Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1

Download Report

Transcript Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1

Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:48 Pagina 1
SEMESTRALE DEL GRUPPO ALPINI DI GUSSAGO - SEZIONE DI BRESCIA
3|2016
DIREZIONE E REDAZIONE:
VIA NAVA 34 - 25064 GUSSAGO
DIRETTORE RESPONSABILE:
VITTORIO NICHILO
Redazione: A. Belleri, G. Castelli,
G.B. Torcoli, G. Tonoli, F. Torchio
Hanno collaborato: A. Inselvini
A. Gramaticopolo, M. Gelmini
Autorizzazione del Tribunale di Brescia
n. 17/2012 del 07/08/2012
Stampa: Tipolitografia Gardesana
A perpetua memoria
di tutti i nostri soci
andati avanti
veci e bocia
questa sede vollero
a testimonianza
per continuare nel solco
dei nostri ideali
Gruppo Alpini Gussago
9 ottobre 2016
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:48 Pagina 2
Una sede..., una casa...
di Giuseppe Tonoli
O
gni volta che devo scrivere per il nostro periodico, ammetto che mi trovo un po’ in difficoltà,
forse per la paura di essere criticato, frainteso
o incompreso. Vent’anni fa partivo per l’anno di naja,
per molti inutile, ma che mi ha comunque lasciato tanto e per merito suo mi trovo qui a collaborare con un
gruppo di amici che la pensano come me, più o meno...
Abbiamo una nuova casa, si l’ho chiamata casa e non
sede; è così che mi piacerebbe fosse chiamata la nostra
Barchessa inaugurata il 9 ottobre scorso. Il termine casa mi risulta molto più familiare, un luogo accogliente
dove potersi sentire come fratelli, una casa aperta agli
“altri” ai “diversi” a chi ha bisogno di poco per essere
contento.
La sfilata inaugurale, ricca di emozioni e di pioggia, si
è conclusa nel cortile dell’asilo Nava con la Santa Messa
e le profonde e significative parole dell’omelia del nostro Don Adriano che hanno resa chiara l’idea di chi sono gli alpini. Una bella cerimonia grazie anche alla presenza dei bambini dell’asilo Nava e della scuola Teresio
Olivelli hanno dato maggior importanza alla giornata,
loro che sono il nostro futuro, loro che devono prendere
esempio dai nostri valori e noi che dobbiamo riuscire a
far parte dei loro programmi scolastici per tenere vivo
il ricordo di ciò che gli alpini hanno fatto per la Patria.
Tanti discorsi con parole ispirate, dal sindaco al presidente sezionale Turrini, a tutte le altre autorità intervenute, per arrivare al taglio del nastro e poi, finalmente,
la nostra nuova casa ha aperto le porte a tutti.
C’è un qualcosa che, tuttavia, non mi è piaciuto di quella sfilata, non la pioggia, noi alpini non abbiamo paura
di bagnarci, non alcune lacune organizzative, noi alpini
facciamo tutto in diretta, ma, purtroppo, quei cappelli
che sfilavano al passo cadenzato del trentatré ma che
non erano indossati da alpini…IL NOSTRO CAPPELLO HA UN VALORE AFFETTIVO E NON E’ UN
SEMPLICE ACCESSORIO DI BELLEZZA…
Voglio dedicare alcuni pensieri allo spettacolo
“S[c]emi di guerra”, dedicato a chi impazzì al fronte
nella Grande guerra, che abbiamo messo in scena sabato 1 ottobre. So che mi farò voler male da molti, ma
2
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
permettetemi di dire che è stato il momento più significativo di tutta la manifestazione, senza nulla togliere
agli altri eventi in programma. Mille paure, tante insicurezze, tanto tempo e fatica messi in gioco, sono stati
pienamente ripagati dai complimenti ricevuti e dalla
riflessioni nate tra gli spettatori. Un atmosfera surreale
si è creata nella sala durante lo spettacolo, attenzione,
curiosità, un po’ di tristezza. Poi il filmato conclusivo
con le sue immagini crude, barbare, forti, ma terribilmente vere è riuscito a pietrificare il pubblico, in alcuni
casi commuovere. Questo è il migliore dei risultati,
questo è ciò che noi alpini, nel nostro piccolo mondo,
possiamo fare. Non sappiamo solo far festa, mangiare,
bere ma sappiamo, anzi vogliamo, far conoscere i sacrifici dei nostri avi, commuovere, crescere i nostri figli
e le nuove disorientate generazioni, con i valori tipici
della nostra associazione.
E adesso, finito il tempo dei
festeggiamenti, e mi rivolgo
soprattutto ai miei
“coetanei”, è arrivato il
momento di partecipare,
non solo occasionalmente
ma con un poco di impegno
e costanza in più, da parte di
tutti, per vivere la nostra
casa alpina, farla crescere
collaborando con i nostri
“veci “ che faticosamente
l’hanno rimessa in vita.
Grazie a tutti coloro che in
qualsiasi modo hanno reso
possibile l’avverarsi di
questo nostro grande sogno.
E all’insegna dei valori
alpini vi auguriamo Buon
Natale e felice anno nuovo
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:48 Pagina 3
Omelia
per l’inaugurazione
della nuova sede
S
alutiamo oggi gli Alpini. Ci
donano con la presenza la testimoninza della Loro fede e
del Loro amore alla patria. La persona dell’Alpino sempre ci invita a
pensare.
