Christmas Edition - sezione di Varese

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NOTIZIARIO INFORMATIVO per SOCI e SIMPATIZZANTI
N° 3 / 2016
BENEMERENZA “LA CIOCCHINA”
AUGURI DAL CAPOGRUPPO
A
l gruppo un riconoscimento “per la presenza costante nella vita cittadina, impegnato
da sempre in attività di pubblica utilità in collaborazione con le Istituzioni”.
A ricevere e poi ad alzare al cielo la statuetta
è stato il nostro capogruppo, mentre in sala
si sono alzati con orgoglio tanti saronnesi che
indossato il cappello alpino ed applaudito hanno
poi raggiunto il premiato per una foto ricordo e
ricevere un ulteriore affettuoso applauso della
sala.
“Siamo presenti dal 1932 e dobbiamo ringraziare quanti ci hanno preceduto; fin dalla sua
fondazione l’associazione ha assunto negli anni
un carattere non solo reducistico ed associativo,
ma di impegno sociale rivolto al volontariato ed
agli interventi a favore della collettività”.
Seguendo il motto “Onoriamo i morti aiutando
i vivi”ci siamo sempre impegnati in attività di
solidarietà verso realtà nazionali come il Banco
alimentare e Telethon, e soprattutto locali, come
i “Nonni Amici” davanti alle scuole cittadine,
servizi d’ordine per vari eventi; una cosa certa è
che noi Alpini siamo sempre avanti.
C
L
a storia riporta che furono trentasei le case
distrutte e centodiciotto le famiglie messe
in ginocchio dal disastroso incendio.
L’intervento dei pompieri di Milano, chiamati
dal maestro di posta Giuseppe Morandi, durò
per vari giorni prima che tutti i focolai fossero
definitivamente spenti.
Milano ed altre città lombarde parteciparono ad
una vera e propria raccolta di fondi destinati ad
aiutare Saronno e le famiglie colpite dall’evento
e in tale contesto, fu notevole l’impegno della
cantante lirica saronnese Giuditta Pasta.
In segno di gratitudine i saronnesi eressero
un monumento dedicato alla Riconoscenza, la
statua è adesso nella piazza della Riconoscenza,
è stata denominata popolarmente “La Ciocchina”, è uno dei simboli della città di Saronno e
annualmente, a cittadini o enti benemeriti, viene
assegnata l’ omonima onorificenza il cui premio
simbolico è una statuetta che riproduce la
figura femminile del monumento.
ari alpini, anche quest’anno siamo arrivati a
Natale, il secondo dalla mia nomina a capogruppo e sono particolarmente soddisfatto del
2016; abbiamo partecipato a molte manifestazioni e ci siamo impegnati soprattutto nel sociale
e nei servizi a favore della nostra Città.
Di due cose sono particolarmente fiero: la
presentazione della monografia sulle penne nere
saronnesi nella prima guerra mondiale curata
dell’alpino Massimo Peloia e l’attribuzione
della benemerenza “La ciocchina”; finalmente
dopo quasi ottantacinque anni dalla fondazione
un meritato riconoscimento ufficiale da parte
dell’Amministrazione cittadina. Vorrei ringraziare i consiglieri e tutti gli alpini e simpatizzanti
(anche alcune mogli) che sempre ci aiutano a organizzare gli eventi, anche quelli dietro le quinte
come l’alpino Marco Chiodini, che progetta e
cura tutte le nostre realizzazioni grafiche ed il
nostro notiziario “Scarponi saronnesi”.
Rinnovo il mio appello a tutti i soci affinché
frequentino la baita più spesso e raccomando
di essere puntuali nel rinnovo della tessera, la
nostra sopravvivenza dipende da tutti voi.
Auguro al gruppo, ai familiari e agli amici simpatizzanti un felice Natale e un bellissimo 2017.
Viva gli Alpini!
Il capogruppo
Marino Radice
ASSEMBLEA ORDINARIA
22 GENNAIO 2017
Pubblicato venerdi 28 ottobre 2016
sul giornale “La settimana”
Link approfondimento articolo
Saronno - Sede Gruppo - Ore 9,45
È un momento di bilanci, progetti ed incontro.
