La deflagrazione del Pd della Fanelli, le contraddizioni della Giunta

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anno i - n° 0 venerdì 9 dicembre 2016
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Beppy Marinelli
L’Oscar del giorno lo assegniamo
allo storico presidente della Pro
Loco di Agnone, Beppy Marinelli.
E’ il vero trascinatore della manifestazione della N’Docciata di
Agnone che anche per la sfilata
dell’8 dicembre ha raggiunto numeri altissimi per la cittadina altomolisana.
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Pietro Maio
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro
Maio assessore comunale di Campobasso ai Lavori pubblici. Domenica
non potranno sedere al Romagnoli i
tifosi dell’Olimpia Agnonese perchè
ancora non è pronto il parcheggio.
Possibile, che tutto questo tempo è
trascorso per arrivare alla soluzione
del problema?
L’Ardire
Del viadotto
di Liscione
e di altre strade
di Giuseppe Saluppo
A
tornare sulla questione del
mancato collaudo del viadotto del Liscione è stato il
Centro Studi Molisano di
Guardialfiera. Fanno paura quei piloni
avvolti da 147 milioni di metri cubi
d’acqua che agisce come veicolo di sostanze aggressive. Nel 2002 era stato
pure avviato un progetto per giungere
al collaudo mai portato a compimento.
Come mai portato a compimento l'altro
progetto che prevedeva la realizzazione di una bretella posta ai margini
del lago e ritenuta più sicura e funzionale. Oggi, il quadro non è dei più
chiari e fa rima con la disastrosa situazione della viabilità interna. Qui, si
scopre una situazione che rasenta il disastro di tantissime strade chiuse, impercorribili e pericolose, ma usate da
mezzi privati e operatori economici.
Alcune trasformate in torrenti o ridotte
della metà dalle frane, che hanno bisogno di interventi di manutenzione straordinaria immediata e in molti casi di
manutenzione ordinaria, ormai assente. Strade provinciali che sono
anche la via di fuga in caso di calamità
naturali e che costringono a lunghi
viaggi chi deve raggiungere un ospedale o un ente o portarsi da un paese a
un altro, con grave disagio per i cittadini. Molti tratti sono franati, scoscesi,
impercorribili. A qualcuno, forse, interessa la difficoltà quotidiana di abitanti
e lavoratori dei paesi interni alle prese
con una rete stradale fatiscente e senza
manutenzione? Ci sono cartelli che annunciano l'inizio e la fine di lavori, mai
eseguiti. E strade franate chiuse al transito ma solo sulla carta: le auto passano
lo stesso. Un territorio che quando si
presentano forti piogge si risveglia in
ginocchio. Possibile che non si possa
approntare un piano di intervento che
coordini l’insieme delle opere di recupero riguardanti le strade e le altre infrastrutture di collegamento? E’
chiedere troppo?
La deflagrazione del Pd della Fanelli,
le contraddizioni della Giunta regionale
pongono una questione politica
Servizio a pagina 3
IL FATTO
pagina 4
Campobasso e il caso
delle scuole chiuse
Il caso della scuola don Milani è tra quelli più eclatanti a Campobasso e che sta portando ad una serie fitta di corrispondenza tra i
genitori e l’amministrazione comunale. Un nodo che rischia di
ispessirsi e di creare non poche contrapposizioni anche politiche
in attesa del 15 gennaio.
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9 dicembre 2016
“La condivisione espressa oggi dal Tavolo
tecnico sul lavoro svolto dalla struttura commissariale evidenzia la sostanziale differenza
che passa tra chi si adopera, anche a fronte di
pesanti contestazioni, per garantire una sanità
di qualità ai cittadini molisani e chi invece
prova a utilizzare la stessa per interessi diversi. Convinti dell’inutilità della banale contrapposizione tra pubblico e privato
convenzionato, contrapposizione che non ci
ha mai appassionato, non ci lasciano indifferenti le polemiche di un erogatore privato che
di fronte alla richiesta del rispetto delle regole, uguali per tutti, arriva a minacciare licenziamenti e chiusura. Un atteggiamento
che non paga, che non meritano i cittadini,
Frattura: “In sanità, legge uguale per tutti”
che non merita il personale medico e paramedico, tecnico e amministrativo che assicura i livelli di assistenza della nostra sanità.
