Progetto Cariplo 2015

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VERSO LA CONSERVAZIONE PROGRAMMATA
L'esperienza dell'Istituto Mnemosyne con la Congrega della Carità Apostolica
L'Istituto Mnemosyne prosegue il proprio percorso di approfondimento delle tematiche relative al tema
della conservazione programmata. In accordo con la Congrega della Carità Apostolica abbiamo partecipato
al bando 2015 della Fondazione Cariplo "Buone prassi di conservazione del patrimonio" con un progetto di
gestione del patrimonio immobiliare dell'ente bresciano dal titolo “Programma di manutenzione, gestione
dei rischi e prevenzione del patrimonio architettonico della Congrega della Carita' Apostolica – Brescia” e
siamo risultati anche quest'anno assegnatari del contributo.
Riportiamo di seguito una sintesi della relazione di progetto presentata in Fondazione.
1 – INTRODUZIONE: ENTE PROPONENTE
La Congrega della Carità Apostolica è un’istituzione bresciana di beneficenza di ispirazione cristiana, laicale
ed indipendente. Si è costituita nel 1535, anche se le sue origini risalgono al Duecento.
Grazie al concorso delle 7 fondazioni amministrate – nate nell’ultimo secolo – l’azione dell’istituzione
supera oggi il tradizionale confine del perimetro urbano e si estende alle intere province di Brescia e di
Mantova. Ogni anno l’insieme di queste realtà offre 9.000 ore di assistenza ed eroga ingenti risorse con
finalità statutariamente articolate.
Dalla natura medioevale di confraternita deriva la denominazione ancora in uso di Confratelli, a designare
coloro che, a titolo gratuito, prestano il proprio servizio alla vita del Sodalizio.
Al centro delle attività svolte è l’housing sociale con gli aiuti in favore di famiglie, enti ed associazioni, azioni
spesso svolte all’interno del centro storico cittadino, in insediamenti rurali ed in quartieri residenziali
appositamente edificati a cavallo tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento.
2. DESCRIZIONE: CONTESTO PROGETTUALE
Il patrimonio immobiliare di questo Ente morale assistenziale è costituito da un insieme di beni
architettonici (ricevuti in donazione o edificati appositamente nell’arco di otto secoli di storia) eterogeneo
per epoca, tipologia e stato di conservazione.
Esso comprende circa 80 edifici tra palazzi nobiliari, edifici a corte e a schiera situati nei centri storici di
Brescia e Mantova, cascine, complessi residenziali risalenti dalla fine dell’Ottocento sino agli anni’60 del
Novecento, per un totale di 430 alloggi a destinazione sociale.
Date la natura e l’entità dei beni, la conservazione di tale patrimonio architettonico risulta particolarmente
complessa dal punto di vista operativo e programmatico, ed impone una gestione sistematica delle priorità
di intervento e delle criticità attraverso metodologie e strumenti specifici che consentano una maggiore
flessibilità nell’utilizzo delle risorse da destinare alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici,
anche in considerazione del fatto che gran parte di essi sono sottoposti a vincolo di tutela.
Attualmente gli interventi di conservazione e restauro vengono eseguiti sulla base di un principio di
previsione basato sui risultati delle precedenti gestioni e sulle segnalazioni estemporanee degli utenti,
quindi non come conseguenza di un vero e proprio piano di manutenzione programmata specifico
derivante da opportune attività diagnostiche ed ispettive. Tale approccio quindi non consente di pianificare
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procedure manutentive in maniera organica, soprattutto per quanto concerne la conservazione delle
architetture storiche, limitandosi ad una continua ristrutturazione “a rotazione” del patrimonio incentrata
perlopiù sulle esigenze abitative anziché su quelle conservative.
