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AL.SI.P.PE ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA VIA DEGLI ARCELLI 00164 (ROMA) TELEFONO 3931383562 EMAIL [email protected] SITO INTERNET WWW.ALSIPPE.IT AFFILIAT I O.S.A.P.P
NUMERO 1762
DI MERCOLEDI 14
DICEMBRE
2016 A CURA DELLA SEGRETERIA GENERALE AD USO INTERNO APERTO AL CONTRIBUTO
La protesta della polizia penitenziaria: “ci
sentiamo abbandonati
Mammagialla, stamani la protesta della polizia penitenziaria: “ci
sentiamo abbandonati” VITERBO- Stanno protestando questa
mattina davanti all’entrata del carcere di Mammagialla le
organizzazioni sindacali Uspp, Sappe, Osapp, Uilfp e Cgil Fp per la
situazione in cui sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari,
dopo i recenti fatti avvenuti all’interno della casa circondariale,
con detenuti che si sono dati fuoco e dieci poliziotti che sono stati
ricoverati in ospedale. Gli agenti non si sentono sicuri ed, anzi,
denunciano una totale assenza dell’amministrazione. “Dopo
l’astenzione dalla mensa dello scorso venerdì – riferisce Daniele
Primi dell’Uspp – oggi siamo qui per manifestare il nostro disagio
lavorativo. Se non avremo risposte stiamo pensando di proseguire
la nostra protesta con un’altra manifestazione, ma questa volta
sotto le finestre della Prefettura di Viterbo. Non è solo una
questione di numeri, noi ci sentiamo abbandonati a noi stessi ed a
questo punto non si può più andare avanti così”.Altra
problematica le illuminazioni del carcere. “E’ passato oltre un
anno dalla nostra ultima protesta ed a parte un piccolo intervento
pagliativo, il carcere continua ad essere completamente al buio la
sera” – riferisce Primi.Il sindacalista del Sappe, Floris,conferma
quanto affermato da Primi ed aggiunge: “C’è anche una disparità
di trattamento, visto che l’accorpamento dell’UOMP (Unità
operativa di medicina protetta) deve spostarsi con mezzi propri,
mentre quando c’è il 41 Bis i colleghi del Gom vengono
accompagnati con i mezzi dell’amministrazione”.Maurizio Bologna
della Uil pone, infine, l’attenzione sulla vigilanza dinamica: “E’
ormai legge, ma ci dicono che per mancanza di fondi non viene
applicata. Per vigilanza dinamica si intende che nel controllo dei
detenuti è possibile aiutare i colleghi della sezione facendoli
controllare da altri sistemi, tipo la videosorveglianza. Ma quello
che stiamo denunciando stamani sono problemi che non
riguardano, purtroppo, solo Viterbo. Manifestazioni analoghe si
sono sovlte già a Regina Coeli ed a Rebibbia. Qui da noi manca che
qualcuno ora evada..”.Per non parlare del problema annoso della
carenza di personale. “Ora abbiamo delle sezioni chiuse –
precisa Bologna – ma il problema sorgerà quando le apriranno a
breve e sempre con lo stesso personale in servizio. A lavorare
dentro il carcere siamo in 280, considerando anche coloro che
stanno negli uffici, su una popolazione carceraria di 600 detenuti,
un numero, quindi, esiguo”.(Tuscia Times)
DÌ
TUTTI_
Avrebbe picchiato un detenuto, agente
penitenziario a processo
Genova Un
agente 30enne di
polizia
penitenziaria
è
stato rinviato a
giudizio dal gup
Carla Pastorini: il
poliziotto sarebbe
accusato di avere
picchiato
un
detenuto
nel
carcere di Marassi e
di avere mentito
sulla vicenda.Indagini - L'inchiesta, coordinata dal pm Giuseppe
Longo, era partita lo scorso anno dopo la denuncia dello stesso
detenuto, un genovese di 37 anni, che avrebbe raccontato di essere
stato aggredito e picchiato da un agente che aveva usato anche un
manganello. Le indagini avevano portato all'iscrizione nel registro
degli indagati di altre 12 persone, tra agenti e medici che operano
all' interno della casa circondariale genovese.(Genova Post)
Agenti di Polizia penitenziaria feriti a colpi
di brande durante aggressione , sei
detenuti rinviati a giudizio
Rissa nel carcere tra detenuti e agenti , sei stranieri a
giudizio.Avezzano. Rissa all’interno del carcere San Nicola di
Avezzano tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria feriti a colpi
di brande. Sei stranieri di diverse nazionalità rimasti coinvolti
sono stati rinviati a giudizio dal gip Francesca Proietti su richiesta
del pubblico ministero Guido Cocco al termine delle indagini.