Non mancate ... Vi aspettiamo!
TESSERAMENTO 2017
Ricordiamo a tutti i Soci che sono disponibili i
bollini di rinnovo annuale adesione all’ANA.
Termine ultimo rinnovo - 31 Marzo
SCARPONI SARONNESI
1
RITORNO A FELTRE DOPO CINQUANT’ANNI
S
ollecitato dall’informazione giratami dall’amico Luciano, decido di partecipare al 3°
Raduno del Btg. Feltre Domenica 17 Luglio.
Dopo dieci anni di abbandono la Caserma è
stata ceduta dal Demanio alla Città di Feltre
nel 2014 e per ora, con l’aiuto della Protezione Civile e degli alpini sono state ripuliti e resi
agibili solo il cortile centrale ed un altro spazio
adiacente dove c’erano le Salmerie che sono
rimaste identiche, spero che in futuro prossimo
sole seminude ( no comment ).
Di là da questi gesti d’inciviltà l’atmosfera che
si percepisce è del silenzio e del rispetto dei
12.615 italiani e 10.295 austro-ungarici che vi
sono sepolti, è un’opera maestosa che però,
grazie alla sua forma a gradinate e circolare,
rispetta la morfologia della montagna senza
stravolgerne la bellezza.
E’ ormai tardi, lascio con nostalgia questi luoghi
in cui spero di tornare per una visita più accurata
e riprendo la strada di casa.
S.C.
“CORRE IL NONNO”
I
E’ l’occasione per rivedere la Caserma Zannettelli dove ho trascorso quattro mesi da Sergente
A.U.C. alla 66° Compagnia allora comandata dal
Capitano Giannuzzi che ho recentemente
scoperto essere il padre del Generale Simone
Giannuzzi, attuale Comandante del Centro Addestramento Alpino di Aosta (Ex Scuola Militare
Alpina) nel 1966, esattamente cinquant’anni fa.
In Caserma ho trascorso solo due mesi, per 33
giorni sono stato al comando di 33 alpini di
guardia alla Polveriera S. Silvestro di Cart vicino
a Feltre, per altri venti giorni U.O (Ufficiale
Osservatore) e/o responsabile con altri Sergenti
dello sgombero poligono al Passo di
San Pellegrino, dove si svolgevano le esercitazioni dei mortaisti, gli altri, prima della licenza di
prenomina a Sten, partecipando al Campo estivo
a Padola nell’alto Cadore ... scrivendo queste
note ho notato con sorpresa la ricorrenza del 33
che, raddoppiato, fa 66, la mia Compagnia, più
alpini di così!
Nonostante siano trascorsi tanti anni e il breve
periodo che ho trascorso a Feltre ho ancora nitidi ricordi sia della cittadina con il suo bellissimo
centro storico, sia della Birreria di Pedavena che
alla Domenica era assaltata da decine di pullman
di turisti.
Domenica mattina arrivo a Feltre prima dell’inizio della manifestazione per accedere alla caserma e visitarla con calma; dall’esterno al primo
impatto noto che non ci sono stati cambiamenti,
entro nel cortile e passando sotto l’androne
della palazzina comando ricordo che lì, oltre al
corpo di guardia c’era la sala visite per la sifilide
e lo studio del medico con l’infermeria, entro
nel cortile con la speranza di poter accedere
alla palazzina dove, all’ultimo piano, alloggiava
la mia Compagnia, purtroppo è accessibile solo
il cortile ed il piano terra dove è stata allestita
una mostra fotografica da parte degli alpini
della Sezione di Feltre, allora rendo omaggio al
cippo che ricorda la presenza oltre che del Btg.
Feltre anche del Gruppo Artiglieria Agordo fino
al 1975.
l nostro Gruppo ha fornito il suo contributo
alla prima edizione di “A Saronno, corre il
nonno!” organizzata il 2 ottobre scorso dalla
Fondazione Focris di via Don Volpi.