Localizzazione dei beni di proprietà della Congrega siti in Brescia
La Congrega della Carità Apostolica negli ultimi anni sta cercando di migliorare le procedure di gestione
delle manutenzioni degli immobili di proprietà in modo da implementare l'efficienza nella programmazione
delle voci di spesa ed evitare l'insorgere di costi imprevisti. Attualmente la pianificazione delle
manutenzioni è affidata a personale interno dedicato che si occupa più nel dettaglio di: gestione
amministrativa degli stabili equiparati a condomini; attuazione degli interventi di emergenza su
segnalazione diretta; programmazione e coordinamento delle risorse da indirizzare alle manutenzioni
ordinarie e straordinarie sia su base annuale che pluriennale. Il sistema di gestione si basa sugli input
derivanti dalle segnalazioni d’urgenza degli utenti, a seguito dei quali vengono organizzati sopraluoghi di
ispezione atti a definire le operazioni di immediata necessità e a rilevare eventuali criticità da pianificare
per l'anno successivo. L'insieme dei dati raccolti organizzato per voci di spesa viene sottoposto al Consiglio
di Amministrazione e confrontato con le risorse economiche disponibili. Il Consiglio effettua una serie di
tagli lineari da cui deriva il piano reale degli interventi per l'anno successivo; le operazioni previste ma non
realizzabili per mancanza di fondi vengono spostate nella tabella delle programmazioni pluriennali. Lo
storico degli interventi effettuati costruisce inoltre il dato per la pianificazione "a rotazione" delle
manutenzioni ordinarie sugli immobili. Questo tipo di approccio sia per la fase straordinaria che ordinaria di
fatto basato sulle segnalazioni di problematiche già sorte, non considera negli input iniziali elementi legati
alle reali criticità presenti affrontabili in maniera preventiva ed inoltre è di difficile applicazione sulle parti
comuni di edifici non costantemente visionate e fruite dagli utenti (grandi superfici esterne, sottotetti,
elementi strutturali e in generale le zone non facilmente accessibili).
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3. OBIETTIVI
Tra le motivazioni principali del progetto è emersa l’esigenza di agevolare il passaggio dal concetto di
patrimonio della Congrega come corpus di immobili da rendere efficienti per gli specifici fini dell’ente –
beneficenza - alla presa di coscienza delle valenze storico, materiche, documentarie di architetture dalle
caratteristiche diversificate, meritevoli di essere oggetto di conservazione e valorizzazione.
Allo stato attuale, infatti, le attività della Congrega si basano sostanzialmente sulla gestione funzionale del
patrimonio residenziale, finalizzata al mantenimento perlomeno dell'efficienza minima necessaria per gli
obiettivi specifici della Fondazione (fabbisogno abitativo delle classi disagiate). Tale approccio privilegia
interventi tipici della ristrutturazione dell'edilizia contemporanea (ad esempio mediante il rifacimento di
intonaci o la sostituzione di elementi strutturali quali le orditure di copertura)., trascurando quindi gli
aspetti più strettamente legati alla gestione dei Beni sotto il profilo della Conservazione dei caratteri
materici e storico-architettonici.
Il principale obiettivo del progetto è un cambio delle strategie di base per la gestione dei beni, mediante
una sensibilizzazione rivolta ad un approccio maggiormente conservativo; tale obiettivo è particolarmente
sentito e rivolto, in questa fase del progetto, per la categoria di edifici residenziali sorti nella prima metà del
secolo scorso a destinazione sociale.
L’insieme dei beni architettonici della Congrega, può essere infatti suddiviso sulla base dell'analisi di
peculiarità architettoniche, funzionali e tipologiche in tre categorie distinte, caratterizzate da esigenze
conservative diversificate:
1) Edifici storici urbani:palazzi nobiliari, edifici a corte, edifici singoli, localizzati prevalentemente nel
centro storico di Brescia e solo in un caso nel centro di Mantova (Palazzo Bonoris)
2) Complessi residenziali dei primi Novecento a destinazione sociale; in particolare il quartiere
Mazzucchelli, il complesso abitativo di via Rose di Sotto e il complesso abitativo di via Pulusella siti
in Brescia.
3) Insediamenti rurali, composti da insieme di edifici storici (Cascine), anche con valenze
architettoniche di pregio, ed edifici funzionali moderni (localizzati prevalentemente in provincia di
Mantova)
Il presente progetto ha dunque come finalità un duplice obiettivo:
1) La diffusione di una metodologia virtuosa di gestione degli edifici secondo un preciso piano di
manutenzione programmata applicabile gradualmente a tutti i beni della Congrega.
