Latina Ambiente, un limbo senza fine

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Latina
Il giornale di
VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016
17
SALUTE
Medici contro il biogas
Il dottor Milo dell’Isde “Le centrali sono nocive”
“Come Isde-Latina ci opponiamo alla costruzione di tali impianti che si sono dimostrati,
da un’indagine nazionale e dopo un interpellanza parlamentare irregolari nel 64% dei casi.
Tali centrali immettono in atmosfera metano, anidride carbonica, idrogeno, particelle di
biossido di azoto, di polveri
sottili, di formaldeide, di anidride solforosa, producendo inoltre un ulteriore inquinamento dovuto all'aumento dell'utilizzo di mezzi pesanti per
trasportare le migliaia di tonnellate di materiale alle centrali. L’Isde di Latina esorta dunque coloro che amministrano la
cosa pubblica (Regione, Provin-
IGIENE URBANA
cia e Comuni) a bloccare la costruzione delle centrali a biogas
e a biomasse. Le soluzioni alternative vanno ricercate in una rigorosa e corretta gestione
dei rifiuti che, se realizzata attraverso la raccolta differenziata “porta a porta” e con una reale politica del riuso, del riciclo e
della riduzione dei rifiuti, non
ha alcun bisogno della realizzazione di impianti di biodigestione”. A parlare è Pasquale
Milo, presidente dell'Isde o Associazione Italiana Medici per
l'ambiente (sezione di Latina),
che ribadisce che l’associazione
si mette a disposizione delle istituzioni, per occuparsi della salvaguardia ambientale, tu-
telando la salute dei cittadini e
ricorda alle istituzioni e ai cittadini che per il 4 febbraio 2017
sta preparando un convegno
nazionale sul tema : ‘Inquinamento ambientale. Centrali a
biogas e a biomasse’”. L’intervento arriva dopo le ultime notizie in merito alla possibilità
della costruzione di nuovi impianti in provincia.
Invitate le istituzioni
a non autorizzare
altri impianti
Ieri mattina c’è stata in tribunale l’udienza prefallimentare. Il giudice si è riservato
Latina Ambiente, un limbo senza fine
Nel pomeriggio l’assemblea dei soci è finita con un nulla di fatto: rinvio al 6 dicembre
T
utto rinviato al sei
dicembre. Il Comune e il socio privato
non hanno trovato l’accordo sul nome del liquidatore
ed hanno deciso di aggiornarsi fra cinque giorni, termine minimo previsto dallo
statuto per indire una nuova assemblea.
Bernardino Quattrociocchi è ancora dunque il liquidatore della Latina Ambiente, o almeno lo sarà sicuramente fino a martedì prossimo, quando ci sarà l’assemblea che potrebbe essere quella giusta per la conferma di Quattrociocchi o la
nomina di un nuovo liquidatore.
Intanto ieri si è tenuta
un’altra udienza in tribunale per la società: un’udienza
prefallimentare, al termine
della quale il giudice si è riservato di decidere entro
qualche giorno sul destino
della società. L’av vocato
della Latina Ambiente, Arnaldo Falconi, ha sostenuto
la tesi che la partecipata non
possa fallire con un margine
di attivo come quello che ha,
perché per fallire i passivi
dovrebbero superare gli attivi. Mentre in questo caso è
perfettamente il contrario.
Ieri mattina è stato infatti
presentato un nuovo piano
industriale aggiornato, con
un margine di utile di
450mila euro in tre mesi,
addirittura superiore rispetto al precedente, che
prevedeva un margine di
110mila euro al mese. Un
fatto, questo, che permetterebbe al giudice di decidere
con più calma sul futuro della società. La sentenza potrebbe comunque esserci in
tempi brevi. Chissà se abbastanza brevi da trovarsi i soci, martedì prossimo, invece
MALCONTENTO TRA GLI OPERAI
“Tregua finita”,
ma non per tutti
g
In alto il tribunale; in basso il Comune di Latina
che a nominare un liquidatore, ad avere a che fare con
un curatore fallimentare.
Perché se una sentenza negativa arrivasse già martedì
stesso, sarebbe questo lo
scenario che verrebbe a pre-
sentarsi.
La situazione, nonostante la positività dei conti della Latina Ambiente, è critica: il fallimento sarebbe
dietro l’angolo se il tribunale decidesse di far prevalere
l’aspetto formale del giudizio. E su questo peserebbe
come un macigno la mancata presentazione della certificazione da parte del Comune di Latina. Se dovesse
prevalere l’aspetto sostanziale, invece, l’azienda sarebbe salva e potrebbe continuare a lavorare anche fino al giugno prossimo,
com’è intenzione del Comune.
Se sulla Latina Ambiente
dovesse cadere la scure del
tribunale, la conseguenza
più grave sarebbe però per i
trecento operai. Dal punto
di vista amministrativo, a
farne le spese sarebbe anche
il Comune, che vedrebbe
sfumare il suo piano di costituire una municipalizzata dei rifiuti perché la leggenon lo consentirebbe.
Ieri è stato affisso nella bacheca dei lavoratori un
cartello con a decisione presa dalla Filas, sindacato
autonomo dei lavoratori dell’igiene urbana, di interrompere la tregua sindacale dal 16 dicembre.
Lo aveva già annunciato il rappresentante aziendale
Emanuele Foresti: “Se il 15 dicembre, giorno di paga, ci dovessero essere problemi con gli stipendi, dal
giorno successivo saremo pronti ad entrare in azienda e non uscire più finché non ci saranno garanzie
scritte sui pagamenti e sul futuro dei lavoratori”. Foresti aveva rivolto un appello anche alle istituzioni,
chiedendo l’intervento del sindaco Damiano Coletta
e del prefetto Pierluigi Faloni.
Il malcontento cresce tra glo operai, soprattutto per
via del futuro incerto che caratterizza la situazione
attuale, ma se finora erano stati più o meno tutti uniti nel rappresentare le loro ragioni, spesso parlando con una voca unica, oggi sembrano tornare a dividersi. Non sarebbe stata infatti apprezzata dalle altre sigle sindacali la spinta sull’acceleratore della Filas nel voler interrompere la tregua in un momento
così delicato.
L’aria che si respirava ieri, dunque, era quella della
divisione, con una presa di distanza delle altre sigle
sindacali rispetto all’organizzazione di un possibile
sciopero.
S.B.