Meriterebbero riconoscimenti e gratitudine
per la passione, la dedizione e la qualità del
lavoro espresso. Lavoriamo insieme per questo. I risultati di oggi rafforzano in noi la convinzione che l’interlocuzione con gli
operatori della sanità, sia essa pubblica che
privata convenzionata, sia fondamentale per
gli obiettivi che ci siamo”, così il presidente
della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, riferisce del Tavolo tecnico di verifica
oggi a Roma: valutazione positiva della co-
pertura, in termini di risorse, individuata dalla
Regione Molise per accedere alla quota residua per l’anticipazione di liquidità prevista
dal decreto legge 35/2014. “L’accesso alla
quota residua, circa 19,4 milioni, ci consentirà la totale copertura della situazione debitoria pregressa del Servizio sanitario
regionale al 31dicembre 2014, ereditata dalla
irresponsabile gestione passata”, spiega il
presidente commissario ad acta per la sanità.
“La valutazione positiva delle coperture –
prosegue Frattura –, ci permetterà di sottoscrivere con il Ministero dell’economia, entro
la prossima settimana, il relativo prestito, an-
cora una volta senza incidere di un solo centesimo sulle tasche dei nostri cittadini molisani ma soltanto valorizzando i tanti risparmi
derivanti da tagli agli sprechi e sperperi ereditati. Siamo a un passo dal superamento definitivo delle criticità passate che hanno
pesato nel percorso di riorganizzazione e rilancio della nostra sanità”. “Abbiamo soddisfatto – ancora Frattura – tutti gli
adempimenti richiesti per gli anni 2010, 2011
e 2012, con il relativo sblocco delle premialità, pari complessivamente a circa 45 milioni, che saranno erogati alla Regione nei
prossimi giorni”.
Cosa non si fa per paciere e compiacere, complice il Piano di rientro dal disavanzo sanitario
Il Piano di rientro dal disavanzo
sanitario è come la tela di Penelope, viene tessuto di giorno e di
notte disfatto, almeno così sembra, visto che non se ne viene a
capo, nonostante la Regione e
l’Azienda sanitaria regionale
(Asrem) il 4 febbraio 2015 abbiano stipulato un Protocollo
d’intesa “per l’attuazione di attività ed interventi di prevalente
competenza Asrem, che per la
loro strategicità ed attinenza in
ordine agli obiettivi posti dal
Piano di rientro è opportuno che
vengano svolti e perseguiti congiuntamente”.
Sulla scarsa chiarezza del virgolettato non abbiamo responsabilità.
Ma s’intuisce che per il rientro
dal debito sanitario, il ruolo
dell’Asrem è prevalente e che la
Regione è interessata a conoscere
e a seguire il meccanismo. Così
almeno pare. Nel Protocollo
d’intesa sono stati fissati questi
obiettivi: l’implementazione del
sistema informativo di gestione
del Centro unificato di prenotazione (Cup); il potenziamento e il
miglioramento del sistema Tessera sanitaria; l’attuazione del
progetto di dematerializzazione
della ricetta del Servizio sanitario
nazionale (Ssn) finalizzato al miglioramento dell’attività prescrittiva dei medici specialisti
ospedalieri e all’appropriatezza
clinico assistenziale; l’attivazione
sul territorio regionale del sistema
per la gestione del Numero unico
di emergenza europeo (Nue 112),
in coerenza con le previsioni della
normativa europea. Obiettivi che,
letti con un minimo di capacità
d’analisi e di critica, sembrano
poco influenti sulla formazione
del debito e, soprattutto, sulla ca-
Un pomposo protocollo d’intesa tra l’Asrem
e la Regione per giustificare il passaggio di
due dirigenti dell’Azienda sanitaria
alla direzione generale per la Salute
E la giunta ha stabilito di stabilire cosa avrebbe stabilito l’Asrem!
pacità di ridurlo. Stringi stringi, la
messa in piedi di questa sinergia
così pomposamente proposta e
commentata, a conclusione dello
scambio e la condivisione delle
conoscenze e di specifici accordi,
all’esame degli atti amministrativi che l’hanno ratifica, s’è risolta nel passaggio di dipendenti
dell’Asrem con qualifica dirigenziale presso la direzione generale
per la Salute, affinché “in collaborazione con il personale regionale assegnato a tale strutture”,
venissero superate le criticità presenti nel Sistema sanitario regionale. Stando al Protocollo
d’intesa, gli obiettivi da raggiungere chiaramente indicati e sotto-
scritti, non sono affatto destinati
al superamento delle criticità presenti nel Sistema sanitario, bensì
al Piano di rientro dal debito sanitario. Per cui, col paravento del
Piano di rientro del debito e della
necessità di interagire tra l’Asrem
e la Regione, la direzione generale per la Salute s’è vista gratificata della possibilità di utilizzare
personale di ruolo dell’Asrem,
con qualifica dirigenziale, “per il
superamento delle criticità presenti nel Sistema sanitario regionale”. Cosa c’entrino il Piano di
rientro e cosa gli obiettivi concordati con il Protocollo d’intesa,
resta un esercizio che lasciamo al
lettore ed eventualmente ai prota-
gonisti che l’hanno congegnato.