In Loro vediamo il campione del
nostro popolo montanaro, sano, forte, credente; e vediamo nelle Loro
adunate grandi e piccole uno spirito di corpo, che caratterizza l’Alpino
italiano, che gli conferisce uno stile
morale, e che lo impegna ad una
particolare fedeltà al suo dovere, fino al rischio, fino al sacrificio. Uomini seri sono gli Alpini, uomini di
parola, uomini coraggiosi, uomini
generosi. Semplici, rudi, ma buoni
e sinceri. Uomini che sanno soffrire,
se occorre, per la causa ch’è loro data da difendere; e uomini che sanno
cantare, al soffio di poesia che spira
dalle vostre maestose e misteriose
montagne. Alpini carissimi Voi portate, sotto la vostra divisa un tesoro
di virtù naturali, estremamente prezioso. Vi invitiamo a conservarlo
Pubbblichiamo
una parte
dell’Omelia
di don Adriano
Dabellani
tenuta il giorno
dell’inaugurazione
della nuova sede
del Gruppo alpini
di Gussago
autentico, per voi e per i vostri figli,
facendone un duplice dono: alla vostra fede religiosa, la quale null’altro desidera di meglio che d’essere
professata con la vostra schietta e
robusta adesione, con la dirittura
del vostro senso morale, con l’ingenua, ma profonda pietà dei vostri
cuori cristiani. Continuate ad amare la nostra patria l’Italia. La vita militare vi ha dato migliore coscienza
di voi stessi, e vi ha dato occasione
di manifestare molte virtù, esaltan-
Il coro “La Zerla” con la dire
zione del maestro Duilio
Ghidini
ha accompagnato la Santa
Messa.
dole fino all’eroismo, e per molti vostri compagni fino alla immolazione di sé. Noi vorremmo ricordarvi
che anche la vita civile ha bisogno
delle stesse virtù, professate in modo diverso, s’intende, ma con lo
stesso spirito di fortezza morale e di
servizio per la comunità nazionale.
Siate sempre Alpini, anche se invece di rivestire l’uniforme militare,
adesso portate l’abito delle vostre
rispettive professioni civili, di lavoratori, di professionisti, di cittadini.
Date alla vita della vostra Nazione
l’energia, la fedeltà, il patriottismo,
di cui il servizio militare vi è stato
scuola nobile e severa.
Sappiate difendere il proprio Paese
non solo sotto le armi, ma anche in
congedo, sempre, affinché i valori
che fanno saldo, libero e progrediente un Popolo non abbiano mai
a deperire. Siate soldati della pace,
della pace vera nell’unione degli
animi, con vigile senso della giustizia, dell’onestà, del disinteresse e
della libertà.
DICEMBRE 2015 |
ido “il vecio” e Michele
I nostri chierichetti Gu
SpiritoAlpino
“il bocia”.
3
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 4
inaugurazione
nuova sede
Marciando
sotto
la
pioggia
Considerazioni
durante la sfilata inaugurale
per la nuova sede
di Ale Inselvini
D
unque, vediamo se ricordo tutto... La fanfara... in
fila... ancora non proprio ordinata. Ogni tanto si
leva un qualche “squillo” di riscaldamento... I
gagliardetti... tanti... tutti quasi uguali... Le autorità...
sempre in prima fila... Rappresentati di altre associazioni con i loro vessilli... I gruppi di altri paesi, chi in tanti
chi meno, giovani e non tutti fieri di quel cappello con
la penna. Pioviggina e l’aria punzecchia il viso, penso:
“sul Gölem avrà nevicato”... pane per noi alpini.
Mi guardo attorno (io sono quello dietro la banda che
porta i fiori per il nostro monumento): alcune persone,
famiglie che prima di andare a messa o al bar a fare colazione aspettano la partenza delle “penne nere”, così
ci chiamano pure. Partiamo… pochi metri e il monumento dei caduti. Onori, corona di fiori, il silenzio (che
ancora sa commuovere) e tutti sull’attenti… ALZABANDIERA... e l’Inno d’Italia. Questo, su per giù è il rito...
Via, si riparte. Altri monumenti a cui rendere “attenzione” lungo il percorso sino alla meta: la nostra nuova Sede. Cerco di marciare a ritmo della fanfara, come facevo
un tempo quando ero soldato (tenevo il passo, con lo
sguardo “fiero e incazzato”... così si diceva...) stavo attento a non distrarmi da quello che avevo intorno perché la forma contava, eccome che contava..
Ora invece, quando sfilo mi piace guardare un po’ di
qua, un po’ di là, mentre cerco di mantenere comunque
il passo, seppur un po’ goffo.. Le strade per lo più deserte (ahimè, credo che non sia colpa del cattivo tempo), alle finestre alcuni tricolori messi quasi a forza da
nostalgici...dei nonni che ti sorridono...curiosi richiamati dal suono della banda escono sotto i portici di un
bar e salutano amici che stanno sfilando.... Alle rotonde
intravedi volti, alcuni scocciati, (non tutti per fortuna)
4
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
degli automobilisti fermati dal buon vigile al nostro
passare. Poi l’ingresso in quel vicolo, stretto, con le case un po’ scrostate; spontaneamente alzo gli occhi e
alle finestre famiglie di “stranieri” bambini divertiti e
genitori con telefonini alla mano attenti a filmare il
passaggio di quel “serpente che fa musica” e poi chissà in quale parte del mondo invieranno quel video, comunque la nostra sfilata....
“Stranieri” dicevo, italiani a tutti gli effetti alcuni, quasi
in automatico penso: “Ma se non avessero tolto il servizio militare, la NAIA, la leva, chiamatelo pure come
volete, sempre quello è, non sarebbe potuto essere un
mezzo d’integrazione?” Quasi divertito provo ad immaginarmi entrando nella “mensa truppa” sentire il profumo di spezie mescolarsi con i nostri arrosti e nei vassoi a fianco della pizza trovare del cous-cous o del kebab. Tra i vari squilli di tromba che scandivano la giornata (sveglia, adunata, silenzio...) sentire quello di inizio
preghiera o digiuno e voltandomi a fianco della cappella vedere una piccola moschea ed una sinagoga
(tanto profeti mica avrebbero litigato). E magari oggi
avremmo sfilato tutti insieme, dietro ad una banda di
bonghi e maracas a fianco dei classici strumenti, forse
intonando pure quella nuova canzone che fa “Il Piave
RIMORMORÒ benvenuto lo straniero”...
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 5
Voci di chi impazzì
nelle trincee:
il ricordo di vite dimenticate
dalla Storia
di Vittorio Nichilo
I
l nuovo fronte per gli alpini, per lo meno quelli del Gruppo di Gussago, si chiama cultura: impegnata ma allo
stesso tempo popolare, in grado di parlare ai cuori ma
anche alla mente. Lo scorso primo ottobre, alle 21, la chiesa
di San Lorenzo ha ospitato la prima assoluta di S(c)emi di
guerra: voci di chi impazzì nelle trincee, una lettura drammatizzata che ho scritto appositamente per l’occasione, portata
in scena dalle penne nere gussaghesi davanti ad una sala
gremita che ha seguito attenta e, in molti passaggi, commossa, vicende poco note tra le tante che costituirono la Prima
guerra mondiale. Continuano, dunque, le iniziative allestite
dal Gruppo alpini, con passione e attenzione, per ricordare
la Grande guerra nel suo centenario, una memoria che vuole
essere memoriale ossia memoria viva. La guerra, ogni guerra, non ha mai nulla di grande ma quella del 1914-1918 fu tale
per il numero di morti, feriti, dolore, un trauma da cui la no-
stra Europa non si sarebbe ripresa, una bufera in cui tutto il
mondo che conoscevano i nostri antenati scomparve per
sempre, insieme a regni, imperi e ad un’intera generazione.
