la Catechesi - missione parrocchia sacro cuore

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LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI PASTORALI
Obiettivi e contenuti nella riflessione di un parroco
Per poter svolgere al meglio il proprio servizio si ha bisogno di una formazione e questa è la cosa
più urgente ma anche più difficile.
Chi sono gli operatori pastorali?
La loro formazione è condizione essenziale.
Sono coloro che con gioia dicono tutti i giorni “Sì” al Signore che li chiama a lavorare nella sua
vigna in forza del battesimo. Nel Vangelo di Marco troviamo un’espressione che potremmo
benissimo avvicinare alla vita, all’avventura degli operatori pastorali. Marco scrive che “Gesù ne
scelse dodici perché stessero con lui”. In questa stupenda e consolante espressione, che contiene una
verità preziosissima, Gesù appare come Colui che sceglie i dodici per metterli prima di tutto alla sua
scuola, per formarli. Oggi, nella nostra parrocchia, la formazione degli operatori pastorali è una
condizione fondamentale per la vita della stessa. Il Papa nella esortazione apostolica “Christi fideles
laici” raccomanda, ai fini di una pastorale veramente incisiva, di mettere in atto opportuni corsi o
scuole apposite per la formazione dei formatori. Non possiamo dare per scontato che gli operatori
pastorali siano persone già arrivate. La formazione dei formatori, cioè di coloro che a loro volta
dovranno impegnarsi nella formazione dei fedeli laici, costituisce una esigenza primaria. Il S. Padre
vede nella formazione degli operatori pastorali una via molto importante per poter arrivare meglio
anche agli altri. Non si può dare, se non si possiede. D’altra parte siamo soliti dire: come è possibile
nelle nostre comunità raggiungere tutti? Come è possibile evangelizzare i cosiddetti “lontani”? Ho
spesso pensato a questo problema, ma una risposta esauriente non l’ho trovata. Le motivazioni sono
tante e svariate. Credo però che coloro che operano in parrocchia, che vivono già come scelta la vita
della parrocchia, possono essere in grado di fare del bene diventando “evangelizzatori spiccioli”;
ma solo se si è entusiasticamente formati e soprattutto se si vivono le realtà che si è chiamati a
trasmettere.
Perché crediamo nella formazione degli operatori pastorali.
Questo, della formazione, è un tema fondamentale perché fa parte del cammino stesso della
parrocchia. Fondamentale perché:
1) Con la formazione si coltiva lo stile di rimanere fedeli a Gesù e all'uomo in modo autentico e
vero. Più l’operatore pastorale capisce chi è Gesù, più maturo diventa il suo “Sì” per lavorare in
parrocchia, ma soprattutto per lavorarci da innamorato del Signore.
2) Per la comunione, facendo leva sulla formazione unitaria, per gustare i momenti nei quali tutti gli
operatori pastorali si trovano insieme, andando oltre la realtà specifica di ogni gruppo, creando una
comunità aperta, unica, pur rispettando 1e rispettive specificità e cammini spirituali. L’unità nella
diversità. 3) Per l’essenzialità dell’operato. Operare in nome di Cristo significa vivere con le
antenne aperte per capire che cosa Gesù vuole da noi. Questo cammino globale di formazione non è
facile: a) perché le sensibilità degli operatori sono diverse; b) perché spesso si preferisce fare un
cammino col proprio gruppo e non con gli altri. Bisogna cambiare questa mentalità. Il gruppo esiste
per il tutto, la parte esiste per il tutto. Questo non vuol dire “pianificare” tutte le realtà esistenti in
parrocchia, ma viverle con lo sguardo di Chiesa e con l’intento dell’unità della parrocchia stessa. La
nostra parrocchia, con la ricchezza della sua realtà, deve presentare una Chiesa concreta, varia nel
suo agire, ma una. Gesù Cristo è uno, ieri, oggi e sempre. Il fine è Gesù, i cammini possono essere
diversi.
La formazione deve essere permanente, comune, d’insieme.
Permanente perché bisogna tener presente la propria crescita nel rapporto sempre più vero, sempre
più autentico con Cristo e con gli altri.
Comune perché questo cammino di crescita va compiuto da tutti: pastore e gregge. Anche io prete
non posso dire di essere “arrivato” anche se conservo la funzione di presbitero nella comunità e
come tale ho anche il dovere all’insegnamento.
Insieme: questa è la vera identità della parrocchia, quando non si separano le due realtà: pastore e
operatori pastorali. Un percorso che comprenda prima di tutto i tre ambiti in cui la Chiesa si muove:
l’evangelizzazione, la celebrazione, la carità. Un percorso che comprenda, oltre al generale, anche il
settore specifico di ogni gruppo. E qui c’è la bellezza e la ricchezza della specificità.
Elementi portanti per la formazione degli operatori pastorali.
1) Per prima cosa la formazione al senso della Chiesa. La parrocchia è bella e importante perché è
la Chiesa che si incarna in questo territorio, che vive tra le nostre case. È necessario mettere in
comune la conoscenza di Gesù come centro della parrocchia e la conoscenza della Chiesa come
comunità in comunione.
2) È necessario trasmettere l’amore alla spiritualità di comunione tra gli operatori pastorali. La
parrocchia deve diventare la casa di questa comunione, anche come luogo fisico. Uno scandalo che
qualche volta avvertiamo nelle comunità parrocchiali è quello di vedere operatori pastorali che, se
da una parte hanno aderito a lavorare nella vigna di Dio, dall’altra diventano segni non credibili
presso i fratelli di fede. Questo perché non lavorano in comunione, in armonia, perché si fa leva
soprattutto sulle proprie forze o sul proprio gruppo. Per poter raggiungere questi obiettivi dobbiamo
creare occasioni di preghiera e di vita comune.
3) Puntualizzo ancora la necessità della missione. Gli operatori devono percepire che sono dei
“mandati” ad annunciare e testimoniare Dio nel quotidiano. Siamo chiamati a trasmettere una giusta
visione della parrocchia, che è una famiglia, che è Chiesa e non semplicemente un territorio
giuridico. E questo può avvenire se siamo familiari con la Parola di Dio, in particolare col Vangelo
che ci deve istruire, guidare, illuminare nelle decisioni. Familiari con la celebrazione feriale e
soprattutto festiva, da vivere con entusiasmo.
4) Occorre anche una formazione specifica nell'ambito della realtà in cui si opera e del servizio che
si offre in parrocchia.
5) Infine, una esortazione all’aggiornamento. Bisogna perfezionare le conoscenze nel campo
dell’evangelizzazione, della liturgia, della carità. Non possiamo fermarci. Ecco perché gli incontri, i
convegni, i corsi e altro sono occasioni da non perdere. Creare una mentalità che sia aperta a tutto
ciò che c’è di bello e di buono per un servizio più fruttuoso. Siamo il popolo di Dio in cammino,
anche nella dimensione dell’aggiornamento. Bisogna dunque camminare con questa convinzione;
abbiamo bisogno di essere operatori pastorali ben formati; lasciarci formare da Gesù, in primo
luogo, e usare gli strumenti che la parrocchia e la diocesi offrono per approfondire sempre più il
cammino di formazione, per diventare sempre più operatori pastorali credibili ed efficaci.
Don Raffaele D’Agosto