Investire con l`urna

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MILANO FINANZA
COPERTINA
8
3 Dicembre 2016
La vittoria della riforma avvierebbe un mini rally di Piazza Affari,
mentre una sconfitta di misura non avrebbe effetti significativi. Flessione marcata
in caso di No secco. Ma il Btp al 2047 può giocare il ruolo di jolly in tutti i casi
REFERENDUM/1
Investire con l’urna
L’ ANDAMENTO DELL’EURO-DOLLARO DAL 2015
di Massimo Brambilla
L
ungi dall’esaurirsi
con l’appuntamento
italiano il tormento
elettorale, iniziato in
giugno con il referendum britannico e proseguito in
novembre con le presidenziali
Usa, accompagnerà i saliscendi
dei mercati finanziari per tutto il 2017 (elezioni in Olanda,
Francia e Germania) e l’inizio del 2018 (elezioni in Italia).
Questo per sottolineare che
il referendum del 4 dicembre
eserciterà sui mercati finanziari effetti di breve termine ed
effetti di più ampio respiro. Gli
effetti di breve termine di un voto referendario così importante
sono stati toccati con mano dopo lo spoglio britannico, quando
i listini internazionali hanno
accusato vendite consistenti
nelle sedute immediatamente
successive per poi recuperare
tutto il terreno e spingersi oltre nelle settimane successive.
Lo stesso accadrà dopo l’esito
del referendum costituzionale
italiano: ci sarà una reazione
di breve termine dei mercati finanziari al risultato delle
urne, che verrà interpretata
già giovedì 8 dalla Bce, dove il
meeting dell’Eurotower agirà
anche in funzione dell’esito referendario.
Ci sarà poi uno sviluppo dei
mercati di più ampio respiro che
comprenderà necessariamente le valutazioni degli impatti
politici, sociali, economici e
finanziari sul cammino accidentato del 2017 e della prima
parte del 2018. Ogni evento, a
iniziare da quello italiano, avrà
infatti riflessi consistenti sulla
politica monetaria delle banche
centrali e sulla politica fiscale:
nel primo caso vale come esempio l’allentamento a cui è stata
obbligata la Bank of England
in seguito alla Brexit, così come lo sarà nel senso opposto
(restrittivo) la Fed, che agirà
per bilanciare la politica fiscale più accomodante insita nel
programma della nuova amministrazione Trump, tant’è che
il rialzo di un quarto di punto nel Fomc del 15 dicembre
è ormai certo ed è già scontato nella curva dei rendimenti
Usa, che nelle ultime settimane
è traslata verso l’alto (a seguito delle vendite accusate dai
bond) incorporando anche una
maggiore inflazione. Il secondo caso, relativo ai riflessi sulla
politica fiscale, è reso evidente dal report del 21 novembre
di Fitch: il risultato referenda-
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
L’ ANDAMENTO DEL FTSE MIB DAL 2016
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Trader scatenati sui titoli di Stato
di Giuseppe Di Vittorio
ltre 60 book aperti contemporaneamente, deO
cine di monitor che li ospitano, almeno una
ventina di grafici. Così si presenta ogni mattina
il desk di Roberto Vernaleone, trader specializzato in titoli di Stato. Per lui le ultime settimane
precedenti il referendum costituzionale italiano
sono state caldissime, come per tutta la nutrita schiera di operatori che hanno individuato
nei titoli di Stato lo strumento privilegiato per
quest’ultima parte dell’anno. D’altronde sui
bond governativi nelle ultime settimane la volatilità è esplosa: si è passati dalla media di
100 tick al giorno di inizio novembre ai 300 tick
di questi ultimi giorni, quindi i range si sono
triplicati. «Queste maxi-oscillazioni si spiegano soprattutto con l’assenza di market maker»,
fa notare Vernaleone. Infatti i rischi sono troppo alti e gli operatori chiamati a fare prezzo in
via continuativa preferiscono astenersi in alcune fasi della giornata. Quanto al ribasso dei
prezzi e alla salita dei rendimenti, il movimento in realtà partì a inizio ottobre, quando emerse
l’ipotesi (poi smentita) che la Bce si stesse preparando a chiudere il Quantitative easing, e si è
poi amplificato dopo la vittoria di Trump per la
prospettiva di un imminente rialzo dei tassi Fed.
Da ultimo si è aggiunto il referendum italiano.
«Sono spesso le miscele di temi che muovono tutti i prezzi in una direzione creando movimenti
accelerati», spiega Vernaleone.
E in particolare su quali titoli si sono concentrati nelle ultime settimane i trader obbligazionari?