Sono accusati di rissa Mohamed Saud Fersi (36), tunisino, Marius
Dan Pascu (39) romeno, Mohamed Alì Boujemlin (39) tunisino,
Riad Ameidi (38) algerino, Takabria Talij (28) marocchino e
Abdelrrafik El Madi (49) magrebino. Fersi è invece accusato anche
di lesioni personali, danneggiamento, violenza e minaccia e
resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono al 2012 quando nel
corso del pomeriggio, nell’area passeggio della casa circondariale
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di Avezzano San Nicola, tra gli stranieri scoppia una lite per banali
motivi. Nel giro di pochi minuti si trasforma in una vera e propria
rissa con calci e pugni tra loro. La situazione, nonostante
l’intervento della polizia penitenziaria , degenera tanto che
Mohamed Saud Fersi riesce a sganciare una branda e a utilizzare
dei ferri per colpire il personale della polizia penitenziaria. Alcuni
agenti rimangono feriti. Sulla vicenda scattano le indagini e dopo
quattro anni arriva il rinvio a giudizio con udienza fissata al 25
gennaio prossimo. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati
Luca Motta, Pasquale Motta, Felice Iacoboni, Giancarlo D’Angelo
e Angelo Iacomini.(Mariscalive)
Telefoni cellulari rinvenuti in carcere,
sono casi isolati, il sistema funziona , parla
il direttore del carcere
Come riescono i reclusi ad avere un telefono, nonostante i
controlli?
"Non entro nel merito della questione".
Resta il problema dell'affollamento al Due Palazzi."Non è così
grave come nel passato con il potenziamento di misure alternative.
Negli anni scorsi si era arrivati anche a 900 detenuti nella casa di
reclusione. Oggi sono circa 600. Certo, le criticità rimangono visto
che la capienza è per 450 persone".
E gli organici?"Gli operatori hanno un encomiabile spirito di
servizio. Il carcere di Padova ha fatto e fa molto. Oggi 150 detenuti
lavorano all'esterno della struttura, 100 all'interno del Due
Palazzi. E poi ci sono scuole di ogni ordine e grado. Un detenuto è
riuscito a laurearsi nei giorni scorsi con una tesi in Ingegneria
informatica. Non è il nostro carcere una fonte di guai".
Agenti
della
polizia
penitenziaria,
intercettano dialogo tra due detenuti , uno
dei quali progettava un attentato in Italia
Il direttore del carcere, Ottavio Casarano "sono casi isolati, il
sistema funziona""I cellulari trovati in cella? Accade, ma anche
negli altri penitenziari". Ottavio Casarano è da poco più di un anno
direttore del Due Palazzi. Giunto all'indomani dell'inchiesta
Apache, su droga e telefonini in carcere, se ne trova un'altra sul
regime morbido ottenuto dai detenuti ad alta sicurezza, compreso
Mario Pace, ergastolano condannato per omicidio e mafia. "Tutte
le procedure sono sottoposte a controlli - afferma il direttore
Casarano - la nostra professionalità è un libro aperto".Pace è uno
dei cosiddetti declassificati, posto tra i carcerati comuni. Aveva a
disposizione un computer. La procura di Catania afferma che era
in collegamento con gli spacciatori, che gestiva gli acquisti di
droga in Olanda. Usciva dal carcere regolarmente."Aveva seguito
tutto l'iter necessario per ottenere la declassificazione, che è quello
di presentare un'istanza poi istruita dalla direzione che invia la
documentazione al Dap. È il Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria a decidere sul tipo di regime da adottare. I computer
in carcere vengono dati a chi studia e lavora, Pace compreso. Non
si può pensare di svolgere attività senza strumenti informatici. Ma
se un caso non va a buon fine, non si può condannare tutto il
sistema. Dobbiamo sempre fare i conti con la possibilità di
recidiva. Sarà poi la Giustizia a fare il suo corso sulle effettive
responsabilità di Mario Pace".