E’ stata allestita una postazione ristoro per il
pranzo e un servizio di presidio nelle vie cittadine dove si è svolta la marcia non competitiva.
si possa accedere a tutta la vasta area occupata
dalla caserma, senza la cura e la manutenzione
che veniva fatta dagli alpini in pochi anni tutto è
degradato, però è ancora esistente e potrebbe
avere un futuro migliore.
Dopo la cerimonia del raduno che si conclude
con la sfilata per le vie della città decido di fare
una breve visita alla Birreria di Pedavena, che
ha una storia ultracentenaria, è stata salvata a
furor di popolo dalla Birra Castello Spa, dopo
la chiusura attuata nel 2005 dalla multinazionale
proprietaria; qui constato con grande piacere
che è rimasto tutto immutato con una buona
presenza di turisti che hanno ripreso ad occupare tutti i tavoli per pranzare dove non trovo un
posto libero.
Alle 9 presso la struttura della Fondazione si
sono ritrovati gli ospiti delle case di riposo cittadine con quelli di Origgio e di Gerenzano.
Nel piazzale accanto alle moto, bici ed auto
d’epoca si sono così ben presto radunati i partecipanti benedetti dal cappellano dell’ospedale
don Mauro Carnelli.
Il lungo corteo ha raggiunto piazza Libertà, passando da via Cavour, e poi tutti i partecipanti si
sono trovati alla casa di riposo dove si è tenuto
un pranzo in compagnia ... con sapori di una
volta, dalle salamelle alle lenticchie ed anche
qualche piatto multietnico.
LAGAZUOI
La giornata è bella, dopo una mattinata incerta
ora splende il sole, ho ancora tempo per il rientro perché non passare dal Monte Grappa a rendere omaggio ai Caduti della Grande Guerra?
Essendo a Feltre salgo al Grappa dalla via più
breve ma più impervia la Via Cadorna che inizia
a Seren del Grappa, trenta chilometri con alcuni
punti stretti, le rocce che spuntano dalla montagna e qualche tratto senza guard rail, fortunatamente non c’è molto traffico e con calma e
molta attenzione dopo oltre un’ora raggiungo
il Sacrario; è il medesimo tracciato costruito tra
il 1916 e il 1917 sul versante Sud per essere al
riparo dal fuoco nemico.
Dal Sacrario del Grappa si gode una splendida
vista panoramica a 360° delle cime teatro degli
aspri combattimenti dall’autunno del 1917 e del
1918 fin giù in pianura a Bassano del Grappa;
a vigilare sul comportamento dei turisti e sul
rispetto del luogo trovo alcuni alpini della
Sezione di Bassano che svolgono il servizio a
turno fra i vari gruppi il Sabato e la Domenica;
con me si lamentano dell’inciviltà di alcune
signore che, nonostante il richiamo al rispetto
del luogo sacro, utilizzano il prati per prendere il
I
l nostro socio
Giacomo Giannelli
accanto alla fontana lavatoio presso la Cengia
Martini sul Lagazuoi.
In primo piano la lapide
della 282° compagnia del
battaglione alpini Pallanza
che era di presidio nella
estate - autunno del 1917
SCARPONI SARONNESI
2
SAN MAURIZIO - Patrono delle Truppe Alpine
U
n decreto pontificio del 19 luglio 1941,
ha dichiarato per mano di Papa Pio XII,
San Maurizio martire celeste, patrono
e protettore del Corpo degli Alpini.
A tale decreto fa seguito ad una richiesta formulata ai vari Cappellani militari e trovò numerose
proposte fra cui spiccava la figura della Madonna, che spesso, nell’iconografia alpina classica,
viene avvicinata agli alpini e che viene citata
anche nella “Preghiera dell’Alpino”.
Ma il Santo che raccolse il maggiore consenso
fu San Maurizio, soldato alpino di una Legione
romana alpina, martire, intrepido e valoroso
combattente per la Patria e strenuo difensore
di Cristo, la cui fedeltà alla patria e alla Fede lo
segnalavano come il Santo più vicino allo spirito
alpino.
San Maurizio viene raffigurato tradizionalmente
nella sua armatura ed in Italia si aggiunge una
croce rossa sul suo scudo o armatura.