Con S(c)emi di guerra si è scelto di far conoscere una pagina
poco conosciuta sia in Italia che negli altri Stati europei coinvolti nella Guerra: le persone che impazzirono al fronte. A
conflitto terminato, sia tra i vincitori che tra i vinti, si preferì
rimuovere le figure che non rientravano nell’ideale, ai tempi,
del combattente: marziale e pronto al sacrificio. Sia chiaro:
quest’ultima era un’immagine vera, che rappresentava tanti
uomini, eroi noti o sconosciuti. In Italia in particolare l’avvento del fascismo, che sulla Grande guerra, fondò una parte importante del suo mito, aggiunse una censura di tipo ideologico al “non si deve dire, non si deve far sapere”. Al fronte ci
furono, infatti, anche altre categorie oltre all’eroe, personaggi
come i cosiddetti disertori che però, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, furono oggetto di studio. In quel periodo, anche per eventi come la guerra del Vietnam e la protesta
antimilitarista, si arrivò però a buttare via il bambino e l’acqua
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
5
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 6
Franco Valetti “il
ge
nerale Armando
Diaz”.
Ale Inselvini, “il tenente Barbero”.
sporca come si dice e furono gli eroi acclamati fino a poco
prima, come Baracca, Rizzo e Toti, a scomparire. Tra le categorie rimaste in ombra, anche con la storiografia più recente,
c’era tuttavia quella dei cosiddetti scemi di guerra: soldati, di
ogni ordine e grado, ma anche le loro madri, mogli, sorelle e
fidanzate impazziti in seguito alle vicende belliche.
Ci si è guardati in faccia nella redazione di Spirito alpino e
si è deciso: avremmo dato la voce proprio a questi dimenticati. Nessuna retorica, cercando di trovare più fonti possibili,
provando a costruire un testo con documenti originali a cui
noi avremmo prestato solo le nostre voci. Ho scritto dunque
un testo provando ad immaginare una situazione verosimile,
il generale Armando Diaz, comandante in capo delle nostre
truppe, che finisce di dettare il celebre telegramma della Vittoria al suo attendente, il tenente Barbero. Mentre la piazza
esulta, il generale però domanda al suo giovane ufficiale se
in questo telegramma non ci sia dimenticati di qualcuno.
Barbero nomina allora i disertori, i vinti esponendo con il
suo punto di vista l’idea che di questi avevano molte persone
dell’epoca. Diaz fa vedere a Barbero ognuna di queste categorie da un altro punto di vista, più simile al nostro, fino a
nominare i cosiddetti scemi di guerra. Anche per questi Barbero fornisce una spiegazione in base alla medicina e alla
psicologia di quegli anni. Diaz decide allora di spiegare al
suo giovane tenente come si poteva impazzire in trincea, partendo da documenti originali che hanno fatto scoprire a chi
era in sala la storia di quei disperati. Utilizzando le lettere
dei caduti bresciani raccolte dal professor Tullio Cavalli in
Isonzo infame si sono raccontate le vicende di uomini realmente esistiti come Biagio Trinca, raccontando il loro terro6
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
re, i morti, il nemico, il ricordo delle persone e delle cose lasciate a casa fino all’evento scatenante. Si chiama così in psicologia quell’episodio che fa scoppiare inesorabile la follia.
A questo punto Diaz, utilizzando le testimonianze raccolte
da Andrea Scartabellati ne Dalle trincee al manicomio, fa raccontare agli psichiatri come agli stessi combattenti impazziti, dal semplice soldato fino al generale, le esperienze che
portarono dal fronte alle cliniche. Ho poi scelto di inserire,
anche le dimenticate tra le dimenticate ovvero le donne di
questi uomini, che finirono anche loro in manicomi, voci lievi ma decise e dolorose introdotte da Maria del Rio, l’unica
psichiatra in servizio in quegli anni. Un testo però, per quanto ben congegnato ha bisogno di un titolo e, nel caso di
un’opera teatrale, di attori. Per il titolo sono partito da Scemi
di guerra, l’espressione nata proprio in quegli anni, facendo
in modo però che la c tra parentesi permettesse di leggere
sia scemi, in italiano, semi in dialetto, ma anche semi come
sementi di guerra.
Gli attori hanno permesso, infine, quella sottile, necessaria,
alchimia che fa tornare vive parole che tali erano nella mente
di chi le ha scritte ma che risorgono compiutamente dalla
carta su cui sono stampate solo nella verità fatta di voce, carne, nervi ed emozioni di chi le recita. In questo i soci del
Gruppo alpini Gussago sono stati attori amatoriali eccezionali nel senso letterale del termine: hanno amato e fatto amare le parole di S(c)emi di guerra. Dal generale Diaz, un impareggiabile Franco Valetti, al tenente Barbero, un ispirato
Alessandro Inselvini, ai medici e soldati, con la loro umanità
tratteggiata con grande maestria ovvero Michele Guidarelli,
Alberto Onofrio, Fulvio Torchio, Simone Gnali, alle donne
ovvero la dottoressa Del Rio, Linda Peli, le pazienti, Annamaria Serina e Monica Gelmini. Eccezionali anche le “retrovie” ovvero i tecnici, Graziano Danesi e Giuseppe Tonoli, che
con poco hanno saputo trasportare gli spettatori nello studio
di Diaz e nelle trincee e nei corridoi dei manicomi, grazie anche alle immagini crude ed inedite d’epoca che hanno scandito la conclusione dello spettacolo. Un ringraziamento a
Pierangelo Zani che ha fornito tutti quei cimeli utili a ricreare l’atmosfera. Ad unire i vari momenti il talento di Federica
Fazio, giovane ma già valente violinista. La commozione delle persone in sala, andate via più ricche di quando erano entrate, come ci hanno detto, le parole sentite delle autorità, come il sindaco Marchina o il “past president” Davide Forlani,
penso siano state il miglior ringraziamento a tutta la fatica
fatta per allestire S(c)emi di guerra, una fatica necessaria
perché la Storia che aiuta a crescere, la Storia che amiamo è
quella che non crea sommersi e salvati ma quella che dà voce
a tutti quelli che prima di noi, su questa Terra, hanno amato,
sperato, combattuto e, in molti casi, perso ma tutti, nessuno
escluso, con una storia da raccontare.