A Padova, l'Alta sicurezza è stata ridimensionata nel tempo."Al
Due Palazzi resta l'Alta sicurezza. In quella sezione rimangono 20,
30 detenuti. Le procedure di declassificazione sono però continue,
fanno parte del percorso trattamentale dei reclusi. E sono iniziate
prima che io arrivassi. Noi non possiamo dimenticare il nostro
ruolo di inserire nella società chi sconta una pena in carcere.
Ripeto: non è corretto dire che il sistema fa acqua per un caso
singolo".
Sabato scorso è stato trovato l'ennesimo telefono cellulare a un
detenuto.
È
stato
sequestrato
dalla
polizia
penitenziaria."Purtroppo accade anche in altri istituti italiani.
Affermare che il fenomeno sia più diffuso a Padova non è giusto. E
il Due Palazzi ha molti detenuti in più rispetto ad altri. Noi
comunque cerchiamo di contrastare con tutti i mezzi possibili il
pericolo che in carcere si possano ricevere cellulari".
Progettava un attentato in Vaticano: 32enne marocchino espulso.
È stato espulso prima di compiere un attentato in Vaticano. Ieri
pomeriggio un marocchino di 32 anni ristretto nel carcere San
Domenico di Cassino è stato accompagnato e imbarcato su un
aereo decollato da Milano Malpensa e diretto a Casablanca per
decisione del ministro Alfano.L’uomo alcuni mesi fa avrebbe
confessato ad un suo compagno di cella l’intenzione di voler
organizzare un attentato esplosivo in piazza San Pietro. Alcuni
agenti della polizia penitenziaria, sempre molto attenti alle
dinamiche che si creano all’interno delle mura del San Domenico,
hanno intercettato il dialogo tra i due detenuti e lo hanno riportato
alla direttrice dell’istituto di restrizione. Come da prassi la
responsabile del carcere, la dottoressa Civitareale, ha inviato una
nota al ministro della Giustizia, il quale poi in piena sinergia tra
dicasteri, ha affidato il caso al ministro dell’Interno.«Grazie a una
intensa attività investigativa – ha dichiarato il ministro
dell’Interno - è stato documentato che aveva confidato ad un
compagno di detenzione l’intenzione di realizzare, una volta
libero, un attentato in Vaticano, utilizzando una macchina piena di
esplosivo e un’arma di tipo kalashnikov, che gli sarebbero state
procurate a Roma da un suo referente. Inoltre, il marocchino è
stato descritto come soggetto ‘scatenato’, ‘fanatico’, desideroso di
‘morire in nome di Dio per comprare il Paradiso’ e animato da
sentimenti di vendetta verso lo Stato italiano. È stato documentato
- ha concluso Alfano - che lo straniero si era radicalizzato durante
la precedente detenzione presso il carcere Regina Coeli ed era
stato indicato come responsabile dell’indottrinamento di un altro
detenuto».Così dopo circa tre mesi dalla segnalazione, a fine pena,
l’uomo è stato prelevato dalla polizia come di consuetudine per i
detenuti stranieri poi scarcerati, ed è stato immediatamente
accompagnato a Milano per salire sull’aereo che lo ha riportato in
patria. «Oggi abbiamo eseguito un’altra espulsione per motivi di
sicurezza dello Stato, che segna i tempi della instancabile attività
di prevenzione che noi consideriamo un pilastro nella lotta
all’estremismo violento». Questo quanto dichiarato in una nota
del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Con questa, salgono a
128 le espulsioni di estremisti allontanati dal nostro Paese, dal
gennaio 2015 ad oggi, di cui 62 nel solo 2016.(Ciociaria Oggi)
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Sempre più fitto il caso dell’agente di
Polizia penitenziaria ferita in ospedale
Venezia, è giallo sull’agente
ferita in ospedale.Sissy
Trovato è in coma dal 1
novembre.
