Cos`è la demenza senile e come riconoscerla per affrontare le cure

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verdetà Numero 44
Cos’è la demenza senile e come
riconoscerla per affrontare le cure
di MADDALENA PASCIUTI, Medico di medicina generale
gono tramesse­trasportate da una cellula cerebrale all’altra. Questi sono dei
messaggi attraverso i quali il cervello
pensa, vede, parla, organizza e ricorda.
La demenza è il risultato della distruzione
di questi circuiti di trasmissione a livello
cerebrale e l’entità e la sede del cervello
colpita costituiscono i fattori che, combinati insieme, determinano l’esordio di una
riduzione delle capacità di ricordare, di organizzare e di pianificare, per assurdo potremmo dire che il nostro cervello non è
più in grado di comunicare con se stesso.
l naturale svolgersi della vita porta all’ invecchiamento e con esso variano molteplici meccanismi fisici, biologici e psichici. Tra questi un importante spazio trova la demenza: i recenti studi
hanno evidenziato che ne è affetta circa il 5 % della
popolazione oltre i 65 anni di età ed il 30% degli ultra ottantacinquenni, ma la demenza non è un’inevitabile conseguenza del normale processo di invecchiamento, è solo una probabilità.
I
E’ doveroso fare una piccola introduzione sui meccanismi che regolano il nostro cervello: il funzionamento del nostro “nobile organo” agisce utilizzando
neurotrasmettitori, per semplificare diremo che sono sostanze contenute in piccole vescicole che ven38
Un’insidiosa progressiva diminuzione della memoria fa parte del processo di invecchiamento (dimenticare le chiavi di casa o
il nome del benzinaio ad esempio) non è
nulla di grave, è un deficit di memoria benigno. In talune circostanze tuttavia questi piccoli deficit sono associati ad altre condizioni che a poco a
poco compromettono l’autonomia ed interferiscono
con la normale quotidianità di relazioni interpersonali o di lavoro.
Un familiare, un caro amico, un collega di lavoro a
volte sono i primi a cogliere una diversa sfumatura
nel comportamento del paziente e possono dare un
grande aiuto ai medici per porre una diagnosi corretta. La memoria non è la sola interessata. Sono frequenti smemoratezza per nomi, date, luoghi o piccoli compiti che vanno svolti ogni giorno, la ripetizione
continua ed ossessiva delle medesime domande e
l’incapacità di ricordare la risposta che viene fornita
Salute
o anche la variazione della personalità. Il paziente
spesso tende a chiudersi in se stesso evitando il contatto con altri o la conversazione. Viene a mancare
anche l’interesse per hobby o passioni (non essere
più interessati al calcio, ad esempio, mentre prima
non si perdeva una partita in tv), la marcata preoccupazione per cose poco importanti, il fatto di andare in
grande confusione per piccoli imprevisti (la lavastoviglie che si rompe ecc.). A volte sono presenti scatti di ira ingiustificata o comportamenti allusivi a sfondo sessuale.
Ciò che riguarda un’organizzazione fluida e dinamica della vita
quotidiana lavorativa od affettiva diventa una montagna insormontabile.
Esistono due grandi categorie delle demenze: malattia
di Alzheimer, di tipo degenerativa (sono presenti
anomalie di trasmissione citate all’inizio dell’articolo con
depositi di materiale degenerativo nelle arterie cerebrali) e demenza vascolare legate
più ad un processo di aterosclerosi. Non è sempre facile per i me-
dici porre una diagnosi differenziale,
tuttavia la cosa più
importante è creare
un’alleanza lavorativa con il malato
(per quanto possibile), i familiari e tutte
le persone coinvolte
nella vita e gestione
del paziente. La perdita di autonomia
spesso induce agitazione e rabbia della
persona malata che
tale non si sente. “La
demenza non può
riconoscere se stessa, così come un cieco non può vedersi”
(prendo in prestito
questa citazione da Lucio Apuleio).
Esistono farmaci donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina approvati per la malattia di
Alzheimer. Possono rendersi utili anche farmaci antidepressivi o antipsicotici o ansiolitici che controllano i cambi di umore e la frequente insonnia, ma soprattutto è
necessaria
la collaborazione con
la famiglia ed una
buona organizzazione
della
giornata e delle
attività del paziente che spesso
non può essere lasciato solo. 
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