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ISSN: 2036-9905
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Anno 117 - Numero 46 - Giovedì 8 Dicembre 2016 - € 1,40 - www.gazzettadasti.it
Gazzetta d’Asti
Settimanale d’informazione
fondato nel 1899
giornale locale
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Asti
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Asti 14100 per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
Il papa firma il decreto sull’eroicità delle virtù
DCOSE0264
Ad Asti, come quasi in tutta Italia, il referendum costituzionale registra la sconfitta del Sì
Il Card. Massaja
ora è Venerabile
Dopo il No, Renzi si dimette. E poi?
Chi
l’avrebbe
mai deto che sarebbe stato un papa
di origine astigiana
a irmare il decreto che proclama Venerabile l’astigiano
Servo di Dio Guglielmo Massaja?
Questo è quello che
è avvenuto giovedì 1° dicembre ponendo la conclusione di un lungo lunghissimo iter, quello
della causa del cardinal Massaja, iniziato nel 1914, sospeso nel 1916 e ripreso nel 1986, concluso con l’approvazione della relazione storica, elaborata per lunghi anni dal cappuccino padre Vincenzo Criscuolo, da parte della commissione teologica a
metà di novembre con oto voti a favore su nove. Una causa di beatiicazione molto laboriosa vista la sua diicoltà oggetiva a causa, diremmo, dell’imponenza del personaggio soto qualche aspetto anche controverso per le sue scelte missionarie coraggiose e per il
suo indebito coinvolgimento in questioni politiche dell’Italia colonialista.
Molta parte della causa ha visto in azione la nostra diocesi con
molteplici testimonianze di inizio Novecento e poi nella ripresa recente, sopratuto per quanto riguarda la fama di santità da sempre risonante nel nostro territorio. Qualche intervento chiariicatore è stato richiesto da ultimo sugli aspeti storici anche a Mauro
Forno e a don Vitorio Croce, in quanto atenti studiosi degli scritti del Massaja.
Comunque il cammino “istrutorio” è terminato con successo e
ora il cardinal Guglielmo Massaja, cappuccino missionario dell’Alta Etiopia, può essere appunto venerato e pregato uicialmente.
Tocca evidentemente a lui il compito di metere in ato qualche be
miracolo per aprirsi la strada verso la beatiicazione. Sarebbe bello
se toccasse ancora a papa Francesco questa favolosa incombenza!
Il No alla riforma costituzionale ha trionfato, in tuta
Italia, il Piemonte e Asti non
hanno fato eccezione.
Ragguardevole la partecipazione al voto, 69,23%, netta l’afermazione del “no” in
tuta la provincia, il 57,63%
dei votanti, speculare il voto
in cità, 57,65% contro la riforma. Un risultato che ha
stupito. I sondaggi davano
in vantaggio il “no”, anche
quelli clandestini pubblicati in rete a ridosso del voto,
ma nessuno aveva previsto
un distacco così esorbitante, quasi venti punti, tra SI e
NO. Il voto “contro” ha prevalso in tuta la Penisola, ad
eccezione di Emilia Romagna, Toscana e provincia autonoma di Bolzano, dove il
SI ha vinto, anche se i numeri maggiori il “no” li ha conquistati al sud e nelle isole.
Un voto che nessun partito ha avuto il coraggio di intestarsi pienamente, neanche quelli fortemente contrari alla riforma Boschi, tanta è stata la percezione della connotazione antisiste-
• SERVIZIO A PAG. 19 •
> C.V.
Tra governo tecnico o istituzionale, elezioni subito o poi si aspettano le decisioni del Presidente Mattarella
ma che lo ha determinato.
Un voto che va oltre la contrarietà alla riforma eletorale, un voto contro il sistema
politico di cui strati interi del
paese, fortemente provati da
quasi dieci anni di crisi economica, non hanno più iducia, indipendentemente da
chi è al governo al momento.