2) La valorizzazione, all’interno del patrimonio della Congrega, dei complessi residenziali
novecenteschi attraverso il riconoscimento e la conservazione anche delle loro caratteristiche
architettoniche.
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EDIFICI RESIDENZIALI SORTI NELLA PRIMA METÀ DEL SECOLO SCORSO A DESTINAZIONE SOCIALE
All'interno del corpus dei beni architettonici amministrati dalla Congrega della Carità apostolica assume un
ruolo particolarmente significativo tale insieme di edifici, riconoscibili per caratteri rappresentativi non
tanto sotto l'aspetto architettonico, ma soprattutto storico, sociale ed urbanistico: possono essere
identificati in generale come edifici residenziali d'epoca, realizzati sin dalla loro fondazione con finalità
socio-assistenziali.
Si tratta in effetti di una peculiarità della cultura bresciana la particolare attenzione nell'ambito sociale al
fabbisogno di una abitazione decorosa anche per le classi economicamente più svantaggiate. Questa
tradizione si è tradotta, soprattutto a partire dal secolo scorso, in frequenti episodi di realizzazione di
complessi immobiliari o, addirittura, interi quartieri e veri e propri villaggi, a destinazione residenziale
economico-popolare.
Emblematico a questo riguardo è l'attività e l'opera di Padre Marcolini - prete ingegnere - alla cui iniziativa
si deve, dagli anni '50 in poi, la realizzazione di oltre 20.000 alloggi a destinazione socio-assistenziale nel
comune di Brescia e in altri 77 comuni della Provincia di Brescia (ma anche in altri 43 comuni di altre 12
provincie italiane).
Le origini della Congrega vantano, come già accennato, una plurisecolare attenzione in tal senso, oltre che
più in generale rivolta a tutti gli ambiti della beneficenza.
L'edificazione da parte della Congrega dei tre complessi immobiliari di via Pulusella, via Rose di Sotto e
Mazzucchelli si inserisce quindi nel solco di una tradizione caritativa tipicamente bresciana.
QUARTIERE MAZZUCCHELLI
Questo complesso si trova nella
periferia ovest della città e
rappresenta un notevolissimo
esempi di iniziativa immobiliare
per residenze a destinazione
sociale dei primi decenni del
Novecento. Il complesso è’
costituito da due isolati: il più
antico (sorto nel 1908) è
formato da quattro stecche
perpendicolari
a
via
Mazzucchelli; il secondo (sorto
ne 1926) è costituito da due
blocchi edificati sul lato opposto
di via Mazzucchelli e organizzati
ognuno attorno ad una corte
con al centro un lavatoio. La
struttura portante dell’edificio è costituita da pietra e laterizio, le tramezzature sono in laterizio mentre i
solai sono realizzati con travetti in legno controsoffittati con arelle intonacate. Il tetto ha una struttura in
legno ed una copertura di coppi. Il complesso immobiliare è quasi totalmente destinato ad uso abitativo
residenziale e comprende un totale di circa 240 abitazioni e 5 tra uffici e negozi.
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COMPLESSO DI VIA PULUSELLA
La storia di quella che
oggi
conosciamo
come via Pulusella, in
città, comincia nel
1904. All’inizio del
nuovo secolo, infatti,
il governo prese a
studiare
i
mezzi
migliori per favorire la
costruzione di alloggi
popolari, tanto che il
31 maggio 1903 vide
la luce la legge sugli
Istituti per le Case
Popolari. Sull’onda del
rinnovato interesse
nazionale per le fasce
meno protette della
popolazione,
i
Confratelli
della
Congrega – proseguendo la propria secolare attenzione al disagio abitativo – ritennero di intervenire in
modo più sistematico in favore di quanti avevano necessità di un’abitazione ma non disponevano dei mezzi
per procurarsela sul normale mercato immobiliare. Nell’ottobre del 1904, in tempi quasi coevi
all’edificazione del Quartiere Mazzucchelli, la Congrega acquistò dal Comune di Brescia alcune casupole di
conciatori, affacciate su via San Faustino e note come «ex Cavaglieri»: una volta demolite, presero avvio i
lavori di costruzione di tre grandi edifici liberty, che furono completati nel 1906. Il progetto fu affidato
all’architetto Carlo Melchiotti. Fu aperta così via Camillo Pulusella – in ricordo di uno degli innumerevoli
benefattori del Sodalizio – allo scopo di congiungere via San Faustino con contrada Santa Chiara mediante
una strada sufficientemente ampia, ariosa e soleggiata. Attualmente il complesso immobiliare è
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prevalentemente destinato ad uso abitativo residenziale e comprende un totale di 28 appartamenti e 7 tra
negozi e uffici.
