Finanza negli uffici della Raggi: in sei mesi solo molte

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Transcript Finanza negli uffici della Raggi: in sei mesi solo molte

Vinicio Capossela racconta l’inverno,
le sue ombre e le leggende su Radio 3,
da lunedì. Un viaggio nell’Italia arcaica,
legata ai miti della terra, voluto da
Marino Sinibaldi Amenta P. 12
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
l
€1,40
Anno 93 n. 324
Venerdì, 16 Dicembre 2016
unita.tv
Non c’è niente da indagare
l Finanza negli uffici della Raggi: in sei mesi solo molte nomine, quasi tutte sbagliate. Zero fatti
l Grillo imbufalito: scandali, inchieste e gaffe al Comune di Roma indeboliscono i 5 Stelle P. 6
Come evitare
la restaurazione
Il passo avanti
che c’è da fare
Aleppo al via l’evacuazione di civili. Sotto gli spari P. 8
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P
Stefano Ceccanti
Mila Spicola
er capire la direzione
in cui muoverci
dobbiamo in primo
luogo partire dalla
natura
dell’innovazione
sconfitta. Il tentativo di riforma
bocciato dagli elettori era in
sostanza una manutenzione
costituzionale straordinaria della
Seconda Parte, la cui necessità si
era manifestata all’inizio di
questa legislatura quando una
crisi politica (l’impossibilità di
formare il governo Bersani) era
diventata anche una crisi
costituzionale (il Presidente
uscente non poteva sciogliere
perché era nel semestre bianco e
non si riusciva neanche ad
eleggere il nuovo).
In secondo luogo dobbiamo
capire le ragioni di lungo periodo
che ci avevano portato lì. Le deboli
istituzioni italiane erano state in
origine surrogate dalla forza del
sistema dei partiti, almeno fino al
1989: sistema che poggiava su ben
precise fratture sociali e legami
internazionali. Di fronte alla crisi
irreversibile di quel sistema, che
precedette Tangentopoli (basti
pensare ai successi della Lega nelle
regionali 1990 e al referendum
sulla preferenza unica nel 1991),
per evitare una deriva fatale si
adottarono a livello di comuni e di
regioni regole piuttosto coerenti
sul sistema elettorale e sulla forma
di governo che hanno stabilizzato
quei livelli di governo. Sul piano
nazionale, invece, ci si limitò alle
sole leggi elettorali che, per quanto
tendenti a incentivare una
polarizzazione, si sono trovate di
fronte ad alcuni seri ostacoli
costituzionali, tra cui il doppio
rapporto fiduciario che ha causato
problemi in ben quattro elezioni su
sei.
In terzo luogo possiamo quindi
ritornare al presente. Il risultato del
referendum ci costringe a
muoverci ancora dentro quel
vincolo e ci crea problemi rispetto
alle leggi vigenti per Camera e
Senato, divaricanti tra di loro.
Dobbiamo però per questa sola
ragione andare in retromarcia
anche sulle leggi elettorali? Chi
immagina una linea di pura
restaurazione sembra ignorare che
leggi elettorali proporzionali pure o
debolmente corrette non farebbero
magicamente ritornare i partiti di
allora, con le relative fratture e
appartenenze. Sarebbe come se la
Chiesa decidesse di tornare alla
Messa in latino: non è che questo
riprodurrebbe anche dei fedeli in
grado di capire il latino.
Segue a pag. 3
opo la botta referendaria,
perché di botta si tratta cosa
possiamo fare se non
leggere? Leggere, leggere,
leggere per trovare non dico risposte
ma ascolto, ed è già una risposta.
A come Ascolto, stiamo ascoltando
quello che ci hanno detto il 60% degli
italiani col loro No e più del 70% dei
siciliani e dei campani? Perdonate la
prospettiva, non è campanile, è
coscienza del peso specifico. B come
Basta, leggo questo in quel No, basta,
rimane da capire la natura dei basta e
metterli in fila, ma sono chiarissimi,
chi non li vede è perché non li vuol
vedere; basta disoccupazione, basta
fame, basta corruzione, basta ipocrisia,
basta menzogne, basta assenza di
partecipazione e coinvolgimento. C
come Calvino. Nei suoi Appunti per un
programma politico per i prossimi
vent’anni mi chiede, a me che faccio
politica, di «puntare solo sulle cose
difficili, eseguite alla perfezione.
Anche fare dei calcoli a mano: delle
divisioni, delle estrazioni di radici
quadrate, delle cose molto complicate.
Combattere l’astrattezza del
linguaggio che ci viene imposto, con
delle cose molto precise. Le cose che
richiedono sforzo; diffidare della
facilità, della faciloneria, del fare tanto
per fare».
Per grandi linee abbiamo davanti a
noi chiari i problemi: la mappa del no
coincide con la mappa della fame.
Segue a pag. 11
D
Ma non è
Srebrenica
Lia Quartapelle
L
e immagini e le notizie che
ci arrivano dalla città ormai
espugnata sono disperanti e
vividissime. L’unica certezza è che
non sarà possibile dimenticare
Aleppo e che ci vergogneremo di
quanto non stiamo facendo. P. 11
Primi evacuati. Si registrano ancora sparatorie nella città di Aleppo in Siria riconquistata dalle truppe di Assad. Scontri che stanno coinvolgendo anche
i civili proprio mentre sono iniziati a partire i convogli con i primi mille abitanti
De Giovannangeli
Staino
Il caso Vivendi-Mediaset
avvicina le elezioni
Berlusconi pronto a dire sì
a una legge elettorale
con collegi e piccolo premio
CONGRESSO DEM
Mentre il Pd si prepara al congresso (a
marzo le primarie aperte ?), Berlusconi
spinge per avere presto una legge elettorale che consenta di votare il prima possibile. Una volontà resa più stringente dall’offensiva francese sulle aziende di famiglia. Ventimiglia - Zegarelli P. 2-3
Prodi amaro:
questa Ue
non conta
più nulla
P. 9
Renzi:
ripartiamo
dall’Italia
Verso l’assemblea
nazionale di domenica:
speciale di 2 pagine P. 3-5
I giovani e i
luoghi comuni
Paolo Natale
S
i fa così: si pubblica una tabella,
o un paio di tabelle, ci si fa un
bel commento, si cercano
spiegazioni plausibili, si fanno anche
un po’ di interviste a suffragio di
quella tesi e, infine, quella notizia
diventa la grande novità del
momento. Non si parla d’altro.
È accaduto per Donald Trump:
la rivolta degli americani contro
l’establishment. Come ha
acutamente sottolineato Luca
Ricolfi sul Sole 24 ore di qualche
settimana fa, se Hillary avesse vinto
in Wisconsin, Pennsylvania e
Michigan, se cioè 50mila elettori
avessero votato per lei invece che
per Trump, facendola diventare
presidente degli Usa, nessuno
avrebbe titolato o pensato a quella
rivolta. Che pure c’era, ed era
presente anche all’epoca di Obama.
Ma non era in grado di prendersi la
prima pagina.
Segue a pag. 11
Radar Dal romanzo di Norman Lewis, il film “Naples ‘44” di Patierno racconta la ferocia della guerra Alberto Crespi P. 13