A chi scrive rimane ancora di annotare che il 23 novembre 2016 la
direttrice generale della Salute,
Marinella D’Innocenzo, ha ribadito la necessità di continuare ad
avvalersi della professionalità
della dottoressa Paola Sabatini e
del dottore Francesco Sforza, entrambi dipendenti della Asrem,
per garantire la prosecuzione
delle attività di cui al Protocollo
d’intesa sottoscritto l’8 febbraio
2016. La Sabatini e lo Sforza si
sono detti d’accordo e disponibili
a continuare a svolgere, in posizione di titolarità, il Servizio di
autorizzazione e accreditamento
(Sforza) e il Servizio di program-
mazione della rete ospedaliera
pubblica e privata (Sabatini), entrambi i servizi “ricadenti nella
direzione generale per la Salute”.
Cosa incidono, in quanto e per
quanto, questi due Servizi sul
Piano di rientro dal debito sanitario rimane il nodo da sciogliere,
tanto più che sia l’uno che l’altro
non sono tra gli obiettivi indicati
nel Protocollo d’intesa. Ma la
cosa da ridere, però, è che la
giunta regionale abbia poi deliberato testualmente, “di stabilire
che le attività di cui al Protocollo,
approvato con deliberazione
giuntale 20 del 2016 e sottoscritto
l’8 febbraio dello stesso mese, assegnate al dottore Francesco
Sforza e alla dottoressa Paola Sabatini, sono prorogate per dodici
mesi; e di stabilire, conseguentemente che, salvo diverso parere
dell’Asrem, l’utilizzazione in posizione di distacco dello Sforza e
della Sabatini prosegue per dodici
mesi e, dunque, fino al 30 novembre 2017”. Insomma, la
giunta ha stabilito di stabilire
cosa avrebbe stabilito l’Asrem.
Un capolavoro d’inconcludenza e
superficialità. Non a caso il Piano
di rientro non rientra, e il Servizio sanitario regionale non funziona.
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L’intervento
di Francesco Totaro
La mia proposta di legge regionale, presentata nel corso della manifestazione tenutasi a San Martino in Pensilis per la
campagna referendaria, sarà inviata a tutti
i consiglieri regionali del Pd italiani.
Ben prima della tornata elettorale del 4
Dicembre scorso, era stata messa nero su
bianco per dare concretamente la dimostrazione che è nostra intenzione ridurci
le indennità. Non l’abbiamo esposta nel
corso della campagna referendaria per
non intralciare il percorso democratico
che ha portato gli italiani, ed in particolare, i molisani a votare per il No.
L’iniziativa legislativa nasce dalla volontà di concorrere in misura ancora più
incisiva alle politiche pubbliche avviate
per la riduzione dei costi della politica.
La rideterminazione in riduzione del trattamento economico dei consiglieri regionali è stata già effettuata dalla Regione
Molise con la legge regionale n. 10 del 25
luglio 2013 (che ha recepito le disposizioni dettate dal decreto-legge 10 ottobre
La proposta di legge per ridurre
le indennità dei consiglieri regionali
2012, n. 174 “Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli
enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel
maggio 2012”, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n.
213). Successivamente un’ulteriore riduzione del trattamento indennitario dei
consiglieri regionali era stata inserita nel
testo della legge costituzionale che non ha ricevuto l’approvazione
del referendum costituzionale indetto lo
scorso 4 dicembre. La
proposta di legge raccoglie proprio l’intendimento
vanificato
dall’esito
negativo
della consultazione referendaria e va nella direzione di assicurare il
raggiungimento di tale
finalità, dimostrando principalmente la
piena disponibilità dei consiglieri regionali molisani a ridurre i costi della politica, anche in risposta alle contestazioni
rivolte in questo frangente ai consiglieri
regionali molisani accusati di non accettare l’ulteriore contrazione dei loro emol
u
m
e
n
t
i
.