Lavora
nel
carcere della Giudecca.
Secondo le amiche e il
padre,
che
escludono
l’ipotesi
del
tentato
suicidio, avrebbe scoperto
qualcosa
di
pericoloso
nell’istituto penitenziario.Si
fa sempre più fitto il caso di Sissy Trovato, l’agente di polizia
penitenziaria trovata agonizzante all’interno dell’ascensore per un
colpo di pistola in testa e che ora combatte tra la vita e la morte nel
letto di un ospedale. Potrebbe esserci dietro un finto suicidio?
Dalle parole di un’amica di Sissy rilasciate al settimanale “ Giallo”,
lei avrebbe scoperto qualcosa di molto pericoloso all’interno del
carcere veneziano della “ Giudecca” dove lavorava e per questo
motivo qualcuno avrebbe potuto provare ad eliminarla o
quantomeno azzittirla. « Lei è sempre stata una ragazza forte » ,
ha asserito l’amica, prima di ribadire, « Aveva scoperto qualcosa
dentro al carcere, per questo hanno cercato di farla fuori » . Ad
un’altra amica, Sissy Trovato avrebbe confidato che sarebbe finita
presto su tutti i giornali. Perchè? La ragazza aveva forse scoperto
qualcosa riguardante il modo in cui venivano trattate le detenute?
Quello che purtroppo sappiamo è che all’inizio del mese di
novembre, Syssi, ragazza di origine calabrese di 28 anni, è stata
ferita da un colpo di arma da fuoco nell’ascensore dell’ospedale SS.
Giovanni e Paolo, a Venezia, dove era andata a controllare una
detenuta partoriente. È stata trovata riversa sul pavimento in
condizioni disperate. Nessuno ha visto cosa sia accaduto, ma dopo
i primi accertamenti le autorità si sono affrettate a classificare il
caso come tentato suicidio. Il padre della ragazza – raggiunto
da Il Dubbio – sospetta che non sia stato un suicidio. Soprattutto
non crede alle prime ipotesi vagliate dalla polizia secondo cui la
ragazza soffrirebbe di depressione cronica. In realtà Teresa è piena
di vita e ha ancora tanti progetti da realizzare. Soprattutto è una
sportiva, giocava come portiere in una squadra di calcio a cinque.
Inoltre il padre racconta che amava molto il lavoro di agente
penitenziaria. “ Rispettava la dignità delle detenute – racconta il
padre -, per lei non era importante quali reati avessero
commesso”.
Altro
particolare
inquietante
è
l’utilizzo
dell’ascensore: c’erano solo pochi scalini da fare e appare strano
che una ragazza, per giunta sportiva, potesse ricorrere a quel
mezzo. Si prospetta l’inquietante ipotesi che potrebbe essere stata
attirata da qualcuno. Altra cosa che non torna. Sissy presenta due
evidenti ferite alla testa, uno di entrata e uno di uscita. Quello
d’entrata è sul lato sinistro del cranio, quello d’uscita sul lato
destro: ma lei non è mancina e portava la fondina della pistola sul
fianco destro.
A che punto sono le procedure per la
costruzione del nuovo carcere?
