollame categoria "A" nazionale: capponi nostrani 13,50-14; oche 8,509; capponi di allevamento 5,20-5,70; tacchine minor 4,90-5,10; minor a busto
5-5,20; nostrane 12-13,50; tacchini nostrani 8-8,50; polli trad. leggeri e medi
1,75-1,85; pesanti 1,75-1,85; evisc. senza frattaglie 2,05-2,15; fuori peso
1,85-1,95; galli golden comet tradizionale 4,60-4,80; livornesi 4,704,80; galletti evisc. da gr.400 a gr.600 4,55-4,85; galline trad. leggere e medie
1,70-1,80; evisc. senza frattaglie leggere e medie 1,70-1,80; pesanti 1,601,70; evisc. senza frattaglie pesanti 1,60-1,70; faraone tradizionali 3,904; tacchine evisc. senza frattaglie 2,20-2,30; tacchini evisc. senza frattaglie
2,10-2,20; anatre femmine tradizionale 4,60-5; piccioni eviscerati senza
frattaglie 14,50-15; quaglie eviscerate senza frattaglie 5,40-5,60.
Sezioni di pollo nazionali: ali 1,20-1,50; fegatini e cuori 3,10-3,30; ventrigli
puliti 3-3,20; petto pesante 3,60-3,90; cosciotto 1,80-1,90.
Sezioni di tacchine nazionali: fesa 5,20-5,30; cosce 2,10-2,20; ali 1,401,50.
Sezioni di tacchini nazionali: fesa 5,20-5,30; cosce 2-2,10; ali 1,40-1,50.
Conigli nazionali : conigli nazionali pesanti 4,90-5,10; leggeri 4,75-4,85.
Uova nazionali regolam. CEE nº 1511/96 art. XL 73 g. e più 13,50; L da 63 g.
a 73 g. 10,40; M da 53 g. a 63 g. 9,50; S inferiori a 53 g. 9.
Uova nazionali di quaglia prezzo per 100 unità, fresche 11.
Carte e cartoni
Rilevazione mensile del 30/11/2016 a cura della Camera di Commercio di
Milano (prezzi riferiti alla situazione media di mercato accertata nel mese
precedente).Franco destino. dal produttore all'acquirente. Iva esclusa per
consegne entro 30 gg. pagamento 60/90 gg. Prezzi alla tonnellata in ¤.
Per giornali, cataloghi e GDO in bobine calandrata per giornali quotidiani.
45 g/m² (2) 480-510; migliorato (punto di bianco 68-72), 45 g/m² (2)(12) 530560; bianca calandrata SC A 56/60 g/m² 555-585; SC B 56/60 505535; patinatino LWC per periodici. rotocalco 60 g/m² 670-705; rotooffset 60
g/m² 640-675.
Naturale da stampa in fogli con legno da 80 a 140 g/m² (5) 805-815; senza
legno da 80 a 140 g/m² (5)(11) 840-880; sopraffina bianchissima opalino
gelatinato 1630-1660; riciclata 80 g/m² bianco elrepho super a 60% 750-790.
Naturale da stampa in bobine senza legno 60 g/m² 800-830; per laser o c.r. gr
80/90 790-810; con legno spessorata da 50 a 90 g/m² bianco ISO 70/80 630655.
Patinata da stampa con legno in fogli da 80 a 140 g/m² (5) 805-845; con
legno in bobina rotooffset da 80 a 140 g/m² (5) 680-715; senza legno in fogli da
115 a 200 g/m² (6) 780-850; in bobina rotooffset (6) 680-730.
Monopatinata da stampa in fogli (1) con legno (13) 980-1030; senza legno
(13) 980-1030; per etichetta antispappolo 1680-1730; per affissi
retrobianco/retroblu 1180-1230.
Patinata classica da stampa in fogli senza legno da 115 a 200 g/m² 12801330; senza legno spessorata a mano 1,3 (6) 1330-1380.
Cast Coated in fogli Folding bianco monolucido da 240 g/m² ed oltre 17001720; bianca da 80 a 120 g/m² per uso etichette 2350-2375; per
avvolgimento/rivestimento 2150-2180; cover bianco monolucido da 180
g/m² ed oltre 1980-2020.
Per copiatrici e stampanti da 80 g/m² in risme da 500 fogli (16) Formato Uni
A4 kg. 2.5 (*) per risma. Tipo "A" Brightness >110° - alla risma 3,15-3,75; tipo
"B" (*) Brightness >105° 2,76-3,46; tipo "C" (*) Brightness >100° 2,333,13; tipo "riciclato" 100% 2,50-3,15.
Autocopiante chimica bianca base 60 g/m² (2) trasmittente CB in bobine alla
t. 1470-1640; in risme 2390-2630; intermedia CFB in bobine 1830-2030; in
risme 3500-3750; ricevente CF in bobine 1260-1340; in risme 1890-2090.
Autoadesiva bianca adesivo permanente (7) naturale pura cellulosa 80g
supporto glassine 62g in bobine 1000/m² 450-465; vellum pura cellulosa 80g
supporto glassine 78g 495-510; supporto monopatinato 80g in fogli 520535; monopatinata 80g supporto glassine 62g in bobine 510-525; supporto
monopatinato 62g in fogli 540-550; termica eco supporto glassine 60g in
bobine 530-540; vellum lisciato 70g supporto monopatinato 58g 455-460.