Cenni sulla vita di San
Maurizio si riscontrano, per la prima volta,
nella corrispondenza
tra vescovi del III°- IV°
secolo D.C. .
La leggenda, che ha un
sicuro fondamento storico nonostante sia stata da qualche studioso
accusata di falsità,
racconta che San Maurizio era comandante
di una Legione tebana
composta da cristiani e
fatta venire dall’Africa
per reprimere una rivolta di un popolo celtico
sollevatosi nelle Gallie.
I soldati eseguirono loro missione, tuttavia,
quando fu loro ordinato di perseguitare ed uccidere alcune popolazioni locali del canton Vallese
in Svizzera convertite al cristianesimo, molti tra
i soldati tebani, con in testa San Maurizio, si
rifiutarono, andando incontro alla conseguente
rappresaglia che portò al loro martirio. L’episodio potrebbe essere datato dal 286 al 303.
Come narra la leggenda, l’avvenimento deve
aver avuto una enorme impatto nelle popolazioni locali se si pensa che, già nel 440, il pellegrinaggio al luogo del martirio di San Maurizio
era frequentatissimo da parte dei fedeli delle
diocesi vicine. Attorno all’anno 500 ad Agauno,
nel canton Vallese, sorse una abbazia in onore di
D
SUL CAURIOL 100 ANNI DOPO
omenica 25 settembre
abbiamo festeggiato il nostro patrono.
Dopo la S. Messa nella chiesa della Sacra Famiglia, ci siamo ritrovati presso il nostro monumento al Parco degli Alpini per l’alzabandiera e i
discorsi di rito del Capogruppo Marino Radice e
del Capitano Stefano Colombo.
Il momento conviviale è proseguito poi presso
la sede con un rinfresco e il successivo pranzo,
a base di pasta all’amatriciana. Il ricavato dell’iniziativa è stato destinato al fondo ANA per le
popolazioni terremotate del Centro Italia.
Link approfondimento articolo
T
re settembre 2016, esattamente cento anni
dopo, siamo saliti sul monte Cauriol, cima
di 2494 metri nella catena dei Lagorai, dove si
svolse una cruenta battaglia tra gli alpini del
battaglione Val Brenta, che difendevano la vetta
e un battaglione austriaco di Landschutzen.
CASTAGNATA
A
nche quest’anno, come da antica tradizione, il nostro Gruppo ha organizzato la
castagnata alpina, abbinata alla Festa
Saronnese del Trasporto del 23 Ottobre.
Il brutto tempo purtroppo ci ha costretto a
rimandare l’appuntamento alla domenica successiva. Nonostante il contrattempo ed il cambio
di postazione le castagne sono andate esaurite
velocemente e l’iniziativa ha riscosso pieno
successo.
Un sentito ringraziamento ai Soci ed Amici che
hanno partecipato a questo tradizionale appuntamento.
Sulla vetta abbiamo ricordato il nostro
concittadino Annibale Guaragna,
Medaglia d’Argento alla memoria
e tutti i numerosi Caduti del 3 settembre 1916.
VALMADRERA
I
l nostro gruppo è stato rappresentato con
tanto di gagliardetto il 6 settembre
alla cerimonia in ricordo del Sten. alpino Butti
Fortunato, a cento anni dalla sua morte.
San Maurizio in essa furono deposte le reliquie
del Santo.
Nella cultura popolare è stato messo in rapporto
con la leggenda della “Lancia del Destino”
(o Lancia di Longino), che avrebbe portato in
battaglia e che si sostiene sia la lancia che ferì il
costato di Gesù sulla croce.
Il suo nome è inciso sulla “Lancia Sacra di
Vienna”, una delle reliquie uno dei simboli più
importanti del Sacro Romano Impero, una delle
più significative reliquie del Medioevo ed uno
dei più preziosi tra i tesori della corona imperiale
oggi conservati.
SCARPONI SARONNESI
3
UN ALPINO “D’ARRESTO”
Q
uesta volta raccontiamo con piacere le
vicende di naja del nostro socio
Renato Caspani, perché ci danno lo spunto per
parlare di una specialità del nostro Corpo poco
conosciuta: gli alpini d’arresto.
