Dal Vangelo secondo Matteo 3,1-12

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Transcript Dal Vangelo secondo Matteo 3,1-12

II DOMENICA DI AVVENTO, anno A
Libro del profeta Isaia 11,1-10
Lettera di San Paolo ai Romani 15,4-9
Dal Vangelo secondo Matteo 3,1-12
La Parola di Dio di questa II domenica d’Avvento è molto ricca di spunti di meditazione e
d’indicazioni per la nostra vita; qui ne prendiamo in considerazione solo alcuni.
Nel Vangelo è Giovanni Battista, descritto nel suo aspetto di uomo penitente e di vita austera, la
voce che grida nel deserto invitando alla conversione. Chi accetta di aderire a questo invito, si fa
battezzare come segno di purifcazione e desiderio di cambiare vita camminando sulle vie diritte
del Signore. Questa voce che grida, rimprovera anche duramente e fa notare il peccato
dell’uomo, quello più subdolo: il sentirsi a posto, gli ebrei perché erano fgli di Abramo, e noi
perché siamo battezzati, andiamo anche a Messa... Sentirsi a posto signifca chiudersi alla grazia
che ci vuole convertire il cuore e renderlo tenero di amore per Dio e i fratelli. E’ da questo che la
voce di Giovanni Battista vuole scuoterci. La sua voce profetica si alza anche per avvertire che il
suo battesimo fatto solo con acqua non può bastare, ma sarà sostituito con un battesimo di
Spirito Santo che accende il fuoco dell’amore portato da chi è superiore a lui per dignità e
potenza, il Figlio di Dio, Gesù Cristo. Sarà questo nuovo battesimo che renderà possibile la nostra
conversione.
Un profeta più antico del Battista, Isaia, nella I lettura odierna, già annunciava un inviato del
Signore che, investito del suo Spirito, avrebbe portato la pace messianica coinvolgendo anche la
creazione così che non solo gli uomini cesseranno di essere nemici, ma gli stessi animali
vivranno in armonia, perché chi ha disarmato il cuore dall’egoismo vive in pace con tutti. Questa
è la conversione. S. Paolo nel brano odierno della Lettera ai Romani riprende a sua volta e amplia
questa visione di pace esortando i cristiani ad avere gli stessi sentimenti di Cristo che ci ha
amato, quando non solo non eravamo amabili, ma addirittura ostili verso di Lui. Avere gli stessi
sentimenti di Cristo è un cammino, nessuno potrà mai sentirsi arrivato, perché il modello è
troppo grande da imitare e solo con la perseveranza che Dio stesso ci dona possiamo progredire
in questo cammino.
Questo tempo di Avvento con la sua grazia particolare è tempo propizio per intraprendere e
consolidare il nostro camminare sulle vie diritte di Dio e assomigliare a Lui.
San Massimo di Torino, vescovo, ci ofre una sua rifessione.
“La Scrittura divina sempre parla e grida, come sta scritto di Giovanni: “Io sono voce di uno che
grida nel deserto”. Giovanni non gridò soltanto nel tempo in cui annunciava ai farisei il Signore e
la sua salvezza, anche oggi grida in mezzo a noi, e la sua voce come tuono scuote il deserto dei
nostri peccati, Egli si è addormentato nella morte santa del martirio, ma la sua voce è ancora
viva. Dice anche oggi: “Preparate la via al Signore, appianate la sua strada”. Sempre, dunque, la
Sacra Scrittura grida e parla.
Giovanni ci ripete oggi lo stesso grido e ci comanda di preparare la via al Signore. Questa via non
è tracciata sul terreno, ma sta nella purezza della fede. Il Signore non vuole aprirsi una via sui
sentieri della terra, ma nell’intimo dell’anima”. (Dai “Discorsi” 88)