LA LAUREA A MARCHIONNE E QUELL`IRONIA FUORI LUOGO

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Corriere del Trentino Domenica 4 Dicembre 2016
TN
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Il caso di Luca Malossini
Agenda di città
LA LAUREA A MARCHIONNE
E QUELL’IRONIA FUORI LUOGO
DALLA PARTE
DEL CITTADINO
POLITICA
L’esempio di Hollande
È stata quasi sussurrata e non
evidenziata dalla stampa la recente dichiarazione di François
Hollande di volersi ritirare dalla
competizione elettorale per la
presidenza della Repubblica
francese perché «devo pensare
al bene del mio Paese». A noi
italiani l’affermazione suona
strana, anomala. I nostri politici, anche i più impopolari e più
datati, tornano inevitabilmente
alla candidatura perché «me lo
chiede la gente. Lo faccio per
spirito di servizio». Rarissimi i
casi in cui, proprio perché platealmente presi a pedate se ne tornano nei ranghi civili, in attesa
in genere di cospicua poltrona
para-istituzionale. Così abbiamo i De Mita, i Cirino Pomicino,
i D’Alema, i Casini, i Berlusconi
(che salva la patria con sprezzo
del pericolo delle coronarie e
del lifting) che dopo decenni di
carriera imperversano ancora
spandendo perle di saggezza su
come salvare un Paese dopo che
loro per decenni, appunto, non
solo non lo hanno salvato, ma lo
hanno pure portato all’eutanasia.
In occasione del referendum
abbiamo visto frotte di volonterosi ex affollare talk show e pagine di giornali. Tutti abbiamo
diritto di esprimerci (libertà ga-
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Le lettere
vanno inviate a:
Corriere del Trentino
Via Missioni
Africane, 17
38121 Trento
e-mail: lettere@
corrieredeltrentino.it
@
Sono uno dei tre autori della lettera che esprimeva
opposizione alla concessione della laurea honoris causa in
meccatronica a Marchionne; ho letto la risposta del rettore
nel vostro articolo di martedì scorso e sono rimasto stupito
dal suo contenuto; il rettore ritiene «inusuale» l’interesse
di un matematico (il collega Visintin) per la meccatronica!
Dubito che la lettera spedita nasca da un tal tipo di
interesse.
Anche io e il collega Mauro non siamo meccatronici; io sono
perfino un chimico fisico, afferisco a un dipartimento di
ingegneria ma non sono ingegnere; come mai il rettore non
ci cita ugualmente? La questione qui in ballo non è di quelle
tecniche della meccatronica per cui sia necessario essere un
esperto di tale disciplina per deciderla, ma è invece una
questione che riguarda l’ateneo come tale e su questo
abbiamo titolo, come docenti e membri di dipartimenti
diversi, tutti noi e anche gli studenti e le altre persone che
vi lavorano: il nostro ateneo, tenuto al rispetto della legge
nel concedere i suoi titoli, può legittimamente concedere un
titolo a chi non ha alcun titolo scientifico o pratico relativo
al settore interessato? La regio decreto 1592/1933 parla
chiaro: «Soltanto a persone che, per opere compiute o
pubblicazioni fatte, siano venute in meritata fama di
singolare perizia nelle discipline della Facoltà per cui è
concessa».
Marchionne è manager di un’azienda che usa la
meccatronica è vero, ma non possiede alcuna singolare
perizia nel merito; ma forse si vuol dire che tutti coloro che
usano l’elettricità sono da premiare con il titolo di
ingegnere elettrico o quelli che usano una macchina
termica o nucleare con il corrispondente titolo
ingegneristico o fisico? Appare chiaro dai testi proposti che
rantita dalla Costituzione), ma
c’è sempre chi può farlo in via
privilegiata è magari saccente.
Per il referendum abbiano visto
anche «dotti» costituzionalisti
andare alla grande adottati stru-
mentalmente da differenti forze
politiche.
D’altra parte in un Paese dove,
soprattutto in politica, gli anziani non mollano e i giovani sono
spesso maldestri e mal mostosi,
la scelta sia basata sulle scelte strategiche di economia e
strategia aziendale fatte da Marchionne; allora gli si
conceda una laurea in Economia, che peraltro è il settore
del rettore, mentre Marchionne è laureato in filosofia e
legge, dunque esorto il Magnifico a concedergli una laurea
in Economia aziendale. Altrimenti, per dirla tutta, sarebbe
il caso di rinunciare alla strategia di ingraziarsi i potenti
come potenziali finanziatori e ricorrere a una modalità del
tutto legale ma dismessa: farsi pagare dalla Provincia i 200
e passa milioni di finanziamento legato ai patti intercorsi e
che sono rimasti invece nelle casse provinciali (come hanno
ripetutamente chiesto i colleghi Pascuzzi e Zambelli) ; lei
cosa ne dice? Il rettore sarebbe d’accordo?
Claudio Della Volpe,
professore di Chimica fisica applicata all’università di Trento
Caro professore,
urtroppo non da oggi e non solo in Trentino, i trucchi del marketing sono entrati a far parte delle strategie di scuole e università. La laurea in meccatronica a
Marchionne è di certo meno scandalosa di quelle
conferite ad artisti e sportivi solo per avere un po’ di visibilità. Ma la questione da voi sollevata è tutt’altro che peregrina,
dunque non ho capito perché il rettore abbia risposto nel
merito agli studenti (sostenendo che la laurea ad honorem è
un po’ come un premio Nobel) riservando l’ironia al professor Visintin e, di riflesso, anche a lei. Non posso pensare che
il Magnifico ritenga sia esclusivo diritto degli studenti contestare le scelte dell’ateneo e sia infastidito dal fatto che alcuni professori sollevino obiezioni; e poiché non ha chiesto ai
ragazzi quali competenze avessero in meccatronica, proprio
non capisco la battuta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
P
ciò è quello che troviamo come
offerta. Si dice sempre: ma è la
gente con il voto che fa le scelte.
Così è in democrazia, però talvolta sono talmente pilotate (basti pensare al Porcellum) da far
perdere di fatto il diritto di opzione. Hollande ha dato un
esempio di civica condotta, vedremo nel nostro Paese se e come andrà la prossima volta.
Rita Grisenti, TRENTO
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