L’articolo 1 dispone pertanto che l’im-
porto dell’indennità di carica del consigliere regionale sia ridotto entro i limiti
degli emolumenti riconosciuti al sindaco
del Comune di Campobasso, determinando così una significativa ed ulteriore
riduzione della spesa pubblica regionale
per
i
propri
amministratori.
L’articolo 2 dispone una rapidissima entrata in vigore della legge regionale.
Art. 1 (Riduzione dell’indennità di carica
corrisposta ai consiglieri regionali)
L’indennità di carica lorda, di cui alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 della
legge regionale 25 luglio 2013, n. 10, è
corrisposta ai consiglieri regionali per un
importo non superiore a quello degli
emolumenti attribuiti al Sindaco del Comune di Campobasso.
Art.
2
(Entrata
in
vigore)
La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Molise.
Il dopo l’esito del referedum costituzionale
Il “No” al referendum, con il consequenziale abbandono di Renzi
da capo del Governo, ha sparigliato le carte nel Pd, ha riaperto
i giochi, ha rimesso in moto la
dialettica interna. In campo nazionale e in periferia. Prima che
cadesse, e tutto lasciava pensare
che non cadesse, tanto da rendere
l’ultima settimana della campagna referendaria “una straordinaria rimonta”, nel Molise il mazzo
di carte lo gestiva il duo renziano
per eccellenza formato da Micaela Fanelli (segretaria regionale
del partito) e da Paolo di Laura
Frattura (presidente della giunta
regionale). In modo renziano,
s’intende. Con sufficienza, con
spocchia, con irridente e beffardo
sorriso opposto ad ogni accenno
di dissenso, di leggero impercettibile scostamento dalle linea
tracciata e tutta da (e)seguire. Il
duo era talmente padrone di sé,
delle sue convinzioni, delle sue
attribuzioni fino al punto da interrompere un congresso per poi
non riprenderlo più (Micaela Fanelli), e fino al punto di costringere l’assessore Petraroia ad
uscire dall’esecutivo, senza rimpiazzarlo. Due esempi tra i tanti
consegnati alla cronaca molisana,
in cui l’apice dell’autosufficienza
è stato, purtroppo per noi molisani, espressa nella gestione (disastrosa) della sanità, che li
riassume e l’ingloba tutti. I mille
giorni di Renzi si possono associare ai mille giorni di Frattura e
di Fanelli: avviliti dalla gragnola
I mille giorni di Renzi si possono associare ai
mille di Frattura e di Fanelli: avviliti dalla
gragnola di “No”, ripassati e ripensati alla luce
delle tante chiacchiere e delle scarse consistenze
Sarà il senatore Roberto Ruta a gestire le scelte, le strategie, le opportunità
da adottare sulla scorta di una nuova legge elettorale?
di “No”, ripassati e ripensati alla
luce delle tante chiacchiere e
delle scarse consistenze. In
campo nazionale il Pd probabilmente dovrà affrontare elezioni
anticipate; nel Molise (ahi noi!)
probabilmente dovrà aspettare la
scadenza naturale dei primi mesi
del 2018. Con una certezza, però.
Il mazzo di carte cambierà di
mano. Dal duo Frattura passerà a
Roberto Ruta. Sarà il senatore,
che ha sofferto non poco il carattere, le bizze, le tante sfumature
di un comportamento spesso al limite della sfida da parte del presidente della giunta e della sua
mallevadrice Micaela Fanelli, a
considerare le scelte, le strategie,
le opportunità da adottare sulla
scorta di una nuova legge eletto-
rale che non avrà più il primato
della segreteria del partito, sicuramente più padrone di sé e delle
sue aspirazioni e destinazioni future: dove e come esprimerle, e
come conquistarle. Con lui, antirenzianamente potrà ritrovare
verve e considerazione anche
l’onorevole Danilo Leva.
Le candidature non saranno più
stabilite secondo l’Italicum, e con
esso non più con la prevalenza
della segreteria nazionale e delle
segreterie regionali, specie se di
natura e di matrice renziane.
Saranno altri i parametri di valutazione che accompagneranno le
scelte, le collocazioni, e le destinazioni. Se fossimo in Frattura
cercheremmo di correre ai ripari:
abbassando le orecchie e pedalando per una volta in favore
dello sviluppo dell’economia regionale, dell’occupazione e della
sanità.