Ringraziamo “GussagoNews” per l’utilizzo di alcune fotografie relative
all’inaugurazione della sede e allo spettacolo “S(c)emi di guerra”.
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 7
festa
dell’oratorio
Scuola di teatro,
scuola
di
vita
il recital con i ragazzi classe 2003
di Monica Gelmini
“A
h già, è vero che oggi devo andare in oratorio,
che scatole...”. È questa
più o meno la frase che mi ripetevo
nella testa quando io e altri educatori
ci trovavamo la domenica pomeriggio
per preparare il musical di cui i ragazzi
del 2003 di Gussago sono stati protagonisti. Sì, lo ammetto, è questo il primo pensiero che mi veniva in mente
alla sola idea di dovermi alzare dal divano, sfilare il pigiama e lasciare il
comfort di casa mia per dover correre
su in oratorio a cercare di tenere a bada per due ore i nostri ragazzi, che certe volte sono fin troppo vivaci. Del resto, un impegno è un impegno, quindi
lo si deve mantenere fino in fondo, anche se certe volte è difficile non lasciarsi sopraffare dalla stanchezza e dallo
stress quotidiano.
Tutto è cominciato a settembre 2015,
quando noi animatori ed educatori del
gruppo di ragazzi del 2003 ci siamo
trovati per fare il punto della situazione. Sapevamo già quale sarebbe stato
il percorso dell’anno: preparare un musical che poi sarebbe stato rappresentato a giugno in occasione della festa
dell’oratorio. Vedendo, però, lo stress
derivante dal grande carico di lavoro
che comporta organizzare un evento
del genere, abbiamo deciso di fare un
qualcosa di più leggero, ovvero un “recital”: una sorta di cabaret con sketch,
balletti e canzoni cantate e suonate
dalle nostre pesti. Il tutto, per quanto
non seguisse una trama precisa, aveva
comunque un filo logico, ovvero il modo in cui i ragazzi di oggi vedono e raccontano il mondo che li circonda, dalla
scuola fino ad arrivare alla famiglia, al
dolore, allo sport e alle amicizie; il titolo, infatti, era “Caro diario...”.
L’idea ci è sembrata subito molto carina
e, per quanto il carico di lavoro fosse stato alleggerito, l’obiettivo non era cambiato, ovvero quello di sviluppare l’espressività dei nostri ragazzi attraverso la recitazione, il ballo, la musica, un momento
di raccoglimento e preghiera (in un oratorio non può mancare) , ovviamente,
senza dimenticarsi del divertimento! Insomma, un modo diverso e particolare
per far esprimere loro le proprie emozioni, combattere la propria timidezza e imparare il rispetto non solo verso di noi, i
loro educatori, ma anche verso qualunque altra persona.
Ecco, il rispetto, questo grande sconosciuto al giorno
d’oggi... Per carità, non
voglio dire che i ragazzi
con cui abbiamo a che
fare siano un caso perso,
anzi, la vivacità e, purtroppo, la sfacciataggine
e l’ostinazione a non
ascoltare chi ti sta davanti
sono tipiche di questa età e
di alcuni soggetti in particolare. Da persona che non ha
mai mancato di rispetto a nessuno, però, per me è particolarmente
frustrante non riuscire a trasmettere
loro questo valore. Quando ti senti
presa in giro e non rispettata la tentazione di mollare è molto forte.
C’è da dire, però, che così come mi facevano “incavolare” con la loro irre-
quietezza, questi ragazzi riuscivano a
strapparmi un sorriso altrettanto velocemente grazie alla loro simpatia: bastava una battuta o un aneddoto divertente che subito mi rendevo conto che non
avrei mai potuto abbandonarli, visto
che mi davano tutta questa energia e
carica positiva. Come avrei fatto a rinunciare alla soddisfazione che provavo
nel vedere finalmente una scenetta, un
ballo o una canzone uscire bene grazie
al loro impegno? Per non parlare di
quanto era bello quando qualcuno ti dava retta o si sentiva così in confidenza
con te da chiederti qualche consiglio!
Vorrei tanto essere per loro l’esempio
da seguire, così come lo sono stato i
miei educatori per me: certo, magari
non sarò l’animatrice più estroversa,
simpatica o carismatica che
esista, ma a me basta anche
solo uno dei loro sorrisi
sinceri, una piccola confidenza o il farsi quattro
risate insieme per essere contenta. Si tratta
di una crescita e di
un arricchimento
non solo per i ragazzi, ma anche per noi
educatori.
E quindi, alla fine di
tutta questa riflessione,
rimane una domanda: come
è andato a finire il recital a
giugno? Per fortuna molto
bene, nonostante tutte le imperfezioni, perché ci abbiamo messo cuore e anima,
consapevoli che il tempo trascorso con questi ragazzi
non è mai sprecato.
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
7
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 8
La storia laddove accadde
sui luoghi della Grande guerra
con i ragazzi della scuola
Teresio Olivelli
Commemorazione
di Angelo Venturelli
El sior Angel
sindaco della Liberazione
Il Gruppo Alpini di Gussago era tra gli invitati alla conferenza tenuta dal prof. Vittorio Nichilo alla scuola Venturelli per ricordare Angelo Venturelli, “El sior Angel”,
sindaco della Liberazione e alla successiva inaugurazione di una targa dedicata a questo grande personaggio
cui è dedicata la scuola media. L’evento organizzato da
Comune, ANPI Gussago, Istituto Comprensivo, ha visto
anche la presenza degli eredi Venturelli, delle Fiamme
Verdi come pure dell’Associazione combattenti e reduci
e del nostro Gruppo dato che il Venturelli fu anche ufficiale decorato nella Grande guerra. Il nostro socio Guido Battaglia ha poi raccontato, con gli altri intervenuti,
dei ricordi personali legati ad Angelo Venturelli.