EDIFICIO RESIDENZIALE DI VIA ROSE DI SOTTO
Il
complesso
residenziale
a
destinazione sociale
di Via Rose di Sotto
n. 28 in Brescia consistente in 7
corpi di fabbrica a
tre
piani
(più
sottotetti
e
seminterrato) con
un ampio cortile
interno - venne
fatto costruire dalla
Congrega nell’anno
1938-39 per dare
alloggio
alle
famiglie di operai e
impiegati della Società ALCES su terreno appositamente acquistato distinto in mappa con il 1838/b.
L'immobile è situato su un lotto di terreno di mq 4.772 circa, dei quali 1.242,82 mq costituiscono l’area su
insiste il blocco residenziale, 2.630,25 mq sono destinati a verde e parcheggio mentre il cortile comune
occupa 898,93 mq. Il complesso immobiliare è totalmente destinato ad uso abitativo residenziale e
comprende un totale di 49 appartamenti
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4. STRATEGIE
Per conseguire gli obiettivi prefissati dal progetto è necessario prevedere una serie di azioni riconducibili
all’interno di un piano strategico articolato che,partendo dall’analisi del vasto patrimonio della congrega
possa, attraverso lo studio di un caso campione emblematico, raggiungere i risultati attesi.
In questa impostazione sono previsti quindi, due gruppi di azioni distinti ma tra loro interconnessi:
1) Azioni a carattere generale, volte soprattutto alla definizione del Piano di Conservazione
programmata del patrimonio immobiliare nel suo insieme
2) Azioni per la valorizzazione storico, architettonica e sociale degli edifici novecenteschi
Il primo gruppo prevede alcune attività già consolidate tre le “buone prassi di conservazione del
patrimonio”, come la raccolta sistematica dei dati di conoscenza della reale consistenza materica e
conservativa, la realizzazione di visite ispettive accurate, anche con mezzi innovativi come l’uso di droni
radiocomandati, comprendenti eventuali piccoli interventi manutentivi, la realizzazione di funzionali analisi
diagnostiche, la redazione di apposite schede digitali e loro organizzazione su specifico supporto
informatico con lo scopo di integrare nel sistema di gestione dei beni presso l'ufficio tecnico della Congrega
i dati relativi al reale stato conservativo dei beni e potenziare un reale approccio al sistema .di informazioni,
tutte finalizzate alla definizione del Piano di Conservazione.
Il secondo insieme di azioni, invece, avrà una peculiarità particolarmente innovativa. Contestualmente allo
sviluppo delle attività tecnico/operative applicate al caso “emblematico” individuato (un edificio del
Quartiere Mazzucchelli), interconnesse e propedeutiche alla stesura del piano di conservazione, verranno
avviate alcune iniziative volte al coinvolgimento di coloro i quali vivono quotidianamente i beni.
Il progetto infatti prevede la partecipazione attiva della Cooperativa Sociale “La Rete” (avente una sede
proprio nel complesso Mazzucchelli e partner in passato di Fondazione Cariplo per bandi relativi alle attività
socio/assistenziali), attraverso la quale si punta a coinvolgere una selezione di utenti del quartiere nel
processo di cura continua degli edifici stessi, attraverso un corso di formazione e l’inserimento nel mondo
lavorativo con il compito di ricognizione periodica, controllo dello stato di conservazione e attuazione di
piccole opere manutentive secondo il piano di gestione generale del progetto.
Di seguito vengono riportate le azioni previste dal progetto con le relative tempistiche, desumibili anche dal
diagramma GANTT allegato.