Velina monolucida da involgere in fogli standard 25/27 g/m² 10801100; fine 20/22 g/m² 1460-1480; extra 18/20 g/m² 1530-1550.
Carte da banco in fogli carta bianca antigrasso (greaseproof) (kit test8)
40/45 g/m² (8) 1580-1630; kraft bianco lisciato 40/45 g/m² politenato 13701420; bianca monolucida 40/45 g/m² accoppiata HDPE 1250-1300; bianca
riciclata da 60/65 g/m² accoppiata HDPE 970-1070.
Calandrata in bobine pelle aglio da 45/50 g/m² 1280-1330; pergamyn
argenteo da 40/45 g/m² 1570-1620; smaltata da 40 g/m² ed oltre 1530-1580.
Da involgere e da imballo in fogli sealing medio monolucido 830-870; kraft
avana extra monolucido sealing extra 1160-1200.
Da involgere e da imballo in bobine kraft bianco monolucido fibra lunga
60/130 g/m² 1050-1100; 40/45 g/m² polietilenato 1260-1350; fibra corta per
alimenti 45/60 g/m² 900-940.
Tissue in grandi bobine: ovatta pura cellulosa base 16/40 g/m² 910-920.
Per sacchi uso industriale e sacchetti in bobine : kraft bianco da 70 a 95 g/m²
880-980; avana da 70 a 95 g/m² 660-730; avana monolucido da 40 a 45 g/m²
850-890; bianco monolucido da 40 a 45 g/m² 940-990.
Per ondulatori in bobine (secondo norme GIFCO) T = testliner avana (14)
390-410; TB = testliner bianco 495-505; L = liner avana (15) 500-510; K =
kraftliner avana g 140 (10) 545-570; KB = kraftliner bianco g 125 790-820; F =
fluting 350-365; M = medium 370-380; Sn = semichimica nazionale 430470; S = semichimica estera 670-680; Se = semichimica scandinava 750-760.
Cartoncini patinati in fogli. Base 300 g/m² GD cartoncini patinati base
macero retro grigio/avana 660-720; GT bianco cartoncini patinati base macero
retro bianco/kraft 680-735; SUS bianco kraft di cellulosa 1120-1245; GC
cartoncini patinati fibra CTM Altospessore (3) 1220-1300; SBS cartoncini
patinati di pura cellulosa (3) 1580-1700; MW cartoncino patinato base macero
per accoppiamento 180 g/m² in bobine 670-745.
Cartoni in fogli: grigio per interfalde (4) (allestito con spigoli smussati) 405420; grigio accoppiato (4) 580-615; GK cartoni grigio/grigio 440-485; UD
cartone bianco/grigio andante non patinato 530-545; UT cartone
bianco/bianco andante non patinato 565-575.
Cartoni in bobina o in rotelle: per tubi fino a 250 Joule/m² 345-360 da 250 a
300 Joule/m² 380-425; da 400 a 500 Joule/m² 470-520; oltre 700 Joule/m²
625-725.
Note: (1) Per quantitativi da fornire in bobine. riduzione da ¤ 70 a ¤ 100 la
ton; (2) Per il colorato maggiorazione dal 5 al 10%; (3) Minimo 3 ton. GD SUS GC
SBS SUS; (4) Prodotti diversi con vaste gamme di qualità e resa; (5) Per
grammature inferiori a 80 gr/m² e superiori a 140 gr/m² viene applicata una
maggiorazione; (6) Per grammature inferiori a 115 gr/m² e superiori a 200
gr/m² viene applicata una maggiorazione; (7) Maggiorazione per adesivo
removibile + 10%. per adesivo a settori +25%; (8) Per quantitativi da fornire in
bobine riduzione di ¤ 350 alla ton per grammature fino a 20 g/m², di ¤ 250 alla
ton per grammature da 40 a 60 g/m²; e di ¤ 150 alla t per grammature superiori
a 60 g/m²; (9) Prezzo al netto del costo per il foglio funzionale in quadranti; (10)
Lo scostamento tra prezzi minimi e massimi è dovuto alla presenza sul mercato
di kraft di provenienze varie. sui cui scambi incide tra l'altro anche il rapporto di
cambio Euro/$; (11) Per carte avoriate maggiorazione di ¤ 50/t; (12) Per carta
da giornale calandrata migliorata con un punto di bianco >72 è prevista una
maggiorazione; (13) Nelle grammature inferiori a 100 gr maggiorazione 510%; (14) La valutazione economica tiene conto della qualità T3 e T4; (15) La
valutazione economica tiene conto della qualità T2; (16) La valutazione
economica non considera iniziative promo/pubblicitarie effettuate dalla
distribuzione al dettaglio con limitazioni d'acquisto in quantità, periodo e
servizio (*) Il parametro indicato è da intendersi funzionale ai soli fini della
rilevazione dei prezzi in oggetto.