Uno sconito di sicuro
c’è, lo ha ammesso lui stesso,
a caldo, anzi a caldissimo:
è il premier Mateo Renzi,
che in una conferenza stampa alle due di note, accompagnato dalla moglie, ha annunciato le sue dimissioni,
poi congelate ino all’approvazione della legge di stabilità su espressa richiesta del
presidente della Repubblica. Una sconita che però
porta con se la consapevolezza di avere almeno il 40%
degli eletori dalla sua parte, nonostante gran parte
delle forze politiche fossero
aspramente contro la riforma eletorale, e nonostante
la fronda nel suo stesso partito. Una maggioranza forte
sopratuto in quel che resta
Gli astigiani insistono sulla richiesta di calamità naturale
della cosiddeta classe media e nel mondo imprenditoriale, come dimostrano i
numerosi endorsement al SI
provenienti da quei setori, e
anche il risultato del comune di Milano, capitale economica d’Italia, dove seppur
di poco ha vinto il Si, con il
51,13% dei voti.
Dimissioni immediate che
l’hanno sotrato dalle forche caudine delle opposizioni e al logoramento di alleati e compagni di partito. Dimissioni dovute, dopo che
lo stesso Renzi subito dopo
l’approvazione della riforma
in ultima letura, aveva legato la sua permanenza a Palazzo Chigi all’esito del voto.
Ora però impera l’incertezza, come era facile prevedere prima del voto: si oscilla tra governo tecnico, governo istituzionale, elezioni
subito, elezioni poi, italicum
anche al Senato e chi più ne
ha più ne meta.
> M.B.
CRONACA
Scippatori presi.
Erano padre e figlio
AVIDANO • PAGINA 7
CITTÀ
Dicembre: una raffica
di appuntamenti natalizi
GHIA • PAGINA 5
VITA SOCIALE
Acli, io dò
perché tu dia agli altri
FERRO • PAGINA 20
PAESI
Vezzolano, l’abbazia
sarà data in appalto?
FERRERO • PAGINA 22
AGRICOLTURA
Consuntivi esaltanti
per la vendemmia 2016
• RISULTATI E COMMENTI
A PAGG. 3-4 •
PAGINA 28
CHIUDE LA CAROVANA DEL TARTUFO
I danni del maltempo
Quantificati per un totale di quasi 10 milioni
CON IL PRESEPE VERSO IL NATALE
E’ stato ancora il rione di San Martino a offrire la prima rappresentazione del presepe domenica scorsa, mentre si preparano Mombarone per il 17, San Damiano per il 17-18 e Revigliasco per il 24.
Osservare oggi il placido
passaggio del iume Tanaro tra i pilastri del ponte di
corso Savona non cancella
i ricordi di un incubo durato 48 ore. Novembre 1994,
novembre 2016: i parallelismi si sono sprecati in questi giorni per trovare i punti d’unione tra l’evento alluvionale che ventidue anni
fa mise in ginocchio l’Astigiano e l’ultima piena.
Il Tanaro ha nuovamente
goniato il peto dopo quasi 200 mm di pioggia caduti in appena tre giorni, ma
gli argini hanno reto in città. Danni, seppur contenu-
ti rispeto al ‘94, sono stati
invece segnalati in periferia,
nelle aree golenali e in quelle rurali prossime agli argini
del iume.
La Protezione Civile intanto ha quantiicato i danni: nella nostra provincia
per interventi di somma urgenza 770 mila euro, per interventi di riduzione del rischio 5 milioni e mezzo e 3
milioni e 700 mila per il ripristino delle struture danneggiate.
Unanime la richiesta di
Chiusura ufficiale delle feste del tartufo tanto ad Asti quanto a Cortazzone, ultima tappa. La quantità continua ad essere scarsa, ma non troppo, visti i prezzi non eccessivi. Ma la
stagione sul campo continua e sembra destinata a migliorare per permettere a molti un tartufo per Natale.
Continua a pag. 2
> Fabio Ruffinengo
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