Per il 26 maggio 2017 il nostro gruppo ha programmato, con gli alunni e i docenti
delle classi quinte della
scuola primaria Teresio Olivelli di Sale di Gussago,
un’escursione sui luoghi della Grande Guerra zona Montegrappa, dove andremo a
visitare trincee, gallerie, postazioni varie ed un museo
civico storico e territoriale.
Ci sposteremo con due pullman su cui due alpini della
sezione di Brescia, durante il
viaggio, introdurranno i nostri ragazzi sulle vicende ed
i luoghi che andremo a visitare. Invece sui luoghi della
Grande Guerra saranno gli
alpini del Gruppo di Possa-
gno, Sezione Montegrappa a
farci da guida, mentre quelli
di Cavaso del Tomba, oltre
che a guidarci alla visita del
museo, ci ospiteranno nel loro rifugio, per il pranzo.
Siamo convinti che per i nostri ragazzi sarà un’esperienza molto interessante, per
conoscere una parte della
storia che ha significativamente segnato il nostro Paese. Perché crediamo che per
“capire la storia” oltre allo
studio sul libro di testo, non
si possa prescindere dal vedere, di persona, i luoghi dove gli avvenimenti si sono
svolti, camminare nelle trincee per capire effettivamente in quali condizioni i soldati fossero costretti a vivere.
Nella foto i nostri soci e da sinistra: Alessandro “Billy” Barzani,
Enrica Massetti, Vittorio Nichilo e Teodora Venturelli.
Le trincee restaurate del
Gruppo Alpini di Gussago in prima linea, lo scorso 6 novembre, anche per il servizio davanti alla Porta Santa del
della Misericordia voluto da
l’anno2015
di Brescia| per
8 duomo
SpiritoAlpino
DICEMBRE
papa Francesco.
monte Palon
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 9
a cura di Fulvio Torchio
Benvenuto
don Giorgio
un saluto
al nuovo parroco
di Sale
di Gussago
Domenica 23 ottobre ha fatto il suo
ingresso, nella Parrocchia S. Stefano
a Sale di Gussago, il nuovo Parroco
Don Giorgio Gitti, classe 1973 ed originario di Monticelli, prima curato a
Isorella e dal 2004 Vice Rettore del seminario, che ha sostituito don Giacomo Bendotti. Mi sia permesso come
parrocchiano di Sale e a nome del
gruppo alpini di Gussago di rinnovare un saluto ed un ringraziamento a
don Giacomo che per 24 anni è stato
pastore della nostra comunità, con
grande passione e dedizione.
Mentre a don Giorgio vogliamo dire:
«Non le chiediamo di essere un prete
perfetto, le chiediamo di essere un faro, specialmente in questo periodo, in
cui nella società si assiste ad un impoverimento dei valori ed a un continuo affiorare di segni di malessere,
crescenti difficoltà e disorientamento.
Le chiediamo di essere colui che consiglia, esorta, propone e indirizza e
con questo spirito le diamo il benvenuto tra noi. Intraprenda con fiducia
questo nuovo cammino, e noi come
comunità e come gruppo alpini le saremo vicini».
Centenario della Grande guerra
Proseguendo nel programma del nostro Gruppo di visite sui luoghi della Grande Guerra, il 3 luglio in 69 tra alpini, simpatizzanti e amici degli alpini, siamo
andati a visitare il museo della Grande Guerra di Temù, il Sacrario del Tonale,
Passo Paradiso e Forte
Strino. La visita a questi
luoghi evoca sempre
una pagina triste dell’umanità, e in particolare della storia dell’Italia
e dell’Austria, ci riporta
alle difficili condizioni
dei soldati durante la
grande guerra, che morivano, spesso, più di
stenti che di pallottole.
Abbiamo visto filmati
che illustrano le vicende più di qualsiasi parola o fotografia. Il Sacrario del Tonale è un luogo sacro dove ora riposano fianco a fianco soldati italiani e austriaci che hanno combattuto, sacrificando la loro vita per la
stupidità di uomini come loro, solo più potenti. Ancora più toccanti le tombe
dei militari ignoti, soldati che si sono immolati per degli ideali sui ghiacciai
dell’Adamello e dintorni, di cui non sappiamo più neanche i nomi. Un grazie
particolare alle guide che, con la loro passione e competenza, ci hanno fatto immergere per qualche istante in quei tragici momenti.
In gita a Firenze
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
9
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 10
manoscritto
inedito
L’epica battaglia
del Monte Ortigara
La grande storia nel manoscritto
inedito di Domenico Abeni
di Andrea Gramaticopolo
Il Natale per gli Alpini
di Gussago quest’anno
è arrivato prima: ci è stato
infatti gentilmente donato
dall’alpino artigliere
Roberto Abeni
un prezioso manoscritto,
rimasto a lungo nascosto
nel cassetto
I
l testo giunto a noi è frutto della fondamentale trascrizione del socio Franco Valetti, che ci ha così
consentito di lavorare su un supporto più accessibile. Il manoscritto originale è stato vergato dalla penna di Domenico Abeni, alpino di fanteria del 5° Reggimento della 6° Armata, gussaghese, soldato classe 1886,
morto nel 1957, nonno di Roberto.
Il testo riporta i tragici avvenimenti sul Monte Ortigara, dove fra il 10 e il 30 Giugno del 1917 si consumò il
tristemente celebre “calvario degli Alpini”: venti giorni
di infruttuosi e disperati attacchi per riconquistare la
fatidica “quota 2105”.
Tale posizione era divenuta, infatti, l’obiettivo della
contro-offensiva italiana dopo l’avanzata austriaca
(Strafexpedition, “la Spedizione punitiva” del 1916 nel
Sud Tirolo) che aveva costretto la linea italiana a retro-
10
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
cedere fino ai margini dell’altopiano dei Sette comuni.
Il comando generale dell’esercito, reputando tali posizioni strategicamente fondamentali per la linea difensiva italiana, diede il via ad una campagna di riconquista: l’“Operazione K”, al cui apice avrebbe dovuto esserci proprio la riconquista dell’Ortigara.