Gestione e coordinamento generale del progetto (FASE1)
Attività cruciale del progetto la cui finalità, nel corso dell'intero svolgimento delle azioni previste, consiste
nella pianificazione ed organizzazione integrata di ogni fase del progetto, coinvolgendo principalmente i
due enti Partner del progetto, per una gestione il più possibile condivisa degli obiettivi, delle conoscenze
via via acquisite e dei risultati conseguiti.
Risulterà essenziale infatti coordinare al meglio le successive azioni per poterne massimizzare i risultati e
minimizzare i costi.
Il coordinamento avrà quindi come riferimento principale il Geom. Braga Roberto (Ufficio Tecnico della
Congrega della Carità Apostolica), un referente dell’Istituto Mnemosyne, supportati dal Dott. Zaninetta
(Scienze dei Beni Culturali – Ufficio Tecnico della Congrega) e da un impiegato amministrativo.
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Sono previste riunioni inizialmente più frequenti a scadenza mensile (durante l’esecuzione delle fasi
centrali del progetto) per poi passare a riunioni bimestrali durante la fase terminale.

Ricognizione speditiva dei beni – Redazione del “Quadro Conservativo dei Beni”. (FASE2)
La ricognizione speditiva ha consentito di avere un primo screening del patrimonio immobiliare ed ha
prodotto un Quadro Generale (allegato al progetto) in cui sono stati riepilogati i principali dati disponibili.
Durante le visite, condotte dal gruppo di lavoro, è stata possibile l’individuazione delle situazioni di maggior
rischio, dato riportato nel “Quadro Conservativo dei Beni”.
Per garantire il massimo livello di multidisciplinarietà, con singole competenze specifiche in grado di fornire
un quadro complessivo esauriente, le ispezioni hanno visto operare una squadra composta da un
responsabile dell’Ufficio Tecnico della Congrega, un Architetto specializzato in Conservazione del
Patrimonio Architettonico ed un Ingegnere per le valutazioni strutturali necessarie.
Alle voci del report di ispezione sono stati assegnati dei valori, derivanti da analisi visive e qualitative,
secondo una scala predefinita. All'interno della scheda trova spazio anche la possibilità di indicare eventuali
interventi di modesta entità da eseguire come manutenzione ordinaria ed le criticità più consistenti.
Gli elementi tecnologici oggetto di analisi speditiva (indicatori qualitativi)





Coperture
Strutture Verticali
Strutture Orizzontali
Serramenti
Elementi Decorativi

Analisi critica delle situazioni di rischio macroscopico per individuazione di un intervento
manutentivo emblematico (FASE3)
La fase di prima analisi critica delle situazioni di rischio macroscopico ha fornito gli strumenti per definire
un nuovo approccio al patrimonio, che si è concretizzato nella progettazione delle Schede di Ispezione che
una volta compilate (fase 6) formeranno la base del Programma di Conservazione.
Nella progettazione della schedatura (Vedi allegato scheda esemplificativa MA03) si è cercato di attribuire
un valore, per quanto possibile confrontabile, ad una serie di indicatori che concorrono a definire in sintesi:
-
CONDIZIONI GENERALI DEL BENE, attraverso:
o verifica dello stato di conservazione per ogni elemento tecnologico (scala da 1 a 5)
o valutazione del grado di rischio connesso (scala da A a C) per ogni elemento tecnologico
inteso sia come rischio di perdita dell’elemento indagato che come livello di pericolosità
che il degrado apporta.
-
VALORE INTRINSECO DEL BENE, attraverso un criterio il più possibile omogeneo di assegnazione
(scala da 1 a 5), basato su tre fattori di base:
o Indicatore valore storico/architettonico
o Indicatore valore documentario e di autenticità del bene
o Indicatore valore identitario e di riconoscibilità
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o dei dati raccolti durante la fase precedente e riassunti nel “Quadro Conservativo dei Beni”
ha evidenziato come nel patrimonio della Congrega della Carità Apostolica non vi siano
situazioni di rischio assoluto, ad eccezione di alcuni casi specifici. Tuttavia è emersa come
criticità importante il rischio di perdita
Si allega la scheda pilota così come definita, passibile tuttavia di ulteriori aggiornamenti durante le fasi di
lavoro.