Dardo
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9 dicembre 2016
E’ Stefano Brienza a rilanciare la problematica degli edifici chiusi
I diritti violati dei bambini a causa
della indifferenza dell’Amministrazione”. Lo scrive il genitore di uno
dei bambini che frequentano la
scuola, Stefano Brienza. “Una vita
al contrario,la impossibilità di vivere le esperienze proprie del fanc
i
u
l
l
o
,
lacostanteviolazionedeibasilaridirittiproprideibambini, èquesta la catartica “punizione”inflitta ai piccoli
cittadini da un’Amministrazione
comunale che continua a dimostrare un aberrante disinteresse per
l’emergenza più volte segnalata.
E già!Perchéilprimodisinteresseperlesortidiqueipiccoli,ilComuneloha già tacitamente manifestato
quando dallontano 2014hasepoltosottouna coltre dipolverelarelazionedell’ing.Corsichelapidariamente
affermavala scarsas icurezzadellaDonMilani.IlComunehafattofintaniente,haignorato quelle parole che
hanno fatto gelare il sangue ad ogni
genitore che sino
all’ottobre del 2016 hamandatoilpropriofiglioinquellascuolacon mal
ripostafiducianelleIstituzionicuiaffidavailpersonalissimobenepiùprezioso.
Quello sfidare lasorte quotidianamente sarebbe con molta proba bilità durato all’infinitose un
manipolo di genitori troppo curio
sino navesse deciso di spolverare
quei faldoni dimenticati (chissà se
volutamente o per inconsapevolezza,in ognicaso con colpa)e,leggendo semplicementeinitaliano, on
Egregio Monsignor Bregantini
“Sindaco Battista, sulle scuole troppi errori”
avesse scoperto le parole“pericolo....ed alta vulnerabilità”. Quelle
paroletifannoabbracciaretuo figlio
et iinducono a chiedergli perdono
per non averloadeguatamenteprotettoperlungotempo. Tu tifidavi,l
ecarteeranoin regolati era stato d
etto, poifiguriamocisel’Amministrazionenon bada a certe cose!
Ma
il
Comune
nontichiedescusa,nonsifaperdonareperl’inammissibile “dimenticanza”. Non gli passaneanche per
la testa che debba farlo,anziti appioppa il doppio turno....Così impari a fare il ficcanaso.
Infattiquellestesseparolechetihannofattotribolareetihannoindottoa
chiederechiarimenti,perl’Amministrazionenonhannolostessosignificato. Il pericolo
nonètale
finchénonsopraggiungel’interpreta-
zione autentica della parola che soloilfantomatico“studio di vulnerabilità”può
dare.
Cisichiededaprofanoperchèl’Ing.C
orsiabbiascrittounarelazioneritenuta oggi del tutto inutilesebastavauncumulativostudiodivulnerabili
tàche riguardaben11edificiecheserveprioritariamenteavalutarelavitaresidua
degli
edifici,equindilaconvenienzaeconomicadiinvestiresuglistessi! Ha
sprecato tempo Corsio lo sta sprecandoilComune? È questa la domanda che sorge lecita da momento
che la annunciata convenzione con
l’Università ad oggi ancora nonèoperativa.Nonostantegli annunciedip r o c l a m i
diun’Amministrazionechesiprofessacelerefacendo credere di avergià
affidatol’incarico con ladelibe-
ran.217 del14.10.16, adoggiunanuovadeliberadigiunta,lan.268del6.
12.16,rimanda ad una nuova bozza
di convenzione,non ancora controfirmata, legata ad un cronoprogrammainesistente.PraticamenteN
ULLA. Ma allora cichiede sel’impegnoprioritario delComunesiaquello
diessere impegnatoinartificitecnico-linguistici (vedi:trasferire gli
studenti anziché chiudere la scuola;
prospettaresoluzioni,inluogodisistemareibambini....;) che sembrerebbero esaurire di per se
l’attivitàinquestafase,oppureche
manchi il reale e concretointeressedirisolvereilproblema? Tra le due,
sembrerebbe la seconda. Come potercredereall’impegnofattivodiunComune che ad ol tre 2 mesi
dall’insorgeredell’emergenzanonhaavutoancorailtempoe ilmodo di
prospettare una soluzione che possainqualchemodotranquillizzareigenitori e i bambini? Come
potercredereall’impegnofattivodiunComuneche dopo avermanifestato l’intenzione,raccolto le
disponibilità digenitorie fatto compilaremoduliperl’adesioneadattivitàantimeridianeludico-ricreative e
didattiche,presso diverse strutture
private,ad oggiancora non firma le
convenzioni;Comepotercredereall’impegno fattivodiunComuneche
ha volutamenteevitatorisposteimpossibili,quantoimbarazzanti,sulperchèsolo
oggi
attenziona
ilproblema della sicurezzadellaDonMilani, nonostantela circostanza che le condizioni che hanno
indottol’Amministrazioneaconferire incaricoperlostudiodivulnerabilitàsiano lemedesime dell’anno
2014? Come potercredereall’impegnofattivodiunComunecheadoggiharitenutoche fosse prioritario un
allargamento della Giunta rispetto
alla risoluzione dell’emergenza,
dandorisposteaicittadinigenitori.