Partiamo dalle note che ci ha fornito lo stesso
Renato, classe 1934: a vent’anni fu chiamato per
la prima visita di leva, che al tempo si svolgeva
a Saronno presso l’attuale Scuola Elementare
Ignoto Militi. L’anno successivo si recò a fare i tre
giorni a Varese, alla Caserma Garibaldi.
Venne giudicato abile e, pochi mesi dopo,
giunse la cartolina: destinazione il 5° CAR di
Albenga, arruolato in Aviazione.
Renato entrò in caserma Il 3 marzo 1956, ma fu
aviatore per breve tempo: il 20 cambiò reparto
e passò negli alpini. Dopo il giuramento del 4
aprile, il 20 aprile partì alla volta di San Giorgio
a Cremano, per svolgere un corso di specializzazione. Di quel periodo ricorda ancora le numerose guardie alla spaggia militare e alle radio,
il servizio elettorale a Torre del Greco, i tiri e le
marce sul Vesuvio. Il 30 settembre, dopo trenta
giorni di convalescenza a causa di un otite, partì
per la sua destinazione definitiva: Tolmezzo,
caserma Cantore, all’11° Raggruppamento di
Frontiera. Il congedo giunse il 17 agosto 1957.
Concluse le vicende militari del nostro socio,
passiamo a descrivere la storia del suo reparto
e, più in generale, degli alpini da posizione.
La vita di questi particolari reparti, non solo
alpini, ha avuto inizio nei primi anni dopo la fine
della Seconda Guerra Mondiale. Con la nascita
dell’Alleanza Atlantica e del contrapposto Patto
di Varsavia, la successiva adesione dell’Italia
all’organizzazione del Trattato del nord Atlantico, nel 1949, portò gradualmente alla creazione
di un sistema di difesa permanente lungo il confine con l’Austria e l’allora Jugoslavia. Si decise
in pratica di costruire opere atte ad interdire,
con strutture fortificate a vocazione anticarro, le
principali vie d’accesso al nostro Paese.
Questo nuovo sistema difensivo si estendeva,
per il settore di montagna, dal Passo di Resia
alle sorgenti del Natisone e da qui, in pianura,
giungeva fino al mare.
Per presidiare queste strutture vennero costituiti
appositi reparti da posizione che assunsero
nella pratica i compiti già svolti, dal 1934 al
1943, dalla Guardia di Frontiera. Il 1 gennaio
1951 si costituì il I° Battaglione da posizione,
con personale del 55° Reggimento Fanteria;
in ambito alpino, il 31 dicembre 1951 furono
costituiti i XI Battaglione (sede Tolmezzo con
distaccamento a Pontebba) e XXI Battaglione
(sede Dobbiaco con distaccamento a Versciago). Già l’anno successivo i due battaglioni si
trasformarono nei Raggruppamenti di frontiera:
il XI diede vita ai Raggruppamenti XI e XII “allo
scopo di dare ai reparti destinati a presidiare le
opere difensive di frontiera un struttura organica
meglio rispondente alle particolari esigenze di
impiego”: erano infatti state create nuove opere
di difesa e si rendeva necessario adeguare gli
organici. Probabilmente il particolare momento
politico, in pieno clima di Guerra Fredda, aveva
consigliato di aumentare ulteriormente il livello
di sicurezza delle nostre frontiere.
Mentre il XII, con sede a Paluzza, sbarrava la Valle del But e le valli adiacenti, l’XI raggruppamento, come già detto con sede a Tolmezzo, aveva
il compito di sbarrare la Val Canale, il Canale del
Ferro e le relative convalli.
Il 2 gennaio 1954 passò alle dipendenze della
Julia, cambiando la denominazione da XI a 11°
Raggruppamento di Frontiera. Il suo motto era
“Nella roccia…come la roccia” che ben rappresenta il compito del reparto di ferrea difesa delle
opere in caverna.