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 11
Questo monte, le cui cime
riecheggiano ancora oggi
delle grida dei feriti
e le cui nevi coprono
le mortali spoglie
dei valorosi caduti
di entrambi
gli schieramenti, è proprio
lo scenario dove
si ambientano
gli avvenimenti raccontati
nel manoscritto
di Domenico Abeni
Questo testo è giunto a noi avvolto da un’aura mistero
per quanto riguarda la composizione; ciò che è noto
con certezza è, invece, che sia stato scritto dall’alpino
gussaghese, forse servendosi di più fonti, narrando i
tragici fatti di quei lontani giorni.
Il racconto procede quasi come se l’autore fosse dotato
di una camera esterna che dall’alto osserva e segue le
azioni disperate dei soldati e degli ufficiali che combatterono, invano, per conquistare la cima del monte Ortigara.
Il ritmo della narrazione è rapido: un continuo incalzare di eventi e cambiamenti di fronte, quasi fosse un unico, grande “ciak” cinematografico d’azione; il linguaggio impiegato riecheggia del sentito e fervido patriottismo che animava quei lontani anni.
I termini tecnici militari e la dovizia di particolari del
testo confermano la ricchezza delle fonti a disposizione
di chi ha steso il prezioso manoscritto.
Pensando a come impostare il nostro lavoro su tale cronaca, tenendo in considerazione proprio la narrazione
“viva” del testo, si è pensato di mantenere quanto più
possibile i contenuti originali: il nostro racconto darà
quindi largo spazio alle citazioni dirette del testo originario.
Saranno, infatti, direttamente le parole di Domenico
Abeni a raccontare, grazie anche ai numerosi nomi ed
esempi riportati, la tragica epopea di coloro che in quei
lontani giorni scrissero il proprio nome all’interno della
Storia: con la speranza, in questo modo, di provare a
mantenerne viva la Memoria, volontà che da sempre
rappresenta uno dei punti fondamentali dell’Associazione Alpini.
A tali parti originali e fedeli, tratte direttamente dal testo, saranno aggiunte brevi, sperando di non annoiare
troppo!, sezioni di contestualizzazione storica e militare degli avvenimenti citati, al fine di provare ad unire
ad un’ottica personale una più scientifica.
Come le serie-tv, tanto in voga negli ultimi anni, anche
questa vicenda sarà divisa in più “puntate” che saranno
pubblicate sui prossimi numeri della nostra rivista alpina: speriamo quindi che il lettore voglia seguirci
sull’Ortigara in questa narrazione “a episodi”, in cui la
grande Storia si incontrò con la storia personale di Domenico Abeni, un alpino, un gussaghese, uno di noi.
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
11
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:55 Pagina 12
attività
sportive
Un anno di sport
un anno
di emozioni
di Gianbattista Torcoli
responsabile sportivo Gruppo Alpini Gussago
C
he il Gruppo Alpini di Gussago avesse degli atleti che fino
alla fine delle loro gare ti facessero soffrire lo si sapeva, almeno
noi che seguiamo le loro prestazioni,
ma come quest’anno hanno superato
tutte le aspettative. I nostri “bocia”,
partita dopo partita, nonostante infortuni e assenze varie, sono riusciti ad
arrivare alla finale del torneo di calcio,
e qui mi permetto di dire stremati nelle forze e stringendo i denti all’inverosimile, e a conquistare a Torbole
Casaglia la meritata vittoria, per la seconda volta consecutiva, portandoci a
casa la nostra settima massima affermazione nel torneo alpino. Questo
evento sportivo, vinto alla grande, è
meritato anche perché si giocava in
una zona dove i nostri avversari più
agguerriti erano praticamente di casa,
e ciò rende il successo ancora più importante ed emozionante.
A giugno abbiamo partecipato alla
gara di tiro a segno al poligono di
Gardone VT con 13 soci che hanno
ottenuto dei buoni piazzamenti.
Il torneo di bocce svoltosi a Travagliato ha visto 17 soci cimentarsi nelle varie serate anche se purtroppo
quest’anno non è andata così bene
come in precedenza; guardiamo con
orgoglio alle nostre sconfitte, pensando con fiducia all’anno prossimo,
quando sicuramente ci faremo valere
per la nostra capacità.
12
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
Il primo ottobre a Como si sono svolti i campionati italiani di tiro con la
pistola e il nostro socio Giorgio Piaz,
convocato dalla sezione di Brescia, ha
ben figurato in classifica generale; è
stato oltretutto il migliore tiratore
della sezione, e la cosa è stata anche
per lui una grossa soddisfazione personale.
Giunti alla fine dell’anno tiriamo le
somme sulle nostre attività sportive:
il numero dei partecipanti sono stati
46 soci che aggiunti ai 16 che avevo
già menzionato nel primo numero di
Spirito Alpino sfanno arrivare la quota a 62 atleti.
Io voglio essere fiducioso e confido
in tutti voi soci che per l’anno prossimo vogliate essere a disposizione del
vostro gruppo, per poterlo portare
magari nella zona alta delle classifiche, anche se dovesse accadere ben
venga, ma per portarlo rendere un
Gruppo con tanti soci sportivi. A tutti
coloro che in questo 2016 ricco di
emozioni e risultati, volendo anche di
delusioni, un grazie più sentito da
parte mia e tutto il consiglio in carica,
capogruppo in testa, per il vostro costante e infaticabile contributo nelle
manifestazioni sportive indette dalla
sezione di Brescia a cui abbiamo partecipato. Grazie-Grazie-Grazie
Un felice 2017, anno che andremo a
costruire risultato dopo risultato, bello o brutto che sia, dato che l’importante, e non mi stancherò mai di ripeterlo, è divertirsi in sana e allegra
compagnia. Auguri a tutti.
Sono
andati
avanti
DOMEN ICO BONOMETTI
19-10-1937 / 14-11-2015
GIUSEPPE NAVA
17-06-1940 / 15-09-2016
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 13
È giusto e doveroso da parte nostra ricordare
la “Prima Guerra Mondiale” o “Grande
Guerra” o per noi italiani “IV Guerra
d’Indipendenza” a cento anni dall’inizio della
nostra partecipazione ai suoi combattimenti.
