Jesolo riflette sulla collaborazione pastorale: «Ecco

Download Report

Transcript Jesolo riflette sulla collaborazione pastorale: «Ecco

GENTE VENETA | Litorale
Venerdi, 9 Dicembre 2016
Jesolo riflette sulla collaborazione pastorale:
«Ecco le convinzioni ed ecco gli interrogativi»
Il Consiglio Pastorale della parrocchia di San Giovanni Battista di Jesolo si è occupato, nel suo
ultimo incontro di una settimana fa, della Collaborazione Pastorale. Non è la prima volta. Se
n'era occupato lo scorso anno dopo i tre incontri, il primo condotto dal Patriarca stesso, nei quali
si sono affrontate le motivazioni teologiche e pastorali a sostegno della proposta. Ha ripreso
l'argomento quando il Patriarca ha costituito le collaborazioni pastorali. San Giovanni Battista è
chiamata a collaborare con la rettoria di San Giuseppe di Ca Fornera, le parrocchie di S. Maria
Assunta di Passarella e San Giuseppe di Cortellazzo. Al parroco di San Giovanni Battista, don
Gianni Fassina, il compito di moderare la collaborazione. Ora la collaborazione deve entrare sul
concreto.
Il dibattito in Consiglio è stato particolarmente ampio e partecipato e ha messo in luce robuste
convinzioni ma anche alcuni punti interrogativi.
Partiamo dalle prime. Si è dimostrata assai robusta la convinzione che la strada della
collaborazione pastorale è la più efficace per rispondere alle necessità pastorali sempre più
esigenti in questo tempo. Del resto è una strada che la comunità di San Giovanni Battista già
percorre. Già da sette anni, infatti, i Gruppi di ascolto della Parola di Dio sono un ambito nel
quale lavora con la parrocchia di S. Maria Assunta di Passarella. Più recentemente sono stati i
giovani ad aprire un altro ampio terreno di collaborazione pastorale.
Li chiamano gli "animatori in trasferta". Sono nati da una considerazione semplice, nata ancora
quando c'era come vicario parrocchiale don Massimiliano Callegari. San Giovanni Battista conta
su un numero di animatori - giovani dai 18 anni in su - assai elevato. Una sessantina. Perché
non mettersi a disposizione di altre realtà per dare una mano nella pastorale giovanile? Hanno
scelto un motto che spiega molto meglio di ogni discorso le ragioni di questa scelta: gratis
accipistis, gratis date. Hanno acquistato anche un'automobile per gli spostamenti da una
parrocchia all'altra. I giovani hanno dato l'esempio che i confini parrocchiali non sono affatto un
ostacolo alla collaborazione.
Un argomento sul quale la discussione ha avuto qualche manciata di pepe è stato il rapporto
laici-preti. E' risultato chiaro dalla discussione che i laici devono assumersi responsabilità in
prima persona e che il loro impegno non può essere considerato "di supplenza" se, quando e
dove i preti non ce la fanno. Ma è anche risultato altrettanto chiaro che i preti devono fidarsi di
più dei laici, devono considerarli loro collaboratori e non loro esecutori. Il confronto ha messo in
evidenza anche un'altra consapevolezza: la comunità cristiana non è un'azienda che deve
riorganizzarsi per aumentare la propria efficienza. E' una comunità ecclesiale che si muove con
il criterio della comunione fraterna.
Il punto sul quale l'incertezza è stata ampia è la questione dei cenacoli. Sul punto si sono aperti
degli interrogativi. Il cenacolo è un metodo, uno stile? Così era stato colto fin dall'inizio. Ed
infatti il Consiglio Pastorale da qualche tempo ha adottato questo stile. I suoi incontri iniziano
con la S. Messa, cui segue un momento conviviale e poi la discussione degli argomenti da
trattare. O il cenacolo è pensato come una nuova struttura? Se così fosse in che rapporto si
pone con il Consiglio Pastorale Parrocchiale?
Non è mancato chi ha sottolineato che nel delinearne il profilo il Patriarca abbia indicato che il
cenacolo è un luogo di preghiera, di testimonianza, di ascolto della Parola di Dio, di comunione
fraterna. Ottima cosa. Ma questo orizzonte non è proprio anche di un Consiglio Pastorale
parrocchiale? E' certo necessario che vi sia un organismo di raccordo tra le varie realtà
ecclesiale che fanno parte della collaborazione, ma questo non può scaturire meglio dalla
concreta situazione e dalle concrete esperienze del territorio.
Gli interrogativi emersi non hanno però messo in discussione l'avvio della collaborazione. Al
contrario, è stato assunto l'impegno di accompagnare questa fase di avvio della collaborazione
attenti a cogliere punti da migliorare e, laddove sia necessario, anche da correggere. Intanto la
collaborazione pastorale ha preso due iniziative. Per Natale ci sarà un notiziario unico per le
parrocchie interessate; a fine gennaio ci sarà un incontro dei consigli pastorali o di
rappresentanti delle parrocchie per una più approfondita e reciproca conoscenza. L'obiettivo è
quello da un lato di conoscere meglio gli ambiti di collaborazione già in atto per rafforzarli e,
dall'altro, individuare i punti di fragilità per cercare la via più efficace per affrontarli.
L'impegno ad attuare sul campo la sua indicazione pastorale può essere, anche per lo stesso
Patriarca, una utile verifica.
Giampaolo Rossi
Tratto da GENTE VENETA, n.47/2016
Articolo pubblicato su Gente Veneta
http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=8918
Copyright 2016 © CID SRL P.Iva 02341300271