In montagna la linea fortificata era costituita da
strutture incavernate o in casamatta disposte talora su più livelli, con cupole corazzate, dotate di
cannoni anticarro e mitragliatrici, oltre a sistemi
per la difesa N.B.C.
Si costruirono inoltre nuove opere utilizzando “in
vasca” carri armati americani del tipo M4 Sherman o M26 Pershing, senza motore, radiati dagli
USA e ceduti all’Italia. Vennero utilizzate anche
le sole torrette dei carri armati, rappresentate
anche in alcuni distintivi alpini dell’epoca.
Stante la esiguità delle forze a disposizione che
non consentivano il presidio di tutte le strutture,
le stesse erano state divise in due categorie A e
B, le prime erano presidiate permanentemente
in quanto opere di pronto impiego, mentre
quelle di categoria B non era presidiate ma
regolarmente ispezionate e soggette a periodica
manutenzione.
Una foto di gruppo di Renato Caspani, nel
periodo di San Giorgio a Cremano, mostra la
particolare uniforme del personale “alpino” dei
Raggruppamenti di Frontiera: le mostrine erano
rettangolari, verdi con bordo rosso, mentre il
cappello alpino aveva il fregio della fanteria, con
fucili incrociati e fiamma diritta. Gli altri alpini
chiamavo questo fregio “fiamma del pibigas”,
dal nome di una marca di bombole di gas per
uso domestico. La nappina era decisamente
particolare: rossa con ovale verde. Da notare che
questi soldati portavano il cappello alpino pur
non essendo Truppe Alpine. Ne fecero parte a
partire dal 1 gennaio 1957, quando i vari Raggruppamenti di frontiera cambiarono denomina-
zione in Raggruppamenti alpini da posizione. I
reparti dipendenti, ai quali era affidato di fatto
il presidio delle opere fortificate, identificati
come Gruppi di sbarramento e Sbarramenti, si
trasformarono rispettivamente in Battaglioni e
Compagnie. Anche l’uniforme divenne alpina,
adottando il classico fregio con l’aquila e le
mostrine con le fiamme verdi. Unico elemento
distintivo, oltre alla particolare nappina, il tondino del fregio di colore rosso.
Nel 1962 i reparti da posizione cambiarono
nome in reparti “d’arresto” e il 1 luglio 1963
i battaglioni alpini, già identificati con numeri
romani, presero il nome di alcuni battaglioni
“Valle” che si erano particolarmente distinti
nelle due Guerre Mondiali.
Rinacquero così i gloriosi nomi:
Val Fella, Val Natisone, Val Tagliamento
(Comando Truppe Carnia poi Brigata Julia)
Val Cismon (Brigata Cadore)
Val Brenta, Val Leogra (Brigata Tridentina)
Val Chiese (Brigata Orobica)
La nappina non fu più quella caratteristica rosso/
verde ma riprese il colore del battaglione di cui il
reparto portava il nome.
Già il 1° luglio 1964 il battaglione Val Natisone
e Val Leogra furono sciolti; il sistema difensivo
rimase in vita ancora per circa un ventennio, fino
alla metà degli anni Ottanta. A partire da questa
data cominciò gradualmente un programma di
dismissione delle opere permanenti che, con
il progresso degli armamenti, si erano rivelate
ormai superate. Si valutò anche l’opportunità di
un adeguamento tecnologico ma la caduta del
“Muro di Berlino” e il mutato scenario internazionale decretarono la loro chiusura definitiva e,
come conseguenza, lo scioglimento dei reparti
che le presidiavano.
Nel 1979 scomparve il Btg Val Chiese, nel 1986
il Val Brenta e, per ultimo, il Val Tagliamento nel
1992.
L’ultima unità d’arresto superstite, il 52° Battaglione, versò la Bandiera nel 1996, scrivendo
così la parola fine sulla storia dei soldati delle
fortificazioni italiane.
Oltre alle foto di Renato Caspani,
le altre immagini e numerose notizie provengono dal libro di
M. Ascoli - A. Bernasconi - M. Lucarelli
“Fortezze e Soldati ai confini d’Italia” - Temi Editrice 2004
SCARPONI SARONNESI
4
RICORDI DAL LAGER TEDESCO - Natale 1943
H
o riaperto quel libricino, ormai sgualcito,
che mi fu compagno dal settembre 1943
al giugno 1945 e ho riletto quanto scrissi la
notte del 24 dicembre ’43.