Materie per saponeria
Rilevazione bimensile del 06/12/2016 a cura della Camera di Commercio di
Milano. Materie per saponeria, raffineria o stearineria. Merce ad uso industriale
(escluso alimentare o zootecnico). Da produttore o da importatore a industriale
consumatore.Resa f.co partenza, consegna e pagamento 30 gg. data fattura, in
autobotte completa 25/30 tonn. Iva esclusa.
Sego bovino colato naturale Max 1% MIU (Prezzi per tonnellata); acidità
max 2%, titolo minimo 42, FAC 3/5 max, R&B lov. 5"1/4 R 0,7 max politene
100ppm max 810-835; acidità max al 3% titolo min. 40 Fac 5/7 max politene
200ppm max 720-730; acidità max al 4%, titolo minimo 40, FAC 7/9 max
politene 200ppm max 705-715; acidità max al 5%, titolo minimo 39, FAC 9/11
max politene 200ppm max 690-700.
Sego bovino Usa Da produttore o importatore a industriale consum., f.co
partenza porto di sbarco:; top white 788; extra fancy 726.
Olio Base MIU 1% (Primo imbarco disponibile); di cocco acidità base 5%
1725; di palmisti acidità base 5% 1666; di palma acidità base 5% 777; RDB
palm stearin acidità base 0,5% 788; PFAD acidità base 70% min 85% max
palmitico disponibile 760.
Oli acidi di raffinazione Base MIU 3% di semi misti fluidi; garanzia jodio
minimo 120 (pr. max riferito a merce min. 50% di linoleico) 515-530; senza
garanzia numero jodio 490-510; di olivo ex lampante - sansa - acidità minerale
max 0,3 mg/KOh/g 650-660; di cocco non quot.-900; di palma 670685; animali 490-510; misti animali - vegetali concreti 475-500.
Derivati dai processi di lavorazione
Delle industrie di saponeria, raffineria, stearineria. F.co stabilimento
produttore, imballaggio compreso. Iva esclusa. Rilevazione mensile del
06/12/2016.
Catalizzatore di idrogenazione di grassi e acidi grassi, inerte, in fusti (base
20% NI), ¤ il kg. 1,10-1,20; Derivati dalla distillazione degli acidi grassi acidi
grassi vegetali 0,21-0,22; acidi grassi animali al 40% min. di gliceridi 0,200,21; acidi grassi idrogenati al 40% min. di gliceridi 0,05-0,06.
Riso confezionato
Prezzi dell'Ass. Risiere ¤
07.12
Arborio
Roma
Carnaroli
Ribe
Vialone nano
Padano
Originario
Parboiled
1,850-2,100
1,580-1,830
1,980-2,230
1,510-1,730
2,055-2,305
1,560-1,810
1,580-1,820
1,610-1,840
14.12
1,820-2,070
1,580-1,830
1,950-2,200
1,510-1,730
2,025-2,295
1,560-1,810
1,560-1,800
1,610-1,840
Resa franco arrivo, pagamento 60 gg d.f., Iva esclusa
PRODOTTI PETROLIFERI
Benzina super senza piombo (1)
Gasolio zolfo 0,001% lt (1)
GPL (mix gas propano liquefatto)
Metano auto
1,543
1,412
0,570
0,995
1,563
1,432
0,570
0,995
1,573
1,442
0,570
0,995
Benzina super senza piombo
Gasolio zolfo 0,001% lt (1)
1,403
1,272
1,423
1,292
1,433
1,302
da 2001 a 5000 litri
1,352
1,378
1,380
cont. zolfo 0.001% 2000-5000 lt
0,740
0,763
0,765
da 2001 a 5000 litri
da 5001 a 15000 litri
1,171
1,159
1,197
1,185
1,200
1,188
in autotrenobotte comp. al kg.
0,451
0,472
0,481
Non servito
Gasolio per autotrazione f.co dom. consumatore
Gasolio per l'agricoltura
Gasolio da riscaldamento
Oli combustibili (per forni e caldaie) Iva esclusa
Pavia
Listino della CdC di Cremona rilevato il 14/12/2016. Dal produttore f.co
luogo produzione, prezzi in ¤.
Cereali
Cereali
Frumenti nazionali teneri: Varieta speciali non quot.; fino ( p.s. da 78) 165167; buono mercantile ( p.s. da 75 a 77 ) 160-162; mercantile (p.s.fino 74 ) non
quot.. Cruscami: Farinaccio 142-144. Tritello 141-143. Crusca 125127. Cruschello 134-136. Granoturco ibrido naz. comune 162-163; Orzo p.s.
da 61 a 64 150-153; p.s. da 55 a 60 140-143; Semi di soia nazionale 375377. Semi da prato selezionati: trifoglio violetto al kg 2,80-3,20; Ladino
nostrano (lodigiano gigante) 8-9; Erba medica di varietà 2,90-3,30; Lolium
italicum 1,40-1,70; Lolium italicum tetraploide 1,40-1,70.
Suini
Suini vivi allev. (muniti di marchio di tutela) da 15 kg. al kg. 3,94; da 25 kg.
2,84; da 30 kg. 2,56; da 40 kg. 2,23; da 50 kg. 2,04; da 65 kg. 1,72; da 80 kg.