Lo farò da appassionato di storia, più di
quella piccola, quella degli uomini comuni
che non di quella grande degli statisti, con un
rapido excursus sulle nazioni che vi hanno
partecipato e con quale schieramento; e poi,
da alpino, cercherò di presentare, il più
sinteticamente possibile l’evoluzione
dell’organico degli alpini veri e propri o
fanteria alpina e della consorella artiglieria
da montagna, dalla loro costituzione sino alla
fine di questo sconvolgente avvenimento.
attività
sportive
Non parlerò per scelta, per rispetto e
rimpianto di tutti quanti per amor di Patria,
senso del dovere o per quant’altro, siano essi
stati militari o civili hanno lasciato la loro vita
terrena per raggiungere, come da credente
credo, il Regno del Padre, nè di battaglie, nè
di strategie militari, nè di alti comandi, ma
massimamente di battaglioni e gruppi.
Appunti per ricordare
la Prima Guerra Mondiale
di Guido Castelli
GLI ARTIGLIERI
CHE FECERO COMUNELLA
CON GLI ALPINI
Settembre 1873 | costituzione della "brigata artiglieria
da montagna" su 5 batterie provenienti dall’artiglieria
da fortezza dai cui reggimenti le singole unità continuarono a dipendere.
Giugno - agosto 1887 | viene istituito il reggimento artiglieria da montagna con sede a Torino e formato da
3 Brigate con 3 batterie che dal mese di novembre viene reso indipendente dall’artiglieria da fortezza 1901 alle brigate viene dato un nome di città come ai battaglioni alpini e nel 1909 entrano a far parte dell’Ispettorato delle truppe di montagna. Nel 1910 finalmente viene dato anche agli artiglieri il cappello grigioverde con
piuma a cui nel 1913 si aggiunge l’aquila sulla parte superiore del fregio, e così furono ALPINI. Nel 1910 la loro formazione base "la brigata" cambiò nome e divenne
"gruppo" quello che è arrivato fino ai nostri giorni.
Ricordiamoci che tra il 1888 e il 1913 furono anche costituite 3 batterie "indigeni" che costitu irono fino al
1935 la principale formazione d’ artiglieria del nostro
esercito in Eritrea, che nel 1905 furono costituite le 3
batterie della "Brigata da montagna Messina", che nel
1912 - 13 si formarono 4 batterie someggiate in Tripolitania e Cirenaica di cui una era cammellata.
Per quanto riguarda l’impegno bellico dei reparti di artiglieria da montagna vanno ricordati la partecipazione
alla campagna d’Africa tra il 1887 e il 1896, la parteci-
pazione all’aiuto dato dalle nazioni europee alla comunità cristiana dell’ isola di Creta perseguitata dal regime turco, alla cosi detta "guerra dei boxer" in Cina nel
1900 ed infine alla campagna di Libia del 1912.
Nell’estate-autunno del 1914 presso i reggimenti di artiglieria da montagna furono costituite 11 batterie di
M.M. (milizia mobile).
1915 | Il 24 maggio giorno della nostra entrata in guerra
si mobilitarono 14 gruppi di artiglieria che inquadravano 42 batterie più 8 batterie (51, 52, 54, 55, 57, 58, 59,
61) più le batterie (40, 41, 42, 43, 44, 45, 46) che rimasero
in Libia e un gruppo su 4 batteria in Albania.
ALLEGATO
Anche per gli artiglieri come per gli alpini l’elasticità e
l’adattabilità sarà la dote maggiore che si richiederà per
compiere il proprio dovere bellico. Sul finire dell’ anno
si rivedono i comandi di gruppo e di batteria secondo
gli schemi da utilizzare nel corso del 1916 con la costituzione di 4 gruppi di artiglieria da montagna XV, XVI,
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
13
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 14
Appunti
per ricordare
la Prima
Guerra Mondiale
ARTIGLIERIA DA MONTAGNA
(24 maggio 1915)
gruppi
batterie
inquadrate
nei gruppi (E.P.)
Batterie M.M.
1° montagna
I Torino-Susa
1a, 2a, 3a
51a, 52a, 54a
l° montagna
Il Torino-Aosta
4a, 5a, 6a
1° montagna
III Torino-Pinerolo 7a, 8a 9a
1° montagna
IV Mondovì
10a, 11a, 12a
2° montagna
V Conegliano
13a, 14a, 15a
reggimenti
a
a
55a, 57a, 58a
a
2° montagna
VI Udine
16 , 17 , 18
2° montagna
VII Vicenza
19a, 20a, 21a
2° montagna
VIII Belluno
22a, 23a, 24a
3° montagna
IX Oneglia
25a, 26a, 27a
3° montagna
X Genova
28a, 29a, 30a
3° montagna
XI Bergamo
31a, 32a, 33a
3° montagna
XII Como
34a, 35a, 36a
36° campagna
XIII Messina
37a, 38a, 39a
36° campagna
XIV
SpiritoAlpino | DICEMBRE 2016
1917 | Nel mese di agosto furono mandate sul fronte italiano i 3 gruppi di nuova costituzione XXIX - XXX XXXI con le batterie numerate da 91 a 99 . I comandi
di gruppo divennero 26 e le batterie schierate ai nostri
confini 81.
Poi nella notte fra il 23 e il 24 ottobre fu CAPORETIO.
59a, 61a
63a, 64a, 65a
XVII, XVIII, con le batterie numerate dal 66 al 77 e un
comando di gruppo XIX con le batterie 14, 51, 55.
1916 | Nel marzo si costituirono i gruppi XX (gia XVI I
someggiato) e XXI con le batterie 78, 79, 80, 81, per cui
al 31 marzo vi erano 21 comandi di gruppo dall’ I al XIX
14
in Italia e XX - XXI in Albania. A novembre-dicembre
si aggiunsero altri 4 gruppi XXII, XXIII, XXIV, XXVIII
(per trasformazione del IX gruppo someggiato). Semplificando alla fine del 1916 l’artiglieria da montagna
era formata da 81 batterie di cui 63 sul fronte italiano,
8 in Macedonia, 6 in Libia, 4 in Albania.