Guardando ai governativi italiani, i più gettonati
sono il classico Btp decennale, ma anche quelli a
5 e 30 anni, oltre che il nuovo «Matusalemme»
con scadenza a 50 anni. «Meglio i titoli a cedola
fissa che quelli con tassi di interesse variabili o indicizzati, perché sono più liquidi», dice
Vernaleone. Per il trading inoltre sono meglio le
scadenze lunghe, in quanto più volatili di quelle brevi. Per dare un’idea, da inizio novembre
a venerdì 2 dicembre il rendimento del 5 anni
italiano è passato da 0,634 a 0,841%, quello del
10 anni da 1,662 a 1,9%, quello del 30 anni da
2,705 a 2,985% e quello del 50 anni dal 3,115
al 3,323%. E i prezzi ovviamente si sono mossi
in modo analogo e contrario.
E che cosa succederà dopo il voto del 4 dicembre?
In caso di vittoria del Sì è prevedibile un rimbalzo significativo del mercato obbligazionario. In
caso invece di un’affermazione del No gli operatori si aspettando un’ulteriore discesa dei prezzi,
anche se va detto che il mercato ha almeno in
parte già scontato questo risultato contrario alla
riforma costituzionale. A quest’ultimo proposito,
occorre però tenere a mente quanto successo nel
caso della Brexit in Gran Bretagna e della vittoria di Trump alle elezioni Usa: in entrambi i
casi i sondaggi si sono rivelati fallaci, costringendo i mercati a riposizionarsi velocemente
una volta emersi dalle urne i veri risultati. (riproduzione riservata)
rio è alla base del downgrading
della Gran Bretagna (da AA+
a doppia A), così come il probabile appesantimento del debito
pubblico (già al 101% del Pil)
derivante dalla svolta fiscale espansiva contenuta nel
programma di Donald Trump
potrebbe essere in un prossimo
futuro alla base dell’eventuale
perdita della tripla A da parte
degli Stati Uniti. Ogni possibilità di abbassamento dei rating
provoca un innalzamento del
premio al rischio e dunque un
aumento dei rendimenti a media e lunga scadenza (ovvero un
deprezzamento del bond market), influendo negativamente
il comparto bancario in misura
tanto più ampia quanto più fragili sono i bilanci, sia in termini
di attività di dubbia consistenza (npl e derivati) sia in termini
di quantità di bond governativi detenuti. Attraverso queste
considerazioni di base è possibile prefigurare la reazione
dei mercati all’esito del referendum italiano.
Vince il sì. Flette ancora l’oro
mentre i listini dell’Eurozona,
guidati da piazza Affari spinta
a sua volta dal vistoso recupero
delle banche, mettono a segno
un cospicuo rimbalzo fino a
mercoledì 7, accompagnati da
un analogo rimbalzo dell’euro
e dei corsi dei Btp (più ampio
man mano che si allunga la scadenza), in grado riportare lo
spread con il Bund sotto quota 150. Giovedì 8 l’attenzione
si sposterà momentaneamente sul meeting della Bce, in
agenda per le ore 14: se il Qe
verrà esteso e ampliato, com’è
probabile, la reazione potrà
estendersi anche al gennaio
del nuovo anno, ma successivamente entreranno in gioco gli
altri fattori (Brexit e Olanda
in testa, seguiti dalla valutazione della nuova squadra di
governo Usa) che diventeranno preponderanti.
Vince il no di misura, Renzi
rimane. Oro e franco svizzero aprirebbero al rialzo, i Btp
potrebbero rimanere tutto
sommato stabili mentre i mercati azionari, Italia in testa,
potrebbero essere inizialmente venduti, prima di recuperare
il terreno una volta appurata
la tenuta del governo in carica. In pratica le azioni e i Btp
dovrebbero alla fine mantenersi attorno ai valori di chiusura
di venerdì 2, visto che questo
scenario è quello scontato nei
movimenti di mercato delle ul-
MILANO FINANZA
3 Dicembre 2016
time settimane (delle azioni,
dei bond e dell’euro), compreso
il parziale recupero registrato
nella settimana appena conclusa dalle banche, dal Ftse Mib e
dallo spread Btp-Bund in scia
alla minore distanza attesa tra
il no e il sì. Se la Bce agisse poi
secondo le attese, espandendo il Qe, i listini dell’Eurozona
seguirebbero più da vicino i
movimenti di Wall Street (soprattutto nel caso in cui il Dax
riuscisse a superare l’ostacolo a 10.850 punti e il Ftse Mib
quello a quota 17.400), mentre l’euro si avvierebbe verso
il minimo a quota 1,045 contro dollaro.