1,62; grassi da macello 130-145 kg. 1,50; 145-160 kg. 1,54; 160-176 kg.
1,63; oltre 176 kg. 1,56.
Caseari
Burro pastorizzato il kg 4,05. Provolone Valpadana dolce 5,255,35; Valpadana piccante 5,45-5,65; dolce 4,95-5,15; piccante 5,205,50. Grana padano da stagionatore f.co luogo di stagionatura: stag. 9 mesi
7,10-7,20; tra i 12 e 15 mesi 7,75-7,80; oltre 15 mesi 8,10-8,45.
Bovini
Vitelli da allevamento a peso vivo f.co macello baliotti: da incrocio al kg 2,504; frisona 1-1,20. Maschi da ristallo (biracchi-peso vivo) frisona (180-250kg)
non quot.. Bovini da macello a peso morto f.co macello:Tori CAT. B 22,30. Manze CAT. E ( fino a 24 mesi ) 1,80-2,30; CAT . E (sup. a 24 mesi ) 1,802,25. Vitellone da incrocio (femmine) 3,05-3,50. Vacche frisone di I qual.
2,05-2,40; II qual. 1,55-1,80; III qual. 1,15-1,40; I qual. (peso vivo) 0,901,10; II qual. ( peso vivo) 0,65-0,77; III qual. (peso vivo) 0,450,57. Vitelloni da incrocio di I qual. 3,10-3,40; II qual. 3-3,10; frisoni di I qual.
2,35-2,65; II qual. 2-2,25.
Foggia
Prezzi rilevati dalla C.d.C. di Foggia il 14/12/2016 (produzione per merce
resa f.co luogo conservazione: azienda agricola, coop. Agricola o altro deposito.
Pagamento a pronti, Iva escl.).
Cereali e foraggi
Grano duro fino (peso Kg. 79/80 per hl.) 210-215; buono mercantile slavato
(peso min. Kg. 77/78 per hl.) 200-205; mercantile slavato (peso min. Kg. 75 per
hl.) 195-200. Grano tenero fino 175-185. Orzo vestito distico 135140; polistico 130-135. Avena impurita' reale massima 4% 125-130. Fieno di
avena imballato non quot.. Fieno di veccia imballato non quot.; Paglia di
frumento imballata (balle da 400-450 kg) non quot.; Fave da foraggio non
quot.. Favino nostrano bianco 175-180; nero 165-170. Pisello proteico non
quot.. Cece nazionale (calibro 9) 770-790; Cece nazionale (calibro 8) 720770; Cece nazionale (calibro 7) 570-600. Semola (f.co p.luogo stocc.netto
iva) di duro cen. 0,8/0,85% 365-375; cen. 0,86/0,90% 330-335. Farine di
grano tenero prod. Locale: tipo 00 345-350; tipo 0 335-340. Cruscami di
duro (f.co p.luogo stocc netto iva): farinaccio 130-135; tritello 130135; crusca e cruschello 115-120; farinetta 160-165. Cruscami di
tenero: farinaccio 140-145; tritello 122-124; crusca e cruschello 105110; Paste alimentari di semola di g. duro (cen. 0,86-0,90%) 730-780.
Oli commestibili
Olio di oliva: extra vergine ac. max 0.8 % tonn non quot.; vergine ac. max 2%
non quot.; vergine lampante ac. oltre 2% non quot.; extra vergine certificato
Bio DOP "Daunia" non quot..
Olive da tavola
Rilevazione della Camera di Commercio di Milano del 06-12-2016. Prezzi di mercato,
franco domicilio consumatore - Iva inclusa.
Periodo di validità
14/11-20/11 21/11-27/11 28/11-04/12
Prodotti per l'autotrazione
Cremona
(1) I prezzi medi rilevati non tengono conto degli sconti praticati dalle pompe bianche, dalle azioni
promozionali e degli sconti praticati per il self service pre e post pay.
Bella di Cerignola 1 fascia: presenza di olive di calibro grande sup. al 50%
non quot.; 2 fascia: presenza di olive di calibro grande inf. al 50% non quot.; La
Bella della Daunia-varietà Bella di Cerignola DOP 1 fascia: presenza di olive di
calibro grande sup. al 50% non quot.; 2 fascia: presenza di olive di calibro
grande inf. al 50% non quot.. Olive da oleificazione: zona Tavoliere merid. non
quot.; zona Appennino non quot.; zona Tavoliere settentr. non quot.; zona
Gargano non quot.. Mandorle con guscio non quot..
Vini
Bianco: f.co cantina zona San Severo 10,5-11,5 gr. al grado per 100 litri non
quot.; comune 10-11 gr. non quot.; rosato: zona Orta Nova 11-12,5 non
quot.; rosso: zona Orta Nova 11-12,5 non quot.; zona Cerignola 11-12,5 non
quot.. rosso da taglio: Cerignola-S. Ferdinando 13-14 non quot.; San
Ferdinando 14-15 non quot.. Doc: Cacc'e mmitte di Lucera non quot.; Orta
Nova non quot.; San Severo bianco 11,5 non quot.; rosso 12 non quot.; rosato
12 non quot.. Tavoliere delle Puglie o Tavoliere non quot.. Rosso di Cerignola
non quot.. Igt: Daunia-Puglia bianco 10,5-11,5 non quot.; rosso 11-12 non
quot.; rosato 11-12 non quot..