Forse ritiene che l’allargamento
della Giunta sia quello che igenitorisi aspettavanoeauspicavanoperilbenedeilorofigli?
Le
beghe
dipalazzoeitraballantiequilibripoliticinonciinteressano. CaroSig.Sindaco,cidialerispostecheinostrifiglih
annoildirittodiaveree Leil’obbligodidare. Ci restituisca la vitadituttiigiorni,
al
di
la
delle
logichepoliticheepartitiche sottese
a scelte che occorre avere ilcoraggio dipercorrere, perchè amministrarecomportailcondividerelediffic
oltàche oggi l’Amministrazione hariversato sulla partepiùdeboledellasocietà, ibambini.Quellaparteperò
piùpreziosaperlaqualevalelapenadidare,almenounavolta,unesempiodi
impegnoincondizionatodibuonaamministrazione.
Caro Bregantini, i bambini devono avere sicurezze
sono la madre di due bambini che frequentano la scuola Don Milani di Campobasso e voglio riportarLe quanto è
difficile affrontare le lezioni pomeridiane, sia come genitori che come bambini. Andare a lezione di pomeriggio crea
il primo problema di trovare chi si occupi
di loro al mattino, difficoltà che hanno
tutte le mamme che lavorano e che
spesso non sanno a chi appoggiarsi per
un supporto.
Affrontando con fatica questo problema,
da circa un mese al mattino sveglio e saluto i miei figli prima di andare al lavoro;
dopo che hanno trascorrono la mattina
con altri arriva la difficoltà del pranzo, a
mezzogiorno, orario in cui dovrebbero
fare merenda e poi, zaino in spalla, vanno
a scuola tra sbadigli e saluti frettolosi. In
questo sono fortunata perché all’uscita
dal lavoro riesco ad accompagnarli a
scuola, riesco a vederli e trascorrere con
loro qualche minuto, quelli del tragitto,
prima della sera.
Dopo cinque ore di scuola, quando la
giornata è ormai terminata, vado a riprenderli per farli mangiare e dargli la
buonanotte. Non ho più i momenti di
gioco e di condivisione che dedicavo
a loro; la famiglia ha perso quegli spazi
vitali del “vivere insieme”,
quei gesti e quelle abitudini condivise e diventate
un immancabile rituale
della giornata, tradizioni
stravolte dai turni pomeridiani di lezione, ed i bambini ovviamente se ne
accorgono … sono un po’
disorientati,
ma affrontano questa situazione con la forza e la
responsabilità di cui sono capaci. In questa situazione non sono tra i genitori più
sfortunati perché ho entrambi i bambini
che vanno a lezione di pomeriggio e non
vivo le ulteriori difficoltà di chi ha i figli
che vanno a scuola con orari alternati.
Tutto questo crea rabbia e delusione, soprattutto perché la situazione dell’edificio della scuola Don Milani era
conosciuta da molti anni, perché un’Amministrazione che si preoccupa dei bambini avrebbe potuto e dovuto evitare tutti
questi disagi proprio a loro, alla parte più
fragile ma più importante della società,
perché i turni pomeridiani sono dovuti ad
una inattività della pubblica amministrazione, perché a distanza di 14 anni dal
terremoto di San Giuliano scopriamo
che quell’esperienza non è servita per
creare una coscienza della sicurezza sco-
lastica per mettere in sicurezza tutti i bambini; tutto
questo fa male come genitori e come appartenenti
ad una comunità che dovrebbe essere matura e responsabile.
La ringrazio dell’appello
che ha fatto a noi genitori
di avere pazienza, la applichiamo tutta per superare questo momento di
grande disagio e sacrificio e, come ci ha
chiesto, cerchiamo di non far risentire ai
bambini il peso di questa situazione di
precarietà senza mai infondere il loro il
senso di paura, perché la paura chiude le
menti, pur spiegando loro il perché di
questa situazione e fargli comprendere
l’importanza della questione, affinché
siano consapevoli e diventino cittadini
del domani responsabili e possano far sì
che problemi del genere non si verifichino più.