Bari: a che punto sono le procedure per la costruzione del nuovo
carcere?.Ancora nelle prime pagine dell'agenda del Segretario
Regionale P.R.I., nonché assessore comunale Giuseppe Calabrese,
la realizzazione del nuovo istituto di pena in località Torre Tresca,
a Bari. Ma stavolta Calabrese, invece di soffermarsi sui soliti
ritardi accumulati dalle pubbliche amministrazioni ed enti locali,
oltre che ai dettagli tecnici e amministrativi, si sofferma sulla
questione del sovraffollamento nel carcere di Bari. E cioè uno dei
più gravi ed urgenti problemi sia in ordine ai posti letto e sia alla
diffusa violazione dei diritti, della dignità delle persone detenute e
degli agenti penitenziari."La struttura di Corso Alcide De Gasperi si legge nella missiva che il politico barese ha già inviato tra gli
altri ai ministeri competenti - ospita infatti circa cinquecento
persone, contro le duecentottanta previste in base alla capienza
della struttura con i reclusi ammassati nei Reparti detentivi e con
limitatissimi spazi destinati alla socialità".Una situazione
insostenibile, mentre sulla costruzione del nuovo carcere che
dovrebbe sorgere, su suolo demaniale, in zona Carbonara di Bari
prevale ancora l'incertezza e il silenzio. Va, inoltre, ricordato che
nell'anno 2010 il Sindaco di Bari Michele Emiliano rendeva noto
la disponibilità di ben quaranta milioni di Euro per la costruzione
del penitenziario, che però non ebbe luogo per il diniego espresso
dall'allora Governatore della Regione Puglia Nichi Ventola. Il
quale, rammenta ancora Peppino Calabrese, bloccò l'iniziativa
della costruzione, determinando così la restituzione di fondi e a
seguito di questa decisione quei finanziamenti vennero assegnati
all'Amministrazione Comunale di Pordenone. Una partita
perdente per la Città di Bari che, come per la costruzione del
nuovo polo giudiziario, s'è vista sottrarre un bel po' di denari
pubblici a beneficio di altre amministrazioni civiche e regioni
italiane amministrate ben diversamente. Conclusione?"Allo stato,
le criticità sono ulteriormente accresciute e dunque, si rende
necessario dar corso alla prevista costruzione della nuova Sede
carceraria in zona Torre Tresca - agro di Carbonara -Bari - sentite
anche le preoccupazioni del Santo Padre che all'Angelus di
Domenica 6 Novembre ha lanciato un esplicito appello alle
Autorità Civili di ogni Paese del mondo a favore dei detenuti a
compiere un atto di clemenza "amnistia" verso quei carcerati che
si riterranno idonei a beneficiare del provvedimento", scrive
ancora Calabrese.Quindi, attese le giuste aspettative della
cittadinanza barese in ordine al "rilevante problema sociale della
carenza di un istituto penitenziario moderno, degno di tal nome",
come mette nero su bianco il segretario pugliese del Partito
Repubblicano Italiano, si rende quanto mai necessario fare
qualcosa. E lui s'è rivolto direttamente al Ministro della Giustizia
per far conoscere, "con ogni cortese sollecitudine", le procedure
intraprese, ovvero da avviare, per la realizzazione di un nuovo e
più
moderno
istituto
penitenziario
nel
capoluogo
pugliese.(Quotidiano di Bari)
Un anno fa i casi
di legionella ,
ma
restano
ancora
da
appaltare
i
lavori
di
ristrutturazione
del carcere di
Alba
Alba (Cn): un anno fa i casi di legionella, ancora da appaltare i
lavori di sistemazione.Tra pochi giorni sarà un anno: il 1° gennaio
2016 si registrava nella Casa di Reclusione albese "Giuseppe
Montalto" il primo caso di legionella, diagnosticata in poche ore ad
altri tre detenuti, con la chiusura immediata della struttura per
epidemia e il conseguente sgombero disposti dal Dipartimento di
amministrazione penitenziaria.Da allora, i 122 detenuti, di cui 22
collaboratori di giustizia, sono ospitati nelle varie carceri del
Piemonte, dove ruotano a turno anche i 112 poliziotti garantendo
un presidio continuo per l'edificio di località Toppino. In questi 12
mesi ci sono stati incontri e visite da parte di dirigenti, politici e
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ministri (l'ultima, pochi giorni fa, quella dell'europarlamentare
Matteo Salvini durante la sua giornata cuneese pre-referendum),
accordi tra sindacati e voci di preventivi fino a 10 milioni per
sistemare gli impianti, interrogazioni al Parlamento e molte
"garanzie e rassicurazioni per riaprire al più presto il carcere".Ma
al momento, i lavori promessi per la ristrutturazione e il recupero
dell'istituto entro fine 2017, con un investimento di 2 milioni,
restano da appaltare. Il sindaco "Secondo quanto ci è stato riferito,
siamo fiduciosi che l'intervento andrà in appalto a inizio anno dice il sindaco Maurizio Marello. I tecnici hanno confermato i
Circolari ministeriali e
note D.A.P.