Vince nettamente il no, Renzi
si dimette. Oro, franco svizzero
e yen aprirebbero in forte rialzo, mentre l’euro registrerebbe
una netta flessione contro tutte
le valute. I Btp accuserebbero le
vendite in proporzione alla vita
residua, chiamando la Bce a intervenire a sostegno dei corsi; le
vendite più pesanti colpirebbero Piazza Affari, con in testa le
banche, riflettendosi in misura
meno esasperata ma comunque evidente sulle altre piazze
di Eurolandia. L’intensità verrà mantenuta fino al meeting di
giovedì 4 della Banca centrale
europea che, a quel punto, oltre a una sicura estensione e
ampliamento del Qe potrebbe
proporre interventi più incisivi per ricomporre la fiducia
dei mercati, con particolare
riguardo al bond market e a
quello interbancario. Le mosse
dell’Eurotower tamponerebbero la situazione per fornire
il tempo necessario affinché
Roma possa esplorare la strada di un governo di coalizione
o almeno di un governo tecnico, evitando così il pericoloso
vuoto politico che si formerebbe nel caso in cui il Presidente
della Repubblica fosse costretto
a sciogliere le camere e a indire elezioni anticipate in aprile.
In quest’ultimo scenario, il
peggiore, le vendite non si arresterebbero a quota 15.000 del
Ftse Mib: gli istituti verrebbero
infatti spinti a inaugurare nuovi minimi, fino a costringere il
Ftse Mib pre-elettorale al test
con il punto più basso segnato
nel 2009 e bissato nel 2012 in
area 13.000-12.000 punti, mentre l’euro farebbe rotta verso la
parità con il dollaro.
Il jolly. In quest’ambito si potrebbe evidenziare una scelta
che ha le carte in regola per seguire la possibile reazione delle
azioni e, contemporaneamente,
usufruire di un paracadute in
caso di esito avverso delle urne:
si tratta del Btp con scadenza
nel 2067, il «Matusalem bond»
italiano che, grazie alla sua duration lunghissima, è capace di
ampie escursioni di prezzo; partendo da una quotazione attuale
di 87,77 centesimi, un’eventuale vittoria del sì sarebbe capace
di proiettarlo in poche sedute al
prezzo di metà ottobre (98,36),
conseguendo un guadagno del
9
Ecco le azioni di Piazza Affari impermeabili al voto
analisti della banca d’affari svizzera. In
caso contrario, il sì darebbe origine a un
rally, dopo la recente debolezza dell’azionario. Ma nel lungo periodo l’analisi
diventa più complicata visto che per la
banca d’affari saranno cruciali i cambiamenti alla legge elettorale in vista delle
elezioni politiche del maggio 2018. In particolare, la vittoria del sì con un sistema
di voto immutato «potrebbe aprire la strada a un rischio politico legato alle elezioni,
un rischio ridotto in caso prevalesse il no».
possibile intervento temporaneo della Bce
per acquistare titoli del debito pubblico
italiano, se il risultato del referendum coa parecchie settimane il referendum
stituzionale di domenica dovesse creare
costituzionale italiano è il centro
volatilità sui mercati) in entrambe le didei report delle case di investimenrezioni. D’altra parte gli analisti puntano
to che alternano scenari da tregenda in
molto sul cambio euro/dollaro. «Crediamo
caso di vittoria del no con decine di banche scommettere su un ribasso offra un
che a rischio (lettura, questa, non sempre
rapporto tra rischio e rendimento interesdisinteressata) ad analisi più pacate che
sante ai prezzi attuali».
prevedono una fase di accentuata volatiliPer quanto riguarda l’azionario, un
tà nelle sedute immediatamente successive
rally nel breve periodo potrebbe per
al voto e poi una progressiva
gli analisti essere legato a un
stabilizzazione di borsa e titomiglioramento del sentiment
CEMENTIR
ENI
li di Stato che peraltro, come si
rispetto al comparto bancario,
6 quotazioni in euro
16
quotazioni in euro
evidenzia nell’articolo in queste
visto che il valore relativo degli
Var. % sul 4 gen ’16
Var. % sul 4 gen ’16
3,61 €
pagine, già in parte scontano
asset italiani, rispetto a quelli
-38,8%
5
14
gli effetti di un successo del
europei, è già vicino ai livelli
no; in caso di vittoria del sì,
di crisi di marzo 2009/luglio
4
12
invece, Piazza Affari potrebbe
2012. «Ma siamo più selettivi
13,5 €
trovare lo spunto per mettere
sui titoli data la scarsa visibi-1,88%
a segno un buon rally di fine
lità legata alla possibilità di
3
10
anche perché parte da valutauna riforma strutturale a bre4 gen ’16
2 dic ’16
4 gen ’16
2 dic ’16
zioni molte più basse rispetto
ve o medio termine». Sarebbe
agli altri listini.
questo secondo gli analisti il
Ma gli investitori dovranno covero catalizzatore per permetERG
MAIRE TECNIMONT
munque tornare a concentrarsi
tere all’economia italiana e
11,5
2,8
quotazioni in euro
quotazioni in euro
sui fondamentali delle società.