Prezzi rilevati dalla C.d.C. di Pavia il 14/12/2016.
Prezzi f.co partenza. Iva esclusa¤ a tonn.
Grano tenero: di forza 219-235; panificabile superiore 191203; panificabile 178-180; biscottiero 178-180; altri usi 173175. Granoturco nazionale zootecnico 181-183; nazionale ibrido (um. base
14%) 173-175; (um. base 30%) non quot.. Orzo leggero 149-150; pesante
163-164; Semi di soia nazionale (um. 14%, impurità 2%) 386-391.
Risoni
Merce sfusa: Carnaroli 405-435; Arborio-Volano 415-435; Roma 280325; Baldo 300-335; S.Andrea 280-300; Dardo - Luna CL e similari 265285; Loto e Nembo 315-335; Augusto 360-385; Vialone nano 430500; Padano - Argo non quot.; Lido - Flipper e similari 295-315; Selenio 320335; Balilla (originario) 265-285; Thaibonnet-Gladio e similari 290-305.
Risi
Merce in sacchi 1t., Non Parboiled. Carnaroli 1015-1065; Arborio 915965; Roma 680-730; Baldo 730-780; S. Andrea 655-685; Ribe - Loto e
similari 635-665; Thaibonnet 635-665; Vialone nano 1120-1180; Padano Argo non quot.; Lido e similari 645-675; Originario e similari 655-705.
Merce in sacchi 1t., parboiled: Baldo 830-880; Ribe 735-765; Thaibonnet
735-765.
Roma
Listino della C.d.C. di Roma del 14/12/2016. Varie provenienze, f.co arrivo
Roma.(prezzi informativi, Iva esclusa).
Cereali
Frumento tenero: fino non quot.; buono mercantile 173-178; mercantile
168-173; non panificabile non quot.; duro fino 198-200; buono mercantile
190-192; mercantile non quot.; duro p.s.min.70 slavato non
quot.. Farine: tipo"00", f.co arrivo Roma, conf. da 1 kg 381-402; tipo "00"(w
180-200) 354-364; tipo "0" 334-354; granito "00" telato 381-401; tipo
"00"(w300-p/l 0,55max.) f.co arrivo grossista 441-471; tipo "00"(w250-p/l
0,55max.) 411-421; semola sfusa con caratteristiche di legge 310-315; super.
caratteristiche di legge 405-415. Crusca e cruschello di grano tenero f.co
molino 163-166; farinaccio 234-237; crusca e cruschello di duro 125129; farinaccio 169-174; cubettato di tenero rinfusa 114-119; di duro 114119. Granoturco: ibrido nazionale 187-188; comunitario non
quot.; aflatossine max 5 194-196; spezzato non quot.; sacco carta 244246. Orzo centro Italia leggero 59/63 148-153; centro Italia pesante 64/66
158-163. Avena nazionale 47/50 145-150; triticale 65/70 non
quot.. Risi originario base, f.co arrivo a Roma, puro 740-790; Superfino
Carnaroli 1100-1150; Ribe 700-750; Ribe parboiled 850-900; superfino
Roma 780-830; Arborio 1000-1050.
Uova
Uova nazionali fresche con guscio colorato di cat. A (100 pezzi): XL non
quot.; L non quot.; M non quot.; S non quot..
Treviso
Rilevazione della Borsa merci di Treviso del 14/12/2016. Prezzi in ¤.
Cereali
Frumento nazionale: No.1 tenero superfino W alla tonnellata non quot.; No.2
fino non quot.; No.3 buono mercantile 164-166; No.4 mercantile(uso
zootecnico) non quot.; Esteri: Francese 76/77 non quot.; Northern Spring n.2
(prot.15%) 270-272; Manitoba n.1 275-277; Grano australiano Prime hard
non quot.; Estero p.s. 74/75 non quot.; Tedesco (f.co arrivo) non
quot.; Austriaco (f.co arrivo) non quot.. Granoturco ibrido giallo semivitreo
non quot.; uso zootech. Treviso-Venezia 162-164; uso zootech.Friuli 160162; uso alimen. Treviso-Venezia non quot.; uso alimentare Friuli non quot.; a
stagione da essiccare non quot.; ibrido bianco uso zootecnico 162-164; uso
alimentare non quot.; estero giallo comunitario 163-165. Orzo naz. p.s.
inferiore a 62 - umidita' 14% 146-150; naz. p.s. superiore a 62 - umidita' 14%
152-155; Comunitario p.s. 64/65 Partenza VE non quot.; p.s. 64/65 (franco
arrivo) 168-171. Avena estera bianca p.s. 50/55 200-210; Seme di soia
nazionale um.14% imp.2% partenza TV-VE 382-386; estera um.14% imp.2%
partenza VE-GM 388-390; estera um.14% imp.2% partenza RA-GM 388390; tostato part. stab.to 405-410. Farine di grano tenero con caratt. di legge
250-255; tipo "00" 400-410; tipo "0" 395-400. Ad alto tenore di glutine tipo
"00" 495-505; tipo "0" 440-445; per pasticceria 540-550. Semola di duro 400405. Farina di granoturco: bianca nostrana 510-530; granita 530-540; gialla
nostrana naz. 410-420; granita 420-440; spezzato degerminato tenero 285290. Sottoprodotti del frumento: crusca e cruschello in sacco 160-170; rinfusa
120-125; rinfusa pellets di grano tenero 125-130; di grano duro 125130; tritello in sacco 170-175; rinfusa 130-135; farinaccio 200-210; rinfusa
160-165; Sottoprodotti del granoturco: farinetta 152-158; germe 20% grassi
210-215.