Mi trovavo nel lontano campo di Cholm, sul
confine russo-polacco. Eravamo tremila internati in baracche di legno nelle quali il vento
entrava fischiando, da ogni angolo; non c’era
acqua potabile, non si scriveva a casa.
Nello stesso campo erano con me altri due
saronnesi.
Vigilia ’43, nevica…. la mamma che farà?
Chiudo gli occhi e sogno le cose più disparate.
Ho preparato in un angolo della baracca
un piccolo presepe usando mezzi di fortuna:
sabbia, corteccia, ritagli di carbone.
Fiorillo mi ha aiutato nel disegnare le figurine ed alla fine ci siamo sentiti soddisfatti del
nostro lavoro: è un capolavoro per noi kriegsgefangenen!
Eppure nella sua semplicità, nella sua modestia,
ha cambiato tante cose nella nostra baracca: c’è
più aria di Natale ora in questo angolo, qualche
cosa che ci tocca nel più profondo dell’anima
e ci porta con maggiore forza alle nostre case
con la mente, ai nostri cari col nostro affetto.
Nevica ... penso e ricordo un’infinità di cose.
Lo scorso anno, come
oggi me ne andavo in
licenza. Eppure, io stesso me ne meraviglio,
questa sera mi sento
più tranquillo e sereno
del solito. Alle 18 sono
passato da Carlo,
assieme siamo passati a prendere Felice ed alle
diciannove abbiamo assistito alla S. Messa che
i “crucchi” hanno permesso in sostituzione
della richiesta Messa di mezzanotte.
Abbiamo voluto assistervi tutti e tre uniti ed
abbiamo sentito con noi i nostri cari, la nostra
Saronno tutta.
La cappella (non era che una delle solite baracche, un po’ più scassata e perciò non occupata)
era affollatissima. Quale Natale più vicino a
Gesù? Egli nacque in una misera capanna,
solo, povero, lontano da tutti e privo di ogni
conforto, un bue e un asinello lo riscaldavano
col tepore del loro respiro. Per noi la realtà non
è oggi tanto dissimile da quella.
Ma la giornata della vigilia, già serena e nello
stesso suggestiva non è tutta qui.
La 27° era la baracca degli alpini; padre Luigi
celebrerà una S. Messa proprio a mezzanotte
ed in barba ai “crucchi”.
Alle 23 ho lasciato, tutto imbacuccato nel lungo
pastrano polacco, la baracca: ho camminato a
ridosso delle altre ed in sordina sono entrato
alla 27. L’altare era stato preparato a fianco del
presepio veramente artistico, e direi miracoloso
pensando al materiale usato; altare e presepio
riuscivano ancora più suggestivi illuminati da
quelle quattro candeline che sole splendevano
nel buio completo della baracca.
Durante la Messa ci accostammo alla
S. Comunione ed al termine ci abbracciammo
scambiandoci gli auguri:
“Buon Natale!”
“Il prossimo in Italia!”
Si, Iddio lo voglia il prossimo a casa.
E così è Natale!
Un presepio, due Messe, molta neve ed una
grande nostalgia nel cuore.
Un Kgr
L’alpino nel lager
tedesco è il Prof. Attilio
Fausti (1921 – 1982),
maggiore degli alpini
e insegnante al
Collegio Arcivescovile;
più tardi anche
consigliere provinciale
e presidente dell’
Ospedale di Saronno.
Saronnese doc,
giovane sottotenente
del 7° fu internato
dopo l’8 settembre 1943 nei campi di prigionia
tedeschi, da dove ritornerà nel giugno del ’45.
MI CHIAMO “ALPY”...
AGENDA MANIFESTAZIONI
8 DICEMBRE ------------------ 2016
Saronno - P.za Libertà
Manifestazione Presepi
Nel pomeriggio verrà offerto vin brulè
8-10-11 DICEMBRE
Saronno - Centro cittadino
Vendita Stelle di Natale A.I.L.
