Ferrrovie Sud-Est, Fiorillo a processo per la truffa sui vagoni

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Ferrrovie Sud-Est, Fiorillo a
processo per la truffa sui vagoni
Il gup del Tribunale di
Bari Annachiara Mastrorilli ha rinviato a giudizio Luigi Fiorillo ex
amministratore unico di Ferrovie Sud Est, , e altri quattro imputati
al termine dell’udienza preliminare su due presunte truffe ai danni
della Regione Puglia. La vicenda riguarda l’acquisto, in due commesse,
di 52 vagoni, pagati complessivamente più di 115 milioni di euro ma,
secondo la magistratura barese, 23 milioni in più del prezzo di
mercato. Il giudice ha disposto quindi il rinvio a giudizio per le
truffe, escludendo però l’aggravante della transnazionalità,
dichiarando invece il non luogo a procedere “perché il fatto non
sussiste” per i reati fiscali contestati a Fiorillo e la prescrizione
di un episodio di corruzione.
La vicenda conclusasi in udienza preliminare, riguarda le 52 carrozze
che le Sud Est avevano acquistato pagandole 22 milioni di euro mentre,
secondo un consulente della Procura, il valore reale era esattamente
la metà. Secondo le ricostruzioni della Guardia di Finanza, quando le
Ferrovie Sud Est acquistarono nel 2006
da due diverse società
tedesche 25 carrozze passeggeri che costavano 912mila euro. “Facendo
riferimento a pregresse trattative” la Varsa società polacca,
trasmise alle Sud Est una proposta di acquisto dei treni, impegnandosi
a ristrutturarli per immetterli nuovamente sul mercato e a versare 7
milioni di euro. Inoltre la società Varsa offriva a Fse l’opzione di
riacquistare le carrozze a 22 milioni e mezzo. Solo che ad effettuare
la ristrutturazione in realtà fu un’altra società che ha sede in
Croazia.
A giudizio anche Giuseppe Fiaccadori, rappresentante legale della
Railconsulting srl di Marmirolo, Marco Mazzocchi e Carlo Beltramelli,
all’epoca rispettivamente rappresentante legale e procuratore speciale
della società polacca Varsa Sp. Z.o.o. di Varsavia.
Il giudice Annachiara Mastrorilli
ha assolto
in conclusione del
contestuale processo con rito abbreviato “perché il fatto non
costituisce reato“,
i due imputati che avevano chiesto il rito
alternativo e cioè Tomasz Zaboklicki e Zygfryd Franciszek Zurawski,
rispettivamente presidente e componente del direttorio della società
polacca Pesa Bydgoszcz Sa.
E’ bene però ricordare
anche le collusioni fra Fiorillo e la politica. Quando esplose il
“caso Fse” a causa dei bilanci perennemente in perdita, l ’ex
governatore della Puglia, Nichi Vendola, fece dei tentativi con il
ministro dei Trasporti in carica all’epoca dei fatti e cioè Corrado
Passera (governo Monti), uno con il suo successore Maurizio Lupi
(governo Letta): gli incontro tenuti con i responsabili del dicastero
che controlla le Ferrovie del Sud Est furono tre, tra il 2012 e il
2013.
Iniziative purtroppo fallite che invece contrariamente,
avrebbero potuto bloccare una situazione contabile già disastrosa con
200 milioni di “buco”, diventati attualmente 311 milioni accertati
dalla gestione commissariale di Andrea Viero.
Il primo incontro
a cui presero parte Passera, Vendola e Davide
Pellegrino, ex capo di gabinetto della Regione avvenne alla fine 2012
ed il ministro Passera, appresa la situazione debitoria fuori
controllo, si mostrò preoccupato della vicenda, e nonostante Vendola
chiese una gestione commissariale, fece poi far perdere le tracce di
un eventuale provvedimento di rottura con il passato . “Il governatore
Vendola
— ricorda Pellegrino — espose al ministro tutte le
preoccupazioni per una situazione già fuori controllo”.
A quella riunione ne fece
seguito un’altra sempre con Passera, e successivamente un altra questa
volta con il nuovo ministro Maurizio con Lupi che nel 2013 prese la
guida del dicastero ai Trasporti. Ma coma mai in presenza di una
situazione così delicata di bilancio non furono presi provvedimenti?
Gli archivi di Internet aiutano a capirlo grazie alle parole di
Guglielmo
Minervini
un
politico-gentiluomo
recentemente
deceduto”Semplicemente –
chiariva al Corriere del Mezzogiorno ,
Minervini, dal 2010 al 2013 assessore ai Trasporti della Regione
Puglia
–
le Sud Est sono sprofondate nella palude dei poteri
trasversali occulti e palesi che avevano da sempre blindato le sorti
della rete ferroviaria. La nostra richiesta di commissariamento non fu
accolta e l’amministratore Luigi Fiorillo rimase al suo posto e anni
dopo fu premiato con il rinnovo dell’incarico”.
Alle resistenze esistenti
nella struttura ministeriale ne spuntarono altre anche di matrice
regionale. “In verità — denuncià Minervini — le prime lettere ai
Trasporti furono inviate a fine 2011 a seguito di dubbi avanzati dalle
banche che assistevano le Fse. Lamentavano livelli di esposizione
creditizia importanti. Facemmo un bando per avviare una due diligence,
ma l’azienda non fornì i dati. E quando iniziai a chiedere più dati al
management e a sollevare la questione fui criticato, anche in maniera
pesante, da parti rilevanti del mio schieramento. Soprattutto dalla
componente Dalemiana del Partito Democratico (all’epoca il presidente
era Michele Emiliano e il segretario Sergio Blasi, ndr)”.
Eppure, il “periodo d’oro” delle Ferrovie del Sud Est si ebbe con il
primo governo Vendola. “Quando sono subentrato ai Trasporti (per
cinque anni l’assessorato è stato gestito da Mario Loizzo, attuale
presidente del Consiglio Regionale di Puglia) ho trovato investimenti
complessivi per 500 milioni — concludeva Minervini — e alcuni
francamente di dubbia utilità. Che senso ha acquistare treni a gasolio
se si spendono fondi pubblici per elettrificare la linea?”. Adesso lo
abbiamo capito tutti …in primis i magistrati e la Guardia di Finanza