Nella ritirata dalla Carnia e dal Cadore verso il Grappa
e il Piave il mondo dell’artiglieria, tanto faticosamente
costruito, fu sconvolto, come del resto tutto il nostro
esercito e molte furono le perdite di uomini e armamenti, per cui la battaglia per fermare il nemico fu fatta
impiegando le batterie superstiti e quelle che si poterono ricostruire senza troppo guardare ai precedenti
inquadramenti, e le batterie da montagna e le someggiate dell’artiglieria campale divennero indistinte.
1918 | Nel gennaio-febbraio i 25 gruppi di artiglieria someggiata (di artiglieria campale) divennero i gruppi
con numerazione dal XLI al LXV e le loro batterie mantennero la numerazione originaria con il numero preceduto dal centinaio, per cui furono da 101 a 176. Da
marzo a maggio sono costituite altre 20 batterie da 177
a 196 e si istituirono 8 comandi di gruppo da XXXII a
XL saltando il XXXVI. Alla fine di maggio, non essendo stati ricostituiti i vecchi gruppi montagna XIV e
XIX, vierano 62 guppi di cui 56 in Italia, 7 in Albania,
4 in macedonia, ma non si hanno dati per sapere da
quante batterie erano composti. Nell’ agosto del 1918
furono inoltre costituiti il LXVI gruppo in Italia e il
LXVII in Macedonia. Per cui in questo momento i comandi di gruppo diventano 64 e finalmente fu VILLAFRANCA (4 novembre 1918).
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 15
Natale in trincea
Nel Natale del 1914 sul Fronte Occidentale soldati nemici
fraternizzarono
fra loro, come ricordato dal film “Joyeux Noël”
Mentre osservavo il campo ancora sognante,
i miei occhi hanno colto un bagliore nell’oscurità.
A quell’ora della notte una luce nella trincea nemica
è una cosa così rara che ho passato la voce.
Non avevo ancora finito che lungo tutta
la linea tedesca è sbocciata
una luce dopo l’altra. Subito dopo,
vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere
forte il fucile, ho sentito una voce.
Non si poteva confondere quell’accento,
con il suo timbro roco.
Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto,
ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea
un saluto mai sentito in questa guerra:
“Soldato inglese, soldato inglese,
Buon Natale! Buon Natale!”.
(Lettera dal fronte del soldato inglese Frederick W. Heath)
IL NOSTRO SOCIO FULVIO TREGAMBE CON LA MOGLIE
PATRIZIA LIBRETTI E IL NIPOTINO ANDREA
Il Gruppo Alpini di Gussago
augura
Buon Natale
I NOSTRI “BOCIA” DEL ’36
a tutta la cittadinanza
Mandateci le vostre
fotografie, saremo lieti
di pubblicarle
DICEMBRE 2016 |
SpiritoAlpino
15
Spirito_Alpino_dicembre_2016_Layout 1 25/11/2016 09:49 Pagina 16
PROGRAMMA
E MANIFESTAZIONI VARIE
DEL NOSTRO GRUPPO
28 gennaio
Partecipazione alla ricorrenza per il 74° di Nikolajewka
5 febbraio
Assemblea dei Soci e rinnovo cariche sociali 2017-2019
28 aprile - 7 maggio
Festa Alpina
2-31 maggio
Santo Rosario nella Chiesetta dedicata a S. Antonio in Via Nava nella contrada di
Valle Villa (escluse le domeniche)
13-14 maggio
Partecipazione alla 90a Adunata Nazionale a Treviso
27 maggio
Sui luoghi della Grande guerra con i ragazzi della scuola Teresio Olivelli
10-11 giugno
Partecipazione all’Adunata Sezionale a Cogozzo
giugno
Partecipazione ad una escursione in montagna (proposte dai Soci)
giugno e luglio
Partecipazione Torneo Sezionale di calcio a Trenzano
23 luglio
Partecipazione all’incontro con la popolazione alla Fonte del Faido
settembre
Partecipazione ad una gita per i Soci, Familiari ed amici (proposte dai Soci)
7 e 8 ottobre
Ricordo dei Soci che ci hanno preceduto... nel Paradiso di Cantore
e apertura tesseramento
15 ottobre
Partecipazione del Secondo Raggruppamento a Salsomaggiore
9 dicembre
Visita agli ospiti del Ricovero Opera Pia Richiedei per gli Auguri di Natale
con la collaborazione del “CORO LA ZERLA” e distribuzione di omaggi.
16 dicembre
Organizzazione pranzo sociale di fine anno
17 dicembre
Scambio degli Auguri di Natale
24 dicembre
Distribuzione lavoretti costruiti dai ragazzi della Scuola “Arti e Mestieri” di Mompiano, presso i Supermercati di Gussago (IperSimplySma e Italmark) per la raccolta
di fondi a Loro favore
Notte di Natale
Distribuzione di Vin Brulé alla popolazione
n Opere di manutenzione ordinaria alla Fonte del Faido, alla Sede del Gruppo, al Parco Asilo Nava, al Monumento agli Alpini
n Partecipazione alle varie manifestazioni sportive indette dalla Sezione: calcio, bocce, marce, scii, tiro a segno ed al piattello,
mountain bike, ecc.
n Approfondimento della conoscenza dei Canti Alpini e della Montagna con dischi, cassette, libri, cd e diapositive
n Figure di alpini da valorizzare tramite nostro periodico “Spirito Alpino”
A tutti gli alpini “dormienti”
di Gussago
Il nostro Gruppo, oltre al programma sopra riportato, è
impegnato in tante altre iniziative di solidarietà verso
chi è stato meno fortunato di noi. Non servono grandi
cose, basta dedicare un po’ del proprio
tempo agli altri, e, non occorre andare lontano... basta guardarsi attorno. Se è vero che
la solidarietà è nel dna di ogni alpino, siamo
sicuri che anche il vostro non ne è esente. Vi aspettiamo in sede.
APERTURA NOSTRA SEDE:
domenica 10.00 - 12.00; mercoledì 20.30 - 22.30;
sabato 20.30 - 23.30
L’apertura saltuaria del venerdì sera è riservata ai giovani:
per informazioni contattare il responsabile giovani
Sandro Andreoli (3472754619).
Chi fosse interessato a ricevere comunicazioni via e-mail
è invitato a consegnare il proprio indirizzo di posta elettronica
Siamo presenti su Facebook alla voce:
GRUPPO ALPINI GUSSAGO
www.gruppoalpinigussago.webnode.it