22
Il Sole 24 Ore
Giovedì 15 Dicembre 2016 - N. 344
n. 344 | Giovedì 15 Dicembre 2016
Mondo immobiliare
Focus città
Arredo design
L’alberghiero prevede
un 2017 in crescita
Il mercato e i progetti
di sviluppo a Como
La cucina svela
il carattere della casa
paola dezza pag. 25
paola pierotti pag. 27
antonella galli pag. 28
impianto a norma
in quattro mosse
Una breve guida essenziale su
l’installazione di un impianto di
termoregolazione e
contabilizzazione e su quali sono i
principali costi e le regole da
seguire (a cura di Confappi-Fna)
1
2
3
4
Una valvola nel punto in cui i tubi che
arrivano dalla caldaia centralizzata si
connettono con ogni radiatore regola il
flusso di acqua calda. Nel caso di edifici
con distribuzione orizzontale, dove una
sola tubazione ripartisce l'acqua al
sistema (sia esso a caloriferi o radiante)
sarà introdotto un dispositivo di
regolazione del flusso nel punto di
ingresso dell’acqua calda nell’alloggio e
lo stesso sarà collegato o a singole
termovalvole poste sui radiatori o a un
termostato o cronotermostato unico
(proprio come quello delle caldaie
autonome), capace di regolare
l’accensione o spegnimento del flusso in
funzione della temperatura impostata.
La contabilizzazione, complementare
alla termoregolazione, serve a
quantificare il consumo di ogni unità
immobiliare (sulla base di come ogni
abitante avrà gestito durante l’anno di
riscaldamento l'impostazione delle
valvole). Anche in questo caso, a
seconda che l’edificio sia a colonne
montanti (cioè diversi tubi salgono
verticalmente fra gli alloggi e servono
ciascuno uno o più caloriferi per piano)
o a distribuzione orizzontale, verranno
inseriti sui singoli caloriferi piccoli
apparecchi, che si chiamano ripartitori,
oppure viene inserito un
sottocontatore o contabilizzatore alla
tubazione di ingresso in casa.
Il costo per installare una singola
valvola termostatica può variare molto
e oscilla, in media, fra i 70 e i 100 euro.
Prendiamo in considerazione un
appartamento medio di 80 metri
quadrati con 5 termosifoni: calcolando
un costo medio intorno ai 78 euro, la
spesa complessiva si attesta intorno ai
390 euro. A questa cifra va aggiunta la
spesa per i contabilizzatori o il sotto
contatore e il termostato. Per coprire i
costi, è possibile fruire anche della
detrazione fiscale al 65% nel caso in
cui l'intervento sia contestuale al
cambio di caldaia e del 50% se
riguarda il solo inserimento dei nuovi
dispositivi.
La scelta dell’impresa termotecnica a
società cui affidare i lavori di
installazione di valvole
termostatiche e ripartitori o
contabilizzatori avviene in
assemblea di condominio con la
maggioranza semplice (un terzo dei
condomini che rappresentino
almeno un terzo del valore
dell'edificio). Il quadro cambia nel
caso in cui si decida di applicare la
ripartizione introdotta dal 141/2016,
derogando alla norma Uni 10200: in
questo caso, è necessaria la
maggioranza dei presenti che
rappresentino almeno i 500
millesimi.
Cosa è la termoregolazione
Cosa è la contabilizzazione
I costi e i bonus fiscali
Le maggioranze in assemblea
riscaldamento
Termovalvole, da gennaio
multe fino a 2.500 euro
Le sanzioni colpiscono
i singoli alloggi.
Molti condomini
ancora inadempienti
sperano in una proroga
di Maria Chiara Voci
a La data non si può dire che non fosse annunciata: il 31 dicembre scade il termine utile, negli edifici che hanno un impianto di riscaldamento centralizzato, per installare i
sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. A imporre l’obbligo è una direttiva comunitaria, la 2012/27/CE, che
chiede oltretutto la predisposizione di sanzioni efficaci ed esaustive. A sua volta recepita nel nostro Paese dai decreti 102/2014 e
141/2016, quest’ultimo uscito in Gazzetta ufficiale a fine luglio.