dicembre
2016
progetti per un intervento radicale sugli impianti idrotermosanitari. Insomma, la conferma, pur senza date precise, di
quanto annunciato ad Alba a luglio dal direttore generale del
personale e delle risorse del Dipartimento Amministrazione
penitenziaria, Pietro Buffa". Seguono la vicenda anche i garanti dei
detenuti, Bruno Mellano per il Piemonte e Alessandro Prandi per
il Comune di Alba: confidano che "ci sia presto la consegna
definitiva del cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione per
una riapertura graduale nel 2017".
Convenzioni nazionali e
regionali per gli iscritti
Alsippe
La Segreteria Generale Alsippe ha definito
una convenzione per la stipula di polizze
assicurative RC auto e moto per gli iscritti
Alsippe ed i propri familiari. Per eventuali
preventivi
e
ulteriori
informazioni
chiamare
al
numero
di
telefono 3931383562 oppure inviare la
documentazione
direttamente
all’indirizzo email:
[email protected]
Documenti richiesti per il preventivo
1)Fotocopia del libretto di circolazione
fronte e retro
Ministeriale
GDAP-0401039
del
5.12.2016
Gruppo di lavoro Nuovo Accordo
Nazionale Quadro - Convocazione
per il giorno 14 dicembre 2016 ore
10.00
Ministeriale
GDAP-0408192
del
12.12.2016
Comitato per le Pari Opportunità Convocazione per il giorno 15
dicembre 2016 ore 9.30
La Segreteria Generale in collaborazione
con i rappresentanti regionali provinciali e
locali presenti sul territorio ha stipulato
una serie di convenzioni per gli iscritti
Alsippe e i propri familiari , per usufruire
di servizi con sconti particolari. Per
usufruire dei
predetti sconti bastera’
esibire la
Tessera Servizi Alsippe che
potra’ essere richiesta ai responsabili delle
Segreterie Sindacali . Cliccando il link sotto
potrete visionare i servizi offerti
2) Documento di riconoscimento
Nel caso in cui sia un familiare intestatario
della polizza un autocertificazione che ne
attesti la parentela ai sensi della normativa
vigente, per altre informazioni contattare
l’ufficio ai numeri indicati sopra
Inizia la distribuzione dei
gadget Alsippe 2017
http://www.alsippe.it/it/category/convenz
ioni/
oppure CONVENZIONI del sito :
Segreteria Generale
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pareri invia un email ad
Alsippe
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Per ulteriori richieste ed informazioni
contattate l’indirizzo email:
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Segreteria Generale
Convenzione per la stipula
di polizze assicurative RC
auto per gli iscritti Alsippe
e propri familiari
Se vuoi pubblicare un articolo un parere,
una notizia, un'esperienza personale , un
problema scrivi a :
La Segreteria Generale Alsippe , informa i
responsabili delle Segreterie Alsippe sul
territorio che i gadget natalizi saranno
inviati agli indirizzi da voi forniti e
saranno recapitati tramite Corriere
Espresso dalla giornata di martedì 6
dicembre . Qualora vi fossero variazioni
degli indirizzi da voi forniti per il recapito
dei gadget oppure la mancata consegna si
prega di comunicarlo tempestivamente
alla Segreteria Generale
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