La ringrazio anche per l’appello alla fiducia nelle istituzioni, che non abbiamo
mai perso e cerchiamo di far avere ai nostri bambini, seppur siano le stesse istituzioni che avrebbero dovuto evitargli
questi disagi, ma come genitori dobbiamo farlo.
La ringrazio per la profonda amarezza
espressa e per le parole di incoraggiamento che sono molto importanti perché,
come Lei da buon pastore cerca di indirizzare la comunità, al pari come genitori
dobbiamo fare altrettanto per i nostri
bambini.
Spero che le Sue parole siano di impulso
ed incoraggiamento anche per le istituzioni, che servano da sprono per trovare
una soluzione nel più breve tempo possibile e limitare al massimo i disagi causati a bambini e famiglie.
Lei che ha utilizzato sempre un linguaggio adatto a chi ascolta, Le chiedo di condividere con noi genitori una preghiera e
un appello per i responsabili delle istituzioni affinché, oltre le logiche politiche,
abbiano a cuore i bambini della comunità
e per la loro tutela trovino il coraggio di
azioni importanti per risolvere definitivamente il problema della sicurezza
scolastica di tutti i bambini, la parte più
preziosa della comunità; la loro azione è
importante perché, se da un lato il terremoto è sicuramente un evento imprevedibile, dall’altro l’azione del buon padre
di famiglia può senz’altro prevenire i pericoli per i propri figli.
Grazie ancora per le parole di supporto
ed incoraggiamento.
Mena Fantacone
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9 dicembre 2016
Sull’abbrivo del caso Rai sollevato dall’avvocato Enzo Iacovino in campo nazionale
Gli enti pubblici, prima di cercare all’esterno collaborazioni
e professionalità, hanno l’obbligo di applicare il “job posting” che altro non è che la
ricerca preventiva di personale
interno in grado di svolgere i
compiti e i servizi di cui hanno
bisogno. Un obbligo, si badi,
non un’opzione. Ne ha fatto un
caso di livello nazionale l’avvocato Enzo Iacovino denunciando la Rai all’Autorità
anticorruzione e alla Procura
della Repubblica di Roma perché verificassero
l’esatto
adempimento degli obblighi di
pubblicazione (ex articolo 45
del
decreto
legislativo
33/2013), l’esatto
adempimento e il rispetto delle
disposizioni in materia di abuso
conflitto di interessi; sospendessero o disponessero la revoca e/o dichiarare la nullità
degli incarichi e dei contratti
non conformi al decreto legislativo 39/2013; segnalassero e
trasmettessero la documentazione e i provvedimenti adottati
ai competenti uffici disciplinari
e giudiziari per ogni eventuale
inadempimento e/o violazione
di legge, del piano della trasparenze e del piano anticorruzione, al fine di accertare ogni
eventuale responsabilità disciplinare, amministrativa, penale
e contabile. Questa iniziativa
dai risvolti clamorosi (la Rai, le
sue radici popolari, i suoi personaggi alla ribalta, i suoi supposti prestigi culturali, la sua
complessità fatta di programmi,
programmatori, registi, presentatori, costumisti, truccatori e
chi più ne ha più ne metta), ha
raccolto l’attenzione collettiva
dei media nazionali. Il Fatto
Quotidiano ha riservato all’avvocato Iacovino la prima pagina, gli altri giornali hanno
La poca confidenza
della Regione col “Job
posting” foriera di guai
Eccezione di legittimità della Corte costituzionale sugli incarichi direttoriali relativi
alla gestione della direzione generale per la Salute e dei quattro dipartimenti regionali
pubblicato il testo della denuncia. A noi interessa la premessa,
cioè che gli enti pubblici hanno
l’obbligo di praticare il “Job
posting” prima di accedere al libero mercato, alla ricerca di
collaborazioni a proprio uso e
consumo, con il supporto delle
risorse finanziarie pubbliche.
Ne eravamo consapevoli e
spesso abbiamo richiamato l’attenzione sulle circostanze in cui
la Regione, soprattutto, è parsa
poco adusa e propensa ad applicare il “job posting” in modo
analitico, serrato e comprovato.