15 DICEMBRE
Saronno - Teatro Regina Pacis - Ore 21,00
Concerto di Natale con il Coro Alpe
Al termine verranno offerti panettone e vin brulè
16 DICEMBRE
Saronno - Municipio - Ore 21,00
Auguri natalizi dall’Amministrazione Comunale
con la Banda Municipale ed il Coro Alpe
Al termine verranno offerti panettone e vin brulè
17 DICEMBRE
Voghera - Museo Storico G.Beccari - Ore 10,00
Cerimonia per il 75°della morte
della M.O.V.M. Angelo Bascapè.
Seguirà ore 13,00 rancio Alpino
presso l’Oratorio Padri Barnabiti
22 DICEMBRE
Saronno - Sede Gruppo - Ore 21,00
Scambio auguri natalizi
15 GENNAIO ----------------- 2017
Saronno - dalla zona Parco degli Alpini verso il
centro sfilata storica di Sant’Antonio
29 GENNAIO
Saronno - Sede Gruppo - Ore 12,00
Cassoeulata in compagnia
NEGOZIO ALPINO
L
o staff grafico della redazione ha creato
un simpatico personaggio e lo vorrebbe
proporre come “mascotte” del Gruppo ...
una grafica essenziale ...
una sfera tricolore con un cappello alpino ...
insomma una specie di icona alpina che rappresenta ovunque l’italianità con la sua tipica
simpatia e cordialità.
Oltre che identificare il nostro Gruppo in scopi
non istituzionali, si potrebbe applicare ed utilizzare in svariati modi ... come materiale
promozionale, merchandising o divulgativo
per i più giovani.
Si sta già pensando ad un utilizzo a parte, senza
abbinarlo al logo del Gruppo, creando una serie
di icone Smile / Emonji / Emoticon.
Vi saremmo grati se ci
comunicaste opinioni
ed eventuali suggerimenti
sulle possibili
applicazioni
di “Alpy”.
DVD VIDEO
“Ottant’anni ... ma sempre bocia”
80° Gruppo Alpini Saronno
€
5,00
CREST
Gruppo Alpini Saronno
30,00
GUIDONCINO
Gruppo Alpini Saronno
15,00
VETROFANIA per auto
Ass. Naz. Alpini
1,00
CD MUSICALE
Coro B.A.T. Tridentina
10,00
CD MUSICALE
Coro Alpe Saronno
10,00
LIBRO
“La grande guerra nelle storie
degli Alpini saronnesi”
10,00
NOVITÀ 2017
BROCCA
In ceramica
Formato 1/2 litro
Formato 1 litro
13,00
15,00
CRAVATTINO
(Artigianale) Legno / corda
5,00
PORTACHIAVI
(Artigianale) Legno / metallo
5,00
Vice Capogruppo
FALCHI ROBERTO
2015
2016
Segreteria
FALCHI CRISTINA
[email protected]
Tesoriere
CHIODINI LUCIANO
Revisori dei Conti
COLOMBO STEFANO
VAGHI MAURIZIO
RADICE MARINO
Capogruppo Onorario USLENGHI GIANNI
Organizzazione Eventi GALLINARO STEFANO
NOTIZIARIO
Circolare informativa riservata a SOCI e SIMPATIZZANTI del GRUPPO ALPINI di SARONNO
A.N.A. Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Varese - Zona 9
21047 Saronno (VA) - Via Volonterio, 5
[email protected]
Apertura della Sede riservata a Soci e Simpatizzanti
Dal Lunedi al Giovedi 14,00 - 18,00
Venerdi 21,00 - 23,00
Domenica 10,00 - 12,00 15,00 - 19,00
CO NSI GLI O DIR ETTIVO
Capogruppo Redazione
PELOIA MASSIMO
FRANCHI MASSIMO
Coordinamento
Grafico
MARKIO
[email protected]
SCARPONI SARONNESI
5
Pubblicazione online creata con App di Adobe su piattaforma Mac
Per prenotazioni ed acquisti rivolgersi in Sede
DICEMBRE 2016