Complici i ritardi nella definizione della
normativa e le conseguenti false aspettative
di proroga – non è mai arrivata anche perché
comporterebbe un’infrazione da parte del
Governo di una disposizione comunitaria –
sono molti ancora i condomini che non si sono messi in regola. La corsa dell’ultimo minuto per adeguare gli impianti prima dell’accensione stagionale del riscaldamento (le
termovalvole possono essere applicate ai radiatori solo se questi sono scarichi di acqua)
ha comportato un eccessivo sovraccarico di
lavoro per le ditte specializzate, che non sono
riuscite a rispondere a tutte le richieste di intervento, anche e a volte a causa della impos-
l’eccezione alla regola
Deroga per motivi tecnici
Ci sono casi in cui la termoregolazione o la
contabilizzazione possono essere
“evitate”. Per due motivi: o l'impossibilità
tecnica di eseguire i lavori di adeguamento
o la sproporzione fra i costi necessari a
installare il sistema e l’effettiva utilità. «Il
primo caso – spiega l’Anit, Associazione
nazionale per l’isolamento termico e
acustico, che ha di recente curato una
guida destinata ai soci per fare chiarezza
sul tema – riguarda ad esempio alcuni tipi
vetusti di impianti radianti, dove non c'è di
fatto un tubo di ingresso nell’appartamento
cui collegare una valvola per regolare i
prelievi». Il secondo caso più frequente ,
invece, è quello dei palazzi ubicati in zone
climatiche molto miti. Investire per
installare valvole e ripartitori in un luogo in
cui il riscaldamento, di fatto, viene acceso
pochi mesi o settimane l’anno, può
risultare una diseconomia. In tutti i casi,
l'obbligo di legge può essere disatteso solo
a fronte di una perizia e della relativa
dichiarazione rilasciata da un
professionista. Che si assume anche la
responsabilità di quanto certificato.
(M. C.V.)
sibilità di reperire sul mercato i dispositivi da
installare. Il risultato, però, è che dalla notte
di San Silvestro chi non è a norma rischia pesanti sanzioni.
Tutti i proprietari di un edificio condominiale, la cui assemblea non abbia deliberato e
fatto eseguire per tempo i lavori, sono esposti a un’ammenda che va da 500 a 2.500 euro
per ogni unità immobiliare. Importante sottolineare che la responsabilità ricade sui singoli proprietari. «La norma era chiara e prevista da tempo – è perentorio l'ingegner Laurent Socal, presidente di Anta, l’Associazione
nazionale termotecnici ed aerotecnici –. Chi
non si è messo in regola, dovrà ora farsi carico delle eventuali sanzioni». Il sistema di verifica è lo stesso che regola le ispezioni di efficienza energetica delle caldaie. Ogni anno –
nel caso degli apparecchi condominiali, che
superano una certa potenza – il manutentore sottopone a un check l’impianto e stila il
cosiddetto “rapporto di controllo”, che viene
trasmesso alle Regioni. Le ispezioni scattano
a campione e sono disposte dalle Province e
dai Comuni sopra i 40mila abitanti (e dagli
organismi da questi incaricati): le ammende
toccano all’ente regionale. Laddove sono attivi i “catasti” che mappano lo stato dell’arte,
ovviamente è più facile individuare i palazzi
non a norma. «Nei condomini che non si sono adeguati – aggiunge ancora Socal – c’è anche un altro aspetto da considerare e che non
è secondario. Gli impianti di questi fabbricati, dal 1° gennaio, di fatto non saranno più
conformi alla legge. Ciò significa che decade
automaticamente il contratto con il manutentore che abbia assunto l’incarico di terzo
responsabile». Cioè colui che, per conto della
collettività dei condomini, risponde dell’impianto stesso davanti alla legge.
Il nodo della termoregolazione e contabilizzazione è fra i problemi “bollenti” sul tavolo del nuovo Governo, appena insediato, e del
ministro dello Sviluppo economico. Nelle ultime settimane si sono rincorse tante voci,
che – nell’impossibilità di una proroga – ventilano soluzioni alternative, come una riduzione delle sanzioni al 5% dell’importo minimo fino alla primavera del 2017 o un posticipo nell’applicazione delle ammende a fronte
di irregolarità rilevate. Un’ipotesi che, sulla
base delle verifiche effettuate da Casa24
Plus, potrebbe avere qualche fondamento
(ed entrare nel Dl Milleproroghe) è che si decida di concedere ai condomini fuori norma
la possibilità di autodenunciarsi, pagando
una cifra equivalente a un “ravvedimento
operoso”. C’è da dire però anche che, per come è impostata la verifica sugli impianti termici, è facile che le situazioni di non conformità inizino a venire al pettine non prima di
settembre e ottobre. Cioè quando i manutentori incaricati delle ispezioni verificheranno
le caldaie e segnaleranno la cosa nei rapporti
di controllo. Quindi, nella pratica, ancora un
po’ di tempo per correre ai ripari (a riscaldamenti spenti) c’è. Da evitare, infine, la ricerca
di una scappatoia in una relazione tecnica
che attesti l’impossibilità pratica o la non
convenienza per l’edificio di rispettare l’obbligo imposto dalla direttiva: questa condizione, che pur è contemplata dalla legge, riguarda singoli casi che devono essere accertati con serietà da un professionista. I controlli potranno essere severi anche e
soprattutto su questo fronte.
