Caso Fortuna Loffredo, quarta udienza processo, parla il

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Caso Fortuna Loffredo, quarta udienza processo, parla il ginecologo: «Violenza inaudita
Antonella Sica
NAPOLI, 09 DICEMBRE – Nel giorno della quarta udienza del processo sulla morte di Fortuna
Loffredo - la bimba uccisa il 24 giugno 2014, nel parco Iacp di Caivano (Napoli) - nell'aula 116 del
Tribunale di Napoli, è stato sentito il medico legale, un ginecologo che per primo accertò gli abusi
sessuali sulla bimba scaraventata nel vuoto dall'edificio 3 del parco Verde.
Giuseppe Saggese, questo il nome del ginecologo incaricato dalla Procura di Napoli Nord di effettuare la
perizia ginecologica sul corpo di Chicca, ha dichiarato: «Ho quarantasei anni di attività e non ho mai visto
uno scempio tale su una bambina, e noi periti intendiamo abusi tutt'e quello che penetra nel corpo di una
vittima. Per le violenze subite, Fortuna soffriva di incontinenza fecale».
Saggese ha parlato di traumi cronici «che dopo decine di anni di lavoro ho riscontrato solo tre volte".
Prima di Saggese è stato sentito Attilio Mazzei, lo specialista su abusi e maltrattamenti su minori che ha
visitato la figlia più piccola di Marianna Fabozzi, imputata insieme al compagno Raimondo Caputo nel
procedimento penale sulla morte di Fortuna. Anche dalla visita effettuata sulla figlia della Fabozzi sono
emerse violenze sessuali.
Nel corso dell’udienza è stato poi ascoltato un perito informatico, Giuseppe Vallone, incaricato di
scaricare file multimediali da un telefono cellulare, un Lg di colore rosa, trovato in possesso di una delle
figlie della Fabozzi. Dai file contenuti nel cellulare, è emerso anche un video che ritrae un uomo, steso a
terra e immobile, con due bimbe che giocano mentre un'altra persona, una donna, riprende. Nel filmato,
acquisito agli atti, la donna viene chiamata mamma dalle bimbe.
Un’altra giornata dunque particolarmente difficile per la mamma della piccola Fortuna, Mimma
Guardato, che prima di entrare in aula ha dichiarato: «Sono pronta ad affrontare quest'altra difficile
prova, perché sono convinta che mia figlia sia stata uccisa da Raimondo Caputo e dalla stessa Marianna
Fabozzi. Per fare giustizia per mia figlia sono pronta a tutto».
«Mia figlia parlava ma non ha mai detto niente a me, alle maestre, alle assistenti sociali. Mi ha solo
parlato di bruciori, davanti e andammo dalla dottoressa che mi diede della pomata senza visitarla: io non
credo alle violenze sessuali. L'unico errore fatto è stato non nominare un perito quando è stata fatta
l'autopsia», ha detto successivamente la donna.
In aula erano presenti anche i due imputati Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi. Quest’ultima, dopo
aver ascoltato con espressione impietrita le parole dei periti, ha chiesto di uscire dall'aula.
Ascoltata anche la psicologa Rosa Castelluccio, che ha affiancato gli inquirenti durante le indagini. La
Castelluccio ha parlato dei disegni di Fortuna dai quali, dice, emerge il disagio che non poteva
pronunciare «perché condizionata dalla famiglia».
La psicologa ha poi riferito degli incontri avuti con le figlie di Marianna Fabozzi. Una delle bambine,
l'amichetta del cuore di Fortuna, ascoltata il giorno stesso della tragedia nella caserma dei carabinieri di
Casoria, disegnò Fortuna che ballava in presenza di un adulto, e poi una tomba, nonostante poco prima
avesse detto di non sapere la sorte subita dalla sua amica.
La Castelluccio ha riferito infine i particolari appresi, durante gli incontri protetti, dalle figlie della
Fabozzi, riguardanti i luoghi, le modalità e le circostanze sia delle violenze sessuali che dei momenti che
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Antonella Sica
hanno preceduto la morte della piccola Fortuna. La psicologa ha riferito di giochi sessuali ma anche delle
minacce di Raimondo Caputo alla figlia della Fabozzi. L’uomo le disse che le avrebbe fatto fare la stessa
fine di Chicca.
[foto: napoli.repubblica.it]
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