agli indici di borsa di sprigioVar. % sul 4 gen ’16
Var. % sul 4 gen ’16
Come scrive Mediobanca in
nare il loro valore. Tra i titoli
10,5
2,4
un report che identifica i titoli
meno esposti, secondo Ubs,
midcap più impermeabili al riall’incertezza politica ci sono
9,5
2,0
sultato referendario. «Malgrado
tre titoli che meritano un buy:
9,04 €
2,44 €
l’avvicinarsi del voto, il focus
Eni con un target price a 15,5
-20,5%
degli investitori è stato princieuro, Enel con un prezzo obiet-2,79%
8,5
1,6
palmente sulle strategie e sui
tivo a 4,7 euro e Poste Italiane
4 gen ’16
2 dic ’16
4 gen ’16
2 dic ’16
numeri di bilancio di queste
che può arrivare a 7,7 euro.
società», scrive Mediobanca
Secondo Banca Akros, infine, il
sottolineando che in generale
successo del no avrebbe un imPOSTE ITALIANE
EI TOWER
le pmi stanno mettendo in atpatto negativo su finanziari,
16
60
quotazioni in euro
quotazioni in euro
to misure, sul fronte dell’m&a
utility locali, gruppi di proVar. % sul 4 gen ’16
Var. % sul 4 gen ’16
o dell’innovazione di prodotto,
prietà dello Stato, altre utility,
55
42,5 €
14
che potenzialmente potrebbe
società immobiliari, operatori
-28,6%
50
annullare l’attuale rischio poinfrastrutturali. «Una strate12
litico associato all’Italia. «La
gia difensiva potrebbe essere
45
5,85 €
nostra lista di pmi italiane è in
l’acquisto di azioni fuori del
-17,5%
generale rappresentata da titoli
Ftse Mib, gruppi con una pre10
40
difensivi», dice Mediobanca che
senza prevalente non domestica,
4 gen ’16
2 dic ’16
4 gen ’16
2 dic ’16
suggerisce anche di guardare
con un’esposizione al programa eventi al di fuori dell’Euma di Trump negli Stati Uniti,
ropa che possono avere un impatto su «A nostro avviso l’esito del referendum», una bassa leva finanziaria, sensibilità
società italiane, come quelle esposte hanno aggiunto a Ubs, «non dovrebbe ave- al dollaro, non finanziari o società senagli Usa vista la forza del dollaro. Tra re un impatto sull’outlook a breve visto sibili ai tassi di interesse. Ad esempio
i titoli sulla buy list di Mediobanca fi- che la crescita del medio termine dipen- Cnh Industrial, Tenaris, Buzzi Unicem,
gurano Cementir, Iren, Ei Towers, Enav, derà piuttosto dai risultati della prossima Ferrari, StM, Campari, Luxottica, Fiat
Erg, Banca Ifis e Maire Tecnimont. tornata elettorale». In questo senso l’Ita- Chrysler Automobiles, Exor, Yoox Ynap,
Mentre «raccomandiamo cautela su lia sta comunque vivendo una fase ciclica Prysmian», suggerisce la banca d’affari.
Trevi, Fincantieri, Carige, Piaggio, Geox, di ripresa con un pil stimato da Ubs in Se vince il sì, invece «è lecito aspetCreval e Astaldi», afferma il broker.
aumento dello 0,8% nel 2017 e nel 2018. tarsi un re-rating per i finanziari, le
Secondo Ubs l’esito del referendum conta, Inoltre, «preferiamo avere una posizione utility locali, le società di costruzioni
ma meno di quello delle prossime elezioni neutra rispetto alla relazione tra lo spread e immobiliari. In questo caso spapolitiche. «Una vittoria del no sicuramen- sovrano e il referendum», hanno sottoline- zio in portafoglio ai titoli più reattivi
te peserà sul sentiment del mercato, darà ato gli analisti che comunque escludono del Ftse Mib, quindi Azimut, Anima,
adito a una maggior incertezza politica movimenti estremi dello spread (oggi in Banca Mediolanum, Intesa Sanpaolo,
e creerà nel breve periodo pressioni sul calo a 175,6 punti base sulla scia delle vo- Leonardo-Finmeccanica, Fincantieri,
comparto bancario», hanno osservato gli ci, rilanciate dall’agenzia Reuters, di un Eni, Saipem. (riproduzione riservata)
di Barbara Pianese
e Paola Valentini
D
L’ ANDAMENTO DELLO SPREAD BTP-BUND
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
12%, così come una vittoria di
misura del no (con Renzi che
rimane quindi in carica) è in
grado di risollevarlo fino a quota 92,75 (+5,7%), favorito dalla
probabile estensione del Qe da
parte della Bce. In caso di voto
avverso, invece, la discesa della quotazione dovrebbe trovare
un buon paracadute nelle armi
aggiuntive che potrebbe mettere in campo la Banca centrale
fin dall’8 dicembre. (riproduzione riservata)
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