Lo abbiamo fatto spesso, anche
in una corrispondenza del 30
novembre scorso commentando
l’ennesimo ricorso all’esterno,
in quel caso della direzione generale per la Salute, alla ricerca
della collaborazione continuativa e coordinata di 5 unità, utilizzando
una
formuletta,
sempre la stessa, sempre
uguale, buona per tutte le occasioni e le circostanze. Una formuletta che dice tutto in termini
generici e niente in termini ristretti. A Palazzo Vitale ne
fanno uso largo e reiterato. E
tutti a bersela, quasi fosse una
coppa di champagne. Eccola la
formuletta magica con la quale,
come accenniamo, la Regione
crede di soddisfare, anzi di superare, di bypassare il “job posting”: “Esaminati i fascicoli
professionali dei dipendenti regionali in possesso di adeguata
qualificazione culturale; accertato che allo stato – tenuto
anche conto del complesso
degli incarichi di funzione attualmente esercitati – l’esiguo
numero dei dipendenti regionali
potenzialmente utilizzabili risulta incardinato in processi di
lavoro parimenti strategici per
l’amministrazione regionale e
non suscettibili di depauperamento in termini di risorse
umane a essi dedicate” … si
rende necessario … bla bla bla,
cioè ricorrere alle collaborazioni esterne. Con quella formuletta la Regione afferma
apoditticamente, cioè da crederle sulla parola, che all’interno dell’organico regionale,
anche se esistono professionalità ed energie utilizzabili, sono
sempre tremendamente poche e
talmente impegnate, incardinate
in processi di lavoro parimenti
strategici per l’amministrazioni, per cui è giocoforza andare a cercare aiuto e
collaborazioni all’esterno. La
Rai lo ha fatto, ed è finita nella
rete giuridica e amministrativa
di Enzo Iacovino e sotto la lente
d’ingrandimento dell’Autorità
anticorruzione e della Procura
della repubblica di Roma.
Chissà se all’avvocato nostro
concittadino gli venisse proposto di dare uno sguardo anche
alle procedure invalse alla Regione Molise in materia di collaboratori e collaborazioni e di
mancato “job posting”. Mai
dire mai. Intanto, come è stato
riportato su queste colonne, si
deve registrare l’eccezione di
legittimità sollevata dalla Corte
costituzionale sugli incarichi
direttoriali relativi alla gestione
della direzione generale per la
Salute (Marinella D’Innocenzo)
e dei quattro dipartimenti organizzativi (Mariolga Mogavero,
Mariarosaria Simonelli e Massimo Pillarella). Un primo
grave segnale sul modo di agire
e di amministrare al quale,
come ipotizziamo, potrebbero
aggiungersi i casi (a decine) di
collaborazioni esterne da mettere sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti e
della Procura della Repubblica.
Dardo
Il molisano Gianluca Iarocci e lo studio scientifico sul trasporto su strada
Un altro importante riconoscimento per il ricercatore molisano
Gianluca Iarocci: il suo ultimo studio scientifico sul trasporto su
strada è stato recentemente pubblicato dall’ISPRA. Iarocci nato a
Campobasso nel 1971 ha terminato
gli studi superiori presso il locale
liceo scientifico nel 1990, partito
per Roma si è laureato in Scienze
Statistiche per poi conseguire un
master universitario in Epidemiologia. La sua storia è quella di un cittadino campobassano che, emigrato
dal Molise, è riuscito a far valere le
sue competenze ed esperienze fuori
dalla propria regione. Numerosi
sono stati i suoi lavori pubblicati dai
principali organismi scientifici sia
nazionali che internazionali con un
vasto eco anche in campo giornalistico. Il settore trasporto su strada
dopo quello delle industrie di produzione e trasformazione dell’energia è il settore maggiormente
responsabile delle emissioni (25%
nel 2014) e responsabile del 31,8%
del consumo totale di energia finale
e del 68,8%del consumo finale di
petrolio. Nel 2007 il gasolio ha su-
perato la benzina come carburante
più utilizzato per le auto, lo stesso
carburante è anche utilizzato in
modo predominante dai veicoli
commerciali. In Italia i veicoli merci
(soprattutto furgoni) sono aumentati
in modo considerevole a partire dal
1998 e dalla fine degli anni 90 c’è
stato un enorme aumento del numero di motoveicoli. Dal 1990 al
2014 le missioni nazionali totali di
gas serra, espresse in CO2 equivalente, sono diminuite di circa il
19,8%.
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8 dicembre 2016
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