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in condominio
Obiettivo
risparmi
del 10-15%
a Tema centrale, in campo di valvole e
contabilizzatori, riguarda la questione
della ripartizione dei costi. Ciò accade
soprattutto perché siamo in presenza di
una legge che da una parte, con il decreto 102/2014, ha dato come riferimento
univoco la norma Uni 10200 (attualmente nella versione 2015, in via di revisione); dall’altra, con il decreto correttivo 141/2016, ha introdotto una serie di
“scappatoie” che, di fatto, annullano il
principio di partenza.
Partiamo da una premessa. Una volta
che, in un palazzo, vengono installate
valvole e ripartitori, le spese – connesse
al consumo di calore per il riscaldamento e il raffreddamento delle unità immobiliari e delle aree comuni, nonché
per l’uso di acqua calda sanitaria – non
sono più suddivise in base ai millesimi
di proprietà, ma sono ripartite fra una
quota volontaria (che dipende dal prelievo effettuato per singolo appartamento) e una quota involontaria (che
deriva dalle perdite della rete di distribuzione e dalla copertura delle spese di
manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto). È importante sottolineare che questo comporta un risparmio per tutti: chi mette in pratica in modo corretto la norma riesce ad abbattere
i costi in media del 10-15 per cento.
Sulla base della norma Uni
10200:2015, conclusa la stagione di riscaldamento, viene verificato grazie ai
ai ripartitori o ai sottocontatori l’effettivo prelievo di ogni singola unità e viene definita la spesa appartamento per
appartamento. La differenza, fra la
somma dei singoli prelievi e il totale dei
consumi realizzati nel palazzo, è a carico di tutte le proprietà. Questa va ripartita non sulla base dei millesimi di proprietà, ma dei millesimi di fabbisogno:
questi ultimi vanno ricalcolati da un
tecnico abilitato, che terrà conto, ad
esempio, anche di disequilibri, che derivano dal passaggio di tubi con acqua
calda all’interno delle unità. «A questo
proposito – osserva l’ingegner Matteo
Serraino, esperto di gestione energetica del gruppo Manital – è importante
sottolineare che la termoregolazione e
contabilizzazione di fatto equiparano
l’impianto condominiale a quello autonomo. Ne deriva che gli appartamenti
ad esempio dell’ultimo piano, che consumano di più perché il tetto disperde
calore, pagheranno anche di più. Questo scarto non rientra fra quelli da riequilibrare. Sarebbe infatti così anche se
gli alloggi fossero distaccati dal riscaldamento generale».
La norma Uni è comunque in revisione, con l’obiettivo di rispondere al meglio all’esigenza di fotografare lo stato
reale dei consumi: dopo la fase di raccolta delle osservazioni da parte di tutti i
soggetti interessati, il Cti sta rielaborando la versione definitiva, attesa con
l’inizio del 2017.
Ciò che è accaduto, tuttavia, con l’entrata in vigore del 141/2016 (correttivo
del 102) è che è stata introdotta la possibilità di suddividere l’importo complessivo attribuendo una quota di almeno il
70% alle spese volontarie a il 30% all’involontario, se viene provato, con opportuna perizia tecnica, che fra le diverse
unità immobiliari di un palazzo c’è una
differenza superiore al 50% per il fabbisogno termico. Non solo: la suddivisione della quota comune, sempre sulla
base del 141, può essere fatta secondo i
criteri più disparati. Il problema – spiegano i tecnici – è che l’eccezione prevista dal 141 si verifica in pratica sempre. Il
risultato, però, è che se la ripartizione
70-30 viene adottata d’ufficio da un
condominio di città, più o meno risponde alla realtà dei fatti. Se viene usata, invece, in uno di quei palazzi che contengono seconde case, vuote per la gran
parte dell’anno, gran parte del peso del
riscaldamento va ad addossarsi su quei
pochi e sfortunati abitanti che abitano
l’immobile in maniera permanente. Il
primo anno, comunque, è ancora di
prove generali: la norma consente che,
per la prima stagione termica la suddivisione venga effettuata ancora in base
ai soli millesimi di proprietà. – M. C. V.
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Mutui in crescita,
surroghe in frenata
Mutui ancora in crescita e tassi
di default in miglioramento,
nonostante la frenata delle
surroghe e i tassi di interesse
che segnano una lenta
tendenza al rialzo. È lo scenario
sul mercato ipotecario che
merge incrociando i dati
elaborati dal consueto
bollettino Bankitalia, dal
41esimo Osservatorio sul
credito al dettaglio di Assofin,
Crif e Prometeia e da
Mutuionline.it
Case, crescita prezzi
in 44 Paesi su 55
È la Turchia, nonostante una
situazione politica, a registrare la
maggiore crescita dei prezzi delle
case nei 12 mesi terminati a
settembre del 2016. È quanto
emerge dalla consueta ricerca di
Knight Frank che ha esaminato le
quotazioni in 55 Paesi del mondo. Il
Global House Price Index è
cresciuto del 5,3% in media grazie
all'aumento dei prezzi in 44 delle
Nazioni analizzate. Seguono Nuova
Zelanda, Islanda, Canada e Lituania
con rialzi superiori al 10 per cento.
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