Matteo ha perso il lavoro La denuncia della

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COMUNICATO N. 14
Matteo ha perso il lavoro
La denuncia della disoccupazione di Gonçalo Tavares
Roma, 10 dicembre 2016. "La disoccupazione porta le persone ad accettare qualsiasi
lavoro, anche a discapito della propria dignità". Gonçalo Tavares, poeta, narratore e
autore teatrale portoghese affida a queste parole la propria denuncia della
disoccupazione, tema principale di Matteo ha perso il lavoro (nottetempo) che l’autore
ha presentato oggi a Più libri più liberi insieme a Vins Gallico.
"Ho scritto Matteo ha perso il lavoro in un momento di difficoltà per l’Europa, in cui la
mancanza di lavoro raggiungeva soglie molto alte. Quando in un Paese la
disoccupazione persiste per uno, due, tre anni di seguito le persone si abbassano a
fare qualunque cosa". È così infatti che Matteo, ultimo dei protagonisti del libro, dopo
anni di disoccupazione accetta di fare assistenza a una donna senza braccia: "Diventa
le sue braccia per aprire una porta, per raccogliere oggetti, per fare qualsiasi azione
della quotidianità - racconta Tavares -, ma quando le richieste della donna si fanno più
spinte e perverse Matteo rifiuta di abbassarsi ancora e si ritrova nuovamente
disoccupato".
Ma la disoccupazione è solo uno dei temi di Matteo ha perso il lavoro: "un libro che
tocca l’attualità da diversi punti, i personaggi come un domino cadono l’uno sull’altro, si
succedono vorticosamente attraendo con una forza centripeta il lettore" spiega Vins
Gallico. Le storie, infatti, scorrono una dopo l’altra seguendo l’ordine alfabetico dei
nomi dei protagonisti. Secondo Tavares "l’alfabeto è una sorte di nuovo Dio della
razionalità. Sembra calmare le persone, è capace di mettere ordine. Nell’enciclopedia,
ad esempio, le lettere mettono in relazione argomenti fra loro distanti: è sufficiente
organizzare l’assurdo in ordine alfabetico perché trovi una sua razionalità". Nomi di
origine ebraica, Aaronson, Ashley, Baumann e così via, la storia si snoda attraverso
una galleria di personaggi concatenati, fino al Matteo del titolo. "È un rincorrersi di
storie che ricorda sicuramente il Calvino di T con zero ma anche di Se una notte
d’inverno un viaggiatore" afferma Gallico. Ma quanta dipendenza c’è dalla letteratura
italiana? "Anni fa, la prima volta che sono stato in Italia per presentare un mio libro
c’erano due fazioni: i sostenitori di Calvino e quelli che parteggiavano per Pasolini. Da
che parte sto? La mia risposta è Calvino e Pasolini".
In un gioco di grafica e scrittura le parole si alternano alle fotografie: "i nomi sono tratti
dal lavoro fotografico di Daniel Blaufuks - spiega l’autore -, un mio amico che comprò
delle foto di lapidi, ciascuna con un nome disposto in ordine alfabetico". Ma
nell’attualità che emerge dal libro così organizzato, l’ordine sembra essersi perso: "nel
ventunesimo secolo siamo dipendenti della velocità - spiega Tavares -. Quando si
vuole censurare un’informazione basta accelerare e la notizia precedente viene
dimenticata. La causa dell’elezione di Trump, ad esempio, è la velocità. La politica
della democrazia e della razionalità hanno invece a che vedere con la lentezza, un
bene troppo raro oggi".
UFFICIO STAMPA
Associazione Italiana Editori
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