Sulla base dei criteri di selezione sopraesposti, unitamente ad alcune considerazioni che di seguito vengono
esposte, è emersa come priorità la necessità di pianificare un intervento urgente esemplare su un corpo di
fabbrica appartenente al Quartiere Mazzucchelli.
Come precedentemente esposto nel capitolo relativo agli Obiettivi del progetto, la tipologia degli Edifici
Residenziali Sociali dei primi anni del Novecento rappresenta probabilmente la categoria che nel corso
degli anni ha subito le trasformazioni più significative, con perdita dei propri valori storico, documentali,
architettonici. Emerge quindi la necessità di garantire la “sopravvivenza” mediante un attento piano di
conservazione di quanto ancora esistente, piano che vede come punto di partenza la realizzazione di un
cantiere pilota sull’edificio dove si è preservato il maggior livello di autenticità.
Una seconda considerazione è la volontà di coinvolgere nella conservazione/manutenzione dei Beni anche i
fruitori degli stessi; da questo punto di vista il Quartiere Mazzucchelli, omogeneo sotto il profilo
architettonico ma fortemente eterogeneo a livello sociale, offre una serie di opportunità che vedono nel
coinvolgimento della cooperativa “La Rete” uno dei punti di forza del progetto. Questa Cooperativa opera
attivamente all’interno del quartiere, con vari progetti tra cui anche l’accoglienza a favore di famiglie
rifugiate.

Piano Formativo per le attività di ispezione, verifica e pianificazione della conservazione
programmata (FASE4)
Nell’ambito delle attività previste per il cambio di approccio alla manutenzione della tipologia di beni a cui
appartiene il cantiere pilota del Quartiere Mazzucchelli, un ruolo fondamentale viene ricoperto dal piano
formativo del progetto.
E’ prevista l’organizzazione di un Corso (si ipotizzano in questa fase 8 incontri da 3 ore ciascuno) rivolto a:
1. personale strutturato della Congrega facente parte del gruppo di lavoro per il Piano di
Conservazione.
2. Residenti del Quartiere Mazzuccheli
Alla realizzazione del corso parteciperà con ruolo attivo la Coopertativa La Rete, soprattutto affiancando il
gruppo di lavoro nella individuazione dei soggetti maggiormente adatti sia per seguire il corso che poi per il
successivo progetto di inserimento lavorativo (Fase 8).

Intervento di manutenzione/conservazione emblematico su edificio campione del Complesso
Mazzucchelli (cantiere pilota) (FASE5)
Questa azione prevede la progettazione e realizzazione di un cantiere campione per la conservazione degli
intonaci (a forte rischio di caduta) del corpo di fabbrica maggiormente significativo del Complesso
Mazzucchelli. La progettazione verrà seguita direttamente dall’Ufficio Tecnico della Congrega, secondo le
indicazioni emerse nelle fasi precedenti ed in collaborazione con il resto del gruppo di lavoro.
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Verrà inoltre posta particolare attenzione sulla metodologia di individuazione della ditta appaltatrice,
definendo alcuni indicatori che dovranno tenere in considerazione gli aspetti squisitamente economici,
quelli tecnici, ma anche aspetti di tipo sociale.
Le esperienze fatte, le metodologie adottate, confluiranno nella stesura del Piano di Conservazione che
avrà una parte specifica per gli edifici appartenenti a questa tipologia.
Si allega stima di massima delle opere, quantificazione da verificare dopo la progettazione esecutiva e
dopo la necessaria approvazione da parte della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il
Paesaggio di Brescia.

Ispezioni in situ con attività di schedatura e sviluppo delle problematiche prioritarie (anche
tramite approfondimento di indagini specialistiche). Organizzazione delle informazioni in
database dinamico (File Maker) finalizzato alla realizzazione del Piano di Conservazione
Programmata (FASE6)
Questa fase consiste nella redazione delle schedature sopradescritte (Fase 3), e nella loro organizzazione in
un database dinamico per la successiva costruzione del Piano di Conservazione.
Durante le ispezioni sarà anche possibile la pianificazione di mirate azioni di indagine o di piccoli interventi
manutentivi. Per ovviare inoltre alla non completa accessibilità in sicurezza di parte degli edifici (in molti
casi le coperture non sono ispezionabili all’estradosso), si prevede di utilizzare strumenti tecnologici che
consentono di operare in maniera efficace garantendo al contempo una significativa riduzione dei costi e
dei tempi di indagine; l’acquisto di un Drone teleguidato o il suo noleggio per la ispezione visuale dei tetti e
la verifica di eventuali fenomeni di dissesto dei manti di copertura è parte integrante del progetto.
Tale sistema informativo sarà integrato nel sistema di gestione esistente per consentire un approccio più
efficiente e maggiormente orientato alla Conservazione programmata degli edifici.

Eventuali operazioni di manutenzione urgente(di modesta entità) e/o approfondimenti di
indagine derivanti dagli sviluppi di fase 6 (FASE7)
Il nome di questa azione è già rappresentativo di cosa questa implica e della sua attuale indefinibilità.
Durante le ispezioni, infatti, potrebbero rendersi necessari piccoli interventi o ulteriori approfondimenti
che durante la redazione del progetto non sono preventivabili.

Redazione del Piano di Conservazione Programmata ed avvio delle attività di gestione –
Inserimento di nuovi soggetti lavorativi di supporto all’applicazione del piano (FASE8)
Alla fase di redazione del piano di Conservazione corrisponderà il processo di sintesi e rielaborazione dei
dati raccolti durante tutto il precedente percorso progettuale, che affluiranno nell’implementazione del
sistema di gestione esistente per la realizzazione di un piano per la conservazione programmata dell'intero
patrimonio.
Riassumendo dunque l’iter sinora descritto, le fasi principali possono essere così sintetizzate:
o Definizione di tutte le criticità ed analisi dei rischi connessi per ogni bene
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o Definizione di una griglia di elementi tecnologici e classi di problematiche connesse, riferite in
particolare a due ambiti specifici:
ambito più strettamente conservativo degli elementi e dei materiali (superfici, coperture)
ambito strutturale, con particolare riferimento al rischio sismico
o Definizione di una serie di azioni di controllo per ogni classe definita, con analisi delle priorità e dei
singoli livelli di accessibilità
o Calendarizzazione – con definizione delle singole periodicità – delle ispezioni di controllo,
comprensive delle operazioni di piccola manutenzione ordinaria realizzabili contemporaneamente
o Progettazione del report (scheda) approntata appositamente per le operazioni di ispezione
periodica
o Progettazione di un sistema apposito per la gestione di:
schedature iniziali di conoscenza di base e raccolta dati, con aggiornamento,
omogeneizzazione ed implementazione dei conoscitivi di tutti i beni
report delle visite ispettive periodiche
gestione delle piccole operazioni di manutenzione ordinaria
programmazione e gestione degli interventi più consistenti
Il piano di gestione avrà come momento di costante aggiornamento e verifica l’attività svolta
dall’inserimento nell’organigramma della Congrega di un nuovo addetto, individuato durante la fase 4;
questi avrà il compito di ispezionare in modo periodico gli edifici del Quartiere Mazzucchelli, verificare
eventuali situazioni anomale, effettuare piccoli interventi di manutenzione ordinaria (pulizia tombini,
verifica copertura, verifica pluviali….) e, interfacciandosi con un referente dell’ufficio tecnico, costruire
mensilmente un report che vada ad aggiornare/integrare il piano di manutenzione.

Attività Informativa: redazione di report periodici sull’andamento del progetto con
aggiornamento del sito Web degli enti partecipanti - Pubblicazione dei risultati (FASE9)
Allo scopo di promuovere un più diffuso interesse sul progetto in corso, nonché sui risultati da esso attesi, si
prevede come parte integrante della proposta in essere un ciclo di iniziative informative e divulgative curato
dall'Istituto Mnemosyne, a partire da comunicazioni e aggiornamenti in tempo reale sullo stato di
avanzamento dei lavori, pubblicati periodicamente sia sul sito web dell'istituto stesso che su quello della
Congrega.
Sarà cura sempre dell'istituto, in collaborazione con l'Ufficio Tecnico della Congrega, organizzare una
giornata di studi incentrata sulla condivisione e divulgazione di pratiche virtuose incentrate sulla
conservazione programmata, tema, come in seguito meglio specificato, molto caro all'istituto